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Bello non avere mai un attimo di cedimento, vero? Meraviglioso, tanto io che cazzo posso fare eh? Tutto perché te l'ho promesso, ma è quando l'occhio cade su di voi che so che non posso, che ho una fottuta urgenza di bere adesso. come ce l'avevo quando è arrivato Israel, immagina come cazzo può essere ora che c'è Edric. Quel biondo del cazzo.
Ci pensi che gli stronzi alla fine sono sempre tutti biondi? Pure Ray lo era. O forse no, o forse a me non frega più niente, voglio solo trascinarmi fuori da qui. Voi siete tutto, ma Cristo se adesso siete troppo.
E' un automatismo del cazzo, ma oggi non ti chiedo scusa. Ma proprio con il cazzo, che aspetto giusto il tempo di vedervi dormire. Si certo, è una visione celestiale no? Belli, voi che vi legate come se fosse qualcosa di naturale. Come se lui non fosse qui a portarla via. Come se non fosse un'altra minaccia del cazzo e lo sai, Chrys? Mh? Lo sai che ti ho proprio raccontato una stronzata, si? Ti ho detto che non sarebbe stato un problema, tanto non lo è mai niente. Neanche quasi morire.
E si, lascia stare, sono un egoista del cazzo, uno che si trascina giù senza neanche curarsi del rumore che non attutisco, quello di un fondo di bottiglia che batte sul bancone della cucina.
Non è il momento di venire a rompermi il cazzo, che sono stato anche troppo bravo no? Si, me lo dico da solo. Che tanto mezza bottiglia di Daniel's scende che è acqua. Il segreto è questo, non so forse me lo hai insegnato tu anni fa: che si butta giù il più possibile in un sorso appena, così che quando brucia lo faccia alla fine, e diventi un fottuto inferno nello stomaco.
Divampa eccome, ed è perché lo fa così bene, così dolcemente nell'avere un retrogusto amaro, che espiro contro il mobile, incassando il fiato nei polmoni e le spalle piegate. Sono proprio un egoista del cazzo e sai cosa? Stasera va bene così, questa è una di quelle volte in cui proprio dovresti dormire, e lasciarmi qui ad esagerare fino alla nausea.
Tanto che nel trascinarmi verso l'isola di marmo ci appoggio sopra anche una seconda bottiglia, piena stavolta. E li guardo anche i bicchieri, ma che cazzo me ne faccio. Nah, stasera non c'è bisogno di loro. Stasera voglio dirmi che posso prendermi una pausa dalla mia fottuta e cronica incapacità di gestire tutto. Il mio dolore, il mio occhio, il nostro matrimonio, come ci si sia incastrata la morte e CRISTO, io te lo avevo detto che ero il male, che ti avrebbe fatto male stare con me. E adesso arriva il fottuto santone dalla dimensione di Alice. Che non lo è, ma è mia figlia. Nostra, ok, che tanto è legata più a te che a me. Ma va bene, anche se ogni zio Eddy che sento nella testa ha l'odore del cazzo di un addio.
Non mi fido di lui, solo di questo, della bottiglia che mi scolo senza alcuna premura, ripulendo i rivoli d'alcool con il dorso della mano.
I pugni, poi restano chiusi, spinti contro questa superficie che sembra fatta di ghiaccio, mentre è solo un velo la nebbia che mi assale e siamo al buio, cazzo se ho bisogno del buio e del fottuto silenzio, che lascio il mio cuore martelli, mi dia dello stronzo fermo contro il marmo. Contro il mondo. Fermo e basta, che non ne posso più, non stavolta. La mia rabbia non ha un controllo, è elettricità statica sopra la mia testa, attraversa le iridi in fulmini veloci. Dormi, cazzo!
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Magari non voglio, non oggi almeno, sentirmi dire che sono stato io quello a sbagliare. Non di nuovo, almeno, non come una parte di me sta già facendo. Perché sì, io lo so bene cos’è che ho fatto, cosa ho detto od il modo in cui mi hai guardato quando ero stretto al tuo braccio come uno stupido, stupidissimo, cazzo. Io queste cose non le so dimenticare facilmente. Non ci so passare sopra nemmeno dopo aver salutato Edric sull’uscio della porta come se non fosse successo un cazzo ed ho seguito Alice in camera solo per dirle, magari più a me che a lei, che tu stai bene. Che anche tu, come noi due, hai le tue paure e le tue giornate no. E questa, cazzo, sono sicuro di avercela trasformata io. Io che ho approfittato delle sue paure per passar più tempo con lei piuttosto che con te. Magari per non doverne parlare, già. Magari perché oggi, a differenza di altri giorni, non é che ho molto da dire, insomma, magari preferisco macerare la cosa tra me e me. Rifletterci mentre affondo un bacio nei suoi capelli morbidi. Mentre mi tiro su in un automatismo che conosco bene: Perché se tu sei al piano di sotto allora io devo stare con te. Mi sembra un pensiero semplice, nulla di troppo strano, insomma. Anche se poi mi rendo conto di non voler parlare. Nè affrontare troppo approfonditamente discorsi che so bene come finirebbero per distruggermi ulteriormente. Non sono ancora pronto, ma magari lo sai, sì, a dirti che ho una paura folle di perderla. Come se fosse davvero figlia mia. Come se l’avessi messa io al mondo. E se per tenerla dobbiamo dar l’impressione di essere dei bravi genitori allora no, cazzo, se non devi mettere al muro il suo fottutissimo zio venuto qui per riprenderla. Capisci? O sono di nuovo io quello a sbagliare ogni cosa? Non voglio chiedertelo.
Non lo faccio nemmeno quando chiudo la porta della sua stanza e scalzo, scendo le scale seguendo la scia delle luci calde del soggiorno. Ne sfarfalla una, ma non è un problema. Non lo diventa nemmeno quando finisce per sfarfallarne un’altra.
“Ehi…“
Amore mio del cazzo, meraviglioso e bastardo nel tuo cazzo di loculo dove ormai ti rintani a bere. A quanti bicchieri sei? Perché non mi hai chiamato per così condividere insieme?
Non chiedo nemmeno questo. Trattengo solo un respiro quando superando il salone varco la soglia della cucina e ti sorrido. Perché sì, cazzo, non devi assolutamente mettere al muro lo zio di Alice, ma questo non significa che tu non sia stato terribilmente sexy nel farlo. Mi eccita quel modo che hai di prenderti cura di noi. Scusa.
“Livin’la vida loca eh…“
E lo so, scusa, ma mi viene spontaneo indicare con lo sguardo la bottiglia piena al tuo fianco. E non voglio che il mio sia un ammonimento, anche se, dai, insomma, non capisco perché tu debba bere sempre più fuori da qualsiasi ricorrenza potremmo festeggiare così. Non hai orari, non hai un cazzo, a volte. A questo punto dimmelo, ti prego: Ti faccio mancare qualcosa?
