Dorian Rivera

APPROVATA || Lycan, III Anno, Assistente

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    SCUOLE FREQUENTATE
    Brakebills| 2021/in corso | Terzo anno - Borsa di studio & Assistant Teacher
    RAZZE/ABILITA/CARATTERISTICHE
    Lycan | NO - 2024
    PROFESSIONE
    Prima Cameriere poi Barista | Red Circle - 2019/ora
    Spacciatore sottobanco | Red Circle - 2021/ora

    CORPORAZIONE
    Corporazione | 0000 - Carica
    FEDINA PENALE
    Taccheggio | NO | // | 2009/2010 - No-Mag
    Rissa | SI | SI | 2015/2017 - No-Mag
    IMMIGRAZIONE
    Americana | 2010 | Legale




    nome Dorian
    cognome Rivera
    soprannome Donny
    data e luogo di nascita New York - 20/04/1999 In vero, non si conosce l'esatto luogo di nascita poichè la madre biologica non l'ha mai registrato.
    allineamento Caotico Neutrale
    orientamento sessuale Omosessuale in the closet
    razza Umano Lycan
    lingue parlate Inglese (Americano), Spagnolo (livello colloquiale)
    MBTIISTJ-T: I Logisti non fanno molte ipotesi, preferendo invece l’analisi dell’ambiente circostante, la verifica dei fatti e il raggiungimento del corso d’azione pratico. Le personalità del Logista sono contrarie alle assurdità e una volta presa una decisione, collegano i fatti necessari a raggiungere il proprio obiettivo, aspettandosi che gli altri colgano immediatamente la situazione e prendano provvedimenti. I Logisti tollerano poco l’indecisione, preferiscono l’autonomia e l’autosufficienza rispetto alla dipendenza da qualcuno o qualcosa. La dipendenza dagli altri è spesso vista dal Logistica come un punto debole.
    patologia Disturbo esplosivo intermittente unito a disturbo post traumatico da stress
    corso di studi Terzo anno in Tecnico di laboratorio alchemico - Alchimia, Magia Elementale (Fuoco-fulmine), Psicocinesi, Criptozoologia
    inventario Pietra catalizzatrice (piercing sul sopracciglio): Yin - Corniola / Yang - Kunzite

