The most Irish Christmas' Eve Party

The Irish Pub | Midtown Manhattan | 24th december 2023 9 p.m.

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    30 Y.O. – Seer – Married – Council Member – IRISH PUB




    Rivolta a: Cyrus e a chiunque la senta.


    Sorridi, ma lo se che sei furioso e vorresti picchiarmi, peccato tu non lo possa fare davanti a tutti, perciò ti chiedo «Che c'è? Sei arrabbiato?» me lo auguro perché «Continua ad esserlo.» perché io non ho mica paura delle tue stupidissime minacce, alza pure il tuo contatore quando siamo a casa, negami tutti gli orgasmi che vuoi ma lo so benissimo che, alla fine, non vedi l'ora di inzuppare e sentire quello che vuoi tu perché sei un fottutissimo maschio bianco alfa americano. Beh... Inglese ma non è importante, tanto sei stupido uguale.
    E quando ordini il tuo prossimo drink, te lo rubo perché te l'ho detto che te lo avrei rubato «Gne gne visto?! Sono riuscita a prenderti anche questo drink.» e tu non fai proprio niente perché non puoi farmi niente ehehehe, ho vinto IO «E adesso karaoke.» perché voglio cantare a squarciagola, si ho proprio voglia di cantare e ballare alla faccia tua, perché sono bellissima e bravissima «Ma prima... Voglio limonarti per bene e dire ai presenti che...» mnetre mi avvicino, mi siedo su di te e guardo tutti i presenti in cagnesco tutti i presenti per dire ad alta voce «QUESTO E' JOHN WHOLEY E NESSUNO SI DEVE PERMETTERE DI TOCCARLO!» perché se qualcuno ci prova lo ammazzo, lo ammazzo di botte. John Wholey è MIO marito, MIO MIO MIOOOOOOO.
    Uffi, di solito però non reagisco così, sono più misurata non è che... Sono ubriaca? Nah, dopo quattro shot non posso essere ubriaca, io l'alcool lo reggo anche a stomaco vuoto, sono moooolto meglio di quel cafone del mio maritino adorabile che posso tornare a fissare intensamente negli occhi.
    «E adesso ti limono ehehehe...» perché sono stranamente felice? Stranamente, che parola... strana, ahahaha mi fa morire dal ridere. Oh non importa, perché ho intenzione di limonarmi mio marito davanti a tutti, come una tredicenne e davanti a tutti per metterlo in imbarazzo. Mi godo le labbra e l'odore del mio adorabilissimo maritino eheheh, ti stai sentendo in imbarazzo John? Spero di sì ehehehe ed ora «Karaokeeeeee.» perché voglio cantareeeee!

    Dorothea
    Lucretia
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    now I am a happy song placed on the lips of a woman
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    Cass , Rose e Tal




