Edie Crain

APPROVATA || Ex-Maledictus, Proprietaria Double Deuce, Studente Quinto anno, Animagus

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    Brakebills | 2021 - ora - 1
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    Maledictus| NO - 1991-2020
    Animagus| NO - 2021
    PROFESSIONE
    Cameriera | Webster Diner - 2007/2020
    Proprietaria/Cameriera | Double Deuce - 2020/ora
    ORGANIZZAZIONI E SETTE
    //
    FEDINA PENALE
    //
    IMMIGRAZIONE
    Americana | 1991 | Legale



    nome; Edie, è stata la madre a sceglierlo. È in "onore" di Edie Sedgwick, una delle muse di Andy Warhol
    cognome; nata Çevik, un cognome Turco, ereditato da suo padre e dal nonno prima di lui. Osmar Çevik non era completamente turco, suo padre lo era mentre la nonna, da quel lato della famiglia, era per metà Americana e per metà Francese; Crain da dopo il matrimonio
    nascita; 15 Novembre 1991. Hays, Kansas. Si è trasferiti a New York quando aveva appena 12 anni
    istruzione; ha studiato a casa per tutta l'adolescenza e infanzia. Suo padre si è sempre dedicato alla sua istruzione e, finché c'era, anche la madre faceva da tutore. Nel 2021 si è iscritta al Brakebills per studiare Magimedicina
    razza; a 10 anni, nonostante le speranze, ha mostrato i chiari segni che hanno reso ovvio di come, anche lei, avessi ereditato la maledizione del Maledictus come sua madre prima di lei [Pantera Nera]. Il 4 Luglio 2020 la maledizione è stata spezzata
    ruolo; ha lavorato fin dai sedici anni in una tavola calda nel Bronx, il Webster, dove viveva con la sua famiglia e dove è rimasta anche dopo, quando ha preso casa da sola. Nel 2021 ha aperto un Pub&Bar sempre nel Bronx, il Double Deuce, dove attualmente lavora.
    abilità; nel 2021 diventa Animagus, acquisendo l'abilità di trasformarsi in una Pantera Nera
    catalizzatore; Crisoprasio [+] Legno Fossile [-]


    1
    ha un tatuaggio con geometrie lungo tutta la schiena, posizionato proprio sulla colonna vertebrale
    2
    sul polso destro ha il simbolo del nulla; sullo stesso braccio, sull'esterno del polso, ha una grafica con un sole stilizzato; poco sotto l'interno del gomito, ha una scritta che recita "I wait for nothing now to change" da Don't it Looke like Rain di Jason Molina; sull'avambraccio, invece, ha un fiore con un serpente bianco. Sulla mano destra, sull'anulare, ha una linea nera, gemella a quella di suo fratello Joshua; sul medio, invece, ha delle foglie che si arrampicano sul dito; sempre sul medio, di lato, ha un piccolo sole con luna; sul dorso, dal lato del pollice, ha altre foglie
    3
    Sulla mano sinistra, in corrispondenza del dito medio, ha un serpente; sulla punta dell'anulare, invece, ha un piccolo occhio; all'interno dell'indice, ha un tramonto stilizzato; sul lato della mano ha il simbolo dello stagno. Sul lato interno del polso, ha una rondine, mentre dall'altro lato, sempre sul polso, ha un pezzo della traccia musicale di Farewell's Transmission dei Songs: Ohia; sempre sul polso, ha un disegno geometrico, e sulle vene un cuore anatomico e sopra un serpente con una rosa. Poco sopra l'interno del gomito ha un tramonto stilizzato, mentre all'interno del braccio, nella parte alta, ha dei fiori bianchi e neri. Sopra il gomito ha uno dei tre cechi alchemici, ne ha un secondo sulla spalla
    4
    Sul lato del piede destro ha un fiore di loto, mentre dietro la caviglia ha un fiore ornamentale; all'interno della caviglia, ha un'eclissi.
    5
    Sul piede e la caviglia sinistra ha un serpente; sul lato del ginocchio ha un'altra piccola eclissi. Sul lato del tallone ha il terzo cerchio alchemico. Sulla pianta del piede ha il simbolo anti possessione.
    6
    Sullo sterno ha un fiore di loto. Sul costato sinistro ha un serpente, mentre su quello sinistro un ramo con le foglie. Sulla clavicola destra ha altre foglie.
    7
    Sull'attaccatura della gamba sinistra ha un piccolo serpente, mentre a destra ha due fiori




