Cinghiale Bianco

Edric & Chrys | Villa Sinister - 6 Aprile

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    Ho guardato i lividi, li ho nascosti perché Yaacov non li vedesse subito. Perché quello che mi ha fatto il tuo Josh, non è niente. Davvero, un mero ricordo di quanto a fondo due mani sappiano andare sul mio collo, o nella mia pelle. Punti rossi, tracce di una mano stretta lungo la carotide, e lo so.. lo so che poi stasera lui li troverà, ma stasera mi andrà bene che lo faccia, che mi prenda con sé, mi accolga, rimedi a qualcosa su cui non ha potere.
    Non ne ho io, che sono rimasto inerme, immobile nella speranza che una vena lucida esistesse ancora. E, cazzo, tu non hai idea Chrys di quanto mi abbia ucciso vedere Josh così, specchiarmi in quell'unico occhio che me lo ricorda e vederci riflesso un odio tanto rabbioso. Feroce, aggressivo, in piena collera emotiva. Non è mai stato un calcolatore neanche mio fratello. Mi ha ricordato ciò che non posso dirti, quanto sono stato male l'ultima notte, con la consapevolezza ora che lo sarebbe stata: l'ultima.
    Dovrei dirti che sono qui per lui, adesso, che ripercorro il vialone di Villa Sinister e mi impongo, a denti stretti ed occhi chiusi, di respirare, mandar già la codardia per un po'. L'ho detto, è colpa mia. Io che ho insistito in un punto che ha spinto me a quei piccoli ringhi che per Ma Chère non erano altro che pigolii eccitati. Mi prendeva sempre così, e mi riprendeva perché non ero abbastanza forte da rialzarmi quando mi teneva giù, ma poi quanto gli piaceva infierire a quelle condizioni? Da morire.
    E lo vedo che qualcosa non va, che la mia colpa si espande a macchia d'olio, lui vi ha allegato il salone per qualcosa che lo ha fatto scattare come una molla. In questo è com'era mio fratello, tutto in difesa della famiglia. Mi dispiace.. non volevo agitarlo così tanto.
    Non ora, e certo non minacciandovi. E sono venuto qui per lui, non per te, faccio ancora una fatica maledetta a starti accanto e non dire niente, non guardarti. Tant'è che di fronte la finestra aperta, io mi fermo. Non lo so, secondi, penso, che perdo così nell'osservare i modi che hai di prenderti cura di casa. I capelli raccolti che mi lasciano un sorriso di cui sento l'amaro. Gli occhi fissi laddove c'è bisogno di riorganizzare una casa, dopo il passaggio di un uragano. E' stato Josh, non devi dirlo davvero.
    Busso al vetro aperto. Due volte. "I miei.. se le ricordano ancora le tempeste di Josh..." però faccio un passo indietro, che non voglio si ripeta niente, tanto che sono pronto ad alzare le mani, anche se in una tengo un cartone piuttosto ingombrante. Li ha fatti una donna che va alle messe di Yaacov. Ha detto che non le devo nulla, ma la ripagherò comunque. "Ho.. pensato di portarvi qualcosa per il vostro Tè delle cinque" come gli inglesi, no? Sono le stesse origini incastonate nell'accento che amo da una vita. Appoggio la scatola sul davanzale. Perché devi dirmi tu se posso entrare. Mi-mi dispiace per ieri, mi dispiace che tu sia dovuto intervenire, lasciamelo dire ok? "Chrys, io.." sono mortificato.

    Ci sono cose che non so e che non sai spiegarmi. Ma dici che il silenzio a volte limita gli sbagli. Ma tanto tu lo sai che tenendomi piu stretto. Puoi riuscire a sentire le cose che non ti ho mai detto ━━━━━

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    Edited by nocturnæ - 8/4/2022, 20:03
     
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    Ma da solo hai resistito solo qualche ora. Quella di cui avevo bisogno io per tornare nella nostra stanza, lavarmi e mettermi a letto. Ed è stata una notte strana, sai? Perché seppur io abbia dormito, il mio corpo, comunque, è come se avesse continuato a cercarti imperterrito. Voleva il tuo pento contro la sua schiena, le tue mani lungo i suoi fianchi ed i tuoi baci dietro la nuca. Quelli che mi dai ogni mattina, per esempio e dei quali mi hai riempito anche oggi. Anche se dovevi startene per conto tuo, sì e questa doveva in un qualche modo assomigliare ad una punizione decente. Una di quelle cose che, di tanto in tanto, in un matrimonio possono persino succedere. Per decretare chi è ad aver ragione e chi ad aver torto, ad esempio.
    Ed io ne ho avuta molta, anche se questa mattina, nel percepirti, mi sono subito voltato in tua direzione. Ti ho cinto le braccia lungo i fianchi e poi ti ho portato sotto di me, affinché questo cazzo di corpo bisognoso potesse scalarti e chiederti di far un po' d'amore con lui. Che ci sei mancato, Josh, ci sei mancato anche quando avremmo dovuto fare quelli restii. Quelli che a determinate situazioni sanno come comportarsi.
    Ma non posso negarti l'amore, amore mio. Non posso negarti i baci, le carezze e quei risvegli che, seppur ancora odorano di Jack Daniel's, ancora sono meravigliosi. Ed è stato bello, sì, a prescindere da ogni cosa. Far l'amore è sempre bello, anche quando ad un bacio ne sussegue un altro, sino al raggiungere di un ''ci vediamo più tardi'' che, non so, ogni volta mi sconquassa qualcosa.
    Ma devo rimediare ai tuoi danni. Ai miei, forse, che ho costretto Faust a restarsene buono. Che ho messo Edric al primo posto. Davanti a te, ad esempio, anche se solo per tener Alice ancora per un po' dalla nostra parte.
    E non ho problemi, lo sai, nel rimboccarmi le maniche. Perché c'è una parte di me che queste cose le adora. Che nell'ordine finisce per ritrovare se stessa. Allora sistemo la casa con cura, spalancando ogni finestra affinché il sole possa aiutarmi con i suoi raggi e riscaldare anche la mia, di pelle, che da quando sei via è tornata gelida come al solito.
    ''Oh!''
    Sobbalzo. Un libro mi cade tra le mani, è uno di quelli sulle pozioni che mi hai regalato tu. Ovviamente è zuppo di pioggia, tanto che dubito di poter riuscire a recuperarne le pagine. Resta solo il ricordo del mio ventitreesimo compleanno questo. Un ricordo sbiadito per causa tua.
    ''Era uno stronzo anche il tuo, quindi.''
    Ma Edric non sa che questo è il modo che abbiamo per dirci quanto ci amiamo. Che essere una bestia, uno stronzo od un bastardo non significa nulla, non quando alla sola vista ti prenderei e riempirei di baci. Quando cazzo torni?
    ''Qualcosa...per il tè?''
    Alice deve avergli raccontato tutto e magari è stata proprio lei ad invitarlo, a far sì che nonostante la serataccia di ieri tornasse comunque a metter piede in questa casa. E non mi dispiace, devo dire, anche se nel vederlo sento sempre una strana sensazione pungolarmi alla gola.
    ''Grazie!''
    E sono davvero contento di ricevere doni del genere. Lui non lo sa, Joshua, ma io non sono abituato a ricevere questi pensieri. Sei tu, d'altro canto, a far le sorprese ad Alice e me.
    ''Non dovevi...cioè, insomma, non ti aspettavo dopo ieri.''
    Vorrei dirgli scusa, lo sai? Ma è un pensiero che nasce e muore in gola. Io non so scusarmi, non quando non ho fatto nulla.
    ''Vuoi...sederti in veranda? Ti raggiungo subito, tempo di attraccare con la zattera.'' C'è ancora così tanta acqua qui che penso ci sarà bisogno di cambiare almeno i divani.

