Votes given by hime.

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    Va benissimo anche per me! Io farei B
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    CITAZIONE (hime. @ 11/7/2023, 19:32) 
    Nevermore. nith85 Se volete potete entrare nell'Imprevisto 4 Luglio (Midtown Manhattan) <3

    Per me va benissimo! A questo punto personaggio A o B è indifferente 🤣
  3. .
    CITAZIONE (Yuna ~ @ 6/7/2023, 01:14) 
    Nome Imprevisto scelto: 4 Luglio (Midtown Manhattan)
    Nome PG + link scheda: Dorothea Lucretia Lovecraft
    Personaggi: A

    Non uccidetemi çwç Ma ci terrei tantissimo a giocare questo imprevisto

    Dato l'abbandono da parte di Chingu, mi ritiro dall'imprevisto. Di base io non mi sento super in bolla viste le cose che mi sono successe in real, preferirei togliermi e basta.
  4. .
    Nome Imprevisto scelto: WHALE WATCHING A NEW YORK
    Nome PG + link scheda: Ren Crawley Mirel
    Personaggi: D
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    Una descrizione di chi è Alice, vi dirò, non è una cosa facile da chiedere, però proverò a rispondere.
    Ho 25 anni, alcuni direbbero giovanissima altri invece direbbero ormai un quarto di secolo, io onestamente non credo abbia troppa importanza, ma non sapevo come iniziare.
    Ho ruolato dalla mia preadolescenza fino alla fine dell'orribile adolescenza. Per me è stato un porto sicuro dove avevo il mio mondo segreto da vivere.
    Da quando ho lasciato il famoso universo dei gdr ho sempre avuto un po' quella nostalgia, quella paura di perdere la mia immaginazione e di poter vivere le mie fantasie più assurde, lasciando sempre perdere perché: "Non sono più una bambina"... Finché una mia cara amica, che oserei chiamare sorella acquisita e per darle fastidio "ZIA" non mi ha fatto scoprire questo forum dove si possono vivere le proprie idee, immaginazioni e fantasie.
    Insomma, sono qui perché sento il bisogno di tornare un po' quella bambina strana che invece di andare a bere e andare in discoteca si inventava storie e perdeva ore a fantasticare sulla vita di qualcun altro per potersi distrarre almeno un pochino da quello che è la nostra realtà.
  6. .
    Nome Imprevisto scelto: WHALE WATCHING A NEW YORK
    Nome PG + link scheda: Cassian Whitehill
    Personaggi: C perché Cass vuole fare l'influencer

    Giuro che finirò la scheda prima del 15 luglio, se è un problema annullate pure l'iscrizione 🙏
  7. .
    Nome Imprevisto scelto: 4 Luglio (Midtown Manhattan)
    Nome PG + link scheda: Dorothea Lucretia Lovecraft
    Personaggi: A

