The Hanging One

Edric/Mordin | Parigi | 7 Maggio - 00.43 | Contenuti sensibili

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    Dovevi proprio farlo così, vero? Dovevi proprio spezzare quello che restava di me? Non darmi fiato? Cazzo, ti odio. E sai anche già che non è vero. Sai che mi si è stretto il cuore quando ho ricevuto la sua lettera, quando ho letto il modo in cui come sempre io rovino ogni cosa, Che ho stretto gli occhi e pregato che fosse un falso, un'idea sbagliata un errore che non sapesse farmi battere il cuore. O deviare. Perché se la mezzanotte è già passata, è merito di Oswald. Io.. io ho dovuto fare una deviazione, una veloce, una che bastasse a rubare una penna esaurita, un foglio solo perché non ho avuto altro tempo. E scrivere poche righe per lui, perché rimanesse lontano da me, da noi. Da te. Perdonami, Chrys.
    Vuoi sapere che cosa ho scritto, prima di impormi di trovare un passaggio e smettere di rispondere a Joshua? Immagino di no. Cazzo lo stai facendo impazzire, ma so benissimo come ci si sente, perché l'hai fatto anche a me. Beh, gli ho scritto che..

    "Dimenticami"
    - Angelo

    E sai bene perché ho sovuto farlo, perché non posso far entrare qualcuno così a fondo se tu.. se tu sei qui. Se mi si stringe il cuore a lasciarlo solo adesso, a non-.. non immaginarci niente ancora vicino. Così come mi tremano le ginocchia quando fingo un passo sicuro per l'oscurità che avvolge Parigi. Era ovvio che fossi qui, lo era per me, non per Josh, lui neanche sa che ci sono. Ma non permetterò che la storia si ripeta, non con lui riverso al suolo e no, non toglierò ad Alice un altro padre. E'.. è tra me e te questa cosa, ed è con dolore che accetto di non poter avere altro, adesso. Non finché non ti vedo. E sei tu.
    E' talmente tardi che non c'è nessuno, solo noi due e qualche passante che si affretta verso casa. Cazzo, sei tu? Rialzo le spalle, ma mi fermo perché mi conosco, perché sono passati quasi due anni, ma quella maledetta notte io la ricordo bene, è incastonata nel cuore e negli occhi che si fanno lucidi nonostante la mia opposizione. Sto solo cercando di scacciare quell'immagine, nel restare fermo contro l'idea che ho di chiamarti già da ora. Invece no, quello che faccio è alzare il muso, debole, contro il vuoto che abbiamo davanti. Lo so che stiamo guardando la stessa cosa, le stesse ombre di fumo, la stessa pietà riservata perché almeno non sentissi dolore. Non per quella parte di te che non ho mai smesso di amare, quella che forse hai ucciso.. perché è così, vero? Lui mi amava ancora.. lui era innocente. Tu.. sei ancora lui? "C-chère..?" alla fine la voce mi esce, spezzata, stanca, sospesa. ".. no, no no.."

    Ci sono cose che non so e che non sai spiegarmi. Ma dici che il silenzio a volte limita gli sbagli. Ma tanto tu lo sai che tenendomi piu stretto. Puoi riuscire a sentire le cose che non ti ho mai detto ━━━━━

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    Josh è solo un volto riverso lungo i cuscini della stanza. Un petto che si abbassa e rialza sereno per via del sonno. Un sonno senza incubi, senza sogni a scomporgli il viso. Josh è solo un addio macerato nel silenzio, la bile che risale su nel petto quando Chrys si impone di restare ma non vi riesce. Quando le falene morendo sui cuscini non emettono un grido, non si contorcono. Le ali non le battono più. C'è un silenzio assordante. Un fruscio che esiste solo se lo si immagina. Ma non c'è tempo, non si resta, non si perdura. Perché Mordin non è qui che vuol stare, nemmeno quando c'è Josh con lui, nemmeno quando allungandosi potrebbe sfiorarlo di nuovo, di continuo, così come non ha mai potuto fare in vita sua.
    Ma lui è la scontentezza ed è questo, probabilmente, il motivo per il quale non sa trovare un luogo nel quale stare. Per questo vaga come un'anima in pena per tutta la notte ed il mattino seguente. Che a Parigi ci arriva sfiancandosi, che lo fa quasi in inerzia come se fosse il corpo a portarcelo, a muoversi per lui. Che da quando può dormire, da quando può sognare attraverso Chrys, allora Mordin rivive costantemente il suo ultimo giorno. La voce di Edric che non lo ha mai lasciato e che non è riuscito a trovare nemmeno in Josh o in quegli amici che a Chrys sono stati vicini. Amici che lui non ha mai avuto, non ha mai voluto.
    Ed è un continuo tormentarsi il suo. Un continuo cercare di redimersi conscio di non poterlo fare, di non essere motivato abbastanza. Ma questo perché non vi è motivazione nelle sue volontà. Non esistono: Mordin non è nulla se non quella figura che a Place de l'Hôtel-de-Ville, la sua Place de Grève, rimane immobile da ore interminabili ad osservare il municipio. In silenzio, perché comunque non ha nessuno con cui poter parlare. I pochi passanti che gli si avvicinano poi si allontanano. Non è piacevole, d'altronde, sentirlo digrignare i denti e masticare aria come se potesse nutrirsi veramente solo di quella.
    ''Coniglietto.''
    Uno sbuffo sussegue un sorriso. Un ghigno che si incastra tra le labbra storte. Sotto al cappuccio scuro, tra i capelli madidi di sudore, di umidità.
    ''Ero nudo come un cazzo di verme.''
    E volta piano lo sguardo verso dove ha sentito la voce, ma senza voltarsi, senza lasciar che il corpo possa in un qualche modo tradirlo.