Non chiedo. Non chiedo mai. Mi limito solo a poggiar il culo sul tavolo dinanzi a te. Braccia issate contro la sua superficie, rigide, non tremano nemmeno.
“Versi un bicchiere alla tua First Lady?“
Deglutisco. Ho un nodo in gola. Scusa se non so chiederti scusa. Se sento di non doverlo nemmeno fare. Ti guardo i piedi ma cerco di nasconderlo o quantomeno, di non darlo troppo a notare.
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Edited by ( : - 6/4/2022, 10:42. -
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La prima bottiglia è vuota che sto già aprendo la seconda, per quanto mi riguarda non sento ancora niente. Un fottuto cazzo di niente. Nessuna vampata di calore. Si ha bruciato ma si è anche spento e non mi basta. Per questo la mano trema, quando poi la stringo di più al secondo collo, e rompo il tappo spezzandolo tra le dita.
Non fregherà un cazzo a nessuno, perché anche questa avrò il coraggio di vuotarla in pochi minuti, finché non arriverà qualcosa che mi dirà di fermarmi, finché non sentirò il fuoco lambire ogni cazzo di strato, allora lo implorerò io di smetterla e non sarà mai abbastanza.
Io non sono abbastanza, vero Chrys?
Non sono abbastanza forte per evitare di farmi portare via la notte nel nostro matrimonio - bella quella vero? ci piangiamo ancora la notte vero? - eppure mi vuoi un debole del cazzo davanti ad un'altra minaccia.
E vuoi che ti prometta di proteggerla, di tenerla con noi e sei cazzo il primo che non me lo fa fare a modo mio? Ma no, certo, Josh non controlla la corruzione da quando è tornato. E' questo che la fa sfrigolare in risposta appena entri, brucia più lei che il Daniel's.
Tanto lo sapevo che non stavi dormendo, figurati se puoi non tormentarmi una fottuta sera. Una cazzo, Chrys ti chiedo tanto? Una volta in cui posso finalmente fare qualcosa che mi sembri utile a noi. No, ma va bene, diventiamo pure dei maghi bianchi del cazzo, mi sembra un'ottima idea.
Cristo, credi che non sappia che non meriti neanche di vedermi così, mh? Credi che io mi diverta a prendere ogni volta un brandello diverso di me e farlo a pezzi davanti a te? O darti anche solo l'idea che tu debba preoccuparti, come se io fossi un figlio e non il tuo cazzo di marito. O il tuo marito del cazzo, vedi cosa ti piace di più. Che a te non vado bene, giusto?
Lo è di più quando sento la tua voce, e roteo gli occhi, guardo su per prendere un respiro e si, si che dovevi restare a dormire, perché neanche so come ti guardo se non con la stessa rabbia che ho riservato ad Edric. Solo tu, in fondo, amore mio del cazzo, sai cosa leggerci dentro. Perché a te non devo dire niente, no? Tu puoi guardare nel mio occhio finto e vedere quanto cazzo sono spaventato in realtà, e non lo fai, non te lo lascio fare. "Dovevi restare-.." al tuo posto, lo ringhio, ma non lo penso, cazzo non lo so. Togliti e basta da qui "-a dormire" Non costringermi a versarti un cazzo, non adesso, che la bottiglia è mia, e tu "Prendi quel cazzo che vuoi" tanto è casa tua, no? Che smetto di guardarti, lo faccio per passarti davanti e tenermi distante. Io mi devo tenere distante perché lo sento come bruciano i polsi, e sia febbricitante la testa, è tutto contro di te e non va bene, cazzo. Non va bene che mi fermi quando io non so farlo per conto mio, che dubiti di me. Credevi l'avrei ucciso, Cristo lo sai! Tanto che poi il mio ringhio lo senti, decifralo come riesce solo a te. "Torna di sopra"è un fottuto avvertimento, che non mi è piaciuto quello che hai fatto, l'ho detestato cazzo, anche se amo te come la mia fottuta vita, e vederti fermarmi, sapere che hai quel potere è stato. Non lo so che cazzo è stato, torna su e basta.
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Ok, sì, va bene dai. Ha senso, no? Che tu voglia stare un attimo per conto tuo sì, un po’ come quando vorrei starci anche io ma poi, insomma, tu vieni e condividi quel momento con me. Intendi questo, vero? Quando mi inviti a prendermi qualcosa da bere da solo, intendi che comunque, a breve, ci sarà un momento in cui potrò accucciarmi a te come tu fai con me quando il mondo mi sembra un po’ più schifoso del solito. Giusto?
Ma non chiedo, no. Io non chiedo più nulla. Non me la sento, non ce la faccio. Non dico nulla nemmeno quando finisco per seguirti con lo sguardo, incasso queste parole che…sì, insomma, mi sembrano cattive, ma comunque mi sforzo di non dartelo troppo a vedere. Tanto che mando giù l’ennesimo boccone di bava. Saliva raggrumata agli angoli della bocca. Mi sento un cazzo di cane bavoso, di quelli che comunicano solo così, rispondendo con la bava ai ringhi. Magari tremando un po’ come dei cazzo di chiuhuahua. Sono il tuo cane, vero? Quello che se mandi a cuccia poi alla cuccia torna. Ci va zitto zitto, magari persino con la coda tra le gambe.
“Non ho sonno, comunque.“
Mi sento di doverlo puntualizzare, mentre aprendo il frigo, trattengo contro il petto un litro di succo di frutta. Almeno il suo freddo mi aiuta, non so, a sbollire, tipo. Anche se non so cosa. Perché non sono arrabbiato, affatto. Forse sono solo deluso, sì, ma di queste cose che mi stai dicendo e del modo in cui…vuoi che vada via, vero? Dimmelo che no, non riesco a capirlo.
E me lo ripeto eh, giuro che lo sto facendo anche ora che mi attacco al cartone e bevo quanto mi riesce. Un po’ per scusare i miei silenzi, un po’ perché sai farmi venire la gola riarsa solo nello starti appresso.
Ma con la coda dell’occhio ti sto dietro. Più di prima, finalmente riesco a guardarti. A cercarti senza la paura di trovare, non so, qualcos’altro, qualcosa per cui no, non sono affatto pronto. Ma io non sono mai pronto. Non lo sono in niente.
“Sc-cusa?“
Poi la voce trema, ma insomma, magari non te ne sei nemmeno accorto, d’altronde é stato solo per un istante. D’altronde sei alla tua seconda bottiglia. Sai, non voglio dirtelo perché mi sembra terribilmente scontato, ma so contare.
