Well, shit!

Josh/Ray | luglio'20

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    Ti sprechi tanto, passi una cazzo di vita dietro una Chimera che è anche un po' una maledizione di merda che ti ammazza la sorella ogni giorno e cosa hai in cambio mh? Lascia che lo dica io: niente. Ti aspettavi di meglio vero? E invece no. E invece rimani con il culo per terra a chiederti perché ti vada così male quando dovrebbe essere il contrario. Ma mica un niente a caso, nooo scherzi? Un niente che te la mette proprio in culo. Così perché te la stavi passando talmente bene che non sia mai che ci si aggiunga un'altra palata di letame fumante. Ma la vita è bella, cazzo se è bella. Perché Edie è viva, ed è solo questo che conta. Eh già. Però intanto la fermo lo stesso la cameriera per dirle di lasciarmi direttamente la bottiglia di questo Whiskey di merda che mi scolo come fosse acqua. Lo so che è abituata, lo so che è un comportamento di merda ma la cosa meravigliosa di questa serata è che non me ne frega un cazzo. Semplice, non me ne frega un cazzo del tipo che urla sguaiatamente con arachidi ancora incastrate tra i denti e mastica come un bisonte, non me ne frega un cazzo di questo gruppetto che fa da sfondo perché tanto non lo sento ed hanno un'acustica di merda. Non me ne frega neppure di quello stronzo che mi guarda come se volesse sedersi di fianco a me e propormi la roba peggiore di cui potrei mai farmi. Perché col cazzo che la roba pesante la prendo da qualcuno di cui non mi fido, questo lo so anche sull'orlo del coma etilico. E me ne frega anche di meno dello sguardo che già mi manda a fanculo di questa tipa che è finita solo nel mezzo di un tornado che io non ho saputo prevedere. Sto aspettando Ray, comunque, che dovrebbe essere qui a momenti anche se ho capito che sono piuttosto bravo a bere anche da solo, è che a casa sarebbe stato così deprimente che ho forzato il mio culo fin qui; ma adesso non intendo alzarmi tanto presto dal divanetto. Non credo di essere mai stato in un posto così di merda ma sapete cosa? Diciamolo insieme: non me ne frega un cazzo. Una cosa l'ho imparata, ah sì, che fregartene delle cose è la peggior stronzata che tu possa fare in vita. Perché, mh? Perché passi la vita a preoccuparti quando poi arriva Morgan Crain a cavallo del suo cazzo di scudo e ti sistema la vita, così, come fosse un osso del collo che va raddrizzato? Ecco vedi, è proprio inutile perdersi dietro a concetti, spiegazioni, robe che tanto anche se le studi mica ce l'hai un manuale anche per questo. Le cose più interessanti mica te le dicono, no no sta a te scoprirle e nel peggiore dei modi così non ti fai proprio mancare niente. Dopo magari ci provi anche - Dio che schifo questo Whiskey - a prenderti una gioia perché non è che chiedi troppo. E cosa succede? Che non puoi, non puoi perché quando credi di essere felice, quando immagini che il mondo sia diventato improvvisamente rose e fiori, ti rendi conto che queste rose hanno delle spine così fottutamente lunghe che non si limitano a lasciarti un graffietto, ma ti bucano il cuore come fosse fatto di burro. Credo che il mio lo fosse, ma credo anche che adesso non lo sia più. Un po' mi dispiace per Ray, ma solo un po' perché l'ho detto che non mi interesserò più di un cazzo, perché si troverà la peggior versione esistente di me e so bene come sono quando sono così: intrattabile. Un intrattabile stronzo di merda. Saprei vergognarmi come un ladro se Edie mi vedesse adesso, ma non c'è perché lei è viva e merita il meglio, io invece sono solo un effetto collaterale. Quasi me ne sbatto anche del cerchietto livido che mi arrossa l'anulare dove svetta la mia Onice. Cara amica, lei mi sussurra le sue stronzate ogni giorno e sono quasi sicuro che prima o poi finirò per ascoltarla ma stasera... stasera voglio solo bere fino a dimenticare che non so come cazzo prendere tutta questa situazione che mi è caduta addosso dal niente. «RAY!» Lo vedo con la coda dell'occhio e abbozzo un sorriso che muore prima ancora di arrivare al suo apice, un po' come a dire "sono qui, ma sei ancora in tempo per cambiare idea e trovarti un impegno che sia meno di merda". Lungo come concetto ma essenziale. Tanto lo so che ora come amico valgo quanto come fratello: meno di zero.
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    Mi piacerebbe poter dire che le cose siano più facili adesso rispetto ad una settimana fa, invece a quanto pare continuo a sentirmi un rifiuto umano. Il che non è poi tanto distante dalla mia condizione tipica, però quando mi capita di fare qualcosa che me lo ricorda è più difficile sorvolare su questo dettaglio.
    Ragione per cui provando a non pensarci sto facendo di tutto per impegnarmi al ranch di Tom. Gli ho detto di usarmi come fossi il suo bracciante sudamericano, giusto perché spero di trovarmi a fine giornata nella pacifica condizione di essere troppo stanco anche solo per pensare.
    Il problema è che mi adatto in fretta, devo essere nato per fare il mulo da soma, cosa che spiegherebbe perché quando sono stato piazzato sulla terra con me non sono stati sprecati poi troppi neuroni.
    Mi rallegra sempre scoprire che dopotutto forse sono bravo in qualcosa, magari ho persino uno scopo. Peccato che sto studiando per fare tutt’altro. Sono sempre così preciso quando devo sbagliare qualcosa che ormai è diventato ironico persino per me. D’altronde se non potessi riderci sopra mi rimarrebbe ben poco per cui rallegrarmi.
    Mentre tento d’infilare le scarpe, cosa che mi sta richiedendo circa una ventina di minuti di troppo, perché le tolgo sempre senza slacciarle, ci trovo dentro un pacchetto di erba. Ed è così che si migliora la giornata quando hai basse aspettative. Infilo la bustina trasparente al sicuro nel taschino della giacca di jeans e spero vivamente che non finirò per dimenticarmelo, stessa modalità con cui sicuramente ci sarà finita nelle scarpe in prima istanza.
    Vorrei dire che la cosa si ripete perché non fumo molto, in realtà è solo che nell’ultimo mese ho staccato la spina a più parti del mio cervello di quante me ne potrei permettere. Quindi ho la capacità elaborativa di un ragazzino di otto anni e più o meno lo stesso bagaglio culturale, ma quest’ultimo è un presupposto valido anche nella mia forma migliore.
    Recupero i soldi dal calzino che ho dietro la spalliera del letto. Ho praticamente esaurito tutti i posti in camera, ma lui non delude mai. Prima di uscire saluto Rafe e prendo le chiavi all’ingresso. Tutto nella norma, è facile che mi distragga quindi mi concentro su ogni gesto, in questo modo non riprendo con il mio mantra della vergogna, in cui ripasso per filo e per segno quanto sono una merda.
    Faccio tutto con calma così forse arrivo a fine mese senza tentare di spararmi dritto ad una tempia. Mi sembra un ottimo piano e il mio spirito di preservazione è d’accordo, così com’è d’accordo all’idea di bere come se non ci fosse un domani. È raro che siamo sulla stessa lunghezza d’onda, è il segno che sono messo peggio del solito.
    Mi avvio a piedi così ho il tempo di stancarmi ancora e chiudere una canna che finisco decisamente troppo in fretta. Quando entro nel locale la solita aria di birra, noccioline ed esseri umani mi accoglie come fossi tornato a casa. Mi sento sempre più al sicuro quando intorno ci sono più bottiglie di whiskey di quante ne riuscirò a contare una volta che mi sarò dato da fare.
    Faccio per cercare Josh nella folla, ma si rivela superfluo perché mi sento chiamare con quell’allegria esagerata che ha chi si sta prendendo una bella sbronza.
    “Josh!” reagisco a tono anche se non sono ancora abbastanza fatto da poter dire di essere al suo livello di gioia di vivere, ma so che posso lavorarci. Alzo anche le braccia come se la mia squadra di quidditch avesse appena vinto la partita, così da non lasciargli dubbi riguardo il fatto che sono lì e l’ho visto. In più sono generalmente un esibizionista quindi è raro che se posso non faccia qualcosa per attirare l’attenzione di almeno metà dei presenti, che suppongo si stiano chiedendo se sono ubriaco o sono idiota per genetica.
    Mi avvicino senza troppa fretta ma è proprio in quel momento che in mezzo alla pessima illuminazione e alla mia scarsissima capacità di mettere a fuoco le cose, osteggiata principalmente dal THC, mi rendo conto che non ha la maglietta sotto la giacca.
    Io vorrei poter dire di essere una persona più cauta dopo tutte le stronzate che ho combinato a causa del sesso, però la verità è che ho un problema. Lo ammetto, posso farlo, ma le persone non mi aiutano, non lo fanno per niente. Mi sento un po’ come quelle persone che accusano le ragazze di vestirsi in modo inappropriato, il problema è che nemmeno mi dispiace.
    Spero sinceramente che si tenga la giacca addosso, perché se no la serata finisce malissimo.
    Affondo sul divanetto che è praticamente la pace dei sensi dopo una camminata di non saprei dire quanto tempo a causa dell’erba, ma decisamente lunga a giudicare da quanto sono a pezzi. Forse c'entra anche il fatto che sono in piedi dalle sei, ma come ho detto la cosa mi rende solo felice.
    “Non vorrei essere io a dirtelo, amico. Magari non te ne sei accorto perché il tuo cervello naviga nel whiskey, ma non hai finito di vestirti quando sei uscito di casa” e purtroppo non mi trattengo e scoppio a ridere. Mi aspetto che cominci a picchiarmi per aver messo in discussione il suo stile da sciupafemmine, ma magari è abbastanza di buon umore da ridere perché non capisco un cazzo.
    “Che cos’è che stiamo festeggiando esattamente? Non che mi serva un motivo per bere, ma magari uno per brindare si” cazzo se mi serve, perché al momento brinderei solo alla bottiglia di whiskey, cosa che risulterebbe ridondante. Mentre aspetto una risposta mi riempio il bicchiere che si deve essere fatto portare al tavolo apposta per me, una premura commovente, davvero.
