Votes taken by •Lithium•

  1. .
    Parto col dire che avrei voluto lasciare un feedback positivo, per questa lezione, sia perché era la mia prima lezione di Evocazione dopo tanto tempo, sia perché era la mia prima lezione con Marta. Ho avuto timore di non riuscire a seguire per via dei miei impegni real, e non timore perché sono pazza ma perché Evocazione è la materia più importante del mio main, Shaw, il quale ha avuto un’evoluzione non indifferente sia nella storia che nel carattere proprio in seguito ad una mini-quest personale incentrata sulla materia. Quindi sì, mi dispiace un sacco. Purtroppo però non posso lasciare neanche una nota positiva in merito e qua sotto scriverò una listina di ciò che non mi è piaciuto parlando principalmente per ciò che riguarda solo ed esclusivamente me e il mio personaggio.
    - Tempi di risposta/presenza del docente: premetto che, essendo entrata un paio di giorni in ritardo, avevo paura di non riuscire a recuperare tutto il secondo anno di cui avevo bisogno per poter accedere al terzo ma che ero stata rassicurata sul fatto che, postando puntualmente, avrei potuto farcela senza problemi. Nonostante io abbia avuto difficoltà perché con il lavoro, lo studio e la vita privata ho sempre poco tempo a disposizione e stavo già seguendo un’altra lezione, postare quando potevo è stato comunque inutile perché gli esiti sono arrivati puntualmente dopo almeno un paio di giorni. I miei ritardi, quindi, sono sempre stati più puntuali delle risposte e purtroppo questo non va bene per diversi motivi che spiegherò in conclusione.
    - Trama: non ho avuto modo di capire assolutamente nulla sulla trama, ambientazione e via discorrendo. Sono consapevole del fatto che per scoprire una storia sia necessario il tempo per avanzare che nessuno dei pg ha avuto, ma questo rende una lezione inutile sotto ogni punto di vista e per tutti, studenti e insegnanti senza distinzioni.
    - Apertura della lezione: essendo la mia prima lezione con il nuovo docente immaginavo che avrei potuto conoscere qualcosa su di lui ongame in questa situazione, invece non ho potuto leggere assolutamente nulla. Quindi avrei preferito un’apertura da parte di Constance, piuttosto che partire direttamente con le nozioni off-game.
    - Campo che non so come chiamare: ho avuto serie difficoltà a rapportarmi con il png che ho incontrato, poiché il mio personaggio purtroppo non sarebbe mai sceso a compromessi rischiando di lasciarci la pelle. Probabilmente questo è un problema solo del mio pg in particolare, ma per quello che ho potuto vedere (quindi poco e questo sicuramente penalizza tutto) l’incontro è stato caratterizzato un po’ con superficialità, spingendo appena ad agire OOC piuttosto che lasciare liberi i personaggi di fare le loro scelte. Facendo la sua scelta, per quello che posso saperne, Shaw si sarebbe ritrovato ad affrontare un combattimento 1VS6...
    - Armi e armature: questa è una cosa mia, ma non ho capito per quale motivo io sia riuscita ad evocare una pistola con silenziatore mai evocata prima senza però essere riuscita a richiamare una cosa che Shaw evoca dalla primissima lezione di Evocazione della sua vita, quindi un’armatura che conosce benissimo. Forse avrei preferito una motivazione offgame che mi facesse comprendere se fosse una cosa dovuta alle modifiche apportate alla materia o se fosse per qualche altro motivo.

