Posts written by _ZoRa_

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    Chrys <3

    Emma
    Emma
    Emma
    Emma
    Emma
    Colroy
    Una piacevole variazione dal tema generale è quello che ti propone Chrysantemum Sinister, un cognome che risuona nella tua mente vivido. Ricordi tutti i nomi, soprattutto quelli che contano in un giro che vuol sembrare enorme, ma che vuoi stia tutto nella mani dei Jackals. Oh, con un nome simile, non può che esserne in realtà un irresistibile richiamo. Più una persona tenta di uscire dagli schemi, più coloro che leggono tale azioni si comporteranno esattamente come si desidera. Il controllo delle masse è diventato fin troppo semplice grazie all'uso dei social media, dove nessuno vuole più pensare, dove tutti pensano sia più sensato seguire, far scegliere altri con la pretesa di essere fautori del proprio destino. Afferri la sua mano, lasciandoti stringere alla sua figura, percependone l'odore, non prima che lui abbia accennato un inchino. E sorridi, piacevolmente colpita dal suo modo di fare. Oltre che per il vestiario, sei un piacevole cambiamento anche per la genuinità. Spero non ti dispiaccia se ti do del tu. Ammicchi solo leggermente, con la coda dell'occhio hai visto Diana con Joshua Çevik e lo scambio che il filo ha decido non può che farti spuntare un sorriso. Se la memoria non mi inganna, il tuo accompagnatore è stato scelto per una mia grande amica. Quasi uno scambio. Certo, il rapporto tra te e Diana non ha nulla a che vedere con quello dei due uomini, ma non riesci a non notare l'ironia.
    Oh, siamo solo vittime della società maschilista. Persino i movimenti femministi ne sono pieni. Ma noi donne non siamo le uniche a dover sottostare a certi standard, temo sia un must a priori, non per via del genere. La figura dell'uomo macho, l'uomo che comanda, che non può mostrare i propri sentimenti e che deve dar sempre dimostrazione di forza. In fondo anche nella tua mente si staglia questa immagine quando pensi ad un uomo, ed in fondo è anche quello che in parte cerchi. Puoi chiamarmi come preferisci. Stasera sono qui solo per rilassarmi e divertirmi. Solo è l'unica nota che stona in quella frase, per quanto sia la maggiore realtà, non sei lì solo per quello, ma nonostante questo rimane l'obiettivo principale. Sai ballare?
    Imprenditrice
    Mafia
    Wesen Jackals 32y.o. Queen Dragoness
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    John Doe
    38 y.o – Ex Soldier? – Sin'Lar Cyris





    Lo devo seguire? La fiducia è una questione assai complessa, forse troppo perché ora io possa davvero carpirne il reale significato. Al momento so solo che le poche occasioni avute per dimostrarla mi hanno fatto finire dove sono, in mezzo ad un parco, i vestiti consumati e una scarpa con la suola rotta, le bende attorno alle mani e i lividi sulla schiena. Eppure il mio stomaco risponde in chiaro modo a quell'invito, e alla fine penso che è talmente gracile che per quanto io sia messo male, forse la meglio potrei anche averla contro questo ragazzino. I suoi occhi però mi richiamo più una nostalgia e una tristezza profonda, che un celato doppio fine. Mi alzo, lentamente e non del tutto convinto, guardo le sue mani, i suoi passi, alla ricerca di segni di pericolo, pronto a correre (ammesso che la scarpa senza suola me lo permetta). Incespico, incapace i camminare senza provare dolore qua e là, rimango un po' curvo, stanco persino a muovere pochi passi. L'idea di un pasto come si deve è troppo allettante perché io vi rinunci, ed ora lei sembra aver taciuto i pensieri. Chissà se è curiosa come me del ragazzo, e sta in attesa di capire chi sia e cosa voglia. Mi parla, poche parole ben scandite, comprendendo la mia difficoltà nell'uso di una lingua che dovrebbe tuttavia appartenermi; eppure sono i suoni nella mia testa ad essermi più affini, li comprendo molto meglio. No, John, non esistono quei suoni, non ci pensare. Concentrati. Cibo, ecco, concentrati su questo. Alla domanda successiva, alzo le spalle. Non è che non voglia dirglielo, da dove vengo, ma non lo so. Io no so. Indico la mia testa. Funziona male. La memoria, ma forse è un gesto un po' troppo generico, ad intendere che non funziona tutta, la testa. Così in fondo mi hanno detto. John nome che mi hanno dato. Dottori. Indico con l'indice, la direzione è quella dell'ospedale da cui sono stato dimesso.


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    Beca
    Utopian. 24 anni. ballerina . alone . weight controll . queer
    Just a bar
    Come sempre quando non lavori, ti sei alzata presto, uscendo di casa di buon passo per percorrere i due giri del quartiere a piedi, perché nella tua routine prima di poterti concedere un caffè lungo, te lo devi guadagnare. Sei attenta a non cadere vittima di una patologia da cui non sai se saresti in grado di uscirne, in fondo ti racconti che si tratta solo di attenzione ai dettagli, a quanto consumi e a quanto bruci, nulla di più; fingi di non farli quei calcoli, fingi di passare davanti allo specchio come se non esistesse un problema, perché tu quel problema non lo guardi negli occhi, tiri avanti ed esci di casa. E sono gli sguardi dei passanti, quelli che non possono distogliere lo sguardo dalla tua immagine, a ripagarti, a dare soddisfazione, a dare un senso al brontolio che lo stomaco esegue ormai regolarmente, una compagnia di cui ti sei abituata, come un rumore bianco di sottofondo. Mentre cammini estrai dalla borsa il pacchetto di Hestia e un accendino, la giusta compagnia intanto che raggiungi la tua meta, un anonimo bar qualunque. Squadri da fuori il locale, lo fai sempre per vedere che soggetti ci sono all'interno, facce conosciute che non hai voglia di incontrare, ma oggi sembra tutto tranquillo, così butti la sigaretta e fai il tuo ingresso. Mattiniera oggi, Beca. La voce appartiene a Carla; in quartieri come quelli, ci si conosce un po' tutti, soprattutto se si fa parte gli stessi giri. Ero di riposo, così sono passata a ravvivare questa topaia. Ti accomodi al bancone, mentre aspetti che Carla ti porti il solito. Inganni l'attesa guardandoti in giro, noti un ragazzo che ti sembra abbia qualcosa di famigliare, ma lo noti in verità perché due ragazze lo hanno preso di mira per provare a spillargli il portafoglio. Sembra un tipo a posto, educato. Ti senti quasi dispiaciuta per lui, forse perché ti ricorda qualcuno e cazzo, ti da fastidio non capire che diavolo abbia la sua faccia di tanto famigliare; in genere lasci il lavoro agli altri, ti fai i fatti tuoi, ma oggi va così. Occhio, quella che ti continua a sorridere è solo un'allodola. Glielo dici sottovoce, non pensi nemmeno capisca che intendi, dato che è un modo infantile che ti è rimasto attaccato dai tempi...no, non vuoi ricordare quei tempi, te li sei scrollata da dosso parecchio fa, non puoi rivocare dolore e trauma di prima mattina, e soprattutto senza droga vicino. Questo ti fa venire in mente che forse è arrivato il momento di sentire Mitja, maledetto sexy russo.
    ©