    Aspetto
    Quando si osserva Dorian la prima cosa che si nota - oltre ovviamente alla lunga cicatrice che gli attraversa la parte destra del viso, procuratasi nel difendere Emilia - sono la massa informe di riccioli castani. Un agglomerato di capelli che, a suo dire, vivono di vita propria, rendendo inutili qualsiasi tipo di trattamento. Per questo motivo predilige una lunghezza corta, ad eccezione del ciuffo frontale che tiene un po' più lungo. Il loro colore peculiare viene ripreso dalle iridi degli occhi altrettanto scure, un marrone tendente al nero. La loro forma è leggermente allungata, quasi avesse delle influenze sud americane e rendono più dolci il taglio squadrato del viso. Quest'ultimo, sebbene il più delle volte è tumefatto, presenta un incarnato piuttosto chiaro, che dà risalto ai connotati scuri. Le labbra sottili sono sempre piegate in un sorrisino di scherno, principale causa di tutti i suoi scontri. Per fortuna può contare su una costituzione ben equilibrata, che nonostante la figura longilinea, gli permette una notevole forza fisica; data per lo più da necessità di sopravvivenza. A giocare a suo favore c'è anche l'altezza - 180 cm - che gli permette di avere una certa armonia del corpo.
    Corpo che nasconde in vestiti sempre un po' più larghi del necessario e portati con estrema negligenza, quasi a voler celare il mosaico di cicatrici che nel corso degli anni si è procurato ovunque. In contrapposizione all'eccentricità della sorella, Dorian predilige uno stile dai toni scuri (per lo più nero/blu scuro), semplice e sopratutto a basso costo. A completare l'immagine che dà di sè vi sono un piercing al sopracciglio e orecchini vari, sulle braccia vi sono alcuni tatuaggi alchemici.
    Carattere
    Da che ha memoria, Dorian sente di vivere con il pilota automatico inserito: sveglia, studio, lavoro, Emilia, dormire. Ogni sua singola giornata è scandita dalla meticolosità con cui la programma e questo ripetersi sistematico è ciò che gli permette di mantenere il controllo. Il disturbo di cui è affetto (amorevole regalo della madre) gli ha reso la vita particolarmente difficile in passato, sia con gli estranei ma soprattutto con le persone a cui è legato. Gli scatti di ira improvvisi ormai sono assai limitati, tenuti sottocontrollo sia dai farmaci che dalle lunghe sedute di psicoterapia a cui ha dovuto partecipare in adolescenza. Non ama particolarmente rimembrare quei momenti, il senso di colpa è ciò che lo spinge a una parrosistica ricerca di autocontrollo anche nelle più piccole cose, come ad esempio la scelta del lavoro. La scelta di lavorare al Red Circle non è stata dettata solamente da necessità pratiche, ma dal masochistico desiderio di avere a che fare con le dipendenze senza cedervi. In una malsana legge del contrappasso, avendo vissuto una buona parte della sua vita con una figura genitoriale compromessa dal alcool e droghe, poterle gestirle e imporsi di non averne bisogno - nonostante spesso ne senta il desiderio - è ciò che lo mantiene ancorato alla realtà.
    Questo setting mentale, tuttavia, non gli evita di essere una grandissima testa di cazzo: iperattivo, insofferente all'autorità e con il malsano desiderio di prendere a testate chi gli sta di fronte. Con gli anni ha imparato a gestire la vena più impulsiva del proprio carattere, senza però farla scomparire del tutto. Tratto distintivo è il suo essere collerico, in particolare con chi lo guarda dall'alto in basso o sottolinea la sua inadeguatezza al contesto in cui si trova. Nonostante, infatti, sembri aleggiare una perenne aria di menefreghismo intorno a lui, Dorian è caratterizzato da un forte senso di responsabilità che sia sua sorella, lo studio o un lavoro che gli viene affidato. Meticoloso e certosino, ricerca una perfezione che incosciamente sa di non potersi meritare o raggiungere, diventando spesso il primo sabotatore di sé stesso.
    Questo è il motivo principale per cui fa estremamente fatica ad intessere relazioni sociali (ad eccenzione di Emilia) e si trova estremamente a disagio nell'intimità con l'altro. A partire dalla madre adottiva per cui prova estrema gratitudine ma a cui non si sente legato, Dorian ha - volutamente o meno - sempre cercato una distanza nei rapporti che creava e che, inevitabilmente, si estinguevano dopo poco. Anche a livello sentimentale, sia negli impacciati approcci con le ragazze prima, sia nelle rare occasioni con i ragazzi poi, l'idea di lasciare il controllo e mostrarsi vulnerabili lo paralizza. Ha, dunque, la tendenza ad isolarsi e può contare sulle dita di una mano le persone di cui sente di fidarsi sufficientemente.
    Nonostante questi evidenti difetti di comunicazione, Dorian sa essere di buona compagnia quando ci si mette, sopratutto quando trova nell'altra persona un certo acume con cui può interagire. Nel approcciarsi con il mondo, infatti, è molto razionale e deduttivo, tanto da rivelarsi spesso un'ottimo stratega e in ciò sente di avere il suo punto di forza. Le discipline più teoriche e scientifiche sono quelle che più si sposano con il suo modo di essere e scacciano via il senso di inadeguatezza che prova quando deve interagire con il proprio potenziale magico. Forse a causa di una mancata istruzione magica o delle problematiche legate alla sua patologia, ha sempre dimostrato una generale fatica nell'applicazione pratica della magia cosa che ha significato tempi più lunghi e incerti nell'apprendimento; le uniche eccezioni sono alcuni incantesimi di tipo offensivo, quelli nei quali il riversarsi del potenziale magico è più violento e immediato e quindi maggiormente affine col suo modo di fare. Questa, a suo dire, inadeguatezza lo ha da sempre accompagnato ed è anche il motivo per cui predilige lo scontro fisico diretto, lo scontrarsi delle carni e il dolore fisico è qualcosa che sente di poter gestire più facilmente.
    La sfaccettatura più protettiva e dolce esce solamente con sua sorella Emilia, verso la quale ha un forte attaccamento. Nonostante non abbiano molti anni di differenza, Dorian ha da sempre un profondo senso di responsabilità e questo si tramuta negli atteggiamenti di tutti i giorni: dal cucinare ad aiutarla con i compiti, dall'ascoltarla per ore nei suoi discorsi utopistici all'assicurarsi che abbia i soldi per comprarsi il pranzo. Benchè si fidi ciecamente di lei, molte delle cose che gli accadono non le condivide poichè non vuole renderla partecipe di ulteriori preoccupazioni: sa che in lei può trovare un porto sicuro ma non vuole riversarle addosso un peso che sente proprio. In Emilia, e parzialmente in Karina, vede un palliativo per colmare quel grande senso di vuoto che prova ogni volta che pensa all'idea di famiglia.