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    Vedete, Ray, quello che sto indicando cosicché non lo perdiate di vista, è l'esatto motivo per cui si chiama Ray quando si vuole una serata come questa. Sì, cazzo, eccome. Gli basta arrivare al tavolo per farmi capire che in effetti bere da solo è una merda. Non che io abbia speranze che possa togliermi di dosso la rabbia che sto esorcizzando alcolizzando, ma almeno sa sembrare più felice di me. E lo è perché la mia vita a sua volta è una merda, e la nave che è già salpata dal porto è un fottutissimo Titanic 2.0. Mi tiro un po' su per non sembrare che io ci voglia già dormire sul questo divano che, a dirla tutta, penso sia l'unica cosa decente del bar. Se mi chiedessero di suonare qui, col cazzo che lo farei. Vi sfido a pensarla diversamente, e se mi dite che sbaglio vi dico che dovete vedere i bagni, non ci fareste pisciare nemmeno il vostro peggior nemico... nemmeno Morgan Crain. No, scherzo, lui sì, così magari si prende il tetano ed esce dalla mia cazzo di testa. Sto uno schifo, e non per l'alcool, quello penso sia la cosa che mi tiene ancora in piedi un neurone e non ho bevuto troppo per rovinarmi i prossimi giri che ci faremo, ma sono felice di vederlo con la sua espressione che nasconde molto e troppo. La mia invece è in bella mostra, lascia presto che il mio sorriso diventi una nuvola di oscurità che non sa farsi contagiare dal buon umorismo di cui ho bisogno. Beh ora compatitemi se non riesco a godermi nemmeno le forme della cameriera perché ho troppo caos nel cervello. Dio, sono davvero uno schifo, e me ne rendo conto perché mi guardo un po' quando mi dice che mi mancano pezzi del vestiario e vi giuro che in una forma normale avrei anche quasi finto di offendermi, ma sto giro sembro offeso sul serio. Ehi, non sono mica cose che si dicono a qualcuno che ha letteralmente perso un senso nel vivere! «Auch!» Imito senza troppa fatica di essere stato colpito proprio al cuore, ci metto pure una mano sopra, là dove il tatuaggio più importante per me - la pantera di Edie - ora sembra solo uno scarabocchio che mi vorrei strappare a morsi. La mano sale a tastare la pelle nuda, però io quando sono uscito di casa ero sobrio, cazzo è estate mica ci vuole per forza la maglietta e poi questo sono io, punto e basta. Ma non mi sto davvero offendendo, insomma lo sapete no? Non me ne frega un cazzo, quindi poi alzo le spalle mentre lancio la testa indietro e mi finisco l'ennesimo shot di sta roba che non si può chiamare in nessun modo se non acqua sporca. Potevo almeno scegliere un cazzo di posto dove si può bere decentemente. «Se fa tanto schifo, tolgo la giacca eh, ma ho paura che qui ci sia la lebbra o la scabbia.. » lo sussurro a metà tra una risata isterica e la sottile realtà perché tutto è possibile no? E' possibile come lo è che un cazzo di stronzo uscito dal nulla sappia prendersi tutto quello che ho e non fare mica un passo avanti di merda. E quanto gli costava eh? Ha venduto la sua anima e non una parola al fratello di Edie, tanto io chi cazzo sono? Alzo una mano verso la cameriera ed in quello che potrebbe sembrare l'alfabeto dei muti, ma è solo un'insieme confuso di gesti, le spiego che è arrivato un amico, serve più roba da bere perché mi sto già attaccando alla mia di bottiglia come un cane rabbioso. Non so con quale forza riesco ad allungargliela sperando non abbia timori di qualche sorta perché a parte una insana voglia di uccidere Morgan Crain io non ho malattie conosciute al momento. Insomma mi ha già fatto il favore di assecondare un mio vaneggio, posso provare ad essere un po' gentile. La verità è che lo degno di uno sguardo soltanto prima di tornare a maledire me stesso e sta cazzo di situazione. A cosa brindiamo mh? Non so, ditemi voi. Apriamolo questo sondaggio perché ne ho di roba in lista. Possiamo brindare al fallimento più grosso della mai vita che poi è la mia vita stessa, riassunta in tre parole, anzi sono quattro: Un cazzo di fallimento. Possiamo brindare alla merda che cammina e che ha deciso che fosse una genialissima idea del cazzo entrarmi in scivolata sul menisco e dopo togliermi il terreno sotto i piedi. Oppure, sentite questa, possiamo brindare alla voglia che ho di spaccargli la faccia e prendermi a testate subito dopo. Carina eh? Lo so, lo so. Comunque io Ray torno a guardarlo un po' incerto, ed un po' mi avvicino ma solo perché non voglio gridare con questa musica mal concepita nelle orecchie. Che poi non sono così pessimi, ma al mixer c'è un sordo, ne sono sicuro. E non mi avvicino perché ho bisogno di qualcuno che mi ricordi dove sono quando io me ne dimenticherò, ma perché voglio parlargli, intesi? Benissimo. Quindi, «Festeggiare? No no amico, è un funerale questo, e dire che brindiamo a... Vediamo..» è un incipit più rabbioso il mio, che non richiama gioia manco per il cazzo, ma so anche che non posso sciogliermi la lingua al punto da dirgli tutto quello che invece non deve sapere, soprattutto perché lui è quello che sto stronzo di Crain me lo voleva spacciare per "buono". Seh, va beh. «Al fallimento, felice costante della mia esistenza. Passato, presente, e cazzo di futuro.» E nemmeno aspetto che appoggi il bicchiere al mio, che mi sono riempito da solo, e giù di nuovo, tanto è praticamente acqua, avanti così e mi ubriacherò a ferragosto. «Tu a che cazzo vorresti brindare?» Non sono molto amichevole vero? Cazzo, scusa Ray.
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    Edited by nocturnæ - 26/8/2020, 23:30
     
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    Quindi sta sera si beve olio per motori. Ottimo. Al mio fegato mancava questo genere di robaccia, si stava abituando bene con le bottiglie del supermercato e poi finisco direttamente per versarmi quello che ho tirato fuori dalla moto proprio l’altro giorno. E visto che ci è rimasto lì per quasi tre anni senza che nessuno la usasse era una roba particolarmente brutta.
    Non dico niente perché in fondo non mi frega più di tanto di quello che c’è nel bicchiere finché è pieno, ma ho già capito che è una di quelle sere in cui finirò per vomitare l’anima dietro un vicolo accanto ai cassonetti della spazzatura. Una cosa che mi è successa una serie innumerevoli di volte che già me la sento sul fondo della lingua indagando il liquido che ho nel bicchiere.
    Mentre guardo male l’etichetta della bottiglia c’è Josh che si propone pure di spogliarsi. Qui mi scoppia una risata fragorosa, perché cazzo è proprio quello che speravo di evitare. Inoltre la giacca di pelle è di quelle davvero belle, da musicista che esce a fine serata per firmare autografi e poi andarsi a sfondare da qualche parte per scaricare l’adrenalina prima che gli esploda il cervello.
    Sulla storia delle malattie non posso dargli torto, ad occhio e croce è una bettola da quattro soldi e mi sorprenderei se qualcuno su questo divanetto non si sia fatto fare un servizietto da una squillo particolarmente ubriaca. Quindi direi che l’opzione più probabile è una malattia sessualmente trasmissibile, o un fungo. Ma in quanto a posti e situazioni antigieniche sono un esperto, il re della pomata se posso dirlo senza sembrare troppo finocchio. Ne ho quante ne vuole a casa. L’unico problema è che Josh ubriaco nel mio appartamento è l’ultima cosa che vorrei se poi penso che finirebbe a dormire nel mio letto in mutande. Però, posso essere anche un buon amico e non un pervertito degenerato quindi mi sforzerei di non molestarlo. Un grosso sacrificio, ma è il genere di cose che per gli amici posso arrivare a fare, giuro.
    Ad ogni modo davvero mi chiedo in che posto di merda siamo finiti, qui è dove vanno a schiantarsi come il titanic le persone che hanno raccattato i soldi con l’elemosina, o magari devono dilazionare una paga da muratore. Con tutto il rispetto per i muratori, l’ho fatto per un breve periodo di tempo dopo Isobelle e cazzo non sono durato a lungo, anche se era l’unica cosa che mi ha aiutato davvero a non pensare.
    Quando Josh inizia a commentare tutta la sua brillante situazione sorrido particolarmente divertito, perché se le cose stanno così siamo messi peggio di quanto mi aspettassi “E io che temevo fosse una di quelle sere in cui dovevo fingere che non mi è morta la voglia di vivere” e lo dico con un cenno di sollievo anche se non sarà questo ad impedirmi di continuare a ridere perché quando mi mettono in una situazione tragica è la mia reazione di default.
    Mi dispiace sentire che la sua vita sia un fallimento, o almeno questo ci ho capito, però il modo in cui lo dice è talmente serio e grave che quella scintilla di follia ironica che nasconde nello sguardo m’impedisce di rimanere serio, quindi continuo a ridere e annuire come se la cosa fosse del tutto normale. Non è normale nemmeno per il cazzo, soprattutto perché è lui e perché lui non si può permettere di perdere il controllo su certi sentimenti. Però finché non lo vedo perdere completamente la bussola di certo non farò la parte del grillo parlante che mi si addice veramente poco.
    Fa il suo brindisi contro il mio bicchiere e mi chiede a cosa voglio brindare con una nonchalance talmente amara che mi sembra di essere stato catapultato in un film in bianco e nero con un eroe bello e dannato pronto a buttarsi in un mare di problemi.
    Non lo so se lo reggo il confronto con il suo brindisi. Io vorrei bere e basta. Si può brindare alla sbronza colossale che mi sto per prendere?
    “Amico…non è facile, perché mi hai rubato il brindisi” secondo me la canna mi ha fatto malissimo, perché non ci riesco proprio a non ridere. Ma come si fa ad essere così disperati da farsi rubare pure il brindisi al fallimento della propria vita? Ho un problema serio, roba che adesso ci vuole un matematico per trovare qualcosa da dire. “Eh non so… va beh volo basso e brindo al fatto che ancora non mi sono buttato dal ponte di Brooklyn, ecco. Che poi magari disturbo anche i sommozzatori della polizia per ripescare il mio cadavere e non mi sembra il caso”
    Probabilmente Josh sta pensando che ha sbagliato numero di telefono quando cercava qualcuno con cui andare a bere. Io sto pensando al fatto che decisamente non dovevo fumare prima di venire qui.
    Mando giù la sottomarca di whiskey per scoprire che come previsto ha il sapore acido dell’alcol andato a male. Anche se mi sa che questo è partito male già quando l’hanno distillato e poi infilato in una bottiglia che a mio parere al bar hanno pure annacquato per farla pagare a prezzo pieno.
    “Ce ne serviranno tipo tre quattro a testa di queste se vogliamo andare da qualche parte sta sera. Secondo me se poi ti levi la giacca la cameriera ci dà la roba buona. Sempre se non hai paura di passare per quello con i soldi, perché da queste parti è facile che una volta fuori di qui ubriachi fradici ci derubano pure, poi siamo proprio a cavallo nella nostra vita. Altro che fallimento finiamo a prenderci a botte con dei poveracci e perdiamo pure”, d’improvviso sono un fiume di parole, purtroppo finché ascolto sto zitto, poi basta un attimo di distrazione e se sono fatto parto con la mia parlantina più classica. Quella senza né capo né coda. Mi auguro di continuare a rimanere su questa linea grazie all’alcol prima che l’effetto dell’erba finisca. Altrimenti ce n'è ancora di roba per un'altra.