    Non uccidetemi çwç Ma ci terrei tantissimo a giocare questo imprevisto
  8. .
    Nome Imprevisto scelto: 4 Luglio (Midtown Manhattan)
    Nome PG + link scheda: Aenaeas Selwyn
    Personaggi: B
  9. .
    Nome Imprevisto scelto: 4 Luglio (Midtown Manhattan)
    Nome PG + link scheda: Emmanuel Eloi
    Personaggi: C
  10. .
    È fine mese. La solita tragedia. Duplice tragedia. Forse triplice. Un triplo omicidio alla sua più profonda essenza liberale. Oggi ci sono i funerali della sua dignità di venditore e di libero individuo. Eterno riposo alla sua sanità mentale.
    Primo omicidio: il suo negozio errante, il flying root, è bellissimo. Si sposta ora qui, ora lì. In realtà è ancora un WIP, ma sta prendendo forma giorno dopo giorno. Ora nella congrega, poi nel quartiere no-mag, giusto il tempo per lasciare sbollire gli animi dei truffati ed accalappiarsi nuovi polli. Tutto bello, ma questo costa non poco e a fine mese arrivano i suoi esattori a pretendere quanto dovuto.
    Secondo omicidio: la matematica. La odia. È un odio viscerale, uno schema così preciso e rigoroso, quando la sua essenz più profonda è l’effimero ed il figurato, non la bruta materia, ma la sottile polvere impalpabile dell’essere. In passato Mama Obaga si occupava di tenere i conti, ora che la sua carovana è formata solo da sottoscritto, deve piangersi anche questo mostruoso aspetto.
    Terzo omicidio: si reputa un eclettico esuberante. Un sottile conoscitore dell’essere, un venditore di aria fritta con lo stesso orgoglio di chi sta vendendo la fontana di Trevi ad un turista. Insomma, se deve truffare o imbrogliare, lo fa senza remore, ma con classe. E quale classe c’è nel manipolare la memoria di qualche povero no-mag che sta pagando per per la sesta volta il piccolo barattolo di finto elisir d’amore? Altro che truffa, altro che prestigio o tocco di classe, è un mero esercizio fisico, uno scacciare moscerini, un gioco con formiche, un vilipendio per la sua dignità.
    Ma il vilipendio paga e permette di arrancare anche questo mese.
    Brutale, avvilito, ma soddisfatto, nel profondo. Ancora qualche moneta accumulata per un tesoro più grande.
    È così nelle sue vesti da santone si muove per il negozio, più una sorta di sgabuzzino pieno di cianfrusaglie, alambicchi e barattoli accatastati su mensole malferme, che scorta sorridente la no-mag alla porta con i migliori auguri per il suo futuro amoroso.
    Vedrà che entro due settimane il suo John non avrà che occhi per lei, mi raccomando però ogni sera deve bere sette gocce, non una di più, o rischia l’effetto contrario! Sciagura! E mi raccomando la formula, tre volte, non una più, non una meno, allo scoccare della mezzanotte.
    Le ultime truffaldine indicazioni prima di chiudere la porta dietro la rossa pollastra generando un tripudio di tintinnio di campanelli ed un frusciare di piume. Stiracchia i pantaloni scuri e la camicia bianca. L’arsura della giornata è mal tollerata. Circumnaviga un tavolo di rettili sotto spirito, si abbassa per non colpire un falco pellegrino impigliato, tagli dietro la grande stromelia bizzarrina ibridata con una pianta carnivora (a cui regala un vermetto per pranzo) e finalmente torna ad appollaiarsi sul suo sgabello. Sguardo nocciola che torna a tuffarsi sul foglio già impiastricciato da cancellatura e chine sbavate: il rituale commissionato su cui sta ancora lavorando. È giorni che è in stallo, meditabondo si passa una mano sui capelli rasati lateralmente, cercando di inculcare qualche idea in quella mente avvilita dalla bieca e becera truffaldineria.
    Sospira.
    Forse ha bisogno di un caffè, o forse un gin-tonic.

    Emmanuel Eloi Hebert

    35 anni ◆ Veggente ◆ Hoodoo ◆ Santa Muerte
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    Un saluto generale a chiunque si giri in sua direzione.
    Un cenno a Mitja di caricare il cocktail per Beatrice.
    Amoreggiamenti vari con la moglietta :3


    C6RRC2C
    C6RRC2C
    søren pott | padre - compagno - amico - 31 aa.
    Søren è sempre stato un tipo da festa. Forse più un tipo da chiasso. Uno che comunque non sa badare alle decorazioni o al buffet, anche se quando c'è non lo disdegna affatto. Søren è sempre stato un tipo da chiasso, da baraonda, uno di quelli a cui piace star sotto cassa in attesa, anche se non si sa mai di cosa. Uno di quelli a cui piace percepire il mondo vivergli addosso, stringerglisi con forza contro la schiena, pogare contro le sue spalle. Questa è forse una delle poche certezze della sua vita.
    Un po' come lo è il matrimonio adesso: sua moglie, i suoi figli che oggi non sono con loro. Søren è così da che lo si conosce: un vent'enne nel corpo di un uomo ormai maturo, un sorriso ragazzino sotto la barba scura e i capelli lunghi. Uno sguardo vispo, acuto, sempre pronto ad accompagnare Beatrice come una mano lungo la schiena anche quando c'è da ballare e allora i due ballano, per forza di cose, danze diverse.
    Questo è il suo mondo, una convinzione che gli si snoda nello sguardo, nel brillare di quelle oscurità celate dalle lunghe ciglia. Lo lascia notare a sua moglie, in un sorriso che accompagna sempre un bacio, in una mano che gli stringe sempre un fianco. Se la tira a se quando camminano, perché per Søren lei è il bastone e non si va da nessuna parte se non ci si può arrivare insieme. Glielo ha promesso allora, glielo ricorderà fintanto che avrà vita.