    Non ho molto altro su cui basarmi, considerando che non sono riuscita ad utilizzare neanche una skill del secondo anno in tre post, quindi questo è quello che posso dire in merito e che mi viene in mente ora con la tv accesa, i parenti vicino e il cellulare demme.
    Ora, io capisco che esitare post per post o dieci minuti dopo ogni pubblicazione, sia complicato e di certo nessuno lo pretende, ma credo che già un esito a fine giornata dovrebbe essere il minimo se si ha intenzione di portare avanti una materia importante tanto quanto le altre e che, anzi, con i problemi che ha avuto necessita una cura particolare in questo primo periodo di ripresa.
    Sono sicura di suonare un po’ velenosa perché purtroppo i commenti negativi risultano sempre orribili, però purtroppo questo è quello che è successo e non posso proprio lasciare un feedback positivo in merito alla gestione della lezione, e con Evocazione vado a guardare anche il pelo...
  2. .
    CIAO RAGAZZE. Intanto grazie mille per aver partecipato in tanti all'evento (EMOZIONE! Davvero... avevamo paurossima), per averci lasciato così tanti feedback, ma soprattutto grazie dii rigali per averli resi ricchi di dettagli.
    MA ANCORA DI PIÙ GRZ DI ESISTERE.
    E poi scusate il vergognoso ritardo, abbiamo avuto problemi con i tempi :')
    Bandissimo alle ciance, passiamo al dunque. Abbiamo pensato di fare un unico discorso basandoci del tutto sui vostri feedback, così da non perderci nella stesura di questa risposta che comunque finirà con l'avere poco senso lo stesso... Tra l'altro, abbiamo notato che quasi tutti avete trovato le stesse pecche - il che potrebbe voler dire sia che non erano poi tante nel complesso, sia che erano così vergognosamente palesi da saltare all'occhio più di altre......... -, quindi in fin dei conti un unico discorsone potrebbe rispondere a chiunque avesse incontrato problemi o perplessità.
    Partiamo dalle COSE BELLINE MA MMH, e piano piano sicuramente finiremo col tirare in ballo praticamente di tutto. Iniziamo daaaalla difficoltà di alcuni pg a muoversi per diverse ragioni. A nostra discolpa possiamo solo dire che abbiamo scoperto quanto infilare tutti personaggi così differenti e bellix in un'unica trama piuttosto definita (sia per ambientazione ongame che per tempistiche offgame) sia complicato, per questo abbiamo inizialmente pensato di partire da una divisione fra personaggi con skills e personaggi senza skills, così che ogni gruppo potesse avere la propria missione senza essere lasciato indietro e senza perdere d'importanza. Volevamo, appunto, che tutti potessero sentirsi protagonisti al 100%, anche se poi purtroppo il gruppetto di ragazzi senza skills non è riuscito ad andare avanti (e non serviva proprio nessuna skill nel vostro caso, perché di azioni da fare che non riguardassero la magia ce n'erano un bel po'). Comunque, tornando a noi. I gruppi sono stati bilanciati in modo che i personaggi potessero collaborare, che i più novellini potessero comunque dare man forte mettendo in campo ciò che avevano imparato senza sentirsi inutili e, anche, prendendo spunto dai più grandicelli, una cosa che ad uno studente può far sempre comodo. Gli avversari non erano impossibili da battere, le ombre sempre in movimento/fase d'attacco e quindi quasi mai intangibili, così che tutti potessero metterci del loro. Agli attacchi psichici abbiamo sempre fatto seguire dei tiri di salvezza nonostante magari il pg avesse già fallito il contrattacco o la schivata, sia per una questione legata alla trama in sé sia per rendere il gioco più dinamico durante i combattimenti, che sono stati solo una delle fasi dell'evento. I nostri pg avevano delle abilità particolari legate alla trama che li rendevano più difficili da battere in alcuni ambiti, ma avevano quattro cosucce in croce proprio per non sfociare nel power-player che non serve a niente e a nessuno. Parlando dei pg, facciamo subito una specifica per il tuo caso nel dettaglio, Roby, che è proprio una cosina a parte: quando è stato tirato il dado per decretare la riuscita o il fallimento dell'ipnosipedia di Tristan è uscito un 20 naturale. Nonostante questo, il master che si è occupato di questo esito ha preferito truccare il dado a suo stesso sfavore (da manualissimo, per un buon gioco a favore dei giocatori si può fare. Ma anche senza manuale...) in modo che Noah potesse almeno avere la possibilità di provare a contrastare l'incantesimo e liberarsi dal controllo mentale. In tutto ciò c'è da calcolare, inoltre, che i personaggi contro cui combattevano avevano tre skills e un bonus aaaaa *rullo di tamburi* proprio alla velocità (cosa intuibile dall'avanzamento di trama, se non sbaglio), perciò, per quanto possa essere rapido Noah, loro erano più veloci e meno sbronzi. Abbiamo cercato di ragionare su tutti gli esiti, perché naturalmente c'erano dei dettagli che voi non conoscevate e non perché doveste restare all'oscuro di tutto senza ragioni, ma perché si è sempre trattato di una questione legata alla trama. Quindi in realtà nei combattimenti abbiamo sempre cercato di favorire i pg, poi certo... che gli esiti possano essere stati un po’ disastrosi è un altro discorso che si lega alla nostra praticamente nulla esperienza in masteraggio di combattimenti simili! Ma cercheremo di affinare anche questo, ovviamente!
    Dopo questa parentesi facciamo un piccolo passetto indietro: il momento morto. TADADAAAAN. Quel momento morto si è rivelato essere più morto di quanto ci aspettassimo. Proprio decrepito, probabilmente la parte peggiore dell’evento :/ Ammettiamo di aver avuto diversi problemi, un po’ perché eravamo ancora poco pronte e un po’ perché il gruppo investigativo* procedeva a rilentissimo e abbiamo traballato un po’. Abbiamo dovuto improvvisare un bel po’ di roba, e con la poca esperienza che abbiamo ovviamente si è notato parecchio. Diciamo che non abbiamo proprio brillato nella preparazione e nel calcolare bene tutto, abbiamo anche avuto pochi giorni per farlo, quindi ad un certo punto ci siamo trovate noi stesse a brancolare un po’ nel buio peggio dei vostri pg... “e allora perché caspio avete fatto procedere la trama?” Perché era oraaaa! Avevamo davvero poco tempo (che resti fra noi e tutto il forum: siamo riuscite a chiudere in tempo per miracolo), così ci siamo proprio lanciate, della serie “o la va, o la spacca”, e alla fine l’abbiamo spaccata... Per questo ci dispiace un sacchissimooo!
    *Possiamo dirvi, ora, che abbiamo avuto grossi problemi a gestire alcune parti di trama proprio perché la maggior parte dell’ultimo avanzamento dipendeva dalle scoperte del gruppo investigativo. Non essendoci stati risvolti per ovvie ragioni, abbiamo dovuto trovare un modo alternativo, valido e coerente con tutta l’ambientazione affinché la storia si chiudesse con una sua logica, seppure volutamente incomprensibile. Quindi insomma, più di una volta ci siamo ritrovate a scervellarci per risolvere problematiche inaspettate e questo, ovviamente, alla fine si è notato.
    Mappe, posizioni incasinate e via discorrendo: avete ragione proprio a cannone. Non neghiamo che noi stesse ad un certo punto abbiamo avuto difficoltà a capire dove foste, sprecando così un sacco di tempo per fare gli esiti. È stata una mancanza grave in fase di combattimento, specie perché erano presenti un gran numero di soggetti in un ambiente non troppo grande, quindi sì. Mappe tutta la vita 😣
    In conclusione: grazie ancora per i feedback, ragazze! Sono una cosa stra-preziosa che permette di riflettere e capire perfettamente dove si è sbagliato. Sicuramente non insegnano come migliorarsi ma di sicuro fanno capire da dove iniziare. E il fatto che permettano di mostrare visuali differenti di un’esperienza di gioco può solo che instradare verso un raffinamento che deve sempre essere attivo. Quindi insomma, vi ringraziamo di cuore e siamo davvero felici di avervi fatto divertire! Ci auguriamo di potervi svelare qualcosa in più su Charlie e la sua/vostra storia, ma dipende sempre da voi e dalle scelte dei vostri pg. HIHIHI!!1!1!,
    BACINI RAGHY VVB
    Firmato da tutte (?)