    particolarità
    - Ama giocare a scacchi
    - Molti dei cocktail che prepara per diletto si basano so rapporti chimici e non perchè li assaggia, l'odore e sapore dell'alcool gli riportano alla mente ricordi spiacevoli
    - Non ama particolarmente sbandierare la sua sessualità poichè la ritiene una debolezza

    Childhood
    Grida. Puzza di chiuso e alcool. Fumo nei polmoni. Ancora oggi quei primi ricordi di vita tormentano Dorian nelle notti più agitate. Eppure, una volta sveglio fa fatica ad accedere chiaramente ai ricordi di quella fase precoce della sua vita, sulla lingua riconosce solamente il sapore amaro del nome di una madre che di madre aveva ben poco: Margareth. Venne alla luce in un piccolo bilocale in Florida, o almeno così si ostinava a dire la donna, non esattamente un esempio di integrità morale e mentale. La costante del suo agire era l'incostanza nell'esserci: si spostavano di continuo, ogni tre/quattro mesi, e la litania di sottofondo erano frasi sconclusionate e dai toni palesemente paranoici. Solo molti anni dopo avrebbe potuto realizzare l'instabilità mentale data da una percezione spiritica senza controllo, ma in quegli anni - dove l'innocenza fa da padrone - l'unico desiderio di Dorian era quello di avere l'affetto dall'unica figura costante nella sua vita. Vivere con Margareth significava vivere perennemente con la paura che potesse cadere nel baratro della depressione: un attimo prima puliva maniacalmente ogni affratto della casa, preoccupandosi di preparare una torta al limone, e l'attimo dopo la si ritrovava riversa sul letto impregnato di vomito.
    Così crebbe Dorian, sballotato da una casa all'altra, da uno stato all'altro, con lo spauracchio di fantomatici uomini grigi pronti a venirli a prende. Non seppe mai a cosa si riferisse sua madre, probabilmente agli assistenti sociali che di volta in volta venivano chiamati da vicini preoccupati, ma l'angoscia di essere braccato se la portò dietro per molti. Eppure, nonostante la sua incapacità nell'essere un adulto funzionale, Margareth riusciva a sfuggire alle maglie larghe di uno stato troppo impegnato per occuparsi di reietti come loro. Donny imparò ben presto a procurarsi da mangiare, ad aiutare la donna a non soffocarsi e a ripulire laddove l'odore di marcio e stantio diveniva intollerabile. Nei rari momenti di lucidità, imparò dalla madre le conoscenze base quali leggere e scrivere e a reprimere quel potenziale magico insito in lui. I contatti con il mondo esterno erano limitati alle esigenze più impellenti e sempre con l'angoscia che la genitrice potesse in qualche modo metterli in pericolo.
    Crebbe velocemente, fin troppo velocemente, e forse fu per questo che quando arrivò Emilia gli sembrò di respirare nuovamente: finalmente aveva qualcuno con cui interagire significativamente, ma soprattutto sua madre sembrò riprendersi. Per circa un anno vissero un idillio senza uguali, durante il quale l'utopia di una vita apparentemente normale sembrava più concreta che mai. Una casa pulita, cibo sulla tavola, i pomeriggi al parco e finalmente l'incontro con i suoi pari negli eventi comunitari. Margareth sembrava un'altra donna, per qualche tempo a Dorian parve che l'avessero sostituita, ma a lui stava bene così: ritornare a casa significava finalmente avere quella sicurezza di poter chiudere gli occhi senza che qualcuno lo strappasse violentemente al sonno. Fu un anno di emozioni contrastanti ma