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.tesserine
morgan crain luoghi minigiochi sfide ✪ ✪ ✪ Albero ✪ ✪ Ballo ✪ Sfida 3 Palco ✪ Sfida 4 dyani tekakwitahni luoghi minigiochi sfide ✪ ✪ ✪ Albero ✪ Sfida 2 ✪ ✪ Sfida 3 Palco ✪ Sfida 4 edie crain luoghi minigiochi sfide ✪ ✪ ✪ Albero ✪ ✪ Ballo ✪ Sfida 3 Palco ✪ Sfida 4 anna valerious luoghi minigiochi sfide ✪ ✪ ✪ ✪ ✪ ✪ ✪ ✪ ✪ ✪ ✪ ✪ emeraude foulger luoghi minigiochi sfide ✪ ✪ ✪ ✪ ✪ Sfida 2 Ballo ✪ Sfida 3 Palco ✪ Sfida 4 nova bishop luoghi minigiochi sfide ✪ ✪ ✪ ✪ ✪ Sfida 2 Ballo ✪ Sfida 3 ✪ ✪ Sfida 4 dmitri ivanov luoghi minigiochi sfide ✪ ✪ ✪ Albero ✪ ✪ Ballo ✪ Sfida 3 Palco ✪ Sfida 4 tess bishop luoghi minigiochi sfide ✪ ✪ Sfida 1 Albero ✪ Sfida 2 Ballo ✪ Sfida 3 ✪ ✪ Sfida 4 andre félibien luoghi minigiochi sfide ✪ Personaggi misteriosi Sfida 1 ✪ Trova i fiori Sfida 2 Ballo ✪ Sfida 3 Palco Indovinelli Sfida 4 caleb sharp luoghi minigiochi sfide ✪ ✪ ✪ ✪ ✪ ✪ ✪ ✪ ✪ ✪ ✪ ✪ gray moore luoghi minigiochi sfide ✪ ✪ ✪ ✪ ✪ ✪ ✪ ✪ ✪ ✪ ✪ ✪ pierre devineau luoghi minigiochi sfide ✪ Personaggi ✪ ✪ Trova i fiori Sfida 2 Ballo ✪ Sfida 3 Palco Indovinelli Sfida 4
Spiaggia:
✪ Emeraude
✪ Andre
Edited by Tippete - 17/1/2022, 19:47. -
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Evento aperto! . -
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Con Dyani #barDream
ghost hunter & perceiverhoodoo magician of 35 yo«Ti va di prendere qualcosa al bar?» a me sì.
Il silenzio delle mie voci è stato sostituito da qualcos'altro, una matassa alla bocca dello stomaco che non va via. Ho finito l'alcol nella fiaschetta durante il viaggio in traghetto. L'abitudine a toccarla nel modo sbagliato è già troppo radicata, troppe sono state le volte in cui era evidente che qualcosa se la ricordava.
Questa è una cosa che non riesco a sopportare, sentire qualcosa, anche solo di essere vivo, quando è tutto quello che cerco di evitare.
Sono già tornato scostante, lo so, ma è solo una pausa fra il traghetto e il bar lontano dalla pista, e pure da quel maledetto punto ristoro. Una pausa fra il bourbon nella fiaschetta e qualsiasi cosa ci sia lì da poter bere.
Non aspetto la sua risposta, mi incammino e basta, la prendo sotto braccio per un secondo, un'impeto di gesti che perdo subito perché è una posizione che mi tiene davanti la mano vuota, che mi ricorda che non ho niente da bere adesso.
È una serata difficile. Lo so che non posso rimandare più il momento di dirle cosa stiamo facendo in questi mesi. Cosa ho fatto io.
Meglio che sia in pubblico. Meglio portarla a una festa che le piace, una che adora. Mi piace pensare che le piacerà tanto da contaminare con questa sensazione anche la nostra conversazione.
Se non dovesse funzionare, potrà comunque diventare qualcosa che non ricorderà ancora. Non più.
Ordino il bourbon.
