Positive Bleeding

Josh/Morgan | 21 Febbraio

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +3   -1   -1
     
    .

    Senior Member
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Zombies
    Posts
    33,368
    Reputation
    +10,975
    Location
    Chevy Impala '67

    Status
    NEW_POST

    «I'm scared of the future and I hate my past. The present hurts too much, but I know it won't last, know it won't last. I'm scared of the outcome of what I could become. And I know if I don't do something that I will be done.»
    32 y.o. – HUNTER – PARABATAI – POLITICAL REFUGEE – DAMNED SOUL – CHANGED – MAINE ACCENT
    P
    otrei aver guidato più velocemente di quanto fosse necessario per tornare a casa. Forse non dovrei preoccuparmi così per il fatto che Edie non ha risposto al mio messaggio, potrebbe semplicemente essersi addormentata, non fosse che è il tipo di persona che si sveglia con la minima vibrazione del telefono, soprattutto se io sono a caccia. È una cosa che so, perché conosco la sua ansia e questi messaggi glieli mando proprio per tranquillizzarla quando sono a lavoro, soprattutto oggi, che è stato più difficile del solito e lo sapevano. Perché si trattava di Patrick, non di una cosa qualunque.
    Quindi sono preoccupato, sì, ovviamente lo sono, e quindi ho premuto un po’ di più sull’acceleratore nonostante penso di essermi preso almeno una storta alla caviglia, sinistra per fortuna ma insomma, non che cambi così tanto quando devi guidare. Me la sono sistemata un po’, giusto quel primo soccorso rapido anche per il braccio, ovvero il gomito lussato, ma il dolore è sempre quello. Ho intenzione di dare una controllata appena arrivo, ovviamente, roba più approfondita, anche se credo di aver già capito quali sono i problemi e non è niente di così tanto grave da richiedere un ospedale.
    Eravamo insieme e avevamo la Colt, mio padre era da solo, è questa la differenza. Gli ho ripetuto molte volte che eravamo più forti insieme, ma ora come ora, penso solo che mio padre volesse morire quel giorno contro quella cosa, esattamente come mamma. E vabbè, non voglio pensarci sul serio. Non adesso per lo meno. Voglio solo pensare che l’abbiamo vendicato.
    Entro rapidamente in casa dopo aver parcheggiato la macchina, girano le chiavi, sento subito Whiskey muoversi per venire alla porta e la chiudo in fretta dopo il passaggio di Den. Whiskey ormai lo sa che non mi deve fare feste esagerate quando rientro, dopo mesi di duro addestramento finalmente l’ha capito e quindi posso limitarmi a lasciargli una carezza prima di muovermi verso il salotto. Edie non la sento e questa cosa non mi piace. Prima che i miei occhi si abituino al buio del salone per vederci anche mezza sagoma, ho già acceso la luce e wow, questo è davvero inquietante.
    Sul serio. Peggio di un cazzo di film horror.
    Sto fermo sulla soglia della porta a guardarli e per un secondo, mezzo forse, penso che è successo qualcosa di grave, che Joshua è impazzito del tutto e che l’ha uccisa, per questo lei non si sveglia e non si muove. Mentre lui se ne sta lì immobile a proteggere il suo cadavere come un vero schizzato. Ma è mezzo secondo, appunto, perché è un po’ inverosimile e quando abbasso gli occhi a guardare meglio lei lo vedo come le si alzi e abbassi lo sterno. Sta dormendo e basta. Ma dormendo decisamente troppo profondamente. Lo so che Edie usa dei sonniferi, ma non sono veri sonniferi, è roba naturale che non potrebbe comunque fare del male ai bambini, e dubito che possa aver preso in generale qualcosa di più forte sia per la gravidanza, sia perché sapeva che dovevo tornare e lo so che voleva aspettarmi sveglia.
    Non ho una risposta a questa cosa, sinceramente, non per il momento, ma evito di metterci subito l’accento. «Se fosse tua madre saresti un perfetto Norman Bates» ah, quanti sottintesi in questa battuta, eh, caro ragazzino pazzerello. Faccio un mezzo sorriso, un taglio obliquo per niente amichevole. Non è che mi sono dimenticato tutti i danni che ha fatto questo coglione, ovviamente.
    Rivolgo uno sguardo veloce a Den che nel frattempo si è dileguato in bagno, sì, ottima mossa. Meglio che il figliol prodigo di Slater non sappia che a mio fratello si rimarginano le ferite per magia.
    «Perché sei qui?» è una domanda veloce, sferza rapida nell’aria e non aspetto la sua risposta prima di muovermi zoppicando ancora un po’, anche se meno di prima. Lo faccio già dirigendomi verso la cucina mentre continuo con un tono di voce leggermente più alto rispetto al mormorare precedente, visto che Edie a quanto pare non si sveglierebbe neanche con un bombardamento in questo momento. «Troppi metaforici demoni interiori a perseguitarti per le strade di Silent Hill?» sì, lo sto lievemente prendendo in giro, lui e quella sua vera drammatica un po’ emo, ma che posso farci è più forte di me.
    In cucina poggio il borsone sul banco, mi tolgo la giacca con uno sbuffo infastidito per il dolore. Vado al frigo per prendere un sacco di ghiaccio di quelli con cui ho riempito questa casa in queste due settimane, e ne poggio uno sul bancone accanto alla borsa, ci metto sopra il gomito quando mi siedo di fronte, con il braccio piegato. Cerco una sigaretta con l’altro, dopo essermi passato di nuovo la manica della maglietta sulla fronte su cui ancora cola un po’ di sangue, doveva essere una ferita da niente quella alla testa, perché in quei punti sanguinano copiosamente anche se sono taglietti. Ma credo invece, che mi si sia spaccato un sopracciglio, quello è più fastidioso visto la linea di rosso che mi si è seccata al lato della faccia. Comunque l’avevo detto, niente di troppo pericoloso, per questo posso anche tranquillamente prendermi il tempo di accendermi una sigaretta mentre Den è in bagno.
    hate my past, present hurts too much
    I'm scared of the future
     
    Top
    .
  2.     +3   -1   -1
     
    .
    Avatar

    𝔅𝔩𝔬𝔬𝔡 𝔄𝔫𝔱𝔥𝔢𝔪
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Citizens
    Posts
    5,891
    Reputation
    +5,076

    Status
    NEW_POST
    5mtQebG
    L I A R
    JOSHUA ÇEVIK – brother – lead singer – you fucking idiotfaust
    mago nero
    27.
    Edie aveva bisogno di riposare, ma di farlo sul serio. E' stato fin troppo facile prendermela vicino, sincronizzare i fiati ai miei, indurre la giusta condizione perché. una volta chiusi gli occhi, non li riaprisse tanto in fretta. Dormirà tutto il tempo di cui il suo organismo necessita e quando si sveglierà sarà riposata come non so esserlo io, non più. Non è una cosa di cui so pentirmi, quella che mi ha spinto a farla assopire più di quanto avrebbe voluto. So come è fatta, so che si logora attingendo a tutta la forza che possiede ma che ora dimentica di dover conservare. So che avrebbe protestato se glielo avessi detto, che volevo dormisse, ed alla fine lo avrei capito dal respiro che stava solo forzando una condizione innaturale. Tendersi al limite è fuori discussione, soprattutto se ci sono. Ed io non è che intendo stare più così distante da non esserci quando serve. Ma lei non può stare male così e non solo perché è incinta, cosa di cui pensavo che Morgan si sarebbe occupato un po' di più, ma perché è Edie e per lei farei qualunque cosa, che sia una stronzata utile come questa a qualunque altra cosa servisse. Ho chiuso gli occhi solo per qualche minuto, inspirando il silenzio, con lei appoggiata su una spalla ma senza mai sentirne davvero il peso. So a cosa riesco a pensare quando resto al buio e, paradossalmente, adesso questo stronzo è il mio migliore amico. Adesso lo cerco per attingere al potere del suo equilibrio, per restare in bilico su questa fottuta lama e non spostarmi quando apre ferite sotto i piedi. Trattengo una mano lungo la sua spalla quando, finalmente, il motore dell'auto si fa largo nel vialetto. L'ho detto che il silenzio non esiste, e non solo per il cane che si agita, preme le zampe lungo il pavimento e dichiara di aver sentito Morgan quasi prima di me. Quasi però. Ad ogni modo io non mi muovo, non ne ho ragione, e poi lo so com'è quando te lo trovi davanti alla porta di casa e preferirei evitare di avere di nuovo la canna della sua pistola a due centimetri da me e no, non per paura che gli parta accidentalmente un colpo, ma perché dopo dovrei rispondere e non sono qui per questo. Ironico come debba accendere la luce per vedermi qui, credevo sapesse fare di meglio: ma è stanco è un ottimo segno, avrò quello che voglio e la cosa finirà presto. Ammetto che Norman Bates mi muove un sorriso malsano tra le labbra, come se adesso la sua ironia fosse quasi un balsamo. E no, lui mi sta sul cazzo come sempre, anzi di più perché se queste sono le condizione che di solito mostra a mia sorella, i nostri problemi sono molto più grandi di quel che pensassi. Però alcune cose le ho imparate in queste settimane, alcune le porto incise sotto la maglia e le sento bruciare al suo rientro. Lo guardo, ma non mi sposto subito. «Ciao Morgan» Non lo dico per essere cordiale, o accogliente, tanto che non penso saprò mai esserlo sul serio e vorrei tagliar corto con le stronzate fin da subito, anche se me la sto già godendo un pochino più del dovuto. Ho aspettato questo momento da quando ho pensato di averlo tra le dita, di fronte a me, ma in realtà era troppo distante perché lo capissi. L'ho già detto anche a Slater, non mi farò superare da quei due di nuovo. Lo vedo che va in cucina, ed allora ne approfitto per muovere dolcemente Edie, con tutta la cura che non ho mai smesso di riservarle, finché la testa non appoggia su un cuscino e la coperta la copre appena oltre le spalle. Ed è allora che le mie gambe ringraziano che io sia tornato in piedi e le stia muovendo verso Morgan. Lo so che sto già studiando i suoi punti deboli, il modo in cui zoppica o il sangue che gli cola dalle ferite, perché adesso è una prassi che non mi scosto dalle ossa anche se non intendo usare niente di tutto questo. Sono qui per arrendermi. Una mezza risata, troppo bassa per non aver colto ancora la sua ironia, è quanto mi sento di rispondere prima di entrare in cucina. Raddrizzo la schiena e lo guardo dritto nel sopracciglio spaccato che si ritrova adesso; bel look, comunque. La credibilità è il perno unico che userò, perché in fondo è vera ogni mia parola, anche se non fa male ad un orgoglio che ho ricucito in un buco del cazzo che adesso ha fatto di me qualcuno, qualcosa, di diverso. «Ho fatto una cazzata, lo sappiamo senza che ci giriamo attorno una vita.» e mi riferisco a tante cose, ma la principale è una sparizione che nell'essere una stronzata è una cosa per cui ringrazio Slater più di prima. «Parlerò con i tuoi... amici, colleghi, qualunque cosa vi definiate.» E' abbastanza semplice, no? Cristallino.
    ©
     
    Top
    .
  3.     +3   -1   -1
     
    .