che gli permise di imparare, anche se in parte, ad essere il bambino quale era. Purtroppo durò troppo poco, quando fu chiaro che qualcosa in Emilia non andasse bene il castello di carte cominciò a crollare. Ripresero a trasferirsi con ancora più velocità e Dorian si ritrovò ben presto a diventare il principale caregiver della sorella. Imparò a far tutto e in fretta; con la paura che potesse soffrire delle sue stesse mancanze, concentrò tutte le sue attenzione su di lei. Apprese come discernere maggiormente i cambiamenti umorali della madre e soprattutto a nascondere il piccolo problema peloso di Emilia - così come sarcasticamente lo apostrova Margareth.
    Fu una progressiva spirale nel vuoto fino a quando un mattina di inizio estate, non molto dopo il suo decimo compleanno, si accorse di qualcosa di irreale: il silenzio. Passò una settimana prima che Dorian facesse i conti con una realtà scottante: lei non sarebbe più tornata. Si costrinse a non cedere a quella consapevolezza, dirsi che era normale che sparisse ma che alla fine sarebbe tornata era l'unico appiglio per la sua sanità mentale. Passarono le settimane e poi i mesi, dovette ingegnarsi per portare a casa quel poco cibo necessario per entrambi e le notti le trascorreva con lo sguardo sbarrato fisso sul soffitto, nel vano tentativo di far smettere di piangere Emilia. Rimasero nel piccolo tugurio in cui vivevano fino all'ultimo. Prima che il padrone di casa - esasperato dal mancato affitto - potesse trovarli, Dorian raccimolò i loro pochi averi e cominciò a vivere per strada con lei. Il terrore di essere scovati e dunque divisi era così lacerante che iniziò ad escogitare ogni possibile soluzione abitativa. New York permetteva di nascondersi tra le pieghe di una realtà che molti non volevano vedere, un degrado e una sofferenza da nascondere sotto il tappeto così come si fa con la polvere.
    In quell'anno la parola d'ordine fu sopravvivenza, ogni singola scelta era dettata dal primordiale bisogno di sicurezza per sè e per la sorella. Ogni qualvolta un adulto cercava di avvicinarli con apparenti motivi altruistici, immediatamente Dorian si metteva sulla difensiva pronto a scappare o a scattare in modo violento. Divenne sempre più cinico, chiuso, iracondo, il meccanismo fly or fight divenne la bussola morale di quelle giornate frenetiche. L'unica parentesi di sollievo durò per circa sei mesi, durante i quali una ragazzina pressochè della sua età - Rebeca - lo scovò in uno degli anfratti in cui erano nascosti. Nonostante l'evidente reticenza di Dorian, riuscì ad accapparsi la sua fiducia aiutandolo con cibo, vestiti e sconvando luoghi riparati dove potersi nascondere. Nei suoi confronti crebbe un forte attaccamento tanto da desiderare, per la prima volta da molto tempo, un legame più profondo e sincero. Finalmente aveva di nuovo una costante, una certezza che gli permettesse di chiudere gli occhi per qualche istante senza la paura ad attanagliargli le viscere. Quella era la loro famiglia: Donny, Emy e Beca e a loro bastava, come bastavano le barrette del tabaccaio rubate di straforo divise in tre. Quella parvenza di felicità, purtroppo venne a mancare non molto dopo.
    Accadde tutto all'improvviso: Emilia con la tosse, la febbre e poi il sangue nella bocca. Contro ogni sua più convinta idea, Dorian fu costretto ad andare al Sacred Heart con la supplica negli occhi. Fu così che Karina entrò nelle loro vite e Beca scomparve.

