Beatrice Morel Lemoine

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    SCUOLE FREQUENTATE
    Beauxbatons | 2006/2013 - 7 - Ombrelune
    Brakebills | 2013/2019
    RAZZE E ABILITA
    Empatica | SI - 2006
    Percettore spiritico | SI - 2013
    PROFESSIONE
    Piramide - Reliquiarium, Centro Analisi e Ricerca Reliquie - 2020/ora
    ORGANIZZAZIONI E SETTE
    Assassini | 2023 - ora
    FEDINA PENALE
    // | // - //
    IMMIGRAZIONE
    Italiana | 1995 | Legale
    Francese | 2000 | Legale
    Visto di soggiorno americano | 2013 | Legale



    RT0RhjS

    Beatrice Morel Lemoine | 1995 | assassin
    Aspetto fisico
    Alta 1,68 m per un peso di appena 50 kg ha un fisico abbastanza nella norma per la sua età. Negli anni dell'adolescenza è passata da una silhouette magrolina e smilza, quella della classica bambina con gli occhi grandi e la faccina oblunga e triste, ad una più addobbata di forme più femminili e adulte. Non è comunque generosa di curve: il ventre e il petto piatto staccano giusto un po' dai fianchi appena più larghi ma tuttavia abbastanza ossuti. Non ha delle belle gambe - questo almeno a suo parere - sono sì abbastanza lunghe ma sulle caviglie e sotto l'articolazione del ginocchio sono già comparse delle fastidiose venuzze viola decisamente poco estetiche. Forse si salvano i piedi, un degno 39, ma restano attaccati come tronchi a delle caviglie tozze segnate regolarmente, con il cambio di stagione, da un fastidiosissimo "calzino bianco" di abbronzatura, a monito di quanto Beatrice odi l'estate e le scarpe aperte. Giusto nelle settimane di tardo luglio, che si concede forzatamente su una spiaggia, dagli alluci compare l'inevitabile segno dell'infradito. Insomma, non ne scappa. Di sé stessa potrebbe tenere solo il mezzobusto, messo sul comò come soprammobile a farsi osservare, e buttare tutto il resto. Le piace indossare maglie scure e scollate: risaltano le spalle non troppo larghe e l'incarnato candido del collo lungo, alla Modigliani, e del viso non perfettamente ovale. Proprio sul suo volto qualche spigolo invisibile rende più taglienti alcuni sui tratti somatici. Nessuno e nemmeno lei sa perfettamente indicare quale linea renda il suo sguardo, ad esempio, quasi felino: sono un insieme di piccoli tratti, disegnati dalla punta microscopica di una grafite, che faccia a faccia ne tracciano una curva indefinita e irriproducibile. Forse il naso, piccolo e appena all'insù, è la cosa più francese che ha; ma anche in questo caso è una strana commistura di tratti parigini ed italiani come un po' in tutta la sua persona. La bocca larga, sulla quale stende un abituale rossetto rosso, è di papa, gli occhi verdi chiarissimi di maman. Le piace la sua pelle chiara macchiata da una continua fioritura di nei dalla vita in su; crea un bel contrasto con i capelli castani scuri che da qualche anno preferisce portare tagliati corti a spalla ma che arrivano addirittura a metà schiena nei mesi della fatica e della trasandatezza.


    Inventario

    CATALIZZATORE - ciondolo.
    YIN/ Lapislazzulo: "I portatori del lapislazzuli sono anche chiamati maestri della Luce. Promuove la chiarezza mentale aprendo la mente al Divino, incrementa il potere del “Terzo Occhio” e la comunicazione con il Sé superiore e gli Spiriti Guida. La leggenda narra, infatti, che le tavole di pietra ricevute da Mosè sul monte Sinai fossero di Lapislazzuli. I maghi che avranno questa pietra sono tenaci, veritieri, integri e illuminati, con una saggezza che spesso li fa apparire più adulti di quelli che sembrano."
    YANG/ Actinolite: "Nella sua accezione oscura si lega invece a persone troppo rigide e analitiche, che vorrebbero programmare la loro vita nel minimo dettaglio, aspetto che non gli permette di vivere la loro vita pienamente. Persone che nonostante desiderino cambiare una parte della loro vita, modellandola in base alle loro aspirazioni, sono troppo rigide per farlo"