    There was a time when I brought light to your eyes even the worst of days could not keep us apart and you weren't afraid to spill those evil thoughts even the ones that made you question who you ares━━━━━━━━━

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    "Coniglietto" è l'impulso a mettermi in ginocchio, scendere a terra finché il busto non tocca il suolo e, solo allora, morire. Gridare quel che resta di noi. Di me. Di una vita che mi sembra così strana che resta un'assurdità. Sei l'anacronismo del mio amore per te. Vivo, e morto insieme. Un distruttore di anime, una maledizione. Eppure cazzo se vorrei stringerti adesso. Se vorrei compiere questi dieci, quindici, passi avanti e tenermi alla tua schiena, alla concretezza di ossa da stringere, pelle da arrossare. Un profumo che non è mai il tuo, ma ci va molto più vicino adesso che prima. Vorrei, lo vorrei terribilmente. Perché lo sento come il cuore riprende a battere, il mio nemico è anche lui, che impazzisce in petto, esulta per speranze a cui non posso affidarmi.
    Facciamo l'amore a Parigi, Coniglietto?
    Non possiamo. Non posso. Non devo. Devo restare in piedi, anche se gli occhi si lasciano andare ad un velo di dolore, una tristezza che in due frasi racchiude la mia vita. Quella passata senza di te. Quella passata ad espiare colpe che tornano tra capo e collo appena parli. "Si, si lo eri" nudo, in un sussurro che è nato spezzato. Come succede a me. Come sono io, ora, immobile con le ginocchia cedevoli e lo sguardo fermo sulla piazza vuota. Non c'è un patio, non c'è un altare di morte a cui immolarti. Non c'è cappio da issarti al collo. Eppure esiste tutto, in uno sguardo che resta a disegnare i tuoi ultimi istanti.
    E tu la sai riconoscere la mia voce quando si spezza. Il mio fiato quando si interrompere, il mio dolore quando è giù troppo. Puniscimi, Chrys. E poi vattene. Fammi quel male che devi ancora farmi, e poi vai via per sempre. Ti prego. E poi - anche - resta, amami per una cazzo di volta quando io ti ho amato anche troppo.
    "Dimmi che non hai sentito dolore.." resta una preghiera, una supplica che avanzo chiudendo gli occhi all'immagine. Perché se mi forzo, e neanche così tanto, Ma Chère, sento il rumore del tuo collo che si spezza. "Ti prego" mi esce anche questo, come se potessi influenzarti a mentire, a dirmi una cosa per un'altra, un po' come hai sempre fatto. "Io-.. io ci ho provato.."

    Ci sono cose che non so e che non sai spiegarmi. Ma dici che il silenzio a volte limita gli sbagli. Ma tanto tu lo sai che tenendomi piu stretto. Puoi riuscire a sentire le cose che non ti ho mai detto ━━━━━

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    Mordin non ha uno sguardo per Edric, che sia di tenerezza o di rabbia. Mordin non ha sguardi da rivolgere altrove, se non attraverso quel velo che gli ricopre gli occhi. Che scende dritto, rigido come una ghigliottina. Non ha modi per rapportarsi con lui, né propulsioni a far di meglio. Solo tremori, un corpo che nel rifiutarlo trema, quasi in preda a delle convulsioni che lui assesta. Che mantiene stabili. Anche se il sudore è dovuto anche da quello. La lingua, che scatta ai lati della bocca, di nuovo, lo fa per non arrotolarsi irrimediabilmente in gola. Mordin non vuole morire, Mordin cerca l'eternità, eppure non è riuscito a fare a meno di portare Chrys laddove la sua vita gli è stata strappata. E poi per cosa? Per un solo caso di omicidio. Per un potere che ad altri non piaceva ma che qui qualcuno avrebbe accettato, così come hanno accettato la corruzione di Chrysanthemum e poi del suo Josh. O di quello che gli somiglia così tanto da averlo stregato.
    ''Dipende che concezione hai di dolore.''
    Modula la voce affinché assomigli alla sua. Non tanto nei toni quanto nella sofferenza con cui la carica. Per soffrire insieme seppur per finta. Per non fargli credere nemmeno per un istante che potrebbe sentirsi cedevole nei suoi confronti. Mordin non gli si avvicina. Mantiene le distanze come ha cercato di fare in tutti quei giorni in cui Edric è passato a trovare Alice. La sua piccola.
    ''Come ci proverai anche ora?''
    Ed è un'accusa, forse. Perché dal palco Chrysanthemum non lo ha visto sforzarsi. Perché anche se a lui non importava, non quando la morte ormai era giunta alle sue spalle, Mordin ha sorriso alla staticità dell' amore della sua vita.
    ''Non lo so, comunque, cos'è che si sente quando l'osso del collo si stacca di netto.''
    Un ghigno, un ringhio, quel che è.
    ''Non lo so cos'è che si prova quando si soffoca. La morte era già giunta giorni prima della tua condanna.''

