Every move you make...

Josh/Chrys| Private Room (Imperial Hotel) | Lower Manhattan | 19 Dicembre | Contenuti sensibili

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    E' notte fonda. Lo so perché conto i minuti quando scende il buio e le uniche luci sono quelle basse dei dispositivi che mi tengono sott'occhio, dei cazzo di guardiani che non ho chiesto. Ma che è notte lo so anche perché tu non stai dormendo. Dovresti farlo, soprattutto perché sto un po' meglio, perché tra poco magari torniamo a casa ed allora ti prometto, Chrys, che sistemiamo tutto.
    Forse me la sono persa l'infermiera che ha fatto il pieno di morfina. Forse neanche di lei mi frega un cazzo, ma solo di te. Che puoi essere così indifeso tra le mie mani, ma non me la tolgo di dosso l'espressione che hai avuto quando l'hai ucciso. E sei venuto da me. A prendermi. Non ne avevi ancora abbastanza eh? Quando ti entrerà in testa che io non vado bene? Spero mai, cazzo.
    "Chrys.." che neanche ti chiedo se sei sveglio, lo so, posso quasi sentire i tuoi occhi seccarsi, e poi inumidirsi quando ti tormenti troppo, e - di nuovo - farsi fiamme che non ti bruciano neanche più perché ci sei abituato. Te lo soffio solo, piano, spostando le mani con cui ti ho tenuto stretto fino ad ora. Carezze, lente. Girati verso di me, ti prego. Non resisto.
    "Dimmi che vado bene anche così." dal niente lo tiro fuori. Così come? Così senza un occhio, così senza quella forza che ancora non mi è tornata. Così a pezzi che ho paura tu non voglia più allungare una mano su di me. Ti supplico come farebbe un bambino, con il fiato in gola, gli occhi chiusi, si io ancora so dirlo al plurale, ancora questa mancanza non mi va bene. Ma al buio fa meno male, perché nel buio io vivo anche senza vedere. La mia mente ti riproduce in ogni centimetro, anche quando tu magari non lo vuoi. Non te l'ho mai chiesto, mai cazzo, perché ho sempre saputo cosa volevi. Dovrei saperlo anche adesso, no?
    Ti sono così vicino che posso baciarti lì dove ti piace, lento, sotto le prime vertebre, caldo, morbido per ora, e cazzo la tua pelle è la mia casa. Ti sfioro come Judas, con il muso, come quel gatto del cazzo, sfiorandoti lo zigomo d'ossa. Lo faccio piano ok? Così se non ti va puoi ancora fermarmi, ma cazzo se vorrei ti andasse bene, perché adesso.. adesso lo sento di nuovo da quando sono finito qui, da quando sono quasi morto. Ti voglio, Chrys. Ti voglio troppo anche al limite di un muscolo che non batte come dovrebbe, che l'aritmia fa un rumore diverso, troppo acuto, devo stare attento.
    Ho il respiro pesante, te lo premo con le labbra, e con la mano che ti ho ancorato al fianco, che ti scava a scatti, come se poi io potessi rivestirmi di te, come se non ti avessi mai toccato prima, come se ti venerassi. Stavolta fallo fare a me, fammi venerare cazzo. "Mi sei mancato"
    Il solito egoista del cazzo, quello che conosci, mi hai sposato anche per questo no? Perché io non ti so stare lontano, non fisicamente, ma forse proprio per il cazzo. E so che questo è un azzardo, ma te lo dico piano, con la voce che mi si spezza da quanto lo voglio, da quanto so che metà di me non si sa muovere bene e non potrei fare davvero tutto.. ma qualcosa, Dio, qualunque cosa si.
    Ci gioco con il confine del tuo ventre, le sento le ossa acuminate, non stai mangiando, anche questa è colpa mia. Ma rimedio tutto, te lo giuro. Fammelo fare.. fammi scendere, fatti avere... che sembrano vent'anni d'astinenza per me. ".. mi vuoi ancora?" ansimo, piano.

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    ''Certo che lo vuoi, non è vero, Chrys?''
    Tengo gli occhi chiusi perché lasciarli aperti per altre ore potrebbe solo che peggiorare il fastidio che sento. E li sento pesanti, sì, così pesanti che potrei persino rischiare di addormentarmi davvero, ma sai che questo è niente di ciò che vorrei. Non posso dormire, Josh e ti chiedo scusa se non ti ho risposto subito. Se ho avuto un istante di quiete in qui i muscoli si son rilassati forse troppo. Ti chiedo scusa per aver quasi ceduto a Morfeo e per essere scivolato nelle sue grinfie solo perché la tua mano intrecciata alla mia sa donarmi quel calore che forse acquieta. Conforta gli animi.
    Scusa, davvero, se magari ho finito per lasciarti credere che non ho più alcuna intenzione di occuparmi di te. Ma ci sono, sto riaprendo gli occhi. Te li sto puntando addosso. E...va tutto bene, no? Forse mi sono già abituato ai bip del macchinari, quindi non ci faccio quasi caso ai cambiamenti ma...mi sembra vada tutto bene. Anche questa notte respiri. Anche questa notte il tuo cuore batte, allora posso tornare giù. Posso affondare la faccia nel tuo cuscino e lì restarvi fino a domani.
    ''Ehi...'' Neanche a dirlo che sono già verso di te. Anche se solo con il capo, che ho paura di voltarmi del tutto e staccare qualcosa. Parlando sottovoce affinché non ci sentano. Anche se questa stanza è solo nostra adesso, anche se pagare dovrebbe garantirci un certo tipo di privacy.
    ''Non riesci a dormire? Stai bene?'' Trattengo le palpebre contro le tue carezze. Affinché il movimento lento della mano non le spinga a chiudersi. Affinché non mi sembri una scelta così bella e dolorosa.
    ''Ti sta toccando, diglielo che ti sei segato in bagno mentre lui dormiva.'' No...io...per favore, Josh, non accarezzarmi così. Manteniamo le distanze di cui hai bisogno per riprenderti.
    ''I-in che senso?'' Non vorrei balbettare, ma la tua domanda mi spiazza. Non è qualcosa a cui ho pensato, in effetti. Penso sia spontaneo esser certi che sì, certo che vai bene così. D'altro canto sei sempre Josh, no? Il Josh che ho sposato.
    ''Diglielo che te lo scoperesti anche se non avesse le braccia. Che l'ultima sega te la sei fatta pensando di infilargli l'uccello direttamente in bocca. Senza nemmeno farlo alzare dal letto.'' No no, io non ho pensato a queste cos - Mi manchi Josh, ma lo so che non è questo che mi hai chiesto. Solo che non lo capisco. Ci provo, mi sforzo, ma lo sai che devi darmi tempo. Che devi darmi modo di metterti a fuoco e guardarti nell'oscurità come se potessi comunque ridisegnare il tuo volto nella mia mente. E non sarebbe nemmeno una menzogna, d'altro canto ho pensato a te così tante volte durante la mia esistenza da conoscerti a memoria.
    Mi volto piano, quando le labbra sulle vertebre mi fanno tremare ed istintivamente sono portato a premere il viso contro il tuo, a ricambiare le fusa anche se dovrei bloccarmi.
    ''Sei sempre Josh...'' Questa è la mia risposta. Quindi sì, sì che vai bene anche così. Tu non vai solo bene, tu sei l'essere più perfetto che io conosca.
    E più ci incontriamo più perdo il lume della ragione. I neuroni smettono di creare connessioni sinaptiche, probabilmente e le labbra, boh, forse si schiudono solo per permettere all'aria di uscire fuori.
    ''Fattelo succhiare come avrebbe fatto Caleb a Las Vegas.''
    Non lo voglio come Caleb...non voglio che si faccia male.
    ''Ma vuoi venire...vuoi sentirti amato.''
    Sì ma, lui mi ama anche se non scopiamo da giorni.
    ''Dici?''
    A me non sei mancato, Josh. A me continui a mancare, anche adesso, che i tuoi baci, anche se lievi, riaccendono fuochi che non ho modo di spegnere solo perché è il buonsenso a dirmelo.
    ''Mi manchi ancora...'' Le punte dei nasi si incontrano. Cazzo com'è difficile sfiorare le labbra senza lasciarci scivolare la lingua. Com'è difficile tenere le mani ferme sul tuo fianco scoperto.
    ''S-sei sicuro che posso?'' Mi vibra lo sterno. Chiudo gli occhi: Mi aiuto nel trattenere respiri profondissimi, che già soffoco.
    ''Cazzo, Josh...'' Stringo gli occhi così forte che forse spariscono anche le ciglia. ''Vorrei toccarti.''