    LAMA CELATA (Assassino) - tradizionale



    Carattere
    Non è esattamente una persona con la quale è così facile relazionarsi. È un carattere forte e come tale cerca animi altrettanto risoluti e decisi. Quella di Beatrice è una personalità in apparenza austera, rigorosa, chiusa, al limite dello snob, e non può apparire diversamente visto il naturale cipiglio saccente che ha dipinto a tratti affilati sul volto. In apparenza: bisogna imparare a conoscere Beatrice, entrare nella sua sfera per capire quanto tutto ciò sia soltanto una costruzione più o meno volontaria, eretta come delle mura imponenti e spaventose entro le quali si nasconde però un piccolo villaggio spaurito. Quelle di Beatrice sono storie di fantasmi e di paura. Grazie alla Magia Bianca e alla Psichica ha imparato, seppure in tarda età, a controllare le sue capacità fuori dall'ordinario, ma sembra che mal volentieri le eserciti. Ne ha appreso piano, piano, a grandissima fatica il controllo ma imparate a manipolarle, a prevederle le ha volute chiudere a chiave nel cassetto del "in caso di.." della sua vita, intrappolate in una meccanicità da lei stessa imposta alla quale tutto possono tranne che sottostare. In questo senso la scelta del tirocinio, e di un conseguente futuro lavoro presso il livello dell'Anima alla Piramide è stata una scelta tanto facile quanto sofferta. Questo perché a Beatrice non piace affrontare emozioni troppo forti, di qualsiasi natura esse siano. È come un antico mobile di legno, una briccola piantata nella laguna: riesce ad affrontare condizioni estreme se esse restano stabili ed immutate mentre si rompe alle variazioni; si torce, si flette dolorosamente. Non ama i cambiamenti, tende a rifuggirli quanto riesce e quanto può poiché vive di salde e inamovibili sicurezze. Si lacera anima e corpo nel tenere per le briglie il terribile scatenarsi delle emozioni. Forse il suo apparente distacco quanto più emotivo dal mondo esterno e circostante fa parte del suo processo di selezione, scandaglio, cernita di punti fermi, sicurezze, ruvide e salde superfici alle quali attaccare tutte le sue fragilità. Questi ultimi si chiamano amici.
    Essere empatica non l'ha mai aiutata in tutti questi anni, non le ha mai dato certezze e sicurezze in merito ai suoi sentimenti, alle sue emozioni, tanto dal risultarle difficile distinguere le proprie da quelle degli altri, senza trovare il discrimine, il limite tra l'influenza propria o quella degli altri sulla propria sfera emotiva. Si è accorta troppo tardi di questa sua capacità e troppo tardi si è adoperata per imparare a controllarla. In borsa di fatto non le mancano gli ansiolitici: sono suoi compagni da qualche anno ormai, quando tensione, ansia e nervosismo fuori dalla sua portata le sfuggono inevitabilmente di mano. In un certo senso l'aiutano a rimettere tutti sullo stesso piano le emozioni e a scartare con lucidità mentale quelle che non le appartengono e quelle delle quali vuole semplicemente disfarsene. L'essere empatica si scontra con la sua mente tremendamente razionale, o forse la seconda è conseguenza della prima. È dura lasciare che i sentimenti e le emozioni, quelli più forti, incontrollati, straripanti, non incrinino la maschera di pietra che porta davanti al mondo; e più gli fa resistenza più diventa difficile controllarli: quasi le fa del male fisico tale tragico binomio di impulsi e conseguente raziocinio. Quella di Beatrice è una storia di paura e di fantasmi: le emozioni non sono niente in confronto agli spiriti. Se l'empatia lavora sulla mente e sul fisico la percezione di presenze spiritiche agisce ben più in profondità. Sebbene spiriti e anime girovaghe sulla Terra contrastino con il suo credo religioso, Beatrice si professa cristiana cattolica. I perché trascendono da quella che è la sua debole fede costantemente provata più dal mondo che dalla visione di ciò che potrebbe esserci dopo la morte. La sua percezione spiritica può apparire come piuttosto "sottosviluppata" per gli standard, e questo per sua propria natura. La combinazione innata e naturale di empatia e percezioni in Beatrice tendono a sovrapporsi. In sostanza le è molto difficile distinguere una presenza spiritica se essa non si manifesta con una immagine piuttosto che con degli strascichi energetici o emotivi, e il più delle volte si palesano sotto questa forma immateriale ed invisibile probabilmente attratte dall'empatia di Beatrice stessa. Forse sono convinte convinte - sebbene sia difficile riconoscere una volontarietà in esseri e manifestazioni del genere - per una condizione di per sé poco indagabile fino in fondo, di poter stabilire un contatto con lei attraverso il canale che le è più familiare, quello delle emozioni. Fondamentalmente è questo il modo in cui entra in contatto con presenze e spiriti, e il più delle volte questo avviene con sbalzi emotivi piuttosto violenti ed improvvisi. Tuttavia le risulta appunto difficile riuscire razionalmente a distinguere a volte tra empatia e percezione di spiriti. In questo secondo caso ha comunque un rapporto estremamente analitico con queste presenze: registra ma non interagisce direttamente a meno che non siano loro a farlo.
    Pensa che tutto succeda per un motivo. Che tutti i fatti, gli avvenimenti, gli imprevisti avvengano per collocarsi, per lasciare un seme nel futuro, per far sì che giunto il giorno favorevole sia pronto lì il frutto da cogliere; lo stesso inconsapevolmente, involontariamente forse piantato mesi, anni addietro.
    Forse come conseguenza diretta dell'involontario abbandono, se così si può veramente definire, dei genitori è il suo fidarsi poco delle persone che non conosce profondamente o con le quali non ha stabilito ancora un legame empatico più diretto. Non ha bisogno di sapere vita, morte e miracoli di chi le sta davanti: le basta stabilire un legame, lanciare una piccola corda e creare un ponte per capire se nella sua sfera c'è spazio anche per essa. Fuori si resta sconosciuti, dentro la sfera si diventa fratelli.
    Dentro questo stesso "giardino nascosto" Beatrice si sente una piccola grande donna, con il rossetto rosso steso alla perfezione sulla bocca e qualche piccolo gesto infantile ancora intrappolato tra le dita e in qualche smorfia. Dentro la sfera non è che una sorellina fastidiosa che fa le linguacce ai fratelli o alle sorelle maggiori.