    Senior Member
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Zombies
    Posts
    33,368
    Reputation
    +10,975
    Location
    Chevy Impala '67

    Status
    NEW_POST

    «I'm scared of the future and I hate my past. The present hurts too much, but I know it won't last, know it won't last. I'm scared of the outcome of what I could become. And I know if I don't do something that I will be done.»
    32 y.o. – HUNTER – PARABATAI – POLITICAL REFUGEE – DAMNED SOUL – CHANGED – MAINE ACCENT
    P
    ensavo che non sarebbe mai arrivato questo giorno, incredibile, il momento in cui Joshua Çevik ammette di aver commesso un errore. Assurdo. Mi chiedo che cosa sia successo in questo mese in cui è sparito, palesemente nella Dimensione Ombra, non ho bisogno di alcuna conferma di questo visto che è lì che vanno i maghi neri a rintanarsi quando si devono leccare le ferite. Forse Slater gli ha fatto una ramanzina? Potrebbe essere. O forse la solitudine in quel cesso di posto gli ha fatto capire che comportarsi come un ragazzino non gli farà ottenere niente di quello che vuole, perché tutti vogliono qualcosa, tutti mirano a qualcosa e ovviamente, anche lui.
    Non lo so, forse neanche mi interessa così tanto, anche se non è del tutto vero.
    Purtroppo è che io sono fatto così, e mi importa sempre di tutti. Entro un certo limite ovviamente, ma mi dispiace davvero che Joshua sia impazzito ed è una di quelle cose che me lo fanno vedere da sempre come una vittima di Slater e della Magia Nera, un po’ come vedo mio fratello con il sangue di Banditore. Non posso scappare da questa cosa, più che altro perché lo so, quanto certe cose possano fottere il cervello e anche se dietro ci sono delle scelte, sono scelte fatte con quella cosa nel sangue, da un lato e dall’altro.
    Lo guardo, fisso gli occhi nei suoi per qualche secondo in silenzio.
    Prendo un tiro dalla sigaretta.
    Io non sono mai stato un orgoglioso, non ho mai avuto difficoltà ad assumermi le mie colpe e riconoscere i miei sbagli, quindi non so che cosa voglia dire farlo per uno che invece sguazza nella presunzione di non aver sbagliato mai. Probabilmente è difficile, e per questo che come lo guardo ho un’occhio a metà tra il sorpreso e il piacevolmente colpito. Voglio dire, wow, questi sono grandi progressi di maturità. «Aspetta aspetta aspetta» sono tre parole che velocemente escono insieme al fumo «Hai fatto una cazzata, ho sentito bene?». Ho sentito bene, sì.
    Prendo un altro tiro, ancora guardandolo, con un mezzo sorriso che si affievolisce lentamente. Va bene, forse si è appena aperta una strada per parlare davvero.
    Sputo il fumo avanti e rimetto la sigaretta tra le labbra, tenendola lì per il filtro quando la mano si muove nell’andare a prendere il telefono dalla tasca, apro la fotocamera interna per guardarmi la faccia, in effetti era il sopracciglio, e una ferita in testa. «Okay, senti Joshua, facciamo una cosa. Parliamo da adulti, ti va? Sul serio e con tutte le carte in tavola» tiro su gli occhi su di lui nel parlare «So che hai ucciso Doug Hudson, non c’è bisogno di ribadirlo a Thalia e Vince, o a Edie insomma. Non cambia niente se lo ammetti, io lo so» lo so per vari motivi di indagine che non starò qui a spiegare, visto che tanto non è un Cacciatore e comunque non capirebbe un cazzo di tecniche investigative, oltre al fatto che nemmeno voglio spiegargliele. «So che l’hai fatto con Slater, so che lui è soltanto curioso e fa tutte queste cose puramente per osservare come reagisco. Chi sono io per giudicare i passatempi della gente?» stringo le spalle con un gesto rapido mentre torno a guardare il riflesso.
    Piego il braccio che se ne sta col gomito appoggiato sul ghiaccio, uno sbuffo di fastidio si alza dalle labbra ma lo ignoro, mi serve tenere il telefono così mentre con l’altra mano e la sigaretta ancora stretta tra i denti a masticare le parole, accosto il palmo alla ferita sul sopracciglia. Condenso un po’ di ki per una pranoterapia veloce. «Quello che non capisco è perché lo fai tu. Davvero è solo perché mi odi così tanto? Secondo me no, ti starò pure sul cazzo ma non esageriamo, no? Secondo me c’è qualcos’altro. Ti ha promesso qualcosa, penso» punto di nuovo la visuale su di lui. Alla fine non sono riflessioni tanto assurde a cui arrivare, è il tipico comportamento del capo di una setta e mi è già capitato di conoscerne uno, oltre al fatto che, voglio dire, a quanto pare Slater è letteralmente dentro una setta. Non credo che sia il capo ma in una posizione molto vicina insomma.
    Sposto la mano per cercare l’altra ferita, sulla testa, tra i capelli che si sono bagnati di sangue e attivo un’altra pranoterapia al volo, continuo a parlare «Conosco Slater da quando avevo undici anni, era venuto nella mia dimensione che no, non era questa, a incasinare gli eserciti, perché c’era una guerra. Vabbè, storia lunga, ma comunque il punto è che penso che non fosse la prima volta e nemmeno l’ultima, penso che Slater si diverta così, a incasinare la vita della gente e a vedere che succede come un cazzo di maniaco che brucia i formicai da bambino». Cose personali, sì, ma tanto non è neanche davvero un segreto è solo che non ne parla, e quindi non lo sa nessuno. Mi ha anche già sentito parlare nella mia lingua, voglio dire, probabilmente ha già pensato che sono straniero, o per metà, o qualcosa del genere.
    Lascio andare il telefono sul tavolo, prendo la sigaretta con la mano ora libera e la scosto dopo un tiro veloce, parole insieme al fumo di nuovo, lo guardo negli occhi «Per questo, prima pensavo che tu fossi abbastanza furbo da essere dalla tua parte, e non dalla sua. Poi mi sono ricreduto, vista la cazzata. Adesso mi devo ricredere ancora?».
    hate my past, present hurts too much
    I'm scared of the future
     
    Top
    .
  4.     +3   -1   -1
     
    .
    Avatar

    𝔅𝔩𝔬𝔬𝔡 𝔄𝔫𝔱𝔥𝔢𝔪
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Citizens
    Posts
    5,891
    Reputation
    +5,076

