Votes taken by .happysong.

  1. .
    HUNTER 22 y.o JONAH ACKERMAN georgia voice look aesthetic song
    425a8d99c514e882444bc5183301f9b88aa3edf8
    6308247ae5682cf3a5dc305f425e57116a32e680
    las llamas son bonitas porque no tienen orden, y el fuego es bonito porque todo lo rompe
    Non va bene. Non va bene un cazzo, non va bene niente.
    Non sei tu la vittima di questa storia, è chiaro, forse dovresti cominciare a pensare a questo, che non sei tu quello rimasto fregato, non sei tu quello costretto ad una scelta così importante, non sei tu ad essere costretto e punto. Forse dovresti iniziare a rimeditare sulla tua rabbia, a circoscriverla e tenerla fuori di te, perché non prenda il sopravvento così, non faccia così male anche quando non dovrebbe, non ti offuschi la mente proprio ora che tra i due è lei quella che chiede a te una mano. E tu dovresti dargliela quella stramaledetta mano, tu dovresti proprio aiutarla in qualche maniera.
    Ma non ce la fai. Pensi soltanto a tutta la merda che sta gettando Declan su Pine Mountain e sul ranch. Pensi che questa sia l'ennesima lampante prova di quello che sta facendo, forse il segno della gravità di tutta questa situazione, qualora avessi anche solo sfiorato la tentazione di prenderla sotto gamba, di ignorare tutti gli avvertimenti e cercare di vivere nella maniera più passiva possibile. Perché è più facile, sì, probabilmente molti al ranch si sono appoggiati a questo, al fatto che sia più semplice sottostare, crea meno problemi, mantiene un ordine, oppressivo, ma evita ulteriori spargimenti di sangue. O meglio, fa in modo che di sangue non se ne versi più del dovuto. Ed è mostruoso. Declan è mostruoso, Salvatore che è dei suoi lo è. Gideon deve tornare. Deve tornare subito, farlo il più velocemente possibile, perché se si arriva a questo, a stuprare le donne del ranch allora è veramente segno del clima di terrore che è stato acceso all'interno del ranch. Perché Declan lo saprà cosa è successo, sì, certo che lo saprà, e non farà un cazzo, proprio perché ha permesso lui a quella bestia di fare una cosa del genere.
    Deve tornare Gideon, perché non potrete rimanere ancora a lungo con le mani in mano a tollerare.
    Ma qui non si tratta di te. Stai continuando ad elevare tutto ad un grado troppo universale, troppo generico, sta diventando un pamphlet, il tuo, contro l'ingiustizia di un leader che permette ai suoi di essere bestie.
    No, si tratta di Danielle, che adesso aspetta un figlio.
    Chiudi appena gli occhi, cerchi la calma nei respiri lunghi, profondi, e nel silenzio e nel buio di una mano premuta contro gli occhi.
    Respiri di nuovo, ti sciogli da quella posizione irrigidita, stante, e ti siedi di nuovo di fronte a lei, mani giunte sul tavolo a masticare ancora un po' il silenzio per scacciare tutte le offese che ti si sono cucite in tutti questi minuti sulla lingua.
    «E allora che vuoi fare?»
    Seriamente. A cosa pensa Danielle? Cosa pensa di sé e di questo futuro improvvisamente tremendamente difficile?
  2. .



    calvary's soldier – 160 y.o. – marigold in life – the torturer




    Il sangue.
    Alla fine non è solamente un vezzo, un mero fatto materiale. Non è il colore in sé, non è la viscosità di un liquido piacevole e ambiguo, evocatore dei demoni più pericolosi, quelli dell'inconscio. No, è sapere di avere tra le mani qualcosa di vivo, di vita stessa appena sradicata, a scorrere tra le dita che hanno ormai pieno potere su di essa, inerme. Si tratta di questo, di vita fluida da osservare morire tra le proprie mani, sotto la propria lingua.
    «Quando verrà il tempo, al giusto momento…» ripeti le sue parole, «Ti porterò in fasci le loro vene e il cuore.» come un chirurgo attento a non recidere neanche un capillare, a conservare quel sistema perfettamente intatto. Un conoscitore furioso che prende la propria creatura e la spoglia lentamente di tutto, pelle, muscoli, nervi, svuotarli delle loro ossa. Buttare tutto, perché questo non serve, tutti gli altri succhi sono inutili. Vuole lasciare solo quelle, solo le vene che pulsano di battiti, gli interessa solo ed unicamente questo, tenere tra le mani l'oggetto vivo, il motore di tanto chiasso, che, nonostante sia stato privato di tutto, continua a fare confusione. E poi schiacciarlo.
    Che appena lo spargi il sangue si sporca, l'aria lo contamina, lo invecchia immediatamente, non è più sangue, muore, diventa scarto dopo pochi attimi.
    Ma no, no non sta a te schiacciarli, no, no, non sta a te spargere quel sangue, no, quello va al tuo signore, quello è solo suo. Non è la stessa cosa se lo fai tu, non è lo stesso tipo di festa.
    Di chi ci ha traditi.
    E tu te lo ricordi cosa significa essere traditi. Forse avresti dovuto dimenticartene, metterlo da parte insieme a tutte le altre cose terrene. Ma no, sei morta nuovamente proprio mentre ti sei sentita tradita, sul tradimento hai cominciato ad edificare, non te lo potevi dimenticare. Il tradimento è stato tue fondamenta, su di esso si è plasmato ed è nato Goliath, torturatore, giustiziere, con un potere di imporre il giusto e fare del male che Marigold non ha mai avuto.
    Ah è così diverso poi, è così diverso e inebriante passare dalla morte alla vita di nuovo, essere qualcosa che ti sembra di non essere mai stata. Perché non sei più Marigold, non sei più quella ragazzina tirata sotto dalla macchina, né quel mago nero che pretendeva di compiacere in tutto e per tutto i suoi genitori. Povera Marigold. Non provi pena per lei, lei si è data da fare come ha potuto in vita sua, è stata una creatura in fondo gentile, giusta, una che non se lo meritava di morire così, no. Marigold era una persona stimabile, provi rispetto per lei.
    «Se è il mio che vuoi adesso» gli dici ancora, stavolta sollevando una mano per stringere il suo braccio che tiene il tuo volto e scava tra i tratti, cerca gli spigoli delle ossa tanto da far sospirare.
    «lascia che serva al tuo progetto. Ti imploro
    Lascia che sia il suo a diventare arma e tenaglia per i lo loro nuovi amici.

    Goliath.
    Crier.

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  3. .
    N
    o, no, certo.» non puoi pretendere così tanto.
    Forse la tua sarebbe l'eccezione dell'eccezione. Non sarebbe neanche giusto pretenderlo, sei tu che stai entrando in un mondo che ha delle regole, ha dei dogmi, impone certe scelte, e tu non puoi sperare così all'improvviso di cambiarle. Non devi essere stata l'unica ad aver rinunciato a qualcosa. Tua madre, lei per prima, ha dovuto fare una scelta che le è costata parecchio. Immagini sia così, non riesci a farlo diversamente, perché non vuoi credere che la diffidenza e l'indifferenza di una madre verso una figlia fosse davvero voluta. A questo punto non vuoi credere davvero che sia così. Forse per una volta ti trovi di fronte al caso veramente eccezionale, alla finzione che supera la realtà, scoprire che in realtà la persone non erano davvero così cattive, come riuscivano da sole a ritrarsi. Di solito, contro le aspettative e le speranze, succede il contrario. Di solito si rimane delusi e basta. E invece stavolta poteva essere l'occasione di colmare un vuoto, di dissipare un mistero, risolvere una incomprensione che dura da vent'anni. Troppo bello, perché il prezzo per metterti l'anima in pace su questo, sul desiderio dei tuoi genitori di essere realmente tali, è stata la morte, il fatto che quella persona non c'è più e a parlare è solo la sua eredità, che quella sì, quella adesso è sincera.
    Non vuoi arrivare a tanto con i tuoi figli, la sofferenza di averti saputo da sola per così tanti anni non la dimentichi mai.
    «Grazie, sarebbe importante.»
    Sarebbe così importante non essere costretta a rinunciarci, a rinunciare ai tuoi figli, a Søren, per qualcosa che è arrivato all'improvviso, come un fulmine, che forse vale la pena ignorare di fronte a tutte le cose certe -non puoi continuare a inseguire fantasmi. Forse, forse non vale abbastanza, non ha abbastanza potere, eppure forse stanno lì, le radici, quelle strane concrezioni che si arrampicano dentro prima ancora di vincolarti al terreno. E chiedono spazio, adesso che sentono affacciarsi la luce attraverso le tue crepe e fragilità, adesso chiedono spazio.
    «Come posso rintracciarti? Senza passare da mio padre, intendo.»
    assassin
    spirit perceiver
    empathetic
    french accent
    27 y.o.
    Beatrice Lemoine Pott;
    ...
    your wilted edge of a lonesome mattress
    i lay my head there until the feeling passes
  4. .
    beatrice
    beatrice
    beatrice
    beatrice
    beatrice
    lemoine
    Ed è proprio per questo che, forse, sarà ancora più difficile. Sarà difficile non aggrapparsi a qualcosa di tanto semplice come la vendetta. Perché quella sì, è più semplice, l'odio da qualche parte lo si può sempre trovare. È come una fiammella nascosta, piccola, ma sempre accesa, e basta poco alimentarla di nuovo. Basta un pensiero, basta soltanto credere che le cose sarebbero potute andare molto meglio se non fosse successo quello, proprio quello: afferralo, ecco, ecco l'origine del tuo odio.
    No, questo è un credo, a tutti gli effetti, questo vuole una purezza di intenzioni che non permette sporcature.
    Insorgere, rivoltosi, ti sa di anarchia, di qualcosa estremamente lontano, lontano dalle regole prestabilite, dalla tua morale borghese, lontano da te.
    Eppure - si incastra sempre lì; "eppure" si incunea sempre, in maniera fastidiosa e pungente, in quelle che sono le congiunture della tua vita, negli snodi dove qualcosa è cambiato e lo ha fatto per sempre, ha aperto una nuova epoca, ha cambiato stile, ha ribaltato le concezioni ormai consolidate. Ha portato rivoluzione.
    E stavolta, quell' "eppure" si allaccia sempre di nuovo Søren, al suo essere cambiato, ad aver affrontato la sua personale congiuntura.
    Schiarisci appena la voce, fissando di nuovo la tazza di fronte a te.
    «Ho tre figli.»
    E già questo è un dato, è una realtà di cui non puoi non tenere conto, che fissi in questa stanza tra te e Callum nel momento in cui pronunci quelle tre parole.
    «E un marito, che è stato trasformato in licantropo poco tempo fa. Decisamente poco tempo fa. Domani notte sarà la prima luna piena.» e va da se il fatto che tu ti senta spaesata anche di fronte a questo fatto, come se ti fossero piombati addosso tutte assieme queste cose sconosciute che, da sempre o da semplicemente poche settimane, faranno però ormai sempre irrimediabilmente parte della tua vita.
    «Ho bisogno di sapere che saranno al sicuro.»
    Che poi forse, adesso, è solo questa la cosa che riuscirebbe a fare davvero la differenza tra lo scegliere questo mondo oppure tornare indietro e fingere che non esista, che non ti riguardi proprio. Come se adesso ti bastasse solamente questo. Forse sì, forse in questo istante è quanto ti serve sapere, l'unica certezza da fissare in mezzo a tutta la confusione. E forse non sarà il faro perfetto, non dovrebbe essere quantomeno l'unico, rischia di lasciare al buio probabilmente troppe cose di cui invece dovresti essere sicura prima di prendere questa scelta. Ma senza quella condizione non ne esistono altre. Forse, proprio perché stanno dalla parte degli oppressi, gli Assassini potranno aiutarvi anche in questo, tu potrai aiutare Søren.
    «Puoi portarmi all'Animus?»
    Sì, alla fine è riuscire a proteggervi a vicenda quello che conta davvero. Proteggersi dal futuro incerto e persino da un passato da dover imparare a maneggiare.
    assassin
    recruit
    spirit perceiver empathetic 27 y.o. mother italian-french
    code role © usul; created for Brakebills GDR ma di libero usufrutto ovunque
  5. .
    che se ci pensi in effetti... no-sche :')
  6. .
    sorry sto nome mi è solo familiare, arrivederci
  7. .
    hime.usul;