    Waking up in a world surrounded by flames
    Where everything I liked is about to fade
    How could you be the one if you're not the same
    If in the hands of gods you have lost your way
    How ever fast I dance to make the sun shine
    I will never fall down
    No matter what it takes, I'll try to save the ghost lights
    How ever hard I pray to re-make you mine
    I will never feel down
    No matter what it takes, I'll try to save the ghost lights




    INFO
    Nome: Beatrice, pronunciato alla francese a all'italiana ormai indistintamente. Deriva dal nome latino Beatrix, con il significato di "colei che rende felici, che porta la felicità" (dall'aggettivo latino beatus, "felice"). Una seconda ipotesi lega questo nome al termine tardo latino viator ed assume addirittura il significato di "viaggiatrice". Lo scelse per lei la madre quando nacque a Roma, quindi si presuppone che la più corretta pronuncia sia quella italiana, ma con tutti gli anni che ha passato in Francia, a Lione e poi a Parigi, ormai le suona più familiare l'accento francese che strascica la coda del suo nome con quella sorta di "s" mezza gutturale.
    Cognome: Morel; cognome che viene registrato nella storiografia come nome di scudieri e personaggi vicino a grandi feudatari francesi. Un altro ramo dei Morel viene attribuito ad una casa molto illustre della Bretagna. Lemoine; di origine nobile e altrettanto francese, pare essere originario di Bigorre, una piccola regione del sudovest della Francia, all'interno della più grande regione della Guascogna. Eventi e fatti storici di piccola o grande portata hanno permesso al ceppo originario di dar luogo a numerosi rami del nome fioriti in varie regioni francesi.
    Il doppio cognome deriva dalla scelta dei suoi bisnonni di dare a suo nonno paterno il cognome di entrambi i genitori, cosa che Beatrice consequenzialmente ha ereditato poi da suo padre.
    Data e luogo di nascita: 15 agosto 1995, Roma (Italia).
    Segno zodiacale: Leone ♌
    Stato di sangue: Purosangue.
    Allineamento: Legale Neutrale.
    Orientamento sessuale: Eterosessuale.
    Status: Sposata, Søren Pott
    Credo religioso: Cattolico romano.
    Occupazione: Piramide - Reliquiarium, Centro Analisi e Ricerca Reliquie