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    Ho sbagliato ogni cosa. Lo so. Ogni calcolo, ogni certezza: tutte cazzate. Ho sbagliato quando ho creduto che mi amassi, che non cercassi in me solo la copia sbiadita di Joshua. Ho sbagliato quando ho creduto che avrei potuto prendermi cura io di te, farmi amare abbastanza, guadagnare un po' di quell'amore destinato comunque ad un Çevik. Ho sbagliato quando mi hai giurato che mi amavi, che le tue violenze - che adesso ho ricercato altrove - erano amore, ed io ti ho creduto. Ho sbagliato quando ho pensato che non avresti ucciso mio fratello, che non eri arrivato così al limite con la corruzione, con l'odio e la repressione. Ho sbagliato quando ho creduto che in quell'ultimo bacio mi avessi perdonato. Che ti ho procurato un Canto anche quando nessuno l'aveva voluto ma... ma credo che mi salvi solo sapere che il mio Chrys lassù mi aspetta davvero. Allora quando sarà la mia ora troverò lui, senza il male che sei stato tu per noi. Tu, che però lo incarni, che mi lasci a piedi quando muovo qualche passo.. e più ne faccio, più mi sembra che i piedi volino nell'abisso. Il ponte invisibile crollerà, me lo sento e quando lo farà io.. io non lo so se mi rialzerò.
    Ma sono passati due anni, Ma Chère, due anni orribili da cui non sono ancora uscito. E tu, tu fai male. "La-...la mia condanna" ripeto solo quello che dici, nel modo che ha di risuonarmi dentro, di farmi chiudere gli occhi, stringere i pugni, e trattenere ogni stupida lacrima. "Ti sei condannato quando l'hai ucciso, quando hai deciso che andare via da me era la scelta migliore, quando-.." e il ringhio sale, diventa aria che dilata le narici, diventano lacrime che no, non contengo ora, che sono calde per la rabbia che provo, che muovo passi avanti senza alcuna spinta. "-... quando non ti sei neanche fidato di me. Cazzo, ti amavo più della mia vita" e lo so, ora, perché questa cosa non posso farla con Josh qui. Non voglio che sappia di tutte le volte che nello sfiorarmi con Chrys ho pregato mi spogliasse, mi vedesse, ti portasse da me. Anche se è ingiusto, anche se è vigliacco, anche se non so più che cazzo provo. So che mi manchi ogni fottuto giorno e nonostante tutto, so che non è corretto che tu sia qui. Dovevi restare morto, laddove non ti ho mai voluto veder morire. Che mi cedono ancora le gambe ma le tengo in piedi a fatica. "Sta zitto"

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    ''Sai come farmi star zitto, Edric.''
    Non Coniglietto, non stupidi appellativi che non sono teneri, non lo sono mai stati. Nessuno spazio di movimento per lui, nulla che possa dargli modo di compiangersi o di gioire per qualcosa. Mordin non sa conoscerla la pietà e tantomeno sa applicarla con Edric. Con lui che è sempre stato motivo di dissidi interiori, di sofferenze ingiustificabili. Ma si muove, almeno, dal luogo in cui è fermo da ore. Così tante ore che quasi sembra strano pensarlo per nulla intorpidito. Affatto dolorante. Ma la postura comunque risente di un'abitudine che non può essere facile da estirpare. Non quando negli ultimi mesi della sua vita quella è stata la sua posa. La schiena ricurva, il collo tirato in avanti come quello di una gallina. Il respiro compresso tra i polmoni schiacciati tra le costole e lo stomaco. L'affanno.
    ''E l'amore non ti ha reso debole...''
    Accenna l'ennesimo affronto nell'allungare una mano verso il suo viso solo per premere le dita sotto al mento e tirarglielo su. Che piangere è da deboli e che se proprio deve farlo, allora che lo guardo. Che si renda davvero conto di chi ha dinanzi a sé.
    ''Amore mio?''
    Che è il modo in cui Chrysanthemum chiama Josh. Che è il modo in cui forse stava imparando a chiamare anche Edric. O almeno, aveva pensato di poter fare. Di comprendere come l'amore in realtà non fosse solo dolore, solo incomprensione e null'altro.
    ''Il mio amore, mi ha fatto uccidere.''
    Che è un ''ti amo'' velato il suo. Un non capirsi affatto, un confondersi ulteriormente perché inconsapevole di come le emozioni di Chrys si accavallino alle sue. Di come ogni cosa si influenzi ineluttabilmente.
    ''Mi hai sentito...mentre morivo?''
    Stringe la presa sul suo viso. Poggia la punta del naso contro la sua
    ''Il labbiale.''
    Ringhia
    ''Sei riuscito a leggerlo?''

