Sorry, dad.

remì sinister-çevik . muto | mago? . 10

Non piangere Remì. Va tutto bene, capita anche ai bambini migliori.. e poi sei qui da poco, appena qualche settimana. Non ti sei ancora abituato, anche se forse è una parola grossa, non hai mai tempo per farlo. Per prenderti i tuoi spazi e riempirli piano piano, e dar loro un senso, come camera tua. Che “tua” non la senti ancora, che sgattaioli come un cane vicino ad Alice perché non ti piace dormire solo. Almeno, non ti piace adesso. Quando eri a Las Palmas te la sognavi questa calma. La calma di una casa che scricchiola, che sembra sempre respirare anche quando tu hai paura di farlo a volume troppo alto. Una casa vecchia, antica, meravigliosamente tetra.
Casa tua. Più o meno, quando finalmente te la sentirai più cucita addosso. Non quanto invece lo scricchiolare del letto alimenta le tue piccole ansie. Magari però se smetti di far rumore, nessuno si accorge delle lenzuola bagnate.
Oh, Remì. Lo so che l’hai pensato, so cosa ti si è mosso in quella testolina quando hai fatto del tuo letto un mucchio di cotone più grande di te da coprirti il muso. Villa Sinister ti fa un po’ paura, ed è normale. E’ stato solo un brutto sogno, hai sentito la Signorina Tab urlare lungo tutti i corridoi e, quando ti sei svegliato, hai avuto anche l’apprensione di aver schiacciato la falena.
Che è Chrys.. te l’ha detto che se qualcosa non va e tu la tocchi, lui arriva. Te l’ha detto, e gli credi, e ti ha fatto sentire al sicuro. Però non vuoi che ti segua adesso che sei un piccolo trapezista silenzioso lungo il corridoio stretto.
Nonostante fatichi a prendere radici - sei diffidente ma non perché loro non ti piacciano, no tu nel tuo cuoricino gli stai già dando un posto immenso! - ti ricordi dove sono i punti chiave. Bagno, cucina, salone, ci hai lasciato i libri le tue briciole di pane. Ci metti poco ad infilare il mucchietto nella vasca e aprire l’acqua. Prendi il sapone e neanche ti accorgi che, strofinando, gli occhi ti si riempiono di lacrime. Le mani tremano, si arrossano per quanto sfreghi. La Tab ti ha spiegato che chi rompe, aggiusta, chi sporca, pulisce e chi non sa tenersi come si deve con gli adottanti, torna in Messico.
Non vuoi tornare in quel posto orribile, non vuoi, non vuoi e ti aggrappi al sapone, ed allora è con un cipiglio più disperato ancora che sfreghi e stringi i denti.

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Fai delle strane smorfie quando insisti. Sembra quasi che ringhi. Sembri quasi figlio naturale di Joshua. Quando prendi quel lembo di tessuto e ci carichi sopra ogni tua vergogna, anche solo il sentore di poter non essere più voluto. Di sicuro hai la sua stessa testardaggine, stanotte. Però sai anche - e te ne convinci - che finché non ti scoprono andrà tutto bene. Un piano alla volta, un punto dello schema. Le tue amate liste, quelle che stili nella testa per darti tranquillità, stanno urlando adesso. Hai provato a farne una quando hai messo piede giù dal letto, ma tutto quello che sei riuscito a fare è stato pensare secondo dopo secondo. Sperare solo di essere silenzioso. Si, peccato che sia così solo per te, piccolino, perché invece in casa qualcuno ti sente.
Questa casa - imparerai - sarà la tua miglior alleata, sarà il tuo rifugio, tu vi camminerai attraverso come un suo stesso elemento, padroneggiandone le stranezze, trasformandole in un vanto. Tu che, con Alice, sarai l'eredità di Chrysanthemum sai, per forza, che farai della villa il tuo scudo, la tua più grande arma. Ma stanotte non sei pronto. Stanotte non va così bene, non quando tiri su col naso e insisti, e forse al sapone si mescolano le lacrime, ed alle lacrime i ringhietti frustrati. Non vuoi essere debole ai loro occhi, non vuoi che pensino che ci sia qualcosa che non va in te, ed è tanto radicata da rispedirti via.
E' un'angoscia che ti fa sobbalzare nel momento in cui ti accorgi che Chrys è con te. Che ti ha affiancato mentre insistevi fino a scorticarti un polpastrello, o due.
Ti parla e non sobbalzi neanche, per un momento non ti volti. Abbassi il musino alla vasca, alle lenzuola che già profumano di buono ora.
Stringi le mani e le tue dita tremano un pochino, per quanto sei stanco.
Scuoti la testa, con forza. Non ti serve una mano, cioè ti serve ma non vuoi che debba sistemare i tuoi casini, in realtà neanche volevi che ti scoprisse, ma è casa sua, dovevi aspettartelo. Lo guardi. Nei tuoi occhi c'è una tristezza così pura da far male. Perché provi, digrignando i denti a spezzare il sapone, e neanche ci riesci, ti scivola in fondo alla vasca e ti salgono così altre lacrime nel vederlo affondare.
Respiri male, molto male in questo momento, che ti sembra quasi di sentire Miss Tab dirti che stai sbagliando tutto, come sempre. Ma lei non c'è.

