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Chrys & Edric | Villa Sinister, 16 marzo 2022

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    Sei stato bravo, amore mio, a gestire questa situazione meglio di chiunque altro. Ma è com se tu fossi addestrato per questo mentre io...io beh, non sono mai stato nulla di che. Lo sai, mi conosci. Per questo ho lasciato che fossi tu a parlare per noi. Che questi anni li abbiamo comunque vissuti insieme, anche se lontani, anche senza scriverci per mesi. Ma comunque sai com'è che abbiamo vissuto ed immagino che a lui interessi più saper di te che di me: L'assassino di suo fratello.
    Ho solo i brividi a pensarci. Resta qualcosa che non mi si scrolla di dosso, in nessun modo, nemmeno col passar del tempo. Perché anche se sappiamo che non ti farei mai del male, poi la corruzione nelle vene finisce per bollire diversamente. Che ormai si alimenta così come si alimenta la tua. Sfrigola, pulsa così forte da farmi avere la gola stretta nei morsi dei sensi di colpa per un tempo forse troppo lungo.
    Che neanche accarezzando i capelli di Alice riesco a calmarmi, non fino a che ci congediamo, finalmente e mentre tu porti lei a dormire, a me resta solo il compito di sbatterlo fuori da casa nostra.
    Abbiamo un accordo, per quel che si può dire, ma questo non placa il mio bisogno di conferme, di certezze che sappiano soppiantare la mia ansia. Respiro piano quando li sento parlare. Quando lui, proprio come te, le promette di tornare, di non far nulla che non comprenda anche lui. Ed è lodevole, forse, quell'affetto che sa prenderci nelle ossa così tenacemente.
    Ma questo non mi convince, non quando, aprendo la porta di casa per fargli strada, rimango momentaneamente in silenzio, ad osservare il suo corpo spostarsi dal nostro nido.
    ''Sì...''
    Riprendo a parlare solo adesso, tanto che sento la bocca asciutta.
    ''Come dicevamo con Josh, puoi tornare a trovarla.''
    Che è un confermare la questione senza dargli possibilità di poter pensare che può ancora portarla con sé. Che poi non l'ha detto, lo so, ma questa è un'idea che proprio non sa abbandonarmi. Ho paura di svegliarmi e scoprire che Alice non è più nel suo letto.
    Credo sia la stessa paura che abbiamo nutrito vedendola vicino a Slater.
    Alzo il naso al cielo. Si preannuncia una bella sera: Non è ancora il tramonto, ma le nuvole si stanno iniziando a macchiare di rosso. Credo sia il momento della giornata che preferisco, così come lo è l'alba. Sospiro piano. Una mano a stringere saldamente la balaustra in veranda.

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    E' sempre il mio, il corpo che trema alla fine di tutto. Alla fine della strada che ho compiuto per arrivare da Alice, delle infinite ricerche. Di quando sono andato in capo al mio mondo per recuperare un passaggio in questo. Di quando ho promesso ad Edie che sarei tornato da lei, che avrei solo riunito la famiglia, per quel che ne resta. La mia famiglia.
    Così l'ho stretta, con la fatica immensa del lasciarla andare, la piccola Lissy, con gli stessi occhi di Josh e la stessa cocciutaggine, ma la tenacia di Lilian. Un piccolo clone perfetto dei due, una gemma che racchiude i cocci della mia esistenza.
    Che è distrutta, ma non importa.
    Importa che questa missione è dolorosa, lo è se poi io non voglio sentirle le loro voci. Non voglio che mi si pieghino in testa, che mi diano l'idea di averli con me, se poi non è così. E ne sono consapevole, si, ma a che prezzo?
    "E' mia nipote, non c'era l'alternativa di non poterlo fare" Lo so che mi esce duro, come usciva quando almeno ci provavo ad impormi con lui.
    So che, nel dirlo, li muovo io i passi verso la veranda, che poi si fermano accanto a Chrys. Sospiro perché sono stanco, perché ho viaggiato senza sosta, quasi senza volermi disperare mai, né dare per vinto. Sapevo che l'avrei trovata ma ora.. ora non è a lei che penso.
    E sono un vigliacco, perché mi si stringe la gola quando sento che il profumo è diverso. Che non c'è l'arrogante presenza dei metalli, eppure il cuore trema, eppure ho paura di sfiorarlo involontariamente.
    Di ferirlo anche solo perché sono qui.
    E lo ricordo come mi guardava, quando coscientemente capiva di aver esagerato con me, ed io di averlo fatto con lui. Mi guardava come se all'improvviso fossi pronto a togliergli qualcosa di importante. Come la Corruzione, di gran lunga più importante di me.
    Se solo non lo avessi sotterrato da solo un anno, saprei tenermi più solido, saprei allontanarli dalla mia Lissy e trascinarla via con me, con le promesse che so di mantenere a vita.
    "Quindi voi siete... sposati" non è una domanda, è la logica che mi trascina nel baratro. Come se io all'improvviso fossi stato tradito da un loro ricordo, spinto in basso con forza, in ginocchio a pregare che non sia così. Non posso riavere Ma Chère, eppure ce l'ho di fianco, quando mi volto appena a cercarlo. "Scusa per come.. per.." per come io non riesca a credere che gli sto parlando, e perfino mi scuso perché l'ho spaventato. Perché farò qualcosa che loro non vogliono io faccia. "Scusami"