    Status
    NEW_POST
    5mtQebG
    L I A R
    JOSHUA ÇEVIK – brother – lead singer – you fucking idiotfaust
    mago nero
    27.
    So cosa crede che io sia. E so che invece non ha una cazzo di idea di cosa sono davvero. Ma ammetto che non mi interessano i pensieri che ha su di me, non quando un “per sempre” in questa famiglia non esiste. Non per lui almeno, ed è forse la ragione per cui la rabbia e quel cane rabbioso che la alimenta, restano in un angolo adesso: perché sarebbero energie sprecate per niente. Probabilmente Morgan finirà ad uccidersi prima ancora del tempo, ed allora sarò con Edie ed aspetteremo che il tempo guarisca la sua ferita, e magari a questo signor “tempo” darò una spinta io. E tutto è comunque un niente che mi esce dalle labbra in un’espressione neutrale che mi tengo tutto il tempo del suo bellissimo discorso. Non smentisco e non nego, anche se negassi la sua convinzione sarebbe così dura da scardinare che tanto vale sia solo sicuro di ciò che pensa. Ma dovrebbe essere abbastanza sveglio da sapere che non direi mai parole simili in presenza di Edie, neppure per sbaglio. Tengo solo lo sguardo fisso nel suo dal momento che pare tenerci così tanto a scavare dove non troverà che terra inospitale. Ho fatto una cazzata che ha letteralmente svoltato la mia esistenza, ma questo non significa che io passi il tempo a rimpiangerla: anzi. Quello che adesso so è che non posso tornare indietro, non posso impedire la corruzione del mio sangue, posso solo andare avanti lungo una via che si fa ombra alle mie spalle. Voglio che sia così. Quasi sorrido, e mi sposto dove so che Edie tiene le birre, così tanto per rimarcare che è casa “loro” e non sua. Tanto non lo sarà comunque a lungo. Ci metto poco a stapparla tra pollice ed indice e bermi un primo sorso così, appoggiato al mobile della cucina, mentre lui si ricuce pezzi che romperà di nuovo in continuazione. Su di me c’è più di un faro puntato, ma quello che voglio è davvero semplice; nessuna rottura di cazzi per Edie e se pensa che sia solo mia la colpa, avremo molto di chi parlare. E lo faremo con calma, perché anche se ho fretta, non ne ho troppa da avanzare pretese del cazzo in questo momento. «Ci speravo» aggiungo perché si, prima o poi dovrà capirlo che non è l’unico adulto in questa fottuta cucina e per quanto si ritenga tale, dovrà abbassarla la sua testa prima o poi. Meglio prima che poi, almeno per me. Un altro sorso mentre mi parla del cacciatore morto, e di come non serva dirlo a nessuno: grazie al cazzo, voglio aggiungere, ma resto in silenzio perché in fondo è una questione già archiviata. E se tu lo sai, Morgan, chi sono io per smentirti? Bevo ancora. Si lamenta di un nemico che si tira dietro da anni, e vorrei, cristo vorrei tantissimo, dirgli che non me ne frega un cazzo: ma non è così. E non perché mi interessi della sua vita. Cazzo no, ma perché sapendo di avere Slater addosso da una intera esistenza, ha comunque deciso di legarsi proprio stretto mia sorella e metterla incinta di due bambini che porteranno il suo cognome: bravo, tu si che pensi al prossimo eh. Bello il vostro codice del cazzo. «Qualunque cosa io ricaverò da questa storia, non sarà una cosa che avrai modo di vedere prima di morire» perché stiamo parlando da adulti no? Molto bene, iniziamo dalle basi che ancora non mi basta. Non lancio uno sguardo ad Edie come farei in questi casi, ma solo perché so che dormirà ancora parecchio. «Tu lo sai qual è il problema Morgan. Magari non ti va di scendere nel dettaglio così tanto, ma visto che parliamo da adulti, parliamo anche di quell’unica cosa che non hai fatto si?» la bottiglia sta già finendo, e va bene così perché adesso continuo a non muovere nessun passo, distolgo solo lo sguardo per appoggiare il vetro sul piano e dopo tornare a guardalo. Non sto ringhiando come farei perché non glielo do questo appiglio, non adesso. Anche se brucia ogni cosa nella mia anima. «Parliamo di quando avresti dovuto starle distante ed invece adesso è incinta. E credimi a me non sarebbe neanche fregato un cazzo di chi fossi o del tuo passato se ti fossi tolto dalle palle.» Continuo. «Forse un giorno avrei anche dimenticato che sei entrato a gamba tesa a fare i tuoi comodi con la mia famiglia» e c’è un “ma” che vediamo tutti benissimo, ma noi stiamo parlando no? Siamo sinceri no? «Ma tu sei un cacciatore e, non lo dirò due volte quindi prenditi adesso questa cosa se vuoi esporla tra le cose che non ripeterò mai più, sei anche uno di quelli bravi, di quelli con un nome e che non hanno solo Slater come nemico. Quindi non mi aspetto che tu capisca la stronzata che hai fatto addossando tutto questo ad un ex Maledictus.» Lo sibilo in ultima. Adesso forse sono un filo più duro di prima ma no, comunque non mi aspetto che comprenda. «Quello che io faccio è proteggerla da quando sono nato. Perché può essere forte quanto vuole ma tu guardami negli occhi e dimmi che pensi sul serio che ce la farà da sola, adesso.» Adesso che è incinta, adesso che tutti sappiamo che tu morirai e che lei ti ama decisamente troppo e molto più di quanto meriti. «E continuerò a farlo anche quando sarai morto, perché sappiamo anche benissimo cosa cazzo succederà a Luglio. E Luglio è dietro l’angolo.»
    ©
     
    Top
    .
  5.     +3   -1   -1
     
    .

    Senior Member
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Zombies
    Posts
    33,368
    Reputation
    +10,975
    Location
    Chevy Impala '67

    Status
    NEW_POST

    «I'm scared of the future and I hate my past. The present hurts too much, but I know it won't last, know it won't last. I'm scared of the outcome of what I could become. And I know if I don't do something that I will be done.»
    32 y.o. – HUNTER – PARABATAI – POLITICAL REFUGEE – DAMNED SOUL – CHANGED – MAINE ACCENT
    M
    omento di gloria a parte per il “uno di quelli bravi”, andiamo avanti, visto che oltre tutto vedo anche la possibilità di togliermi qualche sassolino dalla scarpa. Fantastico, cose che volevo dire da mesi che mi sono tenuto per mutua sopravvivenza, ma che ora possiamo anche snocciolare tutte.
    Non ho capito se Joshua pensa che mi diano fastidio discorsi del genere, ma onestamente da come parla e da quello di cui mi accusa, non ha capito un cazzo di quel punto fondamentale che mi compone: la responsabilità. Dopotutto ha senso, come potrebbe saperlo? Non mi fustigo l’esistenza per i miei errori davanti a tutti, lo faccio nella solitudine della mia testa, o dentro la macchina in uno spiazzo buio al lato di una strada deserta. Io mi prendo la colpa anche di aver schiacciato una mosca sul parabrezza con il tergicristalli, ma insomma, che ne può sapere lui, alla fine quello che faccio lo faccio bene e sto parlando di come pormi nel mondo per sembrare un vero e proprio pezzo di merda.
    Invece lo so, che ha ragione. Ha ragione dall’inizio alla fine, su questo particolarmente argomento intendo, il fatto che sono rimasto con Edie e che non ho avuto la forza di lasciarla quando avrei dovuto. E ci sto pensando sempre di più. Ci sto pensando da quando è morto Borromé, ci sto pensando soprattutto da quando ho visto Sirthareth di fronte a questa casa, ci sto pensando come se quello stesso pensiero fosse un martello pneumatico che mi buca il cervello costantemente.
    Mi sta perseguitando il pensiero che non so come proteggerla e che sarà sempre peggio, sempre più pericoloso, ma è anche vero quello che dirò a Joshua, quello di cui io e Edie abbiamo parlato e quello che so perché la conosco. Ormai posso dirlo, che la conosco. È il motivo per cui, nonostante tutto, ancora resisto in questa situazione che si fa ancora e ancora più brutta. All’inizio non ne avevo la forza, è vero, ma adesso è diverso, so che dovrei ma è diverso.
    Adesso io voglio solo fare qualcosa per lei, voglio che lei sia felice e so che ha bisogno che nessuno decida più per lei. So perfettamente che ha bisogno che io non me ne vada perché devo, ma che io resti perché voglio.
    E questa è una cosa nostra, mia e sua, che credo che Joshua non potrà mai capire.
    Il fatto che penso che lui abbia ragione è una cosa a parte, sono cose mie, la consapevolezza che le sto facendo del male e che non so come smettere. Ma sto anche cercando di pensare, più che a me e a quelli che sono i miei errori ed i miei sbagli, a cosa voglia lei.
    Ovviamente non ho intenzione di mettermi qui a spiegargli che c’è una possibilità che io non muoia, perché voglio dire, è così relativo tutto quel discorso che anche no. Pure se fosse certo, comunque, non lo direi perché si tratta di mio fratello. Quindi passiamo avanti, al momento in cui annuisco guardandolo e poi stringo le labbra in un sorriso che si solleva di così poco da sembrare ancora una semplice linea dritta «Davvero credi che non lo sappia che ho fatto una stronzata a continuare a stare con lei? Guarda che io e Edie ne abbiamo parlato mille volte, Joshua, e lei non vuole che si prendano decisioni per lei. Abbiamo deciso insieme come affrontare tutto questo, perché non volevo imporle nessuna mia decisione dopo aver spezzato il suo patto, cosa che non le ho chiesto e ho sbagliato» appunto, dicevo, io non ho nessun fottuto problema ad ammettere i miei errori quando parlo in modo adulto e civile con una persona.
    Guardo per un secondo la sua birra, di nuovo, dopo averla guardata quando la prendeva e penso che mi alzerò a prendere il whiskey. Sì. Mi alzo quindi, lo faccio con una smorfia sulla faccia che si trascina nell’andamento arrancante fino a raggiungere lo sportello in cui lo tengo e prendere la bottiglia. Torno al banco centrale sedendomi sullo sgabello mentre la stappo e mentre parlo «So perfettamente dove, quando e quanto ho sbagliato. Ma Edie è una persona, non è soltanto tua sorella, e non è stupida, ha un cervello, delle volontà, vuole compiere delle scelte, vuole vivere, hai presente?». Non vivere nel senso stretto del termine, più che altro, vuole avere la libertà di prendere delle decisioni con la sua testa per non sentirsi più così inutile e inerme in mezzo a tutto quello che le succede.
    Prendo un sorso dalla bottiglia, lungo ma non eccessivo, che inframmezza quell’ultima domanda retorica giusto il tempo di un attimo. La poggio sul tavolo e non la chiudo. «Io penso che ce la farebbe anche da sola, ma se tu non hai fiducia in lei, cazzi tuoi e suoi sinceramente. Non era di questo che volevo parlare. Esattamente, cosa pensi che succederà dopo che sarò morto scusa? Tanto per capire. No perché a quel punto lei non sarà più un bersaglio per nessuno, visto che sarò morto, appunto, e non avrebbe più senso colpire lei per arrivare a me» e sarebbe bellissimo, davvero. Perfetto, ma ho un fratello che vuole fare di tutto per salvarmi il culo e quindi devo sottostare a questo, nonostante tutto. «Slater ti ha promesso di pagarle lo psicologo per superare il lutto?» è sarcasmo, sì, di quello che si taglia sul mio volto, ma è anche una domanda seria. Davvero non ha senso questa cosa, nessun senso.
    hate my past, present hurts too much
    I'm scared of the future
     
    Top
    .
  6.     +3   -1   -1
     
    .
    Avatar

    𝔅𝔩𝔬𝔬𝔡 𝔄𝔫𝔱𝔥𝔢𝔪
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Citizens
    Posts
    5,891
    Reputation
    +5,076