    metamorphomagus – 25 y.o. – supporter – brooklyn




    «Sì ma no che dopo ti divento ufficialmente la parrucchiera, eh.»
    Che non sarebbe nemmeno così male in fondo. Ho fatto di peggio. Solo che non voglio ritrovarmi con la responsabilità e la colpa di avergli, che ne so, cotto e bruciato i suoi lucidi capelli per colpa del decolorante tenuto troppo in posa. Lo stronzetto ne ha di nuance more da dover tirar giù, e, onestamente, no, non credo in realtà di essere la persona più indicata per questo tipo di lavoro, no. I miei metodi sono decisamente più rapidi grazie ai geni di mamma, ma anche decisamente poco indicati nel suo caso. A pensarci, credo di non aver ancora apprezzato abbastanza la comodità dei miei tratti facciali instabili.
    Gli faccio il dito medio, continuando a guardare Rose, quindi cercando semplicemente il profilo del suo viso per rompergli le palle e spalmargli una mano in faccia.
    E poi di fronte alla stella, alla sua faccia, alla mia faccia che risponde alla sua, e poi di nuovo alla sua espressione, e ancora il vischio, comincio a ricordare una cosa, beh... almeno a farci un attimo i conti. Conti che, alla fine, calcolate tutte le incognite sui fattori "Rose", "stelle vaganti" e "vischio improvviso", portano, oltre l''uguale', alla considerazione che forse non è stata la scelta migliore questo pub. Nulla togliere a Rose eh, il posto è fantastico, si sta bene, si respira nonostante la calca e la musica è buona, ma per Cass...
    Mi dico pure che la colpa in parte è anche mia, che alle cose dovrei pensarci un po' di più, smettendo di dare per scontato che lui sappia quelle"certe cose", ma è un errore, Cassian non sa un cazzo: è un errore madornale. Come ho fatto a non pensarci? Davvero, intendo. La domanda - lo sento - è già diventata un tarlo, una spia rossa che non fa troppo rumore ma che è lì, nella testa, e mi innesca tante altre domande, tutte riguardanti lo stato di salute della mia attenzione e della mia memoria. Perché ora spero solo che non succeda altra roba ancora più strana di questa, che strana lo è già abbastanza.
    «Va bene, tanto son ricca.»
    E sì, decisamente mi approfitto del fatto che lasci il bancone e si allontani per un attimo, perché non avrei saputo come gesticolare a Rose di tacere su certe, determinate quanto determinanti, specifiche cose.
    Sta diventando una relazione complessa.
    Però per l'intrattenimento se ne guadagna dieci di stelle.
    «Ma che deficiente. Guarda ora come lo mena.» commento a voce alta, presumibilmente anche a Rose sempre dietro il bancone, forse, con grande probabilità, invece già intenta a prendere gli altri duemila ordini della gente accalcata lì.
    Ah no, non lo mena. Forse è un tipo troppo distinto. Forse Cass ci ha preso pure, e lì son cavoli suoi.
    «Ah no. Ma sei proprio un coglione!» cerca di farsi largo nel casino del locale, forse pure con un po' troppo di euforia, tutta alcolica. Sì perchè poi il fatto che il tizio si avvicini non sembra prospettare proprio benissimo. Magari gli è piaciuto davvero, e lì le cose vanno a finire in due modi: o io resto da sola a fare il palo e buonanotte, Buon Natale, oppure dovrò cercare di tirare fuori Cass dall'incubo "il tipo che ho limonato ora ci prova con me", e aggiungerei giustamente.
    «Gentilissimo.» rispondo accennandogli un sorriso, e guardandolo senza sembrare troppo... insomma... troppo.
    Ora non so onestamente quale delle due opzioni preferisca.

    Vivianne
    Comstock
    Dixon.