    "Mi sembra quella scena in cui la mamma accompagna suo figlio alla festa della scuola."
    Søren è solito parlare di cose che lo fanno sorridere e di quei desideri, che seppur leggeri, già gli puntellano il petto in attesa di essere realizzati. Non vede l'ora, infatti, di fare con i suoi figli tutte quelle cose per cui ci sarà bisogno della sua presenza: una festa con altri ragazzini scalmanati, regali di compleanno che prevederanno un giro a cavallo, i compiti di geometria e matematica che richiederanno tanto caffè e pazienza. Sembrano cose così astruse, così spaventose, a dirla tutta, eppure lui non vede l'ora di arrivarci. Quasi freme. Lo fa nel sorriso che non si spegne, nel bacio che rivolge a Beatrice quando con un cenno del capo si china verso di lei.

    "C'è Mitja..."
    Che per lui è come una certezza in un mare di fottute incertezze. Una zattera che si scorge all'orizzonte. La nave che arriva sempre in soccorso quando la si chiama. Anche se i fuochi di segnalazione non funzionano. Anche quando ti senti affondare come il Titanic.

    "Ci sono i suoi fratelli."
    Che non sono solo Jesse ed il resto dei Grimes, no, lo sono tutti, Noah compreso, per quanto lui sia l'alpha. Un uomo che non si è di certo tirato indietro quando c'è stato bisogno di accoglierlo. E li saluta. Alza un cenno della mano in segno di chiunque possa incrociare il suo sguardo. Almeno per ora.

    "Ok capo. Qualcosa di secco per voi, che si accompagni bene col profumo che avete indossato questa sera."
    Una fusa: il naso che si struscia contro la guancia e la mandibola di sua moglie, poi la separazione.
    Un sorriso in direzione di Mitja, un cenno che lascia intendere di riempirgli qualcosa e che quel qualcosa sia forte, perché oggi non ci si va giù leggeri, no? Beatrice questo lo sa. Ne è stata avvertita.
    Un cenno d'intesa, il loro, che forse supera il bisogno di spaccarsi i polmoni a suon di pacche sulle spalle.

    "Mi dica..."
    Ma non fa mai aspettare sua moglie, nemmeno quando viene interrotto. Nemmeno quando c'è altro a catturare la sua attenzione.

    "Qualche secondo di attesa per il primo brindisi della serata."
    Se la fa salire sui piedi o almeno, ce la porta d'istinto quando vede le cuffie. Un modo loro tanto stupido quanto tenero di isolarsi dal mondo, di ricordarsi per cos'è che esistono o per chi, in questo caso. Allora il resto assume meno importanza, scema delicatamente.

    "Don't leave me, I cried. Don't take that airplane ride..."
    ©
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    Salutino a Mitja con la manina e poi niente sta già di fuori come una pigna con Søren