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    Edited by Moonage - 27/8/2020, 09:35
     
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    Oh insomma non potete dirmi che sto esagerando se parlo di funerale, voi mica lo sapete che due giorni fa sono morto. O si? Beh sono cazzi miei e me li gestisco e non sono passivo aggressivo sono solo.. mah, lasciamo stare. Ray almeno ha capito, è che sono serissimo come mai in vita mai. Perché poi tanto io la scopa dal culo non me la sono tolta mai, e tanto volte me lo hanno rinfacciato, perfino quella stronza di Gretchen. Non vi ho parlato di lei? Oh scusate, ma rimedio subito: vi basti sapere che era una stronza perché quando ha capito che Edie sarà sempre la persona più importante della mia esistenza - anche se Morgan Crain ci sta provando a portarmela via, eh no, stronzo - ha deciso di mandarmi a cagare dopo cosa? Dopo cinque fottuti anni di relazione, cinque cazzo io avevo già un anello per lei, e invece no. Tanto a me cosa costa fallire? Massì, aggiungiamo traumi a Joshua, tanto ha le spalle larghe, tanto mica esiste qualcosa che possa superare un fottuto Maledictus su sua sorella. E invece eccoci qui a trascinare gente a bere come merde perché non la so più come si vive questa cazzo di vita. Va beh, riempiamo sto cazzo di bicchiere di nuovo e scoliamoci l'ennesimo giro di questa sbobba liquida. Non credo proprio stia facendo effetto perché mi sento più lucido di prima. E poi c'è Ray, ciao Ray! Io sono quasi sicuro di essere diventato un buco nero che si prenderà tutta la sua gioia di vivere e la trasformerà in qualcosa di orribile, così perché farmi rovinare la vita mica mi basta, no io adesso devo rovinare quella degli altri. Gliela appoggio una mano sulla spalla e già mi immagino l'espressione saccente che mi ritrovo, bella annacquata dal mix micidiale di alcol scadente e rabbia. Io comunque Gretchen la amavo, cazzo se la amavo, mi ha lasciato un dannato buco nell'anima e porca puttana niente riesce a riempirlo. Ma sono già arrivato a questi discorsi? Cristo, no, fermatemi! Comunque ho anche paura che la giacca me la fottano se la tolgo e questa bellezza qui mi è costata più dei soldi che ho in tasca stasera - che sono poi un motivo per cui siamo in un posto così scadente, capitemi, non sono ricco per il cazzo proprio - e quindi non gliela lascio con il rischi di dimenticarmela e dover fare a pugni domani per riprenderla ad un barbone dei mille che vivono in sta via. «Nope, nada, niet, sta cosa non esiste con me» Che poi, per specificare, "sta cosa" è il dover fingere che la tua vita non sia una merda, perché con me non funziona. Ora non che io voglia dire che la mia sia peggiore delle vostre, ma sono piuttosto sicuro che un paio di punti in più li ho in tasca da subito. Non so come ma una mano si è allungata sulla sua spalla in una pacca di conforto prima di aggrapparsi al bordo del divanetto dove resterà finché non scivolerà via per la stanchezza. Pf, ne manca prima di arrivarci a quel punto. Modestamente, sono una macchina da superalcolici, al Breakbills qualcuno se lo ricorda ancora il mio limite, ma vi dico per voi che non ci siete andati che è parecchio alto. Mi piace sapere che uno dei due almeno sa ridere di questo umore che mi porto addosso dalla nascita, perché io mica ce l'ho allegra la balla, nah... no no amici, io inizio sempre così la mia discesa verso l'inferno del sarcasmo e la tortura di un'ironia che si fa sempre più becera e sempre meno falsa, finché alla fine ti ci faccio arrivare a toccare il cuore del problema con mano, solo che poi te la spezzo e non voglio fare questo a Ray. Con lui mi censurerò prima, eccome! «Sono un amico di merda, lo so.. ma lo possiamo condividere eh, tanto la cosa non cambia» Perché sono un cazzo di fallito da qualunque punto possiate guardare la mia situazione. Ho semplicemente sbagliato tutto, avrei solo dovuto accettare il cazzo di patto con il Diavolo e farmi dare il tempo che avrei usato per convincere Edie che la mia dipartita sarebbe stata per il meglio. E invece lo ha fatto Crain, perché ormai sono sicuro sia quella la via che ha preso. Lo sottolineo perché adesso sa sembrarmi un peccato capitale anche avergli rubato l'idea del brindare al cazzo di niente che è la mia esistenza da due giorni. E complimenti a me, comunque che in qualche modo mi reggo ancora in piedi, va' che bravo. «Bella questa!» Cazzo annuisco anche, deve capirlo che sono sinceramente commosso da questa sincerità: io mica ci ho pensato a buttarmi dal ponte, bel colpo amico! «Ai sommozzatori che sono a casa e non si fanno il culo per te.» Ricambio, batto sul tavolo il bicchiere e smetto di contare la quantità di volte in cui compio lo stesso meccanismo. Inspiro con una narice sola, in un gesto che ha ben poco di cavalleresco e ci penso sul serio a quello che ha detto Ray, ma sappiamo tutti che continua a non fregarmene un cazzo, perché questo è l'unico modo che ho per vivere il resto del mio tempo tra una corda stretta al collo ed una che mi ferma le caviglie. Questo schifo di whiskey, che adesso non merita neppure la lettera maiuscola all'inizio, è fatto così male che ho già un cerchio alla testa e non mi piace quando non sono sul serio ubriaco. E' stata proprio un'idea di merda. Comunque lo ascolto Ray eh, anche se non sembra perché il mio sguardo non è su di lui ma lo rivolgo in cagnesco un po' a tutto quello che mi circonda, sia che si muova sia che stia fermo. Vi giuro, ho fissato per un minuto il porta salviette, sicuro che ancora un po' ed avrebbe preso fuoco. Poi succede una cosa strana - e visto che mi frega un cazzo di niente non le do gran peso, ma ditemi voi se dovrei - perché quando mi parla di fare a pugni, di essere derubati, di togliermi la giacca, è una scintilla di divertimento malsano quella che mi pervade completamente un po' come se non aspettassi altro che questo: un pretesto per ferire qualcuno. E l'onice brilla sotto la presa delle luci sfocate, che sono così perché nessuno sa avvitare una lampadina qui dentro, la cosa buona è che è un bar per no-mag quindi sono addestrato a tenere a freno la magia, o lo farei io con un gesto molto rapido delle dita. «Mi odia, ne sono abbastanza sicuro » glielo sussurro quasi fosse un enorme segreto il mio che condivido solo perché lui è nel cerchio della fiducia. «Comunque grazie amico, significa qualcosa per me.» Ma come cazzo mi viene di essere sentimentale adesso? Che poi sono più solenne che altro, come fosse un fottuto cavaliere della mia tavola rotonda di merda. Bel colpo eh, scappa Ray che è decisamente meglio.
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    Io e Josh ci contendiamo la bottiglia ma è un po’ come tirare un lenzuolo troppo corto. Dice di essere un amico di merda, ma non capisco esattamente dov’è che pensi di aver sbagliato. Se crede che questo sia il posto peggiore in cui ho mai messo piede direi che ha degli standard veramente alti perché raschia giusto il fondo del barile. Certo soffro sempre quando devo bere qualcosa d’indecente, ma più che altro perché ci rimetterò stomaco, intestino e un mal di testa apocalittico quando la sveglia suonerà domani mattina. Ma che vuoi che sia Josh? Alla fine non è la prima volta, né sarà l’ultima, mi conosco troppo bene.
    Mi fa piacere che non si sia sconvolto troppo per il mio macabro umorismo da vita sul baratro, perché avrei anche preferito essere meno tragico, ma visto l’andamento della situazione mi sono un po’ lasciato andare. Chi lo sa se poi in effetti non faccia un favore a diverse persone rimanendo ancora vivo. Per lo più sconosciuti, come quelli che inciamperebbero sul mio cadavere.
    Quando Josh mi lascia la bottiglia torno a versarmi da bere perchè il primo giro l’ho mandato giù liscio senza pensarci due volte. Non è che uno mi può lasciare ampio margine di autocommiserazione e non aspettarsi che non reagisca bevendo come se in effetti non ci fossero poi tante ragioni per andarci piano.
    In ogni caso lui sembra non farci nemmeno caso, non capisco se è perché è ubriaco, o perché è depresso, ma probabilmente un po’ di tutt’e due. Mi dà una pacca sulla spalla e fingo di subire un pesante contraccolpo tanto per prenderlo in giro. Poi si avvicina cerca di confidare non so quale segreto che in verità non riesco nemmeno ad afferrare, credo pensi che la cameriera lo odi, ma mi fa solo ridere con tutta quell’aria di sacralità che d’improvviso tira fuori.
    “Josh cazzo non mi prendere la sbornia sentimentale altrimenti mi metto a piangere. Sto provando a conservare un po’ di dignità… almeno in apparenza” visto che poi in pratica la dignità non so nemmeno come cercarla sul vocabolario per farmi un ripasso. Perché è ovvio che per arrivare a scoparmi qualcuno in casa di Chrys devo essere porprio senza vergogna. E non è stato nemmeno il momento peggiore della mia vita, non lo è stato nemmeno di quel giorno a dire la verità, perché se c’è un modo per arrivare anche più in basso io lo troverò sempre, tanto per non deludere le aspettative.
    “Josh senti, io sono veramente un pezzo di merda. Non è un’esagerazione, sono proprio una vera merda. Devi credermi sulla parola. Quindi insomma… non pensare che sono una brava persona” glielo dico con un mezzo sorriso perché un po’ mi ci sono arreso a questa cosa e la trovo persino ironica, un po’ invece cerco di non fargliela pesare troppo. Se sapesse come ho trattato il suo amico probabilmente mi spezzerebbe entrambe le braccia e non potrei dargli torto.
    Tiro fuori il pacchetto di erba e il resto della roba che ho nelle tasche della giacca, sigarette cartine e così via. “Non mi fraintendere, non mi sto piangendo addosso, è quello che sono e basta, ho problemi solamente quando gli altri si aspettano che sia migliore di così” annuisco un po’ mentre apro la sigaretta per prendere il tabacco. “Però, se sei più incazzato che depresso forse posso darti una mano per sfogarti un po’. È una cosa che io faccio di solito quando ho paura che facendo a botte rischierei di farmi ammazzare prima di averne abbastanza”, ma forse con Josh la cosa è diversa, lui dà più l’idea di chi invece rischia di massacrare a morte chiunque si trovi a tiro. Passo la cartina tra le dita e l’arrotolo con cura per non rischiare che mi si sfaceli tutto tra le mani. “Ma se vuoi che mi faccio i cazzi miei non c’è problema”, quando chiudo la canna la infilo dietro l’orecchio perché se stiamo per lasciare questo posto voglio accenderla quando saremo fuori. In ogni caso mi verso di nuovo da bere e comincio a credere che è meglio se ci anticipiamo con la prossima. Sono depresso, maggiorenne, ho i soldi, posso buttarli per del pessimo alcol senza nessun rimpianto.