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Guardi il sapone scivolare giù, lasciare giusto una piccola onda. Allora fermi le mani, fai eco a Chrys, ti blocchi lì. Triste, deluso perché neanche quello ti riesce stasera. E, purtroppo, tu sei come molti di noi, Remì: più stai bene e più ti convinci che non sia reale, che durerà poco. Che prima o poi la tua mossa falsa la farai. E sei stato cauto questo mese, settimane in cui ti sei fatto vedere pochino, sempre dietro Chrys dove hai potuto. Una sera, solo una, sei riuscito ad infilarti tra i tuoi nuovi papà, accoccolato a Joshua. Ricordi che gli hai dormito tra le scapole, che hai preso sonno perché ti accarezzava un braccio. Le coccole, non ci sei mai stato abituato.
Forse te le faceva Rosemary quando ancora pensava che con lei avresti parlato. La prima settimana si.
Ma Villa Sinister ha cancellato tutto, perché ci vuoi vivere dentro. Vuoi farlo tanto che non sei arrabbiato con lei. No, tu le vuoi bene. Ti fa paura, questo è certo, ma lo fa per proteggerti. O questo ti dici quando ne sfiori la carta da parati scura, o i mobili con vecchie fotografie. Anche se le tue preferite sono quelle del matrimonio; ti mettono sicurezza, ti ricordano che questi due sono una coppia solida, non litigano mai con l'intendo di lasciarsi.
E pensi si, a tutto questo, quando Chrys solleva il malloppo insieme e lo infila in lavatrice. Con lo sguardo lo segui in silenzio, tanto che neanche protesti - troppo - quando poi finisci sollevato anche tu, e dritto inzuppato in vasca. Magari è vero che non sei riuscito a lavare i tuoi danni, ma almeno sarai più pulito tu.
E pensi che te lo meriti, quando poi però Chrys ci si infila e ti scappa si tra i lacrimoni anche mezzo sorriso per quel pazzo di tuo padre. Lo vedi già così, ma non lo diciamo a nessuno per ora, è presto, sarà un segreto.
Ti circonda con quelle gambe lunghe che ti hanno catturato fin da subito e tu, sciocchino, ti ci rannicchi vicino, finisci per non volergli far vedere il musino quando piangi. Tieni per te i sospironi, e nel farlo poi gli spingi la schiena in petto. Ti chiudi un pochino ma solo perché per un momento pensi di potere.
Ed è lo sconforto, Remì, di quando ti rendi conto che non ti porta via, non ti manda lontano perché sei così incapace. Ti tiene lì, e tu neanche sai quando Chrysanthemum sia un esperto in rattoppare strappi, mettere pezze, ricucire ciò che sembra rischiare di rompersi. Perfino quello che già si è rotto, lui lo rimette in piedi. E tu allora ti stringi, ti li prendi un braccio in ostaggio, te lo porti come se volessi abbracciarti solo quello. Allora ti lasci andare, piangi per stanchezza, piangi perché le tue paure scivolano via dagli occhi scuri.