    There was a time when I brought light to your eyes even the worst of days could not keep us apart and you weren't afraid to spill those evil thoughts even the ones that made you question who you ares━━━━━━━━━

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    Ci resto un po' fermo sulla tua immagine, non lo se puoi perdonarmi. Mordin non lo farebbe, sarebbe qui a strapparmi gli occhi. Mi dice nella testa che tu non sei altro che una versione più debole di lui, che uno come me andava ucciso fino in fondo. E che Josh non ha le palle perché non ha finito ciò che aveva iniziato ma... ma io penso che non sia così, che tu non sia altro che un Chrys che ha saputo gestirla la corruzione.
    Ti si è cucita addosso, e da quanto so, anche da molto prima di essere un adolescente, quindi hai avuto più tempo per tenerla con te, per impazzire e tornare. E per questo, un nodo me lo tengo ben stretto in gola, proprio dove Josh ha affondato le mani con sicurezza. Qui, lo vedi il segno violaceo? Ecco dove si ferma il respiro. Dove abbasso lo sguardo e mi chiedo se alla fine a sbagliare sia stato sempre io. Io con il mio Chrys, che non valevo abbastanza per salvarlo, ma solo per un ultimo bacio, uno che dall'inizio dovevo immaginare avrei dato. Cosa penseresti di me se sapessi che io l'ho davvero condannato? Con le tue non sono state parole scattate con rabbia come velocisti dalle labbra.
    Cazzo le tue labbra sono anche le sue, e mi perdo a guardarle mentre parli, tanto che per un secondo esito. Il sorriso - il mio - si fa più tiepido, gentile, un po' remissivo, perché sono così. Scusa. "Oh.. ehm si si, lui aveva i suoi momenti" Non voglio ricordare che si tratta del fratello che il mio cuore ha ucciso, strappandomelo via, e per cui io ho saputo perdonare ad ondate di dolore perpetuo. Perdonami allora, se quando ti fai vicino ho un po' gli occhi lucidi, se espando di poco l'aura per rendermi conto da solo che siamo.. soli. Siamo soli, Chrys? Allora mandami via, ti prego. "A-.." mi manca ancora il fiato, quando dissimulo una smorfia e guardo il libro che hai mano, così il resto delle mie parole perde mordente "Alice mi diceva che non hai mai perso le buone usanze inglesi..." ma non è più una cosa che mi interessa quando gli occhi sono fissi, cristallizzati sulla copertina di quel libro.
    Che io lo conosco bene, l'ho sfogliato per anni. Gliel'ho portato, sai? Al mio Chrys, quando nei momenti bui credeva di non essere più in grado di fare niente di buono nella vita.
    E che male fa. Un coltello in petto.
    Rido piano, solo per dissimulare il dolore, quel pungolo fastidioso che mi macchia lo sguardo, lo unge un po', ed è così che annuisco e basta, che mi sposto dandoti le spalle perché tu non lo veda, perché io possa riprendere il respiro prima che il panico del mio lutto torni così potente. La tua voce.. la sento ancora nella testa. "Coniglietto, dove sei? Mi ami ancora?" riverbera come eco in uno sguardo che non so volgere alla casa, negli occhi che chiudo nel sedermi sul dondolo in veranda. Ne avevamo uno anche noi, ovviamente. Per questo fa male ogni movimento che compio qui, perché lui è ovunque e tu non sei lui.
    La scatola è stabile sulle mie ginocchia, lo sguardo è basso ma ti giuro che mi alzo io... io ho solo avuto bisogno di sedermi un attimo. "Temo di essere un rampicante resistente" ammetto, piano. Che se sono qui è per questo.

    Ci sono cose che non so e che non sai spiegarmi. Ma dici che il silenzio a volte limita gli sbagli. Ma tanto tu lo sai che tenendomi piu stretto. Puoi riuscire a sentire le cose che non ti ho mai detto ━━━━━

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    Me ne accorgo solo quando esco in veranda e lo trovo seduto, del male che devi avergli fatto ieri. E non è qualcosa che si basa solo sulle emozioni che, forse, devono essergli sgorgate dagli occhi come un fiume in piena, ma anche sulla fisicità delle tue intenzioni, Josh. Perché il suo collo, dio, il suo collo racconta ora ciò che sei e ciò che amo nonostante quasi mi faccia tristezza vedere Edric in questo stato. A volte mi ricorda me, a volte mi ricorda te ed è davvero fastidioso il modo in cui sembra starci perfettamente in questa casa. Come se le mura lo accogliessero dentro di loro, come se questa fosse un po' sua e non solo nostra. Ma Villa Sinister è stata di tante persone per un tempo decisamente lungo. Quindi, forse, ciò che mi figuro è solo l'allucinazione di ciò che sto gonfiando nella mia testa. Magari la mia è solo una sorta di difesa: Tutto ciò che mi resta per dire che sì, sicuramente ho ancora il controllo della situazione. Lo ho quando pulisco la mano libera dal libro contro il jeans e prendo posto al suo fianco, lasciando il volume vicino ai suoi pasticcini. Si tratta di questo, no? Di solito al tè si accompagnano i biscotti e questo Alice suppongo debba averglielo detto, dato che da quando è qui ne cuciniamo continuamente.
    ''Ti dirò, non me la ricordo così bene Londra.''
    Che è vero, nonché l'unico modo che ho per non dover parlare di te. Che sì, insomma, resti sempre il mio argomento preferito, anche se adesso preferirei evitare di ricordare in sua compagnia che sì, anche tu hai i tuoi momenti del cazzo ma insomma, a me vanno strabene così.
    ''Però suppongo mi sia rimasta qualcosa da mia madre. Era una donna davvero pesante.''
    Per un momento mi chiedo se l'Erika che ha conosciuto lui è stata diversa dalla mia. Eppure non è qualcosa che pronuncio sul serio, non quando, effettivamente, della risposta finisco per disinteressarmene subito.
    ''I rampicanti sono belle piante.''
    Mi sento di doverlo correggere. Perché per quel che se ne possa pensare, dei rampicanti non va vista solo la parte invasiva, quella che sa farsi largo ovunque ci sia spazio ad accoglierli. Io dei rampicanti ci vedo la loro funzione protettiva. Quella che tiene in piedi questa casa, che la rendono bella nella sua cupa peculiarità.
    ''I rampicanti fungono un ruolo di protezione, sai? Inoltre sono meravigliosi quando si riempiono di fiori.''
    Sorrido, certamente, ma questo non mi spinge comunque ad essere rilassato come vorrei.
    ''Edric...''
    Abbasso la voce, che non vorrei Alice si svegliasse subito nel sentire il suo nome. Voglio ancora un momento per noi, un momento da grandi, ecco.
    ''Posso prendermi cura delle tue ferite?''
    Allungo una mano verso il colletto della sua maglia. Credo sia l'unico modo che ho per sdebitarmi, seppur non ne sia obbligato, ecco.
    ''Possiamo farci belli per il tè, no? Tu sei il Bianconiglio di Alice, vero? Il Leprotto Bisestile...'' Sì, Josh ha appena cambiato ruolo ed è già tanto che io non l'abbia fatto diventare la Regina di cuori. ''...è fuori, ma penso che lei sarà ugualmente felice di sorseggiare qualcosa insieme.''
    Non voglio che Alice gli veda quei segni.

