Jeremiah Dmitri Sergejevich Ivanov

✖ background: La sua storia ha radici lontane, ben prima che nascesse, quando suo padre, e suo nonno prima di lui, si affermarono come cacciatori nel continente asiatico. La loro specialità è sempre stata occuparsi di vampiri, per via di una forte avversione, di una famiglia molto credente, per esseri la cui vita si è spenta e si trascinano nel mondo, uccidendo i viventi per sopravvivere nel loro corpo morto. E' un concetto che gli è stato ribadito più e più volte quand'era bambino, liberare la sua terra da questi essere immondi, questo abominio che deve essere estinto perché non ha alcun senso che esista. Il rimorso fu la prima cosa che gli tolsero, nel modo più barbaro possibile. Dmitri non ha mai saputo che il vampiro che uccise il suo migliore amico da bambino, era stato incaricato da suo padre di compiere un simile gesto nel tentativo di avere salva la vita, accordo che ovviamente suo padre non rispettò. Per sua fortuna però, c'era il nonno a dargli una visione diversa dell'essere cacciatore, più ampia e più genuina, perché si ergesse in difesa delle masse che nulla potevano contro le creature. Dmitri passava molto del suo tempo con il nonno, apprendendone le storie e imparando dalle sue continue lezioni, almeno finché ebbe modo. Suo nonno ebbe un malore che lo costrinse a ritirarsi dalla caccia, lasciando il nome della famiglia nelle mani del più spietato cacciatore che Dmitri abbia incontrato sin'ora, suo padre, Sergej Ivanov. Rispettando fedelmente la tradizione di uccidere creature senza chiedere nulla in cambio, manteneva la sua famiglia stipulando alleanze con la malavita russa, ottenendo diversi agganci ed una nomea che lo precedeva. Sua madre invece era una nota alchimista, americana d'origine, che dette alla luce sia lui che suo fratello, occupandosi della loro istruzione quando Sergej era via. In particolare, era affascinata dalla capacità innata del figlio di cambiare i propri tratti, ereditata da suo padre che per primo l'aveva conquistata. Ma era tutto fuorché una famiglia perfetta, eccezion fatta per suo nonno. La demenza senile lo aveva ormai reso incapace di riconoscere la sua famiglia, eppure Dmitri lo riconosceva sempre, pur non ricordando il suo nome, chiamandolo Jeremiah, nome che Dmitri adottò anni più tardi quando lasciò la sua famiglia per farsi strada nel mondo, com'era desiderio di suo nonno.

Aveva da poco compiuto diciotto anni quando partì, dopo un'accesa discussione con suo padre che gli intimava di restare sotto il suo comando. Da tempo infatti, Dmitri manifestava il desiderio di muoversi per conto proprio, di vivere la sua vita lontano dall'ombra di una persona famosa come suo padre. Voleva vedere il mondo, crearsi la sua rete di contatti e vivere da protagonista il suo futuro e non da semplice gregario. Era stanco del suo cinismo, stanco di essere comandato, voleva essere indipendente, da tutto e da tutti.
Aveva un fuoco dentro, inestinguibile, tanto che suo padre non poté fare a meno di aiutarlo quando ce ne fu occasione. Non correva ancora buon sangue fra loro, ma era pur sempre suo figlio e l'aiutò a farsi strada nel mondo del crimine, passandogli contatti utili a sopravvivere mentre costruiva la sua fama. Rispetto al padre non aveva una famiglia da mantenere, nulla che potessero toccargli, e questo fu l'elemento scatenante che contraddistinse il suo successo. Non c'era richiesta che non accettasse, dietro la giusta ricompensa, nessuna titubanza nel macchiarsi la fedina penale, celato dietro il suo pseudonimo. Ma c'era di più e risiedeva nella sua innata capacità di stringere alleanze, un'altra qualità di certo ereditata da suo padre, ma mai così proficua. Ben presto non ebbe più bisogno del suo aiuto, perlomeno finché non violò per la prima volta lo Statuto di Segretezza, appena un anno dopo aver lasciato il suo nucleo familiare. Quel momento fu una delle tappe più significative della sua vita, non era più un criminale soltanto per i no-mag, lo era diventato anche per il mondo magico. Fino ad allora soltanto l'Interpol in Francia gli aveva creato problemi, identificato nella figura di Dale Bennett, un agente sopra la norma che aveva deciso di interessarsi al suo caso.
Era tempo di evadere ancora, tornare alla sua vita di cacciatore in compagnia di West North, avendo accumulato abbastanza da proteggerlo in conti offshore, che gli garantivano quella tranquillità di cui aveva bisogno.

