Neve Rossa

Josh/Peter/Chrys - 10 Dicembre - Dimensione Ombra

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    Non seppellirmi con mio padre.
    Se trovi il mio corpo, tienilo con te.
    Lasciami in giardino, come uno dei tuoi fiori...


    Mi rendo conto che il sangue è troppo, che sono distante, che arranco come un verme. Stringo dita dove non serve e cerco appigli dove non ce ne sono. Non volevo morire, Chrys. Non volevo mi portasse via davanti a te. "A- vanti..." finiscimi, Peter, fai quello che hai voluto dall'inizio, abbi il fottuto coraggio di chiudere il cerchio, che io non rispondo più..." fallo"
    Questo sangue non so nemmeno da dove cazzo esca. Da me, da lui poco o niente, non provo più nulla. E' il vuoto a cui sono stato addestrato, e vorrei dirtelo, che non ho sofferto, Chrys, perché almeno ti metteresti il cuore in pace, ma ti ho promesso di non mentire. Come ti avevo promesso di vivere per te. Vorrei che non tornassi, non venire a cercarmi, fattene una ragione, non guardarmi. Stai con Edie, stai con Alice, prenditi cura di loro, fatti aiutare perfino dai Crain se serve, ma non fare quello che so farai...

    Non ho mantenuto la promessa.
    Odiami, ti ho mentito.


    Rantoli che, uno dopo l'altro, mi svuotano i polmoni, e so che sta arrivando il momento in cui non saprò come riempirli, dove prendere la mia aria. Arriva con gli occhi umidi, con la forza che non ho avuto perché ho risposto, ma troppo tardi. Non guardarmi, che resto a terra in silenzio, che mi rivolto se lo comanda, anche se non so sentire le sue parole, non so prevedere quando arriverà il colpo di grazia. Ma forse è meglio così, è meglio che io gli occhi li chiuda, che pensi a te come l'immagine migliore che possa rimanere impressa. Che se muoio con te, allora non è così male no? Allora non sono solo. Allora ti porterò sempre ovunque andrò, qualunque sia l'Inferno che mi spetta. E mentre l'anima arranca, il corpo è fermo. Anche questa lacrima ha il sapore dell'ultima, che nell'ombra avrò con sé ogni ricordo tuo...e mio. Ho fatto quello che ho potuto.

    Sono stanco adesso...

