Sasha Grimes

Come ogni storia anche la sua inizia dal momento in cui viene al mondo. Allora strilla e si dimena tra le braccia di sua madre. Continua vedendolo crescere insieme ai suoi genitori. Andare a scuola, farsi degli amici, tornare a casa per fare i compiti, aver paura del buio, sognare futuri mai visti e poi rendersi conto che la vita non è esattamente come la immaginava tra i banchi di scuola.
Anche per lui il detto che si diventa adulti quando si scopre dell'esistenza della morte si rivela esatto.
E tutto accade con la stessa velocità e delicatezza con le quali si sono susseguiti gli eventi antecedenti: un giorno va a scuola, sta con i suoi compagni, fa i suoi compiti, ritira un libro in prestito dalla biblioteca, torna a casa, mangia con i suoi, si fa dare il bacio della buonanotte e, con la promessa che non sarebbe rimasto solo troppo a lungo perché sì, i suoi sarebbero usciti ma tornati prima del suo risveglio, decide di chiudere gli occhi.
Il libro ancora stretto tra le braccia quando scivola sotto coperta. Il segno tra le pagine che scivola lento fino alle lenzuola. Poi l'arrivo del mattino. Il bel sogno che stava facendo evidentemente sparisce quando la polizia bussa alla porta di casa sua perché c'è bisogno di pensare a cosa farne di quel ragazzino che nell'arco di una notte ha perso entrambi i genitori.
Così, come tutti, nasce in compagnia di qualcuno, ma gli basta dormire un istante per perdere ogni cosa.
Così scopre l'insonnia, così scopre l'età adulta. Anche se ha solo nove anni e ancora un'intera esistenza dinanzi a sé.
Non ha alcun parente in vita che viva in America, allora viene sbattuto in orfanotrofio. Fortuna vuole che la sua permanenza lì sia ben ridotta. Una pena che viene scontata sin da subito e poi spinta ai domiciliari di casa Grimes. Kloe prende in affidamento anche lui. Gli da un soprannome, un cognome che deve in un certo senso spingerlo a dimenticare la sua famiglia d'origine e un tetto sopra la testa al quale deve abituarsi. Non ci sono scuse che tengano né motivazioni che dovrebbero spingerlo a fare il contrario di ciò che gli viene proposto. Lì vede l'arrivo di altri fratelli. Conosce ragazzi e ragazze diverse e per un po' si convince di essere di nuovo a casa. Per poco, però. Perché da Kloe Grimes apprende il peggio e, spinto dal proprio istinto alla solitudine, progetta sin da subito la sua fuga. Non tenta mai, però, di scappare prima della sua maggiore età. A sedici anni prende la patente con i soldi racimolati facendo lavoretti eppure questo lo spinge a restare per altri due anni. Almeno fino al compimento del suo diciottesimo anno d'età, dove da bravo melodrammatico lascia una lettera ai fratelli: "Come dicono tutti" così ha scritto "Esco a prendere latte e sigarette".
Ruba un auto e fa per dirigersi in California con la scusa di voler vedere il mare. Sarebbe tornato a casa, un giorno, ma in quel momento ancora non sapeva dirsi né come né quando. Circa a 20 miglia da Los Angeles abbandona l'auto, tira in spalla il borsone e decide di farsela a piedi. Anche qui la vita accelera. La fotografia presenta delle imperfezioni, la narrazione è veloce e confusa. C'è un diner nel quale si ferma a bere caffè, tanto caffè e a mangiare almeno due fette di cherry pie. Poi qualcuno ha qualcosa da ridire e in una sera Sasha non scopre solo di sapersi innervosire al punto da rispondere a parole, ma anche di non essere tanto male a far a botte. La scena dura una decina di minuti. Nessuno interviene e i due, lui e l'estraneo, finiscono per picchiarsi nella piazzola di sosta del posto. Sasha ha pagato il conto lasciando i soldi sul tavolo, il tizio gli spacca il naso a suon di pugni.
