Quincy Auberon Rowle

APPROVATA || Professore di DCAO Ilvermorny, Murra, Sacre 28, Setta della Conoscenza

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    SCUOLE FREQUENTATE
    Hogwarts | 1994/1995 - 7 - Serpeverde - Cacciatore (VII) Slug Club (VII) | messa in prova dal V anno per aver combattuto con Voldemort durante la battaglia di Hogwarts
    RAZZE/ABILITA/CARATTERISTICHE
    Murra (Dono) | NO - 1983
    PROFESSIONE
    Apprendistato Olivander | Diagon Alley - 2001/2004
    Apprendistato Alchimia | Hogwarts - 2001/2003
    Proprietario negozio di bacchette Olivander | Diagon Alley - 2004/ora
    Professore di DCAO | Hogwarts - 2011/2023
    Professore di DCAO | Ilvermorny - 2023/ora

    CORPORAZIONE
    Templari | 2009 - Siniscalco
    FEDINA PENALE
    Uso arti oscure | SI | SI - 1998 - Magico
    Aggressione | SI | SI - 1998 - Magico

    IMMIGRAZIONE
    Inglese | 1983 | Legale


    data

    name quincy, ovvero "il quinto" visto che è il quinto figlio di grosvenor rowle e bernetta selwyn. il secondo nome è auberon, come quello di uno dei suoi antenati, un Custode del 1700.
    surname rowle.
    birth sette luglio del 1983, a craven arms, nello shropshire.
    family la famiglia rowle rientra nelle sacre 28. lo stemma della famiglia è un ashwinder, il motto accendor non uror [mi accendo, non mi brucio]. membro di spicco della famiglia è stato damocles rowle, ministro della magia dal 1718 al 1726. fu responsabile della creazione della prigione di azkaban e dell'utilizzo della colonia di dissennatori che vivevano sull'isola come guardie della stessa.
    close family la famiglia con cui è cresciuto, residente a sibdon carwood, era composta da:
    grosvenor rowle nato il 1 dicembre del 1938.
    bernetta selwyn nata il 22 settembre del 1946.
    camilla selwyn nata il 2 giugno del 1942.
    thorfinn rowle nato il 26 gennaio del 1965.
    heron rowle nato il 4 maggio del 1971.
    thurstan rowle nato il 17 aprile del 1974.
    xzavier rowle nato il 5 febbraio del 1980.
    sextus rowle nato il 7 luglio del 1983.
    unnamed rowle nato il 7 luglio del 1988.
    family house - rowle la villa dei rowle (rowle manor upon hill) è un maniero magico nella campagna di sibdon carwood, villaggio vicino craven arms. dall'esterno è visibile solo con la luna, e solo ai maghi. appare ai babbani come un vecchio mattatoio abbandonato, infestato da un fantasma, a cui nessuno vuole neanche avvicinarsi. fra loro è chiamato il cimitero sulla collina, e per gli abitanti di sibdon carwood, porta sfortuna anche solo ad averla nel vicinato.
    è possibile raggiungerla per i maghi, solo quando visibile. ovvero quando fiorisce il giardino di dentes affabilis, una pianta carnivora magica tipica delle west midlands che aggredisce tutte le persone che non conosce, ovvero di cui non ha già assaggiato il sangue. è tradizione che gli amici di famiglia, infatti, arrivino lì con la metropolvere, e vengano scortati da camilla selwyn a fare un giro in giardino, per farsi conoscere, ma con la sua saggia presenza che sa come addomesticare le sue piante.
    family house - selwyn selwyn manor upon hull e una delle case (minori) della famiglia selwyn, che quincy ha ereditato da sua madre alla sua morte. si trova fra kingston upon hull e withersea, e affaccia proprio sul fiume hull. per i babbani è un vecchio faro abbandonato e pericolante, a cui nessuno si avvicina. per i maghi cambia aspetto superando il limitare della barriera antismaterializzazione. è costruita proprio come un'unica torre, alta undici piani, in stile gotico. la parte inferiore, consta di una piccola struttura annessa che funge da ingresso e salone, nei piani inferiori ci sono le stanze, negli ultimi le serre. ha un grande giardino che finisce nel fiume, e continua per un piccolo pezzo con molte piante acquatiche che rendono quasi impossibile l'accesso da lì e coprono in generale la vista del cortile.
    secondary home ha un appartamento sopra il negozio di bacchette di diagon alley, ma l'ha convertito in un solo laboratorio con un piccolo spazio per dormire.
    wand il suo catalizzatore è la bacchetta. leggermente elastica, lunga undici pollici e ¾, il legno è agrifoglio con nucleo in corda di cuore di drago.
    la bacchetta di sextus ha lo stesso nucleo preso dallo stesso animale, ma è più corta di un pollice e ½, flessibile, e in legno di biancospino. dalla morte di suo fratello usa entrambe le bacchette, che l'hanno riconosciuto come padrone.
    house-elf ha ereditato fungus dalla sua famiglia. l'elfo domestico lo segue in tutte le sue imprese, sempre a un tiro di schioppo da lui.
    correlates è legalmente sposato con raelyndra lestrange dal 2009. sono stati promessi nel 1997, ma la loro promessa è stata silenziosamente considerata nulla dopo la battaglia di hogwarts. il loro è un matrimonio formale, vero solo all'esterno dove cercano di mantenere un'immagine impeccabile. vivono in case separate, ma formalmente è la stessa, quella di raelyndra, collegata alla sua con un armadio svanitore.
    author ha pubblicato alcuni articoli nel settore della fabbricazione di bacchette, ma è più famoso per i libri, tutti prevalentemente sulle arti oscure e il modo di contrastarle, quello in cui agiscono, etc.. in particolare, ha scritto:
    - Numeri e Arti Oscure: applicazioni pratiche nel contrasto di incantesimi di morte. 2010.
    - La componente oscura del mondo: purificazione degli elementi naturali. 2011.
    - Piante e fiori: legame con i residui magici. 2014.
    - Degenerazioni magiche "oscure". Dalla forma grezza al deterioramento. 2019.
    - Compendio di maledizioni oscure e loro contromaledizioni. 2021.
    - Entropia e reazioni magiche all'interno di un obscurus (coautore: Avonlea Bancroft). 2023.
    menteenergianaturatatticaidentità
    Estroverso — Introverso
    72% — 28%
    Intuitivo — Realistico
    64% — 36%
    Logica — Principi
    68% — 32%
    Pianificazione — Ricerca
    96% — 4%
    Determinato — Prudente
    71% — 29%

    A volte trovano difficile inquadrare il suo carattere, perché è spesso mutevole. Chiacchierone, eccitato, pieno di progetti in un minuto, il secondo dopo è capace di annoiarsi al punto in cui niente sembra smuoverlo, e allora sta solo a osservare quello che succede, commentandolo fra sé e sé con un certo sarcasmo.
    Nell'età adulta questo è l'atteggiamento che però ha mantenuto con amici più stretti, nella quotidianità sta molto più sulle sue, e tende a socializzare meno, a meno che non lo ritenga necessario.
    In pubblico, come quando ha fatto interviste, seminari, o lezione, tende a mostrarsi molto sicuro di sé, appassionato in modo calmo e vivo a quello che studia e di cui parla, ma sempre molto posato. Durante gli eventi a cui partecipa in qualità di membro delle Sacre 28 ovviamente è ancora più posato e controllato, ma in quei casi prevale anche un certo sarcasmo e tendenza a scherzare per rendere fintamente più intimo il contatto con i suoi simili verso cui di rado trova particolare interesse. Rispetta però le tradizioni, molte così radicate che non ne conosce neanche il significato, le raggruppa principalmente fra le cose che vanno fatte in un certo modo perché è un purosangue e di rilievo, e in questo crede fino al midollo.
    La sua ambizione è ciò che l'ha portato a essere un serpeverde. Non sapeva in cosa sarebbe stato grande, ma ne ha sempre avuto la sensazione. E questo lo ha portato a esplorare, cercare, scoprire, tentare di fare esperienza anche di qualcosa che sentiva come del tutto estraneo, proprio perché continuava a sentire quel brivido che gli diceva che in qualcosa sarebbe stato grande.
    Non gli piace annoiarsi, diventa intrattabile se costretto in situazioni che non trova stimolanti. Purtroppo succede spesso, perché anche se si cimenta quasi in ogni occasione che si presenta, difficilmente le cerca in prima persona. Se quindi intorno a lui non accade niente di elettrizzante, si spegne e aspetta.
    Non gli piace prendere posizione nei conflitti, per certi versi, li trova anche inutili. Per questo evita i litigi, evita di dire qualcosa che possa provocarli, ma in un clima teso non riesce a controllare la lingua e con il suo sarcasmo qualcosa di troppo può uscire sempre. Principalmente, se in situazioni di contrasto fra più persone, si tiene nel mezzo senza mostrare troppo il suo pensiero, non per questo non agisce sulla base delle sue convinzioni.
    Può risultare mutevole nel carattere anche perché sa essere estremamente manipolatorio, non si fa infatti scrupoli ad avvicinare persone per un mero interesse personale e sfruttarle fin quando gli servono. Dice di non superare certi limiti in questi casi, ma come molte situazioni che si creano intorno a lui, la cosa risulta comunque sfumata. Ritiene però essenziale che questo tipo di atteggiamento così calcolato non scalfisca le relazioni importanti, per questo non mostra lo stesso istinto manipolatorio con le persone che stima.
    A casa sua, regnava la solitudine, ma nessuno c'era abituato. Erano in tanti, solo che si dovevano muovere in silenzio, ritagliarsi piccoli spazi per stare insieme. Ha imparato a sopportare quello che può succedere facendo affidamento sugli altri, soprattutto contando su suo fratello Sextus. Con il tempo ha sedimentato alcune amicizie, persone fidate, su cui sa di poter contare e con cui si sfoga. Tende a prendere tutte le decisioni da solo, ancor più se difficili, ma pure se sa già cosa fare gli viene naturale coinvolgere le persone più strette sfogandosi o chiedendo loro cosa farebbero al suo posto. Se sono vicine in quel momento, altrimenti non va a cercarle direttamente.
    comandante entj-a
    Incarnano le doti di carisma e confidenza e proiettano un’autorità che può trascinare le folle, ma sono caratterizzati da un livello di razionalità spesso spietato, usando il loro comando, determinazione e menti acute per raggiungere qualsiasi fine abbiano stabilito per se stessi. Se c’è una cosa che i Comandanti amano è una bella sfida, grande o piccola, e loro ritengono fermamente che, dato sufficiente tempo e abbastanza risorse, potranno raggiungere qualsiasi obiettivo. Questa determinazione è spesso una profezia che si auto avvera, poiché i Comandanti spingono i propri obiettivi con pura forza di volontà, laddove altri potrebbero rinunciare e passare oltre.
    Se c’è qualcuno che i Comandanti rispettano, è qualcuno in grado di resistere a loro intellettualmente, capace di agire con una precisione e una qualità pari alla loro. Le personalità del Comandante hanno una particolare abilità nel riconoscere i talenti degli altri, e ciò aiuta a evitare che mostrino troppa arroganza e condiscendenza. Tuttavia, possiedono anche una particolare abilità nell’esporre le mancanze degli altri con un grado di insensibilità agghiacciante, ed è a questo punto che iniziano davvero a trovare difficoltà.
    A causa della loro natura sociale, la distanza dei Comandanti dalle proprie emozioni è soprattutto pubblica, e percepita direttamente da una fascia molto più ampia di persone.
    Le persone con questo tipo di personalità devono ricordare, però, che la loro statura deriva non solo dalle proprie azioni, ma dalle azioni del team che li supporta e che è importante riconoscere i contributi, i talenti e le esigenze, in particolare dal punto di vista emotivo, della propria rete di supporto. Anche se devono adottare una mentalità del tipo “fai finta finché non lo fai”, se le personalità del Comandante sono in grado di combinare una concentrazione sana dal punto di vista emotivo insieme a molti dei loro punti di forza, saranno premiati con relazioni appaganti e profonde e da tutte le vittorie complesse che sapranno gestire.

    Tiene difficilmente sotto controllo l'aspetto più opportunista del suo carattere, gli viene infatti estremamente naturale dar per scontato l'aiuto delle persone che conosce, spesso mostrandosi lacunoso nel ringraziarle. Non è abituato a manifestare alcun pensiero positivo sull'altro, per questo anche le manifestazioni di affetto possono risultare scarse. Ha momenti in cui gli viene più spontaneo dire o fare qualcosa di preciso, ma sono in genere momenti rari. Dà spesso per scontato che le persone che gli sono vicine sappiano cosa abbia in mente, e non gli piace affatto che possano pensare di lui cose non vere.
    Ha un complesso rapporto con i suoi sensi di colpa, questo perché si sente responsabile di molte cose che sono successe intorno a lui, ma tende a nasconderlo perché convinto che proprio il senso di colpa vada vissuto nel privato, e non sia per niente elegante né appropriato manifestarlo apertamente. L'unica cosa che può farne, quindi, è ignorarlo. Gli riesce difficile anche gestire la vicinanza con alcune persone, perché d'istinto sentirebbe quasi l'impulso ad essere più sincero e cristallino come era con il suo gemello, ma pure come gli riesce impensabile con chiunque altro.
    La sua tendenza a focalizzarsi sui suoi interessi e sul lavoro, l'inebriante soddisfazione che prova quando per questo è al centro dell'attenzione, spesso gli fa perdere di vista il resto, rendendogli difficile capire cosa senta davvero in molte circostanze. Si ritiene comunque estremamente consapevole di come sia fatto, proprio perché anche quando incontra pensieri inaspettati sa di poterli fronteggiare con la giusta razionalità, di non vietarsi né sopprimere alcuna emozione se non regolarne la manifestazione, visto quanto ci tiene alla percezione che gli altri (intesi come "pubblico" e non nel privato) hanno di lui.