    Mi prendero cura di te, delle tue nostalgie, al mattino appena alzati, il caffe caldo nelle vie. Mi prendero cura di te, per quei tuoi modi di fare, svegliarmi con un bacio, immaginarci gia all'altare━━━━━━━━━━━━━━

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    Non lo guardo, non di nuovo, non quando posso fermarmi un istante, stringere le mani lungo la balaustra e picchiarci sopra con i polpastrelli. A tempo di non so cosa, perché di canzoni, da quando sei è in casa, non ne sento quasi più. Mi basta la tua voce, tanto che l'mp3 è chiuso nel cassetto. Forse dovrei persino rimetterlo in carica, forse non è nemmeno lì.
    Non lo guardo di nuovo perché ho questa impressione che se lo facessi, poi, finirei per tradire qualcuno. Te, Alice, me stesso e non so il perché, in realtà, non quando forse un po' mi maledico per essere stato così accondiscendente dinanzi allo sguardo di sua nipote. La mia Alice, quegli occhi come i vostri. Ed io sono debole, sì. Per questo forse lo sguardo non so sostenerlo: Perché se so essere così morbido, ho poi paura di finire per cedergli nostra figlia senza riuscir a battere un ciglio.
    Sono un vigliacco, Josh. Quindi affrettati nel metterla a letto, che ho davvero bisogno di stringermi a te per un istante.
    ''Beh.''
    Resta un disappunto che si fa strada da solo. Non di proposito, ma comunque è lì, pronto, che ci tiene davvero a farsi sentire nel tono che più gli riesce.
    ''Essere uno di famiglia non significa aver chissà che diritti.''
    Che del sangue non mi interessa, non nel senso a cui potremmo giungere adesso.
    ''Esistono familiari che a volte è meglio non vedere.''
    E parlo riferendomi ai miei, che se mamma e papà fossero ancora vivi, probabilmente, vivrebbero a miglia di distanza da me. Così come Marigold.
    E per un momento quasi mi vien spontaneo chiedergli cos'è che lui sa di me. Se nel suo mondo c'era qualcosa, di me, che vive anche qui. Se lì esistevano Erika ed Oleander e se Erika aveva avuto Marigold con un altro. Mi chiedo se lì sono ancora vivi, se nessuno, per uno stupido incidente, mi ha portato via mia sorella.
    Ma non lo faccio, mi trattengo, anche perché ciò che dice dopo un po' mi spiazza, come se non fosse una cosa già chiara dalle fedi che teniamo alle dita.
    ''Già.''
    E sarebbe stato un matrimonio meraviglioso se non avessi dato a Peter tanto potere. Mordin, nel suo mondo, era debole come me? Come vorrei chiederglielo senza spogliarmi troppo dei miei demoni.
    ''Josh ha sbagliato l'incisione nell'anello.'' Che è una cosa che continua a farmi sorridere. Anche adesso, che lo rigiro attorno all'indice e lì so che resterà per sempre.
    ''Ma ci siamo sposati lo stesso.''
    E lo dico ironicamente, come per dire che nonostante tutto, nonostante l'incisione sbagliata che non significa niente, abbiamo fatto questo salto nel vuoto insieme. Ed è una bella cosa, una cosa meravigliosa.
    ''No ehm...''
    Non capisco perché tanto dispiacere, non ora che forse parliamo dell'unica cosa che sto imparando a gestire.
    ''Non è una domanda strana. Almeno non per me.''
    Che io l'ho interpretata così, come se Edric avesse bisogno di conferme per differenziare questo universo dal suo.
    ''Tu...''
    E mi sembra brutto chiederlo così, come se volessi farmi gli affari suoi. Ma devo, mi serve per capire che tipo di relazioni ha, in questo mondo e cos'è che lo tiene ancorato a casa sua.
    ''Hai qualcuno da cui tornare?''
    Nel suo mondo, intendo.
    ''O qualcuno che può ospitarti?
    Ora intendo qui.