    Status
    NEW_POST
    5mtQebG
    L I A R
    JOSHUA ÇEVIK – brother – lead singer – you fucking idiotfaust
    mago nero
    27.
    «Ne avete parlato...» Sono indeciso se sia più ironico il fatto che Morgan pensi di aver fatto le cose per bene, forse perfino di conoscere Edie, o che sia qui a volerne davvero parlare. C'è una grande differenza tra il dare a qualcuno la libertà di decidere della propria esistenza, e metterla deliberatamente in pericolo. E lo sfido proprio a portare avanti la stronzata che ha appena detto come se fosse un motivo di vanto. Posso capire perché abbia sempre commesso il brutto errore di sottovalutare le mie motivazioni, ma spero che prenda atto che non è una cosa che può ripetersi all'infinito. Ne hanno parlato, e questo gli ha dato la scusa valida per dirsi di stare facendo le cose a modo, come si deve, addirittura al meglio. Resto calmo, ma non devo fingere alcuna tranquillità, stiamo parlando civilmente di cose che mi fanno girare le palle in un modo che non si spiega, ma è anche questo parte del mio addestramento. Quasi annuisco, così per seguire il filo del suo discorso di merda. «Così hai pensato bene che, dato che lei voleva averti vicino, potevi un po' tanto mandare a fanculo la sua sicurezza personale e quant'altro perché lei sa decidere da sola. Così poi, quando è chiaro che così non è perché le conosci le forze in gioco - ma correggimi se sbaglio - le hai messo un mago bianco di fronte casa, sia mai che succeda qualcosa quando tu non ci sei, il che mi pare sia comunque la stragrande maggioranza del tempo.» Vediamo di mettere sul giusto piano il fatto che so di cosa parlo. Non sto più sorridendo, ma non sto neanche inveendo come farei in situazioni come questa, perché sono quasi interessato a capire come funziona il suo cervello prima che si spenga del tutto, ed allora - appunto - il problema sarà risolto alla base. «Ah, e un cane, perché non si è mai troppo sicuri.» Morgan lo sa che se avesse lasciato fare ad Edie, lei si sarebbe tenuta la maledizione addosso, e lo so anche io. E' quello contro cui ho combattuto ogni giorno della mia esistenza ed è per questo che scuoto la testa e lascio andare un sospiro che no, non capirà e non mi frega un cazzo che lo faccia. Perché adesso guardo lei e basta, e mi ricordo che davvero l'unica cosa che voglio è che sia al sicuro, sempre, e se questo vorrà dire stare spalla a spalla con quel mago della porta accanto, perché tanto Morgan non esiste, allora sarà esattamente ciò che farò. Edie è la mia vita, non è un legame che si recide mai, cambia solo il modo di esprimersi, e deve cambiare ora che le cose non andranno mai bene per me. «La fiducia non c'entra un cazzo in questo...» la sospendo come frase, perché solo ora torno a guardarlo. «...sulla bilancia non esiste niente di diverso da una fottuta sofferenza che noi due ci portiamo dietro da una vita. » E parlo di me ed Edie, di lui ho già detto che non mi frega un cazzo. «Tu non lo sai quante volte mi ha chiesto di lasciarla morire.» Adesso dovrei solo fermarmi perché non voglio nemmeno pensarci a scavare più a fondo, ma il concetto è questo: Edie può anche sapere quello che vuole, ma non permetterò che si faccia più male solo per questo, che tra tanto dolore e troppo dolore, scelga l'ultima versione. Perché lo so cosa prova, non devo neanche fingere di non averlo capito... cazzo è lampante. «Ed è qui che ti sbagli.» Sollevo la schiena dal mobile e mi avvicino lentamente al tavolo. «Dimmi che non stai credendo sul serio che due figli con il tuo cognome non saranno un cazzo di problema per tutta la sua vita. Che nonostante tu non ci sarai, non esisterà nessuno del tuo passato pronto a vendicarsi anche senza che tu lo veda.» Voglio davvero che me lo dica, che si faccia una breve introspezione di merda e mi tiri fuori queste esatte parole. «Convincimi se pensi sia così.»
    ©
     
    Top
    .
  7.     +3   -1   -1
     
    .

    Senior Member
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Zombies
    Posts
    33,368
    Reputation
    +10,975
    Location
    Chevy Impala '67

    Status
    NEW_POST

    «I'm scared of the future and I hate my past. The present hurts too much, but I know it won't last, know it won't last. I'm scared of the outcome of what I could become. And I know if I don't do something that I will be done.»
    32 y.o. – HUNTER – PARABATAI – POLITICAL REFUGEE – DAMNED SOUL – CHANGED – MAINE ACCENT
    N
    on è servito che rispondesse davvero alla mia domanda, alla fine, non mi sono ricreduto di nuovo. È sempre lo stesso coglione di sempre, anche se qualcosa è cambiato nel suo comportamento. Nel modo in cui se ne sta lì, quasi consapevole proprietario del suo spazio. L’ho notato come mi ha guardato, come ha poggiato gli occhi su ogni singolo punto di interesse della mia situazione fisica attuale. Come se potesse essere utile ora come ora, come se in qualche modo, una storta e qualche graffietto potesse davvero frenarmi dall’ucciderlo se volessi. Ma non è questo il punto, il punto è che è così calmo che quasi mi sembra di parlare con una persona diversa, e so per certo che anche i maghi neri più potenti, cosa che lui non è, cedono alla Dimensione Ombra a lungo andare. E lui non sembra aver ceduto ad alcun genere di follia, a meno che non sia una di quelle imprevedibili che gli fanno scattare qualcosa nel cervello all’improvviso.
    Comunque, probabilmente, tendo a pensare più che Slater l’abbia fatto correre. E che gli abbia insegnato che cos’è la calma, questa sconosciuta per Joshua e il suo sangue di sicuro non freddo; migliore amica di uno che di emozioni ne ha viste soltanto con il binocolo. Certo. Forse sì, probabilmente ha passato così questo mese di duro lavoro che immagino creda l'abbia forgiato in un grande guerriero. Non fosse che ha di fronte una persona che letteralmente dai suoi cinque anni di vita ai trentadue, non ha mai messo in pausa il suo addestramento per più di un paio di giorni. Io sparavo a dei fottuti mostri proiettili di sangue quando avevo sei anni, andiamo. Certo questo non può saperlo, però insomma, questa sicurezza nel guardarmi con superiorità può anche ficcarsela sul per il culo, sarebbe quanto meno più dignitoso.
    Probabilmente crede di essere invincibile adesso, ancora più di prima, ma gli manca sempre la stessa visione d’insieme di prima, immagino. Dopotutto, ha senso, anche io mi sono sentito invincibile la prima volta che ho ucciso una cosa tutto da solo, ma io avevo papà a ridimensionarmi e così sono cresciuto consapevole. Lui non ce l’ha e non ce l’avrà mai, un Alan Crain ad addestrarlo, ed è quello il suo problema.
    Di sicuro però, resta ancora fastidioso. Lui e come sventoli la sua sofferenza e quella di Edie come se fosse un premio da primo posto sul podio, che cazzo. Ma sorrido, lo faccio quando continua a parlare con labbra che si premono una sull’altra e un annuire lento. Ci sono così tante falle in quello che sta dicendo che non so neanche da dove cominciare. «Daniel e Edie si conoscono da prima che io conoscessi lui, in realtà. E anche Whiskey l’ha preso da sola, giusto per sottolineare che è capace di fare cose per conto suo e non tutto dipende dalla mia immensa Morgancentrica esistenza» piego la testa su un lato, a sottolineare qualcosa che sarebbe dovuto essere ovvio. Ma evidentemente Joshua conosce sua sorella, e quello che ha fatto in questi mesi, molto meno di me.
    Poi prendo un respiro, un lungo, annoiato, respiro. Il punto non è mai stato quanto io possa o non possa mettere in pericolo Edie, pensavo di aver già spiegato quanto sono perfettamente consapevole dei miei sbagli. Quasi mi pare che Joshua trovi utilità in questa conversazione soltanto a sottolinearli e rinfacciarli per qualche malsano bisogno di vendetta intellettuale.
    Prendo un sorso di whiskey e torno a poggiare la bottiglia di nuovo sul banco «Va bene, anche ammettendo che esista questa lunghissima lista di cose che vogliono vendetta. Il tuo piano per proteggerla è di mettere Slater a guardia del castello, sul serio?» alzo un sopracciglio e mi tengo l’inizio di una risata ferma sulle labbra, nell’espressione, negli occhi, perché è davvero ironico quello che sta cercando di dire. «Devo dire che è stata un’ottima mossa da parte sua uccidere Borromé, dopo aver ucciso insieme Doug, così che fosse naturale sospettare di te o comunque utilizzarti per trovare lui. Questa sua decisione non ha per niente creato problemi a Edie, neanche uno».
    hate my past, present hurts too much
    I'm scared of the future
     
    Top
    .
  8.     +3   -1   -1
     
    .
    Avatar

    𝔅𝔩𝔬𝔬𝔡 𝔄𝔫𝔱𝔥𝔢𝔪
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Citizens
    Posts
    5,891
    Reputation
    +5,076