“Potevamo bere insieme e finire a far l’amore…che significa questo?“
Stringo la mano attorno alla confezione di succo di frutta. Pesa, sì, perché é ancora piena più della metà. E da che mi stavo avvicinando, ora mantengo un attimo le distanze. Appena, giusti per, non so, farti capire che mi sento colpito. Non so dove, ma in un punto che sa solleticarmi, mi da fastidio.
“Non sono un cane…o un bambino. Tornaci tu sopra, che hai già bevuto abbastanza…mi sembra.“
O magari sei solo arrabbiato, non so, inizio a credere di non saper più nulla. Non oggi almeno, che non so chiederti scusa perché non credo di avere torto. Non così tanto, almeno, ecco.
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Edited by ( : - 6/4/2022, 10:42. -
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Rido, nel modo peggiore che ho. Basso, stronzo, che tanto tu non ti allontani mai da me, hai la speranza di vederci ancora qualcosa di buono ma sai che cazzo succede quando calpesti le mie incertezze, Chrys? Succede questo e basta. "Certo che non ne hai" sibilo a denti stretti, come a dirmi che lo so che non voglio liberarmi davvero di te, cazzo no. No è solo una serata di merda, una che è iniziata con una minaccia ed è finita con me che l'avrei ucciso davvero.
Non ti guardo quando ti senti ferito, lo faccio appena dopo, riaprendo gli occhi, nel farmi un passo più stabile, o come cazzo riesco, insomma.
Mi devi dire come fai ad essere così bello anche quando io ti deludo mh? Con il tuo profilo, il tuo muso gentile, il modo che hai di avvicinarti a noi. A me, ad Alice, ai miei fottuti demoni. Come fai a tentarmi anche stando fermo? Dio, Chrys, ho bisogno di questo spazio adesso. Ma tu no, tu neanche questo mi lasci, che mi lecco le labbra come un fottuto animale, ed allargo le braccia come a dirti che questo, sono.
"Ah si eh? Vuoi fare l'amore con uno stronzo, Chrys?" Ti sfido, ringhiando sempre, perché sono un fottuto cane, lo sono più di te. E' che poi arriva la botta, che ancora ho gli occhi chiusi e la bottiglia sulle labbra, ed un cazzo di sorso fermo in gola. Me ne accorgo perché il cuore si ferma in un fottuto risucchio. Un altro stronzo che si aggiunge alla serata, perfetto, tanto che lo vedi no? Sbarro gli occhi. Certo che lo vedi come il sorriso si deforma in una smorfia che non sa essere una risata davvero. Fa male, fa bene, ma poi fa male ancora. Dai, andiamo, amore mio, non ti piace se bevo senza di te eh? Sei un po' un egoista di merda anche tu mh? Ma per questo ci siamo sposati, perché siamo fottutamente uguali in un sacco di cose. Ti amo, anche se sei un pezzo di merda quando lo so che cazzo hai pensato vedendomi attaccarlo al muro con la stessa forza con cui avrei potuto spezzargli l'osso del collo. Ed ho stretto, così tanto che ho sentito Faust nel cervello. Rideva anche lui.
Oh ma tu sei bravo, tu lo hai capito, lo sapevi, hai visto la sua fottuta ombra prima che la vedessi io. E ti ha spaventato, mh? Amore mio, dimmelo che tanto sono qui e tu non hai la minima intenzione di ascoltarmi, per questo la mia risata diventa un modo che ho di barcollare verso una colonna dell'arco del salone, mi ci appoggio con la spalla e trattengo un altro ringhio trai denti. Non mollo la bottiglia, questa resta con me, cazzo.
Ho bevuto troppo, mh? E sai che cazzo succede quando poi la botta scende, si fa spazio, mette fottute radici in me, si? Lo sai, Chrys. Guardami mentre ti faccio cenno di farti più vicino, irrigidisco la mascella, stringo i denti a sangue. "Dai, vieni a dirmi che ho bevuto troppo, First Lady" e sono meschino ad usare il nomignolo del sesso, uno dei tanti, solo per dirti che potrei rovinarlo con poco, mi basta una sola fottuta concessione.
"Vieni a fermarmi ancora. Bloccami il braccio, su" come hai fatto prima, mentre continuo a bere perché non basta a mandar via niente, e fa male tutto. Brucia come la corruzione che davvero non sento più mia, che non si collega a me come dovrebbe, e poi lo fa sussurrandomi la sua costante brama di sangue. Io lo avrei ucciso e tu mi hai fermato perché lo sapevi prima di me. "Sai sempre tutto, tu" Cazzo.
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Mi conosci. Cazzo se mi conosci bene tanto da dimenticare ogni cosa adesso. Cazzo se ad ogni tua azione io rispondo. Istintivamente, che magari sì, ok, un cane lo sono davvero. Il tuo, quello che se ne sta a guardia, quello a cui hai insegnato ad abbaiare dinanzi al pericolo perché prima no, da solo non era stato capace di apprenderlo. Per questo ringhio adesso, che poi mi sembra solo un modo stupido di risponderti nel medesimo modo in cui hai deciso di comunicare tu: A ringhi ed ironie che non colgo, no. Sicuramente non come le stai pensando tu, se dietro la risata c’é davvero una riflessione, se non è solo un riflesso involontario che hai dei muscoli. Che non stai ridendo di me, vero? Del modo che ho di farmi avanti quando vedo che l’alcol che mandi giù ti da fastidio. E no, ecco, ora non ho proprio voglia di far niente, sai? Benché meno di scopare. Anche se sei meraviglioso come sempre, anche se c’é una parte della tua testardaggine bambina che mi fa alzare gli angoli delle labbra in un sorriso. Ma questo non vuol dire che sono contento, Josh. Non sono per niente contento oggi, ma cazzo se sai farmi venire i brividi anche adesso che no, la pelle d’oca proprio non te la meriti.
E ad avvicinarmi mi avvicino. Che non ho paura di te, ok? Magari speri di spaventarmi, magari é solo una giornata decisamente no, così no che se potessimo la cancelleremo volentieri dalla nostra vita, ma ecco, io non me ne vado. Non vado a dormire, non ti lascio quaggiù a bere da solo, senza un minimo di controllo e solo perché…perché Josh? Ho davvero sbagliato così tanto? Ti ho ferito in un qualche modo?
“Vaffanculo…“
No no, giuro che non volevo uscisse così. Giuro che non l’avevo nemmeno pensato, affatto, davvero. Volevo solo stringerti le dita lungo il polso bollente e restar aggrappato lì. Per poco, giusto il tempo di fartelo abbassare, strapparti via la bottiglia di mano e sì, tornare a letto insieme. Anche se ti giuro, non me la sento di dormire.