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    A me non è rimasto nessuno. Per questo non so sostenere nulla, neanche quando lo vedo rigirarsi l'anello tra le dita. Dovrei sorridere perché Josh ha sbagliato l'incisione, e di tutte quelle cose che fanno di loro un-.. ma non ci riesco.
    Non ci riesco perché sul mio respiro pesa un'assenza ingombrante, e fa male. Fa malissimo ora. Che mi ero convinto, in poco, che se gli avessi parlato sarebbe migliorato qualcosa.
    Fa più male di prima. Lo fa che stringe in gola un nodo durissimo, che mi mozza il fiato e perfino la forza di ribattere.
    Perché è vero che non sempre avere lo stesso sangue dà qualche diritto, ma nel mio caso si. Nel nostro ne ha eccome.
    Rialzo il viso e mi costa fatica, me ne costa ogni movimento adesso. Perché lui è con me, lo sento dietro le spalle, sulla pelle, lo sento in morsi che non arrivano e seccano le labbra.
    Lo sento in pretese che non esistono, e non esisteranno mai più. Lo sento ringhiarmi nelle orecchie, chiamarmi con il mio nome, con ogni aggettivo avesse in mente. E mi vedo, qui, ricordargli che lo amo, che certamente lo sposo anche se corrotto, che sarà dura ma noi potremmo tutto.
    Noi potevamo tutto.
    E noi, siamo stati distrutti.
    Sono abituato a sopportare, lo faccio da tanto che neanche ricordo più un momento in cui per un fottuto attimo io mi sia sentito amato. Amato come mi amava lui prima della corruzione. E non dovrebbe servirmi, ho il mio Dio, ma chiaro che invece non mi basta.
    "Oh.. beh, non è un nome facile" sembro quasi dover scusare Josh per aver commesso un errore che io non ho replicato. Perché le fedi, le nostre, le ha incise Chrys, e poi io ho inciso le altre con la convinzione che così potesse sposarmi, che se glielo avessi richiesto, stavolta inginocchiandomi io, non mi avrebbe lasciato per scappare a Parigi, per generare la macchina mortale che ha innescato tutto.
    Io lo amavo incondizionatamente. E lui?
    "Non più, ma non importa.." perché davvero non fa differenza, potrebbe essere chiunque, e non sarebbe lui.
    "A casa c'è Edie, mia madre, mio padre.. i tu-.. ci sono anche i Sinister" Che non sono il massimo come genitori, neanche con un figlio morto, ma ci sono e forse è bene che lui lo sappia.
    Non lo so perché sento il bisogno di farlo ma cerco un contatto, uno visivo perché non oso muovere un muscolo verso di lui, che ho paura di come reagirei io, ho paura di quel rifiuto che mi ricorda troppe cose, ho paura di capire più a fondo che sono due persone diverse.
    Non ho esorcizzato niente, e lo sento, che il cuore batte quando non dovrebbe, che gli occhi si fanno lucidi. "Comunque Mordin non era una brutta persona.." non so perché mi senta in dovere di ripulirgli il nome "... fino a che non è diventato un folle, lui era.. era-" l'amore della mia vita "-..uno di noi. Un alchimista eccezionale e un pozionista unico nel suo genere" Dio quanto lo amavo, tanto che sembra io gli stia facendo l'elogio anche adesso. Adesso che non serve a nessuno. Adesso che riporto lontano gli occhi, all'orizzonte.
    Mi massaggio piano il collo, è involontario, mi aspetto lividi dove non ne nasceranno più.
    "Joshua sembra.. sembra felice qui" che io non so lasciare andare nemmeno lui e se gli occhi si inumidiscono un attimo, lo tengo per me, staccandomi dal balcone, per scendere un gradino. "E' bello, rivederlo.." e trattenere cos' quella lacrima infantile. Scusami.