    Adolescence
    Entrare in ospedale significò urlare al MACUSA della loro esistenza. Le urla, l'odore di disinfettante e quelle mani sul corpicino di sua sorella. Dorian esplose, violentemente, una catarsi che procurò non pochi danni. Dovettero sedarlo a più riprese fino a quando inaspettatatamente una mano dorata non riuscì a placare quel dolore che era cresciuto con gli anni dentro di sé. Fu così che Karina li accolse nella sua vita e nella sua casa, con un affetto che non credeva possibile trovare in un estraneo. Si trasferirono nel Bronx con lei, cullati da una comunità aperta ai derelitti quali erano lui e sua sorella. Per quanto non si sentisse visceralmente parte di quella "famiglia", Dorian imparò a intrecciare la propria vita con quella della Santa Muerte. Una lingua straniera che divenne ben presto un nuovo alfabeto, fatto di cura e di ascolto. Pur non lasciando completamente la diffidenza insita in lui, imparò a conoscere quella donna che avrebbe dovuto - nell'immaginario di sua madre - portargli via tutto e che invece gli stava fornendo su un piatto d'argento quella pace che tanto agognava. Incominciarono ad avere una vita normale.
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    Emilia incominciò ad andare a scuola, a sorridere e contagiare con la sua solarità chiunque le stesse accanto. Lui, invece, vergognandosi della propria ignoranza data dalla mancata scolarizzazione, studiò a casa. Non dovendosi più preoccupare di sopravvivere, concentrò ogni singola energia nel ripagare Karina di tutto ciò che stava facendo per loro. Purtroppo gli anni di neglienza vennero presto a battere cassa, esplosioni di rabbia improvvise con continue e spesso gravi ripecursioni lo costrinsero ad andare in terapia: disturbo intermittente esplosivo. Quasi gli venne da ridere a leggere quelle parole sul foglio bianco: alla fine quella stronza di sua madre era riuscita a corromperlo in qualche modo. Negò, troppo orgoglioso per cedere a una tale debolezza. Prese a cercare lo scontro con chiunque si mettesse d'innanzi a lui e finendo non poche volte alla centrale di polizia con il naso rotto e il sangue sui vestiti. Odiava con gli occhi, odiava con i pugni, con il cuore e con la testa. Ogni cosa poteva dirsi esperita solo tramite quell'emozione fuori controllo. Raggiunse il punto più basso al limitare della maggiore età, quando una lite nata per difendere Emilia si trasformò ben presto in un bagno di sangue e nello spauracchio del carcere minorile. Con ribrezzo dovette sfruttare la propria patologia per avere la pena ridotta, ma questo lo costrinse a fare i conti con la realtà: non era più un bambino.