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    Bernetta Selwyn era una donna bionda, con occhi scuri come la notte. Thorfinn e Thurstan hanno preso i suoi colori, spiccicati, il primogenito ha anche sempre cercato di accentuare la somiglianza con lei schiarendo i capelli, per quanto il gesto potesse apparire strano visto che non erano molto legati.
    Gli altri fratelli, hanno tutti i colori dei Rowle. Capelli neri e occhi chiari, che sia verde o nocciola. Heron ha gli occhi verdi, accesi, come Xzavier, anche se i suoi sono più chiari. Quincy e Sextus hanno invece occhi nocciola (hazel), identici.
    In tutto, erano identici. Nell'altezza, di un metro e ottantasei, che per Quincy diventò un metro e ottantanove quando aveva diciott'anni. Erano uguali nei capelli, ricci e ribelli. Ciò che li distingueva era per lo più il taglio: Quincy li ha sempre tenuti più lunghi, oculatamente disordinati, Sextus invece sempre estremamente corti. Avevano in comune anche la stessa vertigine, che anche a Sextus avrebbe fatto vedere il ciuffo sempre ribelle sulla fronte, se solo fossero stati più lunghi.
    Erano diversi anche nella salute. Sextus cagionevole, con un basso sistema immunitario e una tiroidite autoimmune, al quarto anno di Hogwarts scoprirono pure che era celiaco. Di contro, Quincy non ha mai avuto alcuna patologia conclamata, anche se ci ha sempre tenuto ad essere in regola con gli esami, nel caso anche a lui si slatentizzi qualcuna di queste condizioni. In ogni caso, per solidarietà a suo fratello ha sempre cercato di mangiare pochi alimenti con il glutine, almeno in sua compagnia, e anche dopo la sua morte quest'abitudine è rimasta.
    Da ragazzo è sempre stato scattante, gli piaceva studiare ma non stare chiuso in luoghi bui, per questo si arrampicava in posti alti dove stare in tranquillità a leggere. Lo hanno spinto a incanalare queste energie nel tennis fin dai nove anni. Era appassionato di canottaggio, sport che praticava con suo fratello Xzavier, e che ha continuato finché non ha compiuto 28 anni. In quel momento si è anche lasciato un po' andare e la sua forma ne ha risentito. Dato che non sopporta un aspetto poco curato se non quando si tratta di dettagli calcolati, ha ripreso abbastanza in fretta abitudini più sane per essere più allenato.
    Di solito, le persone sono sorprese di scoprire che all'occasione ha ottimi riflessi, sa correre velocemente, è abbastanza forte. Succede perché gli piace studiare, ha un fare ozioso nei modi, ma pure perché gli piace mettere vestiti abbastanza larghi da farlo sembrare ancora più magro e allampanato nella quotidianità, alternandoli con pullover e camicie più aderenti principalmente quando deve fare qualcosa che possa fargli incontrare altri purosangue o persone di un certo calibro. E persino in quel caso - per inciso - si fa fare "su misura" camice che siano appena un po' più grandi di quanto dovevano essere.
    Non ha tatuaggi se non il glifo del patto Templare, per fortuna non visibile fintanto che non viene colpito da incantesimi energetici. Questo si trova sulla scapola destra, ed essendo attualmente un Siniscalco appare come due chiodi piantati su due chiodi.
    Le linee dei palmi sono molto diverse fra la destra e la sinistra, in particolare sulla sinistra ha due linee verticali molto profonde, ben distinte, mentre le altre risultano solchi più leggeri. Sulla destra è la linea superiore orizzontale che va da destra a sinistra ad essere la più profonda, estremamente irregolare e spezzata in più punti. Ha particolarmente prominenti i monti di Giove e Mercurio, seguiti da quelli di Apollo e della Luna. In corrispondenza del monte di Venere, alla base del pollice della mano sinistra, ha due cicatrici nette e precise, due tagli longilinei e paralleli di circa 5cm e 4 e ½ cm. Risalgono rispettivamente al 29 agosto 2016 la più lunga, e al 17 aprile del 2022 l'altra.
    La barba tende a crescergli rapidamente, nonostante il restante peluria sia piuttosto scarsa. Si rade infatti con estrema cura, fatta eccezione per il weekend e l'estate, in cui gli piace avere un aspetto appena più disordinato. Solitamente, tiene la peluria sul volto e il collo sotto controllo per avere esattamente l'aspetto che predilige, che nell'ultimo decennio di vita è stato pressoché lo stesso.
    Ha la cicatrice di una bruciatura energetica sul lato destro del collo, va dalla spalla alla mandibola, nella parte sotto l'orecchio su cui non cresce barba e che lo forza a darle una forma precisa. Spesso infatti porta pullover o magliette a collo alto per non averla troppo visibile, o cerca di mitigarne l'aspetto temporaneamente con la magia. Questa cicatrice risale al 18 novembre 2017, quando è stato attaccato da un obscurus.
    Il modo in cui si muove trasmette una certa fiducia in sé stesso, ma senza alcuna pomposità. Non sembra il tipo che si esibisce, anche se quando sa di essere sotto i riflettori, in pubblico, le movenze si accentuano in modo peculiare: più raffinate, lineari, ma anche un po' più piene di sé.
    È molto espressivo per essere un purosangue, certamente molto meno per chi non è avvezzo a quel mondo del tutto peculiare. Le sue sono infatti più microespressioni e movimenti soprattutto dell'area degli occhi. Le sopracciglia si incurvano spesso ma in modo non troppo evidente, e sono la via preferenziale per capire cosa pensi.
    La maggior parte del tempo, soprattutto se non è in compagnia di persone a lui particolarmente vicine o che cerca di ingraziarsi, appare distratto, un po' annoiato. Quando attirano la sua attenzione è però subito visibilmente focalizzato, ma anche questo accade solo quando impegnato in discorsi in cui deve mantenere una certa immagine, come con i suoi studenti, oppure con persone che reputa abbastanza importanti o interessanti.
    Il suo modo di muoversi è quindi solitamente impostato più sulla base di ciò che gli serve, dell'ambiente in cui si trova, in modo tanto radicato da essere del tutto spontaneo. Anche nel privato infatti mantiene lo stesso atteggiamento nel corpo, salvo farsi sorprendere in qualche espressione più pronunciata o che rispecchi quello che prova. La differenza è nello stesso modo di sentirsi, che gli permette di avere accesso o meno ad aspetti della sua identità e a ciò che ritiene importante personalmente. Proprio perché con persone più intime o che lo coinvolgono di più si sente più disponibile e aperto, viceversa è aperto solo ad alcune parti di sé con chiunque altro. Per chi lo conosce da lungo tempo risulta piuttosto evidente individuare persone che per qualche ragione lo coinvolgono di più e gli interessano in modo più sincero.

    Chapter i: Grosvenor Rowle

    Era il più piccolo di 7 figli, estremamente viziato. Fu smistato ad Hogwarts come serpeverde insieme a Norwood Crouch, primo in tutto e al centro di ogni discorso dei serpeverde. Crouch cercava di ottenere le sue attenzioni di purosangue, ma non quanto quelle di figli di altre famiglie da lui ritenute più importanti delle Sacre 28. Questo, a Grosvenor, non piaceva. Finse di non soffrire l'impossibilità ad emergere che provava nello stare nel suo stesso gruppo, ma in periferia. Quando Crouch lui venne ricoverato al San Mungo per una fattura che lo lasciò sfigurato per tutta la vita, Grosvenor Rowle fu fiero di iniziare a essere il centro di quel gruppo di rinomati serpeverde. Era entrato al ministero nell'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche e rapidamente iniziò l'ascesa che lo portò a esserne capo nel 1970, a trentadue anni. La cerchia che si era creato intorno era quella di Livius Malfoy, all'Ufficio per l'Uso Improprio delle Arti Magiche; Tyrrell Slughorn, poi membro del Wizengamot; e Orval Flint.
    Negli anni '60 iniziò a vedere come quello stravolgimento dei vicini babbani stesse sfiorando anche il mondo magico. non era più la stessa Inghilterra. Per alcuni maghi il sangue iniziava a essere qualcosa a cui ribellarsi, e lui si sentì ancora più attaccato ai suoi valori da purosangue delle Sacre 28. Con i suoi amici aveva pure fondato un club, il Bloody Mary, un circolo magico a Nocturne Alley segreto a chiunque non fosse ritenuto all'altezza di frequentarlo. Fu lì che si iniziò a parlare sempre più di quanto bisognasse far valere il proprio sangue. Quando arrivò Voldemort quasi tutti si fecero coinvolgere nelle sue attività, Grosvenor all'inizio infervorato dalle idee, si sentiva però di nuovo marginale in un mondo che si stava creando, e la sua prima reazione fu quindi di allontanamento. Cercò in ogni modo di non superare il limite, com'era stato ad Hogwarts con Crounch: presente ma non quando era permesso solo alla cerchia ristretta. Data la sua imminente promozione, sapeva che avrebbe potuto avere una posizione troppo appetibile, tanto più che stava spingendo molto per un'opera di censimento dei giganti, cosa che portava lui e il suo ufficio ad avere con loro più contatti del solito. E questo significava rinunciare alla carriera, o rischiare di doversi trovare per forza faccia a faccia con ordini diretti del Signore Oscuro.
    Grosvenor non stava bene nel periodo della prima ascesa di Voldemort, ma ha cercato di nasconderlo persino a se stesso. Non avrebbe mai accettato di non essere sicuro del suo potere e dei suoi privilegi. Ma tornava a casa e cercava il contatto di quella moglie spenta, che era già diventata così tanto passiva. Tornava a casa e dava sfogo a tutte le sue improvvise idee, su come dovessero avere dei figli, molti figli, anche se già dalla nascita di Thorfinn provava repulsione anche solo al pensiero di toccare Bernetta e qualunque cosa fosse potuta nascere da lei.
    Non erano stata rose e fiori nemmeno al principio. Aveva messo gli occhi su Astralia Burke, un'amica di Camilla Selwyn. L'aveva corteggiata fin da quando si era accorto che qualcosa in lei era cambiato, quando era arrivata a scuola. La scopriva nei modi, diversi dalla bambina che conosceva di vista e poco più, come capita fra tutte le famiglie di purosangue. Iniziarono a uscire insieme quando lui frequentava il sesto anno e lei il quarto.
    Uscito da hogwarts ed entrato al ministero credeva di avere davvero il mondo fra le mani, iniziò a creare il progetto, nutrito dall'orgoglio che era sbocciato nel frequentare purosangue in modo così diverso da prima, di aspettare che Astralia terminasse Hogwarts per sposarsi e avere una famiglia composta da quattro figli, raccolta nella cornice della sua impressionante carriera.
    L'estate del 1959 doveva essere quella in cui avrebbero reso noto alla famiglia Burke di quella relazione. Ma prima che lui andasse nella stessa meta turistica di lei a passare le vacanze, nel Dorset, Astralia gli disse che i suoi avevano capito, e non erano d'accordo. Anzi, la loro intenzione era quella di trovare immediatamente un altro figlio purosangue più gradito, e ufficializzarne il fidanzamento il prima possibile. Per Grosvenor sarebbe stato fin troppo umiliante. Per questo, approfittando dell'incarico che stava svolgendo per il ministero presso Hogwarts, iniziò a cercare lì una possibile moglie per battere i Burke sul tempo. Pensò a Camilla, che conosceva da tempo, ed era sempre stata complice delle sue fughe con Astralia, ma lei mise in chiaro che sapeva cosa avesse in mente, e che doveva cercare qualcun'altra perché lei non sarebbe stata la ruota di scorta di nessuno. Non sorprende che l'abbia odiato per tutta la vita, dal momento che a quel punto lui spostò anche le sue attenzioni su sua sorella Bernetta, che non nascondeva la cotta che si era presa per lui da quando aveva presentato il lavoro del suo ufficio alle lezioni di Cura delle Creature Magiche. Bernetta era più giovane, avrebbe dovuto aspettare ancora per sposarla, ma poteva essere subito annunciato che erano promessi.
    Così si sono sposati nel 1964 Grosvenor Rowle e Bernetta Selwyn, con l'ottimismo di quel futuro roseo e ambizioso che Grosvenor aveva cucito sulla loro relazione. Solo che si alternava alla totale indifferenza che provava per lei quando la vedeva come una persona, non la compagna che aveva scelto e il ruolo che dovevano entrambi ricoprire. E l'indifferenza, unita alla costrizione a guardare la realtà e non quello che decideva nella sua testa, si trasformò in ribrezzo. Quando lei rimase incinta approfittò della scusa di dover lavorare tanto prima dell'arrivo del bambino che avrebbe potuto rallentare la sua carriera, e tornò a casa sempre meno. Alla nascita del suo primo figlio, Thorfinn, provava solo un misto di estraneità, desiderio estremo di provare un opposto che si descriveva nella mente, e bisogno di tornare a occuparsi di banshee. A passare tempo al Bloody Mary sentiva così forte il bisogno e l'urgenza di trasmettere al figlio tutti quei valori, che serviva solo una scintilla per fargli ritrovare interesse in Bernetta.
    Poi ci fu l'arrivo di Voldemort. Insieme era realizzazione di quell'ideale di cui doveva dimostrarsi all'altezza e puro terrore, perché non aveva immaginato che potesse diventare realtà. Una realtà cruda, a cui via via andava abituandosi e temeva di farlo ancora di più.
    Quella paura lo salvò quando Voldemort alla fine cadde. L'aveva tenuto così tanto sul chi vive, che era riuscito a non immischiarsi al punto che fosse possibile nascondere le ultime tracce che avrebbero portato al suo nome. E mentre molti che aveva conosciuto finivano ad Azkaban, compreso suo fratello Esaias, lui si dedicò anima e corpo alla sua famiglia di ora quattro figli. Thurstan e Xzavier sono infatti quelli che se lo sono goduto di più. I rapporti con i suoi genitori, sempre di dignitosa intimità, entrarono in una nuova fase di riscoperta, come accadde nei confronti di quasi tutti i suoi fratelli.
    Eleazar, il maggiore più vicino a lui e con cui aveva per necessità legato di più, rientrò proprio nel 1981 dal lungo viaggio che l'aveva tenuto fra l'Iran e l'Egitto per tutto il decennio del regno di Voldemort. Era sempre stato il più brillante e vivace, ma sapevano che non era stata la sua indomabile curiosità a spingerlo laggiù, bensì la cautela che gli aveva fatto preferire servire il Signore Oscuro solo da lontano, curando alcuni affari all'estero dove lavorava per la Gringott come cercatore di tesori, senza farsi quasi mai vedere in Inghilterra.

