A present

chrysanthemum sinister . mago nero | atropo

Devo ancora abituarmi ad Alice, Josh. E giuro che questa non è un'ammissione di colpa né un vano tentativo di giustificarmi in quanto padre peggiore dell'anno ma...sì, devo ancora abituarmi a nostra figlia, purtroppo. E sai, è una cosa che mi fa stranissimo: Perché con Remì non ho problemi del genere, ma con Alice sono sempre un po' così. Sempre un po' in bilico tra ciò che credo di star facendo nel migliore dei modi e la convinzione di non essere abbastanza. A volte credo sia a causa della somiglianza che ha con te, anche se da quando è qui ha iniziato a far suoi un po' dei miei dettagli. E non dico di star male con te, dico di dovermi abituare ancora. Di essere ancora fermo al quel punto in cui mi so sentire solo troppo fortunato nel svegliarmi al tuo fianco. Tu che scegli me, che ami me, che hai sposato me, insomma...cazzo.
Ma questa mattina non è stata una mattinata terribile: So che avrai da ridire su tutte le spese che abbiamo fatto ma, insomma, magari ti ricrederai domani quando scarteremo insieme l'intimo che tua figlia ha scelto per me.
Non me l'ha fatto nemmeno vedere, pensa, ma credo ci conoscono così bene da aver scelto proprio ciò che potrebbe mandarti ai pazzi.
E questa cosa, ti dirò, mi ha fatto sorridere un sacco. Certo, non le ho specificato nulla perché credo sia ancora piccola - anche se ho l'impressione che già sia accaduto qualcosa tra lei ed Efrem - ma l'ho ringraziata con quel solito sorrisino del cazzo che a te piace tanto.
Non vede l'ora di andare in Toscana, Alice e ti giuro, giuro di non veder l'ora anche io.
Alla fine questo tipo di shopping terapeutico è stato un sacco utile: Ho provato come sempre a scucire qualche informazione da Alice, quelle cose da padri che poi avrei sicuramente riportato a te, ma non mi ha detto nulla di che. Resta criptica, un po' come lo eri tu da ragazzino. Posso solo immagine come con questo caratterino sappia far impazzire Efrem. Tu le batteresti il cinque, lo so, mentre a me, come ben sai, quel ragazzino fa un po' pena.
Devi aver smosso tu qualcosa quando mi hai permesso di adottare Remì.
La colpa Josh, anche per le cose più belle, resta sempre e solo tua.
Che bastardo.
Credo sia colpa tua persino dell'ennesimo randagio che ritrovo dinanzi alle barriere quando spingo Alice dentro e le dico di salire in camera sua.
Non lo so perché tendo ad attribuirti tante colpe, ma credo mi piaccia star lì a dirti cosa e come farlo, solo per poi sentirmi controbattere nel modo in cui sai farlo tu. Mi piace aizzare battaglie senza saper mai come vincere le guerre. Sei la mia guerra personale tu.
Ci guardiamo, Josh.
Dico che ci guardiamo io e questo ragazzino, che poi non chiamerei nemmeno tale, insomma. Credo abbia la mia età. Ma il fatto è che anche noi siamo ancora ragazzini Josh. Forse ragazzini che crescono troppo in fretta. Che giocano a tutti i costi a far i grandi ed è per questo, credo, che ogni tanto mi ritrovo un po' destabilizzato. Giusto perché vorrei correre al tuo stesso passo. A volte mi piacerebbe persino superarti Josh.
E io a questo estraneo sorrido. Lui mi sorride di rimando. Ma non lo invito ad entrare: C'è qualcosa che di questa situazione già mi stona e forse è proprio il non averti ancora sentito a riguardo.
Perché non mi hai chiamato, Amore?
Per questo lo supero e mi avvio in casa anche io.
Lui in tutta risposta non si muove. Non ha nemmeno parlato. Nessun ciao pronunciato chiaramente, tanto che non vorrei fosse qualcuno simile a Remì o almeno...un Remì adulto.
Ho un po' in brividi a pensarci.
Ma è qualcosa che cerco di mitigare quando inizio a cercarti per i corridoi di casa nostra. Che sì, non ci sarà stato alcun colloquium, nessuna chiamata, ma io so che sei qui.
"Cos'è, è arrivato in anticipo il mio regalo di compleanno e gli hai chiesto di aspettare fuori fino a domani?"
Mi piace alleggerire le cose. Triggerarti la gelosia e farti risvegliare l'ossessione. Dimmi chi cazzo è quel tipo.