    metamorphomagus – 25 y.o. – supporter – brooklyn




    Seguo Edie. Non credo di aver fatto tanto altro da che ci siamo trovate dentro al cortile. Seguire Edie. È pure questa una costante di tutte quelle volte che ci siamo trovate in una situazione così critica. "Tutte"… questa e il maledetto market.
    Però c'è qualcosa di diverso rispetto ad allora, sì, ed è sempre quella, la cosa più palese di tutte, di nuovo quella spinta ad andare avanti perché all'epoca ce lo avevo un motivo per andare avanti, per dar retta a quello che Edie mi diceva e trovare alla svelta Lucian fuori da quel caos. Adesso è pietra morta.
    Sento qualcosa che si allenta dentro quando giriamo l'angolo e vediamo il gruppo, e vedo l'uomo che sì, certo che me lo ricordo. Caid- no era quell'altro, vabbè non è importante adesso, ma me lo ricordo eccome, sin da quando me lo sono ritrovato a bussare alla porta di casa dopo i fatti di Central Park, quando di nuovo è ricomparso nel market eccetera eccetera. Che quella volta pure mi girava il cazzo di non sapere chi è che avessi in definitiva davanti. Credo di non averlo capito ancora, non mi è stato confessato, meglio, ma onestamente non importa. Non importa adesso e non credo mi importi più in realtà.
    Qualcosa si allenta dentro, perché ho avuto troppa paura - sì, lo ammetto - di dover gestire la situazione di Edie da sola. A conti fatti, fino ad ora, non ho preso grosse scelte per conto mio. A conti fatti, mi sono limitata a seguire lei, come del resto succede la maggior parte delle volte anche al Sacred. Quindi mi rassicura sapere che c'è qualcuno per lei, qualcuno che possa darci una mano, banalmente un volto amico. Però qualcosa mi si stringe dentro quando mi scopro terzo incomodo tra i due. Nemmeno questo, alla fine, forse. Mi proietto più distante.
    È solo che la conosco quella sensazione, quella di aver ritrovato la cosa tanto cercata, la persona tanto desiderata. La conosco quella sensazione di riuscire a ritrovarsi, di sentirsi al sicuro, credo. Perché penso che invece io Lucian non lo ritroverò più in mezzo a questa nebbia. Questa cosa per me non c'è verso più che succeda.
    «E dovresti vedere gli zombie.» gli rispondo con ironia tremendamente stanca, sollevando appena l'elsa della spada stretta ancora in pugno. Forse non è nemmeno giusto, sono ed erano pur sempre persone, ma abbiamo visto in cosa si sono ridotti. Forse soprattutto per questo è irrispettoso. Ma non importa; gli appellativi sono l'ultima cosa di questo mondo. Penso solo che, con tutto quello che questa gente ha visto probabilmente una spada medievale è la roba più normale che ci si possa ormai aspettare.
    «Sta facendo cose.» gli dico ancora.
    Mi preoccupa di più il fatto che riesca la signora alla quale l'ho presa. Quello forse, perché non voglio altri problemi, specialmente adesso con questa faccia. Nel momento in cui ritrovo la forza per avvicinarmi a loro due, infilo di nuovo la spada dentro la borsa celata. E basta, mi limito a seguire, ancora, rimanendo dietro a Edie. Di nuovo. Che io non mi sento più la forza di fare granché.

    Vivianne
    Comstock
    Dixon.

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    Skills e azioniBonus PGInfo utili
    1. E rimettiamo a posto Excalibur (tutto bello grazie)


    Caratteristica rara: Metamorphomagus
    Nome: Meta-mutazione Completa
    Requisiti: possedere la Caratteristica Rara Metamorfomagus controllata (avere Alchimia)
    Tipologia: Caratteristica Rara – Metamorfomagus
    Descrizione: il metamorfomagus ha raggiunto il pieno controllo del potere, può modificare nella totalità il suo aspetto e mantenerlo senza alcun problema (anche se, più lo si mantiene, più ci sarà un dispendio energetico). Questa skill andrà sostituita a Controllo Incompleto una volta appresa.
    Azioni: per cambiare il 35% del corpo serve una sola azione, per il 70% due azioni mentre per il 100% servono 3 azioni
    Durata: istantaneo, fino a disattivazione (non è necessario spendere azioni per disattivarlo)

    Potenziamento personalità psichica - INFP-T
    Altezza 1,65 m
    Peso 51 kg
    Sport Taekwondo
    Addestramento MMA

    PSICHICA
    I anno: Occlumante
    II anno: Materializzazione
    Sensi: Vista, Udito

    ALCHIMIA
    Triennio: Manipolazionex2
    Specialistica: Cosmo - Adulterazione; Trasfiguratore - Misto
    Conoscenze: Anatomia Animale, Fisica, Anatomia Umanax2, Biochimica, Astronomia
    Strumento: Pennarello indelebile

    RUNICA
    Specialistica: Mimesi - Misto; Magia Antica - Misto
    Tatuaggi runici: Forza, Precisione, Resistenza fisica, Resistenza mentale
    Rune ambientali: Mannaz, Kaunan, Nýsta - Kenaz
    Metamagie: Silenziosi, Brucianti, Penetranti, Invisibili
    Artefatto Proprio di III classe: Pistola (Beretta/Wilson 92G)
    ↳ Runa del Possesso, Ritorno, Target

    BIANCA
    Aura: Rossa
    Specialistiche: Obiettore - Guaritore Olistico + Magimedicina


    Equipaggiamento
    Strumenti materie:
    ⇀ Pennarello nero

    ⇀ Coltello
    ⇀Artefatto Proprio di III classe: Pistola (Beretta/Wilson 92G CenturionTactical, 15 colpi)
    ⇀ Caricatore x1 (20 colpi)
    ⇀ Bracciali di condivisione

    + borsa celata piccola
    ⇀ Occhio di tigre (benedetta)
    ⇀ Ossidiana (benedetta)
    ⇀ Spada

    ⇀ Panacea x1

  8. .
    La Gine che continua a guardare anche stamattina il pc con lo stesso sguardo perso di ieri sera, sottolineo
  9. .
    Hiiiiiii Welcome! <3 Io sono la Gine!
    Bello stare al pc tutto il giorno e poi trovarsi a strizzare gli occhi per leggere i meme (troppi colorini, troppi font, help so vecchia).
  10. .
    hime.usul;




    metamorphomagus – 25 y.o. – supporter – brooklyn




    Troppo tardi. È stata troppo lenta la reazione. Adesso è come se tutto si stesse svolgendo a rallentatore, o meglio, è come se ogni singolo infinitesimale movimento diventasse estremamente percepibile, evidente, come se fosse diventato lo scatto di un meccanismo complicatissimo, una ruota dentellata pesantissima, che macera tutto ciò che prova a mettersi di mezzo per interrompere quel girare, per fermare il gesto, per fermare il tempo e guardare tutto ad una certa distanza, con una certa lucidità. Per prendere Edie e spostarla, per calciare via questa donna che non è più umana, cazzo se non lo è più, e con questa immediata consapevolezza diventa ancora più facile sparare.
    «Cazzo!»
    Aria che si sprigiona tutta insieme dai polmoni, come una bomba che esplode e fa reazione chimica con l'ossigeno, mi brucia dentro.
    «No no no no, Edie no cazzo.» la afferro sotto le braccia per tirarmela contro e spostarla da lì, dalla soglia, dove la donna è caduta rantolando e nonostante ciò continua ad avanzare, a lasciarci le dita e le unghie sul pavimento pur di raggiungerci e finirci, continuare a… mangiare. Aveva ragione Edie, sono come cazzo di zombie, anche se c'è ancora qualcosa di vivo dentro di loro, e non è solo l'energia vitale che mi ha permesso di paralizzarle una gamba, no, è quello sguardo, è pienamente cosciente che sia stata io. Per quanto ancora, mi chiedo?
    «Andiamo! Forza!»
    Dobbiamo andare via da qui, subito, e chiuderci questo posto alle spalle, lasciarla qui dentro, a grattare contro la porta fino a quando, forse, non si ricorderà della bambina, e tornerà da lei. Troppe cose, troppo sangue mi scivola addosso mentre cerco di tenere Edie per uscire di qui. Sento quasi bruciare dentro la tasca della borsa sotto la giacca. Non brucia veramente ma sta rilasciando qualcosa, qualcosa sta facendo quella spada.
    Non posso pensarci fino a che non siamo fuori di qui. Non è il problema della ferita, anche se, cazzo, neanche il mio colpo di pistola è stato così…
    Il problema è un altro ed è più grosso. Perché è successo, cazzo, quello che non doveva succedere. È successo. Quasi come se fosse una beffa, subito dopo il suo avvertimento. Si trasmette attraverso il morso, e le ha staccato un pezzo di collo, ma che cazzo!
    E ora gli altri? Quei versi. Ma porca puttana. L'ho detto che stava peggiorando. L'ho detto che sarebbe stato sempre peggio, che sarebbero aumentati. L'ho detto e sta succedendo ovviamente.
    Sciolgo la mutazione, torno con il mio volto, perché non ce la faccio più, perché quest'ultimo giro è stato troppo, veramente troppo, e ho bisogno di riprendere fiato.
    «Niente panico un cazzo.»
    L'unica cosa in grado di confortarmi è vedere che si sente ancora in grado di fare qualcosa su sé stessa. Io invece, paradossalmente, tra le due rimango quella paralizzata.
    «Dimmi con chi sei venuta qui.» che adesso ho veramente bisogno di saperlo. Perché se adesso non riesco a fare altro tra un po' mi troverò ad essere probabilmente l'unica a poterla aiutare. Adesso devo sapere chi è qui con lei, perché sarà l'unica persona con la quale potrò confrontarmi e alla quale potrò chiedere aiuto nel caso le succedesse qualcosa. E non so neanche perché cazzo sto usando questo condizionale, forse perché non voglio crederci davvero, anche se i fatti parlano tutto il contrario. Quanti? Quanti sono i corrotti a questo punto? Tutti quelli contro una sola possibilità? Sarebbe assurdo.
    «Ora li troviamo eh, stai buona.»
    Io a questo punto non so quanto voglio correre loro dietro. Io non ce l'ho questa capacità.
    Mi guardo di nuovo attorno, ma questo punto penso che anche vaffanculo.
    «Sei anche fortunata, se va tutto bene ti faccio vedere pure una magia.»
    Apro la giacca ed estraggo dalla borsa celata la spada che sprigiona energia. La osservo tra le mani, è come se chiamasse, e ha cominciato a farlo proprio quando ho attaccato quella donna.