    Chapter ii: Eleazar Rowle

    Eleazar era il sesto figlio di Taron Rowle, maggiore di Grosvenor di tre anni. Non era stato lui il modello di casa raccomandato per Grosvenor, quanto suo fratello Lambert, maggiore di Eleazar di appena undici mesi, e che aveva frequentato Hoqwarts allo stesso anno. Eleazar non era mai stato neanche di un briciolo inferiore a quanto ci si aspettava. Sveglio, curioso, ambizioso, qualità che erano ben apprezzate fra i Rowle, ma in qualche modo lui ne aveva in eccesso. Sua madre, Lexia Greengrass, aveva sempre detto che aveva una scintilla sbagliata. Si vedeva appena, ma non si poteva ignorare.
    Eleazar si interessò subito a quei segreti che i Rowle si portavano con sé, in sordina, come a tutti i segreti della magia in generale. E forse era quello il troppo, che l'ha portato a essere come i suoi antenati, ma allargandosi troppo oltre la famiglia.
    Segreto dei Rowle era che alcuni di loro, fin dai tempi di cui avevano memoria, avevano saputo percepire la presenza di magia antica e grezza senza bisogno di alcun incantesimo. Fra loro si tramandavano libri che addirittura parlavano di una magia diversa che apparteneva ad un tempo ritenuto un periodo oscuro e nebuloso, di cui nessuno aveva memoria. Alcune persone però sì, ricordavano vite di un tempo antecedente, e fra i Rowle alcuni dotati sapevano riconoscerli.
    Eleazar era fra questi. Seguendo la tradizione dei Rowle, era quindi un Custode del Segreto. Ciò che lui sapeva, e che sapevano altri della famiglia, era sfumato per tutti gli altri. Sapevano di storie, sì, ma poco capivano di quell'abilità e di quante altre cose sapessero quelli della famiglia che erano Custodi. Anche Lambert era un Custode, ma lo era nel modo in cui i Rowle lo erano sempre stati. Tenendo il Segreto, e trasformandolo in un privilegio esclusivo.
    Anche le loro scelte furono diverse. Quando il Signore Oscuro iniziò la sua ascesa, Lambert sapeva che non era uno di Loro, e cercò di tenersene alla larga il più possibile, al sicuro dietro il favore che avevano guadagnato Esaias, Eleazar e Grosvenor presso di lui. Ma soprattutto Esaias, che finì anche ad Azkaban per il modo in cui aveva servito il Signore Oscuro.Lambert all'improvviso, non fu più il preferito di Lexia.
    Eleazar conosceva invece altre persone, che pure sapevano di Loro, ma avevano allargato il loro potere da molto tempo. Sapeva, grazie alla Setta della Conoscenza di cui era membro, che Voldemort non era uno di Loro, ma era uno che avrebbe lasciato un segno indelebile, e allora cercò di ingraziarselo quanto di stare in una posizione che non avrebbe avuto ripercussioni, e diede lo stesso consiglio a Grosvenor. Per Esaias era troppo tardi. Aveva conosciuto Voldemort da prima, da più tempo, da quando aveva cominciato a stringere nuovi legami e rintracciare vecchi fedeli. Ed Esaias era dentro ancor prima che iniziasse, e la famiglia ne era molto orgogliosa.
    Quando tornò in Inghilterra, nel 1981, considerava scontato il riavvicinamento con suo fratello minore, e non solo perché si erano sempre trovati e bene, e lui aveva anche accettato il consiglio che gli aveva dato su Voldemort. Si era preoccupato, da quella mania di avere più figli, sempre più figli, persino se era evidente come Bernetta non ne ricavasse particolare giovamento. Aveva sofferto di quel male di malinconia dopo il primo parto e il secondo, in modi diversi, dettati dal mondo in cui viveva. Nel primo uno che si rendeva conto di essere di troppo, non voluta e anzi invisibile, finché invisibile lo era diventata con il silenzio, le porte chiuse, l'assenza da ogni vitalità. Thorfinn era cresciuto senza alcun genitore, si vedeva nei suoi modi violenti, non troppo lungimiranti e nemmeno brillanti. Fu il primo dei Rowle ad andare dal Signore Oscuro quando tornò, a prendere il posto che suo padre sembrava reticente a riprendere. Quello che più di loro ne risentì anche, punito gravemente dopo aver deluso Voldemort troppe volte, morto nel tentativo di brillare di nuovo ai suoi occhi nonostante si fosse fatto sfuggire Harry Potter. Non arrivò nemmeno a vedere l'arresto di Heron nel 1999, ugualmente dedito alle Arti Oscure, Mangiamorte come Thorfinn.
    Heron era stata la seconda crisi di malinconia di Bernetta, ma quella non era causata dal rendersi conto della realtà di un matrimonio che non le riconosceva nemmeno la dignità. Quella fu per il motivo opposto: perché Grosvenor la cercava di più, forse addirittura la vedeva. E si aspettava qualcosa di cui lei non si sentiva all'altezza.
    Thurstan e Xzavier sarebbero dovuti essere il motivo per avere altri figli. Non era stata male alla loro nascita, aveva dei periodi di assenza almeno due o tre volte l'anno, ma non era per loro. Anzi, quando c'era li aveva cresciuti con presenza, si illuminava con loro. E lì stava la preoccupazione di Eleazar, nel vedere come non ci fosse per lei alcuna via di mezzo, e rapidamente con Xzavier virava in un attaccamento morboso con il bambino appena nato.
    Grosvenor aveva smesso di parlare di avere altri figli, dopo Xzavier. Per questo l'annuncio della nuova gravidanza di Bernetta risultò così strano. Per quanto ne sapeva Eleazar, suo fratello aveva smesso di avere con lei qualunque rapporto che non fosse mediato dagli elfi domestici, entrambi presenti, a volte troppo, con i figli e completamente distanti fra loro.
    Sorpresa, che si trasformò in preoccupazione con la nascita di Quincy. Doveva essere un numero, il suo nome, perché Grosvenor era fiero di quanti figli avesse avuto, ma anche perché doveva essere una fine. Su quel punto, Eleazar lo aveva ammonito, ricordandogli che lui era un settimo figlio, sarebbe stato rischioso averne a sua volta altrettanti, ed era meglio fermarsi a cinque, per sicurezza. Ma dopo che Quincy venne alla luce, ecco una sorpresa ancora più grande: un altro bambino, gemello, che non erano riusciti a sentire né vedere prima della nascita. Quincy e Sextus, quindi. Un conto alla rovescia dalla maledizione, inciso nei nomi.

    Chapter iii: Unnamed Rowle

    Nel 1983 alla notizia dei gemelli, Eleazar aveva cercato di avvisare Grosvenor. Non era per niente di buon auspicio che invece di un quinto figlio, fosse arrivato a sei in un modo così imprevisto. Era già convinto allora che si stava compiendo la maledizione che tanto avrebbe voluto evitare: quella del settimo figlio di un settimo figlio.
    Grosvenor si fidava del fratello, anche se credeva che quella fosse una superstizione da maghi del medioevo. Non era per questo spaventato quanto Eleazar, ma non gli costava poi molto fare in modo che non ci fosse proprio nessuna possibilità di un settimo figlio, tanto il rapporto con Bernetta era pressoché inesistente. E per quattro anni continuò a essere tale. Poi, a una festa il primo novembre del 1987, i due coniugi incontrarono Astralia in compagnia di suo marito, Oranius Carrow, che era stato appena eletto membro del Wizengamot. Grosvenor era agitato, prese un bicchiere di vino di troppo, sentendo la rabbia e l'invidia per quel successo ottenuto da Carrow quando la sua carriera iniziava a stagnare. Carrow che già una volta l'aveva umiliato senza saperlo, diventando il pretendente più giusto per Astralia. Quella notte, Bernetta era in un momento buono, e cercò di calmarlo e parlare con il marito, e per un momento, in effetti, sembrò che lei potesse capirlo ed essere un buon sostegno. Purtroppo per lei il resto della notte non andò come sperato, qualcosa nel modo in cui suo marito le si era riavvicinato l'aveva turbata. Non ci furono più altri momenti fra loro, anzi, i loro rapporti si fecero addirittura più freddi, Bernetta più spenta. Per mesi non usciva nemmeno dalla sua stanza, Grosvenor decise di farle cambiare camera, e metterla in una separata all'ultimo piano della loro villa, quanto più possibile lontano da lui. Gli elfi domestici pensavano a lei e potevano passare intere settimane senza che Bernetta fosse vista da chiunque altro vivesse in casa.
    Un giorno di maggio fece il suo ingresso in sala da pranzo visibilmente incinta. Si era notato come fosse ingrassata, ma succedeva sempre nei suoi periodi bui, quindi la cosa non aveva destato sospetti. E gli elfi, così abituati a mantenere separati i due coniugi al punto da non parlare dell'uno all'altro, reagirono spaventati nel tentare di spiegare perché non avessero detto a nessuno di quello che era successo.
    Eleazar si precipitò a Villa Rowle Sulla Collina non appena fu informato dal fratello. C'erano dei modi per tentare di capire se c'era una qualche probabilità che il bambino non fosse maledetto, e li tentarono tutti, legando pure Bernetta nelle rare occasioni in cui cercava di ribellarsi e non si lasciava fare passivamente tutti gli incantesimi di cui i Rowle sentissero il bisogno. Da quegli incantesimi arrivò un verdetto già cupo, perché le possibilità che il bambino fosse maledetto erano alte.
    "C'è una possibilità che non lo sia?" aveva chiesto Grosvenor, e una in effetti esisteva, e così aveva scelto di affidarsi alla buona sorte.
    Ma appena nato fu evidente che la sorte era stata avversa. Uccidere un luizon può portare anche più sventura del luizon stesso, Eleazar era stato chiaro su questo, e Grosvenor, visto il figlio, incapace di non credergli.
    Al bambino non venne mai dato un nome, non venne mai registrato, né a nessuno dato di sapere della sua esistenza a parte coloro che vivevano nella casa: Camilla, che aveva raggiunto la sorella sul finire di quella gravidanza e assisterla e che non se ne andò più da lì; Grosvenor ed Eleazar; Thurstan che sarebbe tornato a scuola di lì a poco meno di due mesi; Xzavier, Quincy e Sextus, loro più di tutti vissero abituandosi all'idea di avere un fratello che sembrava una bestia selvaggia, che tenevano recluso in cantina.

