delirio de grandeza

Jonah/Andre | 20 settembre | Double Deuce

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +2   -1   -1
     
    .
    Avatar

    now I am a happy song placed on the lips of a woman
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Citizens
    Posts
    2,029
    Reputation
    +2,168
    Location
    Antipodi

    Status
    NEW_POST
    HUNTER 22 y.o JONAH ACKERMAN georgia voice look aesthetic song
    27822b7f42712bd00dbb96fff3167fd7d5d186f9
    395a975895482070043bbe73bbc49621612cbcb3
    el oro pudo más que mi dolor, no tuviste compasión de mi agonía tú sabiendo que mi alma se moría
    New York è un luogo difficile. È difficile perché c'è troppo caos, ti prende alle meningi, ti strizza i pensieri fino all'emicrania. È difficile perché non è un luogo familiare, e purtroppo ciò che per te è più familiare adesso è una trappola per topi di giorno in giorno sempre più precaria. È lì che vi minaccia mentre voi continuate a fare avanti e indietro dentro e fuori da essa cercando di non destare sospetti, anche se sembra sempre più inevitabile la caduta di quella lama sui vostri colli. New York è un luogo difficile, perché alla fine sono qui tutti quelli che aspettano il ritorno di Gideon al ranch, è da qui che si organizza la 'riconquista' di Pine Mountain, è qui che il nome di Declan corre più liberamente: ci si sputa sopra con meno riverenze. Ma, paradossalmente, è ciò che fa più paura. Come se fosse ormai uno spettro. Ogni parola, ogni affermazione contro di lui, shh, non parlare, se ti sente è finita, se ci sente ci ammazza, se ti sente ti fa ammazzare come Hiram.
    New York è difficile, perché nonostante si ritrovino qui molti di quelli che rivogliono Gideon a capo di Pine Mountain, questa comunque non ha niente di familiare. Di familiare, di casa, purtroppo c'è solamente quel posto che adesso vi prende a morsi, vi mastica, dorme un sonno leggerissimo, e voi ci scivolate accanto sperando di non svegliarlo, non per masochismo ma perché non avete altro posto dove andare. Vale sempre la pena lottare per la propria casa, ti ha insegnato questo Gideon. Vale sempre la pena lottare per il proprio posto, e, per quanto se ne dica, voi Cacciatori senza una casa siete niente. Non si tratta di mura, di un tetto e di assi di legno da contare, sempre uguali. Un posto è un posto anche senza fondazioni, senza pareti. Un posto è ovunque ci si senta sicuri di voler ritornare. Che sia un ranch, che siano delle persone. E tu non hai altro, se non Gideon e il posto che lui ha voluto darti. Glielo devi anche per questo. Non hai il coraggio di deluderlo. Se fa paura allora la paura la devi rimettere tutta alla gratitudine verso gli Ackerman, a quelli che sono vivi e a quelli che sono morti per questo, per il proprio posto.
    Ma è difficile persino non pensare sempre a Declan. Ci hai pensato molto a Danielle, a quello che le hai detto, se fosse giusto farlo. Ma cazzo, pensi, aveva bisogno di sapere che un spiraglio c'era, che c'era una maledetta speranza. Bisogna tenere duro anche per questo, per riprendersi una rivincita dalle ingiustizie, o anche solo per cercare una via di fuga, non permettere che tutto vada a puttane. Non una cosa così importante.
    Ti buttano delle occhiate quando ti siedi: ti vedono troppo giovane per sederti al banco di un bar e ordinare da bere.
    Ti butti sullo sgabello tenendo, involontariamente, un palmo aperto sul petto. Che a volte, quando non te lo aspetti, la cicatrice manda delle fitte che la ripercorrono, dall'ombelico fino allo sterno, e fa più o meno male.
     