E magari il polso cerco di afferrartelo davvero. Tanto cosa puoi fare, mh? Spingermi via?
“Amore mio.“
Lo marco in un sibilo che deve entrarti bene in testa. Perché non oso immaginare contro quali demoni tu stia combattendo adesso. Non posso sapere davvero tutto, come dici, ma cavolo se voglio davvero aiutarti. In qualsiasi cosa. Esserti di supporto a prescindere.
Ma siamo cani anche se non lo vogliamo, no? Anche se ce ne vergogniamo e forse questo spingermi muso a muso con te è solo un modo stupido come un altro che ho per intimorirti senza dover usare la magia. Anche se suppongo di non far timore a nessuno. Spavento solo me stesso, a volte.
“Invece che lanciare sfide velate, fa quello che vuoi fare.“
Ma te lo dico che già me ne pento. Deglutisco, ma cerco comunque di mostrarmi impassibile.
“Non sei codardo.“
Lo sono io. Ma se mi odi, ecco, dimmelo. Non farmi questo. Non voglio giocare così.
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Edited by ( : - 6/4/2022, 10:43. -
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Ed il primo vaffanculo è solo fottuta benzina sul fuoco. Alimentalo ancora, che non basta, che non ho bevuto abbastanza per prenderla male, per sentirlo piantarmisi addosso. Un po' come tu devi aver sentito contro i miei occhi, prima, quando per un attimo del cazzo non c'è stato niente se non Edric. Quel pezzo di merda si. E lo sai, tu lo sai perché la sua testa è finita contro il muro, si che lo sai. Per te! Cristo, per cosa credi che mi batta io mh? Per i miei bollori di merda? No, no Chrys perché so quanta paura hai che ce la porti via e questa sfocia nel tuo "amore mio" a cui rispondo con un sibilo uguale e contrario.
No certo che non lo faccio per me, per me ormai non faccio più un cazzo. Ed è la sola cosa che stasera.. stasera non conta. Avevo in mente un quadro perfetto del cazzo. Tu a dormire con Alice, a rassicurarla che è qualcosa di cui non sono mai stato capace, perché sei il fottuto collante di questa famiglia. Ed io qui, a darmi tregua da solo e dirmi che non sto perdendo tutto il controllo che mi resta. Oh, l'ho perso si.
Lo sai che non respiro quando sei così vicino, che anche se i denti stridono gli uni sugli altri, poi le labbra si distendono, poi il polso te lo lascio prendere davvero. Che la mia è una cazzo di richiesta d'aiuto, e tu... Dio, tu lo sai meglio di me come cazzo sono fatto. Tanto che la bottiglia la lascio cadere, lascio che si infranga ai nostri piedi, e delle schegge non me ne frega mai un cazzo, tanto ne ho talmente tante piantate in schiena che una in più, sotto i piedi, non mi cambia.
E ti guardo, Cristo se ti guardo, e non lo so. Non lo so cosa tremi in me, ma non mi piace quando mi riprendi davanti al nostro cazzo di nemico, quello che io riconosco e tu no. Per questo ne approfitto, sono anche un'approfittatore del cazzo, lo sai no? Che bel marito di merda che ti sei scelto. Mi basta una mossa. Allungo un braccio libero al tuo fianco, per scaricare lì il fulmine, che altrimenti finirebbe su di te: ed invece punta alla bottiglia vuota, che esplode.
"Amore tuo.." seziono ogni parola, e nel farlo ci finisci tu con la schiena alla colonna ed è la mia la mano che ti tiene il polso sopra la testa, inchiodato lì.
L'elettricità ancora scintilla dalle dita libere che riporto piano lungo il tuo viso, pizzica un po', Chrys, ma che cazzo vuoi farci eh?
"Saresti molto, molto più credibile se ti fidassi di me, cazzo!" è questo il punto e non vedevi l'ora di arrivarci, vero? Certo che si, che tu vuoi sapere sempre tutto quello che mi gira in testa, anche quando te lo tengo lontano perché devo. "Josh, Josh fermati, dai"
Ci vivrei tutta la mia rabbia nei tuoi occhi, cazzo. Per questo il mio ringhio resta un respiro, un nodo che non scende in gola, che la saliva ci si incastra e la testa fa male, e il cuore fa male, e cristo se fa male tutto. Ma non importa, non se ti respiro tanto vicino perché tu lo veda qual è la conseguenza del fermarmi quando vado fuori controllo. Non si fa. Non si fa e basta. "Te lo ricordi?" quel bacio del cazzo da cui è partito tutto.
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La bottiglia cade a terra ed automaticamente, un po' come se già avessi previsto questo, chiudo gli occhi già qualche secondo prima che si infranga al suolo. Il Jack Daniel's si sparge lungo le mattonelle, si infila tra le schegge e le fughe. Il rumore è così fastidioso che seppur me l'aspettassi, comunque sobbalzo. Cazzo se sei stronzo, sì. Se adesso sei così preso dalle tue cose da non pensare che rischieresti di svegliare Alice. E tu non vuoi che Alice venga qui a difendere me. Tu non vuoi vederla e basta, non ora almeno.
Ma del fulmine non me lo aspettavo, no. Nemmeno quando le luci hanno iniziato a sfarfallare e Carmen, beh, Carmen non capisco con chi stia giocando. Non me lo aspettavo, tanto che la tua presa lungo i fianchi finisco per scorgerla come un'azione a difesa di te stesso. Mi stringo per un istante contro il tuo petto. Lo faccio come avrei fatto se ci fosse stato qualcun altro a minare la stabilità di questa casa e non per forza tu.
''Io mi fido di te.''
Lo marco in un ringhio che ti punta gli occhi addosso. Li fissa nei tuoi, che ormai non ci interessa più rendersi conto di come uno sia diverso dall'altro: Restano quelli con cui mi guardi sempre e mi ami, quando sussistono serate che no, non sono queste.
Se non mi fidassi di te, d'altronde, opporrei resistenza al formicolio che lasci scorrere lungo il mio volto. Cercherei di liberarmi quando in realtà comprendo che questo è il modo che hai, magari, di ritrovare la pace. Di sfogarti rimettendo insieme i pezzi. Rimodellandomi come fossi una stanza in disordine da dover risistemare con cura. Con maniacalità.
Ma io mi fido di te e lo sai. Mi fido della tua violenza, della tua testardaggine e del modo che non hai di affrontare le cose. Perché, magari all'inizio sai persino sembrare bravo, impeccabile, perfetto, ma poi arrivano giornate come queste dove la maschera per un attimo cede, il mantello da supereroe resta gettato contro il divano e tu torni umano come tutti noi.
''Cosa ricordo?''
