Cinque Minuti

remì sinister-çevik . mago nero | theuth . 17

Non sei a tuo agio in Obitorio. Non quanto Alice, che a volte affianca Chrys in quello che gli serve. Certo, quando eri più piccolo lo facevi anche tu, ma dopo hai iniziato a sviluppare un senso di nausea alla vista di un cadavere. Nulla che ti fermi, che quando a papà serve lo aiuti volentieri nonostante tutto. Magari non metti mano sui corpi, ma gli passi quello che gli serve, lo aiuti con i fiori, le decorazioni, a volte ad assistere i clienti in prima persona. In fondo, è la Sinister & Son, no? Sei tu il "son". Oltre Alice, ovvio. E poi, beh, ti piace stargli vicino, ti si darebbe del "mammone" se questa cosa arrivasse fino ad Ilvermorny. Per fortuna è circoscritta a casa tua. Beh, ora si che puoi chiamarla casa, finalmente, dopo anni hai reso cenere quel pensiero che ti spaventava: l'idea che potessero portarti indietro perché non adatto alla loro vita. Villa Sinister è il tuo posticino felice ormai.
Tuttavia sono giorni irrequieti i tuoi, si avvicina l'ultimo anno e questo ti fa vivere con il fiato sospeso, ti chiede decisioni che non sai prendere, pensieri che non riesci a formulare nitidamente. Si magari hai trovato il tuo posto, tra queste mura bellissime e confortanti, ma nel mondo? Nel mondo che ruolo hai tu? E non è troppo presto per chiedertelo? Forse si, ma tu sei un ragazzino scaltro, a te non piace non avere un piano e ragioni sui concetti fino allo sfinimento. A volte finendo in loop che non hanno né capo né coda, e vengono spezzati con una pizza alle verdure. Altre invece ti portano a comprendere verità più profonde. Ad ogni modo, sei stato chiamato a scegliere se parlare di quest'ultimo tuo tormento con Josh o con Chrys. Tu li ami, Remì, sono i tuoi papà e lo sai quanto ti amano a loro volta, però sai anche bene come a volte uno sia più tollerante dell'altro o ti comprenda meglio. Hai sempre avuto questa strana connessione con Chrys, il primo a cui hai parlato nella testa. Tanto che si, seppur ora ti apri di più al mondo, non dismetti del tutto la lingua dei segni, che ti spinge i muscoli in automatico e la usi anche quando apri un colloquium con Chrys. Lo fai perché non si spaventi, anche se non sei delicato, il tuo passo si è fatto pesante con l'adolescenza. ** Padre?
Cerchi la sua attenzione, lo fai anche bussando sulla porta aperta. Si rifiniscono dettagli meno macabri, oggi, più organizzativi. Per questo hai preso coraggio, anche se magari finirai a darti dello stupido comunque vada. **Posso disturbarti? , difficilmente ti dirà di no, ma nel dubbio chiedi. Che sei educato, colto, a volte anche troppo informale. Un vizio che prendi dai libri che leggi. **Cinque minuti

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Ti piace andare a trovarlo. Chrys nel suo antro, il suo elemento. E capisci, l'hai sempre capito, cosa ci trovi Joshua quando - piano piano - ti si accosta, ed allora in due osservate il Tanatoesteta a lavoro. E lui è magnifico, tu lo sai, hai il cuore che si agita, fiero, nel dirti che quello, proprio lui che ricuce una persona facendola tornare una perfetta statua in ceramica, è tuo padre. E no, rispetto a Josh, non ti sei mai sentito in soggezione con Chrys, ed è poi per questo che lo scegli nelle questioni più delicate. Non ha gli scatti dell'altro papà, ti ascolta, ha sempre una parola buona - quando c'è - che ti faccia sentire meno fuori posto. Anzi, tu con lui sei a casa. Tu l'hai scelto.
E quando sei dentro, l'oppressione allo sterno si frammenta. Si placa, si stringe, non ha pace e non te ne lascia. Hai il fiato corto ma ti forzi a stare calmo, tranquillo, che un po' il timore di sembrare uno sciocco, ce l'hai. Soprattutto ora che manca poco alla fine degli studi, che resti il migliore della classe e senti che non basta. Niente ti basta, non sai come dirlo.
Ma lui ti prende in giro, ti chiama "Figlio" e tu sbuffi spostando un ciuffo con quel soffio d'aria. Non ti fai dire due volte dove sederti, che già la mano si accoccola dolce al bracciolo, e tu con lei ti lasci scivolare sulla poltrona. Gli occhi scuri addolciti da quell'affetto che resta il tuo primo amore. Ti ricorda sempre, nonostante siano passati molti anni, la prima volta che ti ha visto. Ne avete passati di momenti "no", eppure mai una volta hai pensato ti odiasse davvero.
"R-resta tra noi lo stesso, vero..?"glielo chiedi anche se non dubiti mai della sua sicurezza, del modo che ha di mantenere i segreti.
Ti si allarga mezzo sorriso, un po' triste, ma spingi lo sguardo oltre la copertina del libro di anatomia. Lo conosci. "E' quello con le illustrazioni di Henry Carter?" stai deviando dalla retta via, Remì. Magari ti serve un po' di coraggio...