    Edited by •Lithium• - 28/11/2017, 11:46
  3. .
    Shaw Hynes
    Scheda | Studente | Felix Felicis

    Se c'era qualcosa di peggiore del Felix ebbasta era Crimson al Felix. Non c'era scampo, con quel maniaco al pianoforte. Aveva sempre detto a tutti di aver suonato per persone illustri, ma era stato chiaro a chiunque fosse nel raggio di almeno venti metri quanto poco rispecchiasse il vero. Le dita tozze si abbattevano sui tasti con ben poca grazia e, tutt'intorno, il vociare era costretto ad alzarsi per sovrastare quella condanna a morte. Shaw, seppure a questo genere di serate ormai fosse abituato, non aveva ancora imparato a sorvolarle con la stoica pazienza di quelli che si trattenevano dallo spaccare una bottiglia in testa a Crimson. Eppure sapeva che, con tutto quello che si era bevuto, presto o tardi sarebbe crollato con la testa sulla tastiera e tanti cari saluti. Forse lo sapevano anche gli altri, oppure erano troppo marci per farci anche solo caso.
    « Portami un'altra pinta di Guinnes cazzo »
    Come ad esempio lui. Si chiamava Shay, era un assiduo frequentatore del Felix e fine della storia, perché a Shaw ormai interessava ben poco.
    Tenendo lo sguardo sulla figura al momento ridicola dell'uomo, riempì il calice con molta calma. In quei casi, rallentare il processo era quasi un dovere verso se stesso, per far capire che il potere non era solo del soldo ma anche di chi stava al servizio di qualcosa. Non che gli fregasse un cazzo di cosa pensasse la gente in merito, se tale Shay potesse ringraziarlo o bestemmiargli contro di certo non gli avrebbe cambiato la vita, semplicemente era un modo per ricordare a se stesso di non essere lo schiavo di nessuno.
    Una volta finito, il ragazzo prese il bicchiere e lo portò al tavolo di Shay vicino al quale rimase solo per il tempo di ricordargli qualcosa.
    «Ricordati di pagare.»
    Senza aggiungere altro, tornò a fare il suo lavoro.
    CODE&GRAPHIC BY HIME
  4. .
    Metto sotto spoiler perché lo ritengo off topic
    Scusa, Roby, ma io credo che ci sia un’enorme differenza fra l’admin che tu dipingi (visto un po’ come il dittatore) e quello che dovrebbe essere in realtà in un forum che è nato con l’intento di lasciare spazio all’utenza (anche se, ripeto, secondo me entro un limite prestabilito che sarebbe l’ambientazione, altrimenti perde il senso).
    Nessuno sta dicendo che l’admin deve impazzire e fare il cazzo che vuole, imporre regole senza senso e cacciare gente alla cavolo di cane solo perché boh gli girano male. Come ti ho già detto io vedo l’amministratore come il big master di una big campagna. L’amministratore che prende la decisione giusta per il forum e per l’utenza, facendo attenzione che tutti si rispettino e si divertano. Che faccia attenzione affinché il lavoro generale non vada sprecato e che possa sempre migliorare, e non per propria vanità ma semplicemente per il bene di un qualcosa che l’admin stesso ha creato con il cuore. Qua non si parla di tutto quello che è stato fatto finora ma di una situazione che, a parer mio, è allucinante.
    E il moderatore, che dovrebbe appunto essere un ponte fra amministrazione e utenza, dovrebbe avere lo sbattimento di farlo altrimenti non ha senso che abbia il proprio ruolo. Come tutti i ruoli ci sono delle responsabilità di cui secondo me bisogna prendersi carico, altrimenti il sistema va a puttane e un mondo che aveva del potenziale e sul quale in molti hanno passato del tempo va in malora e decade. E nessuno vuole che finisca così, quindi ci tengo a farti anche presente che non sei nemmeno sola in tutta questa situazione
  5. .
    Scusate, donzelle, mi intrometto anch'io in modo da non dover tornare sull'argomento altre volte. Colgo la palla al balzo per dire la mia infiltrandomi in un topic che credo possa essere utile per un buon dialogo utenza-amministrazione/moderazione in grado di rispondere a qualche domanda comune (a quanto pare).
    Io credo, basandomi su ciò che ho visto dall'esterno in questi anni e probabilmente da ignorante quale sono visto che in moderazione ci sono stata ben poco (e durante il bordello più assoluto), che il boom di pg adulti più che una richiesta dell'utenza in sé sia stata una reazione alla modifica dei regolamenti e alla nascita, appunto, di trame per adulti. Quando poi viene offerto tanto spunto di gioco per pg adulti (o addirittura sette/organizzazioni che possano stimolare la creazione di personaggi che non fanno parte del Brakebills) è ovvio che poi l'utenza sia spinta a buttarsi su questo. Quindi credo sia una reazione a catena partita involontariamente. Il fatto che prima dell'inizio di quest'anno non ci fossero mai state quest per adulti era dato dalla poca - o nulla - presenza degli stessi sia per regolamento, che ormai si è snellito notevolmente diventando non dico nullo ma quasi nella creazione di pg (viva la creatività e la libertà, ma bisogna riuscire a creare un panorama abbastanza ampio e coerente per dare la possibilità a tutti i pg di giocare quest ecc. Mi viene in mente il manuale del master...), sia perché appunto il GdR ruotava ancora attorno al Brakebills. Ora, il problema non è che ultimamente ci sono state troppe quest per adulti ma che la situazione studenti si sia arenata limitandosi ad un'offerta di recuperi e lezioni (e sì, feste/eventi che a volte non riescono a coinvolgere tutti i pg per motivi anche di bg, volendo). Quindi da parte dell'utenza (quella che a questo punto ha notato la problematica) non c'è una richiesta di fare meno attività per adulti e proporre più materiale per studenti, semplicemente si sta chiedendo di non lasciare incompiuti/indietro quei pg che vengono giocati da anni e che, allo stato attuale delle cose, non possono far altro che partecipare a lezioni e portare avanti storyline personali. Ognuno porta in campo la propria esperienza, ovviamente, e adesso che ho messo in pausa tutti i miei pg secondari tenendo in gioco solo il main mi rendo conto che davvero non so che cosa fargli fare, perché per il momento l'unica cosa che mi stimoli della sua storia è la trama con James Manson che graziesellytvb. E mi dispiace, perché tengo sia al pg che alle trame che sono andate a morire. E se rispondo al topic e mi mostro per la centesima volta come la rompicazzo che sono è semplicemente perché tengo anche al GdR, o non sarei qui dopo tutti questi anni. La particolarità del Brakebills è sempre stata la capacità di offrire a tutti un'alternativa, di offrire spunti di gioco ai personaggi creati e questo è l'aspetto che mi è sempre piaciuto di più del GdR: il fatto che fosse stimolante da morire, e così l'ho vissuto fino a qualche mese fa. Poi ripeto, i casini li conosco, li conosciamo tutti, e quelli hanno sicuramente portato abbastanza problematiche da rendere il tutto più lento e più faticoso (io per prima ho avuto una bella crisi e lo sapete). Nessuno ha detto che esistono personaggi di serie A e personaggi di serie B, solo che se questa sensazione di essere lasciati indietro non riguarda una sola persona secondo me qualcosa significa.
    Io non so cosa sia cambiato, non so se questo disagio provato da qualcuno sia causa delle problematiche che lo staff sta affrontando da marzo/aprile, però è assodato che ci sia un problema e farvelo presente non è affatto una critica quanto più l'espressione di interesse che almeno una fetta dell'utenza ha nei confronti del Gdr
  6. .
    Shaw Hynes | New York | Ottobre 2017