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    @Nessie e Tal

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    "Anche a te e famiglia"
    Mi aspettavo di tutto, un pugno nello stomaco, un labbro spaccato, una minaccia di morte, ma di certo non questo.
    Con ancora l'odore del suo dopobarba a riempirmi le narici, gli sistemo alla bell'e meglio la sua sciarpa, pronto a scattare e a darmela a gambe al primo segnale di pericolo. E invece no, il signore ne sta lì, buono buono, a sorridermi come se il bacio rubato, in un certo senso, gli sia stato di gradimento. Forse ho solo acchiappato un tipo strano, o forse vuole solo essere gentile e risparmiarci una brutta figura che indubbiamente sarebbe passata di bocca in bocca. Comunque sia, colgo la palla al balzo e me ne appago, sentendomi montare dentro un senso di vittoria che non vedo l'ora di sfogare su Vì.
    "Davvero? Wow, allora la magia del Natale esiste." Due ami invisibili tirano su le mie sopracciglia, distendendomi il viso in un'espressione sorpresa e allo stesso tempo compiaciuta.
    Il signore poi, con un movimento della mano, mi toglie qualcosa dal cappello. Il gesto è così veloce che non ho il tempo di reagire né di scostarmi. Per un attimo ho creduto volesse darmi un colpo alla testa, o che ne so, rubarmi il cappello per farselo suo, giustamente. In tutti i miei 26 miseri anni di vita non ho mai barattato il cappello da Babbo Natale in cambio di un bacio da un perfetto sconosciuto;e sarebbe stato un episodio troppo divertente per non essere condiviso con Hayoon, il mio migliore amico, per strappargli un sorriso. Comunque, la cosa assurda è che poi, come un mago che fa apparire una moneta da dietro l'orecchio, mi toglie dal cappello un oggetto che proprio non posso ignorare. Il mio occhio, rcatturato dal luccichio dorato, cade sul bancone, laddove la stella natalizia sembra osservarmi beffarda. E' la seconda che mi trovo addosso e non riesco a spiegarmi come.
    "Sei stato tu a…" Corrugo la fronte, confuso, mentre nella mia testa si fa spazio la teoria che il tizio mi abbia puntato già da prima, e che le stelle siano solo una scusa per farmi avvicinare a lui. "Vabbeh, non importa." Come a voler scacciare una mosca, con un gesto della mano gli faccio cenno di lasciar perdere. In cambio dell'alcool in omaggio, avrei sbattuto le ciglia e cinguettato parole dolci tutte le volte che fosse stato necessario.
    Vì ci raggiunge dall'altra parte del bancone e la sua vicinanza mi fa sentire un po' sollevato. Ma nulla toglie il trionfo che mi attraversa fluidamente il volto, come il nastro del telegiornale che scorre ripetutamente sulla parte bassa dello schermo.
    Non solo ho accettato la sfida del vischio, ma ci ho anche guadagnato delle birre extra gratis.
    "Lei è Nessie, diminutivo di Vanessa." La indico, prima di portarmi una mano sul petto. "E io sono Christopher, ma puoi chiamarmi Chris."
    Ho la faccia da Christopher? Boh, non lo so, ma in tutte le volte che l'ho detto nessuno mi ha mai riservato uno sguardo sospettoso. A furia di bazzicare nei pub qui e lì, ho imparato una lezione: in locali come questi, svelare il proprio vero nome è una mossa poco saggia, a meno che tu il mattino seguente non voglia trovarti sotto casa il fidanzato o il marito del tipo che ti aveva giurato di essere single o un creditore poco contento con la mazza tra le mani.
    "Il gentiluomo invece si chiama…?" Nessuna stretta di mano, non sono mai stato abituato a questi gesti formali.
    Gli indico il marsupio del maglione dove nessuna bottiglia vi è stata ancora inserita, non ancora. "Il mio maglione si sente un po' solo e vuoto."
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    Cass, Vivi e chi ci sta intorno
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    La sua situazione, come al solito era finita per essere via via più divertente e strana. Lui si stava divertendo a vedere quel piccolo gruppo che si muoveva stranamente. Il maglione era semplicemente orribile. A Taliesin non interessavano più quel genere di vestiari, aveva passato già la sua prima gioventù ad apprezzare quello specifico stile di vestito. Anche lui, nel suo primo natale del 2023 aveva preso un maglione simile. Nello stesso modo aveva deciso negli anni dopo che funzionavano su altri e non su di lui.
    L'abito, nonostante gli adagi, faceva il monaco. Lo avrebbe fatto sempre. Ed a Taliesin non interessava che le cose fossero diverse da quello.
    Il giovane disse di chiamarsi Christopher. La sua ragazza, o almeno così poteva assumere, che aveva presentato come Vanessa se ne stava ben lontana dal farsi notare in un qualsiasi modo. Era più pacata di lui, si muoveva con fare più semplice e sottile rispetto a Chris. Forse in qualche futuro avrebbero potuto essere una bella coppia, forse lo erano anche nel passato di Taliesin. Stava incontrando per la prima volta persone diverse da lui, e che avevano passato e camminato la stessa terra che lui, al suo primo giro, aveva calpestato correndo.
    Ora però camminava e si godeva la passeggiata senza avere fretta di vedere dove la storia lo portava in quel giro. Perchè alla fine, come nei libri, la storia era sempre diversa e ad ogni passaggio rivelava arcani e indovinelli diversi. Sapere la trama gli faceva vedere come il mondo anticipava quegli eventi in modo inaspettato. Le linee della narrazione potevano essere tanto dirette e concatenate quanto assolutamente imprevedibili.
    Cercare di districare la matassa degli eventi era la cosa più interessante per lui.
    Si destò dalle sue riflessioni su quello che lo circondava per rispondere con pacata sincerità "Taliesin, gli amici mi chiamano Tal". Era la sua solita risposta, un muscolo involontario.
    Da quel momento avrebbe capito come si volevano porre gli altri al tavolo nei suoi confronti però.
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    Thea che poi verrà punita fortissimo