    Edited by _ZoRa_ - 3/5/2024, 10:39
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    songTattoooutfit




    E' un dolore che conosci quello ritmico sulla coscia, eco di migliaia di punture di ago che fissano in maniera permanente inchiostro sulla pelle, indelebile nel tempo, simbolo che solo tu e pochi altri possono comprendere davvero. E' un disegno geometrico, semplice, persino banale, ma a te non importa, perché non è il valore che danno gli altri, quello che conta. Avresti voglia di fumare, ma hai i guanti addosso e il procedimento richiede attenzione, non vuoi che si irriti inutilmente la pelle o si contamini rischiando un'infezione. In quel caso dovresti puoi farti una recensione negativa, e tu le detesti. Ti piace la perfezione delle linee, la precisione della sfumatura, l'intensità dei gradienti che combaciano alla perfezione. Ti ci sono voluti anni per smettere di essere una semplice apprendista, anni a comprendere quanto la tua tela umana, sullo stesso disegno possa incidere, in quanto anima diversa dalle altre. Forse ricerchi la perfezione in quell'aspetto della tua vita proprio perché non riesci a trovarla in null'altro; qualcosa su cui senti il bisogno di avere il totale controllo, persino nel resistere al dolore che senti e tu stessa ti imponi. Hai quasi finito, hai calcolato i tempi perché Charlie non debba stare a fissarti troppo mentre completi l'ultima tua aggiunta, ed arriva proprio mentre sfumi la luna piena, che tingi solo leggermente con una sfumatura più rossastra, dandoti il segno di pericolo, a contrasto con il solo nero che hai usato per quel disegno così semplice, ma che senti carico di significato per tutto. La senti annunciarsi, come se poi dopo tutto il rumore che ha fatto servisse. Sorridi, contenta di vederla. E' qualche uscita che fate insieme, ma non ti sei posta nemmeno il quesito di etichettare la cosa. La vivi esattamente come ti senti di viverla, essendoci quando entrambe apprezzate la reciproca compagnia. Forse però, visto ciò di cui vuoi parlare, la cosa andrebbe gestita con più criterio. Finisce sempre così, con le tue storie; vuoi mantenerle semplici, senza che abbiano un nome, e questo tuo proposito fa sempre a farsi benedire in un modo o nell'altro.Ehi, Charlie. Alzi lo sguardo quanto basta per accennarle un saluto, gli ultimi ritocchi prima di passare alla fase di detersione e adesione del cerotto adesivo adeguato. Ti stiracchi le braccia, stanca della posizione viziata che hai tenuto, mentre togli gli occhiali che usi solo mentre lavori per non appesantire troppo gli occhi. E fai scattare appena la macchinetta, in risposta alla battuta di Charlie. Mi hai beccata. Abbiamo due telecamere, una lì e l'altra là, così possiamo dare il meglio. Indichi punti assolutamente a caso del negozio, divertita dall'idea, se non del video porno, dell'atto in sé. Quel luogo era rimasto finora avulso da simili prestazioni. Anche perché, in fondo, il tuo appartamento è proprio sopra di un piano. Mentre ti alzi, esegui una piroetta per mettere in mostra i pantaloncini incriminati, e darle modo di vedere meglio il disegno. Mm si; davvero banale, in verità, vista cosa significa questo ciclo lunare per persone come noi. Ogni tanto ne sento il bisogno però. Della banalità. In un circolo vizioso in cui tutto sembra andare in malora, e nulla essere al posto giusto, hai imparato ad apprezzare quei piccoli attimi di semplice banalità, che come una bolla d'aria, ti concedono di respirare a pieni polmoni per un istante.
    Ti togli i guanti e dai una ripulita rapida, ti fermi un secondo giusto per guardarla. A meno che non vuoi un tatuaggio, metterei via tutto. Non so che darei per una sigaretta ora; le mie sono di sopra. Eri scesi con il solo scopo del tatuaggio e di attendere Charlie, non pensandoci al fatto, che ti sarebbe venuta voglia di fumare. La guardi, senti l'odore sui suoi vestiti del tabacco, uno dei vantaggi di essere un licantropo, e le sorridi un po' ammiccando.