    Adulthood
    Riprese con la terapia, i farmaci e una meticolosa routine dedita all'autocontrollo. Ivelmorny gli era stata preclusa da un passato ingiusto, ma decise di riscattarsi con l'università. Recuperò gli esami da privatista e si iscrisse tramite borsa di studio, capovolgendo quell'immagine violenta e parossistica della propria adolescenza. Con lo spauracchio di un mostro interiore pronto ad esplodere, ritornò all'annichilente prassi della sopravvivenza. Costruì una maschera finemente intagliata di frasi rassicuranti, ore colme di lavoro e il costante desiderio di reprimere ogni avvisaglia di "follia". Per quanto condividessero i geni con quell'inetta di Margareth, non le avrebbe permesso di distruggere anche ciò che di buono finalmente aveva creato. Lavorare, studiare, lo spaccio e il tutoraggio per arrotondare laddove vi erano spese improvvise. Non appena ebbe la possibilità, decise di uscire fuori di casa, affitandosi un piccolo appartamento non troppo distante da Karina e Emilia. La necessità atavica di indipendenza era stata troppo forte per impedirgli di mettere nuovamente una distanza tra lui e gli altri. Il piccolo monolocale divenne il rifugio dal mondo esterno, un porto sicuro per lui e Emilia dove nascondere le ferite e ricostruire la corazza emotiva. Ogni cosa sembrava finalmente al suo posto, ma ecco che iniziarono a susseguirsi una serie di sconvolgimenti storici: la corruzione, i glich e infine ciò che più temeva in assoluto. La caccia alle creature. Non che prima non fosse consapevolezza delle difficoltà in cui versavano sua sorella et simili, ma con l'incedere del movimento no human race divenne sempre più evidente come la situazione stesse peggiorando. Non ascoltò Emilia, non ascoltò ciò che aveva da dire sulle manifestazioni, i diritti, non ascoltò e se ne pentì ben presto quando la realtà cadde su entrambi con estrema durezza.Li preserò alle in una sera di dicembre, al rientro dal turno notturno di Dorian al Red Circle. Emilia era venuto a trovarlo e aveva atteso che staccasse per poter tornare a casa insieme, rintanandosi in un letto abbastanza grande per contenerli entrambi Non seppe mai se fosse stato qualcuno a tradirre il loro segreto o se le labbra viziate dall'alcool avessero fatto parlare Emy più del previsto.
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    Un attimo prima era intento a sorreggerla mentre vomitava in un angolo e l'attimo dopo si ritrovò con la faccia premuta contro il il marciapiede lurido di immondizia inerme di fronte all'orrore che si stava consumando. Provò a divincolarsi, ad esplodere come era solito fare, ma erano troppi e non ci misero molto a strappargli il catalizzatore di dosso. Fu costretto a guardare, a sentire le sue suppliche mentre la tagliuzzavano come una fottuta rana da laboratorio. Le suppliche di Emilia si incisero nelle orecchie così duramente che riuscì violentemente a liberarsi nel tentativo di raggiungerla ma un violento colpo al viso e poi alla testa lo costrinsero nuovamente a terra. Provò a trascinarsi verso di lei ma poco dopo perse conoscenza, risvegliandosi tumefatto e con una cicatrice sul volto il giorno dopo; sua sorella rimase in rianimazione per tre giorni. Quello fu il punto di non ritorno, il segnale che doveva agire.
    Famiglia



    KARINA MARIA RIVERA, madre adottiva dalle abilità empatiche. Nata in Colombia in un piccolo villaggio di pochi maghi, si è trasferita negli USA con i genitori a circa quattro anni. Di modeste origini, ha sempre abitato nel medesimo quartiere - il Bronx - in cui tutt'ora risiede e lavora come assistente sociale, nella speranza di poter far qualcosa per il prossimo. Autoritaria quando serve, è l'unica che riesce a gestire il temperamento irruente di Dorian. E' l'avvocato delle cause perse per definizione. Sebbene non pratichi la mia Hoodoo, rientra nella sfera d'influenza della Santa Muerte, congrega che all'epoca del suo arrivo ha aiutato la sua famiglia a insediarsi.

    EMILIA RIVERA sorella minore, più piccola di 5 anni, non ha mai capito se condividono lo stesso padre. Fin dalla più tenera età, Donny ha preso su di sé la responsabilità di crescerla e proteggerla. Con la madre disfunzionale che si ritrovavano, non appena ha acquisito un minimo di consapevolezza della situazione in cui versavano ha deciso di fare di tutto perchè lei non soffrisse. Vittima del gene mutaforma per ereditarietà, l'infanzia è stata costellata da momenti estremamente difficili che tuttavia ha reso il loro rapporto ancora più simbiontico. Sebbene una volta adottata da Karina sia stata registrata, pochissime persone sono a conoscenza di questa sua caratteristica. E' l'ottimista del duo: solare, energica, comprensiva, è la prima a battersi per chi non può difendersi e questo l'ha messa diverse volte nei guai. Situazioni in cui puntualmente è dovuto intervenire Donny per coprirle le spalle.