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    "Ah, Erika.." me la ricordo tanto che quando me la racconti, un po' incasso la verità dritta per dritta. Che è vero, a volte era pesante, ma non dovrei dirti che è impazzita quando la corruzione ha intaccato suo figlio. E non dovrei dirti girava voce volesse che lo giustiziassimo senza neanche provarci a salvarlo. Forse per quello non le ho più parlato, ed a Villa Sinister nessuno rispondeva più al telefono.
    Neanche noi siamo mai stati a Londra, dopo. Ci eravamo ripromessi di farlo, l'inverno che è diventato palese stessimo assieme ma.. beh, non è che fosse così facile staccarci uno dall'altro, ed io volevo solo che stesse con me, il contesto non mi interessava. Quanto tempo ho perso a rincorrere la mia chimera, senza ricordare e capire - da ciò che vedo - che i Çevik sono destinati a fallire. E forse io la prendo meglio di Josh, ma siamo di mondi diversi.
    Lo sento anche quando ti avvicini tu a me, ed io tremo per un secondo, lasciando la scatola su quel mobiletto, là dove tu appoggi il libro. Cavolo.. dovevi portartelo dietro eh? Tremo.
    E si, i rampicanti non sono brutte piante. "Ed io non ho mai detto che lo fos-" puntualizzo piano, con un sorriso che si fa complice quando no, no che non dovrei. Perché più sono gentile con te e tu non sei stronzo con me, e peggio va dentro il mio petto. Dove il cuore batte male, malissimo. Te l'ho quasi sussurrato come fosse un segreto e noi due, io e te, potessimo averne. Solo che poi non finisco la frase, non finisco di immaginare un complimento, di voltarmi lento verso di te quando mi chiami per nome. Cazzo se fa male, se sto provando tutto il mio contegno ora per non inginocchiarmi e lasciarmi soffocare ai tuoi piedi, per non scendere tanto in basso da dirti una cosa che non devi proprio sapere. Che il mio segreto è proprio stretto al collo, ma per un attimo io non ci penso. Ho solo il tuo "Edric" nella testa. Dio, aiutami.
    Solo che poi tu peggiori le cose, Dio se le peggiori, ed i miei battiti vanno fuori controllo malissimo. Tanto che sento il viso scoppiare, la testa frammentarsi ed i contorni della vista farsi sfocati. Cazzo, non adesso, io non-.. non posso andare in panico solo perché vuoi curarmi la ferita e.. il Bianconiglio.
    Deglutisco, male, ma resto immobile, come se l'idea che tu possa toccarmi innescasse la memoria muscolare, quella per cui non mi sono mai sottratto. Ma poi, beh poi è l'istinto di sopravvivenza che prende il sopravvento.
    "T-tu vuoi.. i-.. Chrys.." non so cosa siano questi balbettii, questo muoversi di labbra che apro e chiudo, che finisco a sgranare gli occhi di più e sembrare esattamente quello che sono: un coniglio con la zampa incastrata in una morsa. "Fai piano, però.." che non ti so fermare, e la mia sopravvivenza era solo una mano lungo il tuo polso, che passa da una stretta un modo di farti attendere, ad una carezza. Ti prego, fai piano Ma Chère. Piano quando chiudo gli occhi se arrivi a toccarmi davvero, e fingo solo sia perché Josh mi ha fatto male, ma non è lì che soffro, non è niente quello. "Anche se non serve.." puntualizzo solo per vedere se so ancora prendere fiato. Non so dirti niente sul Bianconiglio se non un annuire lento, che si, io sono lui.. lo sono in ogni mia forma. Ma ti prego, ti prego non dire altro, non chiamarmi Coniglietto perché potrei morire e non voglio davvero spiegarti il perché di quel filo legato al collo che tiene gli anelli. "Vuoi davvero che resti? Non sono qui per riattivare gli allarmi di Joshua.." piano, dolce, sicuro, che male cazzo.

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    Non ho mai avuto paura del contatto fisico e forse questo è qualcosa che devo ad Oleander: Credo sì, che sia stato lui a mettermi il primo corpo morto tra le braccia, della carne inanimata e pesante da dover ricucire come meglio riuscivo. Perché se non potevo essere intelligente e sveglio come mia sorella Marigold, allora potevo imparare qualcosa che potesse tenermi lì con lui. Vicino, prima nel sottoscala, che col tempo è divenuto un vero e proprio laboratorio espanso per tutta la cantina, poi nella libreria, la sua amata libreria del cazzo, quella dove ora non metto piede: Perché i miei libri sono tutti qui fuori. Perché io ho bisogno di sentirne giornalmente gli odori infilando il naso tra le loro pagine.
    Per questo non mi faccio problema nell'alzarmi e fermarmi dinanzi a lui. Che balbetta, sì e a me dispiace sentirlo così. Quando mi sento male, vorrei dirgli, metto nelle orecchie la tua voce. Quella mi tranquillizza, regolarizzando i miei battiti. E di cuori che pulsano veloci, qui, forse li abbiamo tutti. Lui adesso, io, quasi sempre e tu, che dovresti, forse, tenerlo a bada più di noi altri. E storco la bocca, sì, quando nomina mia madre. Quando dimentico, per un istante, che il suo fantasma, finalmente, non alleggia più tra queste mura. Da quando ci sei tu qui è calato il silenzio ed è bello, cazzo. Villa Sinister non mi è mai piaciuta così tanto, sai? Questa è casa nostra, Josh, è la casa che abbiamo sempre meritato.
    Ma mi inginocchio, sì, lo faccio come dinanzi a me avessi Alice od un bambino qualunque e non Edric. Non un uomo che ha la voce come la tua e le mani come le mie.
    ''No...no Edric, io...''
    Alzo lo sguardo dalle sue ginocchia, lo faccio per fissarlo nei suoi, per provare, un po' come fai tu con me, a dirgli che va tutto bene. Che forse sì, non sono proprio quella persona a cui consiglierei qualcuno, ma lo giuro, insomma, giuro con tutto me stesso di voler far del mio meglio adesso. Perché lui è lo zio di Alice e, in qualsiasi modo potrebbero andare le cose, vorrei proprio che la bambina continuasse ad aver fiducia in me. Si è così, una famiglia, vero, Josh?
    ''Farò piano, te lo prometto.''
    Deglutisco spaesato, ma perché mi fa strano far delle promesse a qualcuno che non sei tu. Mi sembra come tradirti, anche se in realtà le persone per bene si comportano così, no? Lea direbbe proprio qualcosa del genere e sarebbe tanto, tanto delicata con Edric.
    ''Mettiamo su un unguento e dopo che si sarà assorbito, ti truccheremo. Sembrerà come se nulla fosse accaduto.''
    Ho ancora la mano ferma sul colletto della tua maglia. Lo sposto appena, ma solo per vedere sino a dove si estende il livido. Mi dispiace, davvero, ma è così che tu sai proteggerci. Josh, sai proprio in questo modo. La sua mano, ancora lungo il polso, è calda. Ma non riesco a capire se vuole che io mi stacchi o se sta cercando solo la forza di non sentir dolore.
    ''Joshua oggi è in punizione.''
    Ma scherzo. Tanto che nel dirlo mi si tira su un sorriso stupido, furbetto.
    ''Allora...''
    Dovrei alzarmi, sì, che piegati sulle ginocchia non si fa nulla.
    ''Hai portato i braccioli? Perché dobbiamo entrare per fare questa cosa.''