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    Lo ascolto come se avesse da dire ogni verità. Scusa se è questo il motivo per cui sto tardando. Il motivo per cui non salgo a vedere come stai tu. Per stringerti, darti un bacio su per il collo e farlo così piano da sentirmi morire contro la tua schiena.
    Scusa se non salgo a vedere come sta Alice, che sono un padre di merda, sì, ma questo non significa che lui dovrà portarmela via. Non significa niente.
    Ma ho bisogno di ascoltarlo, come se non potessi far nient'altro. Come se fossi paralizzato in questa posizione. Su questa veranda, a rigirar ancor più lentamente l'anello contro il dito. Respiro, piano, ma mi accorgo che nello sforzarlo forse mi lascio scappare un singhiozzo.
    Ho una paura così folle di perderti adesso. Come se bastasse dirti queste cose, che là è tutto più bello di qui: Hai due fratelli, Alice ha suo zio, ci sono i tuoi genitori. Tuo padre, tua madre. Per mandarti via.
    Mi viene da vomitare, ma non ci do tanto peso. Umetto le labbra con la punta della lingua. Ne trattengo un lembo tra i denti, poi torno a guardarlo.
    ''Ci sono Erika ed Oleander!?''
    Lo chiedo con l'impressione di essere appena stato letto nel pensiero. Tanto che mi chiudo un istante, blindo la mente a tutto, a qualsiasi cosa. Non tanto per paura che Edric possa sapere di più sulla mia famiglia, quanto perché non ho voglia di lasciarmi aprire tanto da uno sconosciuto.
    ''Anche Marigold?''
    Ma ci penso solo troppo tardi su quanto possano sembrare invadenti di certe domande. Che lui non è qui per rispondere alle mie curiosità, né tantomeno per diventare mio amico. Se ne andrà, se ne andrà molto presto.
    ''Scusa, lascia stare.''
    Inoltre provo una certa sensazione di disagio nel pensarli ancora vivi lì. Magari uniti, sì, come se fossero chissà quale famiglia. Magari ora è Marigold ad aver Mordin sulla propria coscienza.
    ''Mordin ha ucciso tuo fratello...''
    E lo dico con disgusto, quasi. Non tanto perché la morte sia qualcosa di cui non parlare. Non tanto perché l'omicidio rimane fuori dalla nostra concezione di vita. Quando perché Mordin ha ucciso Josh e Josh è intoccabile. Mi chiedo se sia stato amato anche lì. Se nel farlo, Mordin, abbia avuto per lui un po' di grazia, delle gentilezze.
    Ed ho più che un brivido. Perché nella descrizione che fa di quell'uomo ci rivedo me. Non nell'eccezionalità, ma nelle sue passioni. Anche io sto rischiando di trasformarmi in lui? Quando ho permesso a Missing di ferirti...a Peter di afferrarti, io sono diventato Mordin?
    ''Basta questo.''
    Lo dico quasi come se capissi. Come se capissi lui, Il Joshua che non c'è più e Mordin. Un uomo che Edric non riesce a chiamare per nome. Come se di Chrys, magari, non avesse voluto tenerne traccia.
    ''Qui è il suo mondo, Edric...''
    Tu non sei felice, credo non lo sia da tempo se non per certi momenti. E no, no che non mi piace il modo in cui continua a parlare. Come se volesse chiedermi qualcosa che non so dargli. Come se avesse delle pretese che crede legittime.
    ''Sta bene.''
    E non lo so il motivo per il quale scendo il gradino con lui. Come se volessi accompagnarlo fino a casa. Come se avessi bisogno di sentir altro anche se c'è una parte di me che non lo vuole. Che lo repelle del tutto. Che mi vien da piangere, sì. E magari dovrei rientrare in casa prima che lui possa scoprire i motivi per il quale il tramonto sa riflettersi tanto bene nel mio sguardo. Sospiro piano.