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    Ti ho guardato dormire, Chrys, finalmente abbandonare le tue ansie per qualche ora, non troppe ma va bene. Va bene se posso ancora essere la tua morfina, il tranquillante che ti placa. Se sapere che ogni giorno sto un po' meglio, ti tira su dal letto e non ti fa venir voglia di non muoverti più. Vorrei sapere cosa ti dici nella testa, ma non ho la forza di entrarci. Potrei, so che sarebbero incubi, so che perderei ogni energia a dissiparli, so che te li vorrei strappare via perché stessi bene, almeno tu cazzo. Almeno tu.
    Girati ancora un po', di più perché possa dirtelo sulle labbra, tutto quello che non ti ho detto. Il viaggio di nozze sarebbe stato l'altare di ogni tua perversione, e te l'avevo detto che non saresti uscito dall'albergo finché non avessi voluto tu, una tregua, solo per non dire che in Islanda ci eravamo andati per scopare con un paesaggio diverso. Cristo questi discorsi mi tengono incollato a te. I tuoi ricci scomposti dopo la cerimonia, il modo in cui ci passo le dita adesso, che li stringo piano perché questa è la mia forza di merda, quella che mi resta ora, che mi riprendo con i denti ogni giorno. Scivola su di me, Chrys, amami cazzo. Che sto già perdendo ogni capacità di ragionare, di controllarmi, di non tremare. Mi ricorda la prima volta, quando ogni respiro preso così da vicino sfociava in quel "che cazzo stai facendo?" che lo volevo più io di te. E per me è sempre la fottuta prima volta, sei sempre nuovo, sei sempre l'unica persona che voglio. Sei nei miei cazzo di pensieri ogni respiro. Tanto che adesso che li ho così vicini, adesso che parlare è difficile, le tue labbra le faccio mie. Non mi importa che il cuore ululi contro i macchinari, è un picco che controllo, è l'effetto che mi fai. Fatti baciare, Chrys.. lasciami fare.
    Mi manchi ancora.
    "Lo sento..." che ti manco ancora, che non ti basterà questo, che sono distante quando dovrei essere qui. Mi dispiace, cazzo. Ma mi fa tirare su gli angoli delle labbra, sapere che ancora, anche adesso, anche se io non mi sento quel Josh, tu mi vedi così. Tu mi vuoi, e non è più una cosa che davo per scontata. Cazzo quanto ti voglio anche io. Te lo sussurro in una carezza lenta, che mentre ti giri tra le mie mani mi fa ancora male tutto. Un male del diavolo, che si incastra in modo che non posso neanche tenertelo nascosto. "... ti voglio, cazzo.."
    Ho bisogno di scoparti per ore. Nasconderti sotto pile di cuscini tra cui ti spingerei fino allo sfinimento. Ho implorato per i tuoi gemiti del mio cervello, nella testa, sulle labbra e tra punti che sono solo tuoi.
    E quindi non me ne frega un cazzo del dolore, non se posso prendermi i tuoi ansimi, la fatica che fai a trattenerti, che mi ricorda che allora qualcosa conto ancora, che anche se magari ti chiudi in bagno per ore quando dormo, dopo lo sai che io sono qui. Te lo ricorderò ogni fottuto giorno che ci resta, che mi hai sposato, che questo è l'effetto che dovrei farti sempre. Quindi il bacio lo prendo io, te lo strappo dai denti, insistendo sulle labbra come se potessi divorarle, come se fossero mie, come lo sono sempre state. Non baciare mai nessun altro Chrys, mai così, solo per gioco, ma mai come me. Scavo, come se un po' ti scopassi anche così, e Cristo se mi scalda ovunque. Ad occhi chiusi, che vorrei già non sapesse finire. "Cosa vuoi farmi, Chrys?" Toccami, stringimi tra le dita, tra le labbra, dove cazzo vuoi. Sali su di me oppure scendi ma fallo, fallo cazzo. Un morso che ti stringo sulle labbra, che ti bacio ancora, che è uno dei modi in cui riesco ad amarti adesso. "..dimmelo"