    Non è il peccato originale della nascita che Shaw aveva sentito in quell'uomo. Era abbastanza certo che quello fosse già stato cancellato tempo addietro, dal modo in cui parlava del Creatore. No, ciò che il giovane aveva visto era una macchia diversa che si muoveva nell'animo abbastanza maturo che aveva di fianco, un voltafaccia più che consapevole. Il ragazzo ipotizzava che all'albero della conoscenza del bene e del male lui ci fosse andato di sua spontanea volontà e che, quindi, non avesse bisogno di implorare proprio nessuno per un perdono.
    «Non fa una piega solo che no, non parlavo di una condizione di partenza, di una roba iniziale dalla quale doversi... come dire... redimere.», iniziò lanciandogli una lenta occhiata prima di tornare all'altare, «Non è un passato lontano di blasfemia quello che c'hai addosso. Dopotutto potresti aver attirato la Sua attenzione, in qualche modo.»
    O forse no. Magari Dio aveva concesso i suoi strumenti ad altri affinché svolgessero per lui il lavoro sporco e questo, senza ogni dubbio, lo rendeva ancora peggiore di quanto non fosse già. Perché fornirgli le sue armi quando Lui stesso avrebbe potuto adempiere senza sforzo ai suoi obblighi auto-imposti? Armava il suo esercito e se ne restava sul suo trono senza neanche prendersi il disturbo di osservare la sua stessa battaglia. E così, senza nemmeno rendersene conto, addestrava i suoi stessi figli contro di sé. Shaw si domandò fino a che punto fosse sceso l'uomo che aveva al suo fianco. Si chiese, curioso, di quali strumenti disponesse per la sua personale battaglia ancora priva di nome per il ragazzo. Ma era certo che qualcosa ci fosse perché era troppo irriverente dinanzi a Dio, seppure in modo sottile; a tratti sembrava solo consapevolmente realistico, altre volte sembrava possedere una ponderata collera nei suoi confronti. Sebbene Shaw non avesse idea di chi fosse seduto accanto a lui, quell'uomo continuava ad incuriosirlo abbastanza da tenerlo consciamente incollato a quella panca. E dopotutto, lui, aveva bisogno di un confronto.
    «No, non mi sembri uno che ignora. Ma non mi sembri nemmeno in pace con Dio, non nel modo più comune del termine. Una pace soggettiva vale solo per te se decidi di non condividerla.»
    Era tornato ad osservare il suo volto, leggendo in quel sorriso qualcosa che si avvicinava al compiacimento. E questo lo appagava, perché fortificava quella sensazione di non essere l'unico, di non essere solo almeno sul piano teorico. E quando non si è soli la certezza di essere nel giusto si irrobustisce.
    Ascoltò attentamente le sue parole, immagazzinando tutto esattamente come gli veniva raccontato. Non aveva senso scendere ad interpretazioni personali, magari quell'uomo prima o poi sarebbe sceso nel dettaglio e a quel punto Shaw si sarebbe impossessato anche dei particolari. Avrebbe conosciuto di più, compreso maggiormente, e se il suo cammino prevedeva pazienza e meticolosità nella scelta dei dettagli, allora paziente lo sarebbe stato anche nel conoscere chi aveva deciso sederglisi accanto. Ogni cosa avrebbe fatto il suo corso, nel bene o nel male.
    Si voltò di nuovo verso di lui scuotendo appena il capo, perché quella prima domanda che gli aveva rivolto era sbagliata.
    «Io non sono qui perché aspetto una risposta. Le mie risposte da Lui le ho già avute.»
    E tacque di nuovo. Forse si poteva pensare che la giovane età non fornisse gli strumenti necessari affinché un uomo potesse già conoscere i suoi desideri, specie se nei confronti dell'Onnipotente. Probabilmente era più intuitivo pensare che un ragazzo possedesse ancora la speranza nei confronti di chi veniva apostrofato come Misericordioso, ma la verità era che Shaw aveva vissuto una vita diversa dalla maggior parte dei giovani che ricercano certezze in chi non si è mai preso la briga di fornirgliele. E il ragazzo le sue risposte le aveva trovate nei silenzi, nell'omissione di un soccorso che sia lui che sua madre avevano più volte ricercato. Entrando nella Sua casa aveva lanciato un ultimo appello provocatorio volto a metterlo al corrente di ciò che aveva fatto di lui, e se anche quella volta non l'avesse ascoltato non sarebbe più stato un suo problema.
    Non smise di guardarlo, voleva sapere di più. Comprendere cosa avesse in mente, nonostante immaginasse che ogni domanda e ogni discorso non fosse solo frutto del caso. Doveva essere un uomo furbo, in fin dei conti, e Shaw avrebbe tentato di stargli al passo.
    «Come ho già detto, non cerco più niente da Lui. Tu, invece, cosa cerchi negli uomini? O cosa ne fai di loro?»