    Lara
    Lilnoir

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    Edited by _ZoRa_ - 1/5/2024, 16:40
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    Lara
    Lara
    Lara
    Lara
    Lara
    Lilnoir
    Chiedere per un lavoro sia per Justin che per Mitja poteva non essere una pessima idea. A priori dal progetto che aveva in mente Whitehood, per il loro curriculum lavorare per enti benefici impegnati nel sociale poteva solo che fare bene. Senti vibrare il telefono, quel tizio è veloce a rispondere, forse troppo. Dice che farvi avere un colloquio non è un problema, poi sta a voi ottenerlo quel posto. Ma siete affascinanti, brutte merde, ci riuscirete. Che poi è vero, il tuo branco ha solo gente fottutamente affascinante e figa. Tuo. E' un suono che ancora non riconosci, e forse nemmeno mai lo farai. Per te non è questione di possesso o potere, ma di fare quello che serve perchè tutti stiano bene. Perché ve lo meritate cazzo, e vuole che stiate bene insieme. Vorresti sapere Noah che direbbe ora che il branco è passato a te. Come stanno lui e Isy, ed i bambini. Senza di loro in giro c'è silenzio, solo Mitja riesce a ruttare abbastanza forte per far scemare quel pensiero nostalgico, e gli sorridi. Apprezzi ogni gesto spontaneo, perché quello siete voi. Semplici e spontanei nei vostri bisogni e desideri, nel vostro esserci sempre.
    Ed in ogni caso sono sicura che il ruttatore seriale, qui, mi terrà d'occhio se faccio cazzate. Gli lanci il tappo della seconda bottiglia che apri, in un perpetuo modo di punzecchiarvi che vi rende attivi, partecipi. complici. Chissà che non arrivi qualcuno a spodestarti dal trono del Re Ruttatore. Tu nemmeno ci provi, l'unica cosa che sei in grado di produrre è un leggero soffio che puzza di alcol, qualche bolla smossa e nulla di più. Ogni tanto di sembra di essere ancora nella stanza pre allenamento, con le tue colleghe di Quidditch pronte a caricarsi, spesso non troppo femminili nel farlo, una forma di cameratismo che in pochi possono comprendere.
    Ed un po' ti esce automatico, quel rossore che ti dipinge le guance, non sei mai stata brava a non fingerti imbarazzata. B-beh, direi di sì. Giochi con la ciocca dei tuoi capelli, mentre nascondi il viso grazie alla bottiglia. Come se poi loro non potessero percepire che a letto con lei ci sei già stata. Ha qualche anno più di me, circa 4 se non ricordo male. Ed ha un figlio, anche se non sta ancora qui a NY con lei... Cosa non è NewYork se non complicazioni?
    Ognuno aveva un obiettivo, come muoversi, e forse finalmente uno scossone da quell'inerzia che fino a quel momento li aveva travolti. Si stavano rimettendo in moto, e nemmeno gli dei avrebbero potuto capire di cosa erano capaci.
    Tattoo Artist Ex DCMC 29y.o.
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    Edited by _ZoRa_ - 1/5/2024, 18:03
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    John Doe
    38 y.o – Ex Soldier? – Sin'Lar Cyris





    Il ragazzo imita il mio gesto, in un riflesso che serve a farmi capire che non ha cattive intenzioni. Molti qui aiutano senza chiedere nulla in cambio, ma la maggior parte nemmeno ti guarda, sfila lungo la strada pretendendo che la tua esistenza non sia un loro problema, quando è reale che la società abbia creato esattamente le condizioni perché la sopravvivenza sia di stenti, e non degna di venir vissuta. Usa parole che ricordo, so di conoscerle e nei gesti comprendo il significato. Punta se stesso ed usa un termine che non conosco, comprendo che mi vuole dire il suo nome. Io che un nome nemmeno lo ricordo, a parte quello che continuo a sentire nella mia testa. Ma non è quello vero, così mi hanno detto. Loro usano chiamarmi John e metto le mani sul petto mentre lo dico, ad indicarmi. Quel ragazzo è mingherlino, e mentre mi concentro su di lui la voce si fa sottofondo, mentre mi narra di un luogo che non ho mai visto, ma che quasi posso vedere tanta è la perizia con cui lo sta descrivendo. Un luogo con sedie, tavolini, un profumo dolce, che istintivamente mmi fa brontolare la stomaco. Fame, lo ripeto, come se ci fosse bisogno di confermarlo ancora dopo il rumore che il mio stomaco ha emesso.No soldi. Lo dico subito, una volta mi è già capitato di prendere del cibo ma non poterlo pagare, ed il prezzo sono state delle bastonate sulla schiena che ancora si possono contare attraverso i lividi rimasti. Imparo in fretta, ma non abbastanza da potermela cavare meglio di un barbone qualunque. Sento nostalgia, disarmante e potente, mi confonde, mentre una lacrima solca il mio viso, in risposta ad un'emozione che fino a poco prima non percepivo, e che ora mi pervade. Me la asciugo veloce, usando le bende attorno alle mani, confuso dal cambio repentino con cui svanisce tutto. E' estenuante stare dietro a questi cambiamenti, e in genere le persone, nell'incomprensione, fuggono spaventate. Guardo il mio interlocutore, ignaro di cosa dirà. Se ne andrà, fingendo che non sia in fondo un suo problema?


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    Interazioni a gogò. Colloquium con Diana, RD, accenna a Magnus, infarta perché vede Andrej (che sta lì anche se non giocante) e poi Chrys