Hanno costi accessibili ma non abbastanza, non per le mie esigenze. Per fortuna dormire alla Congrega non ci costerà niente, se avessi anche dovuto trovare un posto con la pretesa di essere pagato qui in zona sarebbe stato molto diverso. Probabilmente avrei davvero considerato l'idea di portarla nel mio garage, dove dormo quando mi fermo a New York.
Quello gliel'avrei fatto dimenticare sicuro, raccontandole che magari eravamo stati in un bell'hotel a cinque stelle.
Un'altra bugia. Le sto dicendo tante cazzate che è impossibile tenerne il conto, ma in questa situazione non è importante. Ma è meglio così, meglio farle ricordare una vita che non esiste, bellissima e sfavillante, piuttosto che una così deprimente. Tutti dovrebbero avere il diritto di decidere cosa ricordare della propria vita.
«Dovresti scrivermi la lista delle attività che vuoi fare, sono abbastanza sicuro che di qui a poco me ne sarò già dimenticato» perché sarò ubriaco, ma questa è già una battuta piuttosto infelice.otis "ozzy" foulger. -
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Peskipiksi Pesternomi. -
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Dimmi a che pg (con cui partecipi) vuoi dare il timbro . -
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Edie, Otis e Dyani (perché gli è mancato fare il bullo).
@BarDream
head of crainshuntermaine accent
morgan crain
Meglio non scendere nei dettagli del perché sono qui, oggi, a fare questa cosa, senza le mie armi. Senza le mie armi. Senza. Le. Mie. Armi.
Sarebbero tutta una serie di giustificazioni miserabili comunque.
Senza.
Le.
Mie.
Armi.
Fatico a pensare ad altro.
Mi guardo intorno con movimenti degli occhi tagliente, scattano su figure che si muovono troppo vicine, un po’ anche per vedere dove sia Oliver. Cercano ripari, angoli morti, punti deboli strutturali, possibili oggetti contundenti. Mentre metà del cervello è invece da tutt’altra parte. Ovunque sia mio fratello e quello che non ha più, e tutta quell’altra situazione per cui non so cosa fare.
Oggi dovrei festeggiare l’anno nuovo?
Uno che ci porta sempre più vicini all’Apocalisse. Certo, ne ho proprio voglia. Ma sì, fingiamo che ne abbia, altrimenti faccio cadere le palle a terra anche a chi non le ha.
Nonostante festeggiare senza le mie armi sia davvero difficile.
Impegnativo.
Praticamente impossibile.
Potrebbe succedere qualsiasi cosa e io sono disarmato. Cioè, quasi disarmato, l’attacco di panico latente è la cosa più a portata di mano che possiedo in questo momento. Direi che non è positivo.
Ma sì, fingiamo che sia tutto bellissimo.
Un bel, sgargiante sorriso sulla faccia. Montato perfettamente, come si monterebbe un motore, compreso di perni, pistoni, cuscinetti, bielle e così via. Anche se, ammetto, che quando sguardo Edie e non c’è nessun altro intorno, si arrende un po’ alla pressione di tutto questo peso nella testa e diventa affaticato. «Carburante?» Le chiedo, abbastanza retorico. So quale sarà la sua risposta e infatti i passi avanzano e un braccio le finisce intorno alle spalle guardandola in tralice per qualche istante, prima di tirarlo su e poggiarlo proprio verso l’obbiettivo.
Inquadro anche un piacevole passatempo, lì al bar. Mi scappa sulle labbra con un sorriso che si fa più tagliente, «Non ci credo.» Era da tanto tempo che non mi capitava un occasione per riprendere il terreno buttato al cesso alla veglia dei miei zii, quando mi sono fatto vedere dove non avrei dovuto.
È stata una mossa stupida quella sì, me ne rendo conto.
Ma anche io ero stupido e non avevo ancora abbracciato come avrei dovuto tutta questa situazione di essere il “capofamiglia”, un’etichetta che non ha mai smesso di pesarmi ovviamente ma adesso, beh, diciamo che è tutto molto diverso.