chrysanthemum sinister . mago nero | atropo

Stai bevendo di nuovo e va bene sì, anche se in realtà non va bene niente. Va bene se bevi solo per rinfrescarti le labbra, per far sì che il profumo che indossi vada a mischiarsi leggermente con quello dell'alcol, ma come lo stai facendo adesso, insomma, lo sai che non mi piace. Non mi sta bene neanche quando finisco per non dirti nulla. Che mi lascio avvicinare per un fianco e baciare il collo. Gli occhi non li chiudo però, non adesso che fisso l'estraneo. Che guardo il modo in cui ci giochi e lui, di rimando gioca con te senza far nulla. Senza muovere un muscolo. Non sa nemmeno sobbalzare per lo spavento.
"Credo di essere io il tuo."
Puntualizzo però, questa volta affinando meglio lo sguardo sul moretto. Un po' in segno di sfida, non lo so. Un po' perché mi da fastidio sentirti dire una cosa del genere. Non mi piace nemmeno quando lo dici con questo tono qui, che serve più ad indagare che a confermare qualcosa. Non mi piace il senso che sa suonarmi in testa. Ringhio io questa volta, tanto so che ti piace. Ti piace sopratutto dopo aver bevuto.
"Credevo fosse venuta a salutarti. L'ho mandata in camera sua a sistemare i vestiti."
Baciami ancora, che ho bisogno di smetterla di fissare il mio sguardo in quello del tizio. Soprattutto quando mi rendo conto che quello che lui sta fissando sei tuoi. Avete gli stessi occhi magnetici del cazzo.
"Mh." Mi viene facile mugugnare così. Riflettere in quelli che sembrano suoni tuoi. Non sono mai stato un cane, Josh, quel compito purtroppo è tuo. Lo è da sempre a dir la verità.
"Quindi cos'è che dice il tuo pupillo?"
E marco l'accento su "tuo".
"Oltre al fatto che casa nostra sembra la fine di un buco nero di viaggiatori, s'intende."
Allungo un braccio verso il tuo fianco. La mano scende giù a giocare con il bordo dei pantaloni. Infilo giusto indice e medio attraverso l'elastico. Ti accarezzo una natica, tanto non può vederlo.
"Non lo portiamo in Toscana, vero?"

chrysanthemum sinister . mago nero | atropo

"Quindi sarò un maestro?" Lo dico spingendo più dita lungo la pelle. Lo dico massaggiando ogni punto su cui passo, anche se le dita non si muovono benissimo nei jeans ed io devo essere lì a far pressione, a scavare letteralmente.
"Sexy."
Ridacchio cristallino, nel modo frivolo che so quanto possa piacerti. Ridacchio senza mostrar denti, piegando appena la testa, che adoro far la diva. Agitarmi così, farmi sentire da te e vedere da lui. Che mi piace il modo in cui ci guarda, in cui il suo sembra essere quasi uno sguardo di sfida. Uno sguardo sicuro, che se ci penso un po' di più, non so, rischio di tirar su fantasie che forse adesso non vanno benissimo. Per questo mi tengo ancorato a te, probabilmente. Perché se dovessi farmi duro alla sola idea, allora tu saprai chi sto richiamando, chi voglio sopra tutto il resto.
"Forse dovremmo farlo entrare però."
Metto da parte l'idea di farlo salire in camera da noi solo per tenerlo davanti al nostro letto. Mentre tu mi fai ciò che desideri ed io, dio, io mi faccio guardare da entrambi. Mi piacciono i suoi occhi, Josh, mi ricordano un po' i tuoi ed ora che mi racconti questo, beh, quasi mi sembra di trovarci un senso dietro. Di capire perché mi ricorda così tanto te. Quel ragazzino che sei stato un tempo e che non credo tu voglia ritornare adesso.
"Insomma, se è qui per uccidere suo padre, magari è il benvenuto."
Scherzo, ma è uno scherzare così velato che dubito si possa capire. Ma la vendetta mi piace, Josh. Mi piace se poi viene perpetrata secondo i nostri insegnamenti. Non so cos'è che mi prende, ma diciamo che l'idea di essere un insegnante mi eccita terribilmente. Vorrei davvero vedere cos'è che sa fare cos'è che sono riuscito ad insegnare. Ho bisogno di gratificarmi un po' e ci penso e ripenso anche se continuiamo a strusciarci. Anche se potremmo girare i tacchi per qualche istante e goderci una mezz'oretta solo per noi. Una mezz'oretta in cui i bambini sapranno di non dover uscire, di non doversi avvicinare all'estraneo.
"Cose...ma credo che il pezzo forte lo abbia scelto Alice."
Modulo la voce: Mi piace arrivarci lentamente alle cose. Star lì e sapere di farti soffrire ad ogni sospiro, ad ogni pausa troppo lunga che mi concedo. Mi piace farti sudare ogni cosa.
"Non so cos'è, ma mi ha consigliato di indossarlo domani in Toscana...con te."