    Emma
    Emma
    Emma
    Emma
    Emma
    Colroy
    Quella è una sera che cerchi di goderti, in cui tiri fili, dove cerchi di crearne di nuovi perché la tua ragnatela si espanda e ti dia più controllo. Non ti aspettavi grosse sorprese a scuotere il tuo animo, e per quanto un po' ti innervosisca, la presenza di tuo fratello lì vicino è quasi confortante. Hai sempre avuto un legame viscerale con lui, incapace di separartene, quasi fosse un arto del tuo stesso corpo, parte della tua stessa essenza. Non puoi negare che ti abbia dato problemi, ma la famiglia viene sempre prima di tutto, in fondo.
    Guardi Blackwood prendere il posto del barman, mentre ti sistemi rapida l'acconciatura, una ciocca ribelle che è scappata alla presa che doveva tenerla insieme alle altre, e ti sporgi appena sul bancone, verso quell'uomo che ora ti offre da bere. Una nota piccante; lo trova quasi divertente, gli sorride appena, un muscolo appena visibile che muove il labbro verso l'alto. Gli piace che si prenda tutta questa confidenza con il posto, le fa capire quanto pensa di essere potente. In genere, più sono in alto, più fanno rumore quando cadono. Afferri il bicchiere, ne assapori il gusto, ti lasci pizzicare la lingua dalla nota leggermente piccante. Una scelta insolita. Magari dopo il ballo mi dirà del perché l'ha fatta.Apprezzi il sapore, in attesa di poterti staccare con Diana, defilarvi magari insieme a RD e capirne le intenzioni, o semplicemente abbracciarlo. Ne ha sentito la mancanza, e se lui coincide con una mina che vagando non sai mai che può combinare, coincide anche con tutto ciò che rappresenta nella sua vita. Ha sempre avuto una particolare bravura a stupire con i suoi ingressi. Un pensiero che raggiunge Diana, in risposta al loro colloquium rapido. Senti che Riley sta cercando di mettersi in contatto con lo stesso mezzo, così avvisi Diana. Mi sta contattando. Dopo il ballo, ti aggiorno. Chissà che non ti inviti a ballare. Una battuta, a stemperare quel momento che un po' si è fatto rigido, in una serata che doveva essere semplice. Di certo dovremo controllare il trucco. Sento già gli occhi stanchi. L'ultimo cenno, prima di chiudere il loro legame psichico, a ricordare il collirio che ha messo a punto, un nuovo metodo che sta testando per assumere droghe, rendendole meno riconoscibili.
    Vedi il filo rosso che appare, il segnale di un ballo che non aspettavi davvero, ma in fondo le apparenze le salvi sempre, e forse un po' di svago ti può solo fare che bene. Cerchi Riley con la sguardo e gli sorridi, perché non sei davvero capace ora di tenergli il broncio. Non vedo l'ora. Mi sei mancato. Ti lasci andare ad una semplice, leggera e profonda manifestazione di affetto, silente e segreta, che rimane solo fra voi. Noti il ragazzo che si avvicina, collegato a te tramite il filo, di bell'aspetto, eccentrico di sicuro; attira la tua curiosità. Sarà un piacere. Se posso... Ti avvicini appena, perché possa sentire solo lui. Apprezzo molto la variazione che propone il suo vestiario alla noia dello smoking. Uomini che si standardizzano li apprezzi, perché sai cosa possono proporre, ma ammetti a te stessa che ogni tanto anche vedere qualcosa di diverso è ugualmente appagante, per quanto stravagante.
    Ed è mentre guardi il tuo cavaliere che gli occhi cadono su una figura distante, in fondo alla sala, una figura che mai ti saresti aspettata di vedere, e all'istante ti penti di non aver controllato prima. Andrej. Ti perdi nella sua figura, affascinante, impossibile da raggiungere ed all'istante la tua mente ripercorre i ricordi di quel Capodanno proibito, una leggerezza se vuoi, che ti ha regalato una delle gioie più grandi che hai avuto negli ultimi anni: Eyre. Glielo hai tenuto nascosto, hai falsificato i dati perché il mondo creda che tua figlia sia frutto di una semplice procedura medica, che non esista un padre se non perché donatore. Ma tu sai quanto non sia vero, tu sai che il DNA di quell'uomo è quello che condividi nell'essenza di tua figlia. Un senso di colpa ti pervade, per quanto non lo dia a vedere, capace ormai di gestire fin troppo bene le tue emozioni perché possano tradirti. Questa serata si sta facendo complicata, ma in fondo lo sai bene. Per quanto tu ci possa provare, una donna nella tua posizione attira sempre complicazioni; e alla fine, ti piacciono.
    Allunghi la mano verso lo sconosciuto cavaliere, perché lui possa prenderla e guidarti. Per una volta, per pochi minuti, puoi lasciare che sia qualcun altro a condurti.
    Imprenditrice
    Mafia
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    Lara
    Lara
    Lara
    Lara
    Lara
    Lilnoir
    Lo sai come funziona tra i Grimes, ma in fondo lo dici sperando davvero di ampliare la famiglia. Perché anche se non condividete lo stesso sangue, condividete tutto il resto. Picchi il piede per terra a ritmo di quello che senti, non ti importa davvero di ascoltare, fa solo da contorno a quello che dite. Su questo sono d'accordo, sei irripetibile. Gli rispondi con lo stesso gesto, strizzando un occhio e finendo la sigaretta, che spegni infilandola nel fondo della bottiglia finita. Guardi Jesse, gli rompi il cazzo evocando un po' d'aria perché devii la traiettoria della pallina con cui gioca, senza nemmeno un motivo se non perché ti va di farlo. E gli dedichi la tua attenzione, perché come sempre dice cose che hanno senso, anche se lui ci crede sempre troppo poco. Ci avevo pensato, sicuramente cercano gente, se tu ti infili lì dentro lavorandoci, io posso farci volontariato. Almeno capiamo con chi abbiamo a che fare. In fondo è una buona idea, serve magari a racimolare qualche soldo in maniera decente e decidi di mandare un messaggio a Whitehood per informarti. Ah! Un flash, un ricordo di una conversazione che allora non ti aveva interessato, ma ora poteva avere un senso. Forse conosco anche una ragazza che potrebbe entrare. E' un medico o qualcosa di simile se ben ricordo, almeno ci sarebbe qualcuno che quel culetto te lo ricuce per bene, dubiina*. Guardi Mitja e ti esibisci in una ben poco fine pernacchia. Una vecchia conoscenza, dovrei sentire come sta.Charlie, è una vita che non la senti, certe persone fanno il giro del mondo per poi tornare esattamente al punto di partenza.
    Il discorso torna poi sulla questione dell'alpha, e davvero non sai come reagire. La finezza fatta uomo, Mitja. Gli lanci un tovagliolo unto, mentre ti spunta un sorriso. Dovresti insegnarmi delle parole che non siano insulti però. Quelli li conosco già tutti, tipo mudak**. Sì, dopo tutto il tempo che passi con loro, sai qualche parole che però è meglio non usare con altri al di fuori di Mitja e Jesse, a meno che tu non voglia ritrovarti in guai seri. Non sei mai stata su quel piano, non ti sei mai chiesta come saresti stata in quella veste, ma non appena ci rifletti ti è chiaro. Entrambi i ragazzi che hai di fronte sono pronti a riconoscerti come alpha, e ti fidi di loro ciecamente. Potranno anche considerarsi dei coglioni, ma sai di poter contare su di loro più che su te stessa, su questo non hai dubbi. Sbuffi appena. Chi cazzo l'avrebbe detto. Beh..è deciso immagino. Anche se non ho idea di come cazzo funzioni la cosa, voi ci siete passati no?
    Tattoo Artist Ex DCMC 29y.o.
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    dubiina*=testa di legno
    mudak**=coglione
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    Chiamatemi "quella che odia i codici"