    Vivianne
    Comstock
    Dixon.

    code role © hime. created for Brakebills GDR ma di libero usufrutto ovunque


    Skills e azioniBonus PGInfo utili
    0. Disattiviamo la Meta-mutazione
    1. Tiriamo fuori Excalibur dalla borsa celata che woo sarà bellissima (?)

    ATTIVE
    x2 Cerchio della I Lezione II Anno - Manipolazione Corporea [5/5] (su Evan e Finn)


    Caratteristica rara: Metamorphomagus
    Nome: Meta-mutazione Completa
    Requisiti: possedere la Caratteristica Rara Metamorfomagus controllata (avere Alchimia)
    Tipologia: Caratteristica Rara – Metamorfomagus
    Descrizione: il metamorfomagus ha raggiunto il pieno controllo del potere, può modificare nella totalità il suo aspetto e mantenerlo senza alcun problema (anche se, più lo si mantiene, più ci sarà un dispendio energetico). Questa skill andrà sostituita a Controllo Incompleto una volta appresa.
    Azioni: per cambiare il 35% del corpo serve una sola azione, per il 70% due azioni mentre per il 100% servono 3 azioni
    Durata: istantaneo, fino a disattivazione (non è necessario spendere azioni per disattivarlo)

    Potenziamento personalità psichica - INFP-T
    Altezza 1,65 m
    Peso 51 kg
    Sport Taekwondo
    Addestramento MMA

    PSICHICA
    I anno: Occlumante
    II anno: Materializzazione
    Sensi: Vista, Udito

    ALCHIMIA
    Triennio: Manipolazionex2
    Specialistica: Cosmo - Adulterazione; Trasfiguratore - Misto
    Conoscenze: Anatomia Animale, Fisica, Anatomia Umanax2, Biochimica, Astronomia
    Strumento: Pennarello indelebile

    RUNICA
    Specialistica: Mimesi - Misto; Magia Antica - Misto
    Tatuaggi runici: Forza, Precisione, Resistenza fisica, Resistenza mentale
    Rune ambientali: Mannaz, Kaunan, Nýsta - Kenaz
    Metamagie: Silenziosi, Brucianti, Penetranti, Invisibili
    Artefatto Proprio di III classe: Pistola (Beretta/Wilson 92G)
    ↳ Runa del Possesso, Ritorno, Target

    BIANCA
    Aura: Rossa
    Specialistiche: Obiettore - Guaritore Olistico + Magimedicina


    Equipaggiamento
    Strumenti materie:
    ⇀ Pennarello nero

    ⇀ Coltello
    ⇀Artefatto Proprio di III classe: Pistola (Beretta/Wilson 92G CenturionTactical, 15 colpi)
    ⇀ Caricatore x1 (20 colpi)
    ⇀ Bracciali di condivisione

    + borsa celata piccola
    ⇀ Occhio di tigre (benedetta)
    ⇀ Ossidiana (benedetta)
    ⇀ Spada

    ⇀ Panacea x1

  11. .
    hime.usul;




    metamorphomagus – 25 y.o. – supporter – brooklyn




    Guardo Edie. È la prima cosa che faccio quando finalmente giro l'angolo e me la ritrovo davanti.
    «Anche lui adesso?»
    Evito di dirle davanti a lui che ci eravamo già beccati, dalla tipa a cui ho rubato la spada. Peccato con una faccia diversa. Non penso sia strettamente necessario adesso condividere anche questo, così come è meglio non dare troppe spiegazioni, se possiamo ancora evitarlo.
    «Cazzo.» perché questa roba non la stiamo arginando. Per niente. Stiamo facendo sforzi su sforzi ma, a conti fatti, ci troviamo sempre con un Corrotto in più. Ancora un altro, un altro ancora. Non c'è niente dalla nostra parte, eppure ancora non lo sentiamo il cappio che si stringe attorno al collo. Forse dovremmo, ma a che servirebbe? Non ci aiuterebbe ad uscire. Penso che questa è la volta buona, quella in cui la fortuna decide di non assistermi più perché mi odia, alla fine mi odia veramente dopo avermi parato il culo per così tante volte. Eppure proprio stavolta che una motivazione ce l'avevo, forse non estremamente logica, ma c'era davvero ed era importante, e come minimo è diventato tutto inutile adesso. Non saprò mai a che cazzo si riferiva Lucian quando segnava questo indirizzo. Adesso mi sento una sopravvissuta veramente sotto troppi fronti.
    Mi avvicino a Lucas e gli somministro la Panacea sperando non faccia troppe storie, attendendo qualche istante che entri in circolo per poi concentrarmi e con la formula connettermi all'Anima Mundi in modo da armonizzare Lucas ad essa. Quanto ancora potrà funzionare? Guarda Evan, è soltanto un ripiego estremamente temporaneo, e fin tanto che continueranno ad aumentare gli infetti noi avremmo sempre meno tempo per tenerli tutti umani. Va trovata la fonte. Va trovata a tutti i costi.
    «In lavanderia, lì ci sono due ragazzi, tutti e due puliti fortunatamente. Ma c'è Damien adesso con loro. Ho detto al ragazzo, l'altro che è arrivato con Damien, del cortile, di buttarlo fuori appena comincia a sospettare che stia male o che si stia comportando in maniera strana. Non è il massimo, gli ho detto che sarei tornata, ma se dall'alto qualcuno, cazzo, ci assiste ce lo potremo gestire in corridoio, lontano dai tre che sono ancora sani, per ora.»
    Non mi piace, non mi è piaciuta questa soluzione, ma non sapevo che cazzo fare. Non voglio mettermi ad eleggere i sacrificabili, quello no, ma al momento siamo noi, io ed Edie qui a poterli aiutare, non il contrario. Ironico. Ironico e pure bugiardo.
    «Mica scema.» è l'unica cosa che mi viene da risponderle in merito a tutta la sua diagnosi. E anche se sono sintagmi ironici di per sé, ma che nemmeno vogliono esserlo davvero, non riesco a fare a meno a sputarli fuori con rabbia e stanchezza. Perché comincio ad essere stanca, perché forse a questo punto è meglio che succeda qualcosa e lo faccia per davvero piuttosto che continuare a rimanere così, nell'incertezza di qualcosa che continuerà a peggiorare sempre di più.
    «C'è una fonte, oppure è un tipo di Corruzione diversa, che non conosciamo, ma che da qualche cazzo di parte deve venire, non salta fuori dal nulla.» e potrebbe essere in questo condominio, oppure ovunque, fuori, in questa città: qualcuno ha morso il primo caso e quel caso l'ha portato qui. Non lo troveremo mai. Comincio a pensare anche a questo. «Non cambia le regole così di punto in bianco, ne prende di forme ma a meno che non si sia aperto l'inferno e abbia improvvisamente deciso di vomitare fuori 'sta merda, queste cose non succedono.»
    Eccola. È rabbia. Prendo un respiro «Scusa.»
    Ma c'è poco tempo anche per calmare l'animo, perché mi trovo subito a seguire Lucas e Edie verso quella porta aperta.
    Eccola. Eccolo quello che doveva succedere, che forse ho "desiderato" succedesse per non rimanere ad aspettare di essere consumata completamente dal dubbio e dalla paura.
    Rispetto all'invito di Edie verso Lucas e la donna terrorizzata, sono io che mi avvicino al ragazzo e cerco di analizzare i suoi parametri vitali. Non mi piace questa immobilità, non mi piace per niente. Ti prego.
    Non posso lasciare entrare Edie da sola. Non posso davvero. Lo sguardo della donna parlava, urlava cose terribili. Mi addentro piano nelle stanze, guardandomi attorno, anche se non mi soffermo, continuo a seguirla.
    Il lamento. Lo sento. Mi gela il sangue, mi apre un buco nel petto e da quel buco schizza fuori la molla che mi fa cercare la pistola sotto la giacca e stringerla per tirarla fuori.
    «Edie» la chiamo piano.
    È lei la prima a fermarsi su quella porta, e quello che vede lo vedo io prima riflesso nel suo sguardo vitreo. Qualcosa che non dovrebbe esserci, qualcosa di sbagliato, qualcosa di pauroso.
    Non lo voglio sapere. La mia testa mi dice questo, subito, senza aspettare un istante. Perché lo riconosco quello sguardo. No, non lo riconosco, mi è familiare. Non lo voglio vedere, però le gambe mi sospingono da sola, come se sapessero di doverlo fare, come se sapessero per me che non si può evitare. Quando mi affaccio alla porta vedo prima la bambina, anche io, è impossibile non farlo. I lamenti passano tutti in secondo piano.
    Mi prende una fitta allo stomaco, come se dovessi vomitare, ricaccio tutto indietro, mi prendono i brividi, mi tremano le ginocchia, mi vien da piangere e da sputare, mi fanno male gli occhi come se fossero stati cavati anche a me. Mi vien da piangere perché vedo Lucian. Non nella bambina, nella morte stessa. Vedo la morte e allora vedo anche Lucian. Lucian che è morto annegato. No, Lucian adesso è stato trucidato, gli manca mezzo volto, non ha più gli occhi. È solo l'urlo della donna che mi riporta indietro, in maniera troppo violenta, veramente troppa.
    Miro alla gamba destra e sparo due colpi sotto il ginocchio. E questo è il mio primo istinto. Genero poi di nuovo una sfera d'energia e la scaglio nuovamente contro l'altra nella speranza di paralizzarla.
    «Edie, cazzo!» mi serve qui adesso.

    Vivianne
    Comstock
    Dixon.

