You can nail me to your cross

Josh/Cora | Villa Sinister | Bronx | 5 Giugno | Contenuti sensibili

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    Sono ad un passo dal mandare a fanculo tutto il resto del mondo e dimenticarmi per un tempo infinito di quello che sto realmente covando; della rabbia che provo, della frustrazione che mi risale le vene ed esplode in petto. Non mi interessa più un cazzo del come avverranno le cose quando Cora mi si avvicina tanto da risvegliarmi da un torpore che è durato per troppo. Quand'è che mi sono dimenticato come ci si diverte? Ci sarà tempo per crocifiggere Edie e già lo so che non avrò pietà per una balla che a me sembra più importante che a chiunque altro. Solo che adesso voglio distrarmi, voglio allungare le mie mani fino a sollevare la coinquilina di Chrys da terra quanto basta a farla aderire a me come si deve. E sì, lo vedo benissimo che lo vuole anche lei al punto che non mi serve alcuna conferma. Mi lascio piegare su di lei quanto vuole, perché lo so che sono capace di darle tutto ciò di cui ha bisogno, così come vedo che lei potrà fare altrettanto. Niente stronzate, niente smancerie che non voglio più affiorino, niente che mi impegni più di questo tempo che ci stiamo per prendere lontano da tutti e tutto. Sì, cazzo, sono umano al punto da non avere più niente che mi trattiene quando mi sfiora le labbra e sento solo un ringhio profondo che mi porterà a morderle non appena nessuno ci vedrà. Non sono un esibizionista, ma non ho la minima intenzione di spegnere il fuoco che divampa già tra la vodka e tutto il resto. Mi dispiace Ray, ma Cora ci sa fare un po' di più con la consolazione, scusa amico, quasi me la rido al pensiero ma è un ghigno più profondo quello che veramente le rivolgo mentre accorcio la distanza irrisoria che si illude di separarci ed allungo una mano fino ad avere una presa salda sul suo collo nudo. Lo faccio con una lentezza che promette solo di non far tardare tutto il resto, è anche questo un preliminare dopo tutto. Ed ora che so che nessuno verrà a bussare alla nostra porta per rompere i coglioni - sarei in grado di uccidere in queste condizioni, non scherzo - non ho niente che mi impedisca di farle desiderare un po' di più il fatto di non avere alcun vestito addosso quando rimarremmo così vicini ben più a lungo. Non esagero, però, credo sia abbastanza palese che non intendo allungare i tempi all'infinito, ho un bisogno assurdo di affogare ogni sensazione che sto provando contro di lei, su di lei, in lei e qualunque altra cosa voglia farmi sono sicuro che la accetterò perché cazzo io non ho voglia di giocare a nascondino stasera. Sono qui, lo sa Cora e lo so io, e c'è ancora troppa gente che ci circonda per i miei gusti, lascio lampeggiare questo pensiero perché sia evidente. Ho una presa salda che non lascia intendere alcuna innocenza. Mi piego abbastanza perché le mie labbra raggiungano la pelle tesa del collo e la sfiorino mentre inspiro il profumo che le appartiene convincendomi che per un po' sarà anche il mio, che lei sarà mia per tutto il tempo che ci servirà a dimenticare una serata di merda ed una vita che non è che sia tanto meglio in generale. «Andiamo a smettere di parlare da qualche altra parte..» Suona come un imperativo che lascia spazio solo ad un ultimo ripensamento, un ringhio sottile che mi appartiene solo quando non ho palle di mostrarmi sostenuto quando non serve a niente, anche se non sono una bestia fino a questo punto. Ma ho anche detto che sono un libro aperto, e quindi so come farle capire che la voglio in questo esatto momento, premendo appena il pollice lungo la linea della sua mandibola. Il mio cervello è ad un passo dallo spegnersi e Dio, non vedo l'ora che accada, che mi lasci in pace perché adesso non me frega davvero più niente del resto. Non la bado la musica che cambia, torno solo a guardarla per capire se ho letto quello che dovevo nel suo sguardo, perché il mio è così limpido che difficilmente potrebbe sbagliarsi. Sono già oltre, sto già immaginando quanto poco mi ci vorrà a slacciare il corpetto e stringere le dita attorno ai suoi fianchi. Col cazzo che mi tiro indietro.