Poi c'è una dissolvenza. Si fa tutto nero e al risveglio la luce è così forte da accecarlo.
Non lo soccorre nessuno. Ciondola per le strade assolate di Los Angeles con il naso sporco di sangue e la camicia bianca pure.
Per un mese buono vive da solo di stenti e piccoli furti. Manda persino una cartolina a casa con su scritto: "Il mare qui è bello e fumare in spiaggia è rilassante. Mi sa che tarderò un po', vi voglio bene." E non sa, non ancora, che sul mare vivrà per dodici lunghi anni.
Almeno a partire dalla prima Luna piena, quando fortuna, è Gaia a trovarlo e a spiegarli per filo e per segno che cosa gli è successo.
Qui la narrazione rallenta. L'audio viene abbassato. Non si sentono le parole che i protagonisti si dicono ed è tutto un susseguirsi di immagini saturate che si frappongono l'una sull'altra. C'è sempre tanto sole in queste fotografia e la musica che si sente di sottofondo è quasi impercettibile. Risuona pianissimo, fa da sfondo ad una vita che è già sfondo di suo.
Gaia non è il suo vero nome, ma il branco o meglio, la tribù com'è che la chiamano loro, la riconosce solo come tale. Lei che non è l'alpha ma l'incarnazione della dea. Tutte le altre bestie sono i suoi guerrieri e questo è ciò che diventa Sasha per un lungo periodo.
Con i guerrieri di Gaia apprende la magia Hoodoo, l'arte della condivisione e il senso di comunità.
Inizia a far uso di peyote per studiare il futuro e a praticare orge ritualistiche per la collettività fino a che non viene ritenuto da tutti così valoroso da meritare il ruolo di alpha. Alla morte di Le - Ossa - Rotte viene eletto alpha e festeggiato per un'intera settimana.
E il branco prospera, così come la vita di cui è pregno. La comunità resta unita e vive armoniosamente tra gli uomini. Tra tutti, lui sceglie Gaia come sua compagna e a propria volta, Gaia sceglie lui come suo compagno. Avrebbero avuto un figlio se la prima gravidanza della donna non fosse stata tanto problematica. E restano insieme, fino alla fine, anche quando la fiducia nella natura sembra venir meno e questo sentore di malcontento porta scompiglio nel branco.
Tutti restano uniti ma il malcontento è generale. Si sparge tra gli adulti e tra i bambini e le storie che prima venivano lette ai più piccoli ora diventano più dure. A volte persino assenti.
Nonostante la loro vicinanza la minaccia dei Cacciatori si spinge fino a lì. Le lotte per i diritti delle creature portate avanti a New York dal NHR spingono i cacciatori più esaltati a compiere azioni punitive in larga scala su tutto il territorio nazionale. I più sfortunati che finiscono per ritrovarsi loro davanti iniziano a perire. Così accade anche per il loro branco. Nonostante siano guerrieri scelti. Nonostante gli addestramenti.
D'altronde sono stati colti alla sprovvista: il peyote non ha permesso all'alpha di prevederne l'arrivo e questo decreta la fine di un'era.
Ogni vita viene spezzata da pallottole d'argento e gli unici a rimanere in vita, come se non bastasse il rimorso e il senso di colpa, sono lui, Sasha e il suo compagno Nate.
Gaia viene strappata via dalle sue braccia ancor prima che lui possa rendersene conto.
La seppelliranno solo qualche giorno più tardi.
Lontano dal campo a cui i cacciatori hanno dato fuoco.
In una buca sotto terra scavata a mani nude.
Senza nemmeno una bara. Il corpo stretto in un lenzuolo.
In forma fetale.
Un po' come quel bambino che non è riuscito a venire al mondo.

Forse è per questo, per l'essere rimasto di nuovo solo, che propone a Nate di riportarlo a casa.
Per essere vicino ai suoi fratelli che non ha mai smesso di contattare in tutti questi anni.
Laddove c'è bisogno di stringere i denti ancor più forte.