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    Skills e azioniBonus PGInfo utili
    0. Panacea su Lucas
    Panacea [Siringa]
    Requisiti: Livello di difficoltà Intermedio
    Tipologia: Curatore
    Ingredienti: dieci petali di camomilla, polvere di stagno, radici di betulla, foglia triturata d’elleboro, un fiore di nontiscordardime, piuma di Augrey.
    Effetto: pozione basilare che funziona come antidolorifico universale, andando a chetare la quasi totalità dei dolori più comuni.
    Azioni: 0 azioni (1 per un eventuale lancio mirato o altre condizioni di stress durante la somministrazione); 2 per la sintetizzazione
    Durata: 3 turni

    1. Armonizzazione sempre su Lucas
    Armonizzazione
    Requisiti: 30, Obiettore IV Anno
    Tipologia: Sintropia - Anima Mundi - Potenziamento - Sorvegliante
    Descrizione: il mago bianco si concentra connettendosi all'Anima Mundi per Armonizzare un bersaglio ad essa. In questo modo, la Sintropia del bersaglio aumenta, così come il flusso dell'Energia Interiore ⇔ Anima Mundi, andando ad inficiare sulle sue energie entropiche che agiscono su essa o che la compongono. Nel caso di un bersaglio che è stato colpito da incantesimi entropici, questi andranno ad indebolirsi; nel caso di una creatura/persona con componenti entropiche, questa skill andrà a depotenziarle. Il Bersaglio Armonizzato avrà anche una ricarica energetica maggiore: sarà meno stanco, con più forze. Al secondo Turno, otterrà un'azione extra.
    Formula: sāmaṁjasya
    Azione: 1
    Durata: 2 Turno

    2. Supervisione dei parametri vitali sul mimmo che si spera non sia morto sennò mi sparo
    Nome: Supervisione dei parametri vitali.
    Requisiti: Completamento tirocinio V anno.
    Tipologia: Incantesimo di magimedicina.
    Descrizione: L'incantesimo permette di ottenere informazioni circa i parametri vitali di un paziente: pressione arteriosa, polso, frequenza respiratoria, temperatura corporea, ossigenazione sanguigna. Possono essere necessarie più applicazioni al fine di ottenere più dati.
    Formula: --
    Movimento: Sono sufficienti alcuni secondi di concentrazione, mentre si mantiene lo sguardo sul paziente.

    3. Le spariamo due colpi alla gambina (dx sotto al ginocchio)
    4. Sfera di Energia sulla gamba stavolta sinistra
    Nome: Sfera di Energia
    Requisiti: 22, I lezione II anno
    Descrizione: Il mago condensa il Ki nella forma di una sfera che può essere scagliata, entro 10m, contro un nemico causando la paralisi della circolazione del Ki nella parte del corpo colpita. L’effetto è un intorpidimento della porzione anatomica, per cui il bersaglio non riuscirà a muoverlo correttamente per pochi secondi per un massimo di 3 azioni.
    Formula: ūrjā golaka
    Azione: 1
    Durata: -



    ATTIVE
    x2 Cerchio della I Lezione II Anno - Manipolazione Corporea [4/5] (su Evan e Finn)


    Caratteristica rara: Metamorphomagus
    Nome: Meta-mutazione Completa
    Requisiti: possedere la Caratteristica Rara Metamorfomagus controllata (avere Alchimia)
    Tipologia: Caratteristica Rara – Metamorfomagus
    Descrizione: il metamorfomagus ha raggiunto il pieno controllo del potere, può modificare nella totalità il suo aspetto e mantenerlo senza alcun problema (anche se, più lo si mantiene, più ci sarà un dispendio energetico). Questa skill andrà sostituita a Controllo Incompleto una volta appresa.
    Azioni: per cambiare il 35% del corpo serve una sola azione, per il 70% due azioni mentre per il 100% servono 3 azioni
    Durata: istantaneo, fino a disattivazione (non è necessario spendere azioni per disattivarlo)

    Potenziamento personalità psichica - INFP-T
    Altezza 1,65 m
    Peso 51 kg
    Sport Taekwondo
    Addestramento MMA

    PSICHICA
    I anno: Occlumante
    II anno: Materializzazione
    Sensi: Vista, Udito

    ALCHIMIA
    Triennio: Manipolazionex2
    Specialistica: Cosmo - Adulterazione; Trasfiguratore - Misto
    Conoscenze: Anatomia Animale, Fisica, Anatomia Umanax2, Biochimica, Astronomia
    Strumento: Pennarello indelebile

    RUNICA
    Specialistica: Mimesi - Misto; Magia Antica - Misto
    Tatuaggi runici: Forza, Precisione, Resistenza fisica, Resistenza mentale
    Rune ambientali: Mannaz, Kaunan, Nýsta - Kenaz
    Metamagie: Silenziosi, Brucianti, Penetranti, Invisibili
    Artefatto Proprio di III classe: Pistola (Beretta/Wilson 92G)
    ↳ Runa del Possesso, Ritorno, Target

    BIANCA
    Aura: Rossa
    Specialistiche: Obiettore - Guaritore Olistico + Magimedicina


    Equipaggiamento
    Strumenti materie:
    ⇀ Pennarello nero

    ⇀ Coltello
    ⇀Artefatto Proprio di III classe: Pistola (Beretta/Wilson 92G CenturionTactical, 15 colpi)
    ⇀ Caricatore x1 (20 colpi)
    ⇀ Bracciali di condivisione

    + borsa celata piccola
    ⇀ Occhio di tigre (benedetta)
    ⇀ Ossidiana (benedetta)
    ⇀ Spada

    ⇀ Panacea x2

  12. .
    hime.usul;




    metamorphomagus – 25 y.o. – supporter – brooklyn




    Mi scivola di dosso, l'illusione. Me ne accorgo prima nei loro sguardi che chinandomi a guardare me stessa. Penso che, beh, cazzo, il tempismo è stato perfetto. Forse mi sono allontanata troppo io da Edie, forse lei è dovuta allontanarsi di più, credo abbia più senso quest'ultima. E allora perché? Un avvertimento prima di lasciare andare così, no? Ed è qui che mi si insinua il dubbio che qualcosa non sia andato come sperato, che ci sia stato un intoppo. Che il ragazzo, Damien l'abbia trovato per davvero, ma che sia successo altro. Perché quell'avvertimento, in altre circostanze dal gusto decisamente post-apocalittico, mi rimane fermo qua, in testa. Perché non posso non pensare al peggio, perché, di nuovo, le ho viste le forme che prende questa roba.
    Non era forse un dubbio, era più una sensazione: spazzata via dalla consapevolezza nel momento in cui arrivano i due ragazzi. Evan. Cazzo, certo.
    Aveva ragione sull'altro. Su Damien. Su questo che adesso si vuole barricare insieme a gente apparentemente sana. «Ma cazzo.»
    E io adesso come li gestisco? Con un malato in mezzo a tre sani.
    «No, qui nessuno barrica niente, capito? Volete rischiare di fare la morte del topo?» urlo a Damien sollevando con una mano in alto a indicare gli allarmi che sono appena partiti e che mi costringono ad alzare la voce. Se la tecnica è spaventarlo allora ben venga. Se ci si chiudono dentro è finita, seriamente finita. Ma non ha ancora cominciato a manifestare i sintomi, non in maniera così evidente, mi pare, non lo so. Dall'altro lato non voglio lasciare sola Edie adesso, in quel casino, con Evan impazzito che sì, si sta trasformando.
    Prendo da una parte il ragazzo che ci siamo portati dal cortile (Finn), abbastanza in disparte perché possa ascoltarmi solamente lui.
    «Ascoltami bene. Se Damien comincia a sentirsi male, sudore, escoriazioni, stati alterati, se comincia a farsi più aggressivo, se hai anche solo questo sospetto, buttalo fuori dalla lavanderia e chiudetevi seriamente qui dentro. Gli altri due ragazzi sono a posto. Metti loro paura se serve. Hai visto come stava Evan. Io devo andare da Edie, ma torno il prima possibile. Non entrate in contatto con Damien per nessuna ragione al mondo, capito? Hai capito tutto?»
    Me ne frego onestamente del fatto che abbiano visto la mia copertura saltare così, in maniera tanto difficile da spiegare a dei no-mag. Tanto di cose strane ne hanno già viste o stanno per vederle, di sicuro. Tanto questo ragazzo ne ha già viste abbastanza.
    «Rimanete tutti qui, capito?» intimo di nuovo agli altri tre assicurandomi che abbiano inteso e che non si mettano a polemizzare, dissentire, e che cazzo ne so io, devono restare qui, punto.
    Un ultimo sguardo al ragazzo, che faccia il cazzo che gli ho detto, e mi butto fuori dalla lavanderia dove l'allarme suona da pazzi e gli irrigatori stanno già mezzo allagando tutto. Riprendo a corsa il corridoio nella direzione opposta, quella che presumo abbia percorso Edie. Non ci sono tanti altri posti in questo buco del cazzo.
    «Edie, che succede?» le urlo appena la vedo.

    Vivianne
    Comstock
    Dixon.

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    Skills e azioniBonus PGInfo utili
    no niente troppo stress

    ATTIVE
    x2 Cerchio della I Lezione II Anno - Manipolazione Corporea [3/5] (su Evan e Finn)


    Caratteristica rara: Metamorphomagus
    Nome: Meta-mutazione Completa
    Requisiti: possedere la Caratteristica Rara Metamorfomagus controllata (avere Alchimia)
    Tipologia: Caratteristica Rara – Metamorfomagus
    Descrizione: il metamorfomagus ha raggiunto il pieno controllo del potere, può modificare nella totalità il suo aspetto e mantenerlo senza alcun problema (anche se, più lo si mantiene, più ci sarà un dispendio energetico). Questa skill andrà sostituita a Controllo Incompleto una volta appresa.
    Azioni: per cambiare il 35% del corpo serve una sola azione, per il 70% due azioni mentre per il 100% servono 3 azioni
    Durata: istantaneo, fino a disattivazione (non è necessario spendere azioni per disattivarlo)

    Potenziamento personalità psichica - INFP-T
    Altezza 1,65 m
    Peso 51 kg
    Sport Taekwondo
    Addestramento MMA

    PSICHICA
    I anno: Occlumante
    II anno: Materializzazione
    Sensi: Vista, Udito

    ALCHIMIA
    Triennio: Manipolazionex2
    Specialistica: Cosmo - Adulterazione; Trasfiguratore - Misto
    Conoscenze: Anatomia Animale, Fisica, Anatomia Umanax2, Biochimica, Astronomia
    Strumento: Pennarello indelebile

    RUNICA
    Specialistica: Mimesi - Misto; Magia Antica - Misto
    Tatuaggi runici: Forza, Precisione, Resistenza fisica, Resistenza mentale
    Rune ambientali: Mannaz, Kaunan, Nýsta - Kenaz
    Metamagie: Silenziosi, Brucianti, Penetranti, Invisibili
    Artefatto Proprio di III classe: Pistola (Beretta/Wilson 92G)
    ↳ Runa del Possesso, Ritorno, Target

    BIANCA
    Aura: Rossa
    Specialistiche: Obiettore - Guaritore Olistico + Magimedicina


    Equipaggiamento
    Strumenti materie:
    ⇀ Pennarello nero

    ⇀ Coltello
    ⇀Artefatto Proprio di III classe: Pistola (Beretta/Wilson 92G CenturionTactical, 17 colpi)
    ⇀ Caricatore x1 (20 colpi)
    ⇀ Bracciali di condivisione