    Chapter iv:
    the Tale of the Three Brothers

    Nel luglio del 1988 erano quattro i fratelli che vivevano a casa, anche se Thurstan per poco, perché doveva tornare ad Hogwarts. E in effetti la scuola lo aveva allontanato da Xzavier, quello che nell'infanzia era stato il suo fratellino, ancora vicino d'età. Poi erano nati quei due gemelli, troppo lontani per stabilire con loro un rapporto fraterno uguale ai precedenti. Era anche lui quasi sempre fuori, prima a Hogwarts, poi al ministero per un posto scavato per lui da suo padre.
    Il clima cambiò. In una casa che era stata sempre in stretto rapporto con i segreti, tenuti sigillati nelle riunioni di famiglia, ora ce n'era uno che non poteva essere condiviso neanche lì. Grosvenor già veniva considerato più codardo persino di Eleazar per il suo tentennare con Voldemort, costantemente paragonato a Esaias. Non fu difficile per lui ridurre al minimo le visite dei parenti.
    Per la famiglia Rowle, andare ad Azkaban, invece, a trovare Esaias era l'apoteosi del loro privilegio. Inneggiato senza pudore quando Voldemort era al potere, ora incastrato a fondo nella piccola ferita ricavata. Perché i Rowle non erano finiti tutti nel carcere dei maghi, ma molti erano dalla parte di Voldemort. Avevano formalmente una pecora nera, Esaias, ma per l'esterno, era l'immagine che avevano dipinto al mondo per non subire le ripercussioni delle loro scelte politiche. Poi, però, quella pecora nera andavano a trovarla a testa alta, spudorati, potevano farlo solo perché erano una delle Sacre 28. Era così che l'ideologia, in qualche modo, aveva vinto comunque.
    Dopo la nascita di Unnamed, Grosvenor si buttò ancor più nel lavoro. Non poteva sentirlo.
    Per questo nel 1988, i tre fratelli che più vivevano la casa, si trovarono ad essere sempre più legati fra loro.
    Xzavier aveva odorato subito la differenza. Quando erano nati i gemelli c'era stato qualcosa di strano, ma quello lo diceva Thurstan, lui aveva imparato quella dinamica, il clima di repulsione che veniva da suo padre quando anche sua madre o la zia erano nella stessa stanza, la preoccupazione generale, il padre più ambivalente. Ma quell'ultimo fratello non era mai stato portato nelle stanze degli altri. Ne aveva una sua, gli adulti facevano di tutto per tenerli lontani, ma senza sapere ancora cosa dire risultavano vaghi, e cresceva il mistero.
    Poi era diventata un'abitudine. Anche Quincy e Sextus capirono che di solito l'arrivo di un nuovo fratello non era così. Lo capirono dagli indizi della quotidianità. Quando si mettevano a tavola, e sentivano le strilla del bambino che si rincorrevano nel maniero, e i loro genitori facevano finta di niente con un certo disagio. Quando Xzavier cercava scuse sul perché il padre non tornasse a casa, e si capiva che lui non era stato così solo fino a quel momento.
    In quel momento, a casa Rowle, esistevano solo loro tre. Bernetta passava più tempo a letto, nella sua stanza lontana dalle loro, che fuori. Camilla stava con lei, continuava a lavorare solo con le sue piante con una strana lena.
    Sextus era il più cocciuto nella sua curiosità, già cagionevole ma sempre il primo a lanciarsi nelle imprese. Aveva deciso che doveva sapere cosa fosse quella situazione e dove fosse finito il fratello che dovevano vedere. Quando Grosvenor scoprì dal racconto degli elfi domestici che suo figlio si avvicinava all'Altro, prese una decisione drastica: costruire una stanza segreta, un'altra, che potesse ospitare il bambino senza nome. Nessuna porta, solo gli elfi domestici potevano entrarci. Non ebbe il cuore di non mettere almeno una finestra, per lasciare un minimo di apertura verso quello che già una volta aveva salvato, sbagliando, perché lo sentiva come suo figlio.
    Quincy fu il successivo ad andare a vedere il nuovo arrivato, negli anni parlargli, giocare persino. Seguiva sempre Sextus. Aveva capito così presto che il fratello fosse più fragile nella salute che aveva anche subito cominciato a comportarsi come la bambinaia, e riprenderlo quando non si copriva abbastanza, o faceva qualcosa di troppo pericoloso, pur se nel suo modo infantile. Alla fine si trovava sempre a seguirlo.
    Grosvenor cercò di tenerli lontani da casa più tempo possibile. Aveva creato per loro un'agenda fitta, fatta di pomeriggi passati con la nonna, che non faceva altro che parlare dei loro diritti di sangue e del suo prediletto, rinchiuso ad Azkaban; di lezioni di pianoforte in cui Sextus primeggiava con un precoce orecchio assoluto che spinse Quincy a virare verso il flauto traverso quando aveva nove anni; di studio di magia con Eleazar che invece catalizzava del tutto l'attenzione di Quincy, pieno di domande; di attività sportive che variavano in base alla stagione, tennis e volo in formazione da settembre a giugno, canottaggio e quidditch acquatico in estate.

    Chapter v: Hogwarts

    Quando Quincy e Sextus andarono a Hogwarts, erano già preparati a tutto. Anche al modo in cui comportarsi tenendo dentro un segreto così grande, ma vivendo a stretto contatto con altri ragazzi come loro, lontano da casa. Un posto molto diverso, rumoroso.
    Xzavier li aveva preparati. In treno lo raggiunsero nella sua carrozza, dov'era con i suoi compagni del terzo anno, e sembrava quasi non esserci differenza fra loro. Quando Rowle, Quincy venne chiamato dalla McGranitt, un manipolo di serpeverde batteva le mani sui tavoli come tamburi, seguito poi dagli altri perché erano sempre uniti, i serpeverde, dall'orgoglio della casa. Quincy fu smistato fra i serpeverde immediatamente, il Cappello aveva percepito la promessa di tutti e tre i fratelli di stare uniti anche a Hogwarts. L'applauso venne sostituito solo da una nuova esibizione di frenesia, quando fu letto il secondo nome Rowle, Sextus. E gli applausi quando anche lui fu smistato a serpeverde furono così forti che sembrava avessero vinto il torneo di quidditch.
    Che, per inciso, quell'anno non ci fu.
    Era l'anno della Coppa Tremaghi, all'improvviso tutte le conoscenze che avevano i gemelli Rowle sulla scuola andarono a farsi benedire. Volevano entrambi entrare nella squadra di quidditch al primo anno, Xzavier aveva detto che un grifondoro c'era riuscito, quindi figurarsi loro che erano già così esperti. Invece niente quidditch quell'anno.
    Sextus si rifece subito, risultava carismatico persino fra tutte quelle novità. Si fece amici alcuni studenti di Durmstrang, trascinò anche Quincy che trovò subito interesse nelle materie diverse che facevano lì e che lo incuriosivano. Ma mentre Sextus già pensava a come recuperare il terreno perduto, Quincy si era rassegnato a vivere la tipica esperienza di Hogwarts, non una straordinaria come avevano programmato. Quindi gli restava solo essere un serpeverde delle Sacre 28, lo poteva sopportare. Conobbe subito uno dei loro compagni di camerata, Ravius Lestrange, che suo cugino (di secondo grado) Thimotheus aveva conosciuto durante lo smistamento. E con quella pigrizia che lo contraddistingueva in momenti di down come lo era stata la delusione di non poter brillare come voleva, si attaccò a lui senza neanche guardarsi intorno. E si trovò bene, entrambi si lamentavano quasi costantemente per il torneo tremaghi che di lì a poco avrebbe avuto inizio.
    Novembre ormai era un mese in cui si sentiva di nuovo motivato a viversi l'esperienza di Hogwarts in modo più entusiasta, per quello Sextus riuscì a trascinarlo nelle sue molteplici amicizie, anche con i nuovi arrivati di Durmstrang e Beauxbatons. Parteciparono al clima del torneo in modo più dissidente che altro. Di certo tifare Harry Potter non potevano, non era nel loro DNA, Diggory era un tassorosso e poteva sembrare il meno peggio, ma c'era anche Krum, e allora le loro amicizie si polarizzarono anche nella tifoseria. Dato che loro non potevano partecipare al Ballo del Ceppo, Sextus decise di organizzare una festa super segreta ed esclusiva per chi non poteva andare lì, considerando che gli insegnanti poi sarebbero stati tutti occupati. La festa si tenne nelle serre, Sextus, Quincy e Xzavier misero insieme le loro conoscenze di erbologia sciorinate dalla zia, e illuminarono tutto con sole piante luminescenti, nonché con diversi effetti a sorpresa che avrebbero movimentato la serata. Fu indimenticabile, per quelli dei primi anni che non erano tornati dalle vacanze, e quelli di Durmstrang che si erano uniti a un certo punto della serata.

    Poi tutto sfumò e sembrarono cose di poco conto. Voldemort tornò, il Signore Oscuro per cui lo zio Esaias era ad Azkaban. E tutto cambiò.
    A casa Grosvenor era preoccupato. Lexia Greengrass accennò sottilmente molto spesso che Esaias, alla chiamata del Signore Oscuro, avrebbe risposto subito. Thorfinn era d'accordo. Così il primogenito di Grosvenor prese subito il posto del padre come Mangiamorte, solo con molta più diligenza. Poi di lì a poco le cose cambiarono ancora perché Voldemort fece evadere Esaias, e casa Rowle era ormai del tutto schierata.
    Anche Quincy sentiva quell'orgoglio segreto, e quando con Ravius parlava dell'evasione, c'era sempre un tono diverso. A parte il ritorno dello zio che trovava comunque interessante, del piano di Voldemort aveva pareri contrastanti. Eleazar non aveva potuto scappare un'altra volta, questa non l'aveva prevista, ma elaborò subito il modo migliore per stare in due scarpe. Dalla Gringott era arrivato a ricoprire il posto di Capo Ufficio Relazioni Magiche Internazionali, era essenziale che lui regolasse la comunicazione con le altre nazioni per non farle preoccupare, e che quindi avesse un nome che potesse sembrare impermeabile all'ombra di Voldemort. Con Quincy parlava spesso della situazione, gli anticipava molti eventi che sarebbero accaduti, lo teneva preparato al resto, ma soprattutto, cercava di fargli capire che era una situazione in cui non invischiarsi mai troppo. Loro avevano un segreto da proteggere, Thorfinn ed Heron non ne sapevano niente, non c'era pericolo lo scoprisse il Signore Oscuro, di loro l'unico che aveva contatti diretti con lui e sapeva, era Eleazar stesso, abbastanza abile come occlumante da non risultare un pericolo fino alla fine. Fu lui a segnalargli di tenere d'occhio Draco Malfoy insieme a Xzavier, ma poterono fino a un certo punto. Eleazar trovava comunque estremamente interessanti le cose che accadevano ad Hogwarts, si scriveva costantemente principalmente con Quincy usando un codice gli aveva suggerito. Ogni volta che arrivava una lettera si riuniva in segreto con Sextus e Ravius per leggerla per bene.

    In quel momento la famiglia Rowle si sentiva invincibile. E ne approfittò per organizzare l'unione fra la giovane Lestrange, e il più piccolo dei loro figli, il più vicino a Raelyndra. Suo padre si fidava di Quincy più che di Sextus, aveva sempre avuto un rapporto lievemente diverso con lui, quindi scelse Quincy da promettere a Raelyndra Lestrange. Quel destino segnato all'inizio gli sembrò come una barzelletta, di certo non si sarebbe realizzato mai, alla fine. Raelyndra era una bambina, non avrebbe mai potuto vederla come una cosa seria.

    Le cose cambiarono quando morì Silente. Eleazar persino pensava che ormai fosse stato deciso chi avrebbe vinto. Loro per fortuna erano ancora giovani per prendere una posizione, anche se Quincy e Sextus ci stavano già pensando.
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    quarto anno fu quello in cui anche Raelyndra arrivò ad Hogwarts. L'avevano conosciuta andando d'estate dai Lestrange. Dato che lei era al primo anno, quando iniziarono a sperimentare le Maledizioni Senza Perdono sui primini, lei sarebbe dovuta essere fra quelli. Andava sempre anche lui con Ravius a ripagare con la stessa moneta chi lo faceva con lei, sorpreso, a volte, di provare una certa soddisfazione nel farlo. Non la Maledizione Cruciatus in generale, quando gliel'aveva insegnata suo zio Esaias era stato terrificante, ma usarla in quel momento.
    Sentiva la forza di quel codice d'onore, quanto certe famiglie adesso fossero davvero potenti. Raelyndra era una Lestrange e in futuro sarebbe stata sua moglie, quindi per estensione era diventata una Rowle quando li avevano ufficializzati come promessi.
    Capì anche il bisogno che aveva Ravius di mettersi al sicuro quando ci fu la battaglia di Hogwarts. Solo che sulla soglia della Camera dei Segreti lui e Sextus si separarono dal gruppo, perché dovevano raggiungere i loro fratelli. C'erano Thorfinn, Heron, e Xzavier, Esaias da qualche parte più vicino al Signore Oscuro.
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    Trovarono Xzavier, in fretta, con lui lanciarono incantesimi e maledizioni contro alcuni dei loro compagni più grandi. Poi un'armatura cercò di fermarli, e infilzò con la spada Sextus.
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    Esaias, Quincy e Thorfinn vennero arrestati sul posto, i primi due finirono ad Azakaban; l'ultimo al San Mungo per le ferite riportate dove morì tre giorni dopo. Heron riuscì a scappare, ma dopo quasi due settimane lo trovarono e arrestarono. Insieme a Esaias, non avrebbe più visto la luce del sole. Alla fine, ad agosto anche Eleazar venne arrestato per aver collaborato ad alcune attività di Voldemort, e condannato ad Azkaban per 8 anni.
    Quincy sostenne il processo il 28 agosto. In quella sede decisero che vista la giovane età e il condizionamento ricevuto in famiglia, come altri minorenni come lui venne messo in prova: per i restanti anni di Howarts i suoi insegnanti lo avrebbero monitorato costantemente per assicurarsi che non facesse niente di illegale, non avesse alcun legame con le arti oscure, né contatti con le persone che erano state associate a Voldemort. Significava chiudere i ponti con i suoi familiari ad Azakaban e che ogni settimana controllavano gli incantesimi fatti dalla sua bacchetta, oltre a non dover sgarrare a nessuna regola.
    Tornò a casa per un solo giorno, in tempo per scoprire che nei pochi istanti lucidi Bernetta piangeva la morte di solo uno dei due figli che aveva perso, quello che spesso confondeva con il suo gemello, comportandosi come se fosse ancora vivo. Da quel momento in poi, andò dai Lestrange.

