Lower me down

Morgan/Edie | 15 Giugno | 1360 Merriam Avenue

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. hime.
        +1   -1   -1
     
    .

    Senior Member
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Zombies
    Posts
    33,368
    Reputation
    +10,975
    Location
    Chevy Impala '67

    Status
    NEW_POST



    35y.o. crains' headfamily. maine accent. parabatai. dimensional war refugee.




    Non sono mai stato io quello che doveva tornare a casa. A volte, nemmeno mi sono impegnato a farlo. A volte, ho cercato di non tornare proprio. Non era più facile, non era neanche più difficile. Era solo diverso. Il peso di scegliere volontariamente di lasciare qualcuno, non è tanto maggiore o minore di quello di sacrificare qualcos’altro dall’altra parte per decidere invece di tornare vivo. Si tratta sempre di mettere due cose sulla bilancia. Che sia non dare il tutto e per tutto per risolvere una situazione o salvare qualcuno; che sia abbandonare la nave prima che si inabissi completamente.
    Si tratta sempre di scelte.
    Facciamo un lavoro che, quando fatto bene, si riduce proprio a questo: scelte difficili. Ed è ironico, perché la libertà di scelta è la prima cosa che ci è stata tolta proprio per poterlo fare, questo lavoro.
    Lo so perché Edie dice queste cose.
    Non c’è molto altro che possa dire, in fondo.
    Lo so che le dispiace.
    Non c’è molto altro che possa dire.
    Morire diventa fare un torto a chi resta, anche se da subito era una convezione accettata che saresti morto prima o poi.
    Quando le ho detto di fare questa cosa della Dimensione Ombra, ho accettato che sarebbe potuto succedere. Esattamente come lei ha accettato che io morirò più prima che poi. Esattamente come entrambi abbiamo accettato che ci sarebbe potuto succedere qualcosa per tutto ciò che è girato intorno a me e Den in questi anni.
    Abbiamo un rapporto confidenziale con la morte.
    Io e Den ci abbiamo giocato a scacchi.
    Eppure, è paradossale che ogni volta, quando minaccia di arrivare, sembri sempre una sconosciuta.
    Ho vissuto spesso momenti del genere e nonostante questo, ciò che ho imparato non è stato riconoscerla e accoglierla quando toccava agli altri. L’unica cosa che ho imparato è stato saper distinguere le cose davvero importanti. Vomitare via il superfluo, quello è il privilegio di chi non vive in guerra; accogliere le cose più piccole e costruire una scala di priorità che sia più vera possibile.
    È partendo da qui che ho capito quali sono le cose davvero importanti per me.
    È partendo da qui che posso dire di avere una gerarchia nella testa.
    Senza stronzate buoniste, di quelle che ti fanno apparire una brava e bella persona, nonostante mi vengano a dire che “faccio l’eroe”.
    La verità è che tornerò a casa e lo farò per mio fratello.
    I bambini potrebbero sopravvivere senza di me e senza Edie, crescerebbero forse meglio senza di me, ci sono tante persone che sarebbero cose brave a sostituirmi e su questo non ho dubbi. Edie di meno, certo. E anche di mio fratello, in altri momenti della nostra vita, avrei detto la stessa cosa. Adesso no. Anche se proprio quella, se mi chiedessero cos’è che voglio di più, un unico desiderio da esprimere, sarebbe la cosa che chiederei. Che possa farcela da solo, senza di me, senza problemi, e che possa vivere una vita molto migliore.
    Per cui sì, tornerò a casa.
    Ma non lascerò le cose a metà qui.
    «Non ti lascio sola.» Il mio corpo diventa un pezzo di pietra, immobile, la testa mezza sollevata per guardarla. «Tornerò a casa, ma non ti lascio sola.» Non m’importa cosa mi costerà, ma sono queste le due cose che farò: non lasciarla sola, e poi tornare a casa.
    «E non ho nessuna intenzione di farti vivere quella cosa, se non dovesse esserci modo di aggiustarla.»

    Morgan
    Crain.
    hunter.

     
    Top
    .
6 replies since 25/6/2023, 16:40   95 views
  Share  
.
Top