    Ruola con me pls
    ▸ Nome PG: Beca Mitchell
    ▸ Desc: E' un pg ancora in costruzione perciò c'è molto spazio di manovra. Non ha mai conosciuto il padre, perciò ha il cognome di quell'angelo di sua madre, che l'ha avuta da un cliente e in un impeto di amore ha deciso di tenerla, salvo poi pentirsene. E' rimasta orfana presto, intorno ai 13 anni, overdose della madre. Pensavo di farle frequentare con assai poco profitto Ilvermorny, in caso se avete conoscenti da lanciarmi li prendo al volo. Prende presto lo stesso andazzo della madre, lavora in bar notturno, rubacchia, taccheggia, ballerina nei locali, infine prostituzione anche se a basso livello (non vuole finire nel giro della Mafia, almeno quello). Beve e si droga, ha un disturbo alimentare e tanti bei traumi, che facciamo ce ne priviamo?
    L'unico legame che ha già creato, anche se per poco tempo, è con Dorian Rivera. il resto è davvero carta bianca.
    Al momento lavora come ballerina in qualche strip club e arrotonda dando via del suo.
    ▸ Gruppo/coppia: //
    ▸ Cerco:
    Padre: la butto lì, la madre non aveva potenziale magico o era No-Mag, fa poca differenza, se avete però gente che può aver avuto contatti con una prostituta e volete che vi salti fuori una figlia disturbata, ve la lancio.
    Clienti: Accetta pagamenti anche in droga, non ha un giro molto largo appunto perché non vuole entrare nel giro vero e proprio, magari sono clienti dello strip/locale in cui lavora.
    Amici/conoscenti: Se pensate di volerla per qualche vostro pg, ve la lancio
    ▸ Contattatemi: Dove volete, pm o telegram va bene @ZoRaLM
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    SCUOLE FREQUENTATE
    Ilvermorny | 2011/2018 - 7 - Thunderbird - // | //
    RAZZE/ABILITA/CARATTERISTICHE
    // | // - //
    PROFESSIONE
    Cameriera | Vari locali - 2016/2018
    Ballerina | // | 2018/ora

    CORPORAZIONE
    // | // - //
    FEDINA PENALE
    Taccheggio | SI | SI - 2012/2014 - No-Mag
    Truffa | NO | //
    IMMIGRAZIONE
    Americana | nascita | Legale



    Rebeca "Beca" Mitchell

    Non c'è illusione più grande se non quella auto-inflitta
    Chi pensava sarebbe finita come sua madre. Non scherziamo, letteralmente tutti, anzi, sarebbe stato assurdo il contrario. E' la degna figlia di sua madre, senza alcuna eccezione. Volgare, opportunista, una semplice sgualdrina che non sa come vivere diversamente. In fondo non è colpa sua, nessuno impara nuove cose se no gli vengono insegnate; perché Beca non ha la curiosità di scoprirle da sola, no. Lei ormai è rassegnata a questa vita, all'inevitabile tara genetica che si porta dietro. E forse è anche più semplice così, se non provi non fallisci, e se non fallisci, non sei una fallita. Non provare ti permette di lamentarti, urlare al mondo che fa schifo, incolpare il sistema anziché te stessa. Non sente di avere alternative, perciò è così che ti muovi, a ritmo della musica che rimbomba nel locale in cui lavori come ballerina, portandoti a letti chiunque ti paghi, annegando la tua vita nella droga e nell'alcol. Perché non meriti nulla di meglio, e ormai questo te lo sei inciso sulla pelle.


    Diffidente, attenta, circospetta. Instabile ed eccentrica, poco affidabile e molte altre splendide qualità. Sono il solo lascito di una famiglia che famiglia non è mai stata, lei che un padre non l'ha mai conosciuto e per questo ha problemi con le figure di autorità. Ha imparato troppo in fretta a cavarsela da sola, l'ingegno e la creatività acuite dal bisogno, dalla necessità di sopravvivere. Perché è quello che fa da una vita. Beca non vive; semplicemente sopravvive, giorno per giorno, senza aspettative, senza domande. Perché che le risposte farebbero schifo, e allora nemmeno se li pone, certi quesiti. Ha imparato ad essere chi le persone vogliano sia, tanto che nemmeno lei sa quale sia il vero Io, nascosto dietro così tante maschere da non saper più riconoscere quale sia il suo viso tra i tanti che indossa. Intelligente, ma svogliata, ha ultimato a stento gli studi, per in fondo, dice lei, si è laureata sulla strada.


    Alta, troppo alta per i suoi gusti, perché a volte vorrebbe solo sparire ma non riesce a farlo, magra, tanto magra, volutamente magra, perché ha visto come la guardano gli altri, e perché altrimenti allo specchio nemmeno riuscirebbe a guardarsi. L'unica cosa su cui pensa di avere il controllo è proprio il peso, ed è diventata mania, ossessione, precisione. Ha capelli lunghi, un po' sciupati per via della scarsa alimentazione, biondi, troppo biondi dice lei, ed è per questo che spesso li tinge, come se potesse cambiare chi è cambiando il colore del suo involucro esterno. Gracile, esile, quando serve però agile e scattante. Gli serve essere allenata per scappare quando occorre farlo, veloce, senza farsi mai prendere. O quasi. Ha mani con dita lunghe, sottili, adatti a suonare il pianoforte. Ma non prendiamoci in giro, quando mai ha avuto la possibilità di provarlo. Anche i piedi sono lunghi, sottili, con le caviglie esili, che tanto piacciono a certi uomini; una delle poche cose che apprezza, ma perché le portano soldi. Come tutto il suo corpo. Ha imparato ad usarlo, a muoverlo, ritmico, elegante, ammaliante, perché di qualcosa deve pur vivere, ed in fondo lo ha scritto nel DNA quello.



    • Catalizzatore
    • Lo porta come piercing sul capezzolo destro. Elegante vero?
      Yin: Antimonite --> E' la pietra degli sbalzi d'umore, attira infatti le persone che passano da momenti di euforia a quelli di sconforto in un battito di ciglia. Personalità alternanti che però riescono a raggiungere quello che desiderano con un po’ d’impegno, indirizzando le energie verso una strada precisa.
      Yang: Quarzo Rosa --> Se nella parte chiara della pietra le persone trovano l'amore quella oscura ne indica invece una mancanza. I portatori sono tormentati da un affetto che gli è stato portato via o da una situazione della loro vita che ne ha causato un brusco allontanamento. Spesso questa mancanza è così forte da renderli persuasi a tecniche prive di etica pur di cercare di riacquistare ciò che gli è stato tolto.