    Il rientro a scuola fu una lenta agonia. A volte si sentiva così solo che nemmeno cercava la compagnia di Ravius. Andava invece nell'aula di musica dove si esercitava l'orchestra di Hogwarts, e suonava un po' il piano.
    Non gli importava se i suoi compagni lo tenevano a distanza o lo stuzzicassero proprio, soprattutto all'inizio. Con i Lestrange e altri serpeverde, si riunirono in un piccolo club esclusivo, nella Camera dei Segreti. Ravius voleva approfondire la magia oscura visto che era stata l'ignoranza verso quella a portare alla guerra, e lui era d'accordo ma soprattutto curioso. Usava la bacchetta di Sextus che gli rispondeva quasi come la sua, forse per il nucleo gemello, per esercitarsi in tutti quegli incantesimi che non dovevano risultare poi al controllo.
    Quando tornava a casa erano principalmente solo lui e suo padre, spesso solo lui, che andava a parlare con Unnamed.

    Durante il sesto anno, tornato lucido del tutto e in grado di pensare alla sua situazione. Fra i passi che doveva fare per riabilitare il suo nome inserì quello di frequentare il corso di Babbanologia, pur se non provava alcun interesse nella materia. La nuova professoressa di Babbanologia era giovane, pensò che oltre a iscriversi al corso, fosse il caso di fare qualcosa di più, nella speranza che parlasse in suo favore e potessero considerare di abbassare i controlli a cui era sottoposto. In generale, farsi amici gli insegnanti era un buon modo per assicurarsi di poter fare quello che si voleva con meno ripercussioni possibili.
    Dato che era indietro rispetto agli altri, chiese alla professoressa Rathbone se poteva avere qualche lezione extra. All'inizio lei era chiaramente reticente verso di lui visto che era un Rowle e sicuramente schierato con Voldemort poco più di un anno prima, ma Quincy non demorse. Ben presto iniziò a prenderlo in simpatia, pensando e forse capendo che quello che aveva fatto Quincy fosse la conseguenza della sua mera educazione, lui non aveva mai avuto una possibilità di apprezzare i babbani.
    Quincy aveva iniziato tutto perché aveva un piano per riabilitarsi, ma Amelia, così si chiamava la professoressa Rathbone, aveva capito quanto si sentisse solo nonostante gli amici, quanto Sextus gli mancasse. A volte, quando stavano insieme, del suo piano se ne dimenticava pure.

    Durante le vacanze fra il sesto e il settimo anno la distanza gli chiarì quello che stava facendo. Era più lucido lontano da quella situazione, e pensava di aver fatto un buon lavoro, doveva solo tenerlo in piedi ancora per un po'.
    Ma già a settembre di quel settimo anno le cose sembrarono confuse di nuovo. Approfittando delle belle giornate, Amelia propose di fare lezioni all'aperto. Era convinta gli servisse un po' di aria, non era quasi mai uscito dal castello, durante il sesto anno. Lo spinse a fare il provino per la squadra di quidditch. Anche se era al settimo anno, ma in quelle chiacchierate su Sextus, Quincy l'aveva detto di come sperassero di entrare nella squadra di quidditch, solo che ogni anno non ce n'era stata occasione. La professoressa l'aveva preso a cuore, e quando passò il provino, andò anche
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    a vedere la sua prima partita di quidditch. Persero 170 a 60, dopo una partita in cui si era più che distinto come cacciatore. Da quel momento in poi, chiunque poteva vedere il cambiamento. Come fosse diventato più socievole, si esponesse anche nelle lezioni in cui di solito cercava di non attirare troppo l'attenzione e mantenere solo una media eccellente. Non aveva timore di far notare le sue conoscenze avanzate rispetto a quello che stavano facendo in alcune materie. Anche con Amelia dimostrava di saper spiegare cose che lei non conosceva, come il funzionamento di un frigorifero babbano o del motore di una macchina. Applicava le regole che conosceva dalla pratica delle magie che preferiva, come le pozioni o la trasfigurazione, riuscendo abilmente a discernere la parte magica del processo e come sarebbe dovuto andare se la magia non ci fosse stata.
    E Amelia più di tutti notò quel cambiamento. Vedeva pure come le sue coetanee lo notassero, prima delle vacanze di natale si scoprì persino irritata dal modo in cui Gwendoline Davis lo salutava civettando in vista della sua partenza.
    Quincy invece non tornò a casa per le vacanze di natale. Nelle precedenti aveva dovuto passare quasi tutto il tempo da solo a casa,
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    soprattutto nelle numerose visite che facevano ai Rowle ad Azkaban a cui lui non poteva partecipare.
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    In quelle vacanze iniziò un'effettiva tresca fra Quincy e Amelia, che sarebbe durata appena qualche giorno, durante quelle vacanze. Poi le lezioni ripresero, gli altri studenti tornarono e lo tennero distratto e lontano. E di nuovo, anche quella piccola distanza lo fece ripensare con più lucidità. Iniziava a trovare qualcosa di strano, che non gli piaceva. La sensazione si inasprì l'ultima volta che sono stati insieme, il quinto giorno dopo l'inizio delle lezioni. Da allora ha cercato di mettere distanza, riducendo completamente le occasioni in cui potessero stare da soli fino agli esami di fine anno.
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    A un certo punto fu più difficile, perché il giorno di Pasqua, Bernetta aveva tentato il suicidio, per la seconda o terza volta.
    A Hoqwarts non si sparse la notizia nella sua interezza, ma Miretta Corden era la figlia di un centralinista del San Mungo, e lui aveva ricevuto un'interrotta chiamata di emergenza da Rowle Manor upon Hill, che poi si era risolta senza che venisse detto cosa fosse accaduto. Amelia voleva sapere cosa fosse successo, ma Quincy per il restante periodo di Hogwarts divenne elusivo al più delle sue capacità, al punto che anche le numerose ragazze che gli gravitavano intorno nell'ultimo anno sembravano del tutto svanite.

    Chapter vi:
    the Alchemist and the Wandmaker

    Finalmente Hogwarts finì, e Quincy non voleva minimamente rientrare nel circolo vizioso di una scuola di magia. Si prese l'estate per fare ricerche su una professione all'altezza di un purosangue, ma che non lo costringesse a dover di nuovo affrontare i giudizi della gente come sarebbe successo al Ministero, dove lavoravano già Thurstan e Xzavier.
    Quell'estate andò dai Lestrange come sempre. Il club segreto che avevano formato si riunì lì. Da mesi c'erano problemi interni, perché soprattutto Raelyndra e Rohan non volevano spingersi troppo in là nello studiare le arti oscure, mentre Ravius voleva proprio quello. Quincy si era tenuto neutrale fino a quel momento: ogni volta che Raelyndra lo metteva in guardia sui pericoli delle arti oscure si mostrava dalla sua parte, anche se in fondo, la sua curiosità lo spingeva a cercare di saperne di più, come Ravius. Con lui infatti parlava di quello che avrebbero potuto scoprire andando avanti, ma gli diceva pure che dovevano calmarsi, perché gli altri non erano d'accordo. Quando la situazione si accendeva e il dibattito si faceva più intenso, lui se ne stava in disparte, intervenendo al massimo per calmare gli animi di quando in quando.
    Quell'estate, però, una di quelle discussioni degenerò, e Ravius scagliò contro Rohan un incantesimo che lo spinse contro un muro, dove sbatté la testa. In un attimo Quincy si sentì di nuovo in quella situazione simile durante la battaglia di Hogwarts, e proprio come se fosse lì di nuovo, iniziò a lanciare incantesimi offensivi casuali, finché non si rese conto della sua reazione istintiva, e uscì dalla stanza.
    L'acqua in faccia lo fece ragionare. Era appena stato riabilitato. Niente Azkaban. Ora era un maggiorenne. Sarebbe entrato lì dentro senza più uscirne.
    Gli venne il primo attacco di panico della sua vita fuori da Azkaban.
    Quando tornò indietro, pensando a cosa fare, era iper lucido. Più di quanto lo fosse mai stato. Ravius inscenò l'incidente altrove, raccontarono che lui era fuori nel prato quando avevano gridato perché era successo qualcosa.
    Se ne andò pensando solo al fatto che non sarebbe andato ad Azkaban, mai più.
    Per un po' si allontanò dal gruppo. Si concentrò sullo studiare l'arte del fabbricare bacchette. Sarebbe stato un buon lavoro, circondato da un prestigio accettabile se diventava bravo - e lo voleva - e abbastanza ritirato da non dare nell'occhio. Ci mise un po' a elaborare che aveva subito un altro lutto. Poi riallacciò i rapporti con Ravius. Raelyndra era tornata ad Hogwarts e lui era disperato, ed era anche tutta la famiglia che contava.
    Con Thimotheus fu più complesso. Immaginava che anche lui temesse, con il cognome Avery a pendere sulla sua testa, che quello che facevano era troppo pericoloso. Una preoccupazione comprensibile, che lui, più di tutti, sentiva pressante.
    Restarono sempre ottimi amici, soprattutto visto che essendo cugini di secondo grado o giù di lì, difficilmente non si sarebbero mai incontrati. Ma con lui Quincy decise subito di non condividere alcun dettaglio di possibili attività grigie, e quindi di tenerlo sufficientemente all'oscuro da non venirne mai coinvolto.
    Per le sue immediate ambizioni, gli andò di lusso: dopo quello che aveva passato, Olivander non vedeva l'ora di ritirarsi, e quindi lo prese come apprendista. Lo obbligò a fare anche un altro apprendistato, che gli sarebbe stato utile per la fabbricazione di bacchette per argomenti di cui era un po' a digiuno: da alchimista, con Dirk Coventry, insegnante di Alchimia a Hogwarts.
    L'ambiente e il fatto che non capisse molti dei lavori che gli faceva fare Coventry e che avevano ben poco a che fare con l'alchimia, lo facevano sentire frustrato. Anche se era vicino a Raelyndra per i quattro giorni a settimana che passava ad Hogwarts, si sentiva di nuovo parte di quella famiglia che avevano avuto nelle vacanze dai Lestrage. Ci volle un anno intero perché cominciasse a vedere come le cose non andassero. Raelyndra aveva perso parecchio peso, iniziava a sembrare scheletrica. Sull'argomento era evasiva, persino quando la affrontò in modo più diretto. Tenne quel segreto con Ravius come lei gli aveva chiesto.
    E lì capì che delle cose erano cambiate in quella famiglia.
    Il tempo che passava ad Hogwarts lo riportò a frequentare gli stessi corridoi anche di Amelia Rathbone. La prima volta fu piuttosto imbarazzante, dopo mesi in cui il gioco sembrava quello di evitarsi, ricaddero facilmente in alcuni vecchi schemi, ma con delle novità. Quincy fu chiaro stavolta, almeno nel dirle che andare contro alcune tradizioni di famiglia non significava rinnegarla, e lui era sempre stato consapevole che poteva divertirsi anche con molte ragazze, ma finché non avesse chiarito come dovesse andare la promessa con Raelyndra non solo non era intenzionato a costruire niente di serio, ma non lo sentiva neanche possibile. Certi schemi di famiglia erano troppo radicati. Le propose quindi di fare quello, divertirsi un po', restando in una precisa parentesi finché lui fosse stato a Hogwarts.
    Finiti i due anni di apprendistato con Dirby Coventry rimase solo a Diagon Alley con Olivander, per tutto il restante 2003 e il 2004. A quel punto rilevò il negozio di bacchette. Quincy aveva aspettato solo quel momento, perché da troppo si era accesa la curiosità verso la sperimentazione di nuovi nuclei di bacchetta, anche quelli che nessuno aveva mai considerato perché instabili e pericolosi, o oscuri. Ma ciò che glielo permise, fu l'aver svolto anche le faccende private di Dirby Coventry, e aver quindi scoperto, i suoi contatti un po' più illegali, necessari per aggirare qualche vincolo che la legalità aveva, persino per Coventry che non si spingeva a far niente contro la legge. Strinse rapporti con tutta la sottovita di Nocturn Alley, quando Eleazar tornò libero e iniziò Quincy ai segreti di famiglia che erano stati messi un po' da parte per la situazione critica, anche lui gli presentò persone interessanti che facevano parte ora del Congresso degli Alchimisti ora di alcuni ordini e sette come quella della Conoscenza.