    + borsa celata piccola
    ⇀ Occhio di tigre (benedetta)
    ⇀ Ossidiana (benedetta)
    ⇀ Spada

    ⇀ Panacea x2

  13. .
    hime.




    metamorphomagus – 25 y.o. – supporter – brooklyn




    Faccio appena un passo dentro la lavanderia, ma gioco tutto a cercare con lo sguardo. So che l'illusione di Edie arriva fino ad un certo punto. Onestamente, temevo il peggio. Non lo so perché, ma mi aspettavo qualsiasi cosa. Questa quiete, comunque, non significa niente se non che forse non siamo arrivati davvero così in ritardo. Mi muovo piano, un passo dopo l'altro dentro la stanza, per tastare fin dove posso spingermi con l'illusione, rimanendo comunque il più possibile vicino al tramezzo, per rimanere più vicina possibile, in linea d'aria, con l'azione di Edie. Il passo cauto però non è solo per prendere le mie misure, mi serve per guardarmi attorno, forse con un nervosismo troppo marcato, troppo pronta a saltare sui piedi qualsiasi cosa possa spuntare e palesarsi, come se una di queste lavatrici dovesse sputare fuori all'improvviso non so cosa. È una situazione diversa, sì, è una situazione molto diversa da quella che ho vissuto nelle fogne, o nel Bronx, in mezzo alla nebbia. È sempre Corruzione, nelle sue molteplici forme. Cambia pelle costantemente, come un serpente, è questa la cosa peggiore. Stavolta ha questa veste, sì, stavolta è solo - "solo" - un virus che corre nel sangue, ma penso che le servirebbe poco a diventare altro, a mostrarmi di nuovo papà in quello stato, a cercarci stavolta qualcosa di onestamente molto più vero e reale, come Lucian.
    Cazzo. È il silenzio. Mi fa ricordare per cosa sono venuta qui, e che adesso sembra quasi scomparire. Perché è giusto che io stia qui, con Edie, con queste persone, ad aiutarle e ad aiutarci a vicenda. È giusto così, ma cazzo però… davvero cazzo. Non posso commettere l'errore di inseguire i morti lasciando letteralmente morire chi invece è ancora vivo. Non è questo il mio ruolo, non sono io questa. È che, non lo so, adesso se ci penso fa male dentro. Fa male sapere di non essere qui per cercare Lucian, per trovarlo in mezzo alla nebbia. È la speranza, è quella che mi ha sempre spinto avanti. Adesso, senza di quella, sapendolo già morto, sapendo che non lo troverò a casa stasera, in nessun modo possibile, adesso è uno sforzo ancora più grande, tutto celebrale e muscolare, non c'è nessun sentimento a capo che trascini tutto il resto.
    Mi affaccio per buttare un occhio dentro la seconda parte della stanza, e li vedo, anche se non sono stati attratti dal mio passo comunque, in effetti, lento e forse troppo silenzioso.
    «CDC, stiamo mettendo in sicurezza gli inquilini dello stabile.»
    Cerca i segni. Creo una barriera che ci comprenda tutti e tre, e che tenga fuori l'entropia, la Corruzione che impregna ogni cosa e annienta tutte le possibili percezioni.
    «Ho bisogno delle vostre generalità. Non potete rimanere qui.»
    So di non potermi avvicinare, non più di così, se voglio che la mia copertura e l'illusione regga.
    Cerco a questo punto i segni di entropia, prima in un uno e poi nell'altro. Provo anche a guardarli prima così, come mi riesce, per vedere se sono evidenti i segni di una contaminazione, di nuovo quel pallore, le escoriazioni visibili e tutto il resto che ha elencato Edie. E poi amplifico di nuovo la mia vista e cerco con attenzione su di loro segni che ad un occhio così distante non riescono ad essere tanto visibili

    Vivianne
    Comstock
    Dixon.

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    1. Barriera Incorruttibile su lei e i due tipi in lavanderia per tenere fuori la Corruzione e isolarli.
    Nome: Barriera Incorruttibile
    Requisiti: 28, Obiettore IV Anno
    Tipologia: Sintropia - Barriera - Sorvegliante
    Descrizione: Il mago bianco crea una barriera di energia Sintropica per proteggere se stesso o gli alleati da attacchi entropici. La barriera può essere di varie forme e dimensioni (max. 8m di area), ma la sua efficacia dipende dalla quantità di energia Sintropica che il Mago canalizza. La barriera può anche essere utilizzata per respingere attacchi Entropici o per bloccare l'accesso a creature con elevata quantità d'entropia.
    Formula: avikārīpratibandha
    Azione: Variabile; 1, 2, 3
    Durata: Variabile; 1, 3, 5 Turni


    2, 3. Percezione dell'Entropia prima su uno e poi sull'altro
    Nome: Percezione dell’Entropia
    Requisiti: 18, I lezione III anno
    Descrizione: Il mago percepisce, entro 7m, il livello di energia entropica insito in:
    • 26. biologia di persone (è indicativo della presenza di processi patologici in atto, es: malattie, emorragie, avvelenamenti. Di incantesimi che alterano la biologia, come alcune maledizioni, o corruzione). Nota: l'Entropia della Corruzione è leggibile tramite una "scala". Per chi è stato da poco corrotto con Linfa Vitale, c'è un'entropia molto più bassa di chi, invece, lo è da abbastanza tempo, ancora più bassa ancora da chi ormai sta per essere sopraffatto dalla stessa. Maghi Neri e Necromanti rientrano nella "quantità" di uno stadio finale di Linfa Vitale.
    Formula: avyayībhāvanā
    Azioni: 1
    Durata: istantaneo


    4, 5. observo su vista, e poi cerca le tracce su entrambi di escoriazioni, sudore cose quelle cose
    Nome: observo
    Requisiti: 22 I lezione I anno
    Tipologia: amplificazione sensoriale
    Descrizione: permette di amplificare un senso aumentando la sensibilità dei recettori adibiti alla percezione. All'inizio il mago può farlo solo con il senso a cui è più legato, imparando progressivamente a potenziare anche gli altri (+1 per ogni anno di corso). L'effetto maggiore si avrà sempre con il primo senso sbloccato.
    NOTA: se usato sugli altri, ha un effetto minore, in quanto non sono prevedibili differenze individuali.
    Formula: observo
    Azioni: 1
    Durata: 1 turno

    ATTIVE
    x2 Cerchio della I Lezione II Anno - Manipolazione Corporea [2/5] (su Evan e F)


    Caratteristica rara: Metamorphomagus
    Nome: Meta-mutazione Completa
    Requisiti: possedere la Caratteristica Rara Metamorfomagus controllata (avere Alchimia)
    Tipologia: Caratteristica Rara – Metamorfomagus
    Descrizione: il metamorfomagus ha raggiunto il pieno controllo del potere, può modificare nella totalità il suo aspetto e mantenerlo senza alcun problema (anche se, più lo si mantiene, più ci sarà un dispendio energetico). Questa skill andrà sostituita a Controllo Incompleto una volta appresa.
    Azioni: per cambiare il 35% del corpo serve una sola azione, per il 70% due azioni mentre per il 100% servono 3 azioni
    Durata: istantaneo, fino a disattivazione (non è necessario spendere azioni per disattivarlo)

    Potenziamento personalità psichica - INFP-T
    Altezza 1,65 m
    Peso 51 kg
    Sport Taekwondo
    Addestramento MMA

    PSICHICA
    I anno: Occlumante
    II anno: Materializzazione
    Sensi: Vista, Udito

    ALCHIMIA
    Triennio: Manipolazionex2
    Specialistica: Cosmo - Adulterazione; Trasfiguratore - Misto
    Conoscenze: Anatomia Animale, Fisica, Anatomia Umanax2, Biochimica, Astronomia
    Strumento: Pennarello indelebile

    RUNICA
    Specialistica: Mimesi - Misto; Magia Antica - Misto
    Tatuaggi runici: Forza, Precisione, Resistenza fisica, Resistenza mentale
    Rune ambientali: Mannaz, Kaunan, Nýsta - Kenaz
    Metamagie: Silenziosi, Brucianti, Penetranti, Invisibili
    Artefatto Proprio di III classe: Pistola (Beretta/Wilson 92G)
    ↳ Runa del Possesso, Ritorno, Target

    BIANCA
    Aura: Rossa
    Specialistiche: Obiettore - Guaritore Olistico + Magimedicina


    Equipaggiamento
    Strumenti materie:
    ⇀ Pennarello nero

    ⇀ Coltello
    ⇀Artefatto Proprio di III classe: Pistola (Beretta/Wilson 92G CenturionTactical, 17 colpi)
    ⇀ Caricatore x1 (20 colpi)
    ⇀ Bracciali di condivisione

    + borsa celata piccola
    ⇀ Occhio di tigre (benedetta)
    ⇀ Ossidiana (benedetta)
    ⇀ Spada

    ⇀ Panacea x2

  14. .
    hime.usul;