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    No, ti prego. Ti prego non inginocchiarti davanti a me, non dirmi che prometti di fare piano. Ti prego sto provando a mantenere un contegno, uno che sia degno di me. Di qualcuno che lo sa che questa non è la sua vita. Non è la mia vita, non è quella del mio Chrys, tu non sei lui... e lo sai quante volte me lo dico al giorno? Troppe. Quindi no, no no, ti prego tirati su. E resta anche fermo qui, in occhi che ti lascio contro come se all'improvviso tu fossi uno sconosciuto che mi tocca dove non deve, e devo, capisci? Io devo fare così, perché se invece sapessi quanto vorrei tutt'altro, sarebbe un danno. Rovinerei ogni cosa. Ed a quel punto me la lascerei anche staccare la testa dal collo, direttamente da Josh.
    Che ho capito come funzionate voi due, si.. tristemente lo so. Come me e Chrys. Solo che io sono te, e lui era Josh. Perché lo so che, una volta corrotto, avrebbe ucciso chiunque mi avesse anche solo sfiorato per sbaglio, figuriamoci cosa avrebbe fatto a chi l'avesse mossa con intenzione la mano verso di me.
    Ma tu fai piano davvero, quando lo prometti, anche si mi aspetto di soffocare, se non dico niente e resto qui a chiudere gli occhi un secondo per nasconderne l'umidità e resistere al tuo tocco leggere.
    Vuoi mettere un unguento, vuoi.. cazzo non respiro più! Devo andare via, devo tornare a casa, devo scappare.. e non muovo un muscolo per farlo, sono solo qui contro la mia sofferenza a tirare labbra. "Si.. si va bene" mi esce debole, rassegnato, quasi aspirato tra le labbra che tengo chiuse. Chrys te ne prego devi stare molto, molto più lontano di così, perché io sto morendo per ogni centimetro che guadagni. Ti scongiuro resta lì, fammi respirare.
    Che mi riprendo solo quando mi dici che dovremmo rientrare e mi dici che Josh è in punizione ed io sento solo che sto per lasciarti in mano un altro pezzo di cuore, ma è uno di cui non sai certo cosa fartene.
    Forse mi alzo prima io, forse in contemporanea, ma mollo subito la mano da tuo polso. Ti ho fatto ispezionare il collo ed è stato una sofferenza, con che stupido coraggio ti farò toccare altri? Cazzo, aiuto.
    Ed è solo perché un po' riempio i polmoni che tento un abbordaggio di fortuna, lasciandoti a farmi strada, anche solo per poter dire con un certo tono ironico che "Guarda che sono un bambino grande, ho imparato a nuotare" che dovrebbe essere un po' si, divertente, ma mi sento solo male nell'anima.
    Dio della Luce, dimmi che questo è solo il pegno che devo pagare per aver creduto di salvare il mio grande amore. Dimmi che se mi fai questo è perché ho una lezione da imparare, perché ho peccati da espiare o qualunque altra cosa. Dimmelo e basta, dammi anche solo un segno!!
    "Non sono così gravi, ci ha solo dato un po' dentro con il Curanderos.." che per il mio Josh era Javier, un ragazzino schivo che usciva solo se implorato. Forse qui l'ho dato per scontato. Però io resto un masochista, ed allora.. "Il.. il libro, Chrys.. era per caso un regalo?" perché so farmi così male ogni volta? Ma devo sapere...