  7. .
    Shaw Hynes | New York | Ottobre 2017


    Non si interrogò sul perché qualcosa di non programmato stesse accadendo in quel momento, di conseguenza non si chiese nemmeno cosa stesse per mettersi in moto. Semplicemente si stava lasciando trascinare dagli eventi senza imporre dei paletti precoci e imprecisi. Lo stesso errore, o almeno qualcosa di simile, lo aveva fatto conoscendo Peterson. Era iniziato tutto in un momento di crisi con se stesso e, alla fine, si era lasciato incastrare nelle spire di una falsa promessa. Aveva trovato nel docente una figura di riferimento alla quale aggrapparsi senza neanche rendersene conto e per questo errore adesso stava scontando una pena senza nome. Non l’aveva compreso subito ma solo alla fine, quando quelle che sembravano essere ormai certezze quasi consolatorie erano crollate su loro stesse, lasciandosi dietro nient’altro che confusione. Stavolta, seppure inconsciamente ma memore di un’esperienza vissuta sulla propria pelle, l’avrebbe affrontata in maniera diversa. Per questo restituì uno sguardo neutro quando si sentì osservato dal proprio interlocutore, perché inevitabilmente la coincidenza di quell’incontro meritava un’analisi abbastanza attenta da non lasciarlo preda del caso. O di qualcuno. Era sempre stato piuttosto sospettoso, ma mentre prima fiutare la minaccia era semplice, adesso si sentiva abbastanza spaesato da non comprendere più cosa reputasse personalmente pericoloso. Perché era soggettivo, il male, e la considerazione dell'uomo nei suoi confronti voltagabbana con un'accezione stranamente neutra.
    Inizialmente non rispose, almeno non per dirgli che aveva ragione e che lui, questo, l'aveva già capito. Restò a guardarlo con la coda dell'occhio, derubando i suoi sguardi rivolti a quel silente padrone di casa. Di nuovo e anche se solo per un breve istante, lo sguardo del ragazzo incrociò gli occhi dell'uomo e poi fu un attimo, il tempo sufficiente a sbattere le palpebre, e comprese di essere seduto accanto a qualcosa di sbagliato per Dio. L'Occhio di Dio, così l'aveva chiamato Richard, era un avvertimento macchiato di rosso per distinguere il bene dal male, i devoti dai blasfemi, ma se quel Dio non gli aveva portato altro che piaghe secondo quale criterio giudicava i suoi figli? Non era quella distorta fede a vacillare nel ragazzo, bensì la cecità imposta dal Supremo, un compromesso che non avrebbe accettato.
    «Ti rivolgi a Lui come farebbe un devoto... "Grande Padre"...», iniziò prima di riportare gli occhi sull'altare, «... solo che sei già stato marchiato.», concluse con quella che, seppure pronunciata con un tono piatto, suonava tanto come una verità assoluta. Ed era sicuro che l'uomo lo sapesse già, o non avrebbe abbassato Dio al di sotto dell'uomo nella sua stessa dimora, sfidandolo un po' come aveva fatto Shaw. E per come se ne stava tranquillo in quel luogo, consapevole dell'esistenza di Dio, doveva essere anche schifosamente sicuro di poter osare tanto. Il ragazzo, inevitabilmente, ne fu affascinato. Iniziò a balenargli in testa l'idea che non potesse affrontare una battaglia come quella da solo, che necessitasse l'appoggio di qualcuno che probabilmente ne aveva in atto una tutta sua. E non poteva che realizzare quanto la sua storia fosse sempre la stessa, destinata a ripetersi probabilmente all'infinito. Stavolta però, al contrario di quando era appena arrivato a Londra, non sarebbe partito come vittima consapevole di eventi per raggiungere i suoi scopi, non era più un ragazzino.
    Appoggiò le spalle allo schienale della lunga panca, rilassando il corpo ad eccezione delle mani. Quelle restarono aggrappate alla spada, che sembrava interessare particolarmente all'uomo, sebbene avesse deciso di prendersela comoda con le sue pause ad effetto. Sentì le sue mani lisciare il cappotto, i suoi respiri mescolarsi alla pioggia che batteva contro le vetrate e, non avendo alcuna fretta di andarsene ora che sembrava essere spuntato fuori qualcosa di interessante, Shaw attese pazientemente che finisse di parlare. Anche lui si prese il tempo di una pausa, spezzando il silenzio solo dopo qualche lungo secondo.
    «Credo che l'ignoranza sia perfetta quando si vuole essere in pace con Dio. La consapevolezza sbatte tutto sotto una luce diversa, ma visto che hai detto di essere abituato a certi problemi questo lo sai già.», spostò lo sguardo sulla lama, «L'hai detto tu stesso che a Lui non interessa della mia vita, per quanto ne so potrebbe aver fatto una grossa stronzata e ancora non se n'è accorto. Lui o chi per lui. Ma non penso sia un mio problema che mi abbia rifilato l'arma di un Angelo.», perché, in fondo, non aveva idea di come gli fosse arrivata fra le mani. Era successo prima dell'incontro con Peterson che gli aveva cambiato la vita, prima che qualcosa di assopito si risvegliasse in lui. Non sapeva come mai l'arma di un Angelo fosse finita nelle sue grinfie prima dell'ancora incerta rivelazione. «Anche Lucifero era un Angelo.»
    Spostò una mano sulla fronte per asciugarla dall'acqua ancora imprigionata fra i capelli e, portate indietro le ciocche bagnate, tornò ad osservare di nuovo chi gli sedeva accanto.
    «Quindi... non sei devoto ma mi hai avvicinato perché c'ho un'arma che è vicina a Dio? Anche questo è un contrasto interessante