    metamorphomagus – 25 y.o. – supporter – brooklyn




    «No, conosco solo le materializzazioni.» rispondo ad Edie. Ed è già grazia che conosco quelle, rispondo invece a me stessa. Sono anche le situazioni come queste a rimettermi addosso quella sana voglia di studiare e studiare quando comincio ad adagiarmi sulle cose. Speravo potesse bastarmi un pessimo voto o una bella ed umiliante ramanzina, ma no, mi serve trovarmi in questo genere di situazioni di merda per rientrare in carreggiata. Ma non è questo il punto. Adesso è solo l'ennesima divagazione che il cervello si costruisce per non rimanere sempre lì, incancrenito su quella sensazione di completa incertezza. Perché è così che mi sento ora, dovendo affrontare minuto dopo minuto la consapevolezza di non sapere se riuscirò a farcela. Sopravvivere ogni singolo secondo, come segnare ogni istante che passa una stecca su una linea del tempo che tuttavia non so quando finirà, perché non so quando è che usciremo di qui, per quanto ancora dovremo stringere i denti. Il fatto è che non c'è una fine su questa linea, e se c'è non ci vede vivi probabilmente, ed è ormai chiaro e limpido che non possiamo aspettare pazientemente che qualcuno risolva questi problemi e metta fine a questo caos per noi. Loro, che sono no-mag, loro devono aspettare perché in questo gioco siamo invece noi a dover far la parte dei salvatori. Ed è più difficile, ovviamente lo è. C'è pure un punto, una soglia, in cui il far bene le cose si fa indietro rispetto al semplice fare quelle cose. Sopravvivere appunto; evitando di risparmiarci e preservarci a tutti i costi, ad un certo punto, dalle mutilazioni.
    Lascio dunque che costruisca lei la mia copertura. Non me lo pongo nemmeno il problema di dover eventualmente spiegare cosa a chi, anche questo passa tutto in secondo piano. Come del resto sta passando in secondo piano la famosa legge per la quale non dovremmo rivelare l'esistenza della magia e della comunità magica ai no-mag. Beh, questa è andata proprio a farsi benedire a sto giro.
    Mi avvicino al lato della parete dove, grazie alla vista amplificata, ho notato quel dettaglio, quel rosso scuro sangue.
    «Lì, nell'angolo. C'è una macchia di sangue, qualcuno ha lasciato un'impronta, penso della mano. Ci si è appoggiato e poi l'ha tirata via. Si deve essere spostato verso sud. Il nostro tipo non deve essere andato estremamente lontano, sento appena la sua voce.» dico di nuovo ad Edie, indicandole il punto, ma rimanendole vicina per lasciare che tutte le mie parole, o la maggior parte di esse, arrivino a lei e a lei soltanto. Specialmente sul "sangue", non voglio allarmare inutilmente gli altri due.
    «Sei sicura non sia dell'uomo che stiamo cercando? Lo avevi curato, no?»
    Ma se è stato già infettato, penso, quanto tempo gli ci sarà voluto per cominciare a sua volta a sudare, impallidire e poi scorticarsi?
    «L'impronta gira a sinistra, se non è di Damien comunque credo sia andato in quella direzione, a destra non ci sta molto a parte la lavanderia.»
    E poi sento la voce, e la riconosco. E beh, cazzo, ma che mi aspettavo di diverso. Le ho soltanto portato via una reliquia appesa in bella mostra sopra la testata del letto. Scema io. Resta però un problema, relativo e minore rispetto a tutti gli altri, ma una scocciatura che io adesso, con tutto il rispetto e a questo giro, sì, la faccia come il culo, non ho il tempo né la voglia di affrontare.
    Mi affaccio al corridoio, per poi ritirarmi subito e fare di nuovo cenno ad Edie di avvicinarsi per parlarle con più riservatezza.
    «Senti, la tipa, laggiù. È la prima persona dalla quale sono stata appena hanno annunciato la quarantena. Casa sua un posto mezzo allucinante, ma lasciamo fare. Ecco, diciamo che, potrei averle "rubato" una cosa. Se non mi vede è meglio.»
    E penso anche al fatto che in casa sua ce ne era davvero di roba strana. Ripenso a quello specchio in particolare. Ripenso ad una cosa però alla quale adesso non voglio proprio pensare, voglio tenere da lato, anche se fa male ogni singola volta che si riaffaccia. Come una stilettata al cuore.
    «Diciamo non la classica tazzina del servizio da tè. Le ho… rubato una spada.»
    Sì. Una spada. Già. Qui, nel mio taschino.
    «Senti è un artefatto, o una reliquia che va attivata, non gliela potevo mica lasciare. Ne aveva di roba strana e incantata in quell'appartamento, probabilmente roba che pure emanava Corruzione ma è tutto corrotto non sono riuscita a capirlo in quel momento.»
    Penso che devo pure trovare il tempo e il modo di attivarla, anche se non so nemmeno quanto possa essere saggia come idea. Però ricordo cosa dicevano quelle rune, ed io non lo so onestamente quanto possa tornarci utile. Adesso? Per niente, mica posso prendere a spadate la gente per "tagliare via le energie", no. Ma se esiste una fonte, forse…
    Le accenno un sorriso, incuneato su un solo lato della guancia, lo sento come tira.
    «Ho il gene fortunato.»
    Non credo di averle mai detto di questa particolarità, anche se deve stare sicuramente scritta nelle mie schede al Sacred, o nei registri.
    «D'accordo. Tu vai da lei con loro, io controllo la lavanderia.» anche se l'idea non mi piace fino in fondo, perché non so cosa potrei trovare.
    «Datemi le mani, non fate domande, state tranquilli.» dico ai due prendendo senza troppa titubanza le loro mani, girando i palmi verso di me e tirando fuori il pennarello. Disegno il cerchio alchemico ad entrambi così da poter celare poi la loro presenza, e fare poi cenno a Edie che è ok.
    Cambio il mio volto ancora e mi avvio verso la lavanderia dall'altra parte del corridoio, dove l'ho vista poco prima che annunciassero la quarantena. Mi fermo di fronte alla porta e allora provo ad aprire sperando in bene.

    Vivianne
    Comstock
    Dixon.

    code role © hime. created for Brakebills GDR ma di libero usufrutto ovunque


    Skills e azioniBonus PGInfo utili
    1, 2, 3, 4. Disegna il Cerchio della I Lezione II Anno su Evan e F, e poi applica Disillusione su entrambi.
    Nome: Disillusione
    Requisiti: 24 a I Lezione II Anno
    Tipologia: Manipolazione corporea
    Descrizione: è un incantesimo di camuffamento e non di invisibilità, come erroneamente viene interpretato. Permette, alle molecole del proprio corpo ma anche dei propri vestiti e di tutto ciò che uno ha addosso, di modificare il proprio colore prendendo l'esatta tonalità, sfumatura e ombra/luce di ciò che gli sta dietro, facendo diventare il mago un camaleonte umano, ovviamente l'incantesimo permane anche in movimento. Se si effettuano movimenti troppo bruschi o veloci si corre il rischio di venire individuati. Si può applicare anche ad un altro essere vivente ma non più di tre contemporaneamente.
    • Votazione 26: con l'avanzare degli studi l'alchimista è in grado di applicare la disillusione anche ad oggetti di piccole e medie dimensioni, inoltre non deve più sottostare al limite di applicazioni contemporanee sia su esseri viventi che su oggetti.
    • Votazione 28: arrivato a questo punto il mago può applicare la disillusione anche su aree materiali piuttosto grandi, come ad esempio dei muri di notevoli dimensioni (fino a 20m). Nel caso di un muro, esso prenderà il colore e le caratteristiche del panorama che ha dietro di lui in un continuo aggiornamento, questo significa che qualsiasi cosa vi si piazzi dietro apparirà visibile insieme alle caratteristiche camaleontiche.
    • Votazione 30L: l'alchimista è in grado di personalizzare maggiormente la disillusione, escludendo in modo selettivo degli elementi situati dietro l'oggetto/persona che non si dovranno riflettere nell'immagine camaleontica (esempio). Potrà escludere soltanto due elementi alla volta.
    Movimento: disegnare il simbolo dell'invisibilità sul corpo, al posto del cerchio della lezione
    Azioni: 1 azione per disegnare il simbolo, 1 per attivare l'incantesimo
    Durata: 1 turno, 1 azione di mantenimento

    5. E ricambiamo faccia con Meta-mutazione completa
    Nome: Meta-mutazione Completa
    Requisiti: possedere la Caratteristica Rara Metamorfomagus controllata (avere Alchimia)
    Tipologia: Caratteristica Rara – Metamorfomagus
    Descrizione: il metamorfomagus ha raggiunto il pieno controllo del potere, può modificare nella totalità il suo aspetto e mantenerlo senza alcun problema (anche se, più lo si mantiene, più ci sarà un dispendio energetico). Questa skill andrà sostituita a Controllo Incompleto una volta appresa.
    Azioni: per cambiare il 35% del corpo serve una sola azione, per il 70% due azioni mentre per il 100% servono 3 azioni
    Durata: istantaneo, fino a disattivazione (non è necessario spendere azioni per disattivarlo)


    ATTIVE
    x2 Cerchio della I Lezione II Anno - Manipolazione Corporea [1/5] (su Evan e F)


    Caratteristica rara: Metamorphomagus
    Nome: Meta-mutazione Completa
    Requisiti: possedere la Caratteristica Rara Metamorfomagus controllata (avere Alchimia)
    Tipologia: Caratteristica Rara – Metamorfomagus
    Descrizione: il metamorfomagus ha raggiunto il pieno controllo del potere, può modificare nella totalità il suo aspetto e mantenerlo senza alcun problema (anche se, più lo si mantiene, più ci sarà un dispendio energetico). Questa skill andrà sostituita a Controllo Incompleto una volta appresa.
    Azioni: per cambiare il 35% del corpo serve una sola azione, per il 70% due azioni mentre per il 100% servono 3 azioni
    Durata: istantaneo, fino a disattivazione (non è necessario spendere azioni per disattivarlo)

    Potenziamento personalità psichica - INFP-T
    Altezza 1,65 m
    Peso 51 kg
    Sport Taekwondo
    Addestramento MMA

    PSICHICA
    I anno: Occlumante
    II anno: Materializzazione
    Sensi: Vista, Udito

    ALCHIMIA
    Triennio: Manipolazionex2
    Specialistica: Cosmo - Adulterazione; Trasfiguratore - Misto
    Conoscenze: Anatomia Animale, Fisica, Anatomia Umanax2, Biochimica, Astronomia
    Strumento: Pennarello indelebile

    RUNICA
    Specialistica: Mimesi - Misto; Magia Antica - Misto
    Tatuaggi runici: Forza, Precisione, Resistenza fisica, Resistenza mentale
    Rune ambientali: Mannaz, Kaunan, Nýsta - Kenaz
    Metamagie: Silenziosi, Brucianti, Penetranti, Invisibili
    Artefatto Proprio di III classe: Pistola (Beretta/Wilson 92G)
    ↳ Runa del Possesso, Ritorno, Target

    BIANCA
    Aura: Rossa
    Specialistiche: Obiettore - Guaritore Olistico + Magimedicina


    Equipaggiamento
    Strumenti materie:
    ⇀ Pennarello nero

    ⇀ Coltello
    ⇀Artefatto Proprio di III classe: Pistola (Beretta/Wilson 92G CenturionTactical, 17 colpi)
    ⇀ Caricatore x1 (20 colpi)
    ⇀ Bracciali di condivisione

    + borsa celata piccola
    ⇀ Occhio di tigre (benedetta)
    ⇀ Ossidiana (benedetta)
    ⇀ Spada

    ⇀ Panacea x2


    [/QUOTE]
  15. .