    Chapter vii:
    the secret of Graveyard Hill

    Il 2 maggio del 2009 Bernetta Selwyn riuscì a porre fine alla sua vita. Slugger, ancora fedele in tutti quegli anni, l'aveva trovata troppo tardi. Nell'ultimo anno i controlli si erano allentati perché sembrava stare così bene. Quando entrò nelle sue stanze per dare un occhio a quello che faceva come da ordini di Grosvenor, trovò le vecchie cicatrici sulle braccia dilaniate da ferite nuove, la vasca ormai con l'acqua tanto rossa da farla sembrare una pozza di sangue, intorno a Bernetta le piante che sua sorella Camilla le aveva dato per tenerle su il morale con le radici nell'acqua. Euanemona Occinentis, una pianta magica che cantava in modo diverso a seconda dei nutrienti presenti nell'acqua in cui affondava le radici. Il canto dell'anemone in quell'occasione era assolutamente lugubre.
    Fosse stato per Grosvenor il funerale sarebbe stata una mera formalità da risolvere nel modo più discreto e veloce possibile. Aveva già unto le persone giuste perché non venisse fuori che si era tolta la vita, un incidente con le piante era più accettabile.
    Iniziarono le lotte furiose con Camilla, devastata per la morte della sorella, che continuava a dare la colpa a Grosvenor per il modo in cui l'aveva fatta vivere per anni. Iniziò a urlargli contro persino poco dopo il funerale, davanti alle sole persone intime della famiglia.
    Fu Quincy a prenderla da parte. Xzavier era sconvolto. Lui e Thurstan erano stati quelli che di più avevano goduto sia di Bernetta che di Grosvenor, non erano riusciti a reagire.
    Parlò lui con la zia, quindi. E mentre lui era ancora a casa, deciso di risolvere le faccende dei Rowle relative al funerale di sua madre, Camilla fece le valige e tornò nella casa che era appartenuta al suo defunto marito.
    Gli abitanti del Cimitero sulla Collina ora erano due. Grosvenor, che avrebbe fatto ereditare a Thurstan quella proprietà e il settimo fratello che non era mai esistito.
    Quincy decise di risolvere anche quella faccenda. Suo padre non aveva mai trattato bene neanche Unnamed. E Thurstan neanche ne sapeva molto, lui non aveva mai vissuto con Unnamed, solo assistito alla sua nascita. L'avrebbe tenuto murato nella sua stanza come era sempre stato, senza neanche parlargli una volta.
    Prima di andarsene dalla proprietà dei Rowle, Quincy liberò Unnamed e lo portò con sé nella casa ereditata da sua madre, una delle case dei Selwyn a Kingston upon Hull, verso Withernsea. Non poteva farlo uscire fuori davvero, ma laggiù poteva fare passeggiate nell'immenso giardino di notte, con le dovute precauzioni. E lui viveva praticamente lì, dato che il negozio di Olivander ormai gli apparteneva, aveva addestrato qualcuno che si occupasse della vendita di bacchette e delle riparazioni più semplici, lasciando a lui la libertà prima di fare i suoi esperimenti sui nuclei di bacchetta, poi di stare a Hull senza particolari problemi.
    Unnamed era come un animale domestico. Aveva imparato a parlare grazie a lui, Sextus e Xzavier, ma poi non era stato molto allenato, se non con gli elfi domestici, in particolare Fungus che era anche l'elfo che Quincy aveva ereditato e portato con sé a Hull.
    Unnamed quindi non sapeva più parlare molto. Le sue frasi, anche dopo un'intenso studio programmato da Quincy, rimasero sempre assolutamente elementari. Anche nella quotidianità aveva bisogno di aiuto e sostegno costante, così Quincy si prese un secondo elfo domestico, Moriarty, che aveva vissuto nella casa dei Rowle. Dall'ultimo aggiornamento del testamento di suo padre, fatto in concomitanza con la morte di Bernetta, Moriarty era stato vincolato proprio a Quincy, chi fosse il suo padrone effettivo iniziava quindi a essere un'area grigia vista la dicitura "Moriarty continuerà a servire Quincy Auberon Rowle". Senza la specifica - implicita - che ciò sarebbe avvenuto alla morte di Grosvenor, si generava una piccola controversia.
    E proprio su quello, suo padre fece leva.
    Non potendo permettere che si sapesse di Unnamed, non aveva potuto far niente per riprendersi suo figlio. L'unica opzione praticabile era andare a Kingston upon Hull e riprenderlo con la forza, ma sapeva che suo figlio avrebbe messo delle misure di sicurezza con i controfiocchi, essendo ormai anche l'allievo di Eleazar. Quando però portò con sé Moriarty, poté sfruttare le sue numerose amicizie al Ministero per fargli pressione con una possibile denuncia di furto, di Moriarty. Quincy sapeva che se avesse ridato indietro Unnamed non sarebbe mai andato avanti con quella denuncia, ma in caso contrario, Grosvenor non avrebbe avuto scrupoli. E senza Moriarty sarebbe stato anche difficile occuparsi di Unnamed, voleva dire non poter più contare su Fungus per tutto il resto. Per altro sapeva che suo padre non si sarebbe fermato, non senza che anche lui avesse un'arma dalla sua parte.
    Sapeva su cosa far leva.
    Raelyndra era appena tornata da Nantes, dove aveva frequentato l'università. Lei sapeva già di Unnamed, da quel giorno in cui si erano riuniti nella Camera dei Segreti, e avevano deciso per la prima volta di confidare un segreto a testa come naturalmente aveva dovuto fare Ravius per farli entrare lì dentro. Prima che chiunque potesse capire cos'avesse in mente, diede a Fungus il compito di fingere che lui fosse ancora a Kingston upon Hull e portarlo invece dai Lestrange, sapendo che suo padre di certo faceva controllare i suoi trasporti, e l'unico sicuro era quello dell'elfo stesso.
    Spiegò a Rael che aveva portato via Unnamed, e gli serviva qualcosa contro suo padre per far sì che non lo rinchiudesse di nuovo dentro una segreta. Se si fossero sposati, in condivisione di beni, qualunque mossa di Grosvenor sarebbe stata non solo contro di lui, ma contro i Lestrange. E l'eredità dei Selwyn che era stata divisa tra i tre figli rimasti, sarebbe andata comunque persa tra le mani di Raelyndra e non tornata nei forzieri di famiglia come doveva essere prima di quel momento.
    Dei sospetti circa quella mossa non gli importava. Lui e Raelyndra erano promessi da quando aveva tredici anni, il tempismo era perfetto: avevano tenuto fede alla promessa, aspettando solo che lei terminasse gli studi all'università.
    Non fecero alcuna cerimonia, il loro era un accordo formale. A Raelyndra non era mai interessato il matrimonio, anzi, quando lui sentiva le pressioni della famiglia a prendere posizione nella cosa, lei non aveva fatto altro che ripetere che non si sarebbero sposati e basta. L'accordo era di essere impeccabilmente sposati agli occhi esterni, felici, persino, poi nel privato avrebbero condotto vite del tutto separate.
    Quincy invitò suo padre a Kingston upon Hull l'11 luglio del 2009. Grosvenor pensava stesse cedendo, per questo fu piuttosto sorpreso di vedere Raelyndra Lestrange proprio accanto suo figlio.
    «Ti ho invitato oggi per darti la bella notizia, Rael ed io abbiamo deciso di dar senso al nostro fidanzamento, e da ieri siamo ufficialmente sposati» fece scivolare il foglio di pergamena sul tavolo accanto a loro, così che potesse leggere il certificato di matrimonio.
    «Questo significa che qualunque causa tu voglia intentare contro di me, sarà anche contro i Lestrange» non servì specificare che non avrebbe mai rivisto i soldi di famiglia che erano spettati a lui, né che accettando la cosa e ritirando la causa, Moriarty sarebbe naturalmente stato ufficializzato come elfo domestico di Quincy, e quindi avrebbe seguito i suoi ordini.
    Ovviamente per quanto a Quincy servisse solo un matrimonio legale, sarebbe stata una macchia sull'immagine delle loro famiglie un matrimonio segreto. Annunciò quindi che avrebbe sposato Raelyndra ufficialmente, in fretta e furia il 28 agosto, prima che lei iniziasse con tutti i suoi viaggi. Doveva essere un matrimonio in grande, così tanto in pubblico avrebbero potuto ridurre le smancerie al minimo. Dopo Raelyndra partì, e poté godersi i benefici di quel matrimonio finto e della libertà parziale che ne derivava. In quel momento almeno, ne coglieva solo i benefici: suo padre fuori dai suoi affari, totale libertà su quello che doveva fare perché a Rael non importava ed era lontana, e per giunta quella condizione di segretezza circa le sue storie che gli dava una scusa per non approfondirne mai nessuna.

    Chapter viii: the Dark Arts

    L'abilità che Quincy aveva ereditato dai Rowle era di poter scorgere tracce di una magia molto antica, in qualcosa diversa da quella che usavano normalmente. Lui che fu l'unico dei Rowle insieme a Sextus a passare davvero del tempo con Unnamed, capì in quel periodo in cui erano loro due e i suoi elfi domestici in quella campagna fra Kinston upon Hull e Withernsea, che la maledizione di Unnamed aveva qualcosa in comune con quell'antica magia.
    Ordinò a Moriarty di non bruciare più i capelli e i peli di Unnamed, che ogni giorno dovevano tagliare per non farlo rassomigliare ancora di più a una bestia. Poteva essere il nuovo nucleo di bacchetta che tanto aveva cercato, uno che eguagliasse persino la bacchetta più potente del mondo. Lo testò e rimase sconvolto da quello che poteva fare anche solo con un nucleo così.
    I suoi esperimenti procedevano con Ravius. Le bacchette che riusciva a creare così erano estremamente potenti, facevano risuonare la magia in un modo mai visto prima. Cominciò a venderle sul mercato nero di Nocturn Alley, perché purtroppo, altra cosa che avevano quelle bacchette e che non riusciva a estinguere in loro, era la fame di morte. Troppo spesso producevano incantesimi tanto potenti che finivano male.
    Quello fu troppo. Gli ricordava di Rohan, di tutta quella morte accidentale che era semplicemente troppa. La Maledizione che Uccide era tollerabile, le sue conseguenze ben note a chi impugnava la bacchetta. Ma per quanto quelli che avevano comprato le sue di bacchette fossero "brutta gente", restava il fatto che quelle persone morivano per un incidente. E non si potevano spiegare gli incidenti, non si poteva dare la colpa a chi aveva scagliato un incantesimo per un altro motivo, ed era finita male. Conosceva fin troppo bene la frustrazione del non poter trovare una colpa né un perché nella morte di qualcuno.
    Smise di vendere le bacchette, ma anche il Ministero aveva notato qualcosa di strano. Andarono da lui, portando in consegna le bacchette di alcuni maghi finiti ad Azkaban di recente per omicidio colposo. Se la sua iniziale paura, che non diede a vedere, fu che avevano capito il collegamento con lui, si dovette ricredere: cercavano una consulenza.
    Il passo successivo fu cercare Ravius ed elaborare un modo per uscirne. Dovevano trovare qualcuno che si prendesse la colpa. Qualcuno come chi aveva effettivamente distribuito le bacchette, poi Ravius avrebbe fatto sì che non sopravvivesse al suo arresto.
    All'apparenza, Quincy Auberon Rowle, fabbricante di bacchette d'Inghilterra sorprendentemente abile nel contrastare le arti oscure, stava collaborando con il Ministero per trovare un misterioso contrabbandiere di bacchette maledette. Xzavier aveva preso il posto di Livius Malfoy al Ministero grazie all'amicizia del padre, quindi lui e Quincy lavoravano a stretto contatto. Non gli fu difficile fare due più due, anche quando Quincy risultava evasivo. Era sempre stato abile a mentire, cavalcava le aree grigie, ma le poche persone che lo conoscevano davvero non poteva fregarle del tutto.
    Per il Ministero la componente delle bacchette contraffatte che le aveva rese pericolose era il pelo di una qualche creatura oscura e maledetta. Quincy aveva suggerito un lupo mannaro, ma senza darlo per certo, il razzismo verso di loro fu sufficiente a farlo apparire più che plausibile, e il caso venne chiuso e dimenticato con l'aiuto dell'Ufficio Misteri.
    Xzavier aveva dimenticato un po' meno. Divenne più presente nella vita di Quincy, ora sempre più sotto i riflettori per i motivi più disparati, da quando grazie a lui avevano sventato un simile disastro come quello delle bacchette. La Gazzetta del Profeta lo aveva intervistato, alcuni articoli scritti negli anni sul controllo peculiare che bisognava avere sui nuclei di bacchetta instabile e l'utilizzo dell'aritmanzia nella loro lavorazione, vennero ritirati fuori, letti e passati di mano in mano fra gli esperti del settore. Aveva scritto anche un libro su metodi alternativi per combattere le arti oscure pubblicato l'anno precedente, anche quello divenne un best seller. Più Xzavier voleva avvicinarsi per capire cosa stesse combinando Quincy, più sembrava che lui stesse cavalcando la popolarità anche per evitarlo.
    Quando infatti l'attenzione stava quasi per scemare, ad agosto del 2011, pubblicò un altro libro, e il tempismo fu semplicemente perfetto. Ad Hogwarts a quel punto mancava un insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, chi meglio di Quincy Auberon Rowle, una volta appartenente proprio a quei maghi oscuri, ora esperto nel contrastare le loro tecniche. Fu assunto proprio quell'agosto, poco prima della pubblicazione del libro, che già era sulla bocca di tutti senza che nessuno l'avesse anche solo letto, e si trasferì a Hogwarts per praticamente tutto l'anno. Fu anche il periodo in cui Thimotheus e lui si frequentavano più spesso, forse il suo nuovo lavoro gli dava un'immagine più sicura. Quincy l'aveva pensato e accettato di buon grado, come del resto il periodo in cui all'altro era servito più distacco. Nonostante la distanza, infatti, continuava a considerarlo uno dei pochi amici intimi che avesse. Uno di quelli che per altro, continuava a mantenere il suo segreto di famiglia.
    Trasferirsi a Hogwarts comportava però un problema: non poteva portare Unnamed con lui, né poteva lasciarlo a casa da solo tutto il tempo. Con la scusa del suo matrimonio con Raelyndra, parlò alla Preside per non far sembrare troppo strana la richiesta di avere quanto più possibile le lezioni condensate in alcuni giorni della settimana, e potersi assentare quasi tutti i weekend - salvo emergenze - per stare con la sua giovane moglie. La McGranitt accettò di buon grado.
    In quei primi due anni non fu sempre semplice. Neville Paciock, insegnante di Erbologia che aveva avuto anche lui nel periodo della messa in prova, non perdeva occasione di accusarlo di qualunque cosa accadesse, e in generale dare adito a dubbi sulla sua integrità.
    Certo, Quincy non era particolarmente sorpreso dato che a scuola suo fratello Xzavier lo aveva bullizzato insieme a tutti i serpeverde, lui era stato accusato di essere con Voldemort nella battaglia, e per giunta si era sposato una Lestrange.
    Senza l'alibi di Realyndra sarebbe crollato a volte. Poi la necessità di trovare un altro modo per proseguire gli affari suoi a Hogwarts divenne evidente, perché qualcuno non aveva saputo farsi i fatti suoi.
    Xzavier. Nel 2013, dopo tutto quel tempo in cui aveva cercato di parlare con il fratello senza riuscirci, decise di sfoderare l'unica arma che aveva per costringerlo a rigare dritto: andò a parlare con Raelyndra Lestrange.
    Non importava quanto poco sapesse Xzavier, bastò evocarla, e lo costrinse a una mezza confessione e a pentirsi anche più di quello che aveva fatto.
    Ecco perché doveva trovare un altro modo per non avere sempre Paciock fra i piedi.
    Non perse tempo. Pensare ad Amelia era stato facile. Muovendo i fili un po' qui e un po' lì, favorì un casto riavvicinamento. Da quando era tornato ad Hogwarts ovviamente con lei aveva cercato di mantenere un rapporto di rispettosa distanza visto che ora era sposato e su quella bugia si reggeva la sua vita. Gli bastava solo potersi permettere alcune di quelle confessioni minime, tenute strette, di una volta: un mostrare quanto il clima di diffidenza di Paciock gli pesasse, nonostante ne capisse la legittimità. E alla fine, di sua volontà, Amelia lo fece: parlò con Neville, con la Preside, favorì una seconda volta che venisse visto in una buona luce.
    Il lupo perde il pelo, ma non il vizio.
    Favorì l'amicizia con Neville, così che potesse capire in fretta di cosa sospettasse e quando, far sì che si fidasse di lui al punto da smetterla con tutte quelle accuse. Il piano funzionò abbastanza, e fra il 2014 e il 2017 sembravano decisamente grandi amici.

