Benjamin Quinn

Nasci a Detroit o almeno questo è quello che ti hanno raccontato. Sul fascicolo in istituto c'è scritto che sei venuto al mondo il 30 dicembre di quello stesso anno, ma non hai mai chiesto se è la data effettiva della tua nascita o quella in cui sei stato portato lì. Non conosci, infatti, i tuoi genitori: non sai che nome abbiano tua madre e tuo padre. Non sai nemmeno se assomigli ad uno di loro o se, portandoti in istituto, si siano mai premurati di chiedere ai gestori come stessi. Non sai nemmeno se sono ancora in vita, a dir la verità e forse questo è uno di quei dubbi che non sai reputare dannosi. Non ti interesserebbe comunque nulla di loro, anche se tendi a cercare una famiglia ovunque tu vada.
Forse questo perché non sei mai stato adottato da nessuno. Mai scelto, mai notato. E questo aveva un senso, all'inizio: non sei mai stato un bambino piacevole nemmeno durante il periodo dell'infanzia. Non sei mai stato socievole, dal gioco divertente o "sveglio" come magari alcuni adottandi avrebbero voluto. Non ti è mai piaciuto stare con gli altri bambini, anche se avevi la tua amichetta del cuore. Non ti piaceva essere preso in considerazione e basta. Anche se non hai mai avuto una fervida immaginazione e allora ai più grandi ti avvicinavi, chiedendo loro di giocare con te. Quante storie hanno inventato per te, gli altri, eppure tu non hai mai imparato cosa fosse il lieto fine.
Tu dalle storie non hai mai compreso nulla, a dir la verità.

Tanto che in orfanotrofio ci sei rimasto sino alla fine. Ci sei cresciuto tra quelle mura, anche quando dopo l'adozione di Flora hai creduto che non ci sarebbe stato più alcun motivo per star tanto bene in un buco del genere. E sei stato indisponente all'inizio. Intrattabile, ingestibile. Tanto da passare anni della tua vita a combattere passivamente contro qualcosa, fino poi ritrovarsi a scoprire che, quel "qualcosa" era proprio il bisogno di essere scelti.
Non hai mai approfondito per bene te stesso in quell'istituto: hai sempre studiato il giusto, quello che ti serviva per diventare una persona accettabile e capace di comunicare con gli altri. Non hai mai approfondito alcun hobby se non quello del nascondino e dell'arrampicata. Che detto così, insomma, fa ridere, fa strano. Ma tu eri davvero il ragazzo - scimmia, quello che, quando poteva, si tirava quanto più su per - a detta tua, all'inizio - veder la città.
Quante finestre hai scavalcato e quanti tetti hai raggiunto solo tu e loro lo sapete.

Ad ogni modo, però, nel 2017 hai compiuto la maggiore età e la prima cosa che hanno fatto per te è stato regalarti un fagotto in cui mettere le tue cose per poi spostarti così dall'istituto ad un alloggio comunitario. Roba per chi non ha alcun reddito e forse nemmeno così tante speranze.

Ed è stato proprio in quegli anni che hai conosciuto Princip, che ti sei lasciato travolgere dalla rabbia, che ti sei attaccato ai soldi. E lo hai fatto inconsciamente, certo, ma senza che qualcuno potesse farti cambiare idea.
Così sei stato uno dei primi, insieme a Lucian, ad accettare la trasformazione in Wendigo.

E tu non hai mai capito cosa significasse quella parola finché non ti sei ritrovato a provarla sulla tua stessa pelle.
Te la ricordi ancora la tua prima trasformazione e seppur quelle di adesso non siano altrettanto piacevoli, comunque racconti al passato con timore, spavento.

Eppure i cambiamenti non sono stati pochi, non all'inizio, ecco, dove tutto ti è sembrato terribilmente convincente così come terribilmente giusto. Nel 2019 infatti hai conosciuto Horace, ma quello è stato anche l'anno in cui Lucian è riuscito a trasferirsi a New York con una sua amica. Ed è stato terribilmente triste, per te, rendersi conto di come Lucian avesse legato più con Horace che con te, anche se insieme erano stati solo pochi mesi.
Tu, in due interi anni, non sei riuscito a stringere un rapporto tanto profondo con lui. Tu da Lucian, purtroppo, ci prendevi solo e soltanto schiaffi.
Così mentre lui se ne andava a ritirar su una vita decente a New York tu sei rimasto con Horace, a Detroit, fino al 2022, che è l'anno in cui finalmente Princip a tirato le cuoia liberando, seppur solo metaforicamente, alla fin fine, la vostra anima dalla gabbia in cui avete vissuto per anni.
E a te, insomma, che non hai mai avuto nulla di tuo, quel buco di culo forse è riuscito persino a piacerti, a mancarti.

Alla fine, comunque, nonostante la malinconia e la fottuta abitudine che sì, ti ha sempre troppo, troppo fregato, insieme ad Horace avete percorso l'America da Detroit a New York. In macchina, in una sorta di viaggio terapeutico che però non ha fatto altro che avvicinarvi a Lucian.
E con lui siete rimasti fino alla fine, in effetti, anche se alla fine effettiva, beh, voi non c'eravate.
Vi siete rimessi in contatto con lui o almeno, avete continuato a mantenerlo stabile, d'altro canto Lucian non aveva mai smesso di aggiornarvi, di raccontarvi un po' di lui e della sua compagna non wendigo.

Ad oggi, nonostante la morte del vostro amico, voi continuare ad abitare a New York e a schierarvi per quella che vi sembra non essere solo una causa giusta, ma la vera e propria causa della vostra intera esistenza.

Gestite infatti un ritrovo seppur terribilmente modesto per quelle creature che, nel No Human Race votano loro stesse.
Alla fin fine, tu una casa, una famiglia, sai trovarla solo così: costruendola.