    Status
    NEW_POST
    5mtQebG
    L I A R
    JOSHUA ÇEVIK – brother – lead singer – you fucking idiotfaust
    mago nero
    27.
    Ho già detto che sapevo non avrebbe capito e che mi sarebbe andato bene lo stesso, perché non sono io che devo preoccuparlo, ma la salute di Edie su cui no, non è abbastanza concentrato. Il fatto è che ci sono cose che non so superare, ed il suo atteggiamento rientra pienamente nella categoria. Si concentra sui punti sbagliati e lo fa con la ferocia disperata di chi pur di cavare un ragno dal buco finisce per mettercelo dentro con le proprie mani. Però l'ho detto che non gli avrei dato alcun appiglio, quindi non cambia niente della mia espressione il fatto che Edie abba scelto il cane o conosciuto Daniel, ed è ovvio che se davvero è stato così - ma non ho ragioni di non credergli - allora sia stato perché non ha saputo sentirsi al sicuro diversamente. Perché, ribadisco, lui non c'è. Ed il fottuto minimo che doveva fare era prendersi cura del suo cazzo di casino, per cui sembra anche quasi dispiaciuto, ma non abbastanza. Per me non sarà mai abbastanza. Ancora però conferma di avere la stessa mente di suo fratello, forse a volte anche lo stesso neurone immagino, ora che lo so di mio che non hanno lo stesso sangue. «Vorrei averlo il tempo di capire come funzionano i tuoi ingranaggi, e per quale ragione sia tu che tuo fratello siate convinti di questa stronzata.» Sono serio almeno quanto prima, perché davvero. S' ho ucciso quel demente del loro primo compagno di bevute, non ho avuto invece un cazzo a che fare con il secondo, ed all'improvviso l'unica cosa che ha senso per loro è che io voglia che Slater protegga Edie. Davvero, non alzo gli occhi al soffitto solo perché il mio scopo stasera non è questo. «Slater non si avvicinerà ad Edie.» Che no, non è il vaneggio di qualcuno che si lascia convincere da una promessa, lo so perché se succedesse il peggio tra me e lui, darei ogni fiato per impedirlo. Credo mi si legga negli occhi. Tanto a sottolineare l’ovvio, perché pare che qui i due Crain siano totalmente in linea con un errore che premerei a sottolineare, almeno questo, dopo potranno pensare il cazzo che vorranno in ogni caso. Ma no, che non si dica che non gliel’ho detto. Ma facciamo che muovo anche un passo in più, così almeno non può dire che non gli spiego le cose, che poi crederci o meno dipenderà sempre da lui. «Non è niente di come lo immagini tu. Io non conosco i piani di Slater, e tiene ben cura nel non dirmeli. Non siamo amici di bevute o stronzate del genere, niente club del libro e confessioni da sbronzi. Quindi no, non sapevo chi voleva uccidere e no, non sapevo nemmeno cosa avrebbe generato tutto questo o...» e adesso guardiamoci un attimo negli occhi di nuovo. «.. che sarei stato dipinto come il suo più fedele collaboratore.» Che il problema qui non sono io e quello che faccio, ma voi che avete approfittato del primo momento utile per fare il mio nome e - lasciatelo dire - un po' a cazzo, mettendo in merda Edie, perché non puoi dirmi che non ci hai pensato che il problema era parlare e non agire. Perché lo so che quegli altri non si sono inventati connessioni di quel tipo, lo so che avete aspettato solo un secondo per vendermi come se non alimentasse le fiamme, quindi parliamone di nuovo, che fosse per me non sarebbe stato un problema ma c’era Edie di mezzo. E, guarda un po’ Morgan, ci sarà sempre Edie di mezzo. Ma facciamo un passo indietro, ti va? Mi prendo il secondo sgabello, non mi frega un po’ un cazzo di niente altro, neanche se ti sposti. Respiro ancora, pesantemente stavolta, e guardo solo dritto davanti a me. «Ho sbagliato ad andarmene» diciamolo un po’ a voce alta, così perché sia una ripetizione anche per me. «Diciamo che sapevo che se Slater avesse immaginato che avrei collaborato con qualcuno per fotterlo, le cose si sarebbero messe molto peggio di così per lei.» Non c’è da ridire su questo proprio un cazzo. «Convincerlo di non essere passato dall’altro lato della barriera è stato...» dovrei dire doloroso, penoso e devastante, ma questa è una mezza cazzata perché io e lui continueremo a muoversi anche assieme, quindi diciamo «... lungo.» Perché non voglio né la sua attenzione, né la sua compassione. Cristo, proprio no. Che poi equivale al mese in cui non ci sono stato. Ma tralascio la parte del pianeta delle torture, delle centinaia di bugie cicatrici che si incastrano trai muscoli e di cui ricordo ogni singola incisione. Sorvoliamo anche sul fatto che sembra siano passati anni la sotto, a vivere al buio. Non ho bisogno di vantarmi di niente; anzi, spero continui a credermi un coglione. «Devo parlare con loro. Voglio chiudere questa cosa che è durata anche troppo. Non sono chi credete io sia. Né ho a che vedere con tutto quello che passa per la testa a Slater.» Punto, che poi è anche quasi vero. Un passo avanti. Tolgo la giacca, ma solo perché lei dorme, così non li può vedere i segni che mi tagliano l'inchiostro in molti punti lungo le braccia. E no, non sto sfoggiando un cazzo, sia chiaro.
    ©
     
    Top
    .
  9.     +3   -1   -1
     
    .

    Senior Member
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Zombies
    Posts
    33,368
    Reputation
    +10,975
    Location
    Chevy Impala '67

    Status
    NEW_POST

    «I'm scared of the future and I hate my past. The present hurts too much, but I know it won't last, know it won't last. I'm scared of the outcome of what I could become. And I know if I don't do something that I will be done.»
    32 y.o. – HUNTER – PARABATAI – POLITICAL REFUGEE – DAMNED SOUL – CHANGED – MAINE ACCENT
    A
    mmetto di essermi infastidito per qualche secondo, ma torniamo ad essere calmi. Non c’è bisogno di alterarsi dopotutto, neanche se Joshua Çevik è la persona più irritante sul pianeta. Lo guardo muoversi invece, inframmezzando le occhiate con tiri dalla sigaretta e sorsi di whiskey mentre parla, ma ascoltando con attenzione, perché ascoltare è una cosa che faccio sempre bene.
    Non gli faccio una colpa, ovviamente, se non capisce un cazzo delle implicazioni che la mossa di Slater avrebbe potuto avere su me e mio fratello, o che ha anche già avuto. Ci sarebbe potuto arrivare sì, ma posso comprendere che non l’abbia fatto. Che i Les Gardes hanno già perso fiducia in noi perché quelle informazioni su di lui, inizialmente, mi sono premurato di nasconderle. Nessuno l’ha dipinto come fedele collaboratore di un cazzo, è soltanto un modo per arrivare a lui, il più vicino e il più rapido, e se non fosse stato così concentrato a credersi onnipotente o a voler fare l’eroe inutilmente, se ne sarebbe reso conto molto prima.
    Ma insomma, dicevo, posso accettare che non siano ragionamenti che è bravo a fare. Collegare due punti, ci serve un addestramento di alto livello in investigazione per generare un legame tra due indizi nella sua testa.
    Okay, va bene, forse sono ancora un po’ infastidito. Ma visto che non fa altro che sottolineare quanto sia un così bravo fratello forse potrebbe sforzarsi di capire che anche io ho dovuto fare una scelta, e tra Edie e Caiden sceglierò sempre Caiden, questo è ovvio e lo sa anche lei.
    Andiamo avanti però, sincerità per sincerità. «Va bene, domani ti accompagniamo da Thalia e Vince» annuisco brevemente, tenendo gli occhi sulla bottiglia per qualche secondo prima di tirarli su di lui. «Senti, sarò onesto» visto che ammette le sue colpe, ribadisco anche io le mie, e magari possiamo fare insieme quel cazzo di passo avanti che ci porta su un altro livello della conversazione. Più utile. «Tralasciando il mio comportamento da stronzo, lo capisco perché ti sto sul cazzo. Nella tua situazione io mi sarei già preso così tanto a pugni da non potermi più alzare, e avrei fatto in modo di farmi sparire. In parte penso che tu abbia ragione, anzi, lo penso e basta. Non avrei dovuto metterla in pericolo e sarei dovuto sparire molto tempo fa, ma sto cercando e ho cercato di ascoltare ciò che vuole Edie e non soltanto di assecondare il mio istinto ad andarmene, perché fidati, quando le cose si mettono così per me è più difficile restare che andare a fanculo».
    Ed è molto vero tutto questo. Adesso ma anche prima, per quanto mi riguarda, la scelta coraggiosa è restare. Per tutta una serie di motivi che non ho neanche voglia di elencare nella mia testa, che sono tanti e che non perderò tempo assolutamente a spiegare a lui perché tanto, voglio dire, non capisce neanche la base di un sacrificio come potrebbe mai capire le variabili contorte che esistono nel mio cervello. Anche se volessi, comunque, non sarei davvero in grado di spiegare proprio un cazzo.
    Continuo a guardarlo negli occhi invece, parlando con un tono basso che resta calmo «A parte tutte le mie insinuazioni su te e Slater. Io davvero non capisco perché ti sei infilato in questa cazzo di situazione con lui se è così tanto un’arma a doppio taglio. Voglio dire, io sono un Cacciatore, è il mio lavoro, ma tu avevi e hai una scelta» e che non mi venga a dire che scelte non ne aveva. Okay diventare un mago nero per aiutare tua sorella, ma dire no grazie a Slater ad un certo punto, dopo essersi accorto di che tipo è, è sempre fattibile. Ma forse sono io, che tendo a pensare – e mi serve crederlo – che esista sempre un altro modo, o in generale, un modo di fare qualsiasi cosa.
    Quindi glielo chiedo, davvero senza insinuare proprio un cazzo «Non ti vuoi liberare di lui?» è una domanda genuina, perché sul serio non capisco, se è come me la sta mettendo lui ora. «Cioè, ora dovresti essere in grado di controllare la Corruzione, almeno un minimo. E capisco che non vuoi rischiare per Edie, ma ci sono dei modi per agire in modo intelligente e furbo. Quindi, perché non lo vuoi sfanculare?».
    hate my past, present hurts too much
    I'm scared of the future
     
    Top
    .
  10.     +3   -1   -1
     
    .
    Avatar

    𝔅𝔩𝔬𝔬𝔡 𝔄𝔫𝔱𝔥𝔢𝔪
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Citizens
    Posts
    5,891
    Reputation
    +5,076