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Ami Chrys. Lo fai da quando hai capito che lui ti era dentro, con una mano sempre al cuore. Ci hai messo un po' a sbloccarti con lui, dopo il primo giorno a casa da Las Palmas. Perché a lui ti sei aperto, prima seguendolo come un cagnolino abbracciato alle caviglie, poi trovando i tuoi spazi, lasciandogli indizi trai libri sparsi ancora per casa. Un vizio che hai ripreso da quando sei tornato. Che domani vai via per gli ultimi mesi di corsi al Circolo, ma poi tornerai a casa per sempre. E allora la libreria si spargerà di nuovo per gli angoli più remoti di Villa Sinister. Tornerai a respirare.
Ma ti ricordi di papà, che ti faceva salire sulle ginocchia, e mentre altri bambini si facevano raccontare le storie della buonanotte, tu studiavi anatomia, botanica, tutto quello che piaceva a lui e per cui percepivi un fascino smisurato. Ti sei sempre sentito diverso, ma non ti sei mai vergognato di nulla. Piuttosto prendevi le critiche crudeli a testa alta, muso duro e con la sicurezza che per Chrys, e Josh, ed Alice, tu andavi bene così.
E vai bene ora, che papà fa il ragazzino - in fondo lo era anche quando ti ha adottato - e ti si incastra nella poltrona. Non sei sicuro se siano poltrone troppo ampie o voi due troppo magri, ma ci state, incollati e ci state. E tu, spontaneo, per un secondo incastro il viso sul suo petto, dove il tatuaggio svetta fiero. Non ne hai nessuno, hai paura degli aghi, ma ti piacciono tanto i suoi e quelli di Joshua. Ti piacciono perché non si spostano, al massimo possono sbiadire, ma non cambieranno mai la loro posizione.
Infatti, ti sei distratto. In un sobbalzo in gola di quel respiro trattenuto, ti sei distratto. E' questa la spinta di coraggio che ti serviva. "Papà io.. non so cosa fare" ti esce piano, perché più parli e più il nodo sale, più gli occhi scuri si fanno umidi. "Tu hai il tuo lavoro... papà ha il suo.. Alice è nel suo mondo con la musica ma.. ma io?" sposti il muso verso Chrys, lo guardi come se dalle sue parole dipendesse un mondo, ed odi caricarlo di tanta aspettativa, quando poi sai benissimo essere razionale. Oggi però il futuro ti spaventa. Ti spaventa finire un percorso e non sapere quale sia il passo dopo. "Io.. " la verità è che odi non parlargli per mesi di cose importanti perché non hai avuto gran tempo in due anni, ed ora sono tutte accumulate lì, con te. "Io posso restare un po' a casa?" ti manderebbe via a diciotto anni?