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    Edited by Moonage - 27/8/2020, 17:38
     
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    La dignità, ma quanto bella è questa parola? Vi riempie, vi soddisfa vi piace, vi ci aggrappate come fosse il Santo Graal. E' così bella che non serve ad un cazzo e lo sapete perché? Ma ovviamente no perché voi pensate sia importante, che abbia un senso, e invece ci sono io che gentilmente vi spiego che non ve ne farete mai un cazzo di niente perché mica vi serve a salvare Edie. No, nossignori, la dignità è una bellissima invenzione utile come avere due scopettoni in uno stesso bagno ed a meno che uno non vi piaccia mettervelo in culo, questa è l'utilità della dignità. Poi se vi piace è affar vostro, ma a me generalmente no. E quindi sì, brindiamo anche a sta stronza della dignità che tanto non penso proprio di averne mai avuta abbastanza da portarmela in giro con tanto onore e fottuta gloria. Comunque sono gentile quando mi fingo un Mufasa dal giubbotto in pelle e sembianze di uno Scar malnutrito e gli regalo una delle tante perle che posso condividere stasera. «La dignità.... non ti serve ad un cazzo Ray» Non sto avendo la balla sentimentale, dai... o si? Beh comunque io sono sentimentale, cazzo se ne ho di sentimenti, tipo una rabbia fottuta, una delusione fottuta, ed anche una tristezza fottuta e se non mi sbaglio più di tanto vedo già che dal baratro della depressione c'è qualcuno che mi fa "ciao ciao" con la mano. Ah ma arrivo, e vi pare che non sono uno che arriva ad un certo punto? Mica sono un cagasotto io. «No davvero, dimmi qualcosa che la dignità può fare e fammi cambiare idea perché ora come ora..è il cavallo sbagliato su cui puntare!» Sicuramente non può salvare Edie, non può dare una lezione a quel Crain, non può fare regredire la demenza di mio padre e nemmeno riportarmi mia madre quindi vorrei proprio sapere che magico potere abbia sta stronza. Però me lo tiro un sorriso tra le labbra perché lo so che sono intrattabile, ma gliel'ho detto.. o no? Cazzo adesso non mi ricordo se quello che ho farfugliato avesse gran senso quando gli ho detto di trovarci qui. Va beh, ci arriverà, Ray è uno sveglio. E' per questo che è mio amico. Non so se sarà della stessa idea domani, ma per stasera e stanotte andrà benissimo così. Piangere poi, cazzo serve ancora meno. Ma l'ho fatto eh, non avevate dubbi lo so. In doccia, mentre mi chiedevo che cazzo mi prendeva per non saper essere quella fottuta spalla che poi è anche mezzo cuore, di cui Edie aveva bisogno. Giusto per dirne una. Quindi io non escludo proprio niente stasera. Altro giro, altra bottiglia, altra merda liquida da bere. E' invitante no? No, ma chissene frega tanto la bevo io mica voi. Anzi, noi che per i trascorsi di Ray significa che sta soffrendo come un cane ed è colpa mia, la prossima volta gli do un budget per comprare il cazzo che gli va e bere a casa mia. Che magari ci scappa anche una nuova canzone perché ora come ora penso di avere solo Death Metal nelle vene e ditemi che non devo spiegarvi il perché. Resto un po' interdetto quando mi dice di non essere una bella persona, nel suo immaginario, ma alla fine sono anche un egoista del cazzo che si sente pure sollevato. Quanto ancora posso cadere in basso come amico. Allora gli ricordo chi sono sul serio muovendo davanti a me la mano con all'anulare l'Onice oscura, no così per chiarire che quello che è ancora corrotto dei due sono io. Non che sia una gara a chi ha l'anima più nera, ma insomma... due belle persone non lo siamo di sicuro. «Nemmeno essere una bella persona mi è servita ad un cazzo, quindi insomma, sono l'ultimo che ti può giudicare e.. a dirla tutta; tu sei Ray, io sono Josh.. » Io Tarzan, tu Jane, sarebbe suonato meglio ma giuro che nella mia testa ha un senso ma datemi il tempo di finire almeno! Dicevo.. «... e basta.» Visto? Ce l'ha un senso quello che dico. Potrei fare un po' fatica a contenere il mio sguardo che assomiglia tanto a quello che avevo da piccolo quando finivo ad una velocità ultrasonica il dolce e volevo un pezzo di quello di Edie. Insomma, è erba mica merda, quella sì che mi piace ma non sono un ladro e non sono un mendicante quindi niente sguardo da cucciolo abbandonato e concentriamo i neuroni in astinenza su quello che sta dicendo. «Sono molto incazzato» se non si era capito. E' un "sì" su tuuuuutta la linea amico mio. Ray ha tutta la mia attenzione. E potrei davvero far fuori qualcuno se non avessi Ray a badare a me, Ray che non sa di essere diventato già il centro della mia serata. Non ho la minima vergogna di essere una merda stasera, e poi non ho dignità l'abbiamo già detto. «No, no, mi piace il suono di quello che dici. Quindi fatti pure i cazzi miei tutta la sera.» Se non sbaglio adesso ho un vago sorriso che non ha niente di rassicurante, ma che reclama l'ennesimo bicchierino da vuotare, «E non tenerti i tuoi segreti.»
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    Josh è completamente partito. Più ci parlo più mi rendo conto che non è passato nemmeno per il via quando ha deciso di prendere la direttissima per follilandia, dove niente ha più importanza e tutto può essere mandato al diavolo. Lo ammetto non ci sono arrivato subito, pensavo fosse solo ubriaco perso, un po’ depresso e un po’ incazzato. Invece qui siamo su tutto un altro livello. Sembra quasi non ci sia differenza invece se superi la linea di autocommiserazione per arrivare a dire che la dignità non ti ha mai portato da nessuna parte allora vuol dire che non si tratta di ordinaria amministrazione, ma riguarda qualcosa molto più in basso.
    Sorrido un po’ stordito dalle sue parole perché io passo più tempo a ripetermi che devo essere migliore di quanto non ne passi davvero a provarci, quindi il fatto che mi stia schiaffando davanti le cose che invece io continuo a negare mi rende un po’ nervoso. Non nel senso che mi sto arrabbiando, per niente. Piuttosto inizio ad avere paura che lasciarmi andare con lui sia troppo facile. Se cominciassi io a dire quello che penso davvero sulla vita quando rimango da solo con me stesso allora finisco in un brutto posto. Un posto terrificante in cui niente di quello che faccio ha senso, tutto questo rispetto verso Isobelle, questo volersi migliorare, rispettare gli altri, non imporsi, non pretendere, lo distruggerei in un attimo. E a quel punto mi direi che la vita stabile "normale" a cui aspiro non mi darà niente di quello che voglio. Non avrò quella cazzo di considerazione che vorrei da parte di Isobelle. Nè tantomeno sentirò di avere un po' di controllo sulla mia esistenza.
    La verità è che davvero non c’è niente davanti a me. Nel profondo lo so prima ancora di vederlo. Perché quello che mi renderebbe felice l’ho buttato nel cesso una settimana fa. Quindi cos’altro potrei mai trovarci? Chi altro spero di diventare una volta raggiunto questo “migliore me stesso”?
    “Se mi stai dicendo che non c’è niente che sia capace di riscattarti se sei un fallito beh… Josh, non sarò io a contraddirti. Quindi spero davvero che tu non abbia bisogno che io ti salvi. Di certo non sarei in grado di battere il tuo anello, lì” commento senza alcun filtro e senza togliermi dalla faccia quel mezzo sorriso che mi si apre obliquo, proprio com’è storta in generale tutta la mia visione del mondo. Ora ho capito che Josh sta sera fa visita alla parte peggiore di sé. E non sono stato melodrammatico nel dirgli che io non lo salverò, perché è davvero l’ultima cosa che sono capace di fare e soprattutto non ne ho proprio la forza. Io sono un abitante dei suoi luoghi, ci ho fatto una capanna e ci pago pure l’affitto, lui per tornare indietro ha bisogno di qualcuno dall’altra parte che sia disposto a tirare. E per sua fortuna ce l’ha, ha Edie. So che lei lo può salvare. E so che lo farà. Nel frattempo posso solo provare ad impedirgli di mettersi in guai più grossi di quanti ne potrebbe gestire in futuro. Eppure anche in questo caso non dipende tutto da me, ma da lui. Se vuole finire nei casini lo farà che io ci sia, o meno.
    “Però ci possiamo divertire, tanto penso che faresti anche di peggio di quello che ho in mente io, quindi no, niente segreti. Andiamo, vieni” prendo la seconda bottiglia che si è fatto portare Josh per cui lascio i soldi sul tavolo senza fare troppi complimenti perché la prima l’ha pagata lui, questa la pago io e non si discute.
    Mi porto fuori dal bar con un certo sollievo perché adesso c’è l’aria aperta e la sensazione opprimente che stava calando su entrambi sembra sollevarsi per la durata di qualche respiro che prendo a pieni polmoni.
    Alla fine dopo un sorso dalla bottiglia la passo al mio nuovo compagno di giochi che sembra più felice di quanto dovrebbe essere. Avevo detto che non vorrei fare il grillo parlante, ma cazzo è proprio difficile non voler almeno provare a capire che cazzo gli sta succedendo, o aiutarlo a sentirsi meglio.
    So che se il posto in cui stiamo andando non sarà sufficiente mi basterà raccontargli quello che ho fatto a Chrys per farlo incazzare abbastanza da tirargli fuori un po’ della rabbia che trattiene. La cosa peggiore è che in verità quando si tratta di farmi spezzare le ossa sono un cazzo di drogato, cerco di non farlo, ma ogni volta ci ricasco. Quindi ho paura che ci sto pensando solo perchè serve a me e non a lui. Però, questa volta sto facendo il bravo e sto provando a dirmi che lo farei più per Josh che per me, ma non lo so se è la verità.
    “Comunque io ero una merda quand’ero corrotto e lo sono anche adesso” glielo dico mentre tengo la canna tra le labbra e provo ad accenderla. Non ci vuole molto per dove dobbiamo andare, motivo per cui ci ho pensato immediatamente quando ho capito che Josh aveva un paio di cose da sfogare, ma questa ce la finiamo di sicuro durante il tragitto.
    “Mi sono tolto la corruzione è vero, ma vuoi o non vuoi ce l’ho ancora dentro, tipo un fantasma. Quindi tutta questa bella cosa della redenzione è stata proprio una stronzata di facciata. Ho rischiato di morire eppure non è cambiato proprio un cazzo, quando si dice che la vita trova sempre un modo di fotterti, eh?”, prendo una boccata dalla canna e trattengo il respiro giusto qualche istante prima di lasciar andare come se così potessi sentirmelo lo sporco che ho dentro. Gliela passo riprendendomi la bottiglia.