    SCUOLE FREQUENTATE
    Scuole pubbliche | 1990/2002
    Brakebills University | 2005/2010
    RAZZE/ABILITA/CARATTERISTICHE
    // | // - //
    PROFESSIONE
    Dipendente Piramide | New York - 2010/2012
    Agente NMSF | New York - 2013/2016
    Agente sul campo (ex Macusa) - sezione fenomeni dimensionali | New York - 2016/ora

    CORPORAZIONE
    // | // - //
    FEDINA PENALE
    Clandestinità dimensionale | SI | NO - 2022 - Magico
    IMMIGRAZIONE
    Americana | 1984 | Legale


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    Si è sempre fatto chiamare Egon, solamente Egon, nonostante sia solamente il suo secondo nome: negli atti ufficiali, o quando ancora lavorava alla scrivania, il suo nome intero riportato era quello di Thomas Egon Sholokov. In realtà alla nascita è stato battezzato con l'ulteriore nome di Jethro, anche se solo in forma religiosa: questo non compare infatti in nessun documento. Il cognome è quello di suo padre, di origine slava. È nato il 3 novembre del 1984 a Laredo, Texas. Nonostante da sua madre abbia ereditato le capacità magiche non ha avuto un'educazione adeguata fino alla maggiore età, quando ha lasciato il Texas ed è arrivato a New York. Fino ad allora ha ricevuto una semplice istruzione da no-mag. A New York, dopo gli studi brillanti svolti in tempi record, è stato assunto dalla Piramide e poi dal NMSF, poco prima del grande evento dimensionale che ha portato alla chiusura degli organi del MACUSA. Egon infatti è nato e ha preso parte agli eventi da qui descritti che si sono verificati in una linea temporale parallela a questa (New York 6) nata nel 2015 dalla formazione di un wormhole spontaneo che ha scatenato un vero e proprio sciame di eventi di questo tipo, culminati nel super-wormhole del 7 luglio 2016 che ha inghiottito e fatto sparire tutta la zona di Brooklyn. A causa della portata di tale evento la comunità magica non è stata più in grado di nascondere la sua esistenza di fronte ai no-mag, per cui è completamente decaduto lo statuto di segretezza che separava la due comunità. Conseguentemente, per gradi, sono stati chiusi la maggior parte degli uffici del MACUSA, che ha subito una completa ristrutturazione lasciando spazio alla creazione di nuove istituzioni e organi intenti soprattutto a studiare e affrontare l'emergenza wormhole, che affligge ancora gravemente questa linea temporale.
    Da allora il lavoro di Egon è stato convertito, nell'ottica di reindirizzare tutte le forze e le attenzioni dei nuovi organi amministrativi verso queste nuove urgenze. Dallo studio e l'analisi dei dati relativi a questi eventi dimensionali, è stato gradualmente integrato nei team di ricerca sul campo. Attualmente quindi Egon è uno degli agenti che studiano e raccolgono dati sui luoghi dove si sono verificati questi eventi. Le forti energie entropiche rilasciate dall'apertura degli wormhole ha costretto poi lui, come gli altri agenti, a corrompere il proprio sangue, proprio per far fronte ai miasmi di Corruzione e sottoponendosi alle misure drastiche scelte dal governo. Da allora il catalizzatore che gli è stato assegnato è quello, tipico dei maghi neri, della pietra di Onice.


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    Paradox of Praxis (Sometimes making something leads to nothing)


    «Torni a casa per Natale?»
    La domanda lo colse quasi alla sprovvista. Perché era quel tipo di domanda che prende sempre, o molto spesso, una direzione precisa, una che Egon non aveva mai percorso con persone come lei.
    Amarna era sempre stata una donna troppo professionale. Era sicuramente la persona giusta per quel mestiere lì. Si era dovuta dare da fare per affermarsi in un mondo pressoché soltanto maschile, ma affermarsi non è l'espressione giusta: si era fatta il culo già solo per non farsi mettere i piedi in testa da dei bifolchi e, il più delle volte, anche per non farsele allungare le mani sul fondoschiena. Non si potevano fare poi generalizzazioni, no, ma quel mestiere indubbiamente, ad un certo punto non ben identificato, finiva per imbruttirla la gente. La scusa era che non c'era fondamentalmente tempo per badare alle etichette e alle smancerie, il che era vero, ma poi tutto quel lavoro, tutta quella fatica, le settimane interminabili, le ore notturne confuse con quelle diurne, insieme alla tirannica e costante incertezza di non tornare a casa, li fotteva. Ad uno ad uno li fotteva tutti quanti. Infilava qualcosa negli ingranaggi, qualcosa di apparentemente invisibile, piccolissimo, proprio come un granello di sabbia, ma che, ad un certo punto, finiva per denunciare la sua presenza non facendo più incastrare correttamente i meccanismi, incasinando tutta la macchina. Ammetterlo, poi, era la cosa peggiore. Per questo non tutti potevano fare quel lavoro, e Amarna era una di quei pochi che ci riusciva, e che non ci riusciva, beh, almeno lei poteva farlo. Probabilmente perché aveva già qualcosa di suo incastrato da qualche altra parte, per cui s'era fatta più dura; certe cose sapeva gestirle meglio di altre.
    La domanda lo sorprese.
    Tastare il terreno, neanche questa è l'espressione giusta. Stava sperimentando. Stava mettendo alla prova forse la sua stessa umanità, per sentire quanto gliene fosse rimasta, per assicurarsi di essere ancora una donna in carne ed ossa e non soltanto una macchina col destino già stanco?
    «Non lo so. Non credo.»
    In realtà lo sapeva già da sé che non sarebbe tornato, o che non lo avrebbe fatto certamente per festeggiare qualcosa.
    «Non ce l'hai una famiglia? Boh, fratelli?»
    Amarna aveva forse pure una concezione diversa di famiglia, propria della sua stessa etnia e origine. Forse era questo il granello incastrato nel suo ingranaggio, o forse, al contrario, era il suo modo per assicurarsi della presenza ancora intatta della sua umanità. Aggrapparsi a quelle cose che dovrebbero essere certe, almeno per la gente normale: gli affetti, la famiglia. Ma era difficile anche una cosa come quella per gente come loro. Loro stessi erano la testimonianza vivente di qualcosa che, in linea teorica, non si doveva testimoniare.
    «Sì, ho tre fratelli.»
    Due fratelli e una sorella minore, per la precisione. Solo quest'ultima era realmente tale. I suoi fratelli maggiori erano nati quando sua madre era troppo giovane, e così avevano avuto due padri diversi. Poi era nato lui, quando sua madre sembrava aver messo la testa a posto, e alla fine sua sorella. Una sorta di utopia, anche per sua madre, che "la testa a posto" non l'aveva messa alla fine mai per davvero. Ci provava, sembrava crederci, si impegnava così tanto Janine, "Jenny", che riusciva a darla a bere a tutti, davvero tutti quanti. Poi ci ricascava di nuovo, poi la testa la perdeva ancora, e i figli maggiori si ritrovavano a cercarla e recuperarla per strada totalmente stordita dall'alcol o da qualcos'altro. Poi se ne accorgeva, e diventava violenta, rabbiosa, non sapevano mai bene con chi, se con sé stessa o con i figli.
    «Ma non li vedo da parecchio.»
    La sua umanità, per parecchio tempo, era stata sua sorella, fin tanto che esisteva ancora un legame tra loro due, ovvero fin tanto che il venerdì sera lo chiamava da casa per raccontargli come era andata la settimana, a scuola, e chiedergli quando sarebbe tornato. Passati gli anni, cresciuta sua sorella, quando la risposta a quella domanda era diventata sempre più priva di significato, allora era nata la consapevolezza che le cose erano andate a deteriorarsi. Del resto, il sangue non era mai bastato nella loro famiglia, pareva piuttosto quello ad essere il dato veramente insignificante. Anche da quando suo padre era morto, di punto in bianco, e allora Jenny, dopo mesi di taciturno dolore, aveva deciso di fare le valige ed intraprendere la sua prima fuga, dimenticandosi per un po' dei propri figli, del proprio sangue. La sua assenza da casa, il lavoro a New York, i suoi fratelli maggiori non avevano, in tanti anni, mai smesso di rinfacciarglielo. Ma la sua umanità, in fin dei conti, forse era scadente, e valeva la pena perderne un po'.
    Amarna non la pensava così. Era più dura e decisa di tanti altri lì dentro, ma era una che all'umanità, alla gente, proprio non ci voleva rinunciare.
    «Vabbè, io torno a […]. Vuoi venire da me?»
    «No, no.»
    Si accorse dopo pochi istanti di aver già scordato dove quel "torno a" dovesse effettivamente tornare. Non ci aveva prestato attenzione, o forse lo aveva fatto troppo e quindi gli era scivolato, guizzato via dalle mani.
    «Allora buon Natale.»

    Perseverance
    in the Face of Absurdity



    L'avrebbe persa tutta l'umanità.
    Era qualcosa non tutti volevano vedere all'inizio. Ma non c'era qualcosa di fondamentalmente sbagliato in quella cecità, era la naturale resistenza di chi non è in grado di guardare troppo lontano e di farlo con triste ma lungimirante cinismo. E poi perché, prima ancora di questo, era scoppiato il caos e, come al solito, le risoluzioni si prendono sempre quando il fatto è accaduto, quando non si può giocare più la carta della tanto sperata irreversibilità. E alla fine si erano rivelati anche troppo lenti per reagire a quel conto alla rovescia, quando questo era finalmente diventato un evidente orologio sopra le loro teste.
    Dallo wormhole di Brooklyn il lavoro era cambiato, drasticamente, perché il mondo intero era cambiato, e l'unica cosa in cui furono veloci fu quello di ristabilire un nuovo tipo di ordine, con metodi troppo poco democratici - non c'era tempo per quello. Ad un certo punto si deve cedere di pure di fronte all'ovvio.
    Si respirava ormai crudeltà nell'aria.
    Lui non aveva cominciato lavorando come agente sul campo. Il suo era un lavoro da laboratorio, da "scrivania", l'azione era riservata ad altri, almeno fino al giorno del cosiddetto "disastro di Brooklyn" o anche "abisso di Brooklyn", come piaceva chiamarlo ai giornali nelle primissime pagine dopo l'accaduto, nome che poi gli era rimasto affibbiato, quasi fosse diventata la denominazione di una nuova specie a parte, dicitura scientifica per quell'intera zona rasa al suolo.
    Stando a sua madre lui non avrebbe dovuto neanche studiare, e lì il merito - va riconosciuto - non andò ad altri se non ai suoi fratelli maggiori, già forse soltanto per il silenzioso disprezzo che provavano per "Jenny". Fortuna volle che era ancora giovane quando aveva iniziato quel lavoro a Manhattan, quindi fu facile adattarsi ad un nuovo tipo di mansione, ad un nuovo tipo di approccio, di mondo, di lavoro stesso. No, 'facile' non è la parola esatta. Forse è 'elastico'.
    E alla fine aprirono gli occhi, ma non quanto avrebbero dovuto. Sì, quello era il segno. Quel lavoro non era per tutti. Stavolta non erano chieste ore ininterrotte di lavoro, era richiesto qualcosa di irreversibile, ma necessario.
    "Non possiamo assicurare la vostra incolumità all'interno del miasma in condizioni normali".
    Tendevano a dimenticarsi che una volta, nemmeno troppo tempo prima, quegli uomini e quelle donne erano dei semplici tecnici, studiosi di fenomeni, non armi o strumenti di ricognizione sempre pronti per assecondare i tempi del miasma di Corruzione che pulsava nella zona de "l'abisso". Lo vedevano, vedevano il problema, la loro cecità si stava dissipando, ma lentamente, troppo lentamente. Negavano che il miasma si potesse allargare; eppure erano loro una volta gli "scienziati".
    Diversi mollarono, quelli che forse avevano più da perdere in questa storia. Anche Amarna avrebbe dovuto mollare, ma non sentì ragioni e aderì lo stesso. Forse era quello il granello del suo ingranaggio, forse stava proprio lì.