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Ne hai visto un paio che da Las Palmas sono andati via così, facendo le valigie per aver raggiunto l'età legale dell'arrangiarsi. Ovviamente non sono più tornati, chi poteva davvero aver voglia di metterci piede di nuovo? Solo Oswald e Leroy, ma quella è un'altra storia, fortuitamente intrecciata alla tua. Che te lo sei detto, nelle notti più brutte, che era stato il destino - in cui credi sempre troppo poco - a condurre Chrys e Josh da te. Ma forse perché il richiamo che senti verso tuo padre, parte dalle viscere, un amore intenso che ti fa burrascoso e potente, che ti tiene accoccolato come fossi Judas. Quel vecchio gatto ne ha di corse da insegnarti.
Tuttavia ti calmi, lo fai quando le sue mani ti tengono stretti i ricci. Quando l'amore che prova per te lo tramanda in carezze e labbra chiuse lungo le tempie. Sicuramente sa che hai preso il vizio di rubargli lo shampoo. Che ti fidi solo di quello che usa lui per curarti i ricci; in fondo, ti sembra davvero di essere figlio suo quando lo affianchi allo specchio.
Hai i colori di Josh, tranne per gli occhi, quelli sono così diversi che ti identificano. Hai la fisionomia di Chrys, e quando - ancora oggi - qualcuno vi conferma le somiglianze, finisci per sorridere e tirare fuori il petto.
Ancora dieci centimetri, comunque, e supererai in altezza entrambi. Quanto sei loro, Remì.
Ti ci senti se ti culla, ti stringe, ti rassicura senza soffocarti. Sei così abituato adesso a sentirti amato, che questa è la forza trainante delle tue imprese. Tu che sai di poter tornare in un punto sicuro, uno da cui ti sta dicendo che non devi per forza andare via. "E-.." inspiri, ti si frammenta il fiato, chiudi gli occhi ai suoi baci. C'e da sapere, di te, che sono in pochi quelli che possono toccarti così, in genere il contatto altrui non lo sopporti.. ma papà può tutto. ".. e se avessi bisogno di tanto tempo per capirlo?" stai chiedendo se sarebbe deluso da te, vero? Se Chrys potrebbe vederti come un peso più che come un aiuto, o un alleato, o qualcuno da far vivere sempre con lui. D'altronde, hai solo diciassette anni. E cavolo se questo ti fa respirare, come dire che non hai d'affrettar tempi tu, puoi prendertela comoda, non c'è la ressa per farti uscire a calci dalla porta.
E' che, quando ti chiama "amore mio" hai un sussulto. Ti si bagnano gli occhi, pianino, e li sbatti più volte per ritrovarti. Finisci a decidere che sia meglio chiuderli, crogiolarti in questo amore che da piccolo non credevi di meritare: ora non vuoi perderlo. Ti dice che sei lento, in tutte le cose, anche nel parlare, figuriamoci a decidere del tuo futuro. "A me piace quello che fai tu.. magari non tutto, non la parte a mano viva nei cadaveri ma, ma tutto il resto." Ti esce dal cuore, profondo. "Mi piace stare a casa, aiutarti in serra.. non lo faccio per forza, io... io credo di volerlo fare perché mi va" parli a ruota libera, dolcissimo mentre ricacci le lacrime indietro. Sai solo questo.
"E mi piacciono i ragazzi" ecco questo ti esce più come uno strappo "A-anche da disegnare.. " di totale imbarazzo, che stringi gli occhi più forte.