    Top
    .
  2.     +2   -1   -1
     
    .
    Avatar

    ᗷOYᔕ ᗪO ᑕ(ᕼ)ᖇY(ᔕ)
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Citizens
    Posts
    6,621
    Reputation
    +6,244
    Location
    Black Lodge

    Status
    NEW_POST
    tumblr_mt7cvfPiB21qmgkn7o2_250
    tumblr_mt7cvfPiB21qmgkn7o2_250

    Andre Félibien
    37 y.o . empatico . animagus . cacciatore
    A volte non so stare nemmeno con te, Jade.
    A volte è New York che mi respinge.
    Funziona così lungo ogni sua via.
    Altre volte, invece, mi sembra sia l'America a non volermi far da casa. A non voler essere per me nient'altro che quel territorio sconosciuto in cui mi sono convinto di poter costruire qualcosa. Una famiglia, ad esempio, perché è così che Arsene mi ha educato.
    Perché è proprio così che ho fallito.
    E allora mi sono ritrovato a vagare laddove non esistono vere e proprie lande in cui saprei posar i piedi. E poco importa che io abbia le scarpe adatte per scalarle certe vette: in nessun modo so come evitare di farli sanguinare.
    E il sangue non si arresta nemmeno quando entro al Double. Se ne resta solo in attesa, quasi levita.
    Me lo sento in gola anche quando mando giù il whisky e allora fingo che l'alcol serva ad anestetizzare il dolore. A curare le ferite. Quegli squarci interni che mi strappano la voce, che a volte non sanno farmi parlare.
    Che è forse un po' una scusa.
    Oh, Jade, lo so bene.
    Da quando l'empatia è un adolescente ingestibile io non posso che fare a meno di soffocare ogni pensiero.
    Mi premo una mano contro il muso: ne morderei il palmo per tenermi a bada.
    Per ricordarmi chi è che comanda qui tra me e me.
    Ma ciò che mi resta questa sera, così come ogni sera, è la speranza di potermi guardare intorno senza davvero riconoscere qualcuno. Non chi dovrebbe essermi di famiglia. Non chi in me potrebbe rivederci qualcosa di buono.
    Ma è proprio quando sto cercando una posizione buona che mi rialzo. Me ne rendo conto a fasi alterne solo perché è istintivo e le dita si muovono discontinue verso le labbra. Ci portano la sigaretta arrotolata ed incollata male. Che un lato della cartina è più umido del resto: non fumerò un cazzo da questa busta.
    Ma non ho manualità da che sono triste.
    Non ti ritraggo nemmeno più.
    A volte volteggio e basta.
    Lo faccio con insistenza.
    Batto i piedi a terra anche se i piedi a terra non li poggio. Non con tutta la pianta almeno. Che se li muovo male poi i calcagni mi sanguinano.
    So che non tornerò in armeria oggi. Che ho bisogno del tempo per non essere così un peso.
    Per tornare alle cose che so fare e sentirmi utile in qualcosa.
    Nell'immagine del padre che vorrei mantenere ben salda.
    Perché è da tempo ormai che non sono più solo un cacciatore. No, io sono un padre, Jade.
    Per questo fermo la camminata verso l'uscita decidendo di prendere posto vicino al ragazzo seduto al bancone.
    Che la mano che tiene ferma in petto mi sembra di percepirla contro il mio.
    Preme come a fermare i battiti del cuore.

    "Che ci fa qui Jonah Ackerman?"
    Un modo per salutarlo, che tra i cacciatori si da sempre per scontato di conoscersi tutti.