E comunque, Otis non è solo.
Otis è con un’esponente dei Tekakwitahni, che, guardando meglio, ricordo essere Dyani. Cazzo, secondo me è una di quelle cose che i Foulger vorrebbero sapere ma insomma, se sono qua, sotto gli occhi di tutti, immagino che a quest’ora lo sappiano già.
Il sorriso si piega, si tende da un lato, sbilenco e stretto. Appena arriviamo ad una distanza in cui le voci si sentono sopra la musica, mi rivolgo subito alla nascente e pericolosa coppietta. Mi fingo sorpreso, «Oh cazzo, il figlio difettoso di Anson e…» passo gli occhi sulla ragazza con un pausa che simula un tentativo di ricordare il nome, anche se già ho ritrovato l’informazione nella testa, «Dyani Tekakwitahni.»
Faccio un cenno al barista che, come gli ho spiegato prima, sa già che ogni volta che arrivo dovrà servirmi un whiskey. Torno a Otis con una parabola dello sguardo, la testa che si inclina di poco da un lato. «Papà lo sa cosa combini quando non calpesti l’onore della famiglia?»
Sposto gli occhi su Dyani. Per lei il tono è leggermente meno pungente, «Stai attenta, essere dei reietti è una condizione contagiosa,» a tratti è vero, ma non è solo un avvertimento quello che le sto dando.changed, parabatai, aaos' marked, dimensional refugee
Edited by hime. - 28/12/2021, 00:15. -
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Morgan, Otis e Dyani ©double deuce ownerwaitressanimagusbronx30 y.o.al&jex-maledictusedie crainPenso che farebbero bene più cose del genere? Sì, ma solo fino ad un certo punto. Da che io ricordi, né io né Morgan siamo davvero due persone che riescono a star bene quando sono troppo a lungo nella folla, anzi. Credo che in un certo senso, al contrario, ci scarichi. Lui di più, questo posso dedurlo, o anche dire che è qualcosa che so, una delle due; ma lui di più. Perché ogni volta, sempre, immancabilmente, quando sono situazioni come questa, situazioni in cui qualcuno lo conosce, o sa di lui quel poco che basta a caricarlo di doveri, è sempre in un certo modo. Quindi, sì, farebbero bene, ma in un mondo teorico ed ipotetico che non ha a che fare con noi, con lui, con come siamo fatti. E con tutto quello che sta succedendo. Ma va bene, posso fare un po’ finta che in qualche strano modo, un po’ alla lunga forse, farà bene. Anche se non ho bisogno di guardarlo per sapere che c’è quel filo di ansia nel suo essere disarmato, è ovvio quando anche di notte, quando va a “dormire”, c’è sempre un’arma vicina, a portata di mano. Sempre. Ma ho cercato di fare qualcosa, un mese o poco più fa, ed è la stessa cosa che anche oggi, e forse sopratutto oggi, ho tutta l’intenzione di fare. Non perché devo, anche questa è una cosa che ho capito, ad un certo punto: ci sono volte in cui il dovere, magicamente, combacia perfettamente con le volontà. Certo, sono volte rare, so anche questo, sopratutto dopo gli ultimi tempi, ma esistono. Io sono nel pieno di una di quelle. Va tutto bene, anche se non lo va per niente. Va tutto bene, anche se poi è tutto un casino. Va tutto bene qui, sopratutto, quando ci sono appunto le persone, e allora è così che funziona. I panni sporchi, quelli restano sempre a casa. E io, io continuo a dire che nonostante tutto, andrà meglio. Paradossalmente, credo di essere diventata un po’ quel tipo di persona, adesso, che ci si aggrappa a cose come la speranza, anche se per molto al contrario, ho cercato di starci alla larga. Ma ho pensato a molte cose, questo è sicuro, e posso anche dire che in un modo o nell’altro, sono anche andata in una