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    Vorrei che continuasse a chiedermi di lui, e che non lo facesse affatto.
    Che mi parlasse e poi scomparisse nel nulla, perché la sua voce nella testa mi rimane comunque, mi tormenta, mi rassicura, mi uccide.
    E più lo guardo, più non vedo niente nei suoi occhi di ciò a cui ero abituato, né quell'amore mascherato, né l'odio perché ero sempre trai piedi, sempre pronto a convincerlo a fidarsi di me, a fargli provare mille strade perché - una volta accettata - della corruzione volesse liberarsene. Perché non cedesse al gusto intenso del suo potere.
    Sete, fame, qualunque cosa fosse. Gli avevo giurato che non lo avrei abbandonato, neanche quando le cose si sarebbero fatte più dure. Non lo so perché il mio Dio mi abbia condotto qui, alla fine, perché io sia di fronte al mio incubo oggi, e stia tremando più di quanto vorrei. Toccami.. piano, ti prego.
    "Sì.." e rispondo prima che mi fermi, anche se "..lei non c'è, avete avuto un incidente da bambini. Hanno.. scusa, hanno." loro, non lui. Mordin, non Chrys. Se solo non mi pesasse così tanto dirlo, se non lo facessi con gli occhi lucidi di chi ha preso quella vita e l'ha fatta sua. Che lo conosco da anni e non lo conosco affatto, che il suo stupore, il suo dolore, li intercetto. E mi odio, mi odio perché so vedere dove non dovrei, so leggere quanto male faccio, e lui al contrario non lo sa. Per fortuna.
    E non intendo dirlo, che è così bello quando il sole invade le iridi, quando posso leggere ancora il profumo del muschio oltre la pupilla. Ore a fissarli quando mi amava, ed a cercarli quando neanche mi voleva.
    E' solo bello. Bello vederlo in piedi, vivo, sano - dove possibile - e.. e basta.
    Mi mancano le parole, in quel passo avanti che si trasforma nel mio passo indietro. Perché funziono così, perché il coniglio come prima risposta ha la fuga. Ed io vorrei andare lontano, così indietro nel tempo da poter andar avanti, stringerlo di getto come se potessi. Dirgli solo che mi è mancato da morire, che non deve più farmi lo scherzo di morire.
    "Io -.." sono un idiota. "Io l'ho perdonato, per.. per sopravvivere" che è vero si, è così vero che mi sento un vigliacco per amare ancora l'assassino di mio fratello.
    Capisco perché Alice si è fermata, capisco tutto, capisco che è insopportabile per quanto male faccia, ma che tengo la testa alta, perché farà meno male se lo accetterò. Come con la Corruzione. No?
    "Posso davvero tornare? Ti prego lei è .. è anche la mia famiglia." So di chiederlo con la voce che si spezza piano, che prendo coraggio, perché altrimenti mi toccano le maniere forti e non voglio, non se non serve a niente.
    Non lo pregavo da tanto. Mi manchi.

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    Ha avuto un incidente anche qui.
    Ma non lo dico perché voglio una qualche conferma da parte sua. Una pacca sulla spalla o qualcosa del genere. Non è del conforto che mi vestirei adesso, non il suo almeno. Non quando sto cercando la forza di risalire le scale, di voltar i tacchi e lasciarlo andare via. Che risalir da te mi sembra una scelta più giusta, più rispettosa. Per te, per me e per quelle idee che non fanno altro che accavallarsi nella testa. Che non so più pensare se non a quelle idee deleterie che non fanno altro che soffocarmi. Magari non sono così diverso da quel Mordin io. Nemmeno se ho cambiato nome e maschera, nemmeno se Josh l’ho sposato, se l’ho fatto mio prima che potesse farlo Lilian. Mi chiedo cosa sarebbe successo se lei avesse tenuto il bambino. Mi chiedo cosa sarebbe successo se Joshua avesse poi deciso di crescerlo. Nonostante tutto, nonostante la mancanza di un amore a tenerli ben legati. Magari avrebbe imparato ad amarla proprio così, solo dopo Alice. Ed io sarei impazzito.
    Ma lui l’ha perdonato e forse é proprio questo a spiazzarmi più del resto. A farmi male come se si stesse parlando direttamente di me ed io mi sentissi quasi in dovere di essere grato per questo. Per il suo perdono. L’armistizio di chi nemmeno mi conosce, ma forse mi conosce così bene da fare una scelta tanto importante. Fatico ad accettare tutto questo.
    Lo hai perdonato?
    E lo dico in un singhiozzo che trattengo a fatica. Che il volto si deturpa col pianto, anche se le lacrime non escono, non subito almeno, non davanti a lui che tante lacrime non merita di vederle. Perché me li porterà via. Io lo so che me li porterà via. Prima Alice, poi Joshua. Ed io resterò da solo. Solo perché sono un mostro, perché l’ho tenuto contro un muro senza prima chiedere nulla ad Alice. Magari questo è l’inizio del mio epilogo. Magari non merito nient’altro che questo. L’abbandono che profuma di perdono. Una menzogna dolorosissima.
    Come hai…
    Potuto, intendo. Come hai potuto perdonare un uomo così vile. Qualcuno che è stato tanto meschino da strappargli suo fratello. Josh, il mio Josh.
    Sì…
    Che può tornare, intendo. Anche se significa troppo per noi, anche se dovremmo abituarci ad una nuova idea di famiglia. Che pur di non farmela portare via forse lo accetterei qui ogni fottuto giorno della mia esistenza. Sotto il nostro sguardo. Giusto per concedergli un’ultima grazia prima dell’esecuzione.
    Te lo ha detto…
    Josh intendo. E vorrei davvero parlare di Alice. Scendere ancora le scale solo per averlo sotto il muso quanto basta per guardarlo negli occhi e fargli capire chi comanda. Solo che non capisco chi dei due sia più provato da questa situazione. Forse io, forse lui che non otterrà nulla.
    Ma lei resta qui…
    Lo ripeterei ancora ed ancora. Senza sosta, anche senza fiato.
    Non condannarmi come hai condannato lui.