    "Chrys" se devo raccogliere le forze per un ultimo respiro, allora è questo, stretto trai denti e scritto col sangue. Sei tu, le tue mani i tuoi occhi i tuoi baci, cazzo se mi mancherai. Come l'aria che ora non c'è più. Come il cuore che ha iniziato a battere con te, e smetterà qui.
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    Le cose vengono meglio se le si fa da sole. Se ci si impegna secondo le proprie possibilità e le proprie volontà. Senza dover dar retta ad i sentimentalismi altrui. Senza dover star a cercare in Marigold un appiglio che cazzo, non ha saputo darmi. Perché anche lei è debole proprio come il fratello, anche se si finge diversa, rafforzata da quella che è stata sì, una morte forse violenta perché antecedente all'indifferenza. Per questo l'ho lasciata subito dopo il matrimonio: Non quanto perché avessi già programmato ogni cosa grazie alla cieca affidabilità di Chrysanthemum, quanto perché ho capito bene che, con me, sarebbe stata solo d'intralcio.
    D'altro canto quello con Joshua è un appuntamento che sogno dalla prima volta che ci siamo incontrati. Quando stringendogli la mano ho visto come si sarebbe rivelato oppressivo, sovversivo. Un cazzo di problema con Alice. Lo è stato persino con quella fighetta del suo bel maritino, che si è lasciato comprare solo dopo mesi passato a fargli le moine ed instillando in lui l'idea che potesse trovare in me ciò che nessun altro poteva dargli, forse nemmeno il suo stesso compagno: La protezione. Per questo poi ha ceduto e mi ha permesso di gestire le loro passaporte: Perché io condivido con loro la medesima corruzione e questo gli è bastato. Lo ha fatto sentire meno solo.
    Per questo quando l'arpione è partito dalle mie stesse vene, come fosse figlio di un fascio di muscoli troppo teso, ho sorriso al caso che non sa mai essere tale. Non con me che ho già previso il modo con il quale avrebbe attecchito e lo avrebbe abbracciato trattenendo con sé lembi della sua pelle rovinata. Ho aspettato così tanto questo giorno che quasi fatico a non sembrare un bambino esaltato. Questo è il mio natale, il modo più sfizioso che ho per portare Alice sotto la mia ala e crescerla come il gioiellino quale è. Perché lo so come andrà: Quando Joshua esalerà il suo ultimo respiro, il piccolo Chrys cadrà in una depressione così profonda da togliersi la vita proprio sotto il naso della bambina. E lei sarà sola, sarà mia. D'altronde sono suo amico. La mia piccola Ly, quella con cui ho giocato per tutti questi mesi nella speranza che a sua volta, proprio come suo padre, potesse fidarsi.
    E la mia mano la stringerà anche quando le dita saranno macchiate del sangue di Joshua. Lo farà così forte che tradirla sarà per me sintomo di un errore troppo grave.
    Avrò cura di lei come lei ne avrà di me. Più di Marigold stessa, più di ogni altro essere vivente io abbia avuto modo di conoscere.
    Siamo fatti per vincere insieme. Per governare insieme. Per essere ciò che gli altri nemmeno immaginano.
    Lei ha me ed io ho lei.
    L'avrò per sempre, quando lui sarà morto.
    Ma oggi è il mio natale anticipato. La festa a cui non voglio non poter partecipare.
    Per questo lo trascino come fosse un sacco di carne lungo la Dimensione Ombra.
    Il clima qui è opprimente, ma è tutto ciò da cui possiamo attingere. La mia rabbia, qui, rallenta i propri bollori. Si acquieta. Sono in pace con me stesso.
    ''Avanti, fallo.'' Una smorfia. Il piede preme ancora contro il suo petto grondante di sangue. Premo la punta contro la ferita.
    ''Quando la deciderai di smettere di sentirti padrone di tutto?'' Piego il collo su due lati, lascio scrocchiare le prime due vertebre della schiena. Prendo quei pochi respiri che mi restano prima che i nalusa ci circondino di nuovo. I suoi cazzi di mostri che non ho intenzione di dover combattere ancora. La sua empatia nera che non aiuta per un cazzo. Questo verme inutile che giace grondante di sangue ai miei piedi lo mantengo in vita solo perché è così che mi diverto.
    ''Avresti reso tutto molto più semplice se non avessi avuto questo caratteraccio, sai?'' Dal palmo aperto la lama che viene generata penetra, dritto per dritto, la sua spalla. Sento le ossa spaccarsi. Gliela rigiro nella ferita.
    ''Saremmo diventati amici, sai? Tu, io, la piccola Alice.'' Sorrido, è così carina.
    ''Chissà come sta adesso. Chrysanthemum avrà già chiamato i soccorsi? Si sarà affidato di nuovo a quel cacciatore?'' Tolgo il peso sul suo petto, lo faccio per riprendere a camminare, sgranchirmi le gambe, prendere la rincorsa di cui ho bisogno per calciargli un fianco. Che rantoli. Che si rigiri sul ventre come un bambino.
    ''Tenero. Lo chiami davvero?'' Mi fermo dinanzi ai suoi piedi, mi chino per afferrarlo per le caviglie. Tiro su le sue gambe, lo trascino per gioco, come se fossimo due bambini al campeggio estivo. In realtà sto solo imitando il missionario. Mi ci incastro nel mezzo. In ginocchio e ghigno.
    ''Oh Chrys, ti prego.'' Ansimo ''Salvami dal mago cattivone che vuole uccidermi.'' Lo schiaffeggio in viso prima di rialzarmi. ''Che checche isteriche del cazzo che siete.'' Scrollo le spalle, le muovo in senso orario come per scioglierle. ''Come puoi credere che quell' essere, timoroso persino della sua stessa ombra possa venire a salvarti?'' Come se poi ci fosse qualcosa di salvabile. ''Ma tranquillo, ci penserò io a lui quando tu sarai via.'' Sorrido e dal sangue genero un microfono. ''D'altro canto, ha lasciato a me la gestione delle vostre barriere, oggi.'' Ghigno, premo di nuovo con il piede contro il fianco per farlo girare. Risalgo il suo corpo. Il ventre preme contro il suo culo, ma ehi, è solo un gioco. Lo faccio solo per prendergli la testa tra i capelli e tirargliela su. Porto il microfono vicino alle sue labbra. ''Vuoi dire qualcosa ai nostri amici a casa? Un ultimo pensiero per la piccola Alice? Per il tuo maritinoinoino?'' Ma mentre lo dico il microfono sparisce ed una lama, di piccole dimensione, lo colpisce dritto in un occhio.
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    Dovevo solo morire, dovevo fare una cosa: dirti addio, come ho fatto nella mia testa, lasciar esplodere il cuore e andarmene. Solo una cazzo di cosa... così stanco. Chiudere gli occhi e andare via.