sorta di consapevolezza, o che ne so, quelle cose un po’ hippy che dicono le persone. Sposto lo sguardo verso di lui, alzandolo appena quando il mio è molto più rilassato del suo, e quasi ostinato nell’esserlo. Carburante. Sì. Annuisco, anche se è inutile, una cosa che non è mai cambiata è proprio questa. E sì, parlo dell’alcol, ovviamente, una perenne costante inossidabile. Schiocco appena la lingua sul palato, limitandomi ad annuire nello spingere il carrozzino con i pollici che un po’, giocano sul manico in un modo distratto. Anche mentre abbasso di nuovo lo sguardo, e una mano l’allungo per aggiustare una delle coperte dei bambini, prima di tornare dritta in una posizione che senza neanche doverlo negare, si accomoda nella stretta di Morgan. C’è sempre qualcosa di peculiare, in questo, almeno per me. Qualcosa che un po’, si trascina anche nel modo in cui lascio andare un respiro, e passo a cercare Lea o qualsiasi altra figura conosciuta fra i volti nella folla. Di Lea, almeno, sono sicura, visto che è letteralmente la sua terra questa, o come la vogliamo chiamare. Ma poi, poi sposto lo sguardo verso il bar in cui siamo diretti, e sì lo so ancor prima di avvicinarci cos’è che sta per succedere. Sono meccaniche che ormai conosco, e le conosco anche bene. È anche il minimo, arrivati a questo punto. Però un sorriso lo butto ad Otis, facendo passare per un secondo lo sguardo sulla ragazza che lo accompagna, e sì mi rendo anche conto quanto sia una rottura di palle questa intromissione. Almeno, nell’ottica di, che ne so, magari lui che vuole rimorchiarsi una, o che se l’è rimorchiata e ora insomma. Situazione particolare. Ma penso anche che siano grandi, grossi e vaccinati, e che di certo conoscono meglio di me certe cose. Scontato. A Morgan, però, lancio uno sguardo, sì, ma è uno di quelli che so che può interpretare in poco. Un dissenso che è leggero, ed è insieme qualcosa di diverso ed opposto, qualcosa che non si mette davvero contro di lui in quel senso. «Pensa che fortunello a beccarci così a caso in un posto che pullula di gente, eh?» ho il tono di uno scherzo, né più né meno, prima di lanciare un’altra espressione a Morgan, molto più leggera, mentre muovo una mano per spostarla dietro di lui, e infilargliela nella tasca posteriore dei jeans. «Edie Crain» lo dico a lei, allungandomi appena nello spostare la mano dal carrozzino per spingerla verso di lei con un sorriso un po’ così. Un po’ alla “sì, c’è questa situazione fra questi due, ma sono cose normali”. Alla fine, lo so benissimo com’è che stanno certe cose, ed è solo un’altra cosa ormai normale della mia vita.. -
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Con Otis#barDream
+ Morgan ed Ediehoodoo - shaman - perceiverPermanent Anterograde Amnesia"Ah-ah... si...si sicuro.." forse dovrei dirgli che non lo sto ascoltando tantissimo, che probabilmente sono un po' - evidentemente - distratta. Ma so che sa capirlo, non vedo la Congrega da una vita e se esiste un altro mio posto preferito dopo la Nation, è questo.
E stasera colpisce all'anima, richiama lo spirito mi fa muovere come se fossi a casa, come se questa musica che un po' avvolge tutto, partisse da dentro me. E' questa la connessione, un punto he ho perso. Perché poi lo so come mi alterno, come un sorriso diventi serio e poi di nuovo si alzi, giusto per abbassarsi ancora, e via così. Perché questo sono: una scatola di ricordi, senza fondo. Tutto quello che ci entra, poi non si sa dove finisca, perso nel buio che non si recupera.