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    Magari è un dualismo stupido il mio. Certo, dev'essere proprio così. D'altro canto fa strano pensare che in me alberghi la corruzione quando, insomma, l'educazione che mi è stata impartita verte il più delle volte alla cura dell'altro. Dei fiori, di chi sta per andarsene. In un connubio continuo in cui il fulcro è sempre quello di rimettere in piedi qualcosa. Cibarsi di energie da impiegare altrove. Un po' come con la negromanzia e l'alchimia, dove non è affatto sciocco parlare di scambio equivalente. Se vogliamo qualcosa dobbiamo darne altrettanta in cambio. Se vogliamo preservare la vita di qualcuno, dobbiamo toglierla a qualcun altro. Ed è per questo che Peter è morto, amore mio, perché se fosse rimasto in vita tu non vivresti più in questa casa. Albergheresti semplicemente nel mio cuore.
    Ma non importa, forse, delle idee che si possono avere sul mio conto. Quando nemmeno io so catalogarmi o comprendermi così come immagino abbiano fatto gli altri.
    Io sono questo, giusto? E a te va bene e quindi, magari, dovrebbe andar bene anche a me. Per questo non mi tiro indietro, non ora che mi sembra giusto prodigarmi in questo modo. Non ora che non trovo errori nel tirarmi su quando lo fa lui. Che mollo la presa quando la molla lui e quasi ridacchio, piano, quando mi dice che ormai è grande abbastanza da aver imparato a nuotare. Io non credo di saperlo fare, ad esempio: Non sono mai stato al mare d'estate.
    ''Allora forse quello piccolo sono io, adesso.''
    E glielo lascio intendere così. Anche se giuro, immagino che il mare potrebbe piacermi. Alla fine deve essere bello star a guardare il sole tuffarsi nelle sue onde. Il tramonto bagnarlo di rosso come fosse di sangue.
    Allora lo affianco. Non so, sinceramente, da dove entrare per far sì che non si bagni i piedi. Che laddove la casa ha creato i suoi dislivelli, l'acqua si è annidata creando delle piccole pozzanghere.
    Allungo solo per un istante il percorso, giusto per far il giro del giardino e far mente locale sui fiori che devo aver dimenticato di annaffiare oggi. Anche se hai fatto sì che piovesse tutta la notte, quindi, insomma, suppongo debbano star bene così.
    ''Sì, beh...''
    E Carmen è meraviglioso, immagino che non sia stata contenta nel fare ciò che ha fatto, seppur sia leale a Josh ed amabile, probabilmente, proprio per questo.
    ''Danno comunque fastidio, suppongo.''
    Ma non voglio rimarcare il concetto più di quanto serva: Russo mi ha lasciato intendere che forse dovrei provare ad essere meno pedante con i miei discorsi. Che certe dinamiche, per quanto lo voglia, non posso davvero forzarle senza incorrere in situazioni spiacevoli.
    ''Dici questo?''
    Rispondo poi, picchiettando con l'indice ed il medio lungo la copertina del libro che stavo cercando di asciugare già da prima.
    ''Questo è stato il regalo di Joshua per i miei ventitré anni. In quattro anni lo avrò letto e riletto così tante volte che forse ha senso che sia giunta la sua fine in questo triste modo.''
    Ed alludo al fatto che è così umido e stropicciato adesso, da non sembrare più nemmeno un libro ben tenuto. Magari è solo l'ombra di un passato che devo rivedere.
    ''Non credo che a Joshua faccia piacere vederlo così. Si sentirà in colpa per averlo rovinato.''
    Anche se io non te lo farei pesare, lo sai. Perché un dono resta tale anche quando si deteriora. Ed io, conservandolo comunque nella libreria, potrò sfogliarne ciò che ne resta riuscendo comunque a pensare a te.
    Ma non gli chiedo del perché di questa domanda. Non voglio arrivare al punto da esser curioso delle abilità di Mordin in quanto pozionista. Lascio queste cose come per scontate. Vado avanti anche se a fatica.
    ''Edric senti...''
    Mi fermo prima della porta sul retro, laddove con un occhio posso tranquillamente controllare a distanza se le rose stanno bene. Mi sembrano quasi più belle ora che sono bagnate da ciò che ne resta della tua pioggia.
    ''Io lo so che...che non sono piacevole, forse. Che posso metterti a disagio e mi dispiace.''
    Mi dispiace perché non ero così una volta. Alle persone, forse, piacevo davvero. Mi trovavano piacevole ed era proprio per quello, suppongo, che ogni fine settimana erano qui.
    ''Ma non lo faccio di proposito...''
    Abbasso per un istante lo sguardo. Sono così strano, Josh? Anche se a te questo piace, insomma, riesci a capire se vado bene o meno?
    ''Quindi se preferisci prendere il tè da solo con Alice io lo capisco.''
    Sorrido appena, che mi sembra di averlo notato il suo disagio. Quel modo che ha di rimaner sempre rigido, come se fatto tutto d'un pezzo solo.

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    Sono forgiato, lo sappiamo tutti, ma non così tanto. Non tanto da ignorarti quando mi parli, quando vorrei che mi raccontassi anche le cose che non ho intenzione di scoprire, pur di sentire di nuovo questa voce. Che era mia, che lo è stata per anni. Negli insulti, nei ringhi, nell'amore che di sicuro ci legava.. o almeno legava me. Abbasso il capo nel seguirti, come se non volessi vedere niente di quanto ci circonda e, Chrys, è esattamente così. E' che lo sento anche quando sorridi ed io non ti vedo, sono abituato a percepire i respiri del mio.. di Mordin, al punto che ad occhi chiusi, se mi concentravo, potevo sentire in che punto di casa si era rintanato. Ed è un dolore che non posso spiegare, quello di sapere Villa Sinister ripiegata su se stessa, morente perché io non sono stato così bravo da salvare il suo padrone. Che poi è stato anche il mio...
    Sì le bruciature danno fastidio, ma credimi, è altro che adesso mi occupa la mente, lo fa mentre cammini, quando mi impongo di non - assolutamente non - guardarti. Non osservare come la tua tenuta casalinga si posi larga sui fianchi, come tu abbia un riccio che si intreccia lento lungo la linea sottile del collo, di come il tuo profumo sia fresco, pulito, e così intenso. E' diverso da quello che conosco, ma mi fa lo stesso effetto di crampi allo stomaco. Oh, Chrys.. cazzo!
    "Nah, ho resistito a ben di peggio con quello che.. -" che mi si incastra in gola? "-.. quello che facevo per vivere" che forse tu non lo sai ancora, non sai quanto a fondo la magia oscura abbia provato a corrompermi, non sai quante volte ci sia andata vicina in ferite molto profonde. Quando mi spaccavo per contenerla e strapparla via a chi non la reggeva più e voleva tornare a camminare nella luce.
    E tu hai letto quel libro negli ultimi quattro anni. Tu l'ha sfogliato tanto quanto l'ha fatto il mio Chrys e vorrei dirtelo ma ho paura che ti faccia male ed io.. io non voglio farti del male. Trattengo solo il respiro nel tornare a guardarmi intorno come fai tu, prima di entrare, anche solo per confermare che per quanto diverso, questo posto continua a richiamarmi a casa.
    Era il compleanno in cui io e.. noi eravamo così.. io non.. dio se mi manca, lo fa così tanto che adesso sono costretto a trattenere ancora lo sguardo altrove, almeno finché non mi chiami di nuovo: ed allora come faccio a non guardarti?
    "Mh?" affanno, lento, che mi risale il petto e si incastra sotto la linea rossa che mi spezza il collo in due. "No.. no no ehi.." mi esce d'istinto una negazione diretta, anche se invece dovrei dirti che hai ragione. Che io sono a disagio. Dovrei mentire e dirti che non c'è nessuna parte di me che ti vuole vicina tanto da sentire il tuo fiato sulle labbra. Che sogno la notte una versione che non sei tu. Un'unione, la capacità che hai avuto di trattenere la corruzione senza che ti devastasse, applicata al mio Chrys. Una fusione alchemica che non esisterà mai. Un dolore, e basta.
    E invece il mio sorriso trema un po', invece la colpa me la prendo io, in pieno petto, dove è giusto che resti per sempre.
    Reprimo l'istinto di farmi avanti, di allungare una mano sul tuo braccio, perché vorrei toccarti ma poi so che non saprei fermarmi, ne morirei e basta. Perdonami. "E' solo che non voglio feriti" secco, piano, anche se io sono il primo che cammina sugli aghi. "Immagino che tu non apprezzi le similitudini con Mordin.. e non so quanto Alice ti abbia torturato con questo.." non posso davvero essere più sincero, mentre cerco i tuoi occhi, e ci muoio dentro. "Per questo non so come muovermi, stiamo.. prendendo le misure, penso, no?" Ti prego, basta.