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    Edited by nocturnæ - 31/8/2020, 13:33
     
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    Una delle cose più divertenti della mia situazione, qui da Chrys, è che la mia sola esistenza è una costante presa per il culo per la maggior parte delle persone qui presenti. Anche lui, Josh, non credo possa mai immaginare che si sta per portare a letto una strega centenaria all’epoca particolarmente dotata, come non se lo immagina praticamente nessuno se non quelle due persone che sanno chi sono. Cioè, una volevo dire, mia sorella è l’unica che sa chi sono e la cosa deve restare così, per puro spirito di sopravvivenza chiaramente non perché non vorrei mai trovarmi a parlare delle gioie e delle brutture della mia lunghissima vita. Chiaro. E ora uso il sarcasmo come se non me ne importasse niente ma la realtà è che preferisco non pensare al mio passato, e vorrei assestarmi un bel cazzotto in faccia da sola in questo momento perché nell’usare questi inutili esseri umani e il buon sesso che mi regalano, il mio scopo è esattamente quello di non fare ciò che sto facendo adesso. Perdermi in pensieri che dovrebbero essere ben relegati sul fondo, invece guardali come salgono in superficie come cadaveri gonfi d’acqua, vengono allo scoperto così facilmente. Come quello di mia sorella, quella più piccola, morta così presto. Beh, che dire, sarà che oggi sono di malumore altrimenti non penserei a Carlisa. Sarà quel pensiero un po’ rabbioso che mi fa sentire un oggetto inanimato nelle mani degli altri, che di solito mi va più che bene, altre volte no. Non che mi senta diversamente ora, sotto gli occhi di Joshua. Che poi è pure per questo che tendo a concentrarmi sulla gente che ho intorno, certo è vero che sapere tutto di tutti è un grande vantaggio in qualsiasi situazione, la conoscenza è potere e blabla, adoro le frasi fatte. Però, beh, a furia di pensare agli altri in quel modo che affila lo sguardo per trovare i loro scheletri negli armadi e puntarsi oltre la pelle nel trovare cosa esiste al di sotto, a se stessi si pensa soltanto nell’automatismo freddo dell’egoismo. Non c’è rischio, solo l’attenzione necessaria a scovare qualsiasi dettaglio che possa portarmi alla certezza inconfutabile che sopravviverò a qualsiasi cosa. Potrei esserne meno certa, perché è proprio la certezza superba che fa abbassare le armi, fa sentire così vulnerabili e scoperti, e alla fine conduce alla disfatta. Ma io lo sono in un modo diverso che non è stupido, è solo consapevole che farò qualsiasi cosa in mio potere e nel potere degli altri, quando è possibile, per vivere ancora molto a lungo. E, certo, ora come ora sarebbe carino se il mio cervello la smettesse di macinare tutte queste puttanate dato che semplicemente potrei godermi una scopata come un’altra slacciando qualsiasi ragnatela di riflessioni, però. Però. Sono curiosa del motivo per cui Joshua sembra così infastidito dalla vita in questo momento e ciò attiva la mia mente. Non ci posso fare nulla, è tipo una deformazione professionale. Per me ora, guardare lui, è come vedere una cassaforte dal complesso funzionamento e Dio solo sa quanto vorrei riuscire ad aprirla. Smettere di parlare, comunque, sarebbe bello se smettesse di parlare anche la mia testa. Mi scosto da lui assecondando i suoi movimenti come onde che si allungano per divorare la sabbia che hanno già segnato, e lo faccio con un passo che indietreggia ma che non muove gli occhi dai suoi. Non dico niente, ci sono momenti in cui parlare ad alta voce ha così poco senso che ogni suono verrebbe mangiato automaticamente dai rumori che si accumulano di sopra. Così semplicemente mantengo lo sguardo e lo faccio compiendo un altro passo, e un altro ancora e così via verso le scale sicura che tanto mi seguirà, non devo neanche davvero pensarci, le sue intenzioni sono ovvie quanto le mie infondo e non c’è alcuna ragione per temporeggiare più del dovuto. Quel dovuto che tende tutte le corde di corpi che stanno già delineando profili che si intrecciano e non chiedono altro che la pace dei fottuti sensi. La porta della mia stanza la apro con un gesto della mano che frusta l’aria, una banale spinta telecinetica che per me sono semplici quanto respirare, per ovvi motivi, ma ovviamente questi sono dettagli che nessuno conosce eccetera. Non è importante ora. La cosa importante adesso è come rapidamente agito la stessa mano con un gesto secco per richiuderla mentre mi avvicino a lui, piantandogli i palmi sul petto per spingerlo verso il letto, decisamente non con tutta la forza che possiedo.