chrysanthemum sinister . mago nero | atropo

Alla fine cerco sempre e solo questo momento di incontro. Questo punto di congiunzione perfetto che sa farmi trillare la voce nel palato. Cerco te, in ogni forma in cui sai presentarti. Sia sotto le unghie che lungo le vene. Voglio te ovunque ed in ogni singolo momento. Forse perché sono un abitudinario del cazzo, forse perché senza sicurezza non so stare e tu che sei la mia da sempre, da che hai deciso di accettarmi, devi assolutamente prendermi. Prendermi come fossi di pezza, inanimato senza il tuo fuoco e per questo bisognoso di essere riempito. So di non essere un guscio vuoto Josh, l'ho imparato troppo tardi, ma questa sensazione di impotenza, questo bisogno viscerale di tener ben basse le difese affinché tu possa farmi male in ogni punto a te conosciuto, non riesco ad abbandonarla. E voglio essere trafitto così. Appeso come un adesivo di chissà quale festa lungo le vetrate della nostra casa. Voglio essere affisso e poi abbandonato quando il momento è passato, quando la sensazione di avere le ore contate sa farsi stringente e per questo terribilmente eccitante.
Voglio essere ciò che vuoi tu. Ciò che tu ti aspetti da me, affinché l'estraneo possa guardarci e comprendere bene ciò che siamo. Abbiamo mai fatto queste cose davanti a lui, Josh? Ti ha mai raccontato qualcosa a riguardo? Voglio sperare che un'immagine del genere possa esistere nella sua memoria. E che come tu sai ravvivare me allora noi ravviviamo lui. Voglio che si senta a disagio nel guardarci e che nel farlo comunque non si sposti. Che si porti una mano sul cazzo mentre è per strada. Che si masturbi per questo. Anche se poi rido ed un sussurro mi si strozza in gola.
Rido perché "Ci sono i tuoi figli in casa."
E no, non è mai stato un problema farci sentire da loro, ma farci vedere, ecco, no so se è accettabile. Se qualcuno nel sapere di certe cose poi non si faccia venire la voglia di lamentarsi di noi. Io non accetto critiche, Josh. Non le voglio più, per questo allora premo perché le cose abbiamo un loro senso logico nella mia testa. Che siano pulite nel loro essere terribilmente sporche, meschine, subdole. Io voglio una perfezione che si confaccia ai miei gusti. Che mi calzi addosso a pennello. Come la tua pelle, i tuoi morsi che mi fanno rabbrividire. Quelle cazzo di mani che vorrei ovunque, senza sosta, senza smettere mai.
"Chiedigli di restare in camera per un po'...Sono troppo deconcentrato per aprire un colloquium."
Sibilo, ansimo, non lo so nemmeno io. Sono già fuori di me all'idea di farlo qui. Di essere quasi del tutto alla luce del sole. Di non aver paura, né vergogna. Mi sento già nudo nonostante tu non mi abbia ancora spogliato. Spogliami.
"Il mio armadio non ha quell'intimo nuovo..."

