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.edric çevik . cantamorte . 25y.o . clandestino temporale . membro dell'alto ordine[456-9786-°°2°]E questo è il tuo ennesimo mondo. Ed è un mondo morto. Lo guardi con il cuore che si spezza per l'ennesimo tentativo a vuoto. Lo guardi, ne osservi la terra bruciata, nonostante l'aria sia quasi pura, quasi nuova. Non c'è anima viva, non qualcuno oltre te, e Soul. Il tuo fidato compagno, che ti ha seguito perché tu non venissi giustiziato, lui che ti salva da quando ti conosce.
Solo voi, e nessun altro.
Ancora nessuno altro, ancora non Oswald, che ti manca da morire, al punto che adesso sei stanco, adesso non ne puoi più di un'assenza prolungata. Sono solo mesi, per lui quattro, per te non lo sai. Hai smesso di contarli quando le dita non ti bastavano più ed il fiato veniva meno.
Ci sono due soli, qui. Entrambi al tramonto, in un punto costante che li ferma, come se non servisse all'esistenza di andare avanti. Niente. Siete bloccati in un deserto di sabbia scura, tramonti e qualche diroccato muro ormai in piedi per resilienza.
E lo guardi, ti guardi attorno con occhi pieni di frustrazione, di dolore, di quella mancanza che ti apre il cuore in due. Così cadi in ginocchio.
Non ne puoi più, Edric. Delle guerre, della distruzione, dei mostri, di ogni cosa ti abbia forgiato da bambino ad adulto. Sei sporco, e stanco.
"DANNAZIONE!" Tiri fuori il fiato così, a vuoto come se l'aria non ti bruciasse nei polmoni fino a questo punto, e brucia eccome. Brucia tanto che ti pieghi a fondo e con la fronte sfiori la terra.
"Così.. così non ci arriveremo mai laggiù.." sembra quasi l'implorare ai limiti del pianto, così come se chiudendo forte gli occhi tu potessi rivivere la felicità che per poche settimane ti ha preso l'anima.
Le mani conficcate sotto sabbia, quasi pregassi per la vibrazione della terra, che senti ma non basta. Non c'è davvero nessuno oltre voi. E tu con Soul puoi tutto, lui ti guarda dentro ad occhi chiusi.
"Non ci arriveremo.. io.. gliel'ho promesso.. "
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simon lodgesoul . purificatore . 23y.o . clandestino temporale . membro dell'alto ordine[456-9786-°°2°]Conosco la tua frustrazione, Edric, perché a modo suo è sorella della mia. Lo è anche se io la tengo sopita, quasi fingendo che non esista. Conosco l'incrinatura che assume la tua voce perché a conti fatti, si tratta sempre della mia: Userei quelle stesse parole se, mantenendo uno, forse due passi indietro a te, non stessi cercando di capire dov'è che siamo finiti ora.
Ma anche questo è un mondo a noi sconosciuto, non è così? Non ho il coraggio di chiedertelo, non quando le risposte le ho nelle mie orecchie. Le ho dinanzi ai miei occhi. Lo domando più a me stesso per una sorta di caccia al mistero. Perché è così, per un certo verso, che mi costringo ad aguzzare le orecchie e ad affondare le dita come fai tu nella sabbia, sì, seppur per conoscere fino a dov'è che si espande. Per chiedere a lei, in un sospiro silente, se sarà ostile con noi.
Ho bisogno di non cedere alla disperazione anche quando questa finisco per sentirla stretta alla gola. Che se tu urli allora a me sale un singhiozzo. Se tu soffri, io lascio che i miei occhi finiscano per inumidirsi ad ogni battito di ciglia.
''E manterrai la promessa.''
Perché noi siamo fatti così, Didi: Noi non ci lasciamo abbattere dalle difficoltà che possiamo incontrare durante il nostro percorso. No. Noi andiamo avanti e le promesse che pronunciamo, beh, le manteniamo. O almeno, ci sforziamo stringendo ogni pugno, ogni dente, affinché ciò avvenga. Ed io ho fiducia in te. La ho da che ti ho rivisto. Da che ho deciso di fuggire con te. Di salutare casa senza alzar alcun dito in sua direzione. Di abbandonare Gratchen dando per scontato cose che, senza di te, probabilmente avrei soppesato diversamente.
E proprio per questo io sono convinto che nel suo mondo prima o poi noi finiremo per metter piede: Perché ti conosco e so com'è che respiri, com'è che soppesi i battiti del tuo cuore. Abbiamo solo bisogno di più speranza oggi. Sicuramente oggi più di ieri.
Per questo ti poso una mano sulla spalla, dove il medio traccia piano la linea che parte dalla prima vertebra all'ultima. Rimango però fermo sull'Atlante e l'Epistrofeo. Che siamo un po' noi, sì, lungo una scia di tante altre vertebre.
Ti sfioro nella speranza di tirarti su attraverso quei fili invisibili che però non tiro. Non saprei farti del male, nemmeno quando della tua disperazione forse ne faccio un cruccio.