    Chapter ix: the Keeper e the Death

    Evitare Xzavier per nascondere il suo coinvolgimento nel traffico di bacchette non fu l'unico motivo in cui Quincy cercò di essere così in vista nel 2011. All'inizio era stata anche solo una mera questione di fama, gli piaceva l'attenzione, considerato quanto dovesse invece tenere un profilo basso da anni, ma fosse stata solo quella si sarebbe fermato molto prima. Era essenziale impressionare le persone giuste, soprattutto visto che di vociferava che il professore di Difesa Contro le Arti Oscure di Hogwarts non avrebbe più potuto insegnare a causa della sua malattia, una fattura che ormai faceva sì si trascinasse da anni. Era un'occasione da non perdere, perché lui doveva tornare ad Hogwarts.
    Aveva chiuso "l'affare delle bacchette", ma non aveva rinunciato a un certo sogno. Lui lo sapeva, sapeva che con il legno giusto a equilibrare il potere oscuro del luizon, avrebbe potuto creare una bacchetta così forte da non avere rivali, una che fosse stabile nelle mani del suo portatore. E lui sapeva quale legno voleva: quello dell'albero di Yggdrasil.
    Aveva iniziato a sognare a Hogwarts dell'albero, anche se all'epoca non sapeva cosa fosse, se non che poteva succedere a quelli dei Rowle che possedevano il dono del Custode di fare sogni simili quando vicino alla magia antica. E Hogwarts, lo sapevano tutti che era intriso di magia antica.
    Grazie agli studi di Eleazar e con i Templari a cui si era affiliato nel 2009, capì che quell'albero che sognava non era uno qualunque. Yggdrasil.
    Un sentiero di nidi di ragno, una creatura incisa come obolo su una porta marina, una donna dai capelli rossi accanto un albero che sembrava pulsare di una luce eterna che non bruciava gli occhi. Erano solo alcune delle immagini ricorrenti dei suoi sogni, e molte erano legate alle Grandi Reliquie.
    Forse il qualcosa di grande che ha sempre saputo di avere. Un destino.
    I sogni aumentarono, più nitidi. Ma anche più intrisi di morte. Senso di colpa e paura. Non poteva aspettare solo che i sogni gli mostrassero la via.
    Esplorò Hogwarts in ogni angolo. Cercava e seguiva tracce di magia antica fra le sue mura, nella sua storia.
    E seguendo quelle tracce di magia, trovò una costruzione segreta sotto il castello, celata da incantesimi di quella magia antica e lontana. Provò ad arrivare alla fine del labirinto non appena lo vide, ma chiedeva una prova di sangue, e lui sapeva essere cauto. Passò tutta quell'estate, il 2016, a prelevarsi del sangue e raccoglierlo in vista di quando sarebbe tornato nel labirinto, il giorno prima dell'arrivo degli studenti ad Hogwarts. Quel giorno riuscì a raggiungere il suo centro, pagando con sangue che l'avrebbe potuto facilmente uccidere le prove lungo il cammino. C'erano tre diversi loculi vuoti dentro una stanza immensa. Doveva aver contenuto qualcosa, qualcosa che però era stata portata via.
    QU0OItB
    Scoprì che era il tempio di Morte, innalzato durante un tempo dimenticato. Conteneva i Doni della Morte, finché la Morte in persona non se n'era sbarazzata. E lì lo accolse e scoprì pure altri misteri.
    In primis, che per riunire le Grandi Reliquie come volevano i Templari, bisognava prima attivarne i Templi. Missione che assegnarono subito a lui ed Eleazar per il Tempio di Morte.
    Ma aveva anche scoperto che i Custodi, così come altri come loro che usavano nomi diversi, erano tutti uniti dal potere che avevano ereditato da entità chiamate Murra. Quelli che i Templari chiamavano Costruttori. Aveva un destino su cui indagare.
    Le due missioni andavano di pari passo.
    Lui ed Eleazar ricostruirono facilmente la linea della Bacchetta di Sambuco fino a Voldemort. Pietra e Mantello non avevano alcuna pista. Ma sapevano che Harry Potter quella notte era sopravvissuto ancora, accantonata la spiegazione estatica dei pazzoidi che credevano nella leggenda di Colui-che-è-sopravvissuto, quella più logica era che quella notte Potter avesse un'arma che gli permetteva di non temere la morte. Dovevano sapere esattamente come era andata, se lui davvero non era morto quando avrebbe dovuto.
    Dovevano parlare con Esaias Rowle.
    C'era principalmente un problema in merito, perché Quincy, con la copertura che si era creato, non poteva certo andare un secondo ad Azkaban a parlare proprio con suo zio, ma Eleazar avrebbe potuto. Solo che Esaias non gli avrebbe mai detto niente, non erano mai stati in buoni rapporti. E mentre pensava a come risolvere quel problema, dormiva sempre meno per ristudiare tutti i più vecchi testi dei Rowle e molti della Setta della Conoscenza. Perché dopo il Tempio di Morte, dopo aver visto parole incise goffamente sulla pietra, aveva cercato quei simboli ovunque, e li aveva trovati. E li doveva tradurre.
    La sera del primo gennaio, a cena con Neville Paciock nel suo studio, gli portò una delle piante che aveva saputo crescevano nel giardino dei Selwyn, una Actinidia Kolomikta Versicolor. Niente di pericoloso, in teoria, solo che nella pratica quando Neville anche solo toccò le foglie della pianta, questo gli provocò una strana reazione magica che rapidamente necrotizzava i tessuti. Così quando accadde, chiamò subito lui e Coventry d'urgenza.
    QU0OItB
    Era stato così distratto che aveva dato a Neville una pianta toccata da Unnamed. Anche se era riuscito a invertire il processo di necrosi e salvargli le mani, Neville sapeva che era magia oscura.
    Quincy riuscì a giustificarsi dicendo che casa sua era maledetta, intrisa dalle arti oscure che aveva ospitato al suo interno. Così non avrebbe rischiato la prigione, e aveva tempo per provare a salvare anche Unnamed.
    Quando Neville lo obbligò a denunciare la cosa, Quincy riuscì a ottenere solo una cosa: che non lo dicesse subito, ma gli desse la possibilità di chiamare lui il Ministero e autodenunciarsi. Pochi minuti che bastavano a dire a Fungus di portare via Unnamed con Moriarty, e cercare di pulire le tracce più evidenti del suo passaggio. Lo fece portare da Ravius, mentre lui chiamava in ordine gli auror, suo fratello Xzavier, che si occupò di parlare con suo padre, e suo zio Eleazar.
    Ravius sapeva cosa fare nell'immediato, loro due erano sempre stati vicini in quel genere di cose, e lo capiva al volo. Quando gli auror arrivarono a casa Selwyn, iniziarono a fare i rilevamenti, e ovviamente trovarono tracce di magia strane, ma non sapevano dire se oscure. Era comunque l'etichetta che per sicurezza mettevano su tutto, e l'approfondimento di quella maledizione passò all'ufficio Misteri, dove lavorava Ravius.
    La sua dichiarazione fu di essere sempre stato consapevole che nella casa fossero state praticate arti oscure, incantesimi che lui neanche sapeva quali fossero, perché era il posto dove andava suo zio Esaias con Thorfinn e Heron, così da non compiere certi incantesimi in casa dove Grosvenor non era d'accordo. Formalmente, non tutti i Rowle volevano aderire ai piani del Signore Oscuro, quindi avevano usato quella casa lì, di sua madre. Quello che disse di non sapere era che la cosa potesse avere ripercussioni su tutto il resto. Con le sue conoscenze in materia di arti oscure aveva sempre tenuto tutto sotto controllo, e non si era mai sentito di posti dove si era semplicemente praticata magia oscura che reagivano in quel modo. Ma sapeva anche lui che le arti oscure impregnavano, degeneravano, si espandevano.
    Subì una multa pesante, ma visto che neanche loro sapevano cosa fosse accaduto a quella casa, esclusero potesse saperlo lui.
    Dovette però fare i conti con diverse persone.
    QU0OItB
    Prima, sua zia, Camilla. Non volle più rivolgergli la parola. Aveva capito cosa dovesse essere successo, e lui aveva infangato il nome dei Selwyn.
    Seconda, la McGranitt. Era una cosa davvero spiacevole considerando pure il suo passato e la cattedra che ricopriva. Si sorprese nell'avere comunque l'appoggio di Neville, che sottolineò come non avrebbe dovuto contare il suo passato se lo scopo di quello che aveva vissuto gli ultimi anni di scuola era stato quello di cancellarlo.
    Quincy non poteva permettersi di lasciare Hogwarts in quel momento, e per questo ringraziò la sua buona stella di permettergli di insegnare ancora, anche se per la sua seconda volta ad Hogwarts, era in bilico e sotto osservazione per quello che faceva.
    Ed era inquieto, molto, e non riusciva a concentrarsi. Si costrinse a pensare un piano per l'incontro con Esaias, annullando quella cosa che gli macchinava nel cervello da quel fastidioso incidente con Neville. A furia di pensarci e cercare di sfuggire ad altro che aveva per la testa, finì per fare la cosa più folle che gli potesse venire in mente in un momento così delicato.
    Andò a trovare suo zio Esaias.
    QU0OItB
    Approfittò di uno dei primi giorni dopo le vacanze di fine anno, andando personalmente ad Azkaban. Sapeva che ci sarebbero stati pettegolezzi su quella visita e domande sulla sua affidabilità. Ma finito l'incontro si sarebbe naturalmente risolto anche quello, cambiando del tutto la narrazione della cosa. Con i suoi privilegi da purosangue e il giusto denaro, riuscì a ottenere un incontro privato con Esaias, un'eccezione alle regole. In accordo con Fungus introdusse la bacchetta di Sextus dentro la prigione, e aspettò che l'elfo domestico disattivasse i congegni magici che monitoravano la situazione nella stanza. Dopo aver usato la maledizione imperio, ottenne il ricordo della battaglia di Hogwarts di suo zio, e gli intimò di aggredirlo. In questo modo appena riaccesi i sistemi di monitoraggio, tutto quello che si sarebbe visto era l'attacco contro Quincy Auberon Rowle. Niente scalpore, perché l'incidente era avvenuto in una stanza che non doveva essere privata. E Quincy Auberon Rowle avrebbe visto suo zio una sola volta e mai più, quindi i dubbi sarebbero diventati la certezza che lui non aveva più niente in comune con la nomea che si era fatta la sua famiglia.
    Uscito dalla stanza vide però Raelyndra. Destino che fosse anche lei ad Azkaban, per il padre, proprio quel giorno. Perché ne avrebbe avuto bisogno. Doveva chiederle qualcosa che gli stava logorando il cervello.
    Rischiare di perdere Unnamed e perdere ancora la sua famiglia gli aveva fatto capire quanto volesse una famiglia sua per davvero. Voleva dei figli, e non poteva averli con nessun'altra che lei. Non per amore, affetto, un progetto comune, ma perché si erano sposati e non era concepito un divorzio fra i purosangue, e tantomeno lo scandalo. Se voleva dei figli, avrebbe potuto averli solo con lei.
    Non disse a Raelyndra di volerne lui. Lei gli disse che non ne avrebbe mai voluti, e lo capì subito, Quincy, che era qualcosa che non solo non aveva mai desiderato, ma aveva rinnegato. Se pure gliel'avesse concesso e sapeva che lei non avrebbe smosso quel pilastro della sua vita, l'avrebbe resa solo protagonista dello stesso inferno che aveva vissuto sua madre. E sarebbe stata diversa dalla donna che conosceva.
    Chissà se uno dei due, si fosse mai trovato al suo posto. Se i suoi genitori, anche solo una volta, l'avevano voluto quanto lo voleva lui in quel momento.
    Si mostrò d'accordo con Raelyndra sul non volere figli, il pensiero di dover badare a qualcuno lo affaticava proprio, e tornò a passare l'estate nella sua casa a Kingston upon Hull.