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    Le mie restano imposizioni lente, che ti scivolano sulla pelle come pioggia. Una di cui non ti curi, che a te non è mai cambiato nulla. Neanche adesso.. neanche adesso sai amarmi più di quanto hai amato Josh. Sono solo io che non l'ho mai capito, né creduto. Non ho mai pensato che la tua ossessione arrivasse a tanto, che il tuo falso amore mi spezzasse così da dentro. Io sono solo un vetro rotto, non è così? Era bello tenermi come un cigno di cristallo su un mobile in salone. Mostrami, perché sono il tuo amore, quello da copertina, quello che nel baciarmi ci hai messo impegno solo finché ti è servito. Finché volevi concedere a Chrys il benestare del mio corpo. Che averlo o meno ti cambiava sempre poco o nulla. Anzi. Anzi, a te piaceva quando non volevo. Ti piace anche adesso se non voglio che mi tocchi? Se tremo di una rabbia muta nel momento in cui lo fai? Ti piace guardare il frutto del tuo dominio? Delle lacrime che ho versato su quel pavimento maledetto solo aspettando te. Che ho pregato ti perdonassero. "N-..non sono stat-.. stato io" non ti ho condannato io, Ma Chère, hai cercato la morte andando contro l'Ordine, andando contro la fiducia che speravo avessi in me, cazzo! Ma a dirlo è un filo di voce: perché forse lo merito, forse ti ho tradito io. Io che non ti ho dato via di fuga quando eri ancora riverso sul corpo mio fratello. L'altro mio faro nella notte più oscura. Mi hai portato via tutto, Chrys. Tutto.
    E sei qui, con la tua mano a sorreggermi il viso, ed allora il mio corpo si fa molle, leggero, allora tremo. Tremo al tuo cospetto, tremo nel puntare gli occhi nei tuoi, illuminati di poco da quel lampione che sfarfalla. Tremo nel vedere come siano loro, quanto cazzo mi siano mancati. Quanto male fa sapere che è ingiusto mi manchino anche adesso. Non so ammettere di essere così tenuto in piedi a fatica. Non ho messo l'oro nelle crepe, sono ancora fragili. Ti prego.. ti prego non calpestarle così.
    "Io.." sospiro, lento, che non c'è bisogno di voce quando sei così vicino. Quando li chiudo anche adesso, colpevole di tutto.La mia gola trema per quei singhiozzi che devo trattenere, perché qualcosa devo pur averla imparata in due anni, no? ".. Si" esalo in un ringhio docile. Ti ho visto, ho letto il tuo saluto e chiuso gli occhi solo quando ho sentito il gancio premersi. Si, Chrys, sono morto con te quel cazzo di giorno, se me lo stai chiedendo, si.
    Capisco ora perché Josh è morto, che se mi odiassi davvero, Ma Chère, ora affonderesti una lama nel petto. "Perché?" nel chiederlo mi avvicino di poco, tengo gli occhi ben chiusi contro un singhiozzo che si pianta in gola.

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    ''Perché non te ne lamenteresti, adesso, se ricordassi bene ogni cosa.''
    E Mordin non mantiene quella posizione. Mordin si stacca e lo fa solo per fissare i suoi occhi smeraldini in quelli azzurri di Edric. Una luce che brilla sempre, che sia perché mossa dal pianto o meno. Perché Edric è sempre stato vita. Quel bisogno viscerale di viverla a pieno che Mordin non è mai riuscito a far proprio. Non nel modo in cui conveniva ad Edric. Non nel modo in cui sarebbe stato giusto per entrambi.
    E si stacca solo per poggiargli un indice lungo la fronte. Premere, ma per gioco, anche se questo serve a mettere in chiaro un concetto di sottomissione che è sicuro che Edric non deve essere riuscito a dimenticare. Non si dimentica ciò che sono stati, Mordin lo sa bene.
    ''Mi chiedo...''
    Ed il suo diviene un sibilare serpentino. Come se la lingua l'avesse biforcuta. Come se nel parlare si fosse fatto dritto, sinuoso, pronto ad avvilupparsi lungo il corpo di Edric. Pronto a stringere, pronto a ricordargli quali sono i suoi domini.
    ''Chissà come sarebbe finita, se fossimo nati qui.''
    Una mano lungo il suo viso. Una carezza che non è gentile, ma che serve a spostar via i capelli biondi. Ciocche che, da che ne ricorda Mordin, manteneva ben curate un tempo.
    ''Non sarei stato un mostro per te. Non a priori, almeno.''
    Ed il ghigno non si nasconde, non può essere nascosto, soprattutto non quando Chrysanthemum non sembra avere il controllo sul proprio corpo. Sui propri connotati così come sui respiri.
    ''Guardami.''
    Si piega piano sulle ginocchia, quando basta a tornare muso a muso. Sorride sghembo, di nuovo, assottigliando lo sguardo.
    ''Potremmo ricominciare da capo, se tu lo volessi.''
    Ma il tono della sua voce non trasuda alcuna emozione. Non sa di nulla e magari questo Edric può leggerlo, certo. D'altro canto Mordin era il suo. Non ha nulla a che vedere con quello che è stato per Joshua. Nulla che possa davvero frapporli.