''Andrà meglio, Didi.''
Te lo sibilo con una convinzione che forse non mi appartiene davvero. Ma non direi, per questo, di essere qui a mentirti: Non so farlo. Ma edulcoro le mie convinzioni, lo faccio per me, egoisticamente, che non avendo più una casa in cui tornare, spero di arrivare almeno dov'è che hai scelto la tua. Nonostante casa mia, ormai, sia tu.
''Devi solo riposare. Ritrovare contatto con quel posto felice. Dobbiamo farlo entrambi.''
E ti guardo con sguardo liquido. Lo faccio cercando il tuo a cuore aperto. Io non ho paura di sentirti tanto vicino da soffrirne.
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+1 .edric çevik . cantamorte . 25y.o . clandestino temporale . membro dell'alto ordine[456-9786-°°2°]"A-angelo"
La senti nella testa, la sua voce. Dio, Oswald.. quanto lontano è da te? Quanti anni, quanto spazio, quanto tempo? Che tu i giorni li hai contati si, all'inizio, quando con la speranza hai convinto il tuo migliore amico a seguirti. Tu l'hai promesso anche a Soul: una vita migliore, un posto meraviglioso in cui trovare di nuovo pace. Qualcosa per cui valesse la pena abbandonare una famiglia corrotta nella morale, e trovare poi.. forse, l'amore?
Di certo non la sappia verso cui ti pieghi ora, la cenere di una civiltà che non sei nemmeno venuto fin qui a salvare, tu che sei mosso dal puro egoismo. Vuoi solo tornare in quel posto che il suo profumo ha chiamato Casa. Dio, non soffrivi così da un po'.
Ma la senti, senti la mano di Soul farsi largo tra spalle e collo, le sue dita, il calore gelido di una colpa che ricade su di te. "E' colpa mia.. " sussurri, trai denti.
Colpa tua, Edric se ora a soffrire siete in tre. Che se in parte preghi che Oswald non stia così male, non riesci a nn sperare che ti pensi, quando alza il viso oltre le stelle e tu fai altrettanto. Anche se chissà in quali galassie siete davvero voi due ora. Non lo sai.
Un ginocchio dopo l'altro, però ti rialzi. Lo fai per stringere il volto di Soul tra le mani, per inspirare i suoi respiri, per appoggiare la fronte alla sua. "Perdonami se ti trascino con me da mesi.." che il tuo è un cuore spezzato, ma temi che adesso lo sia anche il suo. Che il tuo fiato si appoggia piano tra le sue labbra, anche se resti frustrato, se tremi dalla rabbia che provi per te stesso, se vorresti distruggere ogni cosa come poi amarla fino allo sfinimento.
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simon lodgesoul . purificatore . 23y.o . clandestino temporale . membro dell'alto ordine[456-9786-°°2°]Spingo le ginocchia a terra. Tra la terra, la sabbia e ciò che può sporcarne la veste. E questa è l'unica genuflessione che mi consento. L'unica che reputo giusta. Lo faccio tenendo le mani ferme sulle tue spalle, in una presa che è stabile, che deve pur significarti qualcosa. Deve ricordarti cos'è che esiste oltre l'ignoto ed il tempo. Cos'è che sa dilatarsi con te e con te sempre ritorna. Non ti abbandonerò mai, Didi.
''No...''
Te lo sibilo lieve sulle labbra, mantenendo la fronte contro la tua, stabilmente. Quasi a ricercare il centro di ogni cosa in questo contatto. In questo momento funesto che sa di disperazione, ma non ha la forza di distruggerci davvero. Perché non ci faremo abbattere, Didi, non quando il mondo è nelle nostre mani. Non quando io ti appartengo e tu appartieni a me, allora sapremmo, seppur tra le fatiche, come tirarci su a vicenda.
Mi faccio più vicine. Le labbra te le sfioro io, ma per trasmetterti la conoscenza. Per far sì che parlandoti tu possa parlare con me. Muoverle nello stesso modo in cui le muovo io. Convincerti di ciò che stiamo pensando, di ciò che stiamo ignorando o che, con coraggio, ci stiamo dicendo.
''Non ho nulla di cui perdonarti...ma ti imploro la pazienza. Non darti per perso, amico mio.''
Le mani le sposto dalle spalle alla schiena, in una stretta che forse è solo un massaggio leggero lungo la tua veste. A ridisegnare le scapole, poi ogni singolo muscolo che tiene in piedi la tua schiena.
''Suppongo che il tempo necessiti tempo e tu sei troppo stanco ora per continuare a farci rimbalzare da un luogo ad un altro.''
Sospiro, ma non per lasciar pesare sulle tue spalle la gravosità di questa situazione. Non è colpa tua: Nessuno qui, non io, non tu, insomma, ha una colpa.
''Costruiamo un giaciglio. Riposiamo bene prima di ripartire di nuovo.''
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