    Nome; Rebeca, deriva dall'Ebraico, ha il significato di "Unire", "Connessione".
    Nickname; Beca, un semplice diminutivo.
    Data di Nascita; 08/05/2000
    Luogo di Nascita; New York.
    Misure;79-61-86
    Peso;50 Kg
    Altezza; 179 cm
    Fact;Soffre di un disturbo alimentare che non ha mai voluto approfondire
    There is no truth. There’s only perception.
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    B
    e nice to me, 'cause life sucks.
    ella la vita vero? Equa soprattutto. Per Rebeca le cose non sono iniziate con il piede giusto, già solo rendersi conto di partire con un handicap rispetto agli altri ti pone su una salita, e già sei in rincorsa. Nasce a Maggio, in un ospedale statale perché figuriamoci se sua madre Kate poteva permettersi di meglio. Già è tanto se ha deciso di tenerla, invece che darla via, anche se con il senno di poi forse avrebbe fatto meglio a scegliere diversamente. Si occupa poco della figlia, troppo impegnata con i clienti, lavora di notte, dorme di giorno, si sveglia, si droga e ricomincia.
    Per questo Beca è dovuta crescere in fretta, arrangiarsi, la mancia dei clienti che sfilava dalle tasche alla madre ubriaca o troppo fatta per accorgersi per potersi permettere del cibo; ricorda ancora il silenzio che doveva osservare la notte, rinchiusa in uno stanzino del monolocale in cui stava con la madre, che se lavorava non doveva averla in mezzo ai piedi. A volte mossa a compassione la signora Bowman, quella del piano sopra, la ospitava, ma spesso doveva semplicemente starsene buona a contare le spinte sul muro per capire quando poter uscire e respirare aria meno viziata. Lo ha trovato insopportabile, per questo trova un luogo sicuro in cui stare la notte, uno dei tanti luoghi abbandonati che impara a conoscere in questa città che non vede, che non sente, non vuole dare ascolto alle grida di aiuto. E' così che incontra Donny ed Emy, e per un po' le sembra che tutti vada meglio, si sente meno sola, si sente persino compresa. Pochi mesi, che le cambiano la vita. Poi però tutto finisce, la bolla esplode raggiunto l'apice, e tu rimani ancora più sola di prima, perché ora senti un vuoto che prima non sapevi esistesse, occupato da altro che ora manca.
    Arriva poi una lettera, un invito e te ne vai lontano da quel posto, tua madre nemmeno si domanda che fine fai per mesi, mentre frequenti Ilvermorny; è l'estate il problema, perché devi fingere di avere una famiglia, non puoi permettere che i tuoi compagni scoprano da dove vieni, chi sei. Ed è in estate che rientri a casa, e la trovi lì, ferma, ancora a letto. Non te ne meravigli all'inizio, è una scena che hai già visto, ma quando si fa ora di lavoro e lei ancora non si muove provi a svegliarla. Inutile, perché non appena la tocchi capisci. Fredda, rigida, immobile. Senza vita. Scosti lo sguardo, vedi la droga vicino, tanta, troppa, e non ci metti molto a capire cosa è successo. Butti via tutto, sistemi alla bell'e meglio e te ne esci con una borsa e tutto quello di utile che riesci a trovare. Non hai mai sentito un legame con quella donna, ti ha creato solo guai, persino ora che è morta te ne crea.
    Decidi di vivere come riesci, tra dormitori e nascondigli che conosci ormai troppo bene, vivi di espedienti e lavoretti che trovi qua e là, qualche taccheggio. Ogni tanto ti beccano, ma è poca roba, non ti prendi rischi. Qualche truffa, per la quale però non vieni mai incriminata.
    Termini gli studi, e ti ributti nella mischia, in quello schifo di melma che ti rimane addosso, ti fai assumere come ballerina e finisci esattamente come quella puttana di tua madre. In fondo sei come lei, e come lei non meriti di meglio.
    ©


    Edited by _ZoRa_ - 29/4/2024, 17:35
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    John Doe
    38 y.o – Ex Soldier? – Sin'Lar Cyris





    La smetterà mai di chiamarmi? Non riesco a farlo smettere, un richiamo continuo verso una meta che non conosco. Ci sono giorni in cui non smette un attimo, bagliori di emozioni che mi attraversano come fossero miei, così repentini che non riesco a gestirli. Vivo come riesco, di stenti, mentre cerco di imparare una lingua che non sento mia. Ma devo, perché se parlo quella con cui mi sento a mio agio, dicono che non esiste; e se non esiste, rischio di finire ancora in quel luogo. Legato, mani e piedi, con gente che dice che non esiste quello che vedo, che sento, che percepisco. Allora sto zitto, e ogni tanto tace anche la voce nella mia testa. Sin'Lar, mi chiama così. Qui però sono John. John che deve prendere delle medicine, John che non sa come procurarsele perché non ha soldi, ed è già tanto se riesce a spiccicare due parole e farsi capire. Per ora sono sopravvissuto giravogando qua e là, mi hanno indirizzato verso gente disposta ad aiutare chi come me non ha nulla, per nulla in cambio. Mi guardano attenti però, come se si aspettassero un mio scatto da un momento all'altro. Sin'Lar, dove sei? Smettila*. Mi volto, per non essere visto parlare da solo. Lo so che se mi vedono farlo mi chiedono delle pastiglie, se le sto prendendo. E la risposta è no, mi stordiscono, ed io no voglio sentirmi così. E poi mi fanno venire fame, sempre, ed io non ho soldi per poter mangiare tanto. Sono sporco, vorrei lavarmi come si deve, ma devo aspettare che arrivi l'orario per poter entrare in dormitorio, fino ad allora sono solo, con lei. Rispondimi. Un pugno sulla testa. Smettila*. Se anche ti rispondo, tu non mi senti, e continui. Non cessi mai di parlarmi, ma è come se io fossi muto, non riesco a raggiungerti. Ed eccola, la frustrazione che mi pervade, ma che so non essere mia. Un altro pugno in testa. Basta, basta, basta*. A volte non riesco nemmeno a dormire. Sono stanco. Talmente stanco che non mi sono accorto del ragazzino che m fissa, e mi parla. Non ho sentito che ha detto, e così rispondo, gli chiedo di ripetere*, nella lingua che sento nella testa, e così spalanco gli occhi, spaventato. Non è la lingua che devo parlare ad alta voce, perché non esiste, me lo hanno detto, e se parlo una lingua che non esiste la gente si spaventa. S-Scusa. Io bene. Parla poco tua lingua. Io no male te. Alzo le mani come a dimostrarlo, le mani con ancora le bende di quando ero in ospedale, i polsi con i segni delle contenzioni che mi trattenevano.