    Edited by hime. - 27/8/2020, 21:17
     
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    Mi piace come sappia indicarmi una direzione senza dire assolutamente niente, perché questo è lo scopo di tutto: spegnere ogni parola, soffocarla finché l'unica cosa che vorrò sentire sarà il lento risuonare dei gemiti contro la mia pelle. Non mi serve impegno per seguirla senza guardarmi tanto intorno, il contesto è diventato così irrilevante che se anche adesso esplodesse un'altra finestra non me ne importerebbe sinceramente un cazzo. Della vodka nella bottiglia non è rimasto quasi niente, ma riesco a rinfrescarmi la gola fino a vuotarla del tutto e lasciare la carcassa vuota sull'ultimo appoggio a disposizione prima di salire le scale e cambiare piano. E' il desiderio che spegne ogni pensiero, quello che mi attraversa lo sguardo che le rivolgo quando ancora mi è di spalle e mi sta guidando nella sua stanza. Ho un po' la sensazione di entrare nel covo di una vipera, ma questo non fa che aumentare il ghigno che difficilmente mi toglierò di dosso. Il resto lo fa un approccio abbastanza cristallino che mi dà ben poco tempo per studiarmi la stanza. Ma in fondo, a chi interessa? Le stanze a casa di Chrys sono tutte uguali ed a me basta un attimo per adattarmi al contesto e divertimi con quanto avremo a disposizione. Mi lascio muovere per assecondare un gesto che sarà anche in parte mio. Mi piacere quando è chiaro ciò che si vuole da me e non ci sono segreti da svelare che valgano più della mia presenza, o della loro. Mi appoggio sul materasso che ho già rimosso la mezza giacca con cui sono arrivato fin qui, ma soprattutto ho allungato una mano per cingerle il fianco e trascinarla a fondo con me. A questo gioco so giocare anche io, e le regole possiamo inventarcele come preferiamo. Così con l'obbiettivo di lasciar affondare la sua, di schiena, lungo il copriletto, mi riapproprio di un contatto visivo che non cancello quando con una mano le accarezzo con calma studiata il profilo del collo, scivolo lento lungo i lacci che costringono il mio divertimento rinchiuso in una gabbia da cui presto sarà libero, è una promessa. E' tutto così istintivo che davvero non ho più bisogno di chiedermi il perché di niente, ho già tutti i miei problemi chiusi in un baule fuori dalla porta e col cazzo che andrò a riprendermeli ancora per un po'. Ora ho qualcosa di più bello su cui concentrare tutta la mia attenzione, e non ho il minimo rimpianto a martellarmi in testa. Studierò il suo corpo come si fa con un tempio, e poi lo deprederò di tutto finché non sarà così stanca da implorarmi di smetterla di girarci intorno. E non me le faccio mai ripetere due volte queste frasi. Mi abbasso senza aderire a lei, solo per il gusto di prendermi le sue labbra con un gesto che è puro desiderio, quasi animalesco, quasi impersonale, ma non distaccato; quello mai. E la mano che è scesa ha trovato i laccetti che sfila con un po' di fretta in più, ma solo perché so che non voglio perdere troppo tempo con il vestiario di cui mi interessa ben poco.
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    Edited by nocturnæ - 31/8/2020, 13:33
     
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    Vorrei che ci fosse un interruttore per tutto, soprattutto per la mia testa e la mia vita nel complesso, così da potermi spegnere a comando. Il sesso dovrebbe essere questo, perdermi negli altri con la sottile e avvizzita speranza che una volta o l’altra possa sentire qualcosa di diverso dall’unico scopo per cui porto avanti questa recita; naturalmente questa speranza la uccido nel momento stesso in cui si presenta, però continuo a trascinarmi dietro il suo cadavere come un peso morto che perde pezzi lungo la strada e io, non faccio altro che tornare indietro ogni volta per ricalpestare le mie stesse orme. Perché c’è sempre quella verità che non voglio vedere e che, per quanto la nasconda, persiste come un fottuto cancro in ogni centimetro della mia pelle che Dio, vorrei mi strappassero via con rabbia ogni tanto. Quella che in fondo lo sbandiera ai quattro venti che sono ancora tanto umana da potermi affossare nel desiderio di non sentirmi poi così abbandonata dal mondo stesso, da ogni cosa, in realtà, letteralmente da tutto ciò che è stata la mia vita. E no, non mi consola avere quelle due persone che sono punti vissi che ho