    Status
    NEW_POST
    5mtQebG
    L I A R
    JOSHUA ÇEVIK – brother – lead singer – you fucking idiotfaust
    mago nero
    27.
    Alla fine le guardo anche io, per un attimo, queste cicatrici. Il modo in cui non sono altro che un promemoria di quanto mi sono arrampicato anche al buio di un niente senza via d'uscita, che alla fine lo so che la strada è una sola, che non è mai stata una coincidenza ma.. che non posso tirarmi indietro, e c'è una parte di me che non vuole farlo. Il fatto è che lo so che rifarei ogni cosa, anche le stronzate perché tutto l'ho fatto con la convinzione di tenere lei al sicuro e non esiste una cosa che non farei perché non fosse in pericolo mai. Quindi sì, alla fine mi sono girate le palle più per il modo in cui non hanno capito che sarebbe stato un fottuto problema parlare di me con i loro amichetti, che per il fatto che avessero in parte ragione a farlo. E no, non sono cose che dirò a voce alta queste, adesso è solo un momento, un attimo che è quiete prima dell'ennesima tempesta e Cristo potrei essere io ad innescarla di nuovo, ma che coinvolga loro o meno deve tenere fuori Edie e basta. E so anche che non ci sarà mai un modo che la vedrà staccarsi da questo dolore perché quando Morgan morirà, lo farà anche una parte di lei e giuro che se non fosse così fottutamente evidente approfitterei di questo momento per aiutarlo io ad andarsene il più velocemente possibile dalla nostra esistenza. Invece annuisco al cazzo di niente che ho davanti prima di voltarmi verso di lui che a quanto pare ci tiene ad essere sincero fino in fondo. E c'è una parte di me che dice solo: sì, bravo, scopri il fianco Morgan, questa sì che è una buona mossa. Ma la metto a tacere velocemente, perché sinceramente adesso direi che può bastare per un po'. Finché Slater non avrà un altro lavoro per me. Ammetto che non credevo fosse in grado di darsi dello stronzo in modo così palese, che quasi apprezzo con quel mezzo sorriso che mi tiro sulle labbra, obliquo come lo sguardo che gli lascio. «Bella l'onestà, mh?» tendo a sottolinearlo con l'ultima briciola di ironia che mi resta. «Ok, ma questo non cambia che sceglierò sempre lei, lo sai. Sia che sia un bene che tu resti, sia che non lo sia. Visto che non posso più chiederti di toglierti dal cazzo-...» sì concediamo anche questo, così perché non c'è nemmeno bisogno di essere onesti, questo è stato palese fin dall'inizio. Però poi non posso fare niente che non sia dire la verità. «-...mi auguro che tu sappia quello che fai quando mi dici che sai cosa vuole, e che almeno nella merda soffra il meno possibile tutto questo. Voglio fidarmi di questo. So già cosa le accadrà quando te ne andrai e, beh cazzo almeno provaci a non renderla una merda fino in fondo.» Me lo tengo trai denti questo anche se no, non ci sono rimproveri, ne suppliche, solo un modo come un altro che ho per tutelarla. Anche se lo so che vorrebbe che non lo facessi, che non mi intromettessi così nelle sue scelte. Ma non riesco a fare altro, quando in fondo lei è davvero tutto. Però il viale dei ricordi non gli basta, ed è quando prova a fare cosa...una connessione con me..? Che alla fine sento il bisogno io di riempire un cazzo di bicchiere, che forse diventeranno più di uno alla fine. La credenza si apre quasi senza fare rumore, e neanche glielo chiedo che già gli sfilo la bottiglia da sotto gli occhi, ma è per poco, giusto il tempo di uno shot che non brucia neanche più perché nella gola ho chiodi da mesi. «La Corruzione mi stava uccidendo, sai non la prende tanto bene quando non la accetti per ciò che è. Non avevo idea di chi cazzo fosse lui, ed a quel punto mi bastava uno qualunque di noi che mi spiegasse come tenerla a bada per non farle del male.» Magari tralascio il dettaglio che è iniziato tutto proprio ad Agosto, sì quel giorno di Agosto che ricordiamo benissimo entrambi. «Quello che è venuto dopo... » diciamo solo che mi prendo questo respiro e lo tengo con me, che riempio un secondo bicchiere e stavolta guardo il liquido al suo interno muoversi, lento come i i giri che gli do tenendolo tra le dita. «Controllarla è diverso da usarla contro chi ci ha fatto il bagno come un fottuto Achille, e no, con il tallone dentro.» E bevo anche questo. «Adesso è troppo rischioso.»
    ©
     
    Top
    .
  11.     +3   -1   -1
     
    .

    Senior Member
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Zombies
    Posts
    33,368
    Reputation
    +10,975
    Location
    Chevy Impala '67

    Status
    NEW_POST

    «I'm scared of the future and I hate my past. The present hurts too much, but I know it won't last, know it won't last. I'm scared of the outcome of what I could become. And I know if I don't do something that I will be done.»
    32 y.o. – HUNTER – PARABATAI – POLITICAL REFUGEE – DAMNED SOUL – CHANGED – MAINE ACCENT
    A
    ssurdo, stiamo parlando senza insultarci quasi ogni due parole.
    Certo, non posso esimermi dal puntare gli occhi sulla bottiglia quando me la porta via, perché voglio dire, non si porta via la bottiglia ad un alcolista funzionale. Ma lui non conosce i miei problemi con l’alcool e quindi diciamo che posso perdonarlo, per ora. Tornerò a fatto che wow, stiamo parlando, incredibile. Una di quelle cose che ero convinto non sarebbe successa tipo mai.
    Forse è il potere del whiskey, e dell’”onestà”.
    Onesto io non lo sono mai, per la maggior parte del mio tempo dico cazzate a me, agli altri, e alla fine il fatto che Joshua mi veda come un grandissimo pezzo di merda è anche normale: è esattamente quello che voglio apparire. Così sprezzante, come se mi servisse a fare da scudo a tutto ed è così, è proprio questa l’utilità. Ma che cazzo puoi fare quando vivi uccidendo mostri giorno dopo giorno, è normale diventare così, farsi crescere addosso una corazza che permetta la sopravvivenza. O no?
    Dico di sì.
    Credo che lui non si aspetti minimamente, per niente, che mi colpevolizzo anche della sua situazione con Slater. Non so come si siano incontrati, però so che Slater mi stava seguendo e che abbia trovato proprio lui tra i tanti non riesco a vederla come una coincidenza. Quindi sì, mi sento in colpa anche per questo, anche se lo metto nel mucchio di tutte quelle cose che ho fatto, direttamente o indirettamente, che hanno rovinato la vita di Edie.
    Ma insomma, rientra nelle cose che copro con altre migliaia di stronzate per non farle uscire fuori e mi va benissimo così. Il mio senso di colpa è una cosa mia, solo mia, non voglio che nessuno ci metta le mani, che lo guardi, che ci giri una lama dentro o che provi a portarmelo via. È mio e basta.
    Non so quello che faccio con Edie, faccio solo quello che sento alla fine. Sempre fatto con lei, e prima che la mia vita diventasse tutto questo fottuto casino andava benissimo così. Andava davvero bene, quando ero ancora solo un Cacciatore che cacciava creature normali e non si trovava a parlare con divinità nel bunker dove viveva. Sì, cioè, se dovessi mettermi a riassumere le cose che sono successe in questi mesi la gente penserebbe che sto parlando della trama di un film e non della mia vita, ma tant’è, è proprio questo: la mia vita. Ed è tutto andato a puttane.
    Oggi ho vendicato la mia famiglia e ne sono felice, era una cosa che avevo bisogno di portare a termine prima di morire, mi fa stare bene avere ucciso quella fottuta cosa. Ma la verità è che non riesco a godermelo davvero perché c’è tutto il resto, troppe cose che mi inseguono ovunque e non è facile staccare la testa da quel casino che fa rumore oltre queste mura, ma anche dentro, dentro il cervello. Ogni secondo. Ogni fottuto secondo.
    Mi riprendo la bottiglia trascinandola sul tavolo per portarmela alle labbra e prendere un sorso più lungo. Scosto gli occhi anche io, li poggio in mezzo all’aria di fronte a me in un punto imprecisato dello spazio. Sbuffo appena un sorriso ma sono serio nel parlare «Mica ti dico di combattere contro Slater, so benissimo che non è alla portata di nessuno presente in questa casa adesso. Non sono così pazzo» non è del tutto vero, che non sono così pazzo. Giusto qualche giorno fa, quando c’era Sirthareth fuori dal cazzo di cancello, stavo seriamente pensando di spararmi in bocca per vedere se mi avrebbe lasciato morire o meno. Poi ho optato per far inceppare la pistola, ottima idea, perché visto come sono andate le cose sarei finito con metà faccia bucata dallo sparo. Però, è vero che Slater è abbastanza potente da essere un problema, non sono così coglione da dirgli di ingaggiare un combattimento con lui, quello al massimo lo farei io, ma sono addestrato a uccidere cose molto più forti di me.
    Sposto gli occhi su di lui, ma solo per un attimo prima di farli andare a scontrarsi contro la sigaretta che ho smesso di fumare qualche minuto fa, tra un parlare e l’altro. La spengo sul posacenere accartocciandola con forza sul fondo mentre riprendo il discorso interrotto solo per pochi istanti «In questo caso, la cosa più furba da fare nella tua posizione sarebbe cercare di scoprire se ha punti deboli. Oppure che cazzo fa nella vita, quali sono i suoi obiettivi, visto che sei riuscito a convincerlo della tua fedeltà, potresti anche tentare le selezioni per il ruolo di spalla del villain per il prossimo cartone Disney» sarebbe furbo sì, ma gliel’avevo già detto una volta. Solo che ovviamente, non mi ha ascoltato. «Più informazioni più conosci, più diventa facile colpirlo dove, come e quando, meno se lo aspetta. E in questi casi, è la mossa migliore».
    Guardo ancora la sigaretta quando scrollo le spalle leggermente, piego le labbra in un sorriso più ironico che altro. «Oppure puoi ignorarmi perché se Edie sapesse che ti sto dando dritte su come far fuori Slater mi ammazzerebbe probabilmente» spezzo l’ultima parola con un sorso dal collo della bottiglia, e sto scherzando. Ma neanche così tanto, per tornare al punto del sentirsi in colpa.
    hate my past, present hurts too much
    I'm scared of the future
     
    Top
    .
  12.     +2   -1   -1
     
    .
    Avatar

    𝔅𝔩𝔬𝔬𝔡 𝔄𝔫𝔱𝔥𝔢𝔪
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Citizens
    Posts
    5,891
    Reputation
    +5,076