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    "Smettila! Non sei mai stato un mostro per me.." è forse la prima cosa che riesco a dirti, quando il tuo perdono so già che non lo avrò mai, quando le tue mani non saranno clementi con me. Che riconosco in questo ringhio io tuo modo di giocare. E so che neanche impegnandosi Chrys sarebbe arrivato così, ad inventare tanto, a ricordare tanto. "Ero l'unico che credeva non lo fossi, che ti dava fiducia.." come un idiota, come un innamorato solo contro il mondo. Se io avessi avuto il coraggio di credere a loro e non a te, non al mio cuore che batte così. Ora immagino solo quanto possa darti fastidio avermi qui, a rovinare i tuoi piani, la tua vita perfetta da parassita con Josh. E non so più se la mia sia rabbia o gelosia o dolore o tutto assieme, combinato male per far stridere le ossa. So che esisti ed io ti ho creduto perduto per sempre, so che sei tornato ma non ho il potere di tenerti qui. Non puoi, e non lo capisci, perché sei troppo borderline anche adesso. Perché di te è venuta la parte già condannata e credimi, se ti giuro che lo so benissimo questo. Che lo capisco, sai? Non sono più quel ragazzino, anche se lui scalpita per un bacio, per una stretta, per qualunque dannata cosa gli ricordi che non è tutto perduto per sempre. Mi si smuove in petto come un maledetto anche quando ricerco in te un profumo che non esiste. Polvere da sparo e incendi domati. Dio. Perché? Perché Signore della Luce? Perché non bastava che soffrissi così?
    E finisce che ti guardo, Ma Chère quando mi parli, quando me lo chiedi. Alzo il muso, ricerco nei tuoi occhi la mia condanna, le tue lame, la tua voce. Li tengo freddi contro ogni superficie ma, lo sai bene, non ci riesco. Sono nato per essere un libro aperto. Ma non più il tuo, amore dannato mio. E mi sei mancato ogni stupido giorno di questi due anni, fino a.. fino a qualche mese fa. "Non sei abbastanza felice con Joshua?" Te li tiro fuori come una lama che ho piantata lungo la schiena. Anche se chiudo gli occhi al passaggio della tua mano, mezzo secondo prima di riaprirli su di te. Respiro, ma non so come sia possibile che tu me lo consenta ancora. E ringhierei, tutto l'odio che mi hai fatto provare anche quando ti amavo da matti. Scuoto la testa. "Tu non hai mai voluto me.." che è una colpa che ti faccio, quando una mano adesso è mia. Che ti risale il petto, stringe la camicia. "Mai, neanche una volta.." scanso il viso dalle tue dita. Odierai questo gesto.
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    E Mordin non li accetta i rifiuti. Non vuole essere ignorato, che i riflettori si spostino altrove, che lo facciano, in questo modo, piombare nuovamente nell'oscurità. Non vuole, Mordin, che Edric gli sia così distante, così schivo, come se avesse imparato, in questi due anni, a vivere senza di lui. A tirarsi su da solo. Come se avesse dimenticato, con così tanta facilità quel potere che per anni ha fatto da collante alla loro vita.
    E lui non lo accetta, ma non c'è cosa che sappia effettivamente andargli bene. Né la sua presenza, né il suo rifiuto. Mordin vuole tutto, qualsiasi cosa sappia riempire quel vuoto che sente e che non può combattere. Vuole tutto ciò che possa farlo sentire vivo anche se vivo, come ben sa, non lo è più. E non riesce ad esserlo attraverso Chrys, seppur scopare con Josh sia stato per lui, in questi mesi, motivo di speranza. Eppure nemmeno quello ha saputo bastargli, non quando ha saputo annoiarsi subito, tanto da fuggire, appunto, laddove tutto ha avuto la sua fine nonché l'inizio.
    ''C'è qualcun altro, vero?''
    Si chiede il mostro, inasprendo i toni e contraendo il viso in una smorfia di dolore, di disprezzo. C'è qualcun altro, per forza, altrimenti Edric non sarebbe così distante. Altrimenti, il suo piccolo e dolce Coniglietto sarebbe già lì, pronto a fiondarsi tra le sue braccia.
    Per questo si tira indietro. Niente carezze, niente baci che sì, insomma, magari avrebbe persino voluto dargli.
    ''Sì, dai. Io ti conosco, Coniglietto. Non vedresti l'ora di farti spogliare, altrimenti. E baciare...''
    Un elenco puntato ma non così dettagliato come vorrebbe presentarglielo. Che è crudele, sì, ma non quanto basta per bloccare una lacrima che, calda, scivola veloce lungo il volto di Chrys. Un irrigidirsi che anticipa dei brividi. Un contorcersi quasi, che però viene subito bloccato. Non è il suo turno. Mordin non perderà terreno, non davanti il biondino. Allora svanisce, sì, ma solo per riapparire alle sue spalle. Stringerlo da lì, in un finto cullarlo che lo porta ad avere la guancia premuta contro la sua.
    ''Da quando posso finalmente dormire...''
    E lo dice modulando la voce affinché sia più calda, più rassicurante.
    ''Lo sogno sempre il nostro ultimo bacio. La tua voce.''
    Ed una mano, quella ferma lungo il fianco, si fa largo verso il petto.
    ''Chrys è andato ai pazzi per giorni, ma ti trova così carino, così maledettamente bisognoso delle sue delicatezze.''
    E gli stampa un bacio sul viso. Uno di quelli dove il naso glielo struscia contro la pelle. Dove respirarne il suo profumo è magia. Tutto ciò di cui si ha bisogno. Allora non indugia. Si preme quanto basta per averlo contro ancora una volta. Per sentirlo con una mano che tra le vesti un po' torna ad esplorarlo. Si sofferma molto sui fianchi, poi, proprio per stimolare la vergogna, finisce aperta contro le sue natiche.
    ''Ma ti perdoniamo. Siamo pronti a farlo entrambi.''
    Lì la mano si ferma quando finisce contro una tasca più rigonfia dell'altra. Lo fa perché Mordin è curioso, perché non c'è niente che crede non possa più essere suo. Ed Edric lo è, lo è più di Josh.
    Allora infila la mano nella tasca e da lì tira fuori quello che sembra essere un pezzo di carta.