inchiodato con cura per consolarmi ogni tanto, anzi, crogiolarmi nel pensiero che a qualcuno importi della persona che sono in quel preciso momento storico. Sono imbarazzante, una cazzo di ragazzina depressa che si taglia i polsi e chiede attenzione, praticamente, a parte per il fatto che le attenzioni le chiedo in questo modo che in fondo mi dipinge esattamente per ciò che voglio apparire. Una tipa così facile che se la potrebbe sbattere chiunque. Non che mi importi di ciò che pensa la gente di me, di questi giudizi più che altro anche perché ne ho ricevuti tanti, i più disparati, diversi a seconda degli usi e costumi delle varie epoche in cui ho vissuto e posso dire che sì, ne ho collezionati parecchi. Quindi no, davvero non m’importa davvero di cosa credono che io sia o di come mi comporti anche perché tra meno di cent’anni saranno tutti morti e passerò agli altri che verranno dopo, alle mie seguenti compagnie. In fondo poi, è questo l’altro motivo che mi porta a non affezionarmi a nessuno perché tanto dai, tendo a sopravvivere alla maggior parte delle persone che conosco. Sono incoerente me ne rendo conto, mi lamento della mia solitudine e poi sono la prima a costruirmela esattamente così, però beh, sono fatta così. Una perenne insoddisfatta. Infatti adesso che mi sto un po’ godendo il modo che ha di toccarmi lui, Joshua, tengo anche gli occhi ancorati ai suoi ma non lo sto davvero guardando. Intendo davvero, in quel modo che parla e che dice tutto quello che passa dietro le cornee senza proferire una cazzo di parola ad alta voce. È normale no, che non voglio che mi legga, oggi che a caso mi è presa così di merda senza una reale ragione che sì, lo so qual è, ma farò finta ora, in questo preciso momento, che non esiste. Tanto, voglio dire, è sempre la stessa storia che continua imperterrita da anni, secoli, e l’ultima persona che posso considerare mi abbia mai davvero vista, è morto poco dopo avermi sposata e non è rimasto. Un po’ sono incazzata con lui per questo, che se ne sia andato quando invece io sono restata incastrata nella fottuta Cortina, perché la storia che non aveva conti in sospeso era una cazzata, avevo una figlia dopotutto, quindi ha deliberatamente deciso di levarsi del cazzo e oddio, basta. Volevo solo farmi una scopata in santa pace e invece no. Con un gesto più secco muovo le mani per andare a slacciare i miei shorts facendo scendere la zip, si occuperà lui di scenderli, e poi le faccio cambiare traiettoria per raggiungere i suoi pantaloni e liberare anche quelli. Allungo il volto verso il suo per farlo scontrare con il mio nel frattempo, in una stretta di labbra che vengono sostituite dai denti trattenendogli il labbro tra questi prima di lasciarlo andare di nuovo. Così appena le mani sono libere gliele presso sulle linee dei muscoli, premendo solo un po’ le unghie nella pelle e facendole risalire fino all’attaccatura delle spalle da dove lo spingo di nuovo, in modo che capisca che è arrivato il momento di scostarsi e togliersi, e togliermi, di dosso gli ultimi impedimenti che restano.


    Edited by hime. - 27/8/2020, 21:16
     
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    Concentrarmi su Cora è l'unica cosa che sa distrarmi dal fastidio che mi provoca ancora quell'immagine ricorrente di Edie che trova il coraggio di mentire come una ragazzina e farsi trascinare via. Ci penso un'ultima volta, una fottuta ultima volta e dopo lo sbatto fuori dalla porta con un calcio ben assestato perché non mi tormenti quando ho altro a cui pensare. Ed è forse anche per questo che adesso io ho solo bisogno di affondare nei respiri che sapranno farsi incandescenti quando non ci sarà più una distinzione netta dei nostri corpi. Le sorrido, avaro di questi gesti di cui non mi stancherò mai e che mi mandano su di giri quando diventano reciproci senza alcuno sforzo. Perché è questo alla fine il centro di tutto; che non c'è sforzo che ci imponga di fare quello che stiamo facendo, nessuna pistola puntata alla testa e nessuna cazzo di paranoia a fermare il mio incedere. Né per me, né per lei. Almeno non espressa pubblicamente, che poi invece abbiamo una vita stronza a pesarci sulle spalle è un altro discorso, uno di quelli che ora non dobbiamo fare per forza. Non lascio minimamente la presa che ho salda al lato del suo collo morbido, perché per alcune cose mi basta una mano