    Non vivrò oltre i trentacinque anni. Non è sempre stata una certezza, e c'è stato un tempo in cui mia madre ha osato sperare che non rientrassi in quel settantotto percento di probabilità. Penso che sia normale che lo sperasse, come sua madre prima di lei lo ha sperato per lei e così, fino a otto generazioni fa, quando tutto è iniziato. La storia è stata tramandata di bocca in bocca, da madre a figlia, e forse ci si potrebbe chiedere perché continuala quando c'è un peso tale che da grembo a grembo si diffonde lasciando così poco scampo. Io non me lo sono chiesta. Non ho avuto figli, e non intendo averne, ma non mi sono mai chiesta perché, invece, mia madre abbia mandato avanti quella gravidanza quando ha saputo che ero una femmina.Speranza. La speranza che, prima o poi, il nostro sangue si purifichi; la speranza che, prima o poi, quella maledizione lasci la nostra vita. Lo farà con me. Fino ai miei dieci anni nessuno faceva progetti, perché sapevamo che alla soglia dei dieci la mia vita avrebbe potuto cambiare tanto radicalmente da non permettere di farmi trascorrere giorni normali. E accadde. Non ricordo quasi nulla di quelle notti. Ricordo di quando, guardando il tramonto, mi venisse da piangere. A volte lo facevo, e mia madre mi stringeva forte al petto prima di chiudermi nella cantina, con le lacrime agli occhi, e lasciarmi lì a passare la nottata. Tutte le notti. A quel punto lo seppi. Non vivrò oltre i trentacinque anni, forse i trentotto e, a quel punto, non sarò altro che quello che sono stata in quelle notti, con qualcosa di mio a battere in un torace diverso. Quando toccò a mia madre lasciarci per sempre restammo solo io, mio padre e Josh. Non ci permise di essere con lei fino alla fine. Un giorno, semplicemente, ci svegliammo con un biglietto lasciato in cucina, ma nessuno di noi la cercò. Avevo dodici anni, a quel punto erano passati due anni dalla mia prima trasformazione ricordo che, in quel momento, pensai che anche io avrei fatto così. Semplicemente, sarei svanita una sera, e non sarei più esistita. Avevamo detto a Josh che lui avrebbe potuto avere un'istruzione normale, la scusa per me era uno stato cagionevole di salute che m'impediva di stare così lontana da casa. Ma per tutto il tempo, mentre io e papà gli parlavamo, Josh fissò a terra e alla fine guardò me. Non sono contenta di come abbia deciso di vivere la sua vita, non sono contenta che abbia deciso di sacrificarla per me. O meglio, per un sogno che ha covato per me. Ci trasferimmo poco dopo che mia madre se n'era andata. Arrivammo a New York con qualche dollaro, una macchina, ed una casa che papà aveva comprato nel Bronx. Quando compii sedici anni iniziai a lavorare ad una tavola calda non lontana da casa, e lì sono rimasta sempre. Non ho una storia grandiosa, devo dirlo.Forse perché ho sempre cercato di prendere le piccole cose della vita, sapendo che non avrei potuto coltivarne di altre. Non sono andata all'università perché mi sembrava stupido spendere cinque anni a studiare quando poi non avrei avuto il tempo di mettere a frutto nessuna carriera, ma la verità è che a volte mi sembra tutto stupido. A venticinque anni le cose iniziarono a cambiare. Sapevo anche quello. I miei denti iniziarono a farsi più appuntiti e, anche se potevo controllare le trasformazioni, era quasi peggio quello del resto. Li modificavo, come li modifico, con l'Alchimia, così come faccio con gli occhi che sono quelli di un felino: innaturalmente gialli con una piccola pupilla nera che tende ad allungarsi. Non ho mai permesso neanche a mio padre e mio fratello di vedermi senza la copertura dell'Alchimia. Non voglio che nessuno di mi veda così, mai. Non voglio che sappiano, e non lo voglio per così tanti motivi che non saprei elencarli.


    Mi rendo conto di come sia difficile, alle volte, definirmi nel mio comportamento. Forse è perché mi sono concentrata per fare in modo che fosse così: inspiegabile. Troppo duro, troppo in superficie. La verità è solo che mi sono concentrata per tenere con me tutti quei piccoli segreti che ho pensato di dover proteggere, come fossero fiocchi di neve in un inverno troppo vicino alla sua fine, con già quel calore che minaccia di scioglierli. Non mi sono quasi mai aperta, neanche con mio padre o mio fratello, perché ho visto troppo spesso nei loro sguardi quella sensazione malinconica nata dal vedere sulla mia testa un numero che è un limite massimo. Non penso mai al futuro, mi concentro su quello che succede e ho dovuto imparare a farlo perché, prima, mi capitava di pensare a troppo in là e la gola mi si stringeva come bloccandomi il fiato. Ho avuto attacchi di panico per tuttala mia adolescenza, me li sono trascinati furiosi nella prima metà dei miei vent'anni e anche adesso, di tanto in tanto arrivano violenti come una tempesta che scarica fulmini e poi passa, esattamente com'è venuta. Ho parlato con me stessa, è così che sono diventati più radi. Ho accettato cosa non avrei mai potuto avere, ho accettato tante cose, e alla fine mi sono limitata a non pensarci più. Funziona, anche se di tanto in tanto un pensiero scappa e la marea ritorna, pronta ad assalirmi.


    Mi definisco una ragazza semplice. Forse perché, da ragazza, non mi piaceva avere troppi sguardi addosso, avevo bisogno di nascondermi così come nascondevo la mia maledizione, ed era difficile farlo quando sono sempre stata tanto alta da spiccare su molte mie coetanee. Per quello non mi sono mai agghindata troppo, da ragazza. Quasi per nulla. Adesso è diverso, qualche vizio me lo concedo sopratutto nel vestire, ma immagino che sia solo che nel tempo la mia mentalità si è molto liberata, perché più sono vicina più mi sento di volermi concedere piccole cose solo per coccolarmi un po'. Da mio padre ho preso la carnagione scura, così come gli occhi e i capelli, ma la forma della mascella, quella degli zigomi, è quella di mia madre. Spesso papà mi ha guardata, crescendo, e con un sorriso mi ha detto quanto le somigliassi. Certo, ora è un po' diverso. Ora ci sono alcune cose che non ricordano più lui o lei, ma solo la mia fine. Gli occhi, quando non li modifico con l'Alchimia, sono completamente gialli. La sclera, l'iride, tutto di un giallo denso, con la pupilla nera e stretta, minuscola. Li detesto. Forse li detesto meno solo rispetto a denti aguzzi. Ma anche io non li guardo troppo spesso, come se dovessi nasconderlo anche a me. Non che nonlo sappia, ma non mi piace vedere come è cambiato tanto questo volto.
    Altezza: 169cm
    Peso: 53kg





    Edited by usul; - 8/5/2023, 11:45
     
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