    beatrice
    beatrice
    beatrice
    beatrice
    beatrice
    lemoine
    È mia intenzione aiutare la loro rivoluzione.
    Gli occhi ti si aprono diversamente la mattina, appena ti svegli. Forse perché si aprono ad ore dove ancora tutti dormono e il cielo è di tonalità ancora estremamente notturne. Ci sono notti in cui non ti riesce dormire, notti in cui ti ritrovi come un gatto a guardare e miagolare a fantasmi che sono soltanto nella tua testa, nel modo con cui si sovrappongono certe immagini, certi ricordi, memorie di tempi lontani, troppo lontani per essere i tuoi. Aveva ragione Callum, sarebbe stato tutto diverso dopo aver visto con i tuoi occhi ciò che c'era dentro l'Animus, ciò che ha voluto mostrarti di ciò che hai dentro, come sottilissime cicatrici, come matrici che si ripetono di secolo in secolo e rimangono custodite dentro il sangue, dentro le ossa, forse pure lo spirito. Aveva ragione, sarebbe stato diverso, ha spazzato via diversi dei tuoi dubbi, persino delle tue titubanze e perplessità. Paradossalmente, è stato come un ritornare a casa all'improvviso, niente di così straniante come immaginavi, niente di così impossibile. Allucinante, folle, sconosciuto e distante, sì, tutto questo sì, ma alla fine è stato come se ti avessero tolto una spina. Una sensazione che non si spiega bene. T'è sembrato di appartenere a qualcosa, o meglio di appartenere a te stessa, più di quanto tu abbia mai provato. E questo ti ha dato forza, più di quanta tu ne potessi davvero immaginare, e se non è forza quantomeno è speranza, e se non è speranza è consolazione. A te, che ti è sempre servito qualcuno a cui appartenere, sentire di farlo a te stessa è una sensazione decisamente bella, nonostante tutti i doveri, i grossi rischi di cui, attraverso il tuo sì, devi farti carico ogni singolo giorno, nonostante il credo e questo strano viaggiare in equilibrio, su un filo sottile, quando si tratta della tua famiglia.
    Gli Assassini hanno sempre fatto anche questo, insorgere con i rivoltosi per infiammare il mutamento della società.
    Ma sembra tutto tranne che questo stasera. Sono un eco le parole di Callum, uno lontano - sapevi già di doverne prendere le distanze questa notte. Ma ti mettono pace, lasciano una scia, il residuo tiepido di un senso di sollievo. Era qualcosa a cui, del resto, in realtà non potevate di per sé mancare. Già solo per quanto ci tiene Mitja, e perché Justin resta un amico. Perché è il lato della famiglia che hai sposato, indipendentemente da come sono andate le cose e si sono diciamo evolute negli ultimi tempi. Perché adesso può diventare tutto molto difficile, molto più difficile di così, e sai che in un certo senso c'è bisogno anche di questo, di immergerti in quella parte della vita nuova di Søren, forse l'unica che possiate ancora condividere per davvero. Altrimenti cosa vi resta?
    Søren ha una resilienza disarmante. Forse ci è nato e basta per essere questo, per questa trasformazione, forse doveva semplicemente succedere, aspettava soltanto questo e finalmente è completo. Era la sua storia che doveva realizzarsi. Oppure è semplicemente nato per adattarsi, per essere realmente un uomo d'acqua. Mentre a te tutto fa soffrire, ogni piccolo cambiamento è doloroso e faticosissimo, lui invece lo ingloba, lo lascia penetrare e si ridefinisce, costantemente, senza mai cambiare nelle cose importanti, senza perdere di vista delle costellazioni fisse.
    Scendi nel seminterrato e la musica forte e martellante ti fa strizzare subito gli occhi, ti attacca così di impatto i timpani, forse anche perché la testa già ti vorticava un po' di per sé, anche se pure in questo la tua percezione è cambiata, nel modo che hai di non lasciarti sfuggire proprio più alcun dettaglio, anche quando la tua attenzione vorrebbe non essere così alta. Una sorta di deformazione di qualcosa a cui qualcuno, prima di te, doveva essere molto più avvezzo.
    Ti guardi attorno, in mezzo alla gente, per cercare quantomeno di scorgere Mitja e salutarlo con un cenno della mano sollevata quasi fin sopra la testa.
    Questa sera hai deciso di affrontarla in una certa maniera, una molto precisa, una che con tutto il caos rischia di andare perduta. Lo farebbe anche nella completa normalità del quotidiano, del banale.
    «Vedi qualcuno da salutare? Ne conosci qualcuno?» chiedi a Søren. Sai già che ci saranno nuove presentazioni da fare, del resto non ha potuto fare altro che affidarsi a Mitja in questo periodo, per tutta la parte delle "estreme novità". Ci sarà un branco ad un certo punto, se non c'è già. Ci sarà da appartenere ad una famiglia più grande, forse già questa.
    C'è una cosa di cui ora più che mai non ti vuoi dimenticare, ed è il fatto che siate stati insieme una volta, che siate stati altro da questo, ma un altro che è andato perduto o che è morto sotto il peso di tutti i drammi e le banalità della vita. È semplicemente rimasto lì sotto, sotto tutti gli strati, forse un po' sepolto, ma non ancora del tutto soffocato - Dio, speriamo di no. È dannatamente importante ricordarselo. Stasera? Sì, e quando sennò? Non c'è tempo, non c'è mai tempo, neanche la notte quando ti ritrovi come i gatti sui tetti ad ascoltare sussurri di fantasmi del passato.