    Ci sono cose che non so e che non sai spiegarmi. Ma dici che il silenzio a volte limita gli sbagli. Ma tanto tu lo sai che tenendomi piu stretto. Puoi riuscire a sentire le cose che non ti ho mai detto ━━━━━

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    Me la ricordo bene la prima volta che Alice mi ha visto, le sue parole ancora rimbombano chiare e limpide nella mia testa. Ma ricordo anche quella volta che ho conosciuto Edric e poi sono venuto da te a piangere le mie paure. Che suppongo di esser stato così bravo, sino ad oggi, da non voler in alcun modo tornare indietro. E l'ho fatto per Alice, suppongo, per dimostrare più a lei che a me stesso, di non essere affatto quella persona crudele che le ha ucciso suo padre. Io non saprei metterti una mano addosso che non sia per via di un tuo desiderio e questo lo sai bene. Per questo, suppongo, di me non hai paura. Perché sono innocuo. Lo sono anche se Peter l'ho fatto fuori io. Anche se la giù, nella nebbia, quei bambini li abbiamo lasciati da soli. Anche se la gente, fuori dal barber shop, è morta in grida disperate. Sono innoquo e non so perché ho questo bisogno quasi spasmodico di dimostrarlo ad Edric. Come se risiedesse in lui la verità assoluta su ogni mia mossa.
    Ed è un pensiero che mi si fissa nella testa, si annida come un rampicante, appunto. Un tumore che si espande a macchia d'olio. E lo fa quando lui nomina di nuovo Mordin e al suo nome, istintivamente, arriccio il naso.
    ''Oh ehm...''
    Questa cosa mi spiazza, perché per una volta dopo tanto mi trovo davvero a riflettere su cosa dire. Su come soppesare le parole ed altre accortezze che con te, forse, non ho mai preso davvero in considerazione. Mi perdonerai mai per questo?
    ''C'è una parte di me che è terribilmente curiosa, però...''
    Deglutisco, ma perché mi rendo conto di star dicendo già troppo. Di star qui ad aprirmi come se fosse normale farlo con Edric. Come se lo conoscessi da una vita. E magari è semplicemente a causa di quelle somiglianze innegabili che vi portate dietro, che differiscono, a volte, solo nelle sfumature dei colori che indossate.
    ''Magari, conoscendo il tuo Mordin, posso evitare di fare...di diventare come lui.''
    Che forse è vero, mi spaventa terribilmente. Mi spaventa più per Alice che per te. Perché comunque, c'è sempre quella parte di me convinta di poterti proteggere. Convinta che non ti farebbe mai del male.
    Ma scuoto la testa come per cacciar via questa immagine. E lo faccio che dando un'ultima occhiata alle rose bianche che svettano oltre il giardino. Non si vedono benissimo, ma so bene come siano lì. Lo sono da tutta una vita.
    ''Cosa facevi per vivere? Se...''
    E torno a guardarlo.
    ''Se posso chiedertelo.''


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    Perdonami, Ma Chère, se per un attimo guardo lui come facevo con te. Con la compassione di cui tanto ti sei fatto scudo per tirarmi a te come sempre. Come se in fondo per me fosse questione di rassicurazioni, e più me ne davi e più allora stavo zitto e non diventavo un tormento con i miei concetti, il nostro credo, la nostra vita. E poi il nostro matrimonio, il nostro futuro, la nostra unica possibilità di redenzione. La tua, che in quel bacio mi hai lasciato morente ai tuoi piedi ed io, Dio, io ti ho dato il mio cuore, tanto che sento che batte solo se ti rivedo. Se rivedo Chrys.
    E tu, Chrys, perdonami se a volte sembra che io ti guardi come se ti conoscessi, come se fossi già mio, un frammento di cuore che brucia di fiamme inestinguibili. Che è questo il problema, capisci? Tu non sei lui e tu adesso vorresti che te ne parlassi quanto basta a rassicurarti. Sai che potrei farlo, ma non sai quanto male faccia tutto questo, tutto il girarci attorno, mordere un osso già spezzato alla ricerca di filamenti più teneri che, beh, non esistono davvero più. Credo solo che mi sia morto il cuore a quel "il tuo Mordin" che si è incastrato nel cervello e lì ci è rimasto, insieme al tono con cui mi chiami per nome.
    Allora dimentico anche come si respira, mi tengo un sorriso che nell'essere mite si spezza un po'. Non lo so, io non so come si faccia davvero a vivere senza di lui, Chrys. Ci sto provando e magari sono più le volte che fallisco, che mi aggrappo a Dio pure di dirmi che in fondo adesso, almeno, Mordin non esiste e lui è in pace. Che era l'unica cosa possibile, anche se per la mia vigliaccheria ho perso mio fratello.
    "Io lo so già-.." forse lo dico per un attimo di scatto, forse perché mi preme troppo doverlo buttar fuori, che in fin dei conti, Mordin lo conoscevo io più di chiunque altro. "- che non sei come lui, e non c'è il rischio che lo diventi e se.. se vorrai che te ne parli, allora lo farò con tutti gli elementi del caso, ma se è solo per saperlo, beh-" mi trema la voce, ma giuro che provo di tutto per fissarmi sui fiori e non farlo apparire importante com'era invece. "- non corri alcun rischio, no" Dio come vorrei che fossi lui. Egoisticamente, si. Adesso proprio si.
    "Alice non ve lo ha detto vero?" anche cambiare discorso sembra un'impresa, e so che ci devo andare con i piedi di piombo, che quello che dico potrebbe spaventarvi o far di me un invasato.
    Mi fisso piano nei tuoi occhi, che le rose le ho vista, hanno fatto male al punto che la mano destra torna ad infilarsi in tasca, un po' nascosta da punti che sapresti riconoscere anche tu. "Io te lo dico, ma non so, potresti ridere come spaventarti e ti prego, ti prego non spaventarti ok? Non è una cosa che funziona forzatamente o altre cose da invasati.." premetto, con le mani avanti e tutto il resto, ma sempre ad un solo palmo da te. Che mi sembra di parlarti da una vita, e di non voler più smettere di farlo.Come se un giorno potessi tornare in questa casa e dirti quanto sono stanco della giornata, quanto ho paura della Purificazione di domattina, quanto ti vorrei con me. E tu sapessi cullarmi dal dolore. "Al nostro Ordine, sono un purificatore di corruzione" stringo un po' i denti nel dirlo "Che è tristemente ironico se ci pensi.." anche se ci sono cose che non sai, le so solo io, e sono veramente troppo tristi.