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Ti piace che ti si faccia vicino. Anche se in principio ti immobilizzi, è solo perché non sei abituato. Nessuno ti ha mai trattato così bene, nessuno ha toccato il tuo cuoricino e poi ti ha sollevato come se ne valessi la pena. Lui lo fa. Chrys lo sta facendo proprio adesso. Già che ti da spazio per piangere senza vergognartene è.. liberatorio.
E tu piangi davvero tanto adesso, e penso si veda la differenza da prima. Non sono lacrime di depressione, di tristezza, sono solo la stanchezza di settimane troppo intense, troppo incerte, in cui ancora la paura di un abbandono morde le caviglie. Allora annuisci quando Chrys capisce, quando sa a cosa ti stavi riferendo. Annuisci dolcissimo e veloce, che ancora dai fiato ai polmoni così, che ti sembra un pianto che sblocca qualcosa in petto.
Oh lo fa, Remì. Lo fa tanto, che nel prendere un respiro poi ti senti in cima ad un monte altissimo. Ti senti pronto, pronto a fidarti di come questo ti consoli, di come il tuo nuovo papà sia premuroso, gentile, ti dica quello che ti immagini si debba dire. E ti piace, Remì. Chrys ti piace così tanto che senti bene come il tuo cuore batte d'amore. Che lo fa anche un po' per Joshua, è vero, ma Chrys è diverso. Con lui hai una connessione, è lui il primo che cerchi e che cercherai quando avrai bisogno.
Ti piace che ti lasci un braccio come tela, che tu ci possa scrivere sopra. Anche se per ora non sono lettere sensate, ma solo scarabocchi che ti diverti a rincorrere striscioline di sapone. Ti distrai così. E respiri, finalmente un po' respiri.
Gli premi piano un "Ok, per favore" sul braccio, ma prima picchietti perché ci presti attenzione. Perché parli da vero ometto anche quando vorresti solo pregarlo di mantenere la promessa, e che il vostro è un "Segreto" che indichi con più forza.
Ti piacerebbe che ti raccontasse cosa è successo a lui, così sicuramente ti sentiresti meno solo, meno sciocco ad essertela fatta addosso a letto, come un neonato. Qualcuno che non sa controllarsi bene come ormai fai da anni. E fa male soprattutto a te, che sei così convinto di saperne a volte più degli altri. E allora ti giri, scomodo, incastrato, tra le sua braccia. Ma di poco, quanto basta ad appoggiargli il musino in petto, appiccicato alla vestaglia bagnata. "Racconta.." gli scrivi sulla pelle. Lo preghi piano, cullato così.