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    Edited by Moonage - 27/8/2020, 19:25
     
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    "No hope, no love, no glory, no happy ending". Mi ricordo distintamente di questo cantante mezzo libanese con cui la mia vicina era dannatamente ossessionata, ma che in realtà credo la sapesse più lunga di me. Anche se adesso penso che non so talmente un cazzo di niente che chiunque potrebbe saperla più lunga di me e vaffanculo. Tanto a che cazzo mi è servito studiare una vita intera, sperimentare i peggiori intrugli di merda ad un livello illegale di magia mescolata all'idolatrare divinità che manco sanno quale lurido stronzo sia quello che sta chiedendo il loro aiuto. Ma mi dici, ma porca puttana ma una di quelle che ho invocato non poteva degnarsi di cagarmi? No, lo sapete tanto quanto me che queste cose non le fanno, loro restano lì e ti guardano mandare in culo la tua vita scommettendo anche se sarai una palla 8 che finisce di lato, destra o sinistra non cambia granché. Comunque questo tipo sapeva quello che stava dicendo ma non sapeva di aver predetto la mia vita, o questo punto che adesso ho gloriosamente raggiunto. Parliamo della speranza. La speranza è una stronza ma è molto peggio della dignità, perché ti si attacca come un fottuto morbo che non solo ti becchi tu che alla fine sei così stronzo che le dai ascolto, ma ti prendi pure quella che gli altri ti lanciano addosso come fossi fatto di velcro e non ti sentissi bene senza diventare un albero di Natale di problemi altrui. Quindi lo apprezzo Ray che non si sforza di contraddirmi nemmeno volendo perché tanto lo so e lo sa lui che stasera la verità è mia in ogni caso. Che poi, se lo merita anche il mio tentativo di apparire abbastanza ironico che poi alla fine non è che una patetica variante di una desolazione che domani mi lascerà solo il deserto addosso, ma che stasera vince il banco. «Niente angeli custodi, Ray, anche quelli sono una bella stronzata per bambini.» Tu vieni all'Inferno con me, o non se ne fa niente. Stavolta lo ringhio con un po' più di intenzione perché tutte le volte che la speranza mi ha fottuto sono diventate anche troppe. Lo sapete no? Lo sapete che non l'ho chiamato perché mi salvi il culo. Se fosse capace di farlo, avrebbe spezzato lui la maledizione di Edie, e invece sappiamo tutti chi cazzo è stato e, ovviamente non sono io. Quindi un bel "vaffanculo" possiamo dirlo anche alla mia anima. E dobbiamo proprio parlare di amore mh? No, non dobbiamo. Dobbiamo parlare di gloria? Ah questa è bella perché non me ne è mai fottuto un cazzo della gloria e di quello che significa per la maggior parte di voi, di loro. Però di una cosa possiamo parlare eccome: non esiste nessuno stramaledetto "happy ending" di merda. Niente, è solo la speranza che ti fotte, ti convince che arriverai dove cazzo devi e che i tuoi fottuti sacrifici avranno senso perché prima o poi le stringerai le dita attorno a quell'obbiettivo... ma guarda un po' eh NON SUCCEDE. Non succede mai. Potrei preoccuparmi di nascondere la vena omicida che mi passa attraverso quando lui sa lusingarla capendo che potrei dare il peggio di me stasera e non me ne frega nemmeno un cazzo che io non sappia quanto a fondo posso spingermi, perché finché non vedrò cosa c'è oltre la voragine non capirò mai un cazzo. Che poi, rido, perché quando mai io ho capito qualcosa? Mai, ve lo dico e non sforzatevi neppure a contraddirmi perché c'eravate quando ho fallito così tanto da chiedermi perché cazzo sono ancora in piedi. Ah ma non la voglio la vostra pietà, giusto per avvisarvi, tenetevela perché non avete idea di quello che potrei fare ora per strapparvela di dosso. E ci stiamo alzando, e non è un problema, anzi questo posto mi ha già rotto le palle e la cameriera è una stronza, quindi "addio" e non ci vedremo mai più in vita proprio. Seguo Ray e mi rendo davvero conto che quello che ho bevuto non era che acqua di fogna, la gente non è più capace di darti quello che vuoi e chiedevo tanto per un cazzo di alcolico che avesse senso bere? Io non credo, questi qui si evidentemente. Fanculo pure a loro. Ray non è una merda, beh non quanto potrei esserlo io, di questo sono abbastanza sicuro ma cazzo se sono sollevato che non voglia sentirsi un paladino di sta merda perché me ne è bastato uno a rompermi i coglioni per l'intera esistenza, quindi grazie ma il posto è già occupato. Ho le spalle che tirano, quel divano era una merda dovevo capirlo subito. E non è che mi sto distraendo, questo discorso è dannatamente serio e mi sa che ne ho bisogno perché anche se - l'ho già detto? - non me ne frega un cazzo, questo mi interessa. Mica mi preoccupo di piantargli gli occhi addosso quando facciamo lo scambio migliore della serata, tanto Ray lo sa a cosa va incontro e se non lo sapeva prima ora avrà capito chi cazzo ha deciso di tirarsi dietro stasera e CRISTO questa è l'erba giusta. La obbligo a riempirmi i polmoni e bruciare come una dannata, giusto per ricominciare a sentirla questa stronza di una vita che mi scivola dalle mani. «Amen» La vita ti fotte, la speranza ti fotte, la dignità ti fotte e, vedete, l'elenco potrebbe essere infinito ed il mio amico qui dovrebbe aver capito anche che stasera nemmeno io mi sforzerò di spiegare una ragione al come invece si può rimediare perché la verità assoluta è che verrai fottuto, comunque, sempre, da tutto. Quindi o ti piace, o finisci come me. Una cosa mi preme, tra un ghigno amaro e l'altro che alterna un tiro e un sorso. «Giuro che sta merda la prossima volta non te la faccio bere» cazzo sono così serio che annuisco a me stesso, un fottuto saggio. «Devi venire in Kansas.. c'è un fottuto Moonshiner che fa le sue magie in una capanna che puzza di morto ma tu devi bere quello che viene fuori perché è... un sogno.» E i sogni sono una merda eh, non ve lo devo sottolineare, ma questo è un sogno buono perché è vero. Già.
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    Di nuovo mi metto a ridere perché davvero sono felice che i commenti si siano risparmiati all’alcol. E poi forse sono tornato a farlo perché l’erba è di nuovo in circolo e smette di farmi prendere tutto troppo sul serio. Vorrei vivere sempre su questa linea di confine tra le cose e l’ironia, in cui sorvoli ogni problema con la leggerezza di chi ha capito che non bisogna dare troppo peso alle cose. Mi andrebbe pure bene così, vivere distaccato da tutti per tutto il tempo. Il problema è che io sono uno di quelli che nelle cose ci affonda dentro come sabbie mobili e non dubito che ora come ora ci sto andando a nozze con Josh, perché posso annegare nei miei spazi bui senza la paura di essere solo. Lo faccio più da veterano, è chiaro, con l’amarezza di chi si è abituato a vedere tutto nero e non sente più quell’estasi da fine del mondo quando pensa che niente ha davvero importanza. In più lui ha dalla sua la corruzione che lo fa praticamente sentire un dio ogni volta che lascia andare i freni morali. Quando poi ci rinunci allora tutta questa rabbia è solo fottutamente deprimente, non assomiglia più al ruggito del un grosso predatore che pensi di portarti nel petto.
    È come se avessi provato l’eroina per un po’ e poi d’improvviso mi fossi obbligato a smettere. I colori non sono più così brillanti. I sentimenti sono più appiattiti. E la felicità sembra ancora più irraggiungibile. Stare vicino a Josh però mi ricorda un po’ l’aspetto positivo dell’essere corrotti. So che è completamente sbagliato. So che rischia grosso e so anche che quella che prova adesso è più esaltazione che felicità, ma ora come ora mi va bene anche questo. Anche se lui ancora non sa che in verità mi odia, mi piace che mi tratti come fossi l’unico che possa capirlo in tutto l’universo e su cui riversa tutte quelle cose che io non ho il coraggio di dire ad alta voce. E se dovesse sapere di Chrys forse odiandomi si renderà conto dov’è che lo porterà tutto questo.
    Per adesso lo osservo divertito e scuoto la testa anche se torno a guardare la strada. “Non ti preoccupare che ho bevuto anche di peggio, finché è alcol mi va bene” tanto per sottolineare la questione prendo un sorso dalla bottiglia che si avvicina rapidamente al fondo, impossibile credere che non avremo presto bisogno di qualcos’altro.
    “Da barista con tanto di licenza, pagata fior di quattrini tra l’altro, posso dire che l’alcol di contrabbando ha tutto un fascino d’epoca. L’ho provato una volta il whiskey “fatto in casa”, diciamo così, ma me l’hanno mollato in un barattolo da mezzo litro e un’occhiata con cui mi dissero di andarci piano. Dovetti farlo anche se pensavo di essere più che qualificato, perché non è affatto del normale whiskey. Da allora ho il sospetto che la roba che vendono in bottiglia sia per dilettanti, è stato un colpo alla mia autostima da alcolizzato” e in effetti potrei resistere a tanta merda, ma non dubito che il moonshine potrebbe mandarmi al tappeto piuttosto in fretta ancora una volta. “Comunque strano, pensavo che il moonshine fosse di una zona diversa, verso nord lungo la costa e in Canada, che poi sono i posti che ho visitato io fino ad ora”.
    Intravedo la luce accesa di un piccolo minimarket, che forse dire minimarket è anche una parola grossa. È uno di quei buchi imbottiti di prodotti di qualsiasi genere senza una ragione specifica, ci puoi trovare le patatine al gusto di calamaro e il pezzo di ricambio dell’aspirapolvere. C’è di positivo che è il genere di posti in cui vendono l’alcol, quindi lascio Josh fuori dove gli dico di aspettare e finirsi la canna.
    Dentro c’è un uomo dall’aria annoiata che sbircia un piccolo televisore da sei pollici con tanto di tubo catodico ancora in bella vista. La tiene dietro il vetro divisorio accanto alla cassa. Alza gli occhi giusto per dare un’occhiata alle bottiglie e poi a me e alla fine pensa bene pure di chiedermi i documenti. Ho beccato l’unico idiota di tutta la zona del bronx che chiede i documenti. Alla fine imbusto le due bottiglie di whiskey ed esco fuori piuttosto allegro.
    “Ho preso i rifornimenti, visto che non so fino a quando abbiamo voglia di stare in giro” sollevo le due ragazzacce ambrate per mostrargliele con un sorriso trionfante.
    Non ci vuole molto perché arriviamo dopo aver girato l’angolo, superiamo giusto un lungo stradone che si perderebbe nel buio se non fosse per i lampioni giallo acceso che illuminano coni di oscurità. In fondo c’è una recinsione molto alta con tanto di filo spinato avvolto. Si tratta della rimessa Krueger.