    "Anche i giovani come te vengono ad anestetizzarsi l'anima al Deuce?"
    Mi siedo al contrario: premo la schiena contro il bancone. I piedi li lascio scivolare comodi verso il corridoio. Lo guardo di lato. Sorrido, persino.
    ©
     
    Top
    .
  3.     +2   -1   -1
     
    .
    Avatar

    now I am a happy song placed on the lips of a woman
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Citizens
    Posts
    2,029
    Reputation
    +2,168
    Location
    Antipodi

    Status
    NEW_POST
    HUNTER 22 y.o JONAH ACKERMAN georgia voice look aesthetic song
    27822b7f42712bd00dbb96fff3167fd7d5d186f9
    395a975895482070043bbe73bbc49621612cbcb3
    el oro pudo más que mi dolor, no tuviste compasión de mi agonía tú sabiendo que mi alma se moría
    Fai girare, con il pollice e l'anulare sul bordo, appena il bicchiere, già a un terzo, su sé stesso. Non ti va di parlare. Alzi appena lo sguardo per seguire quelli dei pochi presenti che, dopo averti squadrato a dovere, hanno di nuovo chinato il capo sopra i propri affari. C'è anche questo di rischio sì, che ti associno a tutto quello che sta succedendo a Pine Mountain. Vi succede a tutti, ogni volta che uscite dal ranch. La gente lo sa, ma siete fortunati perché la gente non parla, o non vuole parlare: sa che ogni parola ha un peso immenso. Ogni parola, è in grado di causare una faida, di mostrare una posizione, di farne prendere una anche soltanto per puro errore. È difficile poi ricucire, mendare i torti, farsi perdonare le offese. Non si lascia correre niente tra gente come voi. Questo locale è territorio franco ma solo di fatto, solo temporaneamente. Fuori dalla soglia le cose già cambiano. Si tratta solo di saltare da un luogo franco ad un altro luogo franco. Quello che ci sta nel mezzo è una sorta di fitta foresta dove non sai se l'occhio di Declan si è già spinto. Funziona così la paranoia, quella che esce da sé stessi e diventa inquisizione, minaccia di diventarlo, al punto tale che non si sa più se è già diventata vera e propria persecuzione.
    Quando si avvicina, ti si siede accanto, per un attimo pensi proprio a questo, al fatto che voglia sapere quasi, perché sei ancora un Ackerman, se ti si possa ancora chiamare tale.
    Indugi con lo sguardo ancora qualche istante sul bicchiere fino a che non scivola lento, a forza, sul suo profilo.
    «No, io ci vengo solo a bere.»
    Non ti piacciono le insinuazioni, in generale. Del resto, Pine Mountain negli ultimi anni ti ha insegnato a rimanere anche troppo sulla difensiva.
    Non hai bisogno di anestetizzare nulla, ti dici. Non c'è niente da dover sedare, semplicemente perché non puoi permetterti neanche l'idea di importi una tregua. Seria o ridicola che sia. Lo sa solo Danielle che da mesi quella che porti avanti è una missione silenziosa, nascosta. Sei un piccolo ingranaggio che continua a girare, che si impegna per farlo passando inosservato, insospettabile. Ma stai lavorando, ci stai lavorando, non smetti mai. Puoi solo fingere che tu stia cercando una normale tregua, uno sfogo per la stanchezza e le difficoltà di una vita già così complessa per qualcuno di così giovane.
    Lasci rimbalzare un indice in aria, di fronte a lui.
    «Te sei… lo hai già visto, certo …uno di Putnam Valley, giusto?»
    Tiri su il labbro con una smorfia.
    «Ho cacciato in Virginia con il capofamiglia.» gli dici prima di prendere un sorso dal bicchiere.
    Ci pensi un attimo al nome. Ti si scrive, lettera per lettera nella mente, non senza qualche incertezza essendo straniero. Quando ti senti abbastanza sicuro lo dici.
    «Sei uno dei Kabakov?»
    Perché forse hai capito di chi si tratta. Perché parlare, se ne è in una certa cifra parlato. Perché una famiglia che nasce sotto l'egida di un'altra è difficile da ignorare, specialmente se la famiglia matrigna è quella dei Foulger. Però Gideon ti ha insegnato il valore di un nome, l'importanza di essere pur sempre associati a qualcosa. Non pronunciarlo, non riconsocere l'appartenenza e il diritto di qualcuno, è quasi peggio che commettere un errore onesto. Gideon ti ha insegnato ad essere attento, la tirannia di Declan ti ha insegnato, ulteriormente, a tenere gli occhi aperti, ad ascoltare sempre con il massimo grado di attenzione, ricordare, conservare il più possibile ogni nome, ogni volto. Gideon te lo insegnava per ricordarti degli amici, Declan per guardarti le spalle dai traditori.
     