    Prima o poi troverò l'immagine giusta...
  8. .
    Shaw Hynes | New York | Ottobre 2017


    Quel silenzio religioso proprio della Chiesa era prezioso, qualcosa da conservare in quanto infinitamente precario. Il silenzio vero, in realtà, esisteva solo per gli idioti, per quelli in grado di azzerare pensieri così chiassosi da risultare quasi fastidiosi a un udito che non poteva captarli. Quelli di Shaw erano abbastanza rumorosi da mischiarsi perfettamente allo scrosciare attutito della pioggia che incessante bagnava le strade di New York, impietoso. Ma la bellezza di quella musica stava nella possibilità di restare sull'attenti, vigile affinché il minimo rumore non passasse inosservato, come l'entrata in scena di chiunque avesse varcato la soglia della casa del Signore. Impossibile farsi cogliere di sorpresa in un luogo come quello, così come sarebbe stato impossibile - volendo - nascondere la propria viva presenza in un luogo morto. Non si scomodò, era più che certo che in un posto sacro la gente avrebbe quantomeno avuto la decenza di mettersi in contatto col Creatore senza andare a disturbare un fratello, perché era questo che accomunava i figli di Dio: la solitudine. Un solo uomo può poco contro un dio.
    Chiuse gli occhi senza abbassare la testa, l'udito ora concentrato su passi ovattati che iniziavano ad avvicinarsi. Avere una spada fra le gambe gli interessava poco; per la polizia comune Shaw non esisteva, eventuali minacce avrebbe potuto seminarle in un tempo così breve da potersene stare più che tranquillo, mentre altri, i suoi simili, non sarebbero nemmeno entrati in chiesa. Perché farlo? Dunque sarebbe rimasto lì a fare quattro chiacchiere con un Dio sordo, senza però porgli interrogativi che sarebbero rimasti privi di risposte. Ci avrebbe passato anche la notte, l'ultima prima di lasciarsi alle spalle il Sacro luogo, ma evidentemente la sua vita era stata programmata affinché nulla andasse secondo i suoi piani.
    «Ti dispiace?»
    Niente grida d'accusa, niente parole impietosite di un prete missionario alla vista di un giovane fradicio con in mano un'arma come quella. Solo una voce adulta, calma e priva di qualsiasi emozione, proprio come se davanti ai suoi occhi non ci fosse altro che un ragazzo. Shaw riaprì gli occhi che l'uomo aveva già preso posto accanto a lui, senza aspettare una qualche risposta. Doveva essere sicuro di sé da fare schifo.
    «Evidentemente non ha importanza.», rispose monocorde.
    Non si spostò di un centimetro se non per lanciargli una lenta ma breve occhiata. Non si scompose minimamente. La voce uscì bassa, roca per via del prolungato silenzio, ma schiarirla non gli interessava. Forse quel fastidio in gola gli faceva anche piacere, e concentrarsi su di esso per non diventare vittima di quell'intrusione improvvisa l'avrebbe aiutato a mantenersi una maschera di fredda indifferenza. La verità era che non gli importava che si fosse messo vicino a lui, nonostante ci fossero infiniti posti liberi, e il suo nervosismo serpeggiante era dato solo dal suo conflitto privato con Dio. Quindi ascoltò le sue parole, seppure tornando a guardare davanti a sé, e fu grazie a quelle che si disse che di certo il nuovo arrivato faceva parte del mondo magico, o non avrebbe individuato nell'arma un trucchetto, bensì una meravigliosa ma semplice spada.
    «Chi mi osserva?», domandò serio, inarcando lievemente un sopracciglio. Fece una breve pausa, tornò a guardare l'uomo e poi concluse la sua domanda.
    «Dio?»
    Ironico. Il tizio avrebbe potuto dire di tutto, ma aveva beccato proprio il nocciolo della questione. In una chiesa come quella non l'avrebbe visto nessuno che contasse davvero, e a nessuno fregava un cazzo di cosa lui avesse fra le mani o nella testa. Il MACUSA di certo non gironzolava per le Chiese di New York. Quanto a Dio, invece, sperava che potesse vederlo ma no, Dio non vedeva proprio niente.
    Spostò gli occhi sull'altare a pochi metri da lui, serrando impercettibilmente la presa già salda sul manico dell'arma quando l'uomo si mostrò interessato ad essa. Shaw conosceva i materiali della spada, percepiva qualcosa circa la sua provenienza ma probabilmente non ne sapeva a sufficienza. Chi si era imposto con la sua presenza, invece, sembrava saperne abbastanza da domandarsi come un ragazzo come lui fosse riuscito ad entrare in possesso di ciò che stringeva fra le mani. E questo, senza dubbio, era un ottimo amo a cui abboccare volutamente, quasi lui fosse un pesce masochista che non aspettava altro che trovare l'esca più succulenta dalla quale strappare via il verme.
    «Io invece mi domando cosa sai di questo cimelio