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Ti piace il modo in cui papà ti parla del tuo posto con lui, di come ti vede già al suo fianco. Che tu avevi paura di dirlo a voce alta, fosse mai che credessi di averti indirizzato lui con la forza. Perché questo non è stato. E glielo vuoi chiedere, magari lo farai, come è stato vivere con un padre come Oleander. Il cui nome vedi in giro ogni tanto, ma non chiedi, in fondo nella fortuna hai la sventura di nessun nonno in vita.
Dici però spesso che non ti servono, non hai bisogno di altro amore oltre quello che ricevi anche solo poggiando i piedi per casa. E quanto ti piace girare incamera a piedi nudi. Ti senti così nel tuo, in Villa Sinister che forse non è sbagliato volerci vivere per sempre. Certo non ti manca convivere con i momenti d'amore di Josh e Chrys, che l'anti-rumore lo hai di default in camera, ma si, anche quello va bene no? Significa che si amano ancora tanto. Che non divorziano, non devi andartene da li, non finirai in fondo alla lista delle priorità per un cuore spezzato. Certo che di tempeste ne hanno passate parecchie quei due, ma guardali ora: ancora insieme. Chrys che ti coccola e non ti fai mai dubitare che tu sia suo figli. Come lo è Alice. "Ti ricordi il libro delle creature?" come può dimenticarlo, glielo rubi dalla libreria ogni volta che torni al Circolo, per poi riportarlo puntualmente al tuo rientro. Con i tuoi appunti, sempre ricchi e sempre diversi.
"Ho pensato che potrei scriverne uno.. aggiornato. Con te.. qualche nota da Sinister &... Son" e se quel "figlio" fossi sempre stato tu? In fondo l'insegna non è cambiata quando c'era solo Alice, è rimasta lì, quasi ad aspettare te.
Gli parli ancora stretto a lui quando la cosa un po', per un secondo, sembra soffocarti. Quando di getto vomiti una verità di cui non hai parlato a nessuno prima. Beh magari nel 2029 non serve fare chissà quali dichiarazioni, è normale no? Però l'hai detto, e per un attimo hai anche tremato. I ragazzi, si.
"Si, credo.." ci rifletti, se sia una bella cosa o meno, non l'hai pensata in quei termini, quasi mai.
Riapri gli occhi, ti lasci andare alla voce morbida di Chrys, ti scosti solo per accomodarti meglio, ti piace che ti accarezzi piano, che ti culli ancora come non ha mai fatto nessuno quando eri più piccolo. "Si chiama Victor.." lo dici con la testa appoggiata sulla sua spalla, dondolando lento. ".. me lo ha fatto capire lui, credo" un po' ti manca, ma non tanto.

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Non sei mai sbagliato, per Chrys. Non pensi neanche di esserlo per Joshua, anche se ogni tanto con te è più severo. A volte credi semplicemente che non sappia come prenderti, che non sappia come funzioni tu. Sebbene abbia sposato una variante di quello che serbi nel cuore. Che uno dei tuoi papà è come te, moltissimo. E tu a lui ti stringi, con il cuore che batte male, un po' a salti, un po' per le ansie di non averlo un posto in cui vivere. Uno che ti accolga, tutte cancellate con una passata di spugna.
Oh, Remì.. i traumi che hai ti vengono curati piano piano, ma tu sei così aperto per loro che permetteresti a Chrys anche di operarti a cuore aperto. Ora che ti fidi a tal punto, tanto che lo sai ti può perdonare se qualcosa la ometti. Se, ad esempio, di Victor non gli hai parlato fino ad adesso.
Che a parlare ancora non sei abituato. Lo fai, certo, la società te lo chiede e tu ti senti abbastanza parte di essa per assecondarla, ma come ti aggrappi ancora i tuoi segni, lo sai solo tu. Tu e chi ti vive ogni giorno.
"Victor è.. carino" forse la prima cosa che ti viene in mente di dire. Non gli dici che è rude, che quando scherza su di te poi è il primo a cercare un punto in cui imboscarvi per quei baci. Che tu non ci dai magari tanta importanza, forse lui di più: magari non sei pronto. Magari non vuoi adesso pensare anche a questo, che ti hanno cresciuto con giudizio - anche se non ne sono convinti, e Chrys meno di tutti - lo hanno fatto. O forse la verità sotto tutto questo, è che Victor non è quello a cui pensi quando torni a dormire e sei così tormentato che non sai come dirlo.
Hai la testa che pesa un po'sulla spalla di papà, ma sai che non te la farà togliere da lì. Che per quanto tu sia affettuoso, sei grande, e raramente ti accoccoli così, lo fai solo quando qualcosa ti preoccupa davvero. Ti rimesta lo stomaco. "Non mi piaceva l'idea di baciare qualcuno prima.. ma lui ha qualcosa, capisci no?" Si che lo capisce, ne sei sicuro, anche se né tu né Vic vi guardate come si guardano i tuoi padri.
"Non lo so se sono una brava persona, io..." lo ammetti, piano, sottovoce. "Lui mi cerca, ma io.. io no. Mi piace vederlo, ma non è che se non lo vedessi ne sentirei la mancanza.. forse, forse sbaglio qualcosa?" E lo domandi solo a lui.