sola. Affrettare i tempi affinché si arrivi presto al momento in cui niente terrà lontano la mia pelle dalla sua non mi dispiace affatto, e come lei mi aiuta liberandosi di quegli shorts che trascino velocemente verso il basso finché non finiscono a terra o in giro per la stanza, poco mi importa perché non stacco gli occhi di dosso da quel corpo divino che si ritrova e che ora finirà centimetro per centimetro a contatto con il mio. Non sono uno che si eccita con poco, ma cazzo ti sfido a passare davanti ad una così e non sentire nemmeno un impulso che ti ricordi che non ti è andata niente male se poi hai saputo conquistarla almeno un po', almeno per una sera. Io in effetti non ho idea del perché abbia assecondato il mio interesse, c'è un sacco di gente qui sotto, ma non sono un idiota e non me lo chiedo due volte. Invece le rivolgo uno sguardo più famelico quando anche i miei jeans finiscono nel dimenticatoio insieme ai boxer, perché ora tocca a lei - con il mio generoso aiuto - privarsi di tutto perché possa essere io l'unico vestito che indosserà per un bel po' di tempo. Glielo soffio tra le labbra, questo mezzo ringhio, quando non le lascio il tempo di allontanarsi troppo dopo che ha già lasciato scorrere le sue mani su di me, perché io voglio che tornino lì, ma che non sia banale perché nulla con me qui dentro dovrà esserlo. Ma soprattutto perché se spera che non la coinvolgerò in ogni ansimo che non vedo l'ora di strapparle, si sbaglia di grosso. Le cingo la vita con una sicurezza che potrà lasciarle scampo solo se me lo chiederà e la attiro a me mentre con una mossa un po' collaudata faccio alzare in piedi entrambi con naturalezza, senza interrompere il contatto visivo con i suoi occhi, perché sì il suo corpo è perfetto, ma sono loro che sapranno farmi formicolare ogni senso. Faccio giusto due passi indietro, per appoggiarmi al mobile con lo specchio - tipico dell'arredo secondo Chrys - e la avvicino facendola aderire un po' meglio a me. Una mano affonda tra i suoi capelli e sono già impegnato con l'altra a percorrere la linea dei suoi fianchi fino alle natiche. E la bacio, dio se me le prendo quelle labbra e se ricambio quel morderle che per me è solo l'ennesima dimostrazione che non intendo negare quanto io la desideri adesso, quanto sappia farmi impazzire questa situazione, quanto ne ho bisogno e quanto voglio che lei ne abbia.
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    Mi sono presa una piccolissima libertà, picchiami pure. <3


    Edited by nocturnæ - 31/8/2020, 13:33
     
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    Se dovessi proprio esprimermi sinceramente, Joshua non me lo aspettavo così. Non mi aspettavo mi facesse sentire desiderata in questo modo e sopratutto, in realtà, non mi aspettavo che mi facesse sentire qualcosa in generale. Qualsiasi cosa. Non sono abituata perché, beh, di solito non mi appassiono davvero al sesso quando lo faccio, è solo una roba che viene e che va, che fisicamente mi sa prendere perché è fatto chimicamente per questo ma alla fine, voglio dire, sono molto in pochi quelli che mi sono riusciti a smuovere in un senso diverso da quello strettamente fisico. Sarà anche che in generale tendo ad aspettarmi niente dalla gente su proprio tutti i fronti, del tipo che guardo verso l’orizzonte e ci vedo solo una linea ferma senza nessuna nave che si decida a tornare. E io ne ho aspettate di navi, nel 1800. Ho aspettato molti velieri qui a New York e il loro ritorno, ho aspettato chi ci aveva navigato sopra per mesi avendo di lui soltanto sporadiche lettere. Ma con l’avanzare del tempo, con occhi che hanno visto troppe morti, mi sono obbligata ad imparare che certe navi non tornano mai e alcune nemmeno salpano. Eppure adesso, non riesco davvero a negarlo con tutta me stessa che questo modo che ha lui anche soltanto di guardarmi mi fa pensare che voglia proprio me, e non una qualunque; certo probabilmente fino a dieci minuti fa avrebbe optato per una qualunque, ma ora sembra che invece sia io il punto focale di tutto questo e ho deciso, in questo preciso istante, che voglio godermelo. Poi insomma. Non spero che Joshua, come il resto della popolazione umana, non si riveli uno stronzo che alla fine sguscerà via da questa stanza senza nient’altro che un saluto disinteressato e a mai più rivederci. Cosa che da un lato mi va anche bene