Te lo chiedo perché già, non so a cosa ti stia riferendo adesso. Quali mostri vedi dinanzi a te e cosa credi che io possa fare per distruggerli. Ma se mi spieghi magari ci provo. Te li strappo via, te li fagocito io. Io ti amo, Josh e le cose non cambiano solo perché a volte la paura sa prendere il sopravvento anche a causa tua.
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Il disappunto quando chiudi gli occhi. Cazzo, Chrys, mi alimento di questo adesso. Lo vedo, ti si irrigidiscono i muscoli. Non voglio che a legarci sia il fottuto disappunto di quando faccio qualcosa di sbagliato. E cazzo se sbaglio anche solo a respirare a volte, non è così? Neanche so che cazzo stai dicendo, so che ti lasci fare, opponendo quella resistenza che è talmente poca.
Troppo poca per farmi spingere di più, che invece le dita si riassestano piano sul polso. E mi perdo, cazzo mi perdo nei tuoi occhi, ti guardo come se fossi una vipera, un assassino, un problema e la mia fottuta vita. Perché non sto guardando te, ma il riflesso di me. Il mio occhio, il promemoria di quanto sia una merda se mi ci metto. E ancora non mi lasci fare.
Arrivi troppo presto, non dai tempo all'alcool di farsi strada a Carmen che, riluttante, mi dà quello che voglio. Le senti le nuvole che si addensano sopra casa? Sono io, adesso sei fieri di me? Mh? Ringhio ancora, basso, piano che scattano di più le scintille, ti illuminano il muso, illuminano me che ho spento tutte le luci perché siamo al buio, adesso te ne sei accorto.
Lo vedi Faust che si piega lento dietro le sclere pallide? Lo vedi nella pupilla che si dilata. Si dilatano se vedi qualcosa che ti piace, è quello il detto del cazzo, no? Beh eccoci, e quella cosa sei tu.
E sono le stesse che hai visto, quando hai preso una decisione al posto mio, quando mi hai detto che non dovevo fare il codardo, uccidere Morgan e poi prendermi tutto il cazzo che volevo dalla vita. E' bello decidere quanto sono lunghe le mie catene, amore mio?
Mi piace quando ringhi, mi stampa un ghigno in muso, anche se resto fisso a cercare i miei fantasmi oltre il verde che ti si spegne piano e poi si riaccende, lo fa perché ci illumino con la mia rabbia del cazzo. Inutile e stronza.
Il mio pollice scende lungo il mento, te lo rialza piano, che se posso ringhiare sulle tue labbra, allora tutto ha più un fottuto senso di quanto ne abbia ora. Che ora non ne ha, ora fa male, ora respiro male. Cristo sono così una merda che neanche lo reggo più l'alcol. Che vita del cazzo! "Eravamo qui.." di nuovo, ne parlo da solo, a ricordare la foga con cui mi hai preso da solo, che ti sei convinto che fossi solo il sostituto di qualcosa. Ti spingo contro la fronte. Vaneggio, ma che cazzo ne so io, mh? Il collo finisco per stringertelo davvero, ma non tanto, che non so farti male neanche quando per un lampo di secondo del cazzo, lo vorrei. Respiro pesantemente, lo faccio per riprendere un controllo, quando chiudi gli occhi, li stringo che Faust è dietro le mie spalle e cristo se lui è più incazzato da me. Barcollo, piano. "Tu non vuoi che mi prenda quello che voglio, Chrys..." che io uccida quello stronzo, tanto per dirne una. Bugiardo
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Io non ho paura di Faust, non davvero forse, non se lo collego a te. E tu non sei cattivo, Josh, tu sei una brava persona. Lo sai. Lo saresti stato anche se avessi ucciso Edric. Se lo avessi strangolato come, magari vorresti far con me adesso, davanti a sua nipote e nell'unico modo che senti di avere per poter mantenere le cose così come sono. Su un equilibrio precario ma che ti figuri di saper gestire. Sei davvero bravo a farlo? Io non lo so, ma di certo non me la sento di giudicare. Non ora, né mai. Che sicuramente avrei capito, anche se poi Alice sarebbe scappata via, quel moto che ti avrebbe spinto a lasciare un morto nella mia cucina. Io lo avrei fatto sparire, perché è così che funzioniamo noi. Anche se io non avrei alzato un dito contro di lui, nemmeno quella volta che al muro ce l'ho spinto io, comunque sarei finito per coprire le tue tracce. Lo avrei fatto a pezzi per te e seppellito laddove niente avrebbe potuto trovarlo. Perché qui non esiste, no? Ed Alice è troppo debole, troppo manipolabile per poter pensare di poter indagare tanto a fondo da scoprir la verità. E la verità è che sì, tu sei il buono, a modo tuo, ma insieme noi siamo merda. E non la meritiamo, forse, una persona come lei nella nostra vita. Per questo io resto sulle mie e cerco di non dar troppo nell'occhio. Di non dar, adesso, ad Edric l'idea che forse sarebbe davvero saggio portarcela via. Capisci, no? Ciò che diventa mio resta mio. Lo resta lei, lo resti tu anche se a volte mi spaventi, anche se adesso mi sto impegnando così tanto da meritare un cazzo di premio. Magari prima o poi la smetterai, magari ti riprenderai. Anche se la casa è caduta nell'oscurità e fuori si preannuncia un temporale di quelli pesanti, di quelli carichi di pioggia. Stai meglio, così? Meglio se a guardarmi lasci passare qualche secondo che alterni tra oscurità e luce. Una scarica leggera di scintille che ci fanno brillare l'iride. Respiro, ci provo, anche se adesso, magari, la tua mano mi da fastidio lì. Non ti ho chiesto di stringermi, ma ecco, voglio che tu riesca a trovare la tua cazzo di pace.
''Lo voglio ancora, invece.''
Perché ho fiducia, te l'ho detto. Anche se poi finiresti per fare qualcosa che non mi piace, qualcosa sulla quale dovrei riflettere a lungo, giusto per capire come interiorizzarla, come imparare a considerarla giusta e non lontana dai miei precetti. Non ne ho, no?
''Se non decidi, decido io per te, no?''
Ti ho detto qualcosa del genere una volta, ma non so, adesso, se sono davvero capace di gestire questo moto. Se sono davvero bravo a prendere le redini della situazione.
''Ma io... io non voglio che me la portino via, Josh. Solo questo.''
E li stringo gli occhi, solo per un istante. Perché lo so cosa risponderai e no, la morte di Edric non è la risoluzione al nostro problema. Io non voglio che con la sua morte la rabbia, poi, mi porti via Alice. Non voglio che sussistano delusioni o brividi ai quali finirei per non rispondere.