    Sheet Mirach voice fact Just another long day

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    Tutto ciò che ha * è nella sua lingua nativa, quella di Mirach
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    Lara
    Lara
    Lara
    Lara
    Lara
    Lilnoir
    Senti l'unto sulla dita non appena afferri una fetta a caso, il sapore dell'ananas in contrasto con il salato di tutto il resto; non ti capaciti di come possa piacere, ma in fondo nemmeno tu la disdegni tanto da evitarla. Una birra in mano, una fetta di pizza mezza mangiata nell'altra e la sigaretta accesa appoggiata appena capita. Quel luogo vuol dire questo, totale libertà senza giudizi. La famiglia che ti sei scelta, o che forse ha scelto te. Quasi fatichi a ricordare come fosse la tua vita prima che ci fosse il branco. Io preferisco la birra alla majo. E per accentuare la tua idea te ne scoli quasi la metà, mentre qualche goccia si disperde in giro nel gesto. Riprendi in mano la sigaretta, aspiri ed espiri, il gusto del tabacco che ti pervade la bocca, mischiandosi con quello della birra. Sospiri, perché quella cosa deve essere valutata per bene. Qualche giorno fa mi ha avvicinato un tizio. Whitehood mi pare. Ha a che fare con il F.E.A.S.T. Sta cercando gente per mettere su un progetto a protezione delle creature, mi ha trovata per via delle manifestazioni a cui ho partecipato. Guardi Jesse, state cercando una base da qualche tempo per un progetto simile; un luogo dove stare tranquilli e non avere rotture di cazzi solo perché siete delle creature mal viste. Dobbiamo trovarci e discuterne, però sarebbe figo. Un posto dove chiunque sia al sicuro e non corra il rischio di venir discriminato. Ambizioso. Bello, ma forse troppo. Fai spallucce perché c'è sempre una fregatura, ormai lo hai capito, non sei più così ingenua. Se però ci fosse un posto simile, trovare gente non sarebbe un problema.
    Vedi la bustina lì sul tavolo, ma per ora decidi di farne a meno. Dopo tanti anni di remore sull'uso di droghe, da quando le hai provate non te ne fai più un cruccio. Ma non sempre sei nel mood, ed ora preferisci rilassarti senza andare in botta. Finisci la sigaretta e la pizza, ti alzi per cercare un tovagliolo, o qualsiasi cosa buona per toglierti l'unto dalle dita. Si può sapere quanti cazzo siete? Sorridi all'idea di un altro Grimes. Dimmi che non è una versione mini di Mitja, ti prego. Ed un bonario pugno sulla spalla al soggetto glielo tiri, anche per la cazzata dell'Alpha. Guardi Justin per un secondo, sai già benissimo che conosce il tuo pensiero, è impossibile diversamente visto il legame che condividete, ma vuoi dirlo ad alta voce, perché sia chiaro e senza possibilità di essere fraintesa. Jesse, il Beta sei tu. Se lo vuoi quel posto è tuo. Lo pensi davvero, lo accetteresti senza remore come Alpha. Ma quello è un ruolo che deve volere, non che deve venirgli imposto. Ma se non lo vuoi, e beh, Mitja si è tirato indietro...secondo voi sarei in grado? Ti sei sempre mossa per istinto, non hai mai pensato per un secondo a prendere un posto più alto nel branco; tasselli che vanno al proprio posto da soli, senza che nessuno ci pensi davvero. Tu di certo non lo hai fatto. E un po' te lo chiedi, se saresti in grado.
    Tattoo Artist Ex DCMC 29y.o.
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    Magnus, attraverso colloquium Diana e infarta grazie a RD <3.

    Emma
    Emma
    Emma
    Emma
    Emma
    Colroy
    E' un gioco astuto quello a cui stai partecipando, fatto di stoccate, parate, finte e schivate invisibili. Certo, i nomi tuoi e di Diana non sono riconducibili a nulla che abbia a che fare con la Mafia, non siete così stupide, ma chi come Magnus ha a che fare con certi ambienti è inevitabile possa sentir pronunciare sussurri che si fanno curiosità in chi sa coglierli. Lo comprendi da come parla, dal suo atteggiamento. Sorridi, affabile, comprendi quanto potere possa avere all'interno di quelle mura, fili che vi farebbe comodo poter muover in modo che i vostri non corrano rischi, possano prendere informazioni, siano trattati degnamente. Avere la garanzia di una protezione dentro Alcatraz è un qualcosa che vi permetterebbe di gestire i sottoposti con più facilità. Idee che si muovono nella mente, una macchina che si sta mettendo in moto silente...e che silente si ingolfa.
    Ti irrigidisci, senti un odore, un odore che non percepivi da tempo, un odore che non dovrebbe essere qui. Un odore che sa di tutto, che ti manca tanto da far male; un odore che però ti fa anche incazzare. E' un attimo quello in cui perdi la tua facciata, non di molto, abbastanza per farti stringere gli occhi e buttare fuori l'aria piano, in un respiro profondo che serve a calmarti. Ti ricomponi, e ti concentri sull'uomo che hai davanti, spostandoti leggermente solo per aver modo di cercarlo con lo sguardo attraverso la folla. Oh, via, Mr. Blackwood; non minimizzi così il suo status. I tuoi occhi corrono tra una figura e l'altra, fino a che non lo trovi, alto, elegante, semplice in ciò che rappresenta, un elite. Le do ragione, però. In fondo sono una madre single proprio per questo motivo. Sai che la tua reazione non sarà passata inosservata, almeno a Diana, ma non vuoi che Magnus percepisca il soggetto delle tue attenzioni. Lui è un uomo che preferisci tener lontano da Riley. Per questo ti sei spostata, in modo che per guardare te debba dare le spalle alla posizione di RD, ancora lontano da voi. E sempre per questo attivi un colloquium con Diana, perchè deve capire, ma senza che Blackwood possa sentirvi. Perdona l'intrusione, sarai più brava di me a celare la sorpresa, ma così capisci...Riley è qui. Un messaggio semplice che basta a farle comprendere anche le possibili implicazioni. Decidi per ora di lasciarlo là, tranquillo, e di raggiungerlo solo dopo. Ora Blackwood è più importante del rientro a NewYork di tuo fratello. Molto volentieri, che aveva in mente? Sono curiosa di sapere cosa ci propone. Ti riferisci ai drink, trovi sempre abbiano molto da raccontare i gusti di una persona quando beve. Tu e Diana amate bere bene, certo, ma di rado vi lasciate attrarre da alcolici da ragazzina, cocktail da signora. No, persino nella scelta di cosa bere fate vedere la vostra indipendenza. Certo, però, ogni tanto va giocata diversamente la partita.
    Imprenditrice
    Mafia
    Wesen Jackals 32y.o. Queen Dragoness
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    Lara
    Lara
    Lara
    Lara
    Lara
    Lilnoir
    Ormai nulla può più stupirti. I continui cambiamenti degli ultimi anni ti hanno di certo insegnato a non farlo, tanto non sei in grado di starci dietro. Hai anche imparato ad incassare i colpi, metaforicamente e letteralmente, e tuo malgrado lo fai anche bene. Forse è per questo che non sai stare ferma, forse è per questo che delle mura che sanno di casa, di famiglia ad un certo punto te le sei sentite troppo addosso, forse avevi bisogno di respirare aria fresca, camminare, schiarirti le idee. Questo cambiamento per una volta non è un disastro; certo, uno scossone, un terremoto nelle vostre vita, ma non una disgrazia. Isy, Noah e i bambini stanno tutti bene, si sono solo trasferiti. Se ci pensi troppo ti viene da piangere, un piccolo tassello del puzzle che senti di aver perso. Se ti guardi ora sei piena di buchi, tanto che a volte stenti a riconoscere il disegno che ti compone. Forse è per questo che sei uscita.
    Forse è solo perché invece devi svegliarti dal torpore che tutti questi pensieri ti inducono. Giri l'angolo, mentre butti a terra la sigaretta ormai finita. Hai ripreso a fumare dopo che ti sei lasciata con Rias, Rias che ti manca come l'aria in certi momenti, come se fosse lei a permetterti di respirare. Pensi a lei, ogni tanto digiti veloce parole che poi cancelli, senza il coraggio di inviarle. I tuoi passi ti conducono da soli verso la tua direzione, senza nemmeno che tu debba pensarlo davvero. Hai già comprato 2 confezioni da sei di lattine di birra, ed ora devi solo passare a prendere le pizze. Ah si, anche la maionese per Mitja. Aspetti che venga servito il tuo ordine, per poi tornare sui tuoi passi, percorri rapida il percorso che ti riporta al luogo a cui appartieni. Senti il tonfo della pallina con cui Jesse stava giocando anche prima che tu uscissi, entri e li vedi esattamente come li hai lasciati poco fa. Partirei da una birra, che dite? Rispondi a Mitja, che in realtà aveva fatto una domanda un po' a tutti e a nessuno, mentre gliene lanci una. Chi vuole la pizza? Wurstel e patatine una, ananas l'altra. Si avevo voglia di schifezzee. No, non tanto da farci mettere su la majo. Ma apri il sacchetto e gliene lanci una. In fondo l'hai comprata apposta, anche se davvero non comprendi come possa mangiare una cosa simile. Solo la tua fetta l'avrà. Ti avvicini a Jesse, e prima di porgergli una birra gliela fai battere non troppo forte in testa. Ehi, siete i miei galeotti. Ti siedi un po' dove capita, senti sotto il tuo culo qualcosa, un cazzo di calzino spaiato mentre accendi l'ennesima sigaretta. Justin, sai come la penso riguardo la questione alpha. Per quanto riguarda l'allargare il branco, forse ho una mezza idea. Il F.E.A.S.T. sembra davvero un'ottima copertura per tutto ciò che vi serve, e anche di più. Forse però davvero troppo ottima; hai imparato a tue spese che non è tutto oro ciò che luccica.
    Tattoo Artist Ex DCMC 29y.o.
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    Diana, of course, poi Magnus Blackwood