in realtà, non è che io voglia esattamente un qualsiasi impegno ora o mai, in generale, in tutta la fottuta eternità. Quindi chiaro, questo è perfetto come lo sono state tutte le altre volte con tutti quegli altri stronzi che si sono susseguiti nella mia esistenza, sempre più velocemente diversi e sempre meno duraturi man mano che accumulavo nuovi anni a quel conteggio mentale che non tengo neanche esattamente. Non sono neanche una che festeggia il suo compleanno. Mai festeggiato quando ero bambina, mia madre non era esattamente una tipa tenera e dolce con me; però me lo ricordo quando sono nata, e anche quando sono morta. Il 30 Settembre del 1692. Si potrebbe dire che avevo solo vent’anni, circa, ma a quell’epoca eravamo molti più grandi a quell’età e io ero già sposata con figlia, sistemata. Se non fosse stato per mia madre avrei avuto forse una sorta di vita normale, ma beh, è andata come è andata. Quindi vorrei dire, è normale che ora tutti questi impulsi che provo tendo a scavalcarli e a tornare più fredda ma, devo ammettere, non ci riesco più così bene perché mi trovo a guardarlo, e a guardare anche il suo sorriso, e mi viene quasi da ricambiare. Quasi. Poi non lo faccio, però ho sentito muoversi il muscolo delle labbra e giuro che volevo morire, come voglio morire adesso che inevitabilmente mi stringo di più a lui con una presa che si fa ferrea ma non di ghiaccio, una presa che vorrebbe andare sotto la pelle e artigliare i suoi muscoli per legarmici a fondo. Le braccia gliele faccio scorrere oltre le spalle per premere le mani sulla schiena in un moto che scende e nel risalire si incastra appena con unghie contro l’epidermide. E sì, lo bacio anche io, e mi sento affamata di tutto ciò che mi sono voluta tolta dalla bocca per abituarmi a non averne mai più, qualcosa di più vero, qualcosa che abbia un’anima, qualcosa che sia vivo e che respiri anche rantoli di sangue, non m’importa se sia morente o solo una speranza illusa, bastia che sia reale. Non un’idea, non un concetto, non un’azione vuota, ma una spinta che mi chiede qualcosa che io posso dare esattamente come io chiedo qualcosa che è da troppo tempo che non chiedo più a nessuno, pensando che nessuno appunto, me l’avrebbe data. Quindi mi ritraggo un attimo con la testa solo per guardarlo, giusto un paio di secondi davvero, è una cosa piccola e in fondo spero che neanche noti alcun cambiamento nei miei occhi ma sì, lo faccio, e poi torno a baciarlo di nuovo alla stessa maniera che avrebbe un disperato di annegare sott’acqua.


    Edited by hime. - 27/8/2020, 21:16
     
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    Non so cosa ci sia di meglio del vederle una scintilla diversa negli occhi, qualcosa che mi dica in qualche modo che ha capito che non sarà niente che potrà dimenticare tanto facilmente, non con me. Ne va del mio onore, ne va di me stesso, perché sono stato educato bene, da un uomo che ha sempre saputo cosa volesse dire trattare bene una donna e per quanto questo con Cora non sia amore, non vuol dire che io debba usare il suo corpo solo come un cazzo di contenitore vuoto. E' umana, è come me, ma se a me piace anche fare l'oggetto ogni tanto, non vuol dire che non mi piacerebbe quel briciolo di complicità che mi fa pensare ci sia un senso nell'aver scelto me e non Orlando o chi altri là sotto. E se ha scelto me, io ho scelto lei, quindi c'è poco da scherzare sull'impegno con cui assaporo il suo corpo con i polpastrelli e lo percorro da cima a fondo trascinandola a me in un moto continuo di distacco e vicinanza, così da rendere sempre meno sopportabili i momenti in cui la nostra pelle non si tocca. E poi ho un debole per quando mi stringono la schiena e ci affondano le unghie come volessero strapparmi la pelle di dosso, perché in realtà lo fanno, lo fa e basta. E può capire quanto mi piaccia perché adesso glielo lascio questo basso ringhio vicino all'orecchio, tanto da poterle stringere il lobo tra i denti, senza farle male, ma senza lasciarle scampo. Non se ne va da qui nemmeno volendo adesso. Questi baci che diventano roventi con poco sono quanto di più eccitante io possa trovare in questa serata, e mi godo ogni centimetro che la mia lingua sa esplorare, ogni piccolo morso che diventa una battaglia a cui ci abituiamo così facilmente che mi sembra solo che lei stasera sia l'incastro perfetto. Resto attento