Poi però gli preso attenzione, proprio perché Otis stasera è la mia àncora, verso di lui mi volto tutte le volte che mi dico che avrò qualcuno che ricordo, accanto, se finissimo a dormire qui, non mi sveglierei in un posto completamente sconosciuto. Certo, sempre senza cognizione di niente, ma potrebbe spiegarmela, e quindi per questo respiro. E faccio tutti i passi che servono per mantenermi così, leggera per una sera, anche se stamattina nella mia famiglia sono morti tutti, di nuovo, e lo faranno anche domani. Maka non ha più un compleanno. "Credo mi serva parecchio coraggio liquido" lo sottolineo, quando al suo bourbon affianco un gin. Non so bere, anzi sono una completa imbranata, non ho mai imparato, però un po' di peyote ce l'ho sempre in tasca, in caso di emergenza. Mi soffermo sui particolare, ora. I sorrisi un po' tirati, l'alternarsi di gesti che, in Oz, riconosco perché li vedo da sempre. Forse è nervoso, forse lo sono io. Ma siamo solo amici. Che escono, che vanno a feste di Capodanno. Tutto normale.
Anche se le volte che per sbaglio gli inciampo vicino, si accende quella fastidiosa lampadina nello stomaco. Che se la calpesto poi finisce che le do fuoco e non va bene neanche questo. Respiro, mi ci obbligo, che nell'alzare il bicchierino sono pronta ad elencare tutto. Voglio fare tutto.
Prima di dimenticarlo.
In fondo, che mi resta?
Devo godermi il momento, e questo è decisamente uno di quelli in cui voglio esserci al cento per cento.
"Devo averti già detto che non voglio tu abbia pietà di me.. ma stasera aggiungo che se dovessi dirti che sono stanca, tu non creder-..." e sono totalmente intenzionata a finire la frase, che lo affianco di poco, gomito a gomito, sorriso a sorriso, ma d'improvviso non siamo neanche più soli e lo sento forse un attimo prima che accada.
So come si muovono i cacciatori intorno ad Otis, so che c'è chi tollera, ma sono pochi, neppure la sua famiglia, e per questo c'è un passo che mi porta ad alzare il viso verso quello che riconoscono come il fratello di Caiden. Morgan Crain. Non è neanche un cacciatore di quelli di passaggio, la sua famiglia è.. tristemente nota, come poche altre. Ed ha con sé i nuovi germogli di un albero il cui destino era segnato diversamente, Maka me ne aveva parlato l'altro giorn-.. anni fa.
"Colpevole" rispondo in un sorriso che trattengo un po', alzando di poco le mani dal tavolo. Ma da qui non mi scosto più di così. "Bentrovato Morgan Crain" si fa così, me l'ha insegnato mia madre, quindi lo faccio e basta, estendendo la mano verso la compagna, Edie, a cui mi presento lo stesso, anche se so che di piacevole forse c'è meno di quanto sembri. "Dyani - ilcognomenonserve" e basta, quasi alzando le spalle, che forse insomma un po' di complicità c'è nel "cose da cacciatori" che ci si scambia in uno sguardo solo. "Ho anni di.. anticorpi alle spalle, me la caverò anche stavolta" questo lo aggiungo solo alla fine, come a dire che si, lo so qual è la reputazione di Otis, ma questo non mi ha mai fermato dall'aiutarlo come aiuterei qualsiasi cacciatore dovesse finire dalle mie parti e.. beh, forse hanno frainteso.. no?
"Sei sicuro che vuoi ancora restare"? questo glielo dico piano, con la scusa di prendere un sorso un po' troppo vicino al suo orecchio, perché mi senta prima di altri, non gliene farei una colpa. Non vorrei che per farmi stare meglio stasera, una serata che non ricorderò, debba trovarsi in difetto.Dyani "Didi" Tekakwitahni. -
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Si è rifugiata al Dream Bar a bere.
Anna Valerious
Idarian ⋆ Hacker ⋆ Hunter ⋆ Maine Accent
Chi mai si porterebbe dietro armi ad una festa di Capodanno?
Ovviamente chi è abituato a trovarsi in situazioni potenzialmente mortifere piuttosto facilmente. Si era ricordata all'ultimo del mini-pugnale nascosto nel rossetto finto di Chanel, che se qualcuno la conoscesse capirebbe subito che è sospetto.
Soprattutto, perché era Chanel, troppo costoso anche solo pensare che lei se ne fosse comprato uno.