chrysanthemum sinister . mago nero | atropo

Da quando ci sei tu nella mia vita ho smesso di preoccuparmi di tante cose, ma ho iniziato a farlo con altre. Da quando ci sei tu nella mia vita mi sono sciolto un po' di più ma mi sono fatto anche più serio. Ho distrutto e ricostruito ciò che sono, ma senza viverla davvero come una violenza. No, perché quello che sto tirando su adesso, Josh, lo sto tirando su con te. E tu sei così perfetto che non possono non esserlo anche io di rimando. Vivo di questo, vivo di te. Delle tue volontà. Del modo in cui le tue mani mi modellano e lo fanno senza vergognarsi di ciò che generano. Tu non ti vergogni di me, Josh. Tu mi veneri e ora lo fai dinanzi a questo estraneo. Lo fai come forma di protesta, quasi a voler dimostrare qualcosa e a me questo sta bene, terribilmente bene. Dio Josh come voglio centrare il bersaglio, far breccia nel suo cuore. Voglio che i suoi occhi restino incollati su di noi in ogni momento di questa presa, affinché possa sentirci ansimare nella sua testa anche se siamo altrove. Più in là, dall'altra parte di un vetro che nasconde il suono ma non le immagini.
Voglio che la luce di un sole che hai nascosto tra le nubi dei tuoi temporali illumini la mia pelle nuda. Voglio dare un bello spettacolo di noi. Voglio essere la regina della scena. Affinché lui capisca com'è che funziona in questa casa e allora, prima di entrare - perché entrerà e io questo già lo so - si prepari. Che non risponderò alle sue domande, non formerò anche lui, ma questo non significa che non lo voglio qui. Che non senta il modo in cui ti cambia, ti distrae. Non lasciarti distrarre da lui, amore mio, non quando la mia pelle è qui ed io sono già nudo.
"Strappale via se tanto ti danno fastidio."
Lo dico perché voglio che tu lo faccia. Tanto domani ne comprerò un altro paio.
Lo dico perché voglio la tua violenza. Voglio sentire la pelle delle gambe arrossarsi per la presa. Voglio vedere i segni dei lacci e delle tue mani ridisegnare solchi. Voglio sentirti e dire al mondo che sono fottutamente fortunato. Il più fortunato di tutti.
"Voglio segarti a piedi nudi."
Oso, anche se so che faremo altro. Che se ti tengo per la schiena allora sono troppo vicino per far questo. Lo so che mi sbatterai al muro. Che mi scoperai contro questo vetro. Lo so e mi sta più che bene, ma non posso fare a meno di tentarti diversamente. Di elencare tutte quelle cose che farei volentieri. Voglio toccarti, Joshua. Voglio farti venire in ogni cazzo di modo. Perché sono bravo, il migliore e quel ragazzino, se proprio non può togliersi dal casto perché sei un fottuto mitomane, allora resterà qui ad imparare qualcosa.

chrysanthemum sinister . mago nero | atropo

Ti rispondo che son tuo solo così. Tra un gemito e l'altro che servono a spezzare l'aria. A confermare dettagli che non credo serva confermare, ma che a modo nostro tendiamo a ripetere più e più volte. Come se la nostra fosse una litania, un rituale che va rinnovato continuamente. E non mi importa di come certe cose in realtà non abbiano un loro senso: se noi tendiamo ad attribuirgli questo, allora io sono pronto a denudarmi. A mostrarmi per quello che sono. E voglio che lui sia qui a guardarmi ancora. Voglio che nel fissarci finisca per errore con una mano nelle sue mutande. Che si smucini un po'. Forse voglio che nel farlo guardi te. Più te che me. Perché voglio essere risvegliato, incattivito. Voglio baciarti, Josh, con la fame di chi deve ad ogni costo rimarcare il proprio posto. Voglio aver paura, anche se solo per ora, di vederti trascinar via da lui. Voglio sentirmi competitivo. Voglio schiacciarlo. E non so se questo è salutare, se va bene. So però che se mi sfiori io ansimo. Che quando mi penetri godo, vado in frenesia, non lo so nemmeno io. So solo che per un istante ho immaginato lui qui. Vorrei che mi facesse star zitto senza averne alcun diritto. Vorrei che nel farlo poi guardasse te. Vorrei vederti baciarlo e rimaner duro, durissimo.
Voglio combattere per te, Josh. Sentirmi in balia della paura. Percepirmi in pericolo, sotto attacco, indifeso. Voglio distruggerlo che nemmeno lo conosco. Farlo a pezzi, portarteli sotto al muso come un trofeo. Sono il tuo gatto. Voglio dirti che ci penserò io a te. Che ti sfamerò io. Che caccerò io al posto tuo. Voglio fargli mettere un piede in casa. Voglio che guardi da vicino. Che ci respiri addosso, che provi a sfilar una mano dalle mutande per rivolgerla a te. Voglio che ci faccia crollare il mondo a pezzi. Che ci stravolga ogni convinzione. Che ci dia fastidio.
Cristo come sono pazzo, come sono egoista. Ma tu mi fai questo, amore mio. Tu mi fai impazzire, non mi fai ragionare. Tu mi fai credere dii poter tante cose, di poter osare sino all'inverosimiglianza.
Puniscimi prima che io possa mettere in atto tutto questo.
Ma fallo dinanzi a lui.
Dagli una lezione, dagli qualcosa da sognare, da bramare.
Perché un amore come questo lui non deve averla. Con una devozione come questa lui non deve sapere cosa farci. Voglio farlo impazzire, Josh.
"Dio."
Ansimo. Struscio il muso verso le tue mani, non lo so nemmeno io.
"Cazzo - cazzo fallo entrare!"
Fagli vedere come mi fai venire subito. Come mi strappi via il fiato. Come mi spezzi.