    “L’ho scoperta anni fa quando lavoravo per un meccanico e venivamo qui a comprare i pezzi di ricambio. Non si fidava troppo a farmi venire da solo perché erano i suoi soldi, ma ho imparato parecchie cose, tra cui il fatto che non c’è un sistema di sicurezza, né delle telecamere nella zona posteriore, solo all’ingresso”
    Ed in effetti mi sposto verso il retro dove sono impilate le une sulle altre un grosso numero di vecchie auto, sembra vogliano formare i grattacieli di ferraglia arrugginita di una città discarica. Molte però sono ancora in condizioni quasi normali, ma vecchie, ammaccate, con la vernice scrostata e sicuramente impossibili da far ripartire.
    “Se l’idea ti piace, noi ci teletrasportiamo dentro, prendiamo due pezzi di ferro, tipo un piede di porco, un martello, una mazza, quello che vuoi, tanto se anche non li troviamo li posso evocare e ci diamo dentro a sfondare il cazzo che ci pare. Tanto è tutta roba vecchia, non facciamo incazzare nessuno oltre il proprietario di questo posto” poggio una mano sulla sua spalla e lo guardo con la faccia di chi già se la ride al pensiero. Forse c’è solo una punta di preoccupazione, perché all’inizio penso sempre che le cose che mi piace fare da solo possano interessare anche qualcun altro, adesso inizio ad avere qualche dubbio, “non è come uccidere qualcuno, ma almeno così ti rimane la coscienza pulita. Però se pensi che è una stronzata posso farmi venire un’altra idea”.
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    Edited by Moonage - 28/8/2020, 20:53
     
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    Caro Ray, sei un cazzo di genio. Non glielo dico, ma insomma è evidente che sia così perché DAI avete visto dove mi ha portato? Cristo sono un ragazzino al Luna Park, e chi cazzo lo sapeva che esisteva un posto del genere in cui per di più nessuno ti rompe il cazzo che distruggi quello che trovi? Va beh che se devo mettere i puntini sulle merdosissime "i" c'è da dire che il motivo per cui non ti vengono in culo dopo è solo perché non possono sapere che sei stato tu, ma fanculo mi va da dio così! Credo sia palese perché mi tengo in faccia quel sorriso con cui abbiamo lasciato il locale e glielo piazzo davanti. Ora, ad essere del tutto onesti, anche se nella mia camminata non sono stabilissimo - chiariamolo; faceva cagare, era annacquato, ma era comunque alcol di qualche sorta - la prima cosa che ho pensato due secondi fa era che stessimo entrando nella parte peggiore dei film che si vedono le adolescenti, in cui ad un certo punto c'è la grandissima svolta della protagonista che fa un corso di psicologia del prendere a pugni le cose ed è tutto rose e fiori di nuovo. Ma dopo ho messo da parte sta stronzata di cui, ammettiamolo sinceramente: non me ne frega un cazzo, e mi sono reso conto del vero potenziale, e gliela piazzo pure una seconda pacca sulla spalla, mantenendo un attimo la presa, così anche per ricambiare la sua e non serve proprio che mi dica come e quanto potremmo andarci giù pesante perché io la mia idea ce l'ho, e ragazzi, penso che vi piacerà questa. Mettetevi comodi, il secondo atto sta per cominciare, quindi prendete un alcolico decente, almeno voi e guardatemi mentre non ci penso due volte a trascinare un teletrasporto doppio che ci porti a dargli una risposta senza che io debba esprimermi sul serio. Sono stato un po' silenzioso, ma credo sia perché è questo effetto che mi fa l'erba: la prima cosa che riesce a fare è spegnermi, mi lascia in un limbo in cui cammino sul niente ed infatti io non mi sono accorto di quanto tempo abbia passato a "fare rifornimento" - Ray è un cazzo di genio, l'ho detto? - ed anche il Moonshine si è un po' perso, ma sono sicuro che gli ho detto anche una stronzata fatta come "provare per credere" che boh, mi è sembrata sensata ma mai quanto quello che stiamo per fare. «Il martello lo lascio a te, amico..» questo glielo dico, così per chiarire che non mi sfogo da talmente tanto tempo ed ho talmente tanto accumulo di merda adesso che non sfascerò auto come un cazzo di no-mag. Insomma, fanculo alla normalità che tanto chi cazzo l'ha mai vista? No no, qui ci si diverte bene o non se ne fa un cazzo. Quindi gentilmente gli scippo una bottiglia, che condividerò perché va ben tutto ma non così merda, e mi rifaccio gli occhi sui grattacieli di rottami che ci circondano. Per sicurezza, visto che non sono uno stronzo così madornale, e sono abbastanza sobrio ancora per rispettare Ray, eviterò ogni cosa possa farlo regredire allo stato in cui sono io. Oh, ovviamente a meno che non me lo chieda, sennò glielo regalo senza problemi il mio sangue, che per metà penso sia già stato drenato da sta situazione del cazzo. Non per fare il figo a cazzo ma ho davvero le ossa che hanno bisogno di una tirata, eppure già la sento l'ombra che mi risale il braccio e lascia vibrare l'anello di una certezza che mi dice che ci divertiremo eccome. Almeno, per me sarà così, se per Ray sarà un incubo ne riparleremo. «Quell'uomo mi fa un po' pena adesso.» E non è un cazzo vero, lo dico per dire, per l'alcol e perché questo posto non si merita troppo silenzio. Voi non lo potere sapere quindi vi faccio la grazia di dirvelo: la magia nera è una forza assurda che ho tenuto stretta con un cazzo di filo interdentale e adesso mi sta chiaramente dicendo che posso andare a farmi fottere perché lei farà il cazzo che le pare, che io ne sia consapevole oppure no. Mi preoccupo solo per Ray che forse si renderà conto troppo tardi di aver portato il lupo direttamente dalla madre di cappuccetto rosso (tanto nella vera storia muoiono tutti. Che ironia di merda, però ehi: è la vita che ti incula, come avevo detto io). Non lo so se posso prendere una di queste carcasse e fingere che sia Morgan Crain, ma ho una vasta immaginazione quando sto così di merda che vorrei solo non sentire un fottuto niente. Mi scolo quasi mezza bottiglia perché fa un cazzo di caldo che non si spiega, e mi sa che mi tolgo anche la giacca, ma quello perché non la voglio rovinare, ci tengo. «Amico ascolta...» non gli dico proprio che mi sembra una pessima idea per lui, ma qualcosa nel mio sguardo cambia e sono un po' preoccupato, non è proprio vero che in sto caso me ne sbatto, insomma so riconoscere che sta facendo qualcosa per me anche se gli avevo solo chiesto di appoggiare il culo su un divanetto e bere. «.. non ti conviene stare troppo vicino adesso, non lo so che cazzo ho ma credimi Ray, non voglio che tu te ne esca male.. » e vi giuro che sarebbe anche serio se non stessi già biascicando le parole e non riuscissi a smettere di sembrare un bambino al parco divertimenti. Però ecco, diciamoglielo che se non vuole rischiare deve davvero starmi a qualche metro perché adesso non può anche chiedermi di controllarmi, adesso un cazzo di nessuno può. Adesso che una scintilla omicida mi attraversa lo sguardo come un lampo e l'Onice reclama la mia attenzione. Ed io sono suo. Lascio la giacca all'ingresso, e mi avvio verso la prima pila di rottami, è un gesto che coinvolge tutte le luci che stanno qui attorno che le spegne in un solo passaggio della mia mano. Ho bisogno delle ombre tanto quanto loro hanno bisogno di me ed è fottutamente ironico che qualcuno ne abbia ancora, perché non ho più niente altro a cui aggrapparmi che non siano loro. Faccio presto, troppo, ad immaginare di essere da solo e la sento, la sento come una liberazione che cresce dagli abissi di quanto cazzo sono stato fottuto dalla mia esistenza e chiede alle mie braccia un sacrificio che è solo il ribollire del sangue nelle vene. Mi basta pensarlo, distendere il braccio finché le vene non reclamano una rabbia che monta come fiamma inestinguibile ed il rumore è solo un contrattempo che non mi dispiace nemmeno per il cazzo, e quell'insieme di ferro e copertoni crolla a lato, aprendosi davanti a me. Non do tempo a niente, con l'altra mano evoco un'ombra che diventa una lunga lama nera e trafigge come un cazzo di spiedino per Tranformers i miei rottami. Poi, uno ad uno inizio a piegarli su loro stessi, accartocciandoli come scatole di tonno troppo grandi per stare in un cazzo di cestino, e più mi muovo, più la lama nera affonda nel ferro, frammenta il vetro, buca le gomme e trapassa ogni cosa, più sento una sua gemella che mi attraversa il cuore da parte a parte togliendomi il fiato. E' una tensione che rianima un potere che non ho mai usato con così tanta libertà e lo so che se mi dicessero di fermarmi adesso io non saprei farlo, non vorrei farlo. E sapete cosa? Non lo farò. Continuerò a dare forma alla mia ombra finché questa non avrà ridotto queste macchine a qualcosa di simile ad un deserto di sabbia di ferro. No ma sto bene, eh, benissimo, così bene che se Ray mi sfiorasse... beh magari diciamogli che ora non mi deve toccare e basta.
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    Edited by nocturnæ - 30/8/2020, 16:02
     
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    È ironico come le cose facciano giri enormi, ti lascino persino il tempo di dimenticartene, ma alla fine tornano sempre indietro. Spesso più ho provato ad allontanarle più insidiosamente mi si sono ripresentate davanti. Senza che potessi prevederlo. Senza che riuscissi a fare in tempo a difendermi. Il ricordo mi colpisce all’istante, si forma nella mia mente e mi strappa un mezzo sorriso anche se non vorrei. Josh non ne ha idea e mi chiedo se non sia stato io a suggerirglielo in qualche modo. Un po’ tutti i maghi, ma in particolare i maghi neri hanno un’arma che preferiscono. All’epoca l’insegnante di evocazione al circolo ci spingeva a padroneggiare tutte le armi, ma la mia preferita rimaneva il martello. Lo so che è privo di eleganza, o di manovrabilità, né ho potuto mai veramente utilizzarlo fuori dalle lezioni perché è il genere di cosa che uccide se va a segno. Mi chiedo se evocarlo adesso sarebbe rischioso. Non lo faccio da anni e questo sembra uno di quei momenti in cui passerebbe inosservato. Nessuno lo verrebbe a sapere, nessuno lo noterebbe e sicuramente nessuno si farebbe domande, non Josh, credo. Se anche non fosse vero ormai l’idea mi piace troppo.
    Non mi faccio ripetere due volte di farmi da parte. Anzi a dire il vero sono felice di portarmi diversi passi indietro rispetto a Josh, “Spacca tutto” glielo grido con l’energia della migliore cheerleader. Finisco anche la bottiglia del pessimo whiskey che ha aperto le danze e per sancire la piccola parentesi di follia a cui sto per dare sfogo la lancio contro una macchina e poi sono tanto idiota da mettermi a gridare un hoooo! da criminale ad alto quoziente intellettivo.