Con tutti quelli che conosceva e sapeva che volevano partecipare, avevano deciso di vedersi direttamente alla festa, sapeva già che Morgan ed Edie vi avrebbero partecipato, e aveva anche dato una mezza voce a Jean visto anche per vedere qualche volto conosciuto.
Era alla festa, era da sola per il momento, oddio in un angolo c'era un palco, se fosse stata sufficientemente ubriaca forse avrebbe anche cantato una canzone di Natale. Il Natale, forse perché su Idara non c'era, le era piaciuto da subito, aiutato anche da Velkan che l'aveva costretta ad imparare tutti i canti di Natale rumeni e della tradizione. Quando poi era arrivata in America, lì il Natale aveva assunto un'altra dimensione, tutto sembrava grande il doppio a Natale negli States, e anche se non aveva mai ricevuto i classici regali di Natale, quella festa era sempre stata motivo di riunioni di famiglia.
Però come specificato c'era bisogno di bere per poter anche solo pensare di fregare il microfono al cantante, che in fondo sembrava abbastanza bravo per quanto già sull'orlo di una crisi di nervi.
Doveva bere e lasciarsi alle spalle quell'anno, almeno tutte le cose brutte, si quelle decisamente andavano mandate a fanculo. Alcool era la parola magica, doveva solo trovare la giusta direzione, ma contava su una buona dose di fortuna e un ottimo sesto senso mentre si dirigeva verso il grosso albero al centro dell'area e dove immaginava avrebbe dovuto appendere uno dei due foglietti che le era stato dato. Perché se si erano prese tutte le sue armi le avevano però dato in cambio una serie di oggetti tra cui alcuni molto interessanti: come la tessera segna punti, se c'erano dei punti significava che c'erano dei giochi e delle piccole sfide e questo poteva renderla un tantino competitiva. Chiese permesso per passare attraverso un gruppetto fermo sotto l'albero avendo intravisto un po' di persone con in mano da bere. Tirò fuori il telefono per inviare un messaggio a Jean. Se mi cerchi sono al bar...ovviamente. Quello oltre l'albero accanto al palco.
Infilò di nuovo il cellulare nel marsupio che aveva in vita e raggiunse il bancone, non si era ancora data la pena di cercare nessuno prima voleva stringere tra le mani da bere. Scambiò appena qualche parola con il barista giusto per capire cosa si poteva ordinare e si fece l'idea che avrebbe fatto la spola tra i due bar probabilmente. Uno scotch ordinò al barista vedendosi recapitare un bicchiere dopo pochi minuti, ottimo servizio e piuttosto celere. Si voltò a guardare la folla portando alle labbra il bicchiere prima di bere
aes30y.o.idarianrefugee. -
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Sorry, un sacco di pippe da donna sposata con vestito abbinato (solo per te Isy)
Con Andre e pargoli all'Albero dei Desiderihuntress foulger's familymother, injuredpaleographer, librarianwyoming accent32 y.o.
Edited by .vertigo - 29/12/2021, 22:57. -
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Interagisce con Anna e guarda un paio di volte verso Morgan. ©AnimagusMetamorphomagusCriminalHunter35 y.o.JeremiahDmitri IvanovEd eccoci qui, un mese e un giorno da quando Morgan ha preso le tue certezze e le ha gettate nel cesso, tirando anche lo sciacquone, così giusto perché non ti venisse in mente di andartele a ripescare. In realtà lui non ha fatto nulla di tutto questo, anzi siamo entrambi abbastanza certi che avrebbe di gran lunga preferito che tu non scoprissi assolutamente nulla di quanto sta accadendo, che i vostri giorni potrebbero davvero essere gli ultimi. Non sai quando accadrà e sembra esattamente come se ci fosse un male incurabile di cui si attende il naturale epilogo, senza per l'appunto avere alcuna possibilità di invertire la rotta, cambiare i piani di entità ben al di sopra di chiunque altro, in particolar modo di te, Dmitri, per tante ragioni.