    «Mi prendi da bere?» mentre tu ti distrai e a scorrere sullo schermo del cellulare una lista relativamente lunga, mentre con l'altra mano razzoli e cerchi nella borsa gli ultimi airpods funzionanti.
    Forse a sorpresa, forse che nemmeno se lo aspetti. Meglio, ti va proprio di vedere la sua faccia quando all'improvviso si ritrova sul molo di Staten Island ad aspettare che cali il sole e arrivi la pioggia.
    «Senti una cosa.» gli dici passandogli la auricolare e di nuovo girellando tra le canzoni sullo schermo del cellulare. E arrivata quella giusta, aspetti due secondi, due che parta la sua Silver Wings, e poi ti tieni una bocca sulla mano per ridere, già solo per l'estrema dissonanza con tutto ciò che vi circonda e che entra dall'altro orecchio. Senza un motivo. Ridi anche perché non ci sta un motivo se non quello, tornare improvvisamente indietro a quel bar marcio di Staten Island. E allora guardi la sua espressione, continuando a ridere e gli prendi intenerita il volto tra le mani per lasciare un bacio sulla sua guancia.
    assassin
    recruit
    spirit perceiver empathetic 27 y.o. mother italian-french
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    emeraude
    emeraude
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    emeraude
    emeraude
    kabakov
    Era l'ora. Sì, è un pensiero costante, ma, del resto, è una tua prerogativa vivere con una certa fretta. Lo hai sperimentato con tua figlia, rendendoti conto di quanto tempo sia stato necessario per ridarle quel braccio che solo ora impara di nuovo a utilizzare, come se non fosse una cosa naturale, come se un arto ce lo avesse ora per la prima volta. Troppo piccola, troppo semplice dimenticare cose così naturali. Troppo tempo. Quando passa troppo tempo da qualcosa diventa difficile, sempre più complesso metterci le mani. È vero anche che questa è una cosa totalmente diversa, che qui una distanza serve, serve per calmare gli animi, per guardare con più lucidità un disegno che nella stretta prossimità non appare, restano solo macchie gigantesche di un colore solo, non appare lo schema. Non si poteva fare niente quel giorno. Lo hai detto a Dmitri, lo hai pensato guardando lo schermo del televisore frizzarsi all'improvviso e veder sparire Polly ed altri insieme al loro destino.
    Un cacciatore difficilmente muore di vecchiaia, nel proprio letto.
    Sì ma non così. Morire è una certezza, l'unica cosa che vi rimane da sperare è l'onore, e in questo non ce ne è alcuno.
    Quasi ironico, anche, che questo monito torni a valere di nuovo anche per te, forse proprio quando la logica avrebbe voluto vederti ancora più ritirata, ancora più assicurata ad un destino possibilmente certo. Ma non c'è niente di certo, lo hai imparato in quest'ultimo anno. La tragedia entra anche dentro le mura di casa, l'imprevisto serpeggia tra mattone e mattone e poi qualche trave la fa tremare.
    Sei grata che sia stato Rufus a chiamare questa assemblea, dopo tutto quello che è successo, e dopo tutte le faide nelle quali anche tu, come Foulger, sei rimasta coinvolta o hai rischiato di fomentare. Significa tanto, palesa delle intenzioni serie, la volontà di preservare un benessere superiore, oltre a tutte le differenze. Hai salutato Mireya, hai abbracciato tuo cugino; non importa il ruolo che ricopri adesso, quella cosa tra voi due comunque resta.
    E mentre la discussione comincia e ascolti, da un lato una sorta di sorriso si incapriccia nella tua mente: dovete avercela come vocazione, voi di sangue Foulger, quella di chiamare assemblee. No - il sorriso si intiepidisce - se non ci fosse stato quel wendigo tu non avresti chiamato proprio niente. Se non ci fosse stato quel wendigo, non sarebbero successe probabilmente tante altre cose.
    «Sì, ma non possiamo diventare neanche i paladini del MACUSA. Una volta finito con loro verranno da noi.» prendi parola dopo aver ascoltato Sadie. «Io penso sia stata invece una mossa intelligente, spostare la questione sul piano pubblico. Saranno anche terroristi per il MACUSA ma adesso la gente li conosce e con questo giochetto conosce il suo ideale.»
    Quello è un dato certo: con qualcuno devono pur prendersela, con quello sul momento più pericoloso, ma ciò non significa che si vogliano rabbonire nei vostri confronti.
    «Ha ragione Sadie, devono farne una grossa abbastanza da convincere i dubbiosi o i simpatizzanti, o anche solo i cazzo di sani di mente a prenderne le distanze. Devono fare una roba pericolosa per cui i molti non avranno voglia di scommettere, o almeno ci penseranno due volte.»
    Ma anche provocare è pericoloso, si corrono tanti rischi, troppi rischi.
    «Non sono soltanto militanti, questa roba si allarga a macchia d'olio. Giocano con le proteste, con le rivendicazioni che la comunità ha già palesato e sottoposto all'opinione pubblica. Abbiamo no human race oggi, ma questi lasciano un germe per il domani, lo stanno già facendo. Per questo bisogna agire il prima possibile senza scatenare una cazzo di guerra che ci porti alla ribalta.»
    hunter
    head of kabakov
    mother reliquary paleographer 34 y.o. wyoming
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    Edited by .happysong. - 2/7/2023, 17:07
  14. .
    niente raghi sta qui che girella con la sua borraccia e aspetta Jesse