    No, non è andata così.
    Ora ricordo.


    Dicono che, quando stai per morire, ti passi tutta la vita davanti, vero? Sono queste le stronzate sulla bocca di tutti. Tutte le tue scelte, rivelate con il segreto di quel che sarebbe successo se. Se avessi preso una via diversa. E Peter parla, e cazzo se ha ragione, perché io quando cazzo la smetto di credere di poter avere qualcosa sotto il mio controllo? Beh, almeno accadrà presto, perché per quanto io trattenga il sangue, non ho più forza. Ma resisto per te, Chrys, sempre per te. Almeno questo lo devi sapere: io non ti sto lasciando, non so farlo, sono così egoista che trovo la forza di aggrapparmi agli ultimi. Almeno per dire che la promessa ho provato a mantenerla fino in ultima. Io, comunque, non ho visto niente, neanche quello che saresti potuto diventare se non ti avessi amato.

    La lama nella spalla,
    quasi non l'ho sentita.
    Il mio corpo era gomma, l'ho reso tale.
    Al limite.
    Il mio limite.


    Mi si apre un ghigno, che è il solo modo che ho per respirare quando il sangue riempie anche i polmoni. Si, si ho un carattere di merda, e tu me lo hai sempre detto. Che sono paranoico, che sono una testa di cazzo, che non ragiono prima di fare qualcosa. E' per questo che muoio adesso? Perché sono un coglione, e tu potevi evitare di sposarmi, che ancora non me lo spiego come ti sia spinto così in là con uno come me. Avresti dovuto lasciarmi, ma non te ne ho dato occasione, e cazzo non lo farà mai. Che non sono qui a dirti di amare di nuovo dopo di me. Non farlo, quello era per me, e rimarrà per me. Ovunque sarò, l'hai giurato. Per questo chiudo gli occhi a Peter, al modo in cui mi trascina come cazzo vuole, come se fossi creta, la sua, modellare una vendetta che capisco anche troppo. E ci provo, provo con le unghie a tenermi, ma non serve ad un cazzo.

    Ero io il tuo eroe, Chrys?
    Questo ammasso di carne senza pace?


    E' sangue che cola, mi piego ancora, ma in fondo io non sono qui dentro, non sono nel corpo che muore, sono altrove. Sono con te sulla neve, stiamo ancora ballando. Sei così bello Chrys, sei così felice. Voglio che la bolla non si rompa, che sia di fottuto amianto. Possiamo? Dimmi che posso. Che mi ami lo stesso.

    Ti ha incolpato.
    Ma io no.


    Ringhio, che il mio corpo ancora qualcosa la fa, ma cazzo se è inutile. E' la fine, ci stiamo arrivando solo con una lentezza atroce. Che neanche lo so quanto tempo è passato, ma non li dimenticherò mai i tuoi occhi, la tua paura, il tuo dolore. Ti prego, non fare quello che farai senza di me. Tornerò anche dagli inferi se servirà. Ringhio, di nuovo, per una cazzo di dignità che non ho, che premo a terra con i palmi ma questi scivolano nel sangue che, ancora, non so più contenere.

    Non gli ho dato soddisfazione, sai?
    Non ho urlato, non ho gridato,
    non ho mosso un muscolo quando la lama è entrata nell'occhio.
    Ho ricordato gli insegnamenti di Slater,
    sono stato un bravo allievo.
    Ma non l'ho fatto per lui.
    L'ho fatto per te.