Ci hai messo qualche giorno ad accettarne l'evidenza, la tua mente ha passato le prime settantadue ore in un assoluto rifiuto di tutto quanto, tanto che quel sorriso incredulo che ti è affiorato in volto, non ha voluto lasciarlo finché una nuova consapevolezza non si è fatta strada, coincisa con una chiamata che non avrebbe dovuto avere luogo, una di quelle che riguardano il giro di Jeremiah ovviamente, ma di cui tu avresti volentieri fatto a meno. Ti chiedono un nuovo carico di armi, sì quelle speciali che ti procura il tuo amichetto, proprio quello per cui non sei altro che uno stupido allocco e niente di più, capace di farlo guadagnare bene e di credere di aver costruito alcunché.
Ma che importa, dopotutto. Jeremiah può andare a farsi fottere per un momento, specie in questo momento, dove i tuoi cazzi sono ben altri. Avete deciso con Nova di lasciare il bambino a una nuova famiglia, che sappia prendersene cura, in cui possa crescere libero dal suo retaggio, lontano dal tuo mondo o da quello di Nova. Sarebbe in qualche modo interessante se un giorno dovesse comunque scoprirlo, se in futuro tu possa aver modo di motivargli il vostro gesto, ma credo che ora come ora firmeresti per arrivare al momento in cui la tua preoccupazione sarà mostrare a tuo figlio quanto sei stato un pezzo di merda nei suoi confronti. Vorrebbe dire che sei vivo, che non c'è stata alcuna apocalisse, perciò direi che come contro andrebbe benissimo.
Quindi eliminata la rogna Jeremiah da cui ti sei allontanato temporaneamente e archiviato il discorso bambino, non ti è rimasto che dedicarti anima e corpo alle ricerche suggerite da Morgan stesso. Ti ha dato poco da leggere in effetti, la Bibbia, miti e leggende, sei persino sfociato in racconti fantasy sui cacciatori di mostri, quasi che possano in qualche modo suggerirti qualcosa, qualunque cosa. Aspetti ancora un confronto con le figure che Morgan ti ha indicato, ma anche quel tempo sembra ormai prossimo, adesso hai un bagaglio di informazioni che prima non avevi, ti serve solo qualcuno che dipani quelle vere dalla massa di stronzate che sai, o forse lo farai tu stesso, ma il confronto con qualcuno stavolta deve produrre nitidezza e non ulteriore coltre di nebbia in cui brancolare.
Ti sei estraniato da tutti in quest'ultimo mese, se non per partecipare al consueto cenone di Natale a cui non potevi mancare per via di tua madre. Lo scotto era rivedere tuo padre, ma direi che hai saputo iniziare nel migliore dei modi, sfogando la tua frustrazione con un pugno sulla sua faccia al primo accenno di discorsi che non sei più disposto a tollerare.
Ora che è arrivato il 31 hai bisogno di concederti una nuova pausa, salutare il nuovo anno nel migliore dei modi, perché potrebbe essere l'ultimo, quindi ha senso godersela, almeno stasera. Dopotutto il 2021 è stato un ottimo anno, non puoi non ringraziarlo nonostante l'ultimo mese di merda.
Hai saputo dell'evento organizzato leggendo sul NY Ghost, pertanto non resta che presentarti al Barrons Boatyard, depositare le armi nell'apposita cassettiera come dicono nella camera iperbarica della banca e ritirare tessera punti, numero della lotteria e ben 2 fogli incantati, il tutto finito spiegazzato nella tasca dei tuoi pantaloni mentre ti avvii sul traghetto. Figurati se ti presti mai a un fottuto gioco, non siamo certo tipi che si divertono noi. Scassapalle. La verità è che forse ci hai capito poco, ma fingiamo che sia perché sta finendo il mondo e quindi vaffanculo i giochi, quand'è che si muore?
Non conosci nessuno, almeno questo è il pensiero quando oltrepassi i primi volti di una folla piuttosto loquace e piuttosto irritante. Meglio andare via, non è il caso di rovinare la festa agli altri solo perché hai i coglioni a vento ultimamente. Pertanto non resta che dirigersi al primo bar più vicino a dove sei.