    Bonus/Malus



    Telepatia: i Licantropi spesso vivono in gruppo, perciò se sviluppano un rapporto di reciproca fiducia con un loro simile tendono a percepirne i pensieri. Possono richiamarsi anche solo con l'uso del pensiero se sono in un'area vicina.
    Forza migliorata: i licantropi, anche non trasformati, posseggono una forza superiore a quella dei comuni esseri umani, che permette loro di riuscire a sollevare anche con minimo sforzo una persona normalmente robusta.
    Abilità sensoriali: i lycan hanno sensi enormemente sviluppati rispetto agli esseri umani, persino più fini, in alcuni casi, di Vampiri e Wendigo (tutti i loro sensi sono molto più selettivi es: riescono a distinguere meglio un odore specifico in un insieme). Possono vedere normalmente al buio quando trasformati e hanno le capacità olfattive di un lupo che permette loro di rintracciare una preda anche a 3km di distanza, possono inoltre rintracciare la fonte di un rumore distante 5km. Quando non trasformati, tale sensibilità è inferiore, ma abbastanza forte da vedere bene in penombra, e distinguere tracce di odori/rintracciare suoni entro 500m.
    Capacità magiche: a differenza dei Vampiri, i Lycan sono in grado (non trasformati) di utilizzare la magia. È più che possibile che esistano dei maghi Licantropi.
    Resistenza al freddo: i Lycan hanno una temperatura corporea superiore alla norma, resistono meglio ai climi estremi. Soprattutto durante la trasformazione, la loro pelliccia li rende quasi immuni al danno da gelo.

    Trasformazione: a differenza dei Vampiri, i licantropi hanno bisogno di un innesco per sviluppare a pieno i loro poteri. Questo è dato dalla luna piena, che genera in loro una trasformazione fisica in gigantesche bestie assassine, come questa, o questa. Non questa e neanche, soprattutto questa. La trasformazione dona al Licantropo diverse altre Skills.
    Furia (trasformato): il lycan guadagna una forza decisamente sovrumana, che gli permette di piegare anche i metalli comuni, e una velocità piuttosto temibile che permette loro di raggiungere anche i 40km/h in corsa. Il loro corpo massiccio risente molto poco di colpi, ed è in grado di sfruttare circa i 2/5 della sua potenza muscolare (vs 1/3 delle persone normali). Il lycan sente il dolore ma, in stato di furia, tende ad ignorarlo, attaccando chiunque sia nelle vicinanze. Migliorano, inoltre, i suoi riflessi in modo notevole, cosa che rende quasi impossibile cogliere di sorpresa un licantropo in furia (+3 ai riflessi).
    Killing Smile (trasformato): è difficile distogliere un Lycan dal suo istinto animale di predatore, di conseguenza si rivelano estremamente aggressivi e pericolosi per chiunque si trovi sulla loro strada. Guadagna la stessa resistenza e debolezza contro incantesimi psichici di inibizione e controllo mentale che ha un qualsiasi animale.
    Rigenerazione precoce (trasformato): tanto quanto i Vampiri, se non vengono colpiti da armi o incantesimi contro cui hanno debolezza, i Lycan possono rigenerare in breve tempo le loro ferite.

    Debolezza all'argento: l'argento è la più grande debolezza dei Lycan. Li ferisce più di ogni altra cosa, armi o pallottole in argento, oltre ad impedire la rigenerazione delle ferite, provocano danno da bruciatura al licantropo.
    Debolezza alla Magia Bianca: i licantropi essendo creature oscure, risentono di più degli incantesimi di Pelor, che su di loro hanno un effetto notevolmente maggiore.
    Debolezza all'aconito: l'aconito, detto anche, per l'appunto, strozzalupo, è come un veleno per i licantropi. Non riescono neanche ad avvicinarvisi, come l'aglio per i vampiri, e, se ingerito, li uccide in breve tempo. L'unica speranza per un licantropo che ha ingerito l'aconito è vomitarne fino all'ultima briciola o una purificazione del sangue eseguita da un mago bianco o alchimista.
    Influenza della luna: con l'avvicinarsi della luna piena, i licantropi, anche in condizioni normali, subiscono un malus alla concentrazione che rende loro più difficile controllare incantesimi che ne richiedono e praticare più incantesimi in contemporanea. Con la trasformazione, inoltre, diventano inabili all'uso di qualsiasi incantesimo.
    Debolezza alla luna nuova: essendo più forti fisicamente durante le notti di luna piena, l'assenza della stessa li indebolisce, arrivando al picco durante le notti di luna nuova in cui tutte le skills dei lycan risultano più deboli, come fosse stanco.
    Poco portati per Magia Bianca: i lycan non possono usare incantesimi di Pelor.





    © Noruwei



    Edited by Saki - 28/4/2024, 22:36
     
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