    39 Y.O.– Animagus – Father – Royal Air Force – MAFI Agent – Sacred 28




    E le prese un'altro drink, di nuovo. La signora Whatley stava diventando un poco fastidiosa. E soprattutto Dorothea iniziava ad essere ubriaca. La guardò mentre faceva la bimba indisciplinata davanti a tutti, gli prendeva un'altro drink e lo metteva in imbarazzo davanti a tutti gli sconosciuti del bar.
    O così sperava.
    A lui, come sempre fregava ben poco della sua strategia. Quando lei decise di limonarlo sentì per la prima volta in un po' di tempo una sensazione che, a contatto delle sue labbra lo lasciava con l'amaro in bocca. Era ufficialmente infastidito dalla cosa.
    Era in imbarazzo, perché sua moglie era imbarazzante da ubriaca.
    Non ci era voluto molto alla fine. Era bastato poco per farlo sentire in imbarazzo, era bastato un limone al sapore di whisky, una cosa stupida alla fine.
    Sentì l'amaro nelle sue labbra e sentì il calore sulla faccia di quell'imbarazzo che gli pungeva dentro. Perchè lui non poteva vederla ubriaca, perché non era giusto che lei si ubriacasse. A lui non piaceva bere e non capiva come faceva lei ad apprezzarlo, a sfidarlo continuamente. Il solo pensiero gli creava fastidio.
    Ma non poteva mollare il gioco.
    Avrebbe avuto modo di punirla ad arte il giorno dopo, o successivamente. Non era difficile punirla alla fine. Bastava tenerla insoddisfatta per un poco, farle chiedere pietà e dimostrarle che poteva essere brava.
    Il circolo era sempre lo stesso alla fine, e lo sapevano entrambi. "Se domani ti svegli con male alla testa sono ufficialmente cazzi tuoi, signora Whatley" le disse in un soffio leggero all'orecchio, prima che lei tornasse a mettere la lingua nella sua bocca.
    All'urlo di Karaoke Cyrus alzò gli occhi al cielo, decise che gli dei avevano trovato un modo per punirlo e decise anche di seguire quella matta ubriaca di sua moglie, prima che si facesse male o dicesse cose di cui si sarebbe pentita.

    Cyrus Ira
    Selwyn

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    30 Y.O. – Seer – Married – Council Member – IRISH PUB




    Rivolta a: Cyrus.


    Come è noioso, ma si vede che quel brutto cafone è in imbarazzo. Sai che ti dico, caro signor Wholey, te lo meriti! Non hai idea di quante volte tu mi abbia messo in imbarazzo, e di quante vooolte tu mi abbia picchiata quindi, ora tocca a te. Anche perché, dei postumi deeella sboornia non me ne frega, infondo c'è da dire che «Taaaanto a te non frega proprio nieeeente di come sto!» quindi è inutile che fai il marito preoccupato visto che «Potrei schiantarmi controoo un muuro e non ti interesserebbe cooomunque. A te importa di me sooolo quando sono nuuda.»
    Sei un brutto, maledettissimo pervertito.
    Chisseneee impooorta se tua moglie è su un leeeetto di ospedale a moorire, se è sexy ed ha un buucoo ficchiamolo no? Sì, lo so che sei così insensibile e stronzo Cyrus, noooon negarlo. Non sei un cavaliere sei uno stronzo, un grande grandissimo stronzo quindi non ti interessa assolutamente che io mi faccia male, mi vuoi solo scopare e basta.
    Ti odio!
    «Mi berrò un antidoto cooontro i veleni cooomuni, quale sarebbe il problema?» visto che foooorse non saaai, perché non te ne freeeega niente, che io sooono una brava pozionista e che a casa io ho diversi antidoti. Quindi inutile che mi roompi le scatole, io non avrò mal di teeesta.
    Ora però siamo al karaoke, ed io voglio una canzone roooomaaaaanticaaaaa, quella degli Wham! ed eccomi che me la metto a cantare come sooolo io so fare «Laaaast Christmas I gave you my heart, but the very next day, you gaaaave it away...» mi viene in meeente che quaalcuno sta facendo il whaaaammageeeddon e vabbè «Thiiis year, to save me from tears, I'll give it to someone special, special»
    Mi meetto a ballare solo che poi «Oh no, sono caduta di nuovo!» che dovertente, la canzone va avanti ed io sono di nuovo caduta e rido.
    E' divertente però credo di essermi fatta male.

    Dorothea
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