    Ci sono cose che non so e che non sai spiegarmi. Ma dici che il silenzio a volte limita gli sbagli. Ma tanto tu lo sai che tenendomi piu stretto. Puoi riuscire a sentire le cose che non ti ho mai detto ━━━━━

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    Mi dispiace funzionare così, comunque. Avere questo bisogno quasi atavico di comprendere ciò che mi è più distante. E somigliare a qualcuno di piacevole, un po' come sei tu, Joshua, che tra tutti i tuoi pregi trattieni anche questa. La piacevolezza, seppur sei rude e schivo a volte. Ma è tutto molto soggettivo, suppongo. Perché se a me piace averti attorno, allora suppongo debba esser così anche per gli altri. Ed io ho sempre voluto assomigliarti sin da che ero un ragazzino. Per questo forse mi mostro risoluto, trattengo una calma fittizia e mi muovo intorno alla sua figura come se potessi essere un cicerone di questa dimora.
    D'altro canto è vero: Ne conosco gli anfratti più profondi, i peggiori, quelli più invivibili, un po' come se avesse vita propria e fosse umana, viva, così come lo sono io.
    ''Ok...credo che già questo mi rincuori molto.''
    Stringo il libro al petto, che non mi importa se mi inumidisce la maglia. Mi piace tenerlo vicino al cuore, come se avesse un qualche senso, soprattutto adesso che, sfogliandolo, non posso nemmeno sentirne l'odore. Ed è bello, per un certo verso, come tu sia sempre la causa di tutto. La causa di ciò che amo e di ciò che devo lasciare andare. Che senza la tua pioggia adesso potrei rilassarmi così, ma non importa, insomma. Alla fine non so nemmeno fingermi arrabbiato con te.
    ''Un purificatore di corruzione?''
    Svoltare l'angolo ed entrare in casa mi aiuta a nascondere un sorriso che si distende furbo lungo il viso. Ti ricordi di quella volta che tua sorella ha pensato di purificarti? Quanto si può essere stolti per pensare o anche solo portare avanti un mestiere del genere. Non lo guardo, adesso, Edric, perché so che i brividi che sento non sono piacevoli. Parlano a quella parte tradita da Alice, ma che non posso rinfacciarle perché insomma, ha sicuramente avuto le sue ragioni per non raccontarci nulla di Edric. Tipo che non la siamo stati ad ascoltare.
    ''No ok, non ce ne ha parlato.''
    Scavalco qualche oggetto ancora sparso per i pavimenti: Non sono ancora riuscito a sistemare tutto, ma questo lo lascio a te per quando ritornerai, giusto perché certe pene, nel matrimonio, si affrontano in due.
    ''Quindi insomma...braccavi maghi neri e li purificavi per non farli essere più cattivi?''
    E non lo so perché mi esce con questa ironia a colorarne le parole. So solo che tu non sei una persona crudele, nemmeno ora che hai abbracciato la corruzione. Non lo sei affatto, anzi, sei un uomo leale, coraggioso, migliore di tutti gli altri maghi bianchi che possono incontrarsi in giro. Ma tua sorella non deve averne capito un cazzo, così come questo Edric, suppongo, se dalla sua parte portava avanti una crociata del genere.
    Dovrebbero esserti riconoscenti, almeno Edie, per tutto ciò che hai fatto nella speranza di aiutarla. Ma questo non te lo dico, perché sì, sarai meraviglioso, ma anche un fottuto suscettibile.
    ''Cioè, mi sembra una scelta coraggiosa, anche un po' stronza, ecco.''
    Ma lo dico perché penso che la corruzione non debba essere strappata via. Che aver venduto l'anima a qualcuno non ci rende dei mostri.
    ''Vieni...''
    Ma modello il tono, sì, quando arrivando fino ad uno dei comodini in salone, riesco ad aprirne un cassetto per afferrare l'unguento che cercavo. Che poi è lì per comodità e tu lo sai bene perché.
    ''Anche se dovremmo andar in studio, non credo tu stia comodo seduto su dei divani umidi.''

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    Ogni cosa che dici fa male, in punti che non puoi vedere, che quando sei di spalle tengo saldi gli anelli in una mano, stringendo sotto la stoffa del maglione. Cazzo, Chrys. Ti ho chiesto di andarci piano! Ma non puoi saperlo...
    Immagino che non sia poi così sensato parlare di questo con voi.. voi maghi corrotti, vero? Immagino che sia solo una parte di me che vorrebbe mi accettassi per quello che sono, perché la tua controparte non l'ha mai fatto fino in fondo. Forse a stento gli andava bene quando entrambi camminavamo nella Luce. Ora io non so dove sia, prego davvero che la sua anima sia finita dove ho pregato, che il mio canto abbia funzionato perché altrimenti io non lo so se può esistere un luogo di pace senza che lui sia con me.
    Ho a malapena capito che non devo ricercarlo prima del tempo, che se sono qui e mi muovo, e ti seguo, è perché mi è stato scritto lungo la via. Devo crederci. Devo e basta. Devo se mi fa male sentirti muovere quei giudizi che non si discostano tanto dai suoi. Ma Chère.
    "Non lo farei mai in quel modo..." forzando qualcuno, Chrys, credo tu possa capire che la corruzione non agisce così. O almeno, da me, forse qui è diverso, forse qui con la forza e l'obbligo e la tortura, le cose avvengono comunque. "Io non-.." non sono neanche stato in grado di salvare l'amore della mia vita, perché se fosse stato così semplice avrei dato anima e corpo per lui, in qualunque momento mi venisse richiesto.
    Che ti seguo, ok, ma non sono più qui mentre parlo, mentre il tono vibra piano, come se ci fosse una risata ironica incastrata da qualche parte, probabilmente molto lontano da me. E dal raggio di luce in cui mi fermo, che illumina la casa nei tratti più umidi. Dio, se mi manca anche questa, anche se i mobili in qualcosa differiscono, anche se sono solo uno sciocco come sempre. Per questo riprendo il mio coraggio, prima che scappi oltre la prima feritoia aperta che trova. "Non do la caccia a nessuno, non funziona se è imposto. La.. la Purificazione ha presa solo se è il mago che non vuole più essere cattivo" mi piego in un ammonimento gentile, uno che forse meriti, forse no. "Io aspetto solo il mio turno, e sì magari il coraggio è che rischio io in prima linea se qualcosa non va come dovrebbe, ma è parte del mio credo" che rientra in qualcosa su cui non so venire a patti. Che neanche per Chrys avrei davvero mollato tutto per scappare assieme, perché lo sapevo che l'unica sua possibilità era la redenzione più pura. Però è morto... però ora io cammino senza di lui al mio fianco, io respiro senza che mi tolga il fiato, io sorrido anche se non è presente e mi lascio.. mi lascio avvicinare solo per dirmi che se potessi allora mi fermerebbe con forza. Solo per ricordarmi che non c'è, e dirmi anche che non-
    "Posso restare in piedi.. " sussurro, piano. Mi fermo più indietro, lungo il bancone, ci passo piano una mano sola. Quanti punti dei fianchi l'hanno visto segnarsi. Non voglio vederlo il tuo studio, ti prego, prendi questa supplica e falla tua per un secondo, per favore.
    "Joshua era un legionario, era lui quello veramente forte dei due.." il migliore, lo dicevano tutti, perfino l'uomo che avrei dovuto sposare, quando crudelmente lo usava come paragone per ferirmi. "Ma da noi lo scontro era più acceso, non c'erano zone.. grigie. O bianco, o nero. O con.. o contro" e lo so che ti guardo con una dolcezza che non posso tenere per me e basta. Vorrei respirarti anche se poi sono aghi che puntellano ovunque. ".. la corruzione non era controllabile, finiva solo per distruggere anche i più-.." anche Ma Chère.. ti prego perdonami amore mio. "- i più forti"