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    Tremo, piano, che cerco di contenere dentro ogni cosa, seppur tutto vorrebbe esplodere. Ma io.. beh io questo so farlo. Ho imparato, è la mia indole. Mi sono temprato con il mio Chrys, ed a questo si è aggiunto un anno di addestramento, di meditazione. Un anno a purificarmi da quell'amore che non se n'è mai andato.
    E' la stella polare sopra la mia testa, lo sento premere ad ogni passo che vorrebbe fare.
    Come se lo prevedessi, e potessi dirgli di restare lì. Lontano da me.
    Ho sognato la sua redenzione, finché non si è fatta ossessione, ed allora è stato anche peggio. Allora per strapparmela dalla pelle ho provato ogni cosa, perfino l'ipnosi.
    Ma la verità, è che Chrys mi ha avvelenato il cuore, e Mordin lo ha stretto tanto da farlo esplodere e si, nonostante tutto, io l'ho perdonato. E farei ogni cosa in mio possesso, per riaverlo. Quello vero, quello che nel guardarmi aveva la compassione di chi sa che sta per calcare troppo la mano. Quello che mi violava per ogni "no" ripetuto troppo duramente. Quello con cui litigare era un inferno, ma dopo amarsi era inevitabile. Almeno per me.
    Forse doveva succedere questo. Forse Chrys adesso è felice perché ad amarlo è Josh. La sua cotta eterna, come lui era la mia. Forse qui non esisto perché dovevano trovarsi loro due. Perché io ero lo sbaglio di Mordin.
    Cazzo.
    Brucia ancora tantissimo.
    Ma non so distogliere lo sguardo da suo, so invece prendere un respiro, dovuto perché sono adulto. Perché non ho scuse. Perché.. "C'è voluto un po', ma l'odio è un veleno, crea terreno fertile per la.. Corruzione." Non ho timore a sottolinearglielo davanti, che siamo diversi, che ho capito.
    Le sue falene mi spaventavano a morte. Non potevo darlo a vedere, ma sentirle correre sulla pelle, al posto delle sue dita, mi paralizzava. Però andava bene, perché Ma Chère è sempre stato uno più strano, più metaforico e cazzo se lo amavo anche per questo. Più vicino, invadi il mio spazio
    "Con il tempo.. smette di far male" che non è vero, ma era la promessa di Mordin. Che avrebbe smesso di far male. E forse per lui si, lui non può più ossessionarsi. Ma non può più essere salvato. Non può niente. Neanche tornare da me.
    Dovrei essere più sincero di così, e dirgli che Alice starà dove è giusto che stia, con me. Ma non posso oggi, e non posso per quello che dice dopo. Dio, colpito in pieno petto. Che indietreggio ancora. Anche se resta su quel gradino, maio ho bisogno di aria. Provo solo a mantenere uno sguardo più solido, come a ricordare che non ho più vent'anni, anche se adesso me ne sento sedici, anche se vorrei trovare un angolo e chiudermici. Vorrei chiedergli se mantiene bene il roseto e vorrei, così, tradirmi per scoprire che sto sognando. Un incubo durato un anno e mezzo.
    "Non ti farei mai del male" Ma Chère.