nel momento in cui mi guarda, in cui si prende quei secondi per mandarmi un messaggio, qualcosa che sa farmi vibrare dentro un desiderio talmente forte che mi chiedo se anche lei non debba solo dimenticare tutto come me, che non mi sia più simile di quello che penso, meno "aggressiva" di quello che si potrebbe dire anche solo guardandola. Dio, mi piace così tanto che mi serve solo capire quanto sia una conferma per accarezzarle una guancia staccando senza fatica una mano dal suo fianco, fino a giocare con i suoi capelli che mi solleticano le dita. Tutto quello che vuoi, Cora. Sembra dire il mio sguardo, perché deve sapere che non rimpiangerà questi momenti tanto quanto non lo farò io. Respiro nel bacio che ci unisce di nuovo con la promessa di non separarci per molto tempo, mi muovo con cautela ma anche con sicurezza e giro entrambi con un solo braccio attorno alla sua vita, perché possa lei appoggiarsi e sedersi sul mobile, nuda come me, ed è a quel punto che non mi preoccupo di un primo affondo che lascio la riempia per lo spazio che non ci deve dividere. Scivolo con le labbra lungo il suo collo e poi scendo fino a sfiorarle i seni che vorrei solo divorare con una voracità che si fa intensa ogni minuto di più. Ho fame di lei. Una mano le tiene ferma la schiena, aprendosi per tutta la lunghezza della sua spina dorsale, e con l'altra le tengo una gamba salda al mio fianco. Voglio sentirla ansimare da adesso fino alla fine del nostro tempo.
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    Edited by nocturnæ - 31/8/2020, 13:34
     
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    Cora King
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    Era da un po’ che non succedeva ma ora posso dirlo che ne vale la pena provare, provare e provare ad avere a che fare con la gente, se poi così dal nulla, mi ritrovo queste sorprese tra le mani. Sì, sto parlando di Joshua. Che è oggettivamente una bellissima sorpresa, un bel risvolto di questa serata del cazzo come beh, lo sono davvero molte. Mi posso permettere di dire che vivendo una vita così, solitaria e abbandonata quasi, non mi capita molto spesso di essere soddisfatta, e parlo di quella soddisfazione che punge sulle labbra e le fa distendere con un sorriso. Soddisfazione, perché andiamo, la felicità non esiste. Voglio dire, ho vissuto per abbastanza tempo, dovrebbe essersi alzate le probabilità, ma o sono proprio sfigata io e le statistiche non sono dalla mia parte, oppure non c’è proprio l’eventualità di essere felici, non esiste questa bella favoletta che hanno inventato all’alba dei tempi per illuderci e non iniziare ad arrenderci all’evidenza che l’estinzione di massa è la fine migliore a cui potremmo aspirare. Ah, sono proprio un’inguaribile pessimista. Che fatica avere a che fare con me, per fortuna che nessuno lo fa davvero; l’unico che mi sopporta è Chrys ma con lui mi comporto diversamente, non mi allargherò a dire che gli voglio bene ma dai, in fondo, e lo ammetto con un’alzata di occhi, potrebbe essere che un po’ desidero il suo bene. Ma, insomma, i desideri anche loro sono delle belle illusioni del cazzo, quello che possiedo l’ho ottenuto con la forza, persino essere qui ora dentro questo corpo che non è il mio. Forse un tantino mi manca essere me, intendo guardarmi allo specchio e vedere Eliza Graham, ma che ci devo fare se quel corpo ormai è un ammasso di ossa rinsecchite. Eliza, in un certo senso, è già andata. Da molto tempo. Anche se in queste sporadiche occasioni mi sento un po’ più lei, un po’ più me, sarà che mi fanno tornare indietro a quando esisteva qualcuno che sapeva come farmi provare un briciolo di umanità. E allora va bene, Joshua, se mi vuoi posso concederti di avermi per una sera. Io non dimentico niente, non dimentico nessuno sguardo, nessun gesto, nessuna accortezza e non è perché sono una persona rancorosa, se dovessi portare rancore con l’immortalità che mi ritrovo mi avrebbe già bella che corrosa a questo punto, no, è solo che sono attenta a molte cose. Quindi di lui sto notando molte che, volente o nolente, mi appunto nella testa. Tipo questa carezza, sarà magari una cazzata ma forse no, e nel dubbio io direi che me la conservo in un punto un po’ segreto della mia testa, va bene? Sono anche una che si sa accontentare di poco, sono viziata per le cose stupide, quelle superficiali, come