    dionne ochoa
    Forse non sei nel tuo posto. No, forse questo è troppo anche per te.
    Definisci troppo: troppo caotico, troppe persone, troppa gente che a un progetto ci crede veramente, forse troppo, forse è più di quanto l'immaginario di Jesse potesse concepire, o forse no, forse lo sapeva sin dall'inizio, ma tu non lo avevi capito bene o lui non era stato in grado di dipingerla con tratti più nitidi quella visione. Forse non sei giusta qui, perché ti aspetti che sia tutta questa gente a ricordartelo. Forse addirittura perché sei una creatura, sì, ma troppo fluida anche per loro, anche per gente che ha i piedi ce li ha ben piantati a terra, mentre te sei acqua. Forse non sei nel tuo posto, forse non ci credi abbastanza a questo progetto, forse non lo condividi a pieno, non ti piacciono certe direzioni, quelle poi alla fine, quelle che non si possono ignorare. Ma non importa, non è per quello che sei venuta. Sei venuta perchè è tornato Jesse, e sei pure grata che qualcuno ti abbia avvertito di questa festa.
    Girelli ondeggiando le anche magre tra i tavoli, ti soffermi su ogni dettaglio, ogni colore brillante, ogni rilesso di vetro e piccole geometrie che fanno da motore e carburante alla festa. Ci hai provato una volta, sì, sempre con Jesse, ma probabilmente non lo rifaresti, no, non ce ne è bisogno. Certe cose il tuo organismo le digerisce a modo suo, in quel modo che solo le creature mitologiche rarissime in via d'estinzione patiscono. Nonostante gli anni in questa città continui a non incontrarne di creature come te. Tutto sommato siete davvero in via d'estinzione, o forse questo non è semplicemente il vostro habitat naturale. Sì, sì molto più probabile questo. Che la città ad una certa stanca. Non è il momento giusto per dirlo a Jesse, proprio adesso che se ne è uscito, ma se poi a sparire dovrei essere tu allora questo discorso meriterà affrontarlo anche con lui. Ma non stasera, no, stasera questo rimane, come tanti altri, un pensiero solamente passeggero.
    Ti stringi la tua borraccia. Vedrai che Jesse lo troverà il modo di fartela riabboccare d'acqua pulita e non di qualche altra roba strana. Sei una creatura in via d'estinzione che probabilmente guarderanno con un certo occhio quando vedranno l'acqua, semplicemente acqua, ma non importa.
    Continui a girare tra i tavoli e la gente, allungando il collo, cercando tra i gruppetti più serrati un volto familiare, perché nel caos Jesse non ti è ancora riuscito vederlo.
    mermaid
    29 y.o.
    antigua
    caribbean
    journalist
    activist
    If we don't know what we're speaking and we are not who we've been there's a chance we're only waking from a dream. How will we be in that waking? How will we be in the womb?
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    Entra con Ben e, coattissimo, va diretto a salutare il bro ( Mitja) e omaggiare la festa.
    Con i cetrioli. Al centro della tavola. Scusatelo.
    Ciao anche a Lara e Noah :3