Ben cinque anni, nei quali poté dire di aver girato il mondo e conosciuto diverse famiglie di cacciatori, tra le quali i Valerious, nella figura di Nicolaj celebre per aver dato la caccia al famoso Wladislaus III Drâculeștii in Transilvania. Ma non c'era solo questo a sancire l'importanza di questo periodo, una relazione, nata come tutte le altre: fugace, disinteressata, consapevole di non potersi legare a lei, eppure forse l'unica per la quale abbia sinora sentito di provare qualcosa di molto più intenso di un'attrazione. Nova Bishop e i suoi capelli che le ricadevano sulle spalle come filigrana d'oro. Ha lasciato la sua vita così com'è comparsa, di punto in bianco, senza dargli spiegazioni, lasciandogli dentro un dolore che non aveva mai provato prima, mitigato solo poco tempo più tardi dalla consapevolezza della sua natura nomade e della fedina penale che si porta addosso che gli rendono impossibile qualunque relazione duratura. Ma non l'ha dimentica, mai, sentendosi particolarmente in imbarazzo quando ha scoperto che, uno dei suoi migliori amici, Chester North, si era fidanzato con lei. La chiamò subito dopo averlo salutato, senza sorprendersi di riuscire ancora a ricordare a memoria il suo numero, rintracciandola per chiederle di mantenere il segreto con Chester della loro precedente relazione, temendo che il suo amico la prendesse a male e ne fosse inficiata la loro amicizia. Fu sorpreso che Nova accettò, ma se anche fu dubbioso, non ne fece parola.

I crimini da allora si susseguirono, così come i diversi flirt che arricchirono i suoi continui viaggi di esperienze e conoscenze sempre maggiori. Furti, rapine, riciclaggio di denaro sporco, la sua fedina penale fu un compendio di accuse, magiche e non, che misero a dura prova la sua capacità di restare anonimo, data la fama che ormai aveva il suo nome. Sei anni di fuoco in cui c'era sempre tempo tuttavia per una caccia assieme ai suoi amici, cooperando ogni qualvolta ci fosse una nuova creatura, utilizzando passaporte illegali per spostarsi di Stato in Stato prima che agenti e polizia no-mag fossero sul punto di catturarlo. Per sicurezza, passò molto del suo tempo come animale, un husky siberiano alle volte di certo inusuale in alcuni Stati, ma abbastanza attento a non dare nell'occhio.
Francia, Arabia Saudita, India, Giappone e Brasile erano ormai offlimits, non restava che far sparire nuovamente le sue tracce, a L'Avana, capitale dell'isola di Cuba, di cui è anche il principale porto, il centro economico-culturale e il principale polo turistico, tutto quanto gli serviva per continuare la sua attività, spostandosi poi a Miami dove, un'estate, conobbe Diana Gallows, offrendole della droga dietro sua stessa richiesta, in cambio della sua compagnia.
New York però gli mancava, tra tutte le città che non avevano ancora emesso un mandato di cattura a suo nome, era di certo quella che preferiva per quell'alta concentrazione di vampiri che ancora vantava nonostante una politica che li aveva messi con le spalle al muro, indicandoli come principale problema della comunità magica. Un luogo in cui incontrare diverse sue conoscenze e riprendere da dove ha lasciato.

✖ inventory: Possiede ciò che serve a permettergli di vivere senza dare nell'occhio, ricorrendo quando serve a dei prestanome in cambio di favori.

✖ catalyst: CALCEDONIO
YIN: Pietra degli Oratori, poiché facilita l’eloquenza, il Calcedonio è caratterizzato dalla sua versatilità per le molteplici attitudini che possiede, e allo stesso modo lo è anche il mago: solitamente sono estroversi e adattabili, vantano di una peculiare rapidità di azione, di favella o pensiero tanto che non poche volte riescono a stupire con la loro prontezza di spirito nelle situazioni più avverse.

TOPAZIO YANG: Persone calcolatrici, non fidarsi mai di un possessore di topazio perché potrebbero dire tutto il contrario di tutto. Ingannatori, sofisti, amano tastare il terreno e agire con calma prima di ottenere ciò che vogliono o che gli spetta. Sono gli illusionisti della mente umana, astuti solo per sé.