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    Non lo so quanto voglio sapere, in realtà. Se voglio davvero un tutto, come mio solito, o mi accontento, almeno oggi, anche di una via di mezzo. Non lo so cos'è che ricerco da lui, Josh, se della comprensione perché no, Alice non dovrà mai andar via da questa casa o semplicemente una tregua. Dai miei mostri, intendo, che da quando conoscono lui ormai hanno finito per assumere le sue fattezze. Quel biondo quasi ossigenato che mi darebbe alla nausea se non mi ricordasse costantemente Caleb. Quel sorrisino debole, che mi sembra così figlio di un dolore che non so scavare, che non so fare mio. Perché non vi è in me quel tipo di comprensione adatto a frenarmi quando insomma, sarei ancora in tempo per farlo. E rimarcherei, adesso, le mie volontà affinché ogni cosa resti stabile così com'è. Come ce la siamo sudata, insomma. Che non siamo arrivati qui senza niente, per una fortuna che solitamente non ci assiste, ma perché ci siamo sforzati affinché ogni cosa fosse perfetta e potesse, a tutti e tre, fare meno male del previsto.
    Quindi sì, ovviamente resto in silenzio mentre parla, ma perché c'è comunque quella parte curiosa di me che ha bisogno di macerare ogni pensiero nella testa. Ogni singola idea, ogni barlume di speranza di sfangarla. Come se insomma, dovessi davvero scappare da qualche cosa. Come se si potesse evitare di combattere di nuovo.
    Forse parliamo di una corruzione diversa, allora.
    E magari non lo dico solo per amor di correttezza, quanto perché ho bisogno di rafforzare ancor di più la barriera che da quella sera sto innalzando tra me e Mordin. E poi lo sai, sai come la penso. Ne abbiamo parlato anche quella volta che mi hai accennato di Edie e, ridendo dal nervoso, ho ricercato in te la volontà ferrea di resistere alle sue proposte. Perché qui non si parla, credo, di accettazione nel medesimo senso in cui deve intenderlo Edric. Qui si parla solo di fortuna ed io non ti permetterei mai di rischiare in virtù di una credenza che resta solo sociale. Non siamo cattivi, Josh, e se riusciamo a convivere con la corruzione, allora va bene così, nonostante i modi in cui siamo riusciti ad abbracciarla. Nonostante gli errori, ecco.
    E non aggiungo altro adesso. Non gli chiedo se lì, Mordin, é stato corrotto a sua volta a sedici anni. Non gli chiedo perché nessuno é riuscito a purificarlo e come…se è accaduto, è morto. Forse sono cose che non mi competono direttamente. Forse saperle non mi aiuterebbe in nulla. Chissà.
    Allora svito il tappo dal tubetto, accolgo la sua volontà nel restare in piedi e mi cospargo le mani di unguento.
    Ok…comunque.
    Salgo in punta dei piedi solo per garantirmi qualche altro centimetro in più e star così più comodo.
    Hai trovato, poi, la chiesa di cui ti parlavo?
    E gli sfioro il collo, piano, come per vedere se l’unguento è troppo freddo sulla pelle o se va bene così.


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    So che l'argomento è delicato, che la paura di essere come lui ce l'hai scritta negli occhi. Perché io ti vedo. Io conosco quei dettagli che hanno fatto del mio Chrys, qualcuno da studiare. Vedo il controllo che hai, il modo in cui ti muovi, nessun tic che richiami al divorarsi vivo dall'interno. Tu non ti stai logorando. E magari questo non è un giorno dei migliori, magari è colpa mia per ieri, che ho messo troppo alla prova Joshua, magari ho sperato che fosse più simile a mio fratello. Magari sono io lo stronzo qui, ma tu ti sai regolare. Qualunque cosa ti sia successa, in qualunque modo tu l'abbia presa, il tuo non è stato un incidente. Tu sei diventato tutt'uno e probabilmente, da noi, siederesti sui troni della Setta Oscura. Ma perché qui la corruzione è diversa, e tu hai ragione. Lo vedo, posso anche sentirlo, che non ce l'hai a fior di pelle, non come Josh, ma lui è impulsivo, giusto? Lui è com'era mio fratello anni fa, prima di riordinare la testa e prendere il suo carico di responsabilità sulle spalle.
    Adesso mi risuona in testa la canzone che hanno suonato per il suo funerale, quella su cui ho camminato sostenendo la sua bara, ne potrei riprodurre i tasti sul vostro pianoforte e la loro successione, anche se non so suonare. Pensa - quasi sorrido, amaramente - Chrys la suonava quando venivano a cena da noi, quando in qualche modo c'era anche Josh in casa. E lo sai? Lo sai che non era male quando cantava? Magari non il più intonato, ma ti giuro che lo avrei ascoltato per ore. E l'ho fatto, e rimpiango ogni giorno di non averne avute abbastanza.
    Per questo mi trovi distratto, che ripenso a lui mentre ti muovi tu con il suo corpo, con questi occhi che sono fari che non sto a guardare così a lungo. Che chiudo gli occhi ed il corpo si irrigidisce appena l'unguento mi tocca, appena sento quanto è freddo. E' istinto, io "Sc-scusa.." so che devo stare fermo, e so anche che mi hai fatto una domanda, ma sto andando a fuoco in un secondo. Sento solo il dolore di qualcosa che non sono le bruciature di Josh, no, scava dall'interno, mi bagna gli occhi.
    E poi la tua pelle, le tue dita, la mia risponde come se fosse tua. Come se ci fosse lui al tuo posto, Ma Chère che non è mai stato delicato fino in fondo, le sue erano maschere per chiedere il permesso: come se poi sapesse farlo. Non ha mai imparato neanche con me come guida, perché sono stato troppo permissivo, e nel sentirti così vicino, oggi, io muoio. Oggi ho le labbra che tremano, che stringo in quei respiri che mi forzo ad aspirare come se mi costassero una vita intera. E lo fanno, fanno veramente così male adesso. La Chiesa? Si... Scusa, è che vorrei solo che fossi lui, che potessi toccarmi così, e guardo in alto perché a volte io sono solo uno stupido ragazzino emotivo, non quel Cantamorte valoroso di cui qualcuno canta. Io, in fondo, non sono altro che un vedovo prima del matrimonio. "S-si.. io ti ringrazio per la dritta.. è stato molto-" illuminante? D'aiuto? Inutile adesso se non so guardarti perché potrei morirti tra le mani e tu non capiresti il motivo ed io, oh io non sarei tanto meschino da dirtelo. Aspetto, non respiro, mi blocco che per sbaglio, lo so, è solo abitudine, una mano ti finisce lungo il fianco. E ti prego, ti prego tiramela via tu. Dimmi che sbaglio. "- sono ancora lì, mi.. mi trovo bene.." devo fermare le lacrime, non è colpa tua. Non guardarmi ora...

    Ci sono cose che non so e che non sai spiegarmi. Ma dici che il silenzio a volte limita gli sbagli. Ma tanto tu lo sai che tenendomi piu stretto. Puoi riuscire a sentire le cose che non ti ho mai detto ━━━━━

    edric çevik
    white rabbit ━ mago bianco ━ purificatore ━ membro dell'alto ordine
     
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