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    Sussulto solo nel ricordarmelo che sotto queste lenzuola sa esserci una pelle. La tua. La mia. Che si fondono, a volte, ma che oggi nel farlo potrebbero solo che assomigliare a galassie che collidono tra di loro. Siamo bellissimi insieme, l'ho sempre sostenuto, anche se adesso, più che nelle alte volte, finisco per soffrirne ogni constatazione.
    Perché vorrei farti ciò che posso solo permettermi di pensare. Che ho paura.
    ''Ne hai sempre.'' Paura di farti del male più di quanto io abbia già fatto. Che quell'occhio te l'ho cavato io, anche se con mani altrui. Quelle costole te le ho spaccate io così come quel sangue...il tuo sangue, beh, te l'ho cacciato fuori a forza. In silenzio, sì, ma senza mostrar alcuna pietà.
    ''Perché di lui non ti interessa.''
    Perché sono un marito di merda che non sa proteggerti. Che ti manda in pasto ai lupi e ti tradisce in virtù di istinti che sanno paralizzarmi. Tutto mi paralizza, Josh. Ogni pensiero che faccio, ogni immagine che vedo. E non so pensare a nulla di positivo, ultimamente, se non a questo incontrarsi di mani che un po' preannuncia la violenza. Una repressione che sa chiudermi la gola come se le mani ce le stessi mettendo tu.
    ''Digli di stringere, digli di ucciderti.''
    Uccidimi, Josh. Te lo sto sibilando tra le labbra. Lungo la lingua che accarezzo, che ripercorro. Che questo bacio lo voglio da una vita. Lo voglio da quando non eri altro che un ragazzino. Te lo premo sulle labbra. Scusa se faccio male. Se per trattenermi già ansimo, respiro pesante. Ma cazzo, cazzo se mi mancava l'odore che ha il tuo respiro. Un sapore suo. Faccio scendere una mano che già trama lungo il tuo fianco. Non è quello buono, ma posso andarci piano. Ripercorrerlo solo per raggiungere l'inguine sotto il pigiama. Respirare male perché già sento qualcosa prender forma tra di noi. Spinge contro gli slip, fa un cazzo di male.
    ''Vuoi fargli male. '' Silenzio. Prendo fiato. ''Male...'' Lo sibilo a denti strettissimi. Che le gengive già si arrossano. Sanguinano.
    Perché il male è tutto ciò che ha mosso sino a qui. La morte di tuo padre, la morte di Lilian. I miei polsi tagliati. Il tuo occhio solo. Forse è sempre e solo grazie al male se finiamo per scopare. Per aprirci in due e vomitar così tra polmoni e costole tutto ciò che proviamo.
    Come quella volta a Las Vegas. Come vorrei che mi tirassi su così. Che mi legassi al tetto. Al cielo. Penzolante, pronto per essere preso come più ti piace. Un impiccato da scopare.
    Ma non puoi farlo.
    ''Non ti vuole più.''
    Non so se riuscirai a farlo di nuovo. Ma non te lo chiedo, non voglio. Perché l'indice ed il medio hanno già superato l'elastico dei tuoi pantaloni. Delle tue mutande. E come la sinistra scivola su di te, la destra lo fa su di me. In sincrono. Canta una canzone nella testa e seguirò quella. Ballerò per te. Per ballare di nuovo insieme, come prima di raggiungere la passaporta.
    Premo la schiena contro il materasso. Il volto è ancora verso di te, ma non ti guardo. Tengo gli occhi chiusi perché lo sento come le gote si stiano arrossando per la vergogna. Che ne provo troppa ora. Perché stringendo te stringo anche me. E se su di te mi muovo, allora mi muovo anche su di me. Non la mollo la presa, nemmeno quando un gemito sa farmi rabbrividire ed è tutto un incurvare piano i lombi. Piegare il ventre in avanti anche se non c'è nulla contro cui spingermi.
    ''Josh...'' Il tuo nome si perde nei sussurri di un cuore che nel battere sfonda la pelle.
    ''Io...'' ''Smettila, non cominciare!'' ''Io...ti merito?'' Ed è un aumentare di velocità. Che tutte le dita ci avvolgono laddove la pelle sa farsi più sensibile e tirano. Prima giù, poi su, a ritmo dei miei respiri, forse.


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    Niente, cazzo, è più potente di te. Niente sa farmi questo, sa farmi uscire anche se fuori c'è una cazzo di tormenta, anche se le tue dita bruciano lungo la pelle, che superano bende di cui mi sono già stancato.
    Voglio darti tutto, non l'hai capito? Ti vendo l'anima, fanne il cazzo che vuoi.
    Tu meriti ogni cosa che possa fare, e meriti anche qualcuno che si alzi da questo letto e che possa farti tremare le ossa. Che ora sei tu a farlo con me ed è fottutamente ingiusto. Cristo.
    "Male" te lo ripeto in un cazzo di sussurro che mi apre un buco nei polmoni. E' un ringhio che non riconosco, che non so fare mio perché è il primo dopo giorni, perché neanche Peter ho saputo contrastare, e adesso a sfidarmi ci sei tu. C'è la tua mano che scende come ti ho chiesto, come ti sto implorando. Ma hai paura, e te lo sento addosso. Non così... anche se preme in me, anche se sei sempre tu.
    Non sono un malato del cazzo, Chrys.. o forse lo sono, forse queste macchine ti danno un'idea che non esiste e non può esistere perché io voglio che tu gridi il mio nome ancora, ancora, che me lo ringhi dietro il collo, che le parole fatichino ad uscirti perché c'è la mia mano a bloccarle. Rivoglio Las Vegas, cazzo, rivoglio tutto: ma soprattutto io rivoglio te ed il modo in cui posso farti male. Non trattenerti, cazzo non sono un malato.. non sono un malato.
    Anche se fa un male del diavolo, anche se il cuore ora sto tenendolo buono perché non sarebbe così, vorrebbe esplodere, vorrebbe morderti e forse lo faccio. Lo faccio quando un tocco basta a strapparmi un altro ringhio dai polmoni, che evolvo in un gemito che neanche soffoco: neanche ti nego.
    "Si?" non lo so come mi esca perché gli occhi li chiudo anche io, lascio andare un respiro liberatorio che mi brucia, che sono aghi in gola e poi neo polmoni, e poi tra costole, sei il mio fottuto filo spinato. Dio ci morirei avvolto a te e sarebbe l'unica cazzo di morte accettabile. Con te, o niente.
    Ti voglio più di così, ti meriti più di così, e non te lo so dare perché sono bloccato e mi sono stancato di questi continui limiti del cazzo. Allora non importa se faccio più pressione lungo i cavi, se li stacco e ti impongo di non guardarmi ora, di non dire niente, che andrà tutto bene perché l'ho deciso io.
    Che ho bisogno che la mia mano ti risalga il petto, non ti blocchi i movimenti che mi fermano in ansimi ad interrompere la logica dello scivolare di polpastrelli. Oh Chrys, col cazzo che te la cavi così, non prima che ti arrivi alla giugulare e la stringa, piano ma solo perché la forza non ce l'ho anche quando vorrei. "Rivoglio la mia fede" che manca al dito che puntello sulla carotide, che è il modo che ho di dirti che si, si io non sono una cosa che si merita, sono tuo marito e adesso sei in questa cosa con me, che non voglio nessun altro. Questo, io posso dirti questo. "Non.. te la cavi così.. " mi esce a scatti, che sei troppo veloce perché io possa ragionare. "Questo è mio.. chiaro?" ringhio, ancora, stringo i denti perché di mano da usare ne ho una sola, ma voglio che sia la mia a stringerti, a scivolare oltre l'inguine, a scalzare la tua a tenerlo tra le dita, a mantenere un ritmo che sappia muovermi il cuore e farlo rischiare, si, ma cazzo è così che mi sento vivo dopo giorni. Che tu sei anche questo per me. Sei mio, e ti rivoglio in qualcosa che non puoi fare da solo. Ti premo il naso contro una guancia, ma voglio le tue labbra e so scavare per prendermele con la poca forza che ancora voglio mi resti. "Tutto.. Chrys.. " meriti tutto.