    Mi prendero cura di te, delle tue nostalgie, al mattino appena alzati, il caffe caldo nelle vie. Mi prendero cura di te, per quei tuoi modi di fare, svegliarmi con un bacio, immaginarci gia all'altare━━━━━━━━━━━━━━

    edric çevik
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    Per un istante mi chiedo se mi ucciderebbe. Se farebbe a me ciò che deve aver fatto a Mordin. Se secondo la sua idea merito la medesima punizione. La medesima fine solo perché qui ancora esisto e nel farlo non sono nemmeno bravo. Affatto. Perché sbaglio, sbaglio sempre e nel farlo, mi rendo conto di star assumendo di nuovo il tuo aspetto. Quello della persona che ritengo più forte, più equilibrata, seppur il cambiamento avviene solo per le mani.
    E vorrei chiamarti. Cazzo se ho voglia di urlare. Se ho bisogno di averti qui, dietro la mia schiena, con una mano sempre pronta a ridisegnarmi le vertebre. Mi tieni su così, tu.
    Ma non lo faccio, non quando ancora posso permettermi di mantenere lo sguardo fisso nel suo. Di staccarlo dai tatuaggi che sui palmi iniziano a sbiadire solo perché tu non ne hai. Che risalendo, invece il dorso, si ritrova il crisantemo, quello che affoga nell'oscurità. Quello che si avvelena del modo che abbiamo di amarci e proteggerci. Al limite della violenza a volte. La stessa che userei su di lui se non mi promettesse di tener Alice qui. Al sicuro, con noi. Perché saremo dei genitori incapaci, ma io sarei pronto a giurare qualsiasi cosa. Farei di tutto per lei, per te.
    ''Mi sembra riduttivo.''
    Dico riferendomi all'odio. Che la corruzione si alimenta di tante cose, di troppe cose. E lo fa lentamente, dolcemente, dando in cambio tutto ciò che tu doni a lei. In egual modo, solo se si ha il coraggio di accettarla con sé. E magari lo dico perché ci sono cresciuto. Perché il primo uomo l'ho ucciso che avevo sedici anni e ad ora so bene di non essermene mai pentito. Sono passati undici anni. Ed in questi undici anni io non ho solo odiato, ne sono certo. Io ho amato, ho gioito ed anche quello è stato terreno fertile per la corruzione. Tutto lo è stato.
    ''Perché.''
    E non è una vera è propria domanda, seppur non esistono modi in cui porla. Resta un concetto che non comprendo nemmeno se me lo prefiguro come un santo, uno di quelli che dalla magia bianca sono indottrinati al punto da non riuscire ad essere oggettivi. Che perdonerebbero ogni cosa a discapito dei propri sentimenti, della propria morale.
    Lascio risalire le mani lungo le spalle. Potrei dar l'impressione di aver freddo, ma la realtà dei fatti è che sto cercando di calmarmi immaginandoti qui. Pronto a stringere queste stesse mani, che ora son le tue, lungo le mie braccia. Nel modo pacato che hai, come prima, che ti è bastato respirarmi vicino per calmarmi.
    ''Lo dici come se fosse una cosa certa, quasi una rassegnazione.''
    Ma non indago oltre, mi fermo qui, che già è difficile assimilare così tante informazioni insieme. Scrollo il capo, lo faccio chiudendo per un istante gli occhi. Respiro profondamente.
    ''Senti...''
    Riprendo fiato, lo faccio tornando a parlare come prima. Senza interruzioni nella voce, senza cedimento alcuno.
    ''Se cerchi bene, qui nel Bronx, è possibile trovare luoghi in cui richiedere riparo senza bisogno di rispondere a troppe domande: Roba come sulla propria identità o simili.'' Non lo so perché glielo dico, magari inizio davvero a sperare di tenerlo quanto più possibile lontano da qui. Mandarlo via subito, immediatamente. Che non ce la faccio più e non capisco, affatto, qual è, tra tutti i motivi, quello che sa far più male.
    ''La Chiesa Itinerante di San Giovanni. Magari ti sembrerà un luogo migliore di questo.''
    Ed arriccio il naso, che Villa Sinister è per forza di cosa un luogo dove la magia bianca non è mai entrata e mai entrerà.