    LAYOUT SCHEDE BY HIME

    NO MATTER WHAT IT TAKES, I'LL TRY TO SAVE THE GHOST LIGHTS

    Sua madre aveva sempre amato l'arte. Questo almeno è uno dei primi e vaghi ricordi che Beatrice conserva di sua mamma: le immagini stampate di Kirchner, le copertine arricciate delle riviste, i nomi stampati a caratteri chiari sulle costole dei libri, da Masaccio fino a Picasso. "Mi dispiace, mon ami, ma le performance per me non sono arte. Personalmente non mi trasmettono niente se non un'ansia indescrivibile". Fu nel salotto di un hotel a Roma che sua madre Isabella, e suo padre Maxime si videro per la prima volta. Si conobbero davanti alla storia di un quadro rubato, celando dietro ogni singola parola in merito a quel Kirchner il proprio personale assenso a quella che sarebbe stata la loro temporanea collaborazione richiesta ad entrambi dalla setta. Si strinsero la mano quella sera e sigillarono in una stretta il loro nuovo rapporto "di lavoro".
    Beatrice nasce in quella stessa Roma il 15 agosto del 1995, in una città quasi deserta e soprattutto accaldata. Di quella città ricorda poco se non le rovine che gridavano tronfie e placide l'universale storia, come salde in una secolare certezza fatta di pietre e marmi spogliati, le strade larghe e una canzone italiana intrappolata tra le labbra di Isabella e di quando probabilmente era ancora innamorata di suo marito. Rimane fino all'età di 5 anni a Roma: quella città è un flash, un ricordo lontano ma stranamente nitido, quieto e vivace insieme. I suoi genitori non possono badare a lei, non possono crescerla come dei normali parenti: l'essere Assassini non permette loro niente, nessun legame affettivo, nessuna fragilità, niente che possa rappresentare un bersaglio per i nemici, e già lo sposarsi si rivela essere stato un tragico e sciocco errore, una scelta mal ponderata fatta da due sentimentalisti. Beatrice lascia Roma con sua zia paterna, Théodora e comincia la sua vita a Lione. La Francia, due anni più tardi in Parigi, diventa veramente casa.