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    Te lo ricordi quel bacio che ti ho dato nella cucina? Quello che sapeva di Ray ma era tuo, lo era sin dalla prima volta che con lui ci ho scopato e guardandolo, non so, ho sorriso di convinzione?
    ''Sei la mia persona preferita.'' Sai come gliel'ho detto? Prima non ci avevo mai fatto caso. Sai come funziona, no? Forse parlo a sproposito quando decido di uscire dal guscio. Perché è l'unica autodifesa che ho con le persone. Specie quelle che non conosco e che essendo così distanti da me forse mi fanno persino paura.
    Non ricordo com'è che l'ho fatto. L'ho rimosso, immagino rimodellato. Ma adesso, se penso a ciò che sei, suppongo di aver sempre mentito a quello stronzo solo per boh, sperare che tra le bugie poi saltasse fuori l'unica ed indiscutibile verità lampante.
    Sei il mio faro. Lo so grazie ad Atropo. Che sono come San Tommaso, quello che senza occhi non saprebbe riconoscere ad un palmo dal proprio naso.
    Sei la mia luce e ci sei sempre stato, sì, anche quando strabuzzavo gli occhi nella speranza di riuscire a vedere oltre te. Che eri così accecante, così bello.
    Ed i suoi connotati li ho sempre confusi ai tuoi. Perché mi bastava il chiarore dei vostri occhi per scoprirmi smarrito in casa mia.
    Te lo ricordi il bacio che ti ho rubato in cucina? Quello che tu hai ricambiato, sì, ma perché ero stato io ad implorarti di farlo?
    Io non lo volevo più Ray. Forse non l'ho mai voluto davvero. Ma era lì, aveva gli occhi tuoi, all'inizio ed io avevo bisogno di qualcuno che potesse per qualche istante metterti da parte. Spingerti via. Lassù sul palco, nei concerti dove a separarci c'era sempre troppa folla.
    Anche quando eri solo nei Morgana e seduto in fondo al bar forse riuscivo comunque a scorgerti indistintamente.
    Beh, non lo so perché ci sto pensando adesso. Lo faccio sovrapponendo forse troppe immagini.
    E sogno, forse, di quei sogni che si fanno ad occhi aperti e che forse sono come incubi: Fanno sudare, fanno più male del presente.
    Però ecco, quello che vorrei dirti ora, in metafore che non hanno capo né coda, è che forse sono un uomo meschino e che non è bastato solo il male ad avvicinarti a me. Il male altrui, s'intende.
    In ogni passo, anche in quelli che facevo per voltarti le spalle, ci ho messo un po' del mio.
    Quella pianificazione che Erika non mi avrebbe mai attribuito ma che adesso, con te, assume un certo senso.
    Io ti ho sempre voluto, Josh ed immagino di averti avvicinato nel peggiore dei modi.
    Ho cercato la tua gelosia prima del tuo amore. Come se, cazzo, che insensatezza, come se privandoti di ciò che non volevi poi venissi stimolato a desiderarla.
    Ma ha funzionato, no? Mi sono fatto scopare affinché tu potessi consolare il mio abbandono. Mi sono tagliato i polsi affinché tu potessi ricucirli.
    Ma adesso, adesso che a salvarti sono io, che non c'è più quel Chrys da proteggere, mi chiedo se ancora mi vuoi.
    Che è un pensiero fisso che va di pari passo con la speranza di meritarmi tutto questo. Come se per me non esistesse alcun tipo di principio alchemico. Nessun concetto di scambio.
    Perché io ti ho tolto qualcosa sperando che tu potessi darmene delle altre. Io ti ho visto morire nella speranza che tu resuscitassi per me. Ed ha funzionato, no? Cazzo. Sei qui solo perché ho permesso a Peter di farti a pezzi.
    Affinché il tuo dolore fosse per me la maschera da supereroe da poter indossare dinanzi agli altri.
    Ma sono solo un cattivo dei fumetti, non è così? Qualcuno di cui non capisci le motivazioni ma che, in qualche modo, empatizzi.
    Lo fai quando rinneghi il mio altruismo e mi chiedi di lasciarti spazio sul mio corpo.
    Il cazzo, sì, stringimelo forte.
    Che certe cose le comprendo solo così. Solo quando mi sfiori e le voci nella testa divengono solo un grande coro. Grattano, urlano, ma poi si acquietano. C'è il silenzio. Non suonano nemmeno i macchinari. Forse un brusio, un lento gracchiare lontano.
    Il rumore bianco, vero?
    Non ti rispondo nemmeno, ho così tanti gemiti repressi in gola che se non li facessi uscire adesso, beh, esploderei.
    Ma la mano sinistra la lascio picchiettare sulla tua erezione. Affinché ti sia chiaro come, sotto la mia fede, ci sia anche la tua. Braccata lì, stretta, perché se fossi morto ti avrei portato per sempre con me. Anche se avrei spedito il tuo fantasma oltre la cortina, anche se...no, nessun se.
    Stringo gli occhi per dire agli altri di far piano, di lasciarci un attimo da soli, così, anche se l'aumentare di un movimento così meccanico mi porta alla confusione. Stiamo...bene, vero? Anche se la rabbia che provo aumenta, si espande. Va via da me per avvolgere te, come vorrei avvolgerti io, voltarti, afferrarti da dietro.
    Ma non posso. Mi sento tradito. Forse da me stesso, forse da te o da quei piani che hanno magicamente preso una piega diversa. Ricerco il tuo viso, ricerco le tue labbra e lo faccio perché sento che stai facendo la stessa identica cosa.
    Mi fai stare zitto anche se non ho parlato e la lingua scatta subito tra i tuoi denti, lungo la tua. Ti cerco come se ti avessi perso di nuovo nella Dimensione Ombra.
    Sei il mio sole, sì, un esplosione che sa farmi ribollire il sangue in corpo. Giù per l'inguine arrossato.
    ''Segami.'' Cazzo.