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    E' ancora così, vero? Non ti piace quando mi sottraggo, quando non sono qui al tuo tocco, pronto ad un comando. Te lo ricordi com'è stato l'ultimo mese, Ma Chère? Perché io si. Io lo ricordo bene come cazzo cercavo le tue attenzioni e tu, quando me le davi, sapevi solo insistere finché non cedevo. Che non era quello che volevo, non fino in fondo. Ma io-.. io ho sbagliato a pretendere che mi amassi a modo mio, più dolce, più come quella volta al tuo compleanno, più come quei primi mesi a rincorrerci per casa tua, quando poi mi hai lasciato le chiavi tanto in fretta perché non ti andava di restare solo. Ed io che credevo fosse perché volevi me. Non lo posso commettere lo stesso errore due volte, no, neanche con le farfalle nello stomaco, con i brividi lungo la schiena. Neanche quando tu scivoli dal mio contatto per averne uno che ti lasci il dovuto vantaggio. Che stronzo sei. "No.." devo mentire, capisci? Non ti posso dire di Oswald, non ti posso dire di Yaacov, di come la tua forza sia stata sostituita. "Lascialo andare, Ma Chère..." Chrys, lui che non ha colpe se non essere in parte nei tuoi geni, nel tuo io che si avventa aggressivo con lui. Mi chiedo se sarebbero andare diversamente le cose se.. se fossi stato onesto almeno con lui e con Joshua. Forse Josh mi avrebbe impedito di avvicinarmi, ma magari.. magari ti avrei trovato prima. Ma non è un ordine il mio, una supplica che si spezza lungo il collo, lungo ciglia che si chiudono piano quando ti sento come ti muovi. Lo so che pretendi sempre un vantaggio su di me: non ti basta che il mio cuore batta ancora per ciò che sei? Che ho un sussulto quando trovi la mia schiena, tiro il collo, lascio andare un sospiro. L'aspirazione di un dolore che non ti posso spiegare. Che è già sconfitta. Perché sono troppo vulnerabile con te, perché la tua presenza non era più.. contemplata? Però lo sai, no? Che ti amo nonostante tutto, e questo è il mio problema. Lo è se poi mi lascio andare contro la tua spalla per pochi attimi, il tempo di chiudere gli occhi a mezzo bacio. "Chère.. ti prego.." lo supplico in mezzo ringhio che di aggressivo non ha niente, come se stessi combattendo con l'idea che tu possa davvero toccarmi di nuovo, far scendere la tua mano, invece che scavare così in alto. Mi chiedo se stai cercando il mio cuore solo per strapparmelo definitivamente dal petto. E' questo che vuoi fare? "Dio... " solo un fiato rotto. Che poi è mia la mano che ti sfiora il polso, quando ad ogni minimo contatto la pelle brucia, da morire, scavi solchi con una delicatezza che nessuno di noi due merita. Tu non lo meriti questo momento con me, e lo sai. Cazzo se lo sai. E sei avido e sei.. sei tu davvero.
    Però scatto, è impossibile non farlo, con l'altra mano all'indietro, che ti ho sentito sfilare via la sua lettera e non posso impedirmi di proteggerlo da te. Da me, perfino. "Non mi hai risposto.." è quasi un ansimo, un ordine trai sospiri, che io voglio sapere quanto ti sei divertito a scopare con Josh. Ed è per questo che torno rigido, con il petto che smuove l'ansia, che il tuo fiato sul collo l'ho sentito anche quando non c'eri. "Sei sempre rimasto nei miei incubi... non te ne sei mai andato" è questa l'ammissione di un amor perduto?
    Ci sono cose che non so e che non sai spiegarmi. Ma dici che il silenzio a volte limita gli sbagli. Ma tanto tu lo sai che tenendomi piu stretto. Puoi riuscire a sentire le cose che non ti ho mai detto ━━━━━