    TUTTO PERFETTO AIUTO TANTO AMORE.
    Ps: scusa, dovevo proprio risponderti e sono andata di frettissima ma non potevo aspettare quindi insomma ecco
  9. .
    Shaw Hynes | New York | Ottobre 2017


    Quando un passato ignorato a lungo e non ancora del tutto svelato inizia a delinearsi davanti ai propri occhi, decidere di mettere un punto e voltare pagina diviene un'impresa assai ardua. Nasce spontaneo il forte desiderio di riportare tutto in luce, così come quello di rivalsa che è figlio di ciò che è già nero su bianco, e non tutti posseggono la saggezza o la stupidità per dirsi che ormai quel che è passato è passato e che niente e nessuno potrà fare nulla per aggiustare le cose. Indietro non si torna, ma sta a chi vive decidere da che parte andare.
    Shaw, con tutta la consapevolezza di cui era in possesso, stava scegliendo accuratamente come battere il terreno sotto i suoi piedi. Era solo, era sempre stato infinitamente solo e sebbene questo non lo avesse mai turbato adesso era diverso e il problema era uno: Peterson insieme al suo esercito di credenze, Dio.
    La St. Peter's Church era ancora aperta, ma a quell'ora il ragazzo era certo che ad accoglierlo sarebbe stata sola. L'aveva scelta fra le tante perché, seppure all'apparenza più sobria e fredda, era in qualche modo legata alla St Mary di Bristol, l'unica chiesa in cui fosse stato Shaw prima d'ora. Andare in Chiesa era un rituale che non aveva mai fatto proprio per una serie infinita di motivi, ma adesso sentiva la necessità di servirsi di quel collegamento che non era mai stato tanto chiaro.
    Quando Shaw aprì il portone, il vasto ambiente fu invaso dallo scrosciare incessante della pioggia, poi piombò di nuovo nel silenzio degno d'una tomba. L'odore forte d'incenso liturgico lo fece tornare indietro nel tempo, un tuffo in un passato che sembrava voler riemergere tutto insieme. Nei suoi rari momenti di lucidità, Beth portava Shaw in chiesa e lì lo metteva seduto sulle sue stesse gambe e, tenendo le sue piccole mani strette nelle proprie, pregava contro il suo orecchio. La madre pregava per un figlio che a nove anni aveva già smesso di provarci poiché le preghiere erano solo fiato da tenersi stretto, implorazioni rivolte a chi ovviamente aveva altro da fare. Solo adesso riusciva a capire perché lei pregasse quando non era vittima di droghe che neanche avrebbe voluto prendere, e ora si malediva per non averle fatto capire quanto fosse inutile che lo facesse. Che Dio non li avrebbe guardati neanche per sbaglio e che solo loro due avrebbero potuto aiutare loro stessi. Ci aveva sempre creduto in Dio, anche se si era raccontato una storia diversa, così aveva inveito contro di Lui per tutta la vita. E le bestemmie sono tali solo per chi ci crede.
    Bagnato dalla testa ai piedi, il ragazzo avanzò fino alle prime file di panche sulla sinistra e poi si sedette, poggiando le scarpe zuppe su quel cuscinetto che reggeva i peccati e le preghiere di chi riponeva una triste fiducia in qualcuno che invece pensava solo ai fatti propri. Non sapeva se provare compassione verso i credenti o se essere infastidito dalla loro stupidità, e l'insicurezza in questo era data dalla sua posizione. Poteva provare compassione verso la propria fede, seppure distorta e incompresa? Poteva essere infastidito dalla speranza che sua madre, nel bene e nel male, aveva riposto in Dio anche dopo essere stata rifiutata dai suoi messaggeri?
    Sollevò lo sguardo sull'immagine di quello che veniva apostrofato come Salvatore, l'esempio di vita per ogni cristiano che si rispettasse. Una grande paraculata per tenere a bada pecore di un pastore che se ne sbatteva altamente del loro destino, disposto a mandarle al macello dopo averle spogliate delle loro sicurezze e di ogni libertà. Forse Shaw ci si rivedeva un po' in quel Cristo, che secondo quei racconti riadattati alla sua personalissima visione delle cose era morto sotto gli occhi di un Padre indifferente per ripulire chi l'indomani sarebbe tornato a peccare. E fine della faccenda. Un sacrificio inutile che, se al buon Dio fosse davvero interessato, si sarebbe potuto risparmiare. Peterson ci credeva tantissimo in qualcosa, e proprio come quel Qualcosa gli aveva voltato le spalle. Erano mesi che non lo vedeva, e anche se durante uno dei loro incontri gli aveva detto che non sapeva se sarebbe mai tornato Shaw sapeva che non l'avrebbe fatto. Aveva iniziato a covare rabbia nei suoi confronti esattamente come la provava nei confronti di Dio, perché entrambi avevano spalancato porte su mondi meravigliosi per poi privargliene brutalmente l'accesso. E a sommarsi a questo abbandono c'era il suo interrogativo più grande, una domanda alla quale probabilmente non avrebbe mai trovato risposta: chi era stato Richard per sua madre? Perché Elizabeth non aveva mai accennato una parola su chi le avesse scaricato addosso quella maledizione che era stato Shaw? Le coincidenze impossibili da approfondire lo mandavano in bestia.
    Evocò* l'arma che più aveva sentito vicina da diversi mesi e la appoggiò sulle gambe. La lama chiara sembrava quasi brillare sotto le luci calde e soffuse del posto, appariva visivamente calda e rassicurante, ma anche lei era spuntata a lui all'improvviso e, proprio come la sua vecchia spada, avrebbe potuto decidere di scomparire per non tornare mai più. Anche per questa sua precarietà la percepiva come un collegamento fra lui e quello che era stato il suo mentore e questo faceva nascere nel ragazzo sentimenti contrastanti. Disfarsene di propria iniziativa o servirsene per la propria giustizia.
    Impugnò l'elsa, la lama rivolta verso il pavimento, e poggiata la sommità appuntita a terra portò entrambi i palmi sul lato opposto, quasi come se volesse avere la certezza che avrebbe sostenuto il peso delle sue braccia e dei suoi neonati propositi. Fu in quel momento che pensò a quanto Dio gli avesse tolto dal suo primo attimo di vita, senza alcun motivo, e pregò che fosse in grado di rendersi uomo affinché potessero spareggiare i conti. Poteva Dio chiedere di lottare per i deboli quando lui stesso non aveva alcun interesse verso di loro? No, Shaw ne era certo, e si sarebbe impegnato affinché l'incoerenza delle Sue parole venisse annientata. Prima o poi lui sarebbe morto, quello schifo di vita prevedeva un'unica tappa certa insieme alla nascita, e si disse che se doveva andarsene da quel mondo tanto valeva farlo con il sapore di una studiata vendetta in bocca.