    In fondo siamo abbastanza nascosti perché me ne possa fregare anche io per un po’. C’è questa sensazione che non mi permetto di provare mai, la sento tirare gli angoli delle labbra, ma in modo completamente diverso da com’è stato fino ad ora.
    Abbasso lo sguardo su una mano ed è persino più facile nella penombra concedermi questo strappo alle mie promesse. Una sensazione familiare parte dal petto e mi attraversa il braccio e più la sento fluire fuori da me più rapidamente prende forma la linea scura di un lungo manico di legno d’ebano a cui s’intrecciano alcuni anelli d’argento. Alla fine quando l’evocazione riesce il peso della testa d’acciaio temprato preme contro le dita che stringo più forte intorno al manico. Forse non sono mai stato all’altezza, ma di certo mi ci sono divertito.
    All’improvviso esplode questo rumore stridente di lamiere che si accartocciano, alzo lo sguardo di scatto, in allarme come un ragazzino colto con le mani nella marmellata. Poi mi rendo conto che non sono io, ma è quel pazzo di Josh. Mi viene da ridere a guardare che sta combinando, all’inizio un po’ timidamente per non distrarlo, ma anche perché è strano vedere la magia nera così da vicino dopo tanto tempo e non avere l’impulso di correre dal lato opposto. Poi però divento sempre più esaltato, perché per quanto lui sia magro in fin dei conti è assurdamente potente. Dev’essere arrabbiato come una furia per fare quello che fa. Mi volto a guardarlo e lo so che gli sta piacendo troppo, come uno che dentro ci mette anche un bel po’ di rabbia.
    “Oh beh se giochiamo pesante….” diavolo, quando mi è mancato sentirmi così, come se non avessi sulle spalle sempre qualcuno pronto a giudicarmi. Sono stupido. Infantile. Ridicolo. Debole. Insignificante. Impotente. Codardo. Lento. Mille parole come queste che si ripetono dentro di me una dopo l’altra all’infinito. Le incito a fare di peggio, a dire di peggio e scoprire se davvero mi importa qualcosa. Facendo i primi rapidi passi in avanti mi alimento con questo impulso feroce di rivalsa, lo stesso che immagino provi un animale selvatico che può finalmente tornare a correre. La telecinesi rende ogni salto impossibile un gioco da ragazzi, anche e soprattutto con il martello che è il peso che da sempre mi ha costretto a mettere più energia sulla spinta dei vettori.
    Mi lancio tra le macchine, balzo su un cofano e poi un tettuccio, un fianco e poi quando diventa più difficile mi teletrasporto più volte fino al punto più alto che riesco a raggiungere e quando ci sono già sento il fiatone riempirmi i polmoni. Scatto alla fine verso il vuoto. Sembra per un istante che possa infrangere le leggi di gravità, ma la parte che mi piace davvero viene subito dopo. Porto indietro il martello e inizio a cadere rapidamente verso il basso.
    C’è una cosa che ho sempre amato dei martelli è che i legno non si riscalda, ma la testa invece può diventare anche incandescente. Quando lascio che l’energia dell’incantesimo fluisca attraverso le venature dell’ebano l’acciaio si accende di un rosso brillante, come un tizzone in una brace. Quando sono vicino al suolo freno la caduta con una spinta cinetica che solleva una bassa nuvola di polvere, metto tutta l’energia della discesa sul colpo che affondo al tetto di una delle auto di Joshua.
    Lo schianto si riverbera nelle braccia, ma posso frenarlo con la telecinesi per non rompermi le ossa, mentre l’auto ha tutto un altro destino. Non è accartocciata come quelle che sta devastando lui, ma sembra ci sia passata sopra una pressa. Il che mi soddisfa parecchio, perché nonostante tutto non ho perso completamente il mio smalto. Parte del metallo si sta inevitabilmente squagliando, ma una volta che ho i piedi sulla carcassa solelvo lnetamente la testa del mio martello.
    Guardo Josh e gli sorrido come un vero imbecille, un sorriso di sfida particolarmente sicuro di sé, decisamente troppo sicuro di sé, ma non mi sono mai limitato quando si trattava di mostrarsi sfrontato. Tra l’altro credo che in fondo non sarebbe davvero capace di uccidermi. Spero.
    “Niente male, te lo concedo, ma vediamo se riesci a mettermi in difficoltà” mi piego leggermente in avanti sulle gambe per distribuire meglio il peso nel caso debba scattare in avanti, o saltare. Spero Josh sappia come si usa il territorio quando devi cercare di uccidere qualcuno perché voglio distruggere un po’ di cose.
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    Edited by Moonage - 29/8/2020, 15:45
     
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    Dio che liberazione! Cazzo è come se ti partisse un impulso che vi giuro, credetemi se vi riesce, è meglio di un orgasmo. Ne sono convinto, e se lo dico io che.. va beh queste cose sono ancora troppo sobrio per pensarle, comunque fidatevi è tremendamente bello e fottutamente liberatorio. Non ve lo posso davvero spiegare come ci si sente quando ogni cazzo di fibra nel corpo ti chiama, ti urla, ti implora di lasciarla libera. Ed è giusto farlo, è la cosa più giusta che tu possa fare assecondarla e dirle che non solo non intendi fermarla, ma vuoi che vinca su tutto, soprattutto sulla debolezza che ti sei sentito addosso. Questa è l'ombra che si espande e si prende tutto di me e, cazzo, io le do ogni cosa possa volere stasera perché mi sono rotto le palle di non essere mai abbastanza "qualunque cosa" per fare quello che mi pare. Più stringo le dita e più le lamiere si incastrano tra loro dando origine ad un'opera che non è che l'inizio di quello che ho in serbo per loro, e per il fottuto mondo che ha deciso di masticarmi fino alle ossa. Ma adesso dovrà rimpiangere quello che mi ha fatto. Ogni respiro che mi ha tolto, ogni ringhio che ho dovuto contenere. E' un flusso di potere che usa le mie braccia come veicolo ed in questo momento non devo dirvi che sarei capace di ogni cosa perché la moralità - di cui non mi sono mica fatto un cazzo di niente alla fine ovviamente, anche su questa avrei qualcosa da ridire - che mi ha guidato per anni, ha appena preso una fottuta vacanza. Ma io cambierò la serratura prima che rientri in casa e, sorpresa, stronza! Non c'è spazio per lei, non c'è spazio proprio per un cazzo di niente. Ogni ombra che si allunga, ogni lama oscura che richiamo, ne chiede altre, ne esige altre, ed io non sono nessuno per negargliele, per negarmele. E' solo l'entrata di Ray nel mio campo visivo che mi frena qualche secondo, il tempo di vedere che ha un martello e si sta trasformando in una supernova. Vi giuro che dovreste vederlo come si lascia a picco su un'auto e non ne rimane praticamente niente! Cazzo sono particolarmente stupito e penso di non riuscire a mascherarlo anche se, e questo non glielo voglio dire, ho la sensazione che mi abbia appena distratto abbastanza da consentirmi di non diventare totalmente insensibile agli interventi esterni. Allargo le braccia perché cazzo, ora si ragiona davvero, per un attimo ho temuto che mi avrebbe lasciato solo e sarebbe a rimasto guardare che manco fosse mio padre. E invece no e, siamo seri, penso sia pazzo ma non me ne frega un cazzo perché stasera essere "in me" non è il mio obiettivo quindi: fanculo, mi prendo la sfida com'è e sento già una scarica che mi parte lungo tutta la schiena. E' pericoloso quello che sta facendo e mi prendo un microsecondo di serietà per dirlo a voi, perché a me frega un cazzo come dicevo all'inizio e perché io sono già in un tunnel che non prevede che io mi fermi adesso, ma insomma è rischioso perché lui è fuori dal giro ed io ci sono appena entrato. E' pericoloso perché io non ho un senso per non fare esattamente il cazzo che mi passa per la testa e perché non è detto che mi conosca così bene come credo quindi, se leggi questo, Ray: l'hai voluto tu. Sì ok sono un paraculo, va bene, è facile attaccarsi al fatto che se farò una stronzata - che si andrà solo ad aggiungere al mucchio - potrò dirmi che lui avrebbe dovuto sapere quello che stava facendo. Ma la verità è che spero lo sappia, quello che fa, e spero che non sia qui solo perché vuole che io combini un casino a sue spese perché sennò dovrei rivalutare la nostra amicizia e CRISTO, NO grazie ho già troppe cose che mi si spezzano dentro, mi manca questa e potrei sul serio non riemergere dal cazzo di buco in cui mi sto infilando. Ma, per tornare a noi, esaurito il momento paranoie, raccolgo la sua sfida come se fosse una partita ad un videogioco, e ne va un pochetto del mio orgoglio che è già stato pugnalato abbastanza in questo periodo quindi..«Attento a quello che dici, Thor. » Non glielo dico con cattiveria ma, insomma, dai, è una bella battuta. Un po' scontata ma a mia discolpa non ho cazzi di elaborare qualcosa di più complicato; voglio l'azione. Però me la prendo un po' comoda, lui non è fatto di lamiera e non starà certo fermo sullo stesso punto tanto a lungo. Ma io voglio che si muova, voglio che sia divertente. E' che poi è facile parlare, ma io e la mia corruzione non siamo stati grandi amici di recente, quindi lo so cosa può succedere che smetto di imporle il giusto controllo... è che non ho voglia di farlo, perché lei ha sentito benissimo l'eco della sfida e sta già rispondendo, quindi no perdo tempo. Una nube di ombre si agita ai miei piedi, il mio sguardo è così scuro che non so se sto ancora mostrando i canini in un mezzo ghigno oppure sono tornato nella mia serietà statica. So che mi incazzerò, questo è il minimo, questa è la base ma è facile.. oh è facilissimo innescarmi stasera, mi basta pensare allo stronzo che mi ha tolto tutto e che è sempre nei miei fottuti pensieri. Richiamo le ombre che, lentamente, scivolano via dalle lamiere per avvolgermi. Sono io il loro padrone stasera e faranno esattamente quello che mi serve facciano: mettere Morgan in difficoltà. RAY, volevo dire Ray. Devo ricordarmi che è Ray. Le mani fremono, e rivolgo al mio sfidante un solo sguardo che non chiedetemi come sia perché lo sento solo bruciare sul volto come se non avessi mai aspettato altro fino a questo momento. E' tempo di smetterla di giocare. Sono veloce, abbastanza da richiamare altre due torri di lamiera che vacillano e oscillano con l'intento di cadere su Ray da due diverse angolazioni. Distrazione, voglio che debba occuparsi di loro mentre io evoco la catena d'ombra che gli scaglio contro direttamente e, mentre le chiedo di stringersi piuttosto stretta, mi preparo ad evocare gli Aghi dei Mille Falchi in una mano. Non dovrà avere nemmeno il tempo di respirare. Al Breakbills c'era una corso in cui andavo molto meglio che negli altri, ma lascerò che capiate da soli qual era di preciso. Qualcuno potrebbe dirmi che ci sto andando leggero, e qualcuno forse ha anche ragione, dovrei solo smetterla di concentrarmi sul fatto che non gli voglio davvero fare male. Penso troppo.