    Chapter x: Obscurus

    QU0OItB
    La sera del 13 novembre 2017 lo fecero andare a chiamare nella sua stanza. Quincy stava scrivendo una lettera per Eleazar, perché quell'agosto, quando lui aveva sentito il bisogno di concentrarsi sul lavoro, erano riusciti a trovare un frammento della Bacchetta di Sambuco. Era chiaro che dovessero scandagliare Hogwarts in lungo e in largo, confidando nel fatto che le altre reliquie avessero una traccia più forte visto che non erano state spezzate. Lo stava aggiornando quando il professor Vituos gli chiese di raggiungerlo dalla McGranitt. Quello che iniziò quella sera fu forse la prima cosa che riuscì a scuoterlo sul serio in mesi. Da una ragazzina del primo anno era venuto fuori per caso di una sua vicina, a Londra, che aveva poteri più forti dei suoi già a sei anni, solo che il Ministero negava che ci fosse un'altra potenziale strega in quel posto. Per conto della preside, che all'improvviso gli diede addirittura prova di fiducia, andò a controllare personalmente la situazione.
    QU0OItB
    Non aveva pensato si potesse trovare davvero davanti un obscurus, ma fu quello che accadde. Grazie anche alle ricostruzioni degli auror che era riuscito a far chiamare in fretta da Fungus, si capì che la bambina di cui parlava Marjory, era effettivamente un obscuriale. Sua madre, Haylee, era nata poco prima della seconda ascesa di Voldemort, sua madre, una mezzosangue, era scappata con lei piccolissima cercando in ogni modo di farle nascondere la sua magia spontanea, perché altrimenti avrebbero potuto arrestare entrambe. Era stato solo per un anno, ma poi sua madre morì, e lei finì adottata da una famiglia babbana. Nascose di essere una strega per non perderla, non sapendo nel frattempo com'era diventato il mondo dei maghi. Quando era rimasta incinta, giovanissima, viveva nella credenza che il mondo magico fosse come lo ricordava con Voldemort. Persone che morivano, senza che nessuno sapesse niente. L'uso di diverse sostanze aveva peggiorato la sua sanità mentale, quindi la figlia era cresciuta sotto quell'instabilità, con lei sola, perché era scappata di casa appena aveva saputo della bambina. Secondo lei tutti gliela volevano portare via, e come sua madre aveva fatto nel suo ultimo anno di vita, anche lei fece con sua figlia, cercando di inculcarle che se qualcuno avesse scoperto che era una strega, l'avrebbero uccisa.
    La storia di Marjory, al piano di sopra, non aveva fatto altro che peggiorare tutto. Quando Quincy era arrivato lì ormai erano passati mesi in cui Haylee aspettava solo che arrivassero, con paura, ed era stata ancora più severa con sua figlia.
    Quincy era rimasto abbastanza sconvolto sul momento, in accordo con la McGranitt si prese qualche giorno di permesso.
    Si chiuse nella sua casa, continuando l'impresa di traduzione che aveva cominciato.
    Quando lo shock se ne fu andato, ripensò anche a quelle creature.
    Gli obscurus erano una maledizione antica, naturale, simile a quella dei luizon. E coinvolgeva pura magia spontanea, poteva rappresentare forse il più limpido esempio dell'anello mancante che segnava il passaggio fra la magia antica, e ciò che c'era stato dopo. Era fondamentale che li studiasse il più possibile per ripercorrere quel tragitto storico, ed era sicuro, o forse eccessivamente ambizioso anche nei sogni, che quella conoscenza potesse aiutarlo anche nella pratica per cercare le reliquie. Avrebbe potuto anche acuire il suo particolare potere.
    Per la prima volta si trovò a non lavorare strettamente da solo nelle sue ricerche. Dato che la sua esperienza con gli obscurus era accademica, con una sola eccezione che si era dimostrata piuttosto disastrosa, cercò qualcuno che potesse saperne di più.
    Di obscurus aveva scritto molto una magizoologa, Avonlea Bancroft, che vista la rarità dell'argomento non aveva mai raggiunto un particolare successo. Era una strega purosangue, anche se alcuni rami della famiglia avevano sposato nati babbani e simili, e non era mai stata annoverata fra le Sacre 28, cosa che significava che non era stato possibile risalire in modo abbastanza limpido lungo la loro linea di sangue.
    La contattò sperando di avere una proficua collaborazione, e da subito non sembrarono esserci intoppi. Avonlea lavorava in Galles da parecchi anni, infatti spesso usava i laboratori dell'università magica di Swansea dato che una sua amica di infanzia lavorava lì e avevano un accordo per cui Avonlea le portava spesso alcuni esemplari di cui avevano bisogno per i loro studi, o raccoglieva informazioni per loro sullecreature, o testava strumenti di loro invenzione. Proprio in quel periodo, nell'università stavano testando un nuovo strumento con cui erano stati già in grado di calcolare il grado di entropia di molte manifestazioni di magia grezza di criptidi e simili, e volevano lei lo usasse con degli obscurus, di più difficile rinvenimento.
    Persino Avonlea che aveva dedicato la sua vita a quello, era riuscita a vedere appena 3 obscurus, di quelli era riuscita e imprigionarne due che che teneva con sé per studiarli più attentamente. Era molto interessata all'incontro di Quincy, poiché era riuscito ad assistere in vivo al tentativo di un obscurus di cambiare organismo da parassitare dopo aver del tutto consumato il primo.
    Fin da subito capì però che Quincy raccontava più di quanto si accorgesse, perché si era accorta di come ci fossero alcuni dettagli già nella storia dell'incidente riguardanti movimenti interni dell'obscurus che lei stessa aveva misurato, ma che erano visibili solo attraverso incantesimi appositi, che lui non aveva detto di aver applicato né sembrava averne avuto il tempo. Quincy non avrebbe mai rivelato a una persona conosciuta da così poco tempo quale fosse la sua abilità, ma non servì farlo, perché in parte lo capì da sola.
    All'inizio ebbero solo una fitta corrispondenza. Quincy non era convinto di voler lavorare a stretto contatto con una persona che non conosceva bene. In uel periodo si concentrò sui Doni della Morte, aveva trovato l'altro pezzo della Bacchetta e si avvicinava il ventennale della Battaglia di Hogwarts, sperava che l'occasione gli permettesse di scoprire qualcos'altro. E in effetti accadde, durante la festa per l'onorificenza che di nuovo avevano riconosciuto a Potter. Neville era nostalgico. Con frasi come "sapevo che era venuto a uccidere Voldemort quando è arrivato, anche se lui diceva che stava solo cercando la roba di Corvonero", fece ottenere a Quincy molte informazioni. Sedimentò l'idea che Potter doveva essere stato Padrone della Morte, e aver quindi trovato tutte le reliquie prima di quel giorno. Ma era impossibile. Fino agli 11 anni era stato un babbano. In 6 anni aveva fatto tutt'altro che cercare reliquie. L'ultimo anno, sapeva che aveva cercato degli Horcrux, e lo sapeva da Ravius.
    La scomparsa del cimelio dei Gaunt era stata una ferita per la sua famiglia. Dopo tutti quegli anni, quando al Ministero avevano saputo la verità, non si erano potuti permettere di non dire ai Gaunt rimasti che l'anello non c'era più e perché.
    Doveva essere incappato nelle reliquie per caso. Quincy doveva quindi seguire quello che aveva fatto, dove era stato, dalla Battaglia di Hogwarts a ritroso.
    L'estate del 2018 conobbe però Avonlea dal vivo, e quasi senza che se ne accorgesse finirono per lavorare insieme costantemente sull'entropia degli obscurus.
    Poi lei doveva partire, il suo lavoro la portava fuori, e Quincy tornava a mettere al primo posto le altre ricerche.
    Primo viaggio, di quasi un anno, e lui trovò la Pietra.
    Secondo viaggio, più o meno della stessa durata, e lui riuscì a tradurre anche la lingua magica nei testi dei Rowle.
    Avevano vegliato sui Templi, i loro antenati. Lì in prossimità delle Reliquie. Molti di loro erano impazziti.
    Facevano sogni, scrivevano ossessivamente parole, e profezie, che sentivano nell'aria. Parlavano di come sarebbero state trovate le reliquie che loro dovevano proteggere. Non potevano permettere che qualcuno le scoprisse. Ma a loro servivano per evitarlo.
    Dato che erano gli unici a poter vedere tracce di quella magia che con il Sacrificio era cambiata, e perdeva via via quella pulsazione antica, elaborarono alcuni nascondigli segnalandoli con quei glifi antichi, di sola magia. Per recuperare quello che contenevano serviva un Murra o un suo discendente, solo a loro avevano tramandato le posizioni dei nascondigli, e nessuno le conosceva tutte quante. Ma i nascondigli erano collegati, un Murra in caso di necessità avrebbe dovuto sapere come da uno si andasse al successivo, e per quello i nascondigli erano costruiti in ordine. Se fosse stato necessario, e le Profezie trascritte dicevano di sì, il Discendente che avrebbe superato tutti i nascondigli avrebbe pure conosciuto l'ubicazione e il giorno esatto del ritrovamento di ogni reliquia. Ecco la sua nuova missione da Templare, non appena avesse completato l'ultima.

    Chapter xi: ad honorem

    La pubblicazione del lavoro svolto con Avonlea risale al 2021. Avevano lavorato a distanza, perché la cosa era sfuggita di mano, e l'anno prima il loro lavoro insieme era finito quando lei gli aveva detto di volere dei figli.
    Pochi mesi dopo la pubblicazione, andò a terminare la missione che i Templari gli avevano assegnato ormai da tempo.
    Ci pensò Ravius a far sì che Harry Potter si convincesse a far studiare il suo mantello, e fu sempre lui a prenderlo dall'ufficio misteri e consegnarlo a Quincy la notte fra il 16 e il 17 aprile.
    E quella notte Quincy attivò il Tempio della Morte. Due dei tre doni rimasero lì, il terzo lo restituì a Ravius perché rimettesse ogni cosa a posto.
    Era venuto il momento della sua nuova missione. Venne promosso al grado di Siniscalco. Solo che il lavoro con Avonlea continuava a tornare a galla. Il 21 giugno gli conferì una laurea ad honorem per le sue conoscenze nel campo della magia oscura e di come fermarla. Iniziarono un ciclo di interviste per divulgare il loro lavoro, che stava dando da parlare. E all'improvviso non parlavano solo del loro lavoro, ma di quanto affiatati sembrassero durante le apparizioni in pubblico.
    Non poteva far questo a Raelyndra. Non poteva oscurare il suo nome con uno scandalo, neanche se di quelle ridotte dimensioni e solo nella vacuità del pettegolezzo.
    Finite le interviste interruppe ogni rapporto con Avonlea. Poi la sua casa editrice iniziò a spingere per un libro divulgativo sulle loro ricerche. Di nuovo dovevano lavorare insieme, a stretto contatto.
    A marzo del 2023 fece richiesta ufficiale per il posto di Difesa Contro le Arti Oscure a Ilvermorny. Pochi giorni dopo iniziò la presentazione del libro. Ad aprile chiese di continuare ognuno in tappe diverse, per coprire un territorio più vasto, e potersi prendere del tempo per chiudere l'anno ad Hogwarts e organizzare il suo trasferimento.
    Avrebbe raggiunto l'America stabilmente a giugno. A settembre avrebbe cominciato a Ilvermorny. Per allora doveva organizzare il trasferimento di Unnamed, lui ovviamente in modo illegale, e trovare una casa che andasse bene per entrambi. La scelse a New York, dove in teoria avrebbe dovuto passare molto tempo visto che era lì che Raelyndra viveva.
    E a Ilvermorny avrebbe preso legno e foglie dell'albero serpente originato dalla bacchetta di serpeverde per aiutare Ravius a creare la sua di bacchetta invincibile.



    Edited by tippete - 27/4/2024, 14:02
     
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