''Vuoi che ti dica cosa fare? Mh? Tanto ti piace sentire le mie cazzo di verità assolute, vero?''
Non lo so perché mi esce così, come se le parole che hai detto prima un po' continuino a far male. Che mi sento di troppo, adesso, anche se sei tu che mi tieni braccato contro un muro, anche se sei tu che, nonostante il fastidio, finisci per non mandarmi via.
''Uccidilo...Lo so che volevi farlo, cazzo, era palese. Uccidilo, poi oblivia lei, ma sta attento a non toglierle i ricordi che ha di me.''
Sarò egoista, ma l'idea che lei mi possa dimenticare mi uccide.
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Lo so che ora puoi vederci dentro il vuoto. Nei miei occhi. Si innesca quando dici che non vuoi che te la portino via. Si innesca come fa tutto con me, che i miei tasti li conosci troppo bene. Che sbatto le palpebre con le ciglia umide, quando Faust ringhia un odio profondo, viscerale, ma io non gli do più retta. Lo incateno con i fulmini alla parete della mia anima. Io.. io non lo ascolto.
Io stringo ancora la tua gola ma poi, poi la lascio andare, e la mano scende in una carezza che si appoggia ferma su una spalla. Cazzo non crederai che ti avrei fatto del male sul serio? Non-.. tu non lo credi, vero Chrys?
Non valgo più neanche il senso di minaccia che si ripercuote sulle braccia, che l'elettricità resta statica qui, come se io fosse il temporale che sta per abbattersi, ma tu fossi al centro del ciclone. Nel suo occhio, protetto mentre il mondo va a fuoco, mentre mi accanisco su sterpaglie che diventino incendi indomabili.
Tu cazzo, è per te che faccio questo e lo sai? Non so agire per me, io attacco per difesa, prima che ti scatti l'odio per non essere riuscito a tenerci nostra figlia, perché non la voglio avere l'immagine di te, ricurvo sul suo letto vuoto, a versare lacrime infinite di puro odio perché non siamo stati bravi abbastanza. Un tuono.
Ed io sono un cane di merda, Chrys, perché quando tu mi dici di fare qualcosa, lo sai che inneschi la reazione contraria, perché è quando mi assecondi così tanto, che io so che qualcosa non va. Che la mia coscienza bussa alla porta del cervello bevuto che mi ritrovo, ed io allora gli occhi li tengo chiusi. Respiro le tue parole, come se fossimo già sotto la pioggia che scende piano sui tetti, sulla nostra casa. Resta una carezza, data con l'ansia che ti libera il polso, che il palmo lo apro accanto al tuo viso, per fissare un corpo che barcolla ancora, instabile, fermo contro la colonna. Voglio restare un secondo così, cazzo non chiedo tanto no. Fermo, resta fottutamente fermo Chrys. Perché ora ogni mossa è un problema. Ora non voglio che ci portino via mia figlia, non voglio che la nostra vita debba avere sempre un ostacolo nuovo davanti. Sono stanco di non sapere come lottare, di sbagliare ogni approccio perché resto un cane. E tu questo hai sposato.
Spero non possa pentirtene mai. Neanche se il mio corpo trema, se respiro malissimo, se la rabbia è una costante repressa delle mia esistenza. Se, sfogandomi, saprei fare di peggio, devastare questa villa, spezzare ogni libro sui cui ti sei chiuso per giorni, mesi o anni. Potrei radere al suo ogni cosa rimanendo fermo nella penombra con te. Piove tanto, è quasi un temporale estivo, e la finestra la spalanco piano, sempre immobile, perché l'aria fresca mi bagni il viso prima che lo faccia qualunque altra cosa.
Non lo so se è un modo del cazzo per chiederti scusa, è qualcosa e basta. "Lo avrei ucciso.." confermo, in un gemito che è fastidio nella gola, che è un boccone che scende amaro, lento. ".. e tu lo sapevi.." sai tutto, amore mio.
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Alla fine ti plachi. Lo sento dalla presa che molli, dai fulmini che diventano pioggia, dal tono della tua voce.
Ti plachi che magari non c'è nulla per cui placarsi davvero. Che lo fai, non so, magari perché senti di doverlo fare. Che è così che si mantiene stabile un matrimonio, disinnescando quando ci si rende conto di essere più dalla parte del torto che dalla parte del giusto. Ed io non so se lo hai capito o se in realtà eri proprio tu a doverlo fare e non io. Non lo so come si gioca questo gioco, Josh, se c'è davvero un vincitore ed un perdente. Se ha senso, insomma, che si debba arrivare a questi punti di incomprensione. Se sono sempre io, alla fine, quello che non capisce mai niente. Quello che le cose le sbaglia sempre. Imparerò mai? Riuscirò mai ad essere alla tua altezza? Cavolo se non lo so. Se non lo capisco. Non quando restiamo così, immobili, quasi parte integrante di questa colonna. Che tu parli, sì, finalmente dici persino qualcosa che non sembra così malvagio. Parli ma a me sembra di non sentirti più. Di essere per un istante altrove, quasi come se viaggiassi su un piano di comprensione diverso.
Io lo sapevo, ovvio che lo sapevo. Cazzo Josh, sai chi sono: Ti sto dietro da così tanto tempo da conoscere ogni fottuto anfratto della tua mente. E se non è così, se non lo è del tutto, allora cazzo se imparerò. Se scoprirà cose nuove. Anche se magari adesso non ti dico nulla: Non un accenno di assenso né uno di dissenso. Non ti vengo contro ma nemmeno incontro. Nulla.
Ti lascio sbollire, ragionare da solo, mentre tenendo aperti gli occhi forse ti guardo con quell'espressione che ho da bastardo calcolatore. Che poi i calcoli si basino su tutt'altra esperienza io non so dirti: Non ho più parole, adesso, che non siano solo dei ringhi accompagnati ad uno sbuffare leggero. Sbuffo perché inizio ad aver sonno, magari. Lo faccio perché non mi piace l'idea che tu possa prendere il vizio del bere così seriamente da iniziare a farlo anche da solo. Capisci cosa intendo? Non è come quando ci divertiamo insieme: Quello che stai facendo tu è semplicemente troppo deleterio, troppo irreversibile.
Ma non te lo dico. Vedi? Sono bravissimo. Così bravo da restare sempre quel Chrys di sempre, quello che non cambia più volto per nasconderti una preoccupazione maledetta, perenne.
''E volevi farlo anche con me, prima?''
Non è una domanda che si fa carica di dubbi, la mia. Forse è solo qualcosa di lecito: Qualcosa che voglio sentirmi dire come a riuscir, solo così, a comprendere ciò che mi sta frullando per la testa. D'altro canto tu sai amare anche così, giusto? Con la violenza ed il sangue. Come se fossimo fatti solo di questo: Di brandelli di carne sanguinolenta. Nulla più, nulla in meno.