    - Josh..bebeğim.
    - Mamma?
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    Josh, scusa, ma non so se ce la faccio. Se so solo fermarmi un attimo, ma giusto per respirare, mandar su l'ossigeno al cervello. Cose così, che un po' servono, specie quando ho paura e non sono in casa mia. C'è ancora troppa neve qui. Fa ancora troppo freddo. Ho le ginocchia gelate, non riesco a tirarmi su. Forse tremo pure, ma immagino sia per il freddo, giusto? Sto malissimo senza di te.
    Ok, sì, lo ammetto. Lo faccio mentre lascio scendere Atropo sul volto ma la tua luce non la vedo. Non posso nemmeno immaginarla, fingere che sia laddove in realtà non c'è. Ed io non ho bisogno di illusioni, ho bisogno di certezze, di realtà da afferrare. Di condizioni da manipolare tra le mani.
    Ho bisogno di smettere di piangere, di restare rannicchiato qui come un bambino, quello che Oleander incitava a rialzarsi perché giù, contro la terra, Erika non voleva vederlo. Nessuno voleva vederlo cadere quel ragazzino spaurito. Ma più glielo dicevano e più lui cadeva. Non credo ci sia mai stato un giorno in cui io non abbia avuto paura.
    Non credo di poter cambiare adesso, anche se faccio pressione sulle braccia e cerco di tirarmi su. Lo faccio mentre dinanzi a me apro un portale per la Dimensione Ombra e mi lascio scivolare al suo interno.
    La luce verdognola è dello stesso colore dei miei occhi. Stai bene, qui dentro, guardandola e pensando a me? Sei ancora vivo, vero? Ti hanno solo...ti hanno solo portato via per gioco, per farmi un dispetto. Non è così? Il sangue che ho addosso non è il tuo, vero? Magari è solo...solo succo di fragola, ketchup.
    Stai...stai solo giocando, giusto? E ora ti trovo, certo.
    Ti vengo a prendere, poi torniamo a casa che in viaggio di nozze non voglio più andarci. Torniamo alla vita di prima, ok? A casa nostra, con Alice, i fantasmi e tutto il resto.
    Ci stai, Josh? Dai, perché sto arrivando.
    Faccio piano cerco...cerco di non star male, di non farmi spaventare più del dovuto di...di non credere a quelle cose che vedo, perché tu non sei ancora qui, vero? Devo...devo essere più accorto, certo, sì, più attento. Anche quando tiro su i due xenomorfi e dico loro di cercarti. Di lavorar duro fino a che non ti trovano che io...io sì, certo che starò bene, non devi preoccuparti tu.
    Davvero. Non sto mentendo. Posso, posso star bene, avanzare altri passi, tirar fuori le lame quando servono. Spingerle nei corpi informi che assomigliano tanto al tuo. Continuo a vederti morire. Non passa mai, non lo cancellerò mai.
    Basta, ti prego, resisti, non obiettare, ok?
    Ti....ti scongiuro. Che io sto arrivando, davvero.
    Solo che...solo che. Cazzo, non so se ce la faccio.
    Mi tremano le gambe, fa tutto così male...così.
    ''Josh!''
    No no, scusa! Non volevo, non...ho gridato. Sì. Solo che, ecco, volevo spaventarli, spaventarti. Insomma, mandarli via. Ti prego non essere arrabbiato con me. Ti, ti prego. Ti scongiuro. Non spingermi via.
    Voglio solo, ecco, solo portarti a casa.
    Ci vuoi tornare?
    Con me? Sì insomma, insieme.
    Ti terrò la mano. Non te la lascio più.
    Io, sì, ecco, te lo prometto. Sarò bravo, bravissimo, per te.
    ''Ehi!'' Porto le mani alla bocca. La chiudo, mi forzo di farlo.
    ''D-dove vai?'' Trascino i piedi contro la terra. Alzo polveri sottili. Tossisco dietro la maschera. La tengo saldamente incollata al viso.
    ''Aspetta!''
    Non te ne andare, ti prego.
    Abbandono gli xenomorfi alle mie spalle. Ti ricordi quando uno lo abbiamo fatto somigliare a te? Già, che ironia. Ti ho sempre avuto al mio fianco, giusto? Nel bene o nel male, insomma.
    Anche adesso. Alla fine. E più piango, più ti vedo. Sei da per tutto. Oltre le ciglia umide. Oltre la maschera che ostruisce i respiri.
    Mi manca già l'aria.
    Non...non respiro, Josh. Ok? Ma tu non preoccuparti. Te lo sto solo raccontando. Alla fine, se ti parlo tu mi rispondi, giusto? Per correttezza, perché un po' mi ami a tua volta.
    Dici? Non farmi ridere, dai. Non...non è il momento. Non mi sento bene, ok? Ma questo non è un problema. Prima torniamo a casa e meglio è. Cazzo Josh, dove ti sei nascosto?
    Ringhio.
    Sono stufo di giocare, ok? Dimmi...dimmi dov'è che te ne sei andato.
    Sei per di qua? O per di là? Gli xenomorfi scivolano nell'oscurità. Tra la luce, i silenzi che non sono mai tali.
    Questo rumore mi da alla testa.
    ''Amore''
    ''Mamma?''
    ''Che succede?''
    ''Josh! Io...io non lo trovo''
    ''Forse non stai cercando bene''
    ''Che dici! Io...io ce la sto mettendo tutta.''
    ''Non sei mai stato attento. Sempre distratto. Assente. Iperattivo. Chrysanthemum!?''
    ''Ti prego!''
    '' Non devo pensarci io ''
    '' Ma mamm -''
    '' No. Devi trovarlo da solo. ''