    The Banality
    of the Banality of Evil



    La prima notte fu una tragedia. Nel suo appartamento del Bronx, un piattissimo monolocale decisamente poco vissuto, Amarna pianse tutto il tempo. La trovò che già stava piangendo. Non l'aveva mai vista così, ma non fu né strano, né improbabile. Lo faceva con una naturalezza tutta sua. Piangeva mentre chiudeva le porte, quando si versava dell'acqua, quando decideva finalmente di mettere su un caffè, e giù lacrime che continuavano a solcarle e scavarle il viso. Probabilmente c'era qualcosa nella sua storia che, di fronte a questa scelta già presa in partenza, la rattristava profondamente. Ma non ne parlava, non ne fece assolutamente parola, nemmeno quella notte che erano lì da soli e un po' potevano permettersela la sincerità.
    C'era un punto, oltre l'abbrutimento, dove bisognava cedere, e probabilmente lei lo stava facendo nel migliore e più inoffensivo dei modi. Aveva una maniera, quasi spontanea e incontrollata, Amarna, di controllare ad esprimere le emozioni sempre al momento giusto e meno rischioso. Una cintura di sicurezza perfettamente collaudata. Non stava cedendo, stava solo utilizzando una valvola di sfogo, al momento giusto, nella posizione perfetta sulla sua mappa strategica, negli spazi vuoti tra tutti quei meccanismi. Amarna rimaneva una macchina perfettamente funzionante.
    Non sembrò una cosa così moralmente terribile, come lo poteva essere anni fa, corrompersi. Ormai era legittimato da quella necessità; sembrava che, autorizzati ufficialmente per questa procedura, sarebbero stati protetti anche dal peso etico di una scelta tanto radicale e pericolosa. Solo chi aveva gli occhi aperti e guardava lontano sapeva però che non sarebbe durato, che non si cambia di punto in bianco un'opinione consolidata, accettata, legittimata, appunto. Sarebbero sempre rimasti corrotti, per necessità, o tutti quelli che fino a quel momento erano stati perseguitati presto o tardi si sarebbero fatti sentire nel modo peggiore e più rumoroso possibile.
    Non lo dico ai miei fratelli. Meglio non dirlo proprio a nessuno, meglio non spiegare niente, meglio rimanere soli con sé stessi e questo fardello, e questo inesistente nuovo modo di respirare l'aria, inventarselo per provare a sentire una differenza reale.
    Amarna piangeva, lei non aveva in fondo lo stesso tipo di cinismo. Lasciava che la lacrime le bagnassero completamente il viso e il collo ma non parlava, non cedeva. Gli chiese solamente di restare per quella notte.

    A Story of Deception



    Era notte, l'ennesima. Lavoravano quasi sempre di notte. Prendere e partire, e farlo velocemente, il più velocemente possibile. Perché le previsioni sono sempre fragilissime, e soprattutto non sono a lungo termine. È questione di manciate di minuti, non è mai stato possibile prevedere l'attività degli wormhole con comodo anticipo. Noi siamo studiosi. Noi non dovremmo essere qui! Noi siamo dottori! Non siamo agenti addestrati! Non siamo i vostri automi. Era arrivato anche quel momento, quello in cui diversi cominciavano a cedere, e quei diversi erano da lodare, in realtà. Era gente che ancora ce l'aveva una umanità, quell'umanità, e allora gridava, piangeva, i ribellava anche se non aveva la forza per opporsi. Cercava di mollare tutto, di riprendersi quello che erano stati, perché se lo ricordavano cosa erano stati, perché la rivolevano indietro la loro identità. Non si trattava di un semplice mestiere, di essere semplicemente "uomini di scienze" e non agenti armati o mercenari. Erano da lodare, proprio perché ricordavano. Mentre uomini come Egon l'avevano dimenticato. O meglio no, non lo avevano dimenticato, ma non sapevano come tornare indietro, non sarebbe stato fattibile, non erano più gli stessi.
    Era notte. I miasmi ce li avevano dentro il sangue. Non la fermavi una cosa del genere. Tutto quello che facevano, alla fine, era cercare di capirla, ma non di fermarla. Era questo, infine, ciò che li abbrutiva veramente.
    Non si poteva tornare indietro, Egon non ne sarebbe stato capace. Non sarebbe riuscito a tornare su una scrivania di Manhattan, come non sarebbe riuscito a tornare a casa sua, da Jenny. Dopo quella notte il suo posto sarebbe stato sempre lì, dietro a quella barriera, eretta troppo velocemente, troppo perché uscissero tutti quanti prima che si aprisse la voragine.
    La guardò oltre la barriera.
    E Amarna gli sorrise, perché aveva fatto tardi, aveva corso troppo avanti e non aveva fatto in tempo a correre di nuovo indietro. Gli sorrise, con quel sorriso sghembo e gli occhi neri, bellissimi, lontani sotto le palpebre, mentre le si riempivano e poi si gonfiavano di lacrime.
    Si stava facendo una violenza immane per sorridere e rimanere lì a quel modo. Come se si fosse addestrata anche per quella, per aspettare e farsene una ragione.
    Lo colse come un'onda improvvisa, un moto che gli partì dalle viscere per via della rabbia, della delusione, della paura. Vide quell'espressione e la odiò, per un istante solo la odiò, e ringraziò che non fosse esattamente l'ultimo. Perché si avventò su di lui di nuovo il panico e la volontà impedita di tirarla fuori da lì. Pochi istanti dopo Amarna non c'era più, insieme a tutto il resto.

    Sometimes doing something poetic can become political
    and sometimes doing something political can become poetic



    - Sono questi i dati recuperati?
    - Sì.
    - Solo questi?
    - Si.
    - Sono pochi.
    - Parte delle attrezzature le aveva la squadra 2.
    - C'era il modo di recuperare le attrezzature?
    - No.
    - Ne è sicuro?
    - Sì.
    - L'orario in cui avete perso i contatti?
    - 3.47 a.m., quando si è aperto lo wormhole.
    - Non coincide con l'orario dei vostri strumenti.
    - Gli strumenti hanno smesso di registrare circa 4 minuti prima.
    - Che è successo in quei 4 minuti?
    - Sono stati fatti evacuare gli agenti più vicini, poi è stata tirata su la barriera di contenimento.
    - E gli altri agenti?
    - Sono rimasti dentro.
    - Non c'era modo di collegare le-
    - Le strumentazioni hanno smesso di funzionare 4 minuti prima.
    - Ho capito.
    - Questo wormhole non faceva parte della scia dello sciame. Questo era un evento a sé. Confronti le ultime schede.
    - Le ho confrontate.
    - Di questo passo coinvolgerà altre zone più ampie della città.
    - No ehi, lei non può fare queste affermazioni.
    - Sono morti 13 agenti.
    - Kahlid Atum,
    Joanne Cohen,
    Amarna Cole,
    Vincent Deller,
    Olivia May Donnelly,
    Riley Hartman,
    Jeremy Kane,
    Roman Norton,
    Eric Reeves,
    Susan Russo,
    Emanuel Santiago Villanueva,
    Hector Walker,
    Silas Rodgers, caposquadra.
    Conferma?
    - Sì.
    - Bene.




    UrKUo9Q
    Thomas Sholokov è sempre stato un bambino silenzioso. Egon è rimasto tale: fondamentalmente silenzioso. Fondamentalmente perché c'è pure sempre stato sempre poco da dire, poco interpellato in generale sin da quando era ragazzino e viveva con sua madre, e i suoi fratelli cominciavano a diventare insofferenti, il momento prima di esplodere ed andarsene a riecheggiare lontano. Tossico. Un ambiente tossico quello della sua famiglia, in Texas: il giudizio usciva sempre troppo facilmente, troppo facilmente si diventava il capro espiatorio delle sofferenze personali degli altri. Era trovarsi fondamentalmente in mezzo a gente egoista, talmente sofferente da essere diventata profondamente egoista, sì. Gente che non ce la fa a sentirsi delusa, e che, nel dubbio, visto il rischio, mette le mani avanti cercando già da sè la delusione, anche dove non è necessariamente stata suscitata. E allora Egon ha imparato a stare zitto, anche se pure quello non stava bene. Con New York e l'accademia le cose erano migliorate. Sentendo di non dover rendere conto più a nessuno se non a sè stesso le cose erano migliorate. Non tanto, leggermente: il giudizio più feroce e cattivo era sempre rimasto il suo. E non poteva essere diversamente, per anni aveva ingollato quella stessa forma di veleno. Ma sapere di essere rimasto l'unico con cui dover fare i conti lo faceva sentire anche più libero, in un certo senso, un cappio in meno. Allo stesso tempo, tuttavia, la competizione, l'inadeguatezza, il perfezionismo, tutto consequenziale l'uno all'altro. Tappare i buchi della sua infanzia per dimostrare di essere all'altezza di qualsiasi cosa era faticoso, estenuante, ma pur sempre un vizio di cui non ci si può davvero liberare, neanche con le migliori intenzioni, che comunque Egon non ha mai avuto nemmeno allora.
    Già all'epoca il serio ipertiroidismo, dal quale continua ad essere affetto, lo portava ad avere brusche perdite di peso, passando da una fisicità più consona alla sua altezza e stazza, nella media, ad avere un aspetto decisamente più emaciato e sofferto. L'alimentazione non lo ha mai aiutato, è sempre stato un incostante, schifato, quasi in generale, dall'idea del mangiare. Questo rifiuto con gli anni non ha fatto altro che peggiorare, soprattutto grazie al "pretesto" di non avere tempo né testa per poter seriamente pensare di mettersi a un tavolo con calma e ingoiare qualcosa di veramente decente. Anche quello è scaduto nella generale trascuratezza che, dopo gli eventi, ha cominciato a contagiare molti altri aspetti della sua vita.
    Dopo gli eventi di Brooklyn tutto ha preso una piega diversa, decisamente peggiore. La seria dedizione al lavoro che aveva sempre dimostrato è diventata il pretesto per spremerlo, lui insieme agli altri, fino al nocciolo. E la dedizione si è trasformata in una sorta di mania e allo stesso tempo di passività di fronte agli eventi. La lotta costante e giornaliera contro il nichilismo. La privazione del sonno poi ha finito per renderlo definitivamente insonne e inquieto, tendenzialmente ansioso. Ci sono giorni in cui dimostra molti anni in più, altri in cui qualche ora di sonno in più gli restituisce l'apparenza fisica della sua età. Giorni in cui gli occhi di ghiaccio ancora sono lucidi e altri in cui sono semplicemente grigi, spiccano sulle rughe precoci, sulla barba incolta e sui capelli mal tagliati. La bocca tirata più del solito in una linea sottile e i tratti scavati e anneriti.
    Egon è rimasto un silenzioso e un solitario, cavaliere nella sua personalissima e segreta battaglia interiore, trainato dal dovere e dalle manie per non ascoltare gli echi del vuoto e il risucchio della città che la notte, negli incubi, lo tormenta spesso.







    Edited by .happysong. - 21/8/2023, 23:28
1075 replies since 29/7/2012
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