    C6RRC2C
    C6RRC2C
    horace armstrong
    ex sergente air-force | wendigo | 26.
    Remix v.2
    I giorni belli servono anche a me, e questo è un cazzo di giorno bello. Uno di quelli in cui posso guardare Quentin - male ok? - e dirgli che il Nido glielo affido per una notte, che non so neanche se ci torniamo su due gambe a casa o se è una festa di quelle in cui ti svegli sul divano di qualcuno, dopo aver sudato tutto l'alcol che hai bevuto.
    Comunque sia, voglio farlo. E' da tanto che non ci facciamo un giro trai lupi, veri e propri. Anche se della nostra bestia stasera c'è poco, la luna quasi piena tiene a bada gli istinti, so che la catena alimentare ha una certa importanza, ma che noi siamo gli esterni.
    Non siamo bestie da branco, ma lo siamo per gli amici. E oggi pare che torni un amico.
    Così si, mentre tu facevi il ladruncolo da Kash, io mi sono girato i pollici finché non ho accettato che con tutta. la merda che berremo servirà dell'acido corrosivo: sotto forma di due kg di cetriolini sotto aceto ben sigillati.
    Li tengo con una mano mentre guidi tu.
    La torta è in bilico e penso che ci arrivi dritta solo perché qui qualcuno ha un buon equilibrio. E ti ho sorriso prima di salire in moto, come sorrido ora tra le luci stronze del Queens. Lo so che vuoi silenzio quando guidi, ed io non voglio perdere il collo per questo. Quindi il silenzio me lo faccio andare bene, seguendoti fino all'ingresso di casa.
    Si fino a quando ti pianti. Ed io ti passo accanto. Punto a Mitja, che poi è dove guardi tu, no? Mi tengo un sorrido idiota, figlio di due birre con cui abbiamo carburato prima, o almeno l'ho fatto io, e lo saluto con una manata sulla schiena.

    "Ehi, amico!"
    Alzo la voce oltre la musica, che è un frastuono degno di chi qualcosa l'ha già presa per poter reggere quei bassi che gracchiano. E lo dico, si, ma poco prima di far sobbalzare il tavolino con il vaso di cetrioli. E riempirmi un bicchiere di qualunque cosa ci sia su questa tavola. Conoscendolo, è vodka.

    Un cenno anche alla ragazza (Lara) e al tipo (Noah) che penso di aver visto da qualche parte, forse ad un'altra festa qui, forse in giro per gli affari del No Human. Il Nido lo so che va a rilento, ma non siamo neanche nati come cellula, lo siamo solo diventati. Nonostante questo, di quegli stronzi vado piuttosto fiero, lo sai, Ben.
    E dove cazzo sei? Dai, vieni qui che ti faccio cenno di raggiungermi e che ho riempito uno shot anche per te, il primo di non-voglio-sapere-quanti.
    ©
7727 replies since 5/5/2007
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