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    ''Devo lasciarlo andare, dici?''
    Ma è solo un foglio. Solo un foglio e nient'altro. Un pezzo di carta che tra le mani un po' si stropiccia. Che più glielo nascondi più glielo rendi interessante. Perché Mordin è così. Perché seppur viva in Chrys, adesso, comunque non riesce a farlo al punto da lasciar emergere quel Chrysanthemum che Edric conosce. Quello di Josh dorme, povero. Dorme e combatte. Ma non ha più la forza, nel proprio autolesionismo, a farsi forza contro di lui. D'altro canto Mordin lo tiene giù, lo schiaccia e lo fa ricordandogli quanto sia debole, in realtà, in ogni modo che ha di affrontare la vita. Che glielo ha detto, sì, mentre venivano qui, che senza di lui probabilmente Chrys non ce l'avrebbe fatta a salvare Josh. Che senza di lui a farsi forza probabilmente sarebbero morti entrambi. Uno per omicidio, uno per suicidio.
    E questo lo ha tenuto buono. Questo lo ha fatto piangere abbastanza da permettere a Mordin del tempo. Tempo che ora sfrutta per giocare perché sì, non lo fa da tanto. Perché quasi gli è mancato sfogarsi così, scoprendo poi di non sfogarsi affatto.
    ''Non serve che io lo faccia. Non è affar tuo.''
    Ma Mordin con Joshua non sa stare. Non con questo Joshua è così aggressivo, così poco razionale. Tanto che sul fronte del sesso è stato persino divertente: Chrysanthemum muore per lui. Raggiunge orgasmi che Mordin forse ha solo avuto modo di sognarsi. Ma questo non gli basta. Non gli basta più nulla.
    E lo stringe ancora mentre, in un ultimo bacio, gli apre la lettera davanti agli occhi. Lo fa incastrandoci il dito tra la piega, che gli basta tenderlo, così, per aprirla e leggerla. E lo fa. Scorre veloce le parole, se le imprime per bene sulla lingua.
    ''Chi ti aspetta, Coniglietto?''
    Un morso leggero lungo il lobo. La lettera la stropiccia tra le mani.
    ''Lo sa a chi appartieni?''
    Cerca di stropicciarla quanto possibile, perché il suo intento, nei suoi stupidi modi teatrali, è proprio quello di divorare la carta e mandarla giù.

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    "Basta, dai.. non è-..nessuno" si spezza anche questo, in un ansimo che detesto provare. Quando il mio corpo risponde al tuo, quando la mancanza si è fatta tanto pressante da rendermi indegno, vigliacco. Un debole con cui ti diverti a giocare. Che quando apri la lettera di Oswald, io non la guardo. Conosco già il suo contenuto a memoria e vorrei, vorrei pregarlo di perdonarmi se non so stare - ora - lontano dalle tue braccia, se quella mano con cui mi tieni vorrei scavasse più giù. Scendesse fino a trovare l'amore che ho sempre provato per te e, una volta per tutte, me lo strappasse via. Sono pronto a quel dolore, quindi uccidimi, dilaniami, fallo piano ma insisti fino a che non avrò più fiato.
    Il tuo, dolce, acido e corrosivo mi corre lungo il collo, sul lobo, tengo gli occhi saldamente chiusi, quasi stretti in quei ricordi che mi attivano la pelle. Si fa d'oca al tuo passaggio. Non hai smesso di farmi questo effetto, speravo solo che non esistessi per non provarlo mai più. Non con te, che sei morto e sei qui. Che ti amo e ti odio da morire, che mi spacchi il cuore in due, ricordandomi che sono solo un tuo possedimento.
    Solo questo: un giocattolo con cui non hai smesso di giocare, di cui ti annoi solo se non ti oppone almeno un po' di resiste. E' così no? Lo sai.. non te ne vergogni neanche quando mi lasci ansimare al vuoto. "Cazzo.." lo so, lo so che ti monta la rabbia se non trovi la risposta che cerchi, lo so che finirà male, che voglio sentirti ripercorrere le tue vie, ed al contempo vorrei morissi adesso.
    "Non.. ti appartengo.. più" ringhiami contro la tua rabbia, ora. Rispondi al mio gemere di dolore, al mio ansimare per qualcosa che non ho, che vorrei e che non voglio che mi tieni su due fili che non potranno mai incontrarsi. Ma, ti prego, lasciare stare quelle parole scritte veloci sul foglio. Non fargli male, non toccarle, che in parte per me sono sacre, sono quel respiro che ricominciato a prendere senza di te. Sono quelle notti passate come uno stupido a pensarci guardando il soffitto della cella. Sono quei sorrisi che inevitabilmente mi hanno spinto a baciarlo con passione, che sono più bravo in quello che in tutto il resto.
    Mi dispiace, Oswald, non è questo che meriti da uno come me, non è il modo in cui ricerco il corpo di Mordin, di Chrys, come un automatismo che mi spinge indietro, a sfidarlo a farmi dire sulla pelle quanto invece vuole che sia ancora suo. Non so perché lo faccio, Os.. forse solo il bisogno di essere punito per non aver imparato abbastanza. Vi amo entrambi.
    Ci sono cose che non so e che non sai spiegarmi. Ma dici che il silenzio a volte limita gli sbagli. Ma tanto tu lo sai che tenendomi piu stretto. Puoi riuscire a sentire le cose che non ti ho mai detto ━━━━━