''Vuoi ancora che io me ne stia zitto e al letto, vero?''
Alzo il muso per guardarti meglio. Forse per sfidarti a dir di peggio, non so. Come se non ne avessi davvero abbastanza. Mai, in nessun cazzo di secondo della mia vita.
Come se volessi esser fatto a pezzi, sì. Come se sapessi incassare solo così.
''Magari questa notte dormi qui, sul divano.''
Naso a naso, uno sfiorar leggero ed un sorriso che si distende stupido sulle labbra.
Dimmelo che ti da fastidio, dai. Dimmi che non vuoi essere in alcun modo contraddetto e respinto. Ma dimmelo, cazzo, non lasciare a me l'interpretazione di ogni cosa. Non so immaginare, lo sai. Non so fare niente io.
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Arranca perfino il mio respiro, perché sei già andato troppo vicino a Faust. Non capisci che ti sto proteggendo? Non lo vedi che se mi allontano è perché tu non debba assistere ai fulmini che mi agitano il petto? Perché tu sia al cazzo di sicuro! Cristo, e non me lo lasci fare.. perché? Perché ti vuoi così male, Chrys...
Ma io non ti avrei mai fatto del male, mai per davvero, è-.. è solo lui, lui che ha bisogno di sangue e tu che non puoi braccarlo così, come se fosse un lato di me che sai tenere a bada, perché questo lo trattengo a fatica anche io. E ti ho chiesto solo il silenzio, per un momento di stasi che mi prendo, lento. Lento come il battito che ad ogni colpi ne fa mancare mezzo, come se dovessi pagare il pegno per averti spaventato. Ti ho spaventato, amore mio? Mh? Dimmelo, dimmi che non vuoi avermi attorno quando sono uno stronzo perché, scoperta del secolo eh, io SONO uno stronzo.
Uno psicopatico come mi hai detto quella volta, sono un cazzo di cane, sono un problema, ringhio prima di ragione, non so agire in un modo diverso da questo ma tu.. tu sai che è solo difesa, solo un posto in cui mi rintano, uno che mi devi lasciar prendere.
Ti giuro solo che non lo farò diventare un posto irraggiungibile per te, che poi ti infili ovunque. Il mio fottuto rampicante.
E non so chiederti scusa, se non con la pioggia, che scende più di prima, ma nel fare rumore mi placa ancora, spegne il rombo del tuono, cancella fulmini e saette, è solo un lavar via dei miei errori.
"Mai.." lo lascio uscire piano, che non sono spento, no io questa rabbia la sento ancora agitarsi, la sto solo richiudendo in gabbia, perché mi ha già stancato perché so che ribollirà ancora appena Edric tornerà, e sarà tutto come prima, tutto così sbagliato cazzo. Ma io lo faccio per te, Chrys, perché non arrivi mai il giorno in cui Alice non sarà con noi.
Ma su una cosa hai ragione, vorrei che tornassi su, cazzo. Che mi lasciassi qui ad aprire un'ultima bottiglia, una sola, una che poi mi lascerà qui, fermo, o mi farà ciondolare appena verso il letto.
E poi, finalmente apro gli occhi, lentamente. Te li spingo contro con forza, cazzo lo sai che mi piace guardarti? Lo sai che non ho una difesa adesso? Sono solo un muro, uno del pianto, uno della disperazione, uno su cui abbattersi finché non si crepa. Sono un po' duro a morire, no? Questo voglio dirmi quando poi do ragione solo a me, e non ti chiedo scusa perché non sento di doverlo fare neanche io. E non chiedermela tu, dimmi che sono un coglione a lasciarmi prendere ancora da questo, come se il mio addestramento fosse andato a fanculo con niente.
"Che cazzo dici.." un sussurro che risponde al tuo, che gli occhi li chiudo di nuovo quando ti fai avanti, che il mio corpo risponde a te e te soltanto, ti si preme contro piano, anche se la testa resta bassa, se la fatica resta evidente, se mi fa male anche il sangue nelle vene.
Ringhio, adesso vuoi lasciarmi sul divano mh? Vuoi fare la moglie modello, quella che non sei mai stato, ed io ti ho sposato perché di convenzionale non hai un cazzo. O forse per il sorriso che ti leggo sulle labbra. Cristo se voglio scopare, se spegni un interruttore per accenderne un altro che mi dia altrettanto sfogo. E non me lo chiedo se non mi vuoi, tu non puoi non volermi. "Io non dormo sul divano.." c'è una minaccia del cazzo che preme contro i denti, li stringo ancora, quando la mano sulla tua spalla finisce a tenerti fermo per il collo, docile stavolta che non stringo. Anche se ti piace no? A te piace che io ti distrugga, ma io non sono capace di farti male come vorresti, e forse un giorno mi lascerai per questo. Ma non adesso.
Non ora che mi faccio avanti, che il peso di quello che ho bevuto si fa sentire in movimenti che tremano, che cedono, cazzo se mi sfidi poi io rispondo, lo sai! Lo sai in un bacio che voglio strapparti di dosso, voglio giocare sul filo del fottuto rasoio, tenendoti sempre fermo qui, a vedere quanto cazzo resisti nei tuoi intenti. Dimmelo di nuovo che non mi vuoi, che sto sbagliando tanto da meritarmi una notte lontano da te e che tu, marito mio del cazzo, saprai gestirla questa cosa. Dai, dimmelo qui, adesso...
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Solitamente la pioggia mi piace. Mi piace perché rinfresca e perché da quando conosco Carmen, non faccio altro che associarla a te. Sei una tempesta, Josh. Lo sei stato per tutta la mia vita. Un cazzo di uragano, uno tsunami di emozioni. Ma me ne accorgo solo ora, forse, quando le gocce arrivano anche da me, che questa calamità naturale l'ho sempre amata. Magari troppo, ok, ma comunque questa è la verità. E non posso negarmelo, nemmeno quando cerco di prendere una posizione e, anche se questa casa è grande abbastanza da ospitare più stanze, io ti dico di restar qui a dormire. Come se fossimo una coppia di sposi anziana, stanca. Ma è chiaro come io di te non sia mai stanco, nemmeno un pochino, nemmeno quando l'alcol ti fa dire cose che non mi piacciono, che un po' mi rattristano. Ma la mia è una tristezza che posso tenere a bada. Ci riesco se tu il collo me lo afferri di nuovo e, con più delicatezza di prima, ti prendi cura di me nonostante tutto. Nonostante l'incomprensione, magari, o quel modo che ho di mostrarmi testardo, irragionevole. Che adesso, magari, non ho propriamente intenzione di scendere a compromessi. Tanto che sul divano ci resterai davvero, sì, anche se il tuo umore cambia e nonostante il barcollar dei tuoi pensieri, che va di pari passo con le tue gambe, torni a cercare un contatto che non sia solo pregno di violenza. Di frustrazione.