    Faccio peso sulle braccia. Le fletto, mi tiro su di nuovo. Cazzo se il respiro s'è fatto pesante. I polmoni, i miei...che male. Dove siamo Josh? Qu-quanto tempo è passato? Mi senti ancora? Io...io ti amo, ok? Credici, per favore, perché sto arrivando...io.
    ''Lo hai ucciso.''
    ''No...no io non ho fatto niente!''
    ''Già, come sempre.''
    ''Meri...''
    ''Non chiamarmi così!''
    ''Scusa.''
    ''No! Basta, vattene via!
    ''
    Corro, che male che fanno le ginocchia. Come quando scendevo le scale di casa per andare il bagno. Quindici scalini tra la mia porta e l'altra stanza.
    ''Aspetta!''
    ''Cosa?''
    ''Non...non spegnere la luce!''
    ''Quale luce?
    ''Eccola!''
    ''Cosa? Chrys?''
    ''Eccola! Eccola.''

    ''Carmen! Ehi!'' Libero le dita dal pugno in cui le racchiudo. Allungo la mano in sua direzione. stringo i denti. Che se li digrigno riesco a farlo un altro passo. A liberare la mano e lasciarle scattare la lama nel mezzo.
    ''Lo vedi?''
    ''Chi?''
    ''Lo hai fatto passare tu, Peter, per di qua.''
    ''No! No no, io no!''
    ''Te lo ha portato via lui''
    ''Non è vero...''
    ''Corri Chrys!''
    ''Sì, sì, corro!''
    ''Non fartelo strappare via di nuovo.''
    ''No!''
    ''Che potrebbe essere...no..''
    ''C-cosa?''
    ''Josh è morto.''
    ''No!''
    ''Morto, mortissimo. Cazzo, accettalo.''
    ''No! No!''

    Josh, scusami. Scusa se non sto più vedendo niente. Se ho usato le ultime forze per apparire alle spalle di Peter in un battito d'ali. La falena gli si posa sul collo. Lui nemmeno la sente. Così come forse non sente la lama che gli squarcia in due la gola. Gratta sulla pelle, lungo la carotide. Spingo a fondo.
    ''Ridammelo!'' Spingo, mi fanno male le nocche, mi fa male il polso. Lui si dimena, rantola. Cerco di sorreggere il peso. Scivolo all'indietro, ma così facendo, porto con me il corpo senza testa.
    ''C-che cosa hai fatto...'' ''Lo ha ucciso''. ''Ridamme...'' Stringo il corpo anacefalo di Peter. Lo stringo così forte che vorrei smembrarlo. Urlo, mi faccio raggiungere dagli Xenomorfi che subito si gettano sul corpo pallido di Josh. Cazzo. Danza in una pozza di sangue.
    ''J...Josh.'' Scanso Peter, cammino sui gomiti. Faccio il bagno nel tuo sangue.
    ''Ehi...'' ''Morto.'' ''No...'' ''Guardalo, non respira.'' Mi chino sul suo corpo, non ho mai smesso di piangere. ''Josh!'' Forse lo sto scuotendo troppo, forse non dovrei. ''Torniamo a casa...torniamo a casa! Dai.'' Lo stringo forte per le braccia, con una mano apro un altro varco verso l'esterno. ''Ti prego! Alzati!''
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