vestiti e oggetti, ma quando si tratta di quello che purtroppo è davvero importante allora sì, tendo ad accontentarmi anche solo di uno di questi sguardi. In questo caso specifico, proprio uno dei suoi sguardi. Gli allaccio entrambe le gambe intorno alla vita e qualsiasi sospiro io lasci andare da ora fino alla fine, voglio che lo sappia che sono per lui. Direi che se li merita. Quindi se una mano gliela infilo tra i capelli per stringerli in una morsa che li tira abbastanza ma non così tanto da far male, l’altra la faccio scendere sul suo viso per prenderglielo tra le dita che affondano nelle guance e lo tiro su, verso il mio, dopo avergli lasciato qualche secondo a bearsi di questo corpo che in effetti, mi rendo conto, è proprio uno di quelli che va assaporato. Non troppo tempo però, perché l’ho detto che se mi vuole mi avrà, quindi lo tiro per arrivare di nuovo alla stessa altezza e così spingo il volto sul suo senza baciarlo ma solo facendo accostare qualsiasi linea per poter divorare i suoi respiri con i miei. Poterlo guardare dritto negli occhi mentre è lui che ad ogni movimento mi fa contorcere refili d’aria e di voce sulle labbra. Sono suoi in fondo. La verità è che, tra tutte le cose che sono, sono anche una che ogni tanto, in rari casi, si concede e lo fa completamente. E non sto parlando del mio corpo. La mano con cui gli tenevo la faccia scende sulla spalla, sul braccio che tiene la mia gamba ancorata a lui ed è istintivo affondare le dita nella carne così come lo è per quelle che ancora tra i capelli, stringono più la presa senza curarsi poi troppo di fargli male, potrei dire che è più un riflesso naturale del mio cervello nel rispondere a tutto questo.
     
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    𝔅𝔩𝔬𝔬𝔡 𝔄𝔫𝔱𝔥𝔢𝔪
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    mago nero - 26
    damned soul
    La guardo perché è quello che vuole, e perché cazzo posso ammirarla finché voglio ne ho conquistato un fottuto diritto. E non mi si può proprio chiedere di pensare ad un cazzo in questo momento, perché niente mi prende di più allo stomaco come vedere, sentire, capire che non sto andando da solo per la tangente, che è con me tanto quanto lo sono io con lei. I "per sempre" sono una stronzata che non sa permetterti di vivere il momento e questo, questo te lo devi vivere o non sei proprio un cazzo di nessuno. Risalgo da lei perché, cristo, mi eccita che mi chieda di avvicinarmi anche solo per respirare con me questi ansimi che voglio mi dia senza trattenere niente che possa frenarli. E' su questo che so basare il mio ritmo, che so sentire se il mio spingerla contro l'argenteria di cui non ci frega un cazzo è troppo o troppo poco. Li incastro i miei occhi nei suoi, gliela lascio addosso la bramosia di farla mia contro ogni suo possibile tentativo di fuga perché la inchiodo letteralmente a me ed adesso lo faccio quasi con una punta di rabbia, di quella frustrazione di cui voglio liberarmi e lo so che la mia soluzione è a pochi passi, è in lei che posso trovarla e Cora me lo lascerà fare perché adesso gliel'ho fatto desiderare, e adesso io non mi allontano. Alcun punti deboli li ho anche io e lo capisco che ne becca uno quando le sue dita si aggrappano a me e questo mi convince a trascinarmela addosso come se dovessi vestirmi di lei e lei soltanto, di più, più forte, più velocemente. La sollevo, perché adesso abbiamo proprio finito di scherzare e la tengo con me, in questo incastro che sa farmi rabbrividire per ognuno dei passi che mi servono a spingerla contro la colonna del letto, che abbraccio con lei e con un solo braccio, quello che non ha le sue unghie, voglio che gli intarsi le si piantino lungo la colonna vertebrale mentre io le trattengo un lobo tra i denti, in una presa che sa farsi pressante solo se ne ho voglia. Il ritmo aumenta, voglio ogni suo respiro su di me, ogni sua cazzo di mancanza di fiato, voglio esserle così vicino da annullare tutto il resto. Non c'è proprio niente da dire, ho una presa che è roccia e non intendo scioglierla finché non saprò che sarà con me fino alla fine, fino al momento in cui sarò io a ringhiarle lungo il collo che è una fottuta fortuna averla trovata così disponibile stasera.
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8 replies since 19/8/2020, 15:46   177 views
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