    2006 - 2013
    È la prima volta che lascia casa. La prima volta che possa considerare di andare a vivere in un luogo che non ha niente di familiare. La prima volta in cui ha veramente coscienza di ciò. A 11 anni Thèodora la iscrive a Beauxbâtons: Beatrice non sa nemmeno cosa ne pensino maman e papa, in realtà li sente così poco. Le è capitato di incontrare la zia camminare avanti ed indietro quasi nervosamente sul povero parquet del loro appartamento vicino a Place des Vosges, con il telefono incollato all'orecchio e sulle labbra il nome di Maxime. A volte le capitava in quel caso di sentire la voce di suo padre oltre la cornetta, mentre a volte si ritrovava la piccola mano nervosa di Théodora quasi sventolata sul viso come a dirle che per quella volta suo padre doveva riagganciare velocemente. Finalmente quando è riuscita a parlare con sua madre, per dirle della nuova scuola, dall'altra parte la sua voce giovane ma austera ha avuto una flessione di dolce allegria materna. Dura appena un minuto poi le butta un piccolo bacio che chiude la telefonata rimbalzando tondo sulla cornetta del telefono.
    Beatrice a Beauxbâtons si integra bene; già Théodora le ha insegnato rigore e buona educazione e non fa fatica ad adattarsi alle regole del sano galateo che eleganti professoresse cercano di impartire a ragazzi più o meno disciplinati. La casacca azzurra le dona molto. Ma la scuola non è la casa, non ci sono le regole severe di Théa: esistono, ma i corridoi sono tanti e gli anfratti dove nascondere le rane prese in giardino ancora di più; ed è bravissima Beatrice, la sua casacca azzurra resta sempre intonsa nonostante passi molto del suo tempo libero in giardino a scavare con le dita piccoline nella terra per tirarne fuori assonnati lombrichi. Nell'appartamento di Parigi non c'era un giardino: chiocciole, lucertole e scoiattoli sono tutti a Beauxbâtons nelle ore libere. Le prime amicizie, quelle vere, quelle che vanno oltre i suoi occhi vispi e il suo sorrisino tremendamente pungente, nascono tutte nei dormitori, nelle aule, nei corridoi della scuola. Raffrontarsi con gli altri modella il carattere nascente di Beatrice, plasma i suoi affetti, maneggia tutti i suoi sentimenti. Non dimentica la prima volta , davanti allo sgomento generale per l'incendio appiccato nella scuola, davanti alle facce terrorizzate, sdegnate, irate di alcune temporanee compagnie di dormitorio, in cui si è dovuta mangiare le labbra, la lingua, le guance, tutto ciò che potesse permetterle di esplodere in delle sonore risate. La signorina seria e accattivante sul tubo di lacca in mano a Florent Lacroix la fa sempre ridere se ci ripensa: sugli occhi da lince di quella modella spiaccicata sulla latta si rende conto di quanto ancora e sempre la diverta un po' di sana sregolatezza. Nasce l'emulazione verso i compagni più grandi come Oscar, e nascono legami sinceri, come quello con Amir e Sara.

    2013 - 2018
    Non è mai stata Beatrice ad una festa di diciotto anni. Certo, non li ha ancora nemmeno lei. Per soli due mesi a Beatrice viene negato il permesso di partire per l'Egitto insieme ad Amir e Sara. Glielo ha visto mimare tante volte sulle labbra, Amir gli ha soffiato tante volte davanti agli occhi il vento caldo e la sabbia del deserto. Basta dare un bacio sulla guancia a Saraswati per sentire il profumo lontano degli aromi e delle brulle campagne nilotiche. Più volte lei ha provato a fare lo stesso scimmiottando gloriose descrizioni di una Roma antica e moderna che a stento ricorda, ma non è la stessa cosa. Ma se lo ripromette Beatrice: tempo due mesi e da maggiorenne farà tutto quello che le pare. È avventata, è un desiderio forse ancora infantile ma che le nasce dal profondo del cuore perché gli anni a Beauxbâtons sono finiti e non ha idea di cosa succederà: resta sospesa, pensando e non volendoci pensare al futuro più prossimo, quello dove ognuno prenderà la sua strada e dove Beatrice prova a mentire a sé stessa che manterrà dei rapporti tanti solidi. Non lo sa ancora, ma non è così brava nelle relazioni. Per questo nell'impeto vorrebbe partire anche lei, vorrebbe festeggiare in Egitto i diciotto anni di Sara e prolungare quelli che non vorrebbe fossero gli ultimi momenti insieme. Non è stata nemmeno invitata, ovviamente, ma non importa. I giovani spiriti e avventate speranze di Beatrice vengono semplicemente, innocentemente, saggiamente fermate in maniera rigorosa dalla stessa zia. È troppo giovane per partire da sola, e insieme gli altri no categorici risultano troppo adulti perché le efferate fantasie le permettano di capire.
    Pare quasi uno strano gioco del destino. È venuta a conoscenza della vicenda di Sara in quello stesso magico Egitto, in quella che fino a pochi mesi prima avevano chiamato la loro casa. Pensa troppo diversamente Beatrice da come possa pensare Sara, Amir o le famiglie dalle quali provengono. Vorrebbe dire loro di mandare a quel paese tutti, che non esiste che nel XXI secolo si possano combinare matrimoni e legami con motivazioni che obliano totalmente i sentimenti, le emozioni. Pare quasi uno strano gioco del destino: mentre loro ritornano in Francia lei se ne è già partita per l'America, nell'unico posto che sua zia le concede di trasferirsi, la Brakebills per continuare a studiare, e studiare.
    Tre anni sono lunghi, Beatrice cresce, si fa vera e propria donna e all'interporto teme quasi di non poter riconoscere i vecchi amici verso i quali va incontro. In un abbraccio scopre che la Loira si è loro impressa temporaneamente sulla pelle. Sanno ancora di casa.

