Un Gala. Una sera, come tante altre alla fine, noiosa monotonia dei giorni che si muovono lenti e troppo veloci nello stesso momento. I piedi ancorati a Terra, in quel momento, in quell'Ora che lo circondava.
Non era quello che si poteva considerare un "Animale sociale". Ovviamente non per sua voglia, ma per una mancanza totale di abitudine. Era abituato a vedere giovani ed assistenti, a vedere persone che, alla fine erano inferiori a lui nel ruolo in cui avevano, ma con intenzioni per lo più positive verso di lui.
In quel momento non era il Professore, ma il vicepresidente. Non se lo sarebbe mai aspettato anni prima. Non era una di quelle questioni che avrebbe mai pensato possibili.
Era una roccia alla fine, immobile davanti al mondo che si muoveva velocemente. La terra che calpestava era antica e aveva toccato la storia, che lui aveva saltato per troppo tempo. Prese un sorso mentre si godeva quell'arco e quel movimento che era lo scorrere di un granello di sabbia alla volta. Prese un sorso, lento e misurato, perché aveva bisogno di essere incredibilmente lucido, ma non poteva permettersi di sembrare poco sicuro nella sua posizione, la seconda posizione più scomoda nella stanza.
Dorothea era, come al solito, nella posizione scomoda di essere la candidata. La scimmia che si portava a dietro sembrava più raggiante del solito, forse aveva deciso di lasciar andare il suo senso di inadeguatezza rampante per provare ad essere un marito e non un padrone.
In quei momenti gli mancava un poco la sua famiglia. Quel ricordo di sua figlia e sua moglie, felici fu uno spillo bollente che decise di premere sulla nuca, un brivido freddo e sottile, una dolce pausa che come una fotografia in un'incendio prendeva fuoco ogni volta che la ricordava, sbiadendola via via, ad ogni ricordo rovinandosi un poco di più. Gli piaceva quel ricordo qualche volta, qualche momento era utile averlo. Guardò intorno a sé, cercando volti noti, nonostante tutto. Avrebbe voluto trovare un'alunno, un'assistente, un volto che fosse conosciuto.
Arrivò per tempo, vestito di tutto punto in un vestito che non fosse incredibilmente elegante, ma allo stesso tempo abbastanza d'alta moda da poterlo permettere. Tutto sistemato e preciso. il piccolo dettaglio che nessuno avrebbe notato, ben nascosto nella camicia era la collana. Un piccolo daruma che aveva comprato pochi giorni dopo la sua decisione di diventare candidato vicepresidente con Dorothea. In segno della tradizione del daruma aveva dipinto con l'alchimia uno dei due occhi, in vista del suo obiettivo politico. L'altro avrebbe avuto modo di colorarlo per tempo. Vedendo un cenno di Dorothea, solleva il bicchiere alla coppia, in segno di saluto.