    There was a time when I brought light to your eyes even the worst of days could not keep us apart and you weren't afraid to spill those evil thoughts even the ones that made you question who you ares━━━━━━━━━

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    E' riduttivo, lo so. Ma lo è solo perché non posso dirgli tutto, non posso scendere nel profondo a raccontare anni vissuti dietro le sue stesse mura. E' impossibile che mi esca questo, non gli rovinerò quello che ha qui. Anche se è vero che mi aspetto, di punto in bianco, che mi dica che è lui. Che lo sa che non lo tradirei mai, che mi sta mettendo alla prova, che il suo Coniglietto non può stargli così lontano e così a lungo.
    O, addirittura, che mi stava cercando.
    Non si può spiegare un perdono dato dal cuore, da un battito che non sa placarsi ora. Che mi fisso sui suoi occhi solo perché ferirmi. Per farmi male. Per dirmi quanto siano simili, quanto io li voglia con me di nuovo. Quanto vorrei poter chiudere gli occhi e sentire il suo respiro su di me, ad un passo da quei baci sempre più rari, sempre più distanti.
    "Forse non è il caso di fare un discorso sulla corruzione, fuori in veranda.." ed è il solo modo che ho per dire che se volesse parlarne, potremmo anche farlo, ma non qui, non adesso e non dopo quello che ho visto. Ho solo bisogno di.. capire. Forse di capirmi.
    Ed io non rispondo, non posso dirgli perché ho perdonato Mordin, non posso dirgli che il mio Josh saprebbe accettarlo, perfino da morto. Che abbiamo litigato la sera prima che andasse a farsi uccidere. Che ho perso tutti in uno scontro preciso, e poi raccoglierne i cocci è stato devastante.
    Ricordo tutto. E lo ricorderò sempre, nel minimo dettaglio, ma resto distante, faccio un passo indietro. Voglio che mi veda più sicuro di così, solo chiuso abbastanza da non cedere ad un aspetto che conosco, e che muta.
    Cazzo.
    Le mutazioni erano l'ultima fase.
    Adesso non mi piace che Alice sia in questa casa, con lui, che si sia affezionata, che ci abbia visto qualcosa, perché se questo sa farlo: se sa cambiare, in Joshua, vuol dire che manca poco.
    Ma se non è l'assenza di un amore, a renderlo folle, cos'è? E si me lo chiedo assottigliando lo sguardo, ma senza fare alcuna domanda. Perché a questo sono abituato, perché il mio Chrys cambiava anche solo per infastidirmi, e mi nascondeva le volte in cui diceva di non controllarlo.
    Che stupido, gli ho sempre creduto. Sempre. Lo farei anche se me lo dicesse adesso, di nuovo.
    Non gli farei mai del male, è terribilmente vero, perfino spaventoso quanto lo sia. A meno che non mi sia necessario ed anche allora.. anche allora so che non affonderei la lama, sarei solo fermo a farla brillare lungo la gola, e poi sarei debole. Ho sperato che Josh sapesse fare quello che io non sarei riuscito a fare. Abbiamo fallito entrambi. Ho perdonato anche lui, immediatamente, quasi servisse a rianimarlo anche con quel taglio in gola.
    "S-si.. grazie" la Chiesa non potrà mai sembrarmi un luogo migliore di questo. Villa Sinister è stata anche casa mia, così a lungo da volermi rannicchiare tra le lenzuola della camera patronale, chiudermi a riccio a respirare il loro profumo e sperare di trovarci il nostro.
    Un altro passo indietro. Ha chiamato il volto di Josh perché non vuole affrontarmi lui. Dio, il pattern è quasi lo stesso. Alzo ancora le mani, piano, come se mi puntasse contro una pistola. So che non è così, e so anche che lo è.
    "Vedrò di farmi dare asilo.." continuo, piano, che ho davanti Josh ed i miei occhi restano quelli che sono: arrossati, un po' lucidi. "Ho capito, ora vado..ok?"Ma torno, lo sai. Domani.

    Mi prendero cura di te, delle tue nostalgie, al mattino appena alzati, il caffe caldo nelle vie. Mi prendero cura di te, per quei tuoi modi di fare, svegliarmi con un bacio, immaginarci gia all'altare━━━━━━━━━━━━━━

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