    Nel 2018 conclude gli studi specializzandosi in Alchimia, Magia Bianca e Magia Psichica, coerentemente a quelle che sono le sue capacità speciali ed assolutamente innate. Nonostante anni di solide ed orgogliose certezze Beatrice sperimenta ora, probabilmente per la prima volta, l'incertezza tatuata sulla sua stessa pelle, sulla fronte, sulla lingua che non le permette, neanche con sé stessa, di ammettere o anche soltanto di comprendere quello che realmente desidera fare della sua vita. Ha preso la scelta più logica: continuare con il tirocinio presso la Piramide, forse la scelta più facile ma la più pesante a livello emotivo. Un vermiciattolo apparentemente silenzioso le sussurra invece di studiare l'Arte, quella stessa che sua madre disprezzava nello stare in piedi nudo di un artista, e che amava profondamente invece nei tratti psichedelici e nervosi di un Kirchner.
    ZMSrtCm





    Søren Pott: Si sono conosciuti sul molo di Staten Island nel settembre del 2019, quando Beatrice era ancora una studentessa presso il Brakebills. Il 7 marzo del 2020, dopo pochissimi mesi, si sono sposati in Francia. Vivono tra la Georgia e New York, tra Okefenokee e Brooklyn. Hanno ad ora tre figli.

    Saraswati al-Fārisī e Faramir Rami: Amici di infanzia, sin dai tempi di Beauxbatons. Con Amir ha avuto una breve relazione durante gli anni accademici. Sara, nonostante i due siano ora una coppia, è rimasta la sua migliore amica e confidente.

    Maxime Morel Lemoine: Suo padre, insieme a sua madre, sono sempre stati Assassini, ed è grazie a questi che anche Beatrice si è recentemente unita alla congregazione. Nonostante non siano mai stati genitori molto presenti, Maxime ha protetto la figlia nella sua presenza e soprattutto con la sua assenza.

    Dimitrij "Mitja" Grimes, il branco: Amico storico di suo marito, dal momento in cui anche Soren ha contratto la licantropia, pure Beatrice ha cominciato a vivere la vita del branco.

    Errol Kulin e Callum Yaxley: Sono i maestri Assassini che l'hanno introdotta alla setta e alla causa, permettendole l'accesso all'Animus e quindi alla scoperta delle sue radici e antenati. Fa a loro riferimento all'interno della setta.

    Andre Félibien: Cacciatore, fratellastro maggiore, nato da sua madre che, a suo tempo, l'ha lasciato alle cure del padre, nascondendone l'esistenza persino a Beatrice.

    eg1egyN


    Edited by .happysong. - 30/7/2023, 13:18
     
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    Benvenuto a Brakebills!
    Ora sei ufficialmente un membro di Brakebills! La prima cosa che devi fare è inserire la pietra nell'inventario [è obbligatoria per poter partecipare a lezioni e quest] e comunica che la tua scheda è stata accettata e che quindi il prestavolto non è più prenotato ma IN USO, qui. Se è il tuo primo pg, ricordati di aggiungerlo nel censimento così verrai spostato nel gruppo Students. In seguito aggiungi il Libretto degli Incantesimi che poi trovare nel regolamento studenti, è molto importante perché altrimenti non potrai partecipare a quest o lezioni. Dovrai tenerlo aggiornato!
    Se il tuo PG è un Adulto ricorda di controllare regolamento degli adulti.
    Poi controlla nella bacheca se ci sono eventi in corso, potrai subito partecipare, oppure cerca qualcuno con cui ruolare in questo topic o sul gruppo di Facebook.
    Per i Maghi Neri/Necromanti il catalizzatore è sempre d'Onice, ma bisogna scegliere l'animale Totem. e ricordati che, nel caso il tuo pg sia uno studente, devi iscriverti correttamente nel Circolo di New York
    Ricordati di inserire il banner del GDR in firma!

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