    Top
    .
  4.     +1   -1   -1
     
    .
    Avatar

    ᗷOYᔕ ᗪO ᑕ(ᕼ)ᖇY(ᔕ)
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Citizens
    Posts
    6,621
    Reputation
    +6,244
    Location
    Black Lodge

    Status
    NEW_POST
    tumblr_mt7cvfPiB21qmgkn7o2_250
    tumblr_mt7cvfPiB21qmgkn7o2_250

    Andre Félibien
    37 y.o . empatico . animagus . cacciatore
    Mi viene da ridere, ormai.
    Non lo faccio rumorosamente, forse nemmeno emetto alcun suono. Insomma, trattengo il respiro. Lo faccio quando richiamo un po' d'attenzione per ordinare da bere.
    Vado in apnea quando mi si siedo e poi, solo quando le vertebre della schiena scrocchiano appena, prendo una boccata d'aria.
    Questo è un modo come un altro di tener a bada ogni cosa.
    Anche quelle che per un certo verso mi punzecchiano nei punti giusti.
    Che non importa, alla fine, quanto uno possa essere un adulto: a volte, da che non sono più con Emeraude, finisco per sentirmi un bambino in piena regola. E magari questo a te piace, Jade.
    Ci piace l'idea di essere ancora un po' giovani dentro.
    Di essere in Oregon anche quando ci ritroviamo in una città grigia come questa. Che i colori dell'autunno che c'erano lì forse possiamo giusto ricordarceli.
    Ci piace, immagino, pensarci come un tempo. Come quando eravamo felici, spensierati e allora tante cose, nonostante fossero pronte a pesarci sulle spalle, poi, così tanto peso, non andavano ad esercitarlo.
    O, semplicemente, avevamo noi le spalle più larghe.
    Che non è vero che è l'esperienza a forgiarci.
    L'esperienza, mi dico, deve servir unicamente ad ergere scudi. Fossati, mura, affinché tutte quelle cose che ci fanno male poi possano non tornare mai.
    Andiamo avanti preservandoci. Ci proviamo, almeno.
    Ma, ecco, i toni di questo giovane mi infastidiscono. Sarà che sa dove colpire anche se, magari, non è a conoscenza dei motivi.
    E sa com'è che si sta al mondo anche se avrà meno di trent'anni.

    "Andre Félibien, sì."
    Mi presento e non so bene come, ma mi rendo conto di star rimarcando cose che forse non hanno motivo di essere tanto rigide. Non in momenti come questi che, comunque, non hanno la pretesa di mostrarsi tanto importanti ed indirizzati ad una qualche collaborazione. Insomma, dovrei ricordarmi che sono qui per bere qualcosa, non per dimostrare cos'è che non sono mai stato.

    "Devi aver cacciato con mia moglie allora."
    Perché deve funzionare ancora così o almeno, è ancora così che mi sento: il marito di Emeraude nonostante tutto.
    Anche se, più che marito, so percepirmi come il padre dei suoi figli.
    Che poi sono figli nostri. Il nostro tesoro più grande.
    Ma non so bene se questo deve star a significare che sono uno dei Kabakov.
    Magari adesso non sono nemmeno un Félibien. Magari, ecco, adesso ho quella necessita di reinventarmi. Di scoprirmi sempre diverso da quello che ho creduto di poter essere.