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    Tu credi che io non lo senta. Che io non mi ricordi della mancanza di qualcosa di fondamentale al mio cazzo di dito. Vedi che poi mi tocca stringerli i denti, perché non la impari mai questa lezione.
    Eppure lì, quando sei arrivato verso di me all'altare, credevo avessi capito. Credevo ti fosse entrato il concetto, finalmente, che io non starei mai da nessun'altra parte se non qui. Se non con te. Tu sei il mio centro, sei anche la cazzo di ragione per cui ho strisciato trattenendo il sangue finché ho potuto.
    Te l'ho detto, ti ho promesso che sarei vissuto per te, ma tu.. tu avresti dovuto promettermi lo stesso, che lo sappiamo fin troppo bene come sei fatto. Che allo specchio ti odio, non ti ci guardi come dovresti, non più. Che quando passi davanti alla tua immagine, si riaprono i tagli sui polsi.
    Ma se io vivo, Chrys.. se io vivo tu non puoi morire.
    E lo so che cazzo fai, sai? Lo so anche quando ti stringo al punto che se muovo il tempo con il tuo non ti resteranno ancora tanti ansimi prima di parlarne.
    Lo so e basta, lo sento perché non sei qui. Perché so come scopiamo, so cosa vuoi, e tu sai cosa voglio e adesso hai solo paura di rompermi.
    Cazzo è questo che sembro vero? Una fottuta teca di vetro. Dio.. non era così che doveva andare. Non è questa la luna di miele. Anche se le tue labbra le aggredisco come se lo fosse, come se da questo non respirare dipendesse il domani, la tua scelta di restare.
    Non mi tocchi, ed ora che lo fai ce l'ho anche io un momento in cui so di amarti più di quanto tu sappia di scaldarmi con poco. Con un morso che ti stringo sulle labbra, forse troppo, forse lo vuoi sentire il ferro sulla lingua, forse la vuoi la cazzo di sensazione di bruciore allo scambio di saliva che non ti risparmio.
    Devi capirlo che ti amo, capiscilo ora ti prego. Fallo mentre è tua la mano che vince per prima, sei tu che hai l'asso, che batti le mie giocate, che ti prendi il mio cuore che ora urla il tuo nome. "Cazzo.." te lo spingo lento sulle labbra, Cristo mi sono mancate anche quelle.
    Ma ora so solo stringere l'occhio sano che mi resta, fermare il bacio che si sposti in un moto che voglia spinga te al limite, con me. La mia fede non me la puoi portare via, ho il cazzo di diritto di averti scelto, di amarti, di chiudere gli occhi e ricordarmi quanto eri felice perché stavi venendo da me. "Vieni da me" te lo sto chiedendo piano, mi senti Chrys? Sei ancora qui con me almeno un po'?
    Cammina di nuovo per la navata, ricordati cosa stiamo stati per quei dieci minuti, che io quello voglio esserlo tutta la vita. Ti prego, accettami di nuovo così come sono adesso che non è cambiato niente, per me. Non su di te, mai su di te. "Ehi" ti aspetto.

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    I denti spaccano le labbra. Il sangue è solo una prova inconfutabile di ciò che siamo. Il ferro, come una pallottola conficcata in gola. A bucar il cervello. L'ultimo sparo, il suicidio. Il sapore della morte è questo: Il sangue corrotto che arrossa i denti se ci mischio la saliva. Perché continuo a baciarti anche se fa male, soprattutto perché fa male.
    Questa è la punizione che merito. Che mi riporta per un istante qui. Risveglia le voci, mi fa salire l'emicrania.
    ''Diglielo.'' Non posso, non ci riesco. ''Digli che ti sei segato senza di lui.'' Lo sa. Lo sai come funziono. Che sogni faccio, cosa mi dico. Lo sai meglio di me. Come se lo vedessi tu per me. Le sentissi tu per me. Per me che da solo non so stare. Per me che non valgo niente.
    Non valgo un cazzo, Josh. Non lo merito uno come te. A cui nego l'ultimo movimento prima dell'orgasmo. A cui nego persino il mio. Perché ho bisogno di scendere, adesso. Di liberarti delle lenzuola solo per poterti scavalcare e mordere, con labbra rotte, gli unici lembi di pelle sana che ti sono rimasti. Lasciar lì le scie di un sangue che è tuo. Che anche se fuoriesce non uccide, non mi porta mai del tutto via da qui.
    Mordo il fianco, l'inguine, affinché il tuo seme si mischi al mio sangue. Me lo purifichi. Mi faccia soffocare in baci che prudono ma che ti concedo quando lo avvolgo totalmente e riprendo il ritmo di prima.
    Impreca ancora, da colore a questa canzone. Che io ti aiuto con le mani, ti aiuto con la lingua in preghiere che non ti concedo, ma che sibilo nella mia testa. Incessantemente, mentre gli altri ridono di me. Si burlano della mia debolezza, del modo quasi affamato con cui ti prendo, ti desidero, ti metto sopra ogni altra cosa. Che vali tutto. Vali un orgasmo mancato, ma che alimenti il tuo, in bip meccanici che stridono, che mi annebbiano i pensieri.

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    Non lo hai capito che il tuo tentare di uccidermi è la sola cosa che mi tiene in vita? Che a me non importa che tu vinca o che tu perda, mi importa che resti. Se c'è una cazzo di battaglia che devi vincere Chrys è quella che ti porti dentro dal primo sguardo insoddisfatto di Oleander, quando ha iniziato lui a non farti sentire al posto giusto.
    Per questo ora lo sei, con me, che posso tenerti qui e cazzo, non so, proteggerti se tu solo me lo lasciassi fare. E se io.. se io non morissi sempre nel tentativo.
    Che ci siamo fatti promesse del cazzo, ma tu mi hai detto che mi ami, e io.. io quella è la voce che ho sentito prima che Peter mi togliesse per sempre la possibilità di vederti come ti ho sempre visto: con entrambi gli occhi ben aperti.
    Io ti ho sempre visto Chrys, e mi pento, cazzo, di essere stato tanto testardo da accecarmi da solo, che ora probabilmente un occhio in meno me lo merito.
    Lo faccio quando il tuo sangue si mescola al mio, quando soffoco in un bacio che ti accende, e cazzo adesso puoi anche scavarmi nel petto e non cambia niente, ci trovi posto solo per te, anche se è spezzato anche se hanno provato a dirmi che non potevo restare con te.
    Io non voglio essere niente che non ti sia complementare, anche se mi odi. Anche se ti odi. E allora passerò il resto della mia cazzo di vita a convincerti che non puoi odiarti se io ti amo così.
    E non potresti neanche fare quello che stai facendo, che ti fa scattare in movimenti che mi fanno trattenere il fiato. E' un misto letale di quello che provo, quello che mi fai provare ed il modo in cui mi hanno distrutto. Tu sei la mia cazzo di distruzione, ma sei anche la scelta che farei sempre.
    Te l'ho chiesto, di venire da me, e lo so che ogni volta si fa a modo tuo. Oggi di più perché non posso muovermi, scostarmi da te, prenderti e appoggiarti al materasso, fartici affondare ancora come io vorrei affondare in te.
    I brividi mi spostano il cuore, lo fanno battere come la sorpresa che sei, che le mani te le incastro trai capelli, tanto il ritmo lo sai, e tanto non ho la forza di dartelo io.
    Però fa male, cazzo Chrys fa malissimo adesso, ma è anche.. è anche la cosa più bella di questa settimana di merda. In parte sei solo tu, tu che mi vuoi ancora, non come fossi un malato terminale.
    "Dio, Chrys!" che è si un modo per dirti che alle tue labbra, bagnate dal sangue, neanche ci voglio provare a resistere, è solo impossibile, è solo che non mi stai aiutando. E so come esca in un ringhio quel gemito che, all'improvviso si spezza con i miei fiati. "Piano, amore mio.. piano" e te lo dico quando ormai ci sono, quando tu ti bevi tutto ma mai quello che dovresti davvero tenere con te.
    Boccheggio, perché il respiratore non dovrebbe servirmi, ma non dovremmo scopare almeno per altre tre settimane secondo i medici. Ma tu le cose non le fai mai come dovremmo e, cazzo, neanche io.
    Che vorrei solo passarti le dita sulle labbra e, non tremando come un cazzo di invertebrato, ripulirle, che il mio sangue ricucia il tuo.
    Che tu mi sei mancato più dell'aria, ed anche se il cuore non si regolarizza, se ulula in quelle asticelle verdi che toccano picchi altissimi, io.. io sto quasi bene. Quasi meglio, quasi come se non fossi qui. Ma a respirare mi sforzo, perché te l'ho promesso, anche se ancora lo faccio male, che perfino un gesto del cazzo come passarmi una mano trai capelli, è doloroso adesso. Non riesco a dirtelo.