    Emma
    Emma
    Emma
    Emma
    Emma
    Colroy
    Quello che amava di Diana era proprio la sua sagacia. Segue il tuo sguardo, esattamente come tu fai con il suo, studiate la situazione, le persone e vi scambiate le reciproche sensazioni, i pensieri al riguardo. Si, siete solo due donne in carriera per il mondo, ma voi sapete quanto ci sia di più profondo nel motivo per cui siete lì. Noi ne sappiamo qualcosa. Una risposta di rimando, della leggera ironia dietro le tue parola. Voi siete donne, siete potenti e siete pericolose. Ne sapete eccome. Proprio per questo forse è la persona giusta da agganciare, ma non avrebbe senso farlo direttamente. Più facile iniziare con personaggi importanti nella sua corsa alla Presidenza, vicine a lei, per arrivare al bersaglio solo dopo, una volta preparato il terreno, una volta fatte le domande giuste e ottenuto le risposte cercate.
    Percepisci nella stretta della tua mano il vetro del bicchiere mentre i bicchieri tuoi e di Diana tintinnano uno contro l'altro, il liquido ambrato al suo interno che fai ruotare sulle pareti per poi portarlo alle labbra, a nascondere in parte il viso, per sorseggiarne il contenuto. Qualcuno di vicino alla candidata. Ora però c'è troppa gente attorno a loro, attenderei un momento più tranquillo. Sembrano esserci troppe api attorno a quel fiore delizioso, troppi interessi, troppi intrighi. Sarà in grado di reggere a tutto questo? Il potere inebria, certo, ma a quale prezzo? Lei, che a differenza di Emma e Diana, rimane personaggio pubblico sotto ogni aspetto della sua vita, con il pericolo che se un pezzo della sua vita diventa maschera e finzione, caduta quella cade anche il resto del castello costruito con tanta perizia. Ti appunti mentalmente di cercare quella giornalista con cui tieni i contatti per chiederle informazioni riguardo la Lovecraft, per sapere se c'è del torbido da cercare e trovare. C'è sempre, in fondo, l'animo umano è una splendida torbiera in cui ognuno si impantana prima o poi.
    Scansioni la stanza in cerca di altre persone degne di nota fino a che spunta il direttore di Alcatraz. Lui sarebbe un potente alleato per voi. Guardi Diana e lo punti discretamente con il bicchiere. Andiamo a cercare materiale per il tuo profilo? I tuoi followers attendono di sapere chi c'è questa sera. Indossi un sorriso adatto agli schermi, ti sei abituata a sfoggiarli a comando, mentre ti dirigi verso il signor Blackwood. Mr. Blackwood, non credo ci abbiano mai presentati. Anche se sicuramente saprà chi siete, o quantomeno chi si dice siate. Senza prove, ovvio. Emma Colroy, molto piacere. Ti giri verso Diana, perché sia lei stessa a presentarsi e magari accennare al suo ruolo di influencer per agganciarlo. Quello che sta bevendo è un Margarita? L'alcol rimane sempre un ottimo modo per rompere il ghiaccio in una conversazione. Rimane un ottimo modo per affrontare la vita in generale, e mentre lo pensi sfoderi un sorriso sghembo solo per Blackwood.
    Imprenditrice
    Mafia
    Wesen Jackals 32y.o. Queen Dragoness
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    Lotteria: 4 (se l'ha già scelto qualcuno avvisate)
    Ballo: yay
801 replies since 5/9/2015
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