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    ''Smettila, cazzo!''
    Ed è proprio in quel momento che Parigi si scurisce. Che la notte non è più notte e le stelle non sono più stelle. Non c'è più nulla, intorno a loro, se non l'oscurità e le mani di Mordin che lo cercano, che scavano lungo i fianchi nel quasi disperato bisogno di trovare qualcosa al quale aggrapparsi saldamente.
    Un altro bacio, di nuovo sulla mandibola, poi sul collo e la realtà così si crina. Tutto diviene oscuro, tutto diviene quasi irrespirabile. Come se l'aria non ci fosse, come se nessun altro, prima intorno a loro seppur in numero esiguo, potesse ora vederli, percepirli, far qualcosa per salvare Edric dal fastidio di Mordin. Che digrigna i denti, che se li sega, se li consuma.
    ''Non puoi cambiare idea così. Non puoi diventare molle proprio ora.''
    E lo accusa, sì, di non essere forte nemmeno adesso che si sta ritirando su. Di non esserlo mai stato e magari per indole, magari perché nessuno lo ha stimolato a farlo. Allora preme le ginocchia contro gli incavi delle sue. Per spingerlo ad abbassarsi, a cadere a terra pronto a genuflettersi dinanzi alla sua maestosità. Che non può essere negata. Non può essere ignorata per qualcuno che sa scrivere lettere tanto melense. La lettera allora se la infila in bocca davvero. Lo fa masticandone la carta, poi le parole. Se la sminuzza con i denti, ne fa tanti piccoli pezzi e sonoramente, la manda giù, madida di saliva.
    ''Ti lego o stai buono così?''
    Una sfida, un modo come un altro per continuare a punzecchiare sulla sua capacità di affrontarlo, di farsi valere come mai è riuscito da che lo conosce. Allora si piega sulle gambe anche lui, ma solo per mettersi dinanzi ad Edric e guardarlo sempre un po' più dall'alto.
    ''Sai che non ti farei mai del male, amore mio?''

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    "Piano, Ma Chère.." è solo un pattern che si ripete, tu che scavi i miei fianchi, che mi porti così vicino da mandarmi in panne i muscoli. Io che provo a ricordarti che non devi per forza impazzire, non devi per forza arrivare ad un limite solo per dimostrare qualcosa a me. Io non sono niente, per te, se non quel punto in comune con il passato, qualcuno più facile da affrontare.
    Oh, Chère, questo Josh non ti piace, è vero? Ti conosco, non saresti qui a violarmi così, frustrato se ti appagasse. Ma non lo fa.. perché anche tu sai che non è lui, no? Che volevi mio fratello e questo non è che una variante, una fotocopia sbiadita, colorata diversamente con molti.. molti più punti spigolosi. Credevi che Josh ti avrebbe amato, ed invece ti sei trovato me. Il suo fratellino, tra le mani. E non pensavo mi odiassi così tanto, anche quando sento che non ti fermerò dal fare ciò che senti, non lo farò perché se sono qui è giusto così. Solo tu puoi punirmi, Mordin.
    E dio solo sa quanto io lo meriti, che non posso essere felice fuori dal mio passato, non se grazie a me tu hai avuto tempo di sopravvivere, di attecchire in un nuovo Chrys e portarlo alla follia. Ti prego non fargli male, è un uomo buono, te lo giuro, lo sai.. dimmi che non gli hai davvero fatto del male.
    E ti seguo, quando sentono dove premono le ginocchia ringhio appena, che non respiro, stai rendendo impossibile sopravvivere. E non lo sai, non sai quanto ho pregato di rivederti. Ma io.. io non amavo te, io amavo Chrys, quello che per me nel suo cuore aveva ancora spazio. Per un "me" con cui condividere qualcosa. Ed io con lui dovevo sposarmi con lui dovevo restare a vita, con lui dovevo vivere il mio dannato amore. Ma tu, tu ti sei insidiato in lui e adesso lo so che ho sbagliato ad amare anche te. Quella parte che pensavo fosse solo un'esasperazione dei suoi pensieri. Cazzo, Chrys perdonami se lo sto capendo ora che non ci sei più. Perdonami se sono così debole da cadere in ginocchio, con queste lacrime che rigano il viso, che sono un nuovo funerale per un condannato che non lo meritava. Ci ho provato, te lo giuro, e spero che la tua anima si sia salvata. Anche se qui ci sei tu, Mordin, e sei solo tu. Allora forse davvero l'ho salvato, davvero il mio canto l'ha liberato.
    E resto giù anche quando ti guardo negli occhi, dio i tuoi occhi che meraviglia sono? Perché mi costringi a perderli di nuovo? Perché sei così con me, che cosa ho sbagliato con te? Speravo solo di poterti amare. "Ti fideresti della mia risposta?" lo sibilo, tagliente quando alzo lo sguardo solo per incontrarti davvero, con le mani strette alle ginocchia, a stringe un tessuto già logoro. "Ah si?" davvero non mi faresti del male? "Dimostralo" ringhio, di nuovo, come se la cassa toracica potesse aprirsi. Come se fossi la pallida imitazione di Joshua. Scusami, fratello.
    Ci sono cose che non so e che non sai spiegarmi. Ma dici che il silenzio a volte limita gli sbagli. Ma tanto tu lo sai che tenendomi piu stretto. Puoi riuscire a sentire le cose che non ti ho mai detto ━━━━━

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