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    Il sangue si mischia alla saliva. Lo sai che è inevitabile. Come quelle volte che ci aprivamo i palmi delle mani per tirar giù promesse infrangibili. E sputandoci sopra cercavamo un collante. Le mie dita strette alle tue per un solo istante. Come le dita che ora stringono l'uccello. Su e giù, nella promessa di amore eterno che rinnovo qui, in ginocchio dinanzi al bip frenetico di macchine senz'anima.
    Voglio che ci scoprano: Tanto non ci resta niente da perdere, no? Sto pagando per questo. Per un momento di gloria che sappia valer qualcosa anche per te. Perché questo tempo ci spetta a discapito di ogni cosa. Delle tue preghiere che forse nemmeno sento, non quando a governare c'è solo un istinto che finisce per prendere il possesso di ogni muscolo. Come se avessi una mano sopra la mia a fare ciò che tu credi stia facendo io. Mi guida quando non vorrei farlo. Spinge quando vorrei darti una tregua. Rispettare i tuoi respiri, quei cenni che dovrei decisamente tenere in considerazione. Come quando Alice si sforza di dirmi qualcosa che all'inizio nemmeno capisco. Che nascondo in un angolo del cervello senza darle mezza risposta.
    ''Lo senti, come ti da il contentino? Sei come un bambino per lui.''
    Lo so che non è vero, che sto accelerando solo per essere certo di darti tutto ma senza toglierti niente. Nemmeno quei respiri che avrei trattenuto per me premendo le dita lungo il tuo collo. A stringere, stringere forte. Come l'ultimo morso di fiato che fa risalire la lingua verso la bocca.
    ''Amore mio...''
    Una smorfia di disgusto quando ingoio. Anche se solitamente mi piace, anche se tutt'ora sa farlo. Sei il sapore che preferisco, prima del gin lemon, prima della pizza.
    E sono l'amore tuo, sì, quello che nel passare la lingua lungo le labbra si ripulisce, sì, ma solo per tornare a succhiar il labbro ferito.
    Che nel prendersi parzialmente cura di se stesso ritorna giù da te. Ti passa delicatamente una mano sul petto. Vorrei rincuorarti.
    ''Ehi...'' Un sussurro sibilato per non farci sgridare da chi di dovere. ''Sapevo di essere bravo, ma non fino a questo punto.'' Ti ricordi com'è che ho imparato a sdrammatizzare, a cacciar via la paura? Forse non è stato con te, ma è in tua compagnia che ho iniziato a metterla in pratica questa ironia del cazzo che non fa ridere nessuno. Nemmeno me adesso.
    ''Vedi, cosa hai fatto per un orgasmo?''
    Scusa. Scusa Josh. Non lasciarmi di nuovo.
    Mi tiro su per issarmi su di un gomito. Uso la mano su cui non faccio peso per accarezzarti viso.
    ''Ehi...'' Ma li noto i macchinari adesso. Lo sento il modo in cui non sai respirare decentemente. ''Josh chiamo - chiamo qualcuno. Glielo dico che è stata colpa mia.'' ''Sei come un bambino, Chrys.'' ''Non lo faccio più, scusa!'' Anche se è stato bellissimo, anche se infilerei di nuovo la mano tra i miei pantaloni.

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    La sai la mia immagine felice? Si che la sai Chrys, è solo che non vuoi sentirla. Non vuoi sapere che sei tu. Che è a te che ho pensato fino alla fine. Non vuoi sapere che vederti cantare su quel palco mi ha ucciso prima che lo facesse Peter. Quel che è peggio, è che se anche te lo dicessi non lo accetteresti. Come non accetti che io ti ami adesso, pure al limite di un tintinnio fastidioso nel cervello, o di un'orbita che gira a vuoto.
    Tu e quel vestito, tu e la tua fottuta vestaglia che sembra il mantello di un supereroe, o così almeno ho provato a spiegarla ad Alice, prima di accorgermi che era troppo grande per bersela. Però è così, così quando al tuo posto avrei dovuto esserci io, ed al mio posto tu.
    Tu in un letto d'ospedale, con l'ossigeno per respirare, con le ossa infrante ed il cuore aperto in due. Tu senza uno degli occhi più belli che vorrò vedere sempre, quel cazzo di verde me lo porterò nella tomba. Anche quando, rialzando lo sguardo, tra la patina di sangue, ti ho visto riprenderti me.
    Tu che adesso ti prendi anche quello che puoi, con i denti, con le unghie, con le mani e con quella bocca.. Dio come mi è mancata. Ed è la tua, lo sai, sai che chiunque altro non sarebbe la stessa cosa e, chiunque altro, adesso farebbe bene a starci tanto distante. Che mio ci rimani anche se la fede non me l'hai ridata.
    "N-no.." no, sto bene non chiamare nessuno, neanche se gli strumenti urlano, se il respiro non mi torna.
    Anche se nel riaprire gli occhi tu non ci sei, non ci sei cazzo. Dove sei Chrys? E' tutto scuro, è tutto. Cazzo è la dimensione ombra. No, no no io non ci torno lì dentro, è troppo presto. Non sono pronto!
    Non è reale. Non ho davvero Peter davanti mentre tengo il ritmo di un battito perso. Mentre le mani stringono materasso e cuore, lenzuola e sangue. Il tuo.. è il tuo sangue vero Chrys? Non-.. non è il mio. Non sono lì, non sono lì.
    Ma fa male tutto, cazzo, brucia come se mi avessero trafitto con mille fottuti aghi roventi, appena sterilizzati con le fiamme, cristo.
    "Sto-.. bene" un cazzo. E lo sai, ma lasciami fare, lasciamo raggiungerti un braccio per stringerlo nel piegarmi a lato, fronte contro fronte, fammi solo.. solo respirare. Ci sei tu.
    Tu e la tua preoccupazione, e la tua ansia, e la mia ansia non so dove inizi l'una e finisca l'altra. "Smettila" ringhio, piano con una forza che non trovo, ma che basta a dirti che se mi resta un sorriso, ne è valsa la fottuta pena.
    "Non chiamare nessuno, voglio stare con te..." forse vaneggio, forse sto respirando appena di più, forse il cuore può scendere di battiti. "Ehi.. ciao amore mio" si sono una testa di cazzo, lo sai no? Lo sai quando te lo dico apposta riaprendo l'occhio, solo per guardarti e vedere se tremi ancora. Che a parole puoi dirmi che sei qui, ma io te lo devo leggere che mi vuoi ancora, che non sono un peso. Che io il sorriso ce l'ho.