Allora sciogli i muscoli, amore mio, come meglio ti riesce. Come in quel modo che conosciamo bene e del quale inizio ad aver bisogno anche io.
''Dico...''
E forse non l'ho capito che la tua non era una domanda. Che forse era più un'esclamazione che altro. Che insomma, non c'era alcun bisogno di rispondere. Ma io lo faccio, ok? Che c'è una parte di me che ama contraddirti, soprattutto quando sa che finirai per rispondermi con altrettanto coraggio. Mi piace la forza che usiamo in questa opposizione. In questa danza statica.
E ti bacio, ovviamente. Premo le labbra contro le tue seppur per un misero istante. Senza usar la lingua, senza mettere in gioco altro. Perché sai, magari ho questa impressione di dover restare un po' sulle mie sta sera, anche se le tue risposte, adesso, mi fanno sorridere beffardo.
''Che sei così stronzo oggi da non meritare un cazzo, mh?''
Tu che dici? Ti sembra divertente così? Appetibile, tipo. Al limite di un'eccitazione ingestibile? No, perché io sto scoprendo che comandare mi piace da matti. Mi piace da morire. Mi fa ansimare da fermo.
''Amore mio...''
La mia è una carezza ironica, un buffetto sulla guancia che serve solo a svegliarti, a tirarti su dalla miseria in cui ti sei lasciato scivolare adesso.
''Buonanotte e buona ubriacatura, allora.''
Ma ti lascio un altro bacio. Magari per gioco, magari perché mi manchi davvero e non so, forse così ho l'impressione di star richiamando a me un Josh diverso da questo. E non perché mi dispiaccia sentirti ubriaco, quanto perché vorrei davvero dimenticare il modo del cazzo in cui mi hai risposto.
''Mi levo dalle palle.''
Giochiamo ad un tira e molla dove non so, voglio palesemente sentirti dire che, in realtà, hai bisogno di me.
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Comanda più forte, Chrys, che io non ti sento. Dimmelo nelle ossa che sono una merda mh? Che non ti stai eccitando solo perché so bene dove mettere le mani. Che le tue labbra, così, non sanno da niente e me ne accorgo anche con quasi due bottiglie in corpo. Cazzo se vorrei allungare la mano ed averne anche un'altra stretta tra le dita.
Ma Cristo, se devo scegliere tra loro e te... Hai un buon profumo, amore mio.
Che rido, piano nel tenermi fermo con gli occhi chiusi ed un cazzo di respiro che ancora regolare non ci torna e stavolta, è colpa tua. Del tuo modo di parlarmi, di prenderti i brandelli che mi strappo dalle pelle e ricostruirli, come se fossi una salma. Te lo ricordi quando mi hai detto che mi avresti scopato anche freddo? Non è lo stesso se bevo e barcollo, eh? E cos'era quella stronzata della salute e della malattia? Nulla no?
Guardami come pretendo che tu faccia, che ogni respiro è un ringhio più basso, ogni presa di potere che ti incastri trai muscoli è una fiamma che arde anche sotto la pioggia. La mia, la mia per te non si spegne, potrei vuotare la dispensa ma questo, questo Chrys non cambierebbe mai.
E sorrido anche io, piccolo stronzo che non sei altro, sorrido quando mi fai credere che stai dicendo sul serio. Si dai, vai, tanto qui che ci stai a fare mh? Vedere tuo marito così deve essere già una merda ma io, io Chrys ti conosco. E' la merda con cui devi convivere, il fatto che puoi avere le posizioni che vuoi, ma dopo so leggerti lo stesso. Leggo come ti si incastra il respiro in petto se vuoi farti autoritario, allora giochiamo. Gioca con questo, con il mio restare fermo mentre mi parli di quel che merito.
Niente, io non merito mai niente Chrys, adesso meno di prima, ma il nostro fottuto rapporto non si basa sui meriti, e questo lo sai meglio di me. Tanto che tiro indietro il muso, di poco, per permetterti di fare il padrone di casa. Ma non smetto di guardarti, che gli occhi li riapro e ti fissano, passando da una pupilla all'altra, quasi volessi leggere quanto c'è di vero. Come se nella mia testa ci fosse una chiarezza che non esiste, che la mano ferma al muro si stringe in un pugno che fa schioccare le ossa. "Vai già via.." mi lamento, si che mi lamento e lo faccio con calma, con quella risata stronza che adesso penso sia tutto quello che ho, anche se sto già pensandoti nudo, Chrys. Con niente addosso tranne me, l'umidità della pioggia e, se abbiamo la fottuta fortuna solita, la febbre che domani ti terrà a letto. Con me, che te l'ho detto, io non dormo sul divano. "Un cazzo di peccato" sottolineo, piano, in un sibilo.
Ma poi ti bracco, che non so cosa sia la coerenza, non me ne faccio un cazzo, quella non si scopa. Niente si scopa in questa casa, niente tranne. Tranne che vorrei dirti che sono ancora in grado di onorare le nostre fottute promesse, sai? Lo senti che voglio? Io dico di si. Anche se ti do spazio, ma non quello di andare via, perché la mano che era sul collo sale trai boccoli, e poi anche l'altra. Mi basta mezzo fottuto passo avanti per essere ancora qui con te. Leggi il cazzo che vuoi nei miei occhi, tanto c'è scritta solo una cosa.
"No.." accenno, in quel tono che smuove ansimi dal profondo, i tuoi che voglio sentire anche adesso, e voglio che tu li voglia. Sono più egoista quando sono ubriaco. Eppure ho i battiti che non si controllano, per te, ovviamente per chi altri eh? Un bacio e uno schiaffo, è così che funziona? Un bacio e un cazzo di coltello piantato in petto? "Non abbiamo finito di darci degli stronzi" obbietto, fremendo sempre a due cazzo di centimetri da te. In quel bacio che nel ricambiare azzanna sempre un po' le labbra, che non sono preciso, ma cazzo.. cazzo se così mi uccidi. Nel mio cervello scopiamo da mezz'ora, è tutta fottuta forza potenziale che sto incamerando, Cristo potrei esplodere e lo senti nei muscoli che si tendono tutti in una volta sola. "Buonanotte.. si.." Insisto, stavolta di peso, stavolta tenendoti una mano incastrata trai capelli, facendola risalire. E' bello torturarti così adesso. Perché sei bello tu. Fammi di peggio, sottraiti ancora se ci riesci. ".. cazzo Chrys.." il tono scende.
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