Ti sembra di scorgere Morgan ed Edie, impegnati in una conversazione. Non hai alcuna fretta di salutare il cacciatore, di certo non sarà entusiasta di vederti. Non sai nemmeno perché è qui, non ti è mai sembrato un tipo da feste, ma mentre ci pensi, il tuo sguardo viene catturato da un altro volto familiare, quello di una hacker che ti sta aiutando non poco nell'ultimo periodo per la quale sei diventato un fantasma nell'ultimo mese, anche se è pur vero che le vostre conversazioni non sono mai state molto frequenti.
Ciao gatto la saluti avvicinandoti al bancone lasciando affiorare sul volto un mezzo sorriso. Hai mangiato qualcosa prima di bere? Chi sei suo fratello? Saranno anche cazzi suoi, no? Del whisky per me. completi battendo un leggero pugno sul bancone per attirare l'attenzione del barman. Vedi di non sfondare nulla, grazie.
Poi ti volti dando le spalle al barman per guardare tra la folla in direzione di Morgan, non so per quale motivo, forse speri ravvivi un po' questa festa, che scoppi una rissa. Oh quanto vorresti una rissa in questo momento, dietro quel sorriso dietro cui ti mascheri c'è una tale frustrazione che vorresti solo sfogarla sul volto di qualcuno, chiunque, magari per una buona ragione.. -
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NADA, saluta giusto la famiglia Foulger/Felibien e parla con Pierre #albero
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Ditemi se le posizioni sono giuste (ho messo anche chi non è entrato se ci sono pg che interagiscono con lui), ecco la mappa: x . -
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Con Tess. @barVitamin
Nova Bishop
Runic Magic Professor ⋆ Woman of Letters ⋆ blind ⋆ NY STATE ACCENT
Stringo la presa al braccio di mia sorella da un lato, dall’altro lo faccio con la mano di mia figlia. Gli occhi sorridono, lo sento nelle rughe che li stringono negli angoli, anche se adesso i motivi che porterebbero pesantezza nello sguardo dovrebbero essere in numero più grande; non voglio far vivere nessuna di queste cose a mia figlia. È sempre la stessa ragione. Sempre la stessa motivazione che mi fa rialzare dopo una caduta, o un semplice inciampare. Una preoccupazione che si infila meschina non vista e prende un posto duro, fermo e immobile come una spina invisibile incastrata nella pelle, di quelle troppo sottili per riuscire a toglierle ma che fanno male abbastanza da spostare lì i pensieri, ogni tanto. Ci muoviamo dalla spiaggia per raggiungere uno dei due bar di cui mi ricordo la posizione, da prima, quando ho avuto il tempo di studiare dove fossero posizionati stand e luoghi di ritrovo così da potermi destreggiare meglio in un posto non del tutto nuovo per me, ma organizzato in una maniera diversa e sconosciuta. Mi rivolgo a Tess con un sorriso leggero, «Vedi Rexana?» Le chiedo, dato che io invece ho spento qualsiasi metodo di visione che non sia quello dell’etere. Quando ci sono troppe auree non posso concedermi il lusso di vedere, per non affrontare un sovraccarico eccessivo che frizzi nelle tempie e mi lasci con un mal di testa impossibile da sopportare per un’intera serata. Non lascio Tess e Elsa neanche quando arriviamo al bar, mi limito a spostare lo sguardo in quella direzione con un sorriso più cortese mentre ordino un succo di frutta frizzante per mia figlia e un White Lady. Elsa si lamenta perché vuole assaggiare ciò che bevono i grandi, «Se ci batti e raccogli tutti i timbri prima di me e zia Tess, potrai assaggiarli,» lancio un sorriso verso mia sorella, con una complicità leggera che si ricama nell’aria ad ogni sguardo, anche quelli che non ricambiati restano sospesi in una metà galleggiante.
aes32y.o.hakkaoracle.