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    E se a muovermi fosse davvero l'egoismo? E se fossi davvero io, quello cattivo e non Peter. Non Morgan, Oleander, Erika, Marigold, ma io? E se fossi io l'ultima cosa di cui avresti bisogno? L'ultimo che può davvero salvarti, far qualcosa anche solo per farti star bene?
    ''Ovvio che è così.''
    Già. Se fossi io l'ultimo a vederti. Il primo a metterti una mano lungo le tue labbra. Ad accarezzarle, sì, ma sino a toglierti del tutto ogni respiro. Cosa succederebbe?
    Mi ameresti ancora per non aver chiamato qualcuno? Per averti lasciato da solo ad affogare dinanzi ai miei occhi, con le dita a risalirti il mento. Il pollice e l'indice a premerti rispettivamente lungo le guance.
    ''Fatti guardare.''
    Guardami Josh, provaci. Anche se c'è rimasto un solo ed unico faro a puntarsi su di me. A vedere le cose per quel che sono. Sono un mostro, non è vero?
    ''Non...non mi sembra.'' Un balbettio. Come quella volta che ho bussato forte contro la porta di casa tua perché Lilian era morta e tu non eri tornato per scoparmi. Che mi hai lasciato da solo con il corpo della tua ex stretto tra le mani. A volerla smembrare piuttosto che ricucire.
    Ti prego Josh, anche se sono terrificante, anche se sono inutile, fammi entrare. Fa qualcosa che ti tenga ancorato qui per sempre, che non faccia vacillare in me l'idea di poterti perdere in un istante.
    Premo la fronte contro la tua, non chiudo gli occhi, ti guardo così. Male, sì, ma ti guardo. Come quando dormivamo insieme ed io mi svegliato prima di te. O forse non dormivo affatto. Ed eri bellissimo, sì, con due occhi tenuti chiusi e le ciglia ad accarezzarti gli zigomi.
    Respiro male con te.
    ''Lascialo morire. Starai bene.''
    No. Josh, ti prego, ''Non lasciarmi da solo.'' Non so nemmeno come mi esca. Sta di fatto che non smetto di tremare. Perché in noi ci ho creduto ancor prima che avesse senso farlo. Quando tu stavi bene e mi volevi tanto da farmi male.
    ''Se devi respirare...fallo bene.'' Cazzo, scusa. Scusa se mi stringo di più. Se lascio scivolare via la mano dal petto per restare a pregarti di essere migliore, un po' più forte.
    ''Amore mio...'' Come adesso dici tu. Respira per me, per favore. Vivi per me, ti prego. Stai bene al posto mio, che altrimenti io muoio, altrimenti i polsi si riaprono. Il sangue torna a fluire senza che vi sia forza necessaria affinché ritorni al suo posto.
    ''Niente tornerà come prima.''
    Lo so.
    ''Ti sta bene?''
    ...

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    "Mai" che se devo respirare bene allora lo faccio, io non ti lascio Chrys.
    Ed è solo una sillaba ed allora la faccio uscire così bene, tenendoti più stretto che posso, per la nuca, trai ricci, là dove non puoi liberarti di me. Che te l'ho promesso, lo faccio anche adesso che nel guardarci non ci vediamo fino in fondo. Io, non riesco a vederti, non con questo velo trai miei ed i tuoi occhi.
    E lo sapevo che la tua paura era questa, perché cazzo è anche la mia. Era.. lo sarebbe stata se ci fosse stato al mio posto. Ti avrei solo detto che ti è impedito dal fottuto Universo di lasciarmi. Non ora che mi hai trovato, non ora che mi vuoi e cazzo se dovranno solo andare bene le cose per noi adesso. "Mai.." lo sussurro più piano, spezzato come lo sei tu, infranto al suolo, che sono io i cocci che ti feriscono i polsi. E' colpa mia. Sangue che mi scivola dagli occhi. "Te l'ho promesso.." è solo un sussurro tra noi, a denti stretti, piegandomi perché tu lo senta quanto ancora voglio che mi resti accanto. Io te l'ho promesso che sarei vissuto per te, in un respiro che ora provo davvero a prendere per bene. Che il tuo corpo trema e non lo fa il mio, no perché sono la tua cazzo di roccia e fammi esserlo ancora un po'. "Mai, cazzo.." ancora, a me ed a te lo dico, non so neanche come cazzo mi esca, solo che te lo dico mentre scivoli di più contro di me, lì dove ti ho aspettato per giorni o per una fottuta vita intera. Lì dov'eri anche quando avevamo diciannove anni e speravi in qualcosa che non sapevo darti. Non lo so se sia come dirti che ti amo, ma io credo di sì. Lo credo in un battito che va a calmarsi, che il controllo del mio corpo deve - di nuovo - essere solo mio.
    Lo sapevo. L'ho capito da quando Peter mi ha preso, da quando ho visto il sangue bagnare la neve che tu.. tu non te lo saresti perdonato mai.
    Ho voglia di dirtelo altre mille volte, che non è colpa tua, è mia. Che forse non mi importa neanche di chi sia, mi importa che mi resti vicino. Tu. "E tu non andare via..da me" te lo chiedo come lo chiederebbe un bambino, cazzo ma ti prego ascoltami ok? Ascoltami se te lo sussurro piano, piegando la testa per tornare a guardarti. Non andartene anche se non sto bene, aspettami ok? Aspetta che io mi riprenda e ti giuro su tutto quello che ho, che .. sarò più forte di prima.. credimi.. quando tornerò, che io sto tornando. Vero? "Ormai mi hai sposato.." più piano ancora