    "In linea d'aria, se partiamo da qui, Pine Mountain è più distante di Putnam Valley. Non trovi?"
    Credo sia un modo per chiedergli cosa ci fa da queste parti.
    Anche se non è certo della caccia che vorrei privarlo.
    ©
     
    Top
    .
  5.     -1   -1
     
    .
    Avatar

    now I am a happy song placed on the lips of a woman
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Citizens
    Posts
    2,029
    Reputation
    +2,168
    Location
    Antipodi

    Status
    NEW_POST
    HUNTER 22 y.o JONAH ACKERMAN georgia voice look aesthetic song
    27822b7f42712bd00dbb96fff3167fd7d5d186f9
    395a975895482070043bbe73bbc49621612cbcb3
    el oro pudo más que mi dolor, no tuviste compasión de mi agonía tú sabiendo que mi alma se moría
    Annuisci e basta, tenendo lo sguardo sul bancone, più precisamente sul bordo del bicchiere bagnato di condensa.
    Gli Ackerman, per dottrina, e poi Declan, per sopravvivenza, ti hanno insegnato a tenere gli occhi e le orecchie aperte, in qualsiasi situazione. Che poi la tua sia divenuta una sorta di morbo, quello non puoi che imputarlo alla personalità, alla pressione delle circostanze avverse, alla vita presa e modellata in un certo modo: appena sbozzata e già lacunosa. Soprattutto, ti hanno insegnato a conoscere chi ti circonda, a sapere di chi fidarti e da chi tenersi alla larga, non concedere confidenze. La battuta di caccia in Virginia è servita anche a quello: tutti i presenti non erano casuali, ed era la presenza di Gideon in carne ed ossa, vivo e vegeto, a testimoniarlo. Faceva parte dell'obbligo conoscerli tutti, a parte Sadie, e gli Hill. Ma a parte la Virginia, già sapevi della nascita della famiglia di Putnam Valley. Sentivi l'obbligo di saperlo dal momento che sono state così chiare e limpide, nella comunità, le sue rivendicazioni, sebbene siano ancora forse tutti ignoti i destini di quel luogo e di quelle persone. Le voci comunque circolano, e lo fanno in vari modi. Direttamente, oppure solo come echi: dipende sempre quanto interesse ha il terreno in cui quelle voci vorrebbero attecchire. Non importa, la sostanza è che adesso sai chi hai di fronte, o a fianco, anche se non capisci perché abbia tutta questa voglia di soffermarsi su di te.
    «Abbiamo tirato giù un covo di diversi vampiri.»
    Solo l'intenzionalità ti blocca dal portare, in un gesto del tutto istintivo e irrazionale, la mano e il palmo aperto sul petto, dove ancora fa un po' male, come una serie di spilli che, alternativamente, muscolo contratto dopo muscolo contratto o teso, affondano in vari tratti di quel lungo binario cheloide. Fa male, ma è giusto così, non vuoi cancellarlo. Ti serve per ricordarti che avresti dovuto essere più attento, o forse è soltanto un battesimo, uno dal quale dovevi passare per guardarti bene, da ora innanzi, dal non morire troppo presto.
    Solo che non capisci questa insistenza.
    «La Francia poi non se ne parla.» esce prima che passi dal cervello che ne valuti i rischi. Forse troppo rude, tagliente sicuramente, ma istintivo. E non vuole alludere a niente, in realtà, niente che non sia semplicemente questo: un accento marcato che scivola sulle parole e le pronuncia in modo quasi inusuale, nonostante l'americano le abbia inevitabilmente contaminate, sporcate.
    «La Caccia porta qui in zona.» aggiusti il tiro.
    Ma no, in realtà è Gideon, è solamente Gideon che ti ha spinto fino a qui, fuori da territori battuti, fuori da un occhio attento - quello di Declan - che tramite i suoi non si lascia sfuggire più niente. Soprattutto adesso che lo sa. Lo sa che Gideon è vivo e vuole tornare. Lo sa che qualcuno a Pine Mountain aspetta con ansia questo ritorno. Lo sa che qualcosa brucia sotto la cenere.
     
    Top
    .
4 replies since 21/9/2023, 22:35   163 views
  Share  
.
Top