    Status
    NEW_POST
    5mtQebG
    L I A R
    JOSHUA ÇEVIK – brother – lead singer – you fucking idiotfaust
    mago nero
    27.
    Quasi lo sopporto il fatto che martelli sempre sul discorso del vendere Slater, per altro come se davvero io avessi intenzione di farlo. No, ho un patto e per quanto lui abbia una visione diversa di come dovrebbero andare le cose, penso che i fatti abbiano dimostrato di volersi comportare diversamente. Però ciò non significa che io non ci abbia pensato, soprattutto in quel buco, ma la fedeltà è una parola che difficilmente cambia direzione nella mia testa, e così so meglio di chiunque altro come gli ingranaggi si muovano e no, non intendo stare a spiegare a lui cosa si prova ad affondare la lama tanto a fondo nella gola di un uomo "innocente". Il nostro idillio finirebbe troppo in fretta, sarebbe un peccato. Ogni mia azione ha comunque uno scopo, ed è per il fatto che non lo capirebbe, che nemmeno mi ci metto a scendere a patti con 'sta cosa per davvero. Quindi sibilo quasi un respiro dolorante, lì come se avesse punto l'orgoglio. «Mi offende il fatto che credi che io non ci abbia già pensato.. o provato. Potrò non aver fatto scelte così edificanti, in questa fottuta fase della mia vita, ma in quella precedente non ero solo una testa di cazzo» Forse però invece è proprio il mio orgoglio che adesso ha bisogno che io lo dica. Sono ancora quella persona, in parte, sono migliore sotto molti altri aspetti e no, non è davvero una via che - una volta intrapresa - si può mollare tanto facilmente in così poco tempo e, nuovamente non è una cosa che voglio fare. So che Slater lo avrebbe saputo con precisione chirurgica se avessi voluto venderlo, o se gli avessi mentito, ed allora certo non sarei tornato indietro. Va bene tutto, ma se muoio io il senso un po' si perde. «Dici che non sono Batman eh?» Non lo so neanche perché mi sforzo di ironizzare su cose che hanno sempre fatto un male del diavolo. A me più che altro, perché poi sono sempre io che nella mia pelle ci devo vivere, anche con quel cazzo di logo sul braccio e l’intero fandom DC che lo accompagna. «E pensare che ci ero andato proprio ad un soffio» ancora quella cazzo di ironia che non è poi tanto diversa da come stanno le cose. Perché nella grotta con i pipistrelli ci sono stato sul serio. Al buio. Settimane. Abbastanza da sapere che in realtà lo sono più di quanto sembri, un cazzo di batman, e che rinnegare il potere non è mai una cosa giusta da fare quando se ne può avere parecchio che vorrebbe esprimersi. Tanto che anche adesso sento elettricità statica percorrermi i muscoli. So che il mio istinto primario non è cambiato, che anche se lo sto trovando un modo di comunicare, la voglia di fargli il culo resta piantata in petto: come una fottuta scheggia. Perché tutto è iniziato da lui, sempre e comunque. Anche se.. «Te lo dirò una volta. E solo perché stasera c’è questa cazzo di cosa che non durerà ancora molto.» lo annuncio così, anche se vorrei bere ancora ma si è attaccato al collo e chi sono io per impedirgli questo? Nessuno. «Sapevo che patto serviva a liberarla. Ma non ho avuto le palle per farlo, e non le avrei neanche se me lo chiedessero adesso. Non saprei dargliela una vita senza di me. Quindi...» fin qui tutto ok, tutto normale, tutto fottutamente facile. «Grazie» lo tengo stretto trai denti, non è nemmeno un peso da togliersi. È un chiodo dentro una parete che però non sa far crollare il muro perché no, non cambia un cazzo. Però glielo dico guardandolo, credendoci anche se aggiungere “coglione” molto volentieri ma non lo faccio o vanificherebbe i miei sforzi. Poi però basta che le occhiate sono durate anche troppo e lui non è il mio tipo. Mi tengo una mezza risata che si pianta là dove quasi non ha senso che esista, ma un po’ si, perché parliamo di Edie ed è forse una delle poche cose di cui ho bisogno. Mi sono rotto il cazzo di vederla sempre stare così male. Ed anche se alcune cose di me non potrà saperle, se dovrò stare più distante, se so che non dipendo da lei come prima: non c’è nessuno che possa prendere il suo posto. Rido, poco, con quel tono roco che sembra di nuovo io non parli da mesi. Cristo, I giorni in cui allenavo la mia cazzo di voce sono così distanti che sembra sul serio una vita fa. Il palco mi manca come l’aria ma non è poi una priorità adesso. Non con Faust, non per me. «Non tocchiamo questo tasto. Le ho detto che avrei fatto funzionare questa cosa. E poi sono sparito un mese. Direi che ce la giochiamo quasi alla pari» quasi perché tu farai il colpo grosso tra qualche mese e penso che l’asticella si alzerà a livelli improponibili. Dovrei alzarmi, ora, tornare a vedere quanto dorme Edie e trovarmi una stanza qui dentro perché “domani” non è così distante adesso, ma non lo faccio. Resto ancora fermo qui un minuto. Forse in una cazzo di bolla.
    ©
     
    Top
    .
  13.     +2   -1   -1
     
    .

    Senior Member
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Zombies
    Posts
    33,368
    Reputation
    +10,975
    Location
    Chevy Impala '67

    Status
    NEW_POST

    «I'm scared of the future and I hate my past. The present hurts too much, but I know it won't last, know it won't last. I'm scared of the outcome of what I could become. And I know if I don't do something that I will be done.»
    32 y.o. – HUNTER – PARABATAI – POLITICAL REFUGEE – DAMNED SOUL – CHANGED – MAINE ACCENT
    N
    on è che pensavo che dal nulla decidesse davvero di mettersi lì a spiare Slater e riferire, ovviamente, in realtà pensavo che avrei ricevuto proprio una risposta del genere. Una da “ci ho pensato ma no”, e va bene, ci speravo certo ma mi accontento anche solo di aver lasciato qualche semino di idea qua e là. Alla fine, se devo pensare a Edie, preferisco che Joshua non faccia proprio un cazzo. Che se ne resti buono e che non attiri attenzioni indesiderate da Slater.
    Prima ero troppo arrabbiato per pensarlo, troppo concentrato a far finta che non me ne importasse niente perché è stato Borromé a morire, non uno qualunque. E sono stato in piedi di fronte alla sua pira, a guardare il suo corpo bruciare, pensando che fosse stata colpa mia e che avrei dovuto rimediare. Lo penso ancora, che è stata colpa mia, ma ora non sono più così tanto arrabbiato da non riuscire ad ammettere che in realtà mi importa. Purtroppo, mi importa sempre di tutti anche quando dico l’esatto contrario. Persino di Nadia mi importava, anche se ho fatto lo stronzo e non mi fido di lei, ma l’ho detto prima che darei la mia vita per salvarla ora, prima e fra infiniti mesi, e ho chiesto a Sean di accompagnarla, perché mi importa. Mi importa sempre.
    Ma non c’è bisogno che qualcuno lo sappia.
    Lo guardo, prendendo un altro sorso, Batman. Mi fa quasi sorridere anche se non lo faccio davvero, perché mi fa pensare a quando io e Den giocavamo a fare i supereroi, lo convivevo a fare cose così tanto stupide quando era piccolo. Non so perché, ma mi faceva stare bene vederlo giocare, era così… puro. Io non sono mai stato così da bambino. Non so come fossi prima dei cinque anni, è vero, visto che il mio primo ricordo molto nebuloso e confuso risale a quell’età e beh, era sulla mia Spiaggia. Non so perché, non so come, nemmeno lo voglio sapere. Però da quel dopo in poi ho memorie troppo spaventose e non realmente un momento in cui abbia giocato nel modo in cui cercavo di far giocare Denny. Sarà per questo che riusciva ad apparirmi così genuino, per questo che mi faceva stare così bene, come se in quella bolla di spazio e tempo ritagliati da noi, non ci fosse niente che non andava, era tutto okay, tutto al di là di ogni preoccupazione.
    Adesso non è più così. Ma vabbè, è davvero letteralmente tutto andato a puttane, anche io e mio fratello.
    Nessun Batman alla fine. Dall’alto della mia decennale esperienza nell’uccidere mostri e quindi “combattere il male”, credo di poter dire che gli eroi esistono soltanto negli occhi di chi guarda. E se non è questa una perla di saggezza da tatuarsi addosso, non saprei cosa potrebbe esserlo.
    Mi limito ad alzare le sopracciglia sbuffando un sorriso nel portare via lo sguardo da lui, poggiarlo sul posacenere e la sigaretta spenta. Come a dire che no, decisamente non c’è nessun Batman, nessuno di noi, Cacciatori o meno. Non siamo degli eroi, l’ho sempre sostenuto, commettiamo troppi errori per esserlo e siamo troppo umani, troppo.
    I pensieri si bloccano tutti tutto d’un tratto quando poi Joshua riprende a parlare. All’inizio, durante la sua premessa davvero non capisco ma poi rimango semplicemente di sasso. Ha detto grazie. L’ha proprio detto, incredibile. Così incredibile che per un momento lo guardo con le palpebre che si spalancano appena, ma è un momento breve che viene subito soppiantato da un sorriso sghembo che si attorciglia su un angolo e si solleva lì, a metà tra della sottile ironia e… non saprei. La verità è che non voglio ricevere ringraziamenti. Sarà che non ci sono abituato, dato che anche se potrebbe non sembrare visto che vivo la mia vita salvando il culetto della gente, spesso neanche lo sanno, oppure sono troppo sconvolti. Ci sono anche quelli che reagiscono come lui, chi cazzo te l’ha chiesto?. Nessuno, avete ragione, nessuno me l’ha chiesto, ma lo faccio comunque e non lo faccio per essere ringraziato o per qualche sorta di riconoscimento onorifico.
    Io lo faccio solo perché ci credo, e perché in fondo, nessuno mi ha chiesto se volessi o meno. Come la maggior parte dei Cacciatori, ci siamo soltanto cresciuti dentro. Anche io, che ci sono arrivato per sbaglio.
    Quindi in sostanza, non so mai davvero bene come reagire quando mi ringraziano. In questo caso, muovo la bottiglia per allungarla verso il suo bicchiere e gettargliene un altro paio di dita. Questa è la mia risposta, mentre dico con un tono che allunga la prima sillaba in un mugugno un po’ roco «Nah, tu peggio perché sei suo fratello e quindi vali molto di più per lei». Scherzo, anche se è vero in realtà, ma non starò qui a sottolinearlo perché già lo sa.
    Mi ritiro indietro con la bottiglia per mettere un punto con un sorso, lancio un’occhiata veloce al salone dove Edie sta ancora dormendo e direi che è arrivato il momento di arrivare a quel punto. «Comunque, Edie non ha mai avuto il sonno così pesante» c’è una domanda nascosta nel sottotesto di questa frase, spero che la colga e che risponda subito, e quindi torno ad osservare lui nell’attesa.
    hate my past, present hurts too much
    I'm scared of the future
     