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    Vorrei smettere di pensare adesso. Di sentire questi bip fastidiosi. Di sentire il tuo cuore battere così. Che se ci passo su una mano forse trema pure troppo.
    Vorrei che ci fosse il silenzio come lassù in Islanda. Quando Peter ti ha portato via ed io non sono riuscito nemmeno a sentirmi urlare. Lo vorrei solo per permettermi di pensare a cosa sarebbe successo se io ti avessi stretto di più. Se non avessi mollato la presa sul tuo corpo così come sto facendo adesso.
    Che questa stanza è bianca come quella neve, asettica, sporca. E tu sei cremisi come il sangue che ti scorre nelle vene. Sei una macchina di imperfezione tra la perfezione di cavi e fiocchi pallidi.
    Ma sei bello anche così.
    ''Anche con un occhio solo.''
    Già, anche se oggi resti solo un ammasso di ciò che avrei voluto fosse mio tempo fa. Anche se sei un puzzle da completare i cui incastri mi confondono. Perché vortica tutto. Fai una giravolta tu, poi lo fa tutto il resto. Ed i cavi ti avvolgono. Ti stringono. Ti tengono appeso laddove, potendo, potrei persino toccarti. Ma non lo faccio. Non lo faccio anche se vorrei quell'orgasmo di nuovo. Ancora ed ancora.
    Che è l'unico suono che posso sopportare.
    Com'è stato morire, rischiare di lasciarmi da solo?
    Hai goduto così, un po', mentre quello ti cavava l'occhio e fratturava le ossa?
    Com'è che funziona la morte? Ti lascia davvero uno strascico di erezione quando il corpo si irrigidisce per combatterla?
    Cos'hai pensato, di me, quando morendo l'hai fatto da solo? Qual è stato l'ultimo dei nostri ricordi?
    ''A te cosa resta dei vostri ricordi?''
    Tutto. Ogni fottuta cosa. Ogni fottuto dettaglio. Come la luce nei suoi occhi, che resterebbe anche se fossero spenti. Anche se la vita gli fosse passata attraverso.
    Mi resta casa nostra, le sue mani addosso che fanno male. I suoi...i tuoi ringhi. La tenacia con cui sei tornato adesso. Anche se è un mondo diverso questo, anche se tu sei diverso. Forse lo sono anche io...non lo so.
    ''Al posto suo ti saresti lasciato morire, non è così? Avresti preferito la morte a questo senso di inutilità.'' Ma non sei inutile, Josh. Non sei debole nemmeno così. Ed io lo so perché qui, quello forte, resti sempre tu. Funzioniamo così noi: Io cado e tu mi ritiri su anche se hai le braccia spaccate. Anche se per farlo devi usare una gamba od entrambe.
    ''No...'' Sibilo di rimando ai tuoi. Cose se ci fossero telecamere a guardarci. Come se qualcuno potesse sentirci e strapparci via tutto ciò che ci resta. ''Ti sto incollato al culo per sempre.'' Perché le promesse si mantengono e gli amici non mentono. Gli amici si aiutano a vicenda. Restano, sopportano, resistono. Anche se respirano male come te. Anche se non so smettere di tremare ed ho paura di ogni cosa, adesso. Di perderti di nuovo, sì e di aver reso questo ultimo giorno insieme terribile, insignificante.
    Che avrei potuto essere più delicato. Avrei potuto succhiartelo meglio. Avrei potuto...avrei potuto non sposarti. Josh. Saresti stato meglio adesso, sì.
    Il tuo cazzo sarebbe finito in bocca di Lilian. Avresti creduto ciecamente al tuo essere etero e terribilmente portato a farti una famiglia con lei. Se la bambina non te l'avesse strappata di mani. Se anche lì, anche quella volta, tutto fosse rimasto sotto il tuo controllo.
    Tu lo sai com'è che sta Alice adesso? Io non so dove sia. Forse a casa nostra, forse è tornata da dov'è venuta: Via dalla nostra esistenza. Via dalla mia vita.
    ''Forse meriti di restare solo.''
    Già, è così.
    ''Forse nemmeno le carezze di Alice fanno per te. Forse non le meriti, sai?''
    Non merito niente, Josh. Non merito alcuno sforzo, alcuna tua promessa.


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    Chrysanthemum
    mago nero ━ marito ━ becchino ━ percettore spiritico ━ asperger
     
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    Adesso ti credo. In questo cazzo di momento c'è solo una persona a cui credo e sei tu. Tu quando ti sei mosso con Lea per scegliere me, quando mi hai chiesto di sposarti neanche fossimo due ragazzine. Quei film non li guarda neanche Alice.
    Tu, Chrys, che mi dici che resti anche se lo so come si muove la sua testa. Te l'ho visto fare con tanti, troppi. Perfino con chi ora non vuoi ricordare e con quello che dalla testa ti ho tolto.
    Lo so che se potessi non amarmi lo faresti. So che se potessi rinunciare a quello che siamo, per evitarmi il gancio di Peter nello sterno, lo faresti. Mi guarderesti da lontano dicendoti che va bene così e sai.. cazzo sai che lo farei anche io se potessi. Eviterei di perdermi ora guardandoti negli occhi. E non lo faccio perché mi sono mancati, lo faccio perché sono la mia macchina della verità. A volte non c'è neanche bisogno che io ti entri nei sogni, lo vedo da qui, dal modo che hai di dirmelo senza dirlo.
    Ma io sono paranoico no? Ti piace questo, e questo sono anche quando mi costruisco idee che non esistono - oh ma esistono si - e le porto avanti perché in questo credo: credo che farei di tutto per te.
    Tranne una cosa.
    Tranne una che non dovrai mai chiedere.
    Non sono così bravo da essere io ad andarmene per primo, che ti consumerei pur di non lasciarti a nessun altro, neppure da solo a te stesso. Chiuderesti i battenti alla vita troppo in fretta e non sono pronto, Chrys, a lasciarti divorare da Tharizdun e ritrovarti con me nel suo stomaco.
    "Sempre, cazzo" stammi attaccato al culo sempre e non allontanarti mai, che adesso l'idea di non vederti quando riapro gli occhi è una fottuta mancanza di fiato totale.
    "Mi dispiace che non sia andata come volevamo.. " ora non so dirlo diversamente ok? Prendila come cazzo viene Chrys, perché fa male e basta. Lo fa in una carezza che ti sfiora la guancia, che si ferma nelle increspature della barba che cresce, che non controlli perché ora non te ne frega un po' un cazzo di qualcosa che non sia io. ".. eri così bello cazzo.." e lo sei ancora, lo sei anche adesso. "Eri felice.." prima che la mia sola presenza distruggesse tutto. Io non avrei dovuto sfidarti e basta. Non avrei dovuto baciarti, non avrei dovuto rispondere né aprirti la porta. "Ma sarai di nuovo felice Chrys" questa ecco è la mia nuova cazzo di promessa, una che ringhio contro il mio stesso dolore. Uccido a vista per te, chiunque ti respiri troppo vicino e sento che lo sai, lo sai quando ti stringo di più. "Lo giuro"

    When I leave here, let come what must. What do I care about it now, if hereafter men hate or love, or if in those other spheres there be an Above or a Below ━━━━━━━━━━━

    joshua çevik
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