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    Mi tengo stretto il mio sorriso sfrontato, è uno di quelli che non riescono a diventare un ghigno perché più della violenza c’è la sfida. Voglio che mi metta alla prova e sentire la fatica aggrapparsi ad ogni mio respiro. Quando però richiama a sé le ombre e più che vederle le percepisco scivolare verso di lui per rendere ancora più buia l’oscurità in cui è immerso, sento un ondata di preoccupazione irrigidirmi i muscoli. Non ho paura, ovviamente. Non se ne parla. Arriverò a infilargli il martello su per il culo se servirà a dimostrarlo.
    “Fai del tuo peggio… avanti” lo incito a voce bassa per esorcizzare tutta la tensione che si accumula tra di noi per quelli che saranno al massimo pochi secondi, ma sembrano minuti interi, lentissimi. Non perdo di vista la sua figura nell’ombra, cerco di evitare di guardarlo negli occhi, ma non ho nemmeno bisogno di sforzarmi tanto.
    Invece di attaccarmi direttamente preferisce spingere pile di auto per seppellirmi, o distrarmi, tipico atteggiamento da mago nero. Me ne rendo conto perché iniziano a cigolare rumorosamente, sento finestrini esplodere, ammortizzatori saltare e cofani piegarsi. Il rombo che segue l’inizio della frana è assordante. Potrei volatilizzarmi, ma non ci sarebbe gusto, faccio in tempo a concentrarmi sul fluire del tempo per rallentare la caduta delle carcasse di quei mostri metallici. Mi teletrasporto prima su una poi sull’altra, risalgo la valanga e quando faccio l’ultimo impossibile salto il colpo che esplode ai miei piedi mi spinge ad abbassare lo sguardo giusto in tempo per vedere la catena d’ombra ritirarsi.
    So già che sta per riattaccare, così mi lancio di nuovo di lato prima che riesca a stringersi intorno ad una gamba. Allungo una mano per afferrare gli ultimi anelli. Mi si avvolgono al polso, ma tengo stretta la presa. Poi arriva lo strattone, mi attraversa il braccio con una tale violenza che ho paura possa strapparmelo via. Potrei affondare il martello tra i rottami, ma sono certo che finirei spezzato in due.
    Invece di oppormi corro di nuovo in direzione di Josh, lo so che ha in mente qualcosa e ci sto andando dritto contro. Devo contrattaccare per primo, o prepararmi a difendermi, ma soprattutto devo liberarmi di questa catena. Quando sono di nuovo a terra, a pochi metri da lui, l’incantesimo alle mie spalle si spezza e di colpo tutte insieme le auto si schiantano contro lo sterrato alzando un’ondata di polvere.
    Sto per abbattere il martello ancora incandescente contro la catena sfruttando il momento di confusione, ma alzando gli occhi, orache sono più vicino, riesco a vedere nel buio dei lampi. D'un tratto intorno a Josh sembra allargarsi una tempesta. Molto scenografico, complimenti. Ma se ho imparato una cosa è che il tuono ha un grande difetto.
    Evoco Adham non appena penso a lui. Lo spirito di terra è piccolo, ma tenace, quasi più affine a me di quanto non sia quello di fuoco. Non appena percepisco la sua presenza so che sostiene l’incantesimo con cui sollevo la terra intorno all’aspirante piccolo assassino che ho davanti, uno che purtroppo avrà una grande delusione questa notte se non si impegna di più. La terra si chiude intorno a lui in una cupola di terra e polvere. Allargo le braccia e cerco di sollevarne altri strati per seppellirlo sotto un muro via via sempre più spesso.
    “Allora?” glielo grido con rabbia e una soddisfazione talmente dolce da essere terrificante ed esaltante allo stesso tempo. Non freno la risata che scoppia immediatamente dopo. Sono troppo soddisfatto del mio lavoro e qualsiasi cosa farà per uscirne sono lì per tenergli testa. “E' tutto qui quello che sai fare?! Pensavo fossi arrabbiato!”, in verità sono già ricoperto di terra e ansimante, ma a costo di arrivare a non avere più energia per difendermi nel giro dei prossimi cinque minuti, voglio che ne valga la pena. È l’unica dannata volta dopo anni in cui mi concedo di essere me stesso, non ho intenzione di sprecare nemmeno un attimo aspettando i suoi tempi da signorina, deve tirare fuori ancora di più le palle, voglio finire a terra e voglio che arrivi vicinissimo ad ammazzarmi. Ho bisogno di pregare dio di non morire. Altrimenti non ne sarà valsa la pena e tutta questa fatica sarà solo dello stupido jogging al parco.
    “Dimostralo, cazzo!”
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    Edited by Moonage - 30/8/2020, 21:19
     
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    Ray è una cavalletta. Lo seguo nel suo sfuggire alla mia catena, consapevole che non glielo lascerò fare tanto a lungo e la manderò a prenderlo prima che si renda conto di non poter più saltare dove gli pare. Non deve nemmeno dirmelo di fare del mio peggio, perché questo peggio lo sento fremere da un po' e sinceramente non ho più intenzione di fermarlo. E' questo che sono stasera, il peggior Josh che abbia mai conosciuto e se anche solo mi sento trattenere da qualche remora morale, all'inizio, dopo le cose cambiano. Mi ritrovo a concentrare la mia espressione totalmente sul suo avvicinarsi, quasi chiedendogli di accorciare un po' le distanze visto che c'è, e visto che evidentemente vuole davvero farsi male. Dovrei cominciare a pensare che non vorrei andare da Chrys a dirgli che gli ho azzoppato il flirt, ma non c'è più nessuno di questi pensieri che sappia frenare il ruggito estatico dell'ombra che mi chiede di darle una direzione, di dominarla come so di poter fare. Quando è avvolta al suo polso e, per inciso, bella mossa Ray, ma anche no, non ho bisogno di pensare a niente che non sia un "portamelo, adesso" che impera e che non sembra dispiacere in verità neppure a lui ed è forse per questo che scivolo appena indietro di un passo per non irrigidire le ginocchia e prepararmi allo scontro come si deve. Spezzargli un braccio non è mai stata la mia idea iniziare, ma lo sappiamo che in questo momento non è neppure più una cosa di cui mi preoccupo. Il fatto che si stia avvicinando così in fretta mi rende ovvio che abbia già un'idea ed anche se sento quanto crepitano gli aghi elettrici nelle mie mani non ho alcuna remora e farglieli trovare appena si avvicinerà troppo, e quindi si: vieni da me Ray, più vicino. Non devo chiedere al mio elemento primario di investirmi perché so che sta per farlo e che in me troverà terreno fertile per aggrapparsi ad una rabbia che non ha mai avuto eguali. Si legheranno fino a fondersi in un'unica grande arma, quella che mi sono sempre detto di conservare ma che adesso sono troppo senza filtri o freni per fottermene sul serio dei miei pensieri. Sono piuttosto sicuro che sto ancora sorridendo quando un lampo attraversa direttamente il mio sguardo e mi avvisa che, sì, siamo pronti al suo arrivo di gran carriera. La terra freme, si alza, e mi ricopre. Faccio appena in tempo a richiamare lo scudo di ombre che in parte mi evita di soffocare sotto il peso di quello che il mi avversario - adesso è diventato questo, per me, lo sappiamo - sta caricando, ma non mi evito qualche graffio superficiale ed un po' di fatica per l'energia che sto lasciando assorbire dalla corruzione. Ho piegato le gambe in tempo per evitare che le mie ossa soffrissero del peso sulla testa, ma ora non è più qualcosa di cui ha senso preoccuparsi perché, anche se ride, il suo messaggio mi arriva forte e chiaro. Solo che io non sono solito rispondere a parole, eppure sono particolarmente empatico e lo so cosa sta pensando, lo so che ora voglio solo entrare nella sua testa e strappargli la voglia di dire anche solo lontanamente che non gli sembro abbastanza incazzato. Lui, di me, non sa niente. Nessuno lo sa, nessuno merita di avvicinarsi abbastanza da saperlo. E quindi lo so cosa preme sotto la superficie quando sono ancora lì sotto il suo cumulo con poco più che un graffio, ma è quanto basta, lo sa anche lui, perché il mio sangue sia pericolosamente vicino a mescolarsi con le ombre e con qualsiasi arma che gli arriverà addosso da qui a pochi secondi. Non vuole essere corrotto di nuovo, ma non avrebbe dovuto sfidarmi così apertamente oggi e, forse, mai. So essere abbastanza veloce da sottrarmi al suo punto di interesse, coperto dalle ombre, vivendo nell'energia che ha generato un fulmine che può tornare a scorrermi nelle vene senza isolamento di alcun tipo ed arrivargli alle spalle prima che sappia rendersene conto. Respiro lo strato di rabbia che sa nascondere ma neppure tanto bene, quando lo so che c'è una rivalsa per lui che non ha niente a che fare con me, ma ormai mi ha rotto il cazzo quindi si becca quello che ne deriva. Una scarica, per iniziare, che mi preme nelle ossa fino a calibrarsi al punto da rilasciare una quantità fuori proporzione di energia che non solo arriverà a lui ma probabilmente gli strapperà di mano il giocattolo con cui ha sfasciato qualcosa ma che non è abbastanza per me, non stasera Ray. «Fermati» E' un avvertimento impersonale, che allungo perché non sono uno stronzo totale, e perché forse non è che proprio non me ne freghi un cazzo, ma in realtà quello che più interessa il mio tono è la sfida che continua a muoversi verso di lui come veleno. Glielo lascio rimbombare in testa il pensiero che sia lui che sta cercando qualcosa che io non gli posso dare, quando invece so che posso eccome. Voglio che mi guardi e non sappia muoversi mentre mi allungo a stringere la sua ombra come fosse mia, come se fossi io adesso a dover decidere se si deve muovere oppure no. Voglio che mi guardi estrarre il mio stesso sangue dal palmo ferito dalle rocce, per generare una lama che si allunga nella mia mano e prende forma davanti ai suoi occhi. Lui lo sa, ed io lo so, cosa può fare se gli arriva abbastanza vicino. Ed ora sa anche che voglio che sappia fermarmi perché c'è una vena omicida che sta tormentando e che non sono proprio tanto sicuro di voler spegnere, o di sapere come si faccia. Lascio solo che fluisca perché io non ho fretta, non ne ho mai, posso rallentare o velocizzare ogni cosa. Non dovrebbe fare quello che sta facendo e non dovrebbe farlo fare a me, non dovrebbe permettermi di minacciarlo al punto da rischiare qualcosa che da amico e da sobrio non gli permetterei mai di fare, non può sfruttare la mia debolezza per farmi distruggere la sua. Non deve.
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