budweiser troy . mago nero | percettore

Hai il permesso di entrare, lo hai recepito al volo, d'altro canto ti bastano ben poche mosse di Joshua per capire cos'è che vuole da te. Ti ha addestrato per questo ancor prima di capire come cederti a sua figlia. Sei stato suo prima che di Alice, anche se è stata lei a portarti da lui, a chiedergli di tirarti su così come è stata cresciuta lei. Come se potessi essere suo figlio, una parte diretta da lui.
Ma Alice ha sempre saputo cos'è che ti faceva Joshua in casa loro. Com'è che ti istruiva e poi ha chiesto a suo marito di far altrettanto. Lei ha sempre saputo tutto eppure non si è mai battuta per la tua supremazia e per quanto ti riguarda, tu non ti sei mai trovato così tanto d'accordo con una scelta altrui.
Quindi sai, adesso, com'è che devi muoverti ora che le barriere sono state tirate su. La sua voce nella sua testa la senti nitidamente, ma sei certo che non ti servirebbe affatto sentirla. Tu certe cose le percepisci perché sei stato educato a questo. A scattare quando serve ma ancor prima che ti venga richiesto. In una frazione di secondo che ti fa velocizzare i passi solo quando sei vicino alla Villa, per poi arretrarli di nuovo, quando una mano la spingi contro la porta e fai sì che questa cigoli nell'oscurità della sua dimora.
Villa Sinister profuma così come la ricordavi. Deve aver portato per anni il medesimo profumo, la medesima atmosfera cupa, desolante.

"Bentornato a casa, eh, Fri?"
Parli da solo decelerando il passo. Gustando, per quanto sia possibile, ogni antro del corridoio che poi saprà portarti nel soggiorno. Questo luogo lo hai percorso da cima a fondo per anni, eppure ogni volta che ci metti piede ti sembra di essere in un posto nuovo. Un posto mai conosciuto, ma nel quale sai muoverti egregiamente. Forse perché tua madre ti ha istruito alla caccia. Forse perché ormai ti viene facile fiutare le tracce dei Sinister.
Ma i passi li fermi del tutto quando sulla soglia del salone li scorgi. Non fai un passo in più perché comunque Joshua non ti ha detto di avvicinarti. Ti ha detto di entrare. E tu sai che l'unica cosa che resta sottintesa è che devi comunque restare a guardarli. Assecondare i loro giochi malati come se tu fossi perennemente burattino tra le loro mani. E se lo sei nel futuro allora non ti viene difficile pensare di poterti adagiare anche adesso. Ora che la loro giovinezza un po' ti colpisce, ti fa tremare sul posto.
Non dici nulla quando nel superare la soglia ti fermi, resti immobile con le mani lungo i fianchi.
E lui dice a suo marito di amarlo dinanzi a te.
E suo marito in tutta risposta ansima, geme e lo fa guardandoti. E tu non puoi far nulla, Buddy, se non essere schiavo del loro cazzo di amore. Cazzo come deve essere forte il loro legame però. Com'è invidiante.