    Top
    .
  14.     +2   -1   -1
     
    .
    Avatar

    𝔅𝔩𝔬𝔬𝔡 𝔄𝔫𝔱𝔥𝔢𝔪
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Citizens
    Posts
    5,891
    Reputation
    +5,076

    Status
    NEW_POST
    5mtQebG
    L I A R
    JOSHUA ÇEVIK – brother – lead singer – you fucking idiotfaust
    mago nero
    27.
    Osservo solo il mio bicchiere riempirsi di nuovo e quindi non è che andremo a rimarcare di nuovo questa cosa, va bene così. Mi raddrizzo di poco sullo sgabello. La stronzata su Batman ancora un po' comprime lo sterno, perché me le ricordo le volte in cui mi ci sono sentito quando salivamo fin sul tetto ed eravamo ancora sicuri - io ed Edie - che avremmo avuto abbastanza tempo per pensarci e risolvere tutto. Beh, non è che sia proprio andata come doveva e questo è forse uno dei tanti motivi per cui non so tenermi qualcosa di diverso da un profondo senso di colpa ogni volta che la guardo troppo a lungo. So che vorrebbe strapparlo via dalla mia pelle, come io vorrei fare con tutto ciò che la ferisce, è sempre il nostro loop, dovremmo esserci abituati. Comunque credo che adesso sia solo uno di quei momenti in cui il mondo mi dà una tregua, non senza il dovuto sacrificio, e posso davvero buttare l'occhio verso quello che ero, più di ciò che sono. E so che in effetti le mie cazzate contano più di quelle di Morgan, per questo anche se adesso un po' è tutto preso alla cazzo, non è che scherzo più di tanto quando confermo che ha ragione. «Quanta verità» lo sospingo così, prima di riprendere in mano il bicchiere. Non so neanche come arrivi una mezza risata che è più un ghigno rassegnato per la realtà dei fatti. Ho sempre fatto tutto senza mai dimenticarmi di pensare a come l'avrebbe vissuto lei di rimando, perché in fondo non c'è una vita che non sia intrecciata se si tratta della nostra, ma adesso so anche che ci sarà per sempre una parte di me che semplicemente le sarà preclusa. Non posso più negare quello che sto diventando, e non ho intenzione di farlo quando alla fine il mio nemico peggiore sono sempre io. Ma poi lo vedo dal modo in cui guarda Edie che siamo a quel punto della "piacevole chiacchierata in famiglia". Così bevo, vuoto il bicchiere ed ancora non sento quello che a volte vorrei sentire. Slater aveva ragione, ogni mia resistenza è aumentata. Fanculo. E' vero che Edie non ha mai avuto un sonno pesante, in effetti ricordo poco le volte in cui riuscivamo a dormire dopo che la maledizione aveva iniziato a presentarsi alla porta con sempre più aggressività. Ho fatto quello che dovevo perché stesse un po' meglio, e non è proprio una cosa su cui scenderò a patti, e penso sia chiaro dal tono calmo che uso, dalla sicurezza che si prende ogni parola perché non c'è da ridire su questo: il benessere di mia sorella è prima di ogni altra cosa. E' stato quando ancora studiavo al Brake che mi è stato detto che poteva essere quella, il fatto che lei non fosse in pace neanche nel sonno, ad avermi indotto di più a specializzarmi in ciò che so fare. Camminare nei suoi sogni fino a togliere per un po' - solo il tempo di una dormita - le ansie capaci di allarmarla nella quiete. Adesso a dirla tutta è semplicemente naturale per me occuparmene. «Dormirà solo il tempo di cui avrà bisogno per recuperare le energie che ha perso. » Non credo sia il caso di specificare che non le farei mai niente di male, ma tanto vale che io lo guardi di nuovo negli occhi. Il tempo della sincerità si sta esaurendo, ma la finestra non si è chiusa, e quindi un po' di colpa gliela lascio addosso perché insomma, io sarò anche una testa di cazzo e le do le mie cose a cui pensare, ma Cristo santo, Morgan ci vive assieme e dovrebbe essere la fottuta spalla a cui appoggiarsi e non l'ennesimo fantasma della sua esistenza. Però, in favore del bicchiere condiviso, non tengo il mio tono troppo rigido o duro, mi limito a rendergli note cose che già sa. «Si è tesa al limite anche se saprebbe dire che può fare molto peggio di così: non è sano per lei... e per i bambini.» E sull'ultimo punto mi soffermo ancora, perché anche se sono figli suoi e per questo i miei nervi arrivano costantemente fino al punto di saltar via come corde troppo tese, entreranno in famiglia. Importa anche a me.
    ©
     
    Top
    .
  15.     +2   -1   -1
     
    .

    Senior Member
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Zombies
    Posts
    33,368
    Reputation
    +10,975
    Location
    Chevy Impala '67

    Status
    NEW_POST

    «I'm scared of the future and I hate my past. The present hurts too much, but I know it won't last, know it won't last. I'm scared of the outcome of what I could become. And I know if I don't do something that I will be done.»
    32 y.o. – HUNTER – PARABATAI – POLITICAL REFUGEE – DAMNED SOUL – CHANGED – MAINE ACCENT
    S
    ì, so che ho ragione quando dico che vale di più quello che fa lui. È così nel bene e nel male. Lo so perché per me è lo stesso con Caiden, qualsiasi cosa faccia o dica, anche le stronzate più piccole che hanno un impatto enorme senza che lui se ne accorga minimamente. Ma quello rientra nelle nostre dinamiche e nei nostri problemi, quello di non parlare, di trascinarci tutto dietro come fosse la palla di un fottuto carcerato, così tanto che penso, anzi so, che ci sono cose dette che davvero ci tiriamo dietro da anni e anni. Non parlo solo di Lafayette.
    Capisco molto del comportamento di Joshua, nonostante le scelte di merda, le motivazioni che ci sono alla base le capisco anche se sono cose che forse non avrei mai fatto. Lo capisco per l’esatto motivo per cui posso dire che so di avere ragione riguardo alla sua valenza per lei.
    Però ho imparato a mie spese che le maniere “forti” non sempre funzionano.
    O meglio, non funzionano quasi mai.
    Sono un ipocrita nel fare questo pensiero perché penso che non sarò mai in grado di togliermi davvero di dosso quel modo di fare, con Den, che ho imparato e assorbito da nostro padre. Però lo penso comunque, e lo penso soprattutto per Edie e Joshua. Loro non sono obbligati a vivere come me e Caiden. Non sono obbligati a ricoprire altri ruoli, non davvero, perché nessuno di loro due deve andare la fuori ogni giorno a scontrarsi con un mondo che non ha nessuna fottuta pietà.
    Per quanto siano in una situazione che per certi versi è simile alla nostra, non c’è più nessun patto che pende sulle loro teste e non c’è nessun dovere, nessuna responsabilità che pretende sacrifici. Non mi metterò a fare questo discorso a Joshua, neanche a Edie, perché per quanto possa voler spiegare – e in realtà non voglio – credo che sia davvero troppo difficile capire la vita di qualcun altro, chiunque a prescindere da chi sia, dall’esterno. Però lo penso, che né lui né lei hanno mai dovuto rinunciare ad essere qualcosa per uno dei due, perché c’era un punto mancante che andava riempito e la verità, è che sebbene dica che abbia dovuto fare certe cose sin da quando ero piccolo, è cambiato davvero tutto quando mamma è morta.
    È stato diverso perché per forza di cose lo è in un mondo in cui l’educazione viene trasmessa da padre in figlio, da genitori in figli, e se uno dei due o entrambi spariscono, che siano morti o semplicemente inesistenti, allora la palla passa a qualcun altro. E io ci ho provato, ho fallito, ci ho riprovato, ho fallito di nuovo, ma il punto è che non smetterò mai di provarci e questo mi porta via tutte quelle possibilità di essere solo un fratello.
    So che nessuno capirà mai davvero, quanto visceralmente sento questa responsabilità e quanto mi forma, mi muove le gambe, le labbra, decide quali parole devono uscire e quali scelte io debba compiere per entrambi. Non lo capirà mai davvero neanche Den e non perché non mi conosce, perché mio fratello è la persona che mi conosce di più al mondo, ma perché in un sistema come il nostro sono io a dovermi prendere questa cosa sulle spalle e basta. Funziona così. E basta.
    Alla fine, non voglio neanche davvero mettermi in mezzo alle loro questioni famigliari. Voglio dire, l’ho già fatto abbastanza e ho già creato abbastanza problemi così. Quindi, prendo un altro sorso dalla bottiglia poggiandola con un gesto più secco e seguendo il movimento con gli occhi «Credo che più di tutto, più che dormire, Edie abbia davvero bisogno di sentirsi utile e di poter scegliere», li rialzo per fissarli nei suoi. Per come ha risposto e per quello che so di Edie, sulle sue abitudini, quasi mi sembra scontato che non gliel’abbia esattamente chiesto e so bene che ci sono svariati modi per far dormire qualcuno, visto che mio fratello è il primo che ogni tanto me lo chiede se voglio dormire. Ma appunto: «Ma non mi voglio mettere in mezzo più di quanto abbia già fatto» e scosto di nuovo lo sguardo, lasciandolo a vagare altrove in un punto casuale in linea d’aria tra me e il divano dove dorme Edie.
    hate my past, present hurts too much
    I'm scared of the future
     
    Top
    .
15 replies since 19/3/2021, 16:11   322 views
  Share  
.
Top