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Quando giri piano verso Chrys, neanche ti rendi conto di aver gli occhi che si chiudono, le palpebre sospese nel vuoto. Così, a metà tra la vergogna che non smette di tormentarti, anche ora che profumi di vaniglia, e l'ansia che questi nuovi padri possano essere solo frutto della tua invenzione.
Quante volte - in fondo - hai sognato un momento così? Non esattamente con questa capacità di dettaglio, ma simile. Tanto simile da far male al cuore. Tanto simile che ti ci rifugiavi. Che ti bastava davvero un solo pensiero felice, per sopportare i compagni di stanza, le rinunce di adozione, la gente che passando veniva condotta lontano da te: come se fossi in un canile e nonostante la dolcezza negli occhi, avessi un cartello alle grate; "non avvicinarsi, va rieducato". La Tab te lo ha detto tante volte negli ultimi mesi. Ha detto che non avresti più potuto essere selezionato per altre adozioni finché non avessi iniziato a parlare. Era convinta di spronarti con le cattive, visto che con le sue "buone" non ci era riuscita. Inutile dire che non ha fatto nulla, se non alimentare il mondo dentro la tua testa, un insieme preciso di fantasie raccolte dai libri, elaborate, riscritte perché calzassero su di te. In queste fantasie, qualcuno finisce per amarti davvero come fossi un figlio. Finisce per somigliarti un po'. Finisce che ti assopisci piano. Che ti senti amato e non ne hai paura, hai solo il tremendo sentore che non finirà bene. Ma non vuoi che ti blocchi ora che sei in pace, che hai smesso di piangere.
E vorresti promettergli che lo stai ascoltando, ti sforzi tanto di riuscirci che all'inizio muovi ancora le dita contro il suo braccio, come dirgli di continuare.
Papà parla con i defunti, Remi.
Papà aveva un'amica.
L'amica di Papà è morta, ma gli parlava...
Papà sa fare proprio tante cose. È questo il mondo degli adulti? O solo quello dei maghi? Tu gli appartieni? Ti spaventa sapere che vede i morti e ci dialoga? No. Non ora, non ora che senti battere il suo cuore dove poggi il viso. Spingi il muso sulla pelle umida. Ti accoccoli perché il tuo corpo è un forno e tu hai caldo e freddo assieme, ma ci resti vicino perché ti rilassa da morire. Questo Chrysanthemum è così bravo a parlare, a raccontare, che quando ti addormenti lo fai sorridendo perché ti parla di Joshua e un po' speri dica la verità, e non sia solo un modo per farti sentire meno solo. Ma lo pensi in un respiro che va calmandosi tanto da svanire. Tanto che le dita si sciolgono sul braccio del tuo nuovo padre, e tu lasci che accada. È tuo papà, no? Lasci che i sogni si confondano con la realtà, che stanotte sia più gentile con te. Russi, piano, lo fai quando sei così stanco da non rendertene conto.
Quanto ti piace il suo profumo.

joshua çevik . mago nero | faust

Credo che Remì ti ami già. Lo vedo dal modo in cui ti guarda quando entri in una stanza. Non lo fa, a volte neanche sposta il muso dal libro che legge. Ma tende le orecchie, il suo corpo si muove, sposta appena di millimetri una spalla. E sono sicuro che se gli mettessi una mano sul cuore, lo sentiresti sobbalzare.
Ha ancora paura di noi, in parte, anche se è più coraggioso di quanto credessi, ma non avventato come Alice. Lei è un fottuto uragano e, a dirla tutta, mi sento un cazzo di padre modello per averle dato un altro appiglio per restare con noi. Lo so che sta passando un periodo di merda, per questo apro piano - giusto un centimetro insignificante - la porta della sua stanza, mentre vengo da voi. So dov'è che si rintana, so che a volte finge di dormire ma scrive ai suoi amici. So che si sta costruendo una vita qui, e so che questo.. ti rende completo.
Ed io voglio darti tutto, fottuto amore mio, tutto. Perché poi.. quando il lenzuolo resta vuoto accanto a me, so che è anche ciò che voglio io. Il motivo per cui il mio cuore del cazzo batte ancor, forsennato alla ricerca di caviglie da stringere, spalle da contenere, il tuo collo da mordere. Ma anche il mio Remì. Quello che per qualche ragione ha mosso la tua falena. Nancy resta sulla mia spalla, ma credo sia addormentata.. e per questo credo lo sia anche tu.
Mi sarebbe piaciuto sentirti biascicare le ultime svogliate verità, che lasci andare quando sei così stanco, così privo di difese. Ma ho una cazzo di vita per farlo no? E per goderne. Per essere, almeno un po', felice.
Spengo la sigaretta sul posacenere del lavello. Per primo tiro fuori lui, lo solevo a peso morto tra le braccia. Gli avvolgo intorno un asciugamano, e ripeto i passi che conducono alla sua stanza. Lo appoggio piano al centro del letto, che sollevare te è tutt'altra storia. Non voglio svegliarti, Chrys, non voglio che si perda il mondo in cui sei sprofondato. Voglio solo darvi tutto quello di cui avete bisogno.
Per questo, piegato sulle ginocchia, raccolgo anche te, avvolgo anche te. E non andiamo nella nostra stanza, mentre Villa Sinister veglia su di noi. No.. andiamo da lui, da Remì. Starà in mezzo a noi, abbracciato a te, e a me, che finisco per stare dalla parte opposta, con la schiena alla porta. Io vi proteggo, è la cosa che so fare meglio, quando mi riesce fino in fondo. Io vi amo.