    * Non specifico come perché devo ancora leggere tutto in merito... Per Selly invece questa era la spada x




    Edited by •Lithium• - 14/10/2017, 12:34
  10. .
    Daniel
    Bonus post: 34

    Forse non ti aspettavi che sarebbe stato così facile neutralizzare una minaccia come quella in così poco tempo, ma in cuor tuo sai di non essere ancora al sicuro così, dopo aver potenziato la tua velocità (CD40: 34+8), ti prepari a sferrare un altro attacco in direzione delle creature. Tuttavia non puoi avere alcuna certezza che gli ultimi due mastini ombra siano ancora in tiro poiché, ai primi segni di magia bianca, come già detto hanno cercato riparo fra le ombre sparendo dalla vostra visuale. Non hai idea di dove possano essere in questo momento. L'unica certezza che puoi avere, gentile dono delle tue esperienze passate come Defensor, è che potreste aver attirato l'attenzione di chiunque sia nei paraggi. Così, approfittando di questo momento e anche seguendo un po' il tuo istinto, cerchi le impronte di William per seguirlo e raggiungerlo (CD45: 36+12) senza badare a non far rumore o a nascondere le vostre tracce.
  11. .
    James e Daniel
    Bonus post: 37

    Mentre le creature si avvicinano, tenendosi ancora abbastanza lontane, voi iniziate a prepararvi per combattere, consapevoli di non poter fuggire senza rischiare di essere attaccati alle spalle.
    Daniel, con la sua luce di fede (CD38: 37+19, 37+17), avvolge prima James poi te stesso con l'aura di Pelor (James +3 per 4 turni, Daniel per 3), mentre il detective si prepara a contrastare eventuali attacchi con uno scudo di luce (CD37). I tre mastini indietreggiano di un paio di passi e tentano di nascondersi fra le ombre (CD7: 3, 19, 11). Mentre due di loro spariscono dalla vostra visuale uno resta scoperto, così James decide di passare all'azione con un raggio purificatore (CD42: 37+5+3+2) che inizialmente sembra andare a buon fine ma che, in realtà, non può colpire la creatura ombra*. Vedete il raggio sfumare poco oltre il mastino che, adesso, scopre le fauci insanguinate e si piega sulle zampe, pronto a balzare verso di voi. Ma Daniel (CD15 affinché la creatura non venga intimorita dall'aula del Defensor: 2), che nel frattempo ha espanso la sua aura, attira l'attenzione dell'animale ombra che pare spostare gli occhi su quella che sembra essere la sua nuova preda. È in questo momento che James ne approfitta per lanciare la sua mano di fede (CD43: 37+3+7) che colpisce in pieno lo Shadurakul illuminando tutto ciò che vi circonda.
    L'empatia animale di Daniel (CD13 per farti guardare da una bestia che ti teme: 6+3) purtroppo non può funzionare a causa di un mancato contatto visivo, ma dai rumori che provengono oltre la bestia più vicina a voi capite che quella, per il momento, è l'unica minaccia rimasta. Una buona dose di luce intensa, probabilmente, basta ad allontanare un branco poco numeroso di creature abituate a cacciare al sicuro nell'oscurità.
    A questo punto James decide di fondere il suo globo luminoso con il suo animale totem (CD38: 37+20+3) che, apparso davanti a te, si scaglia contro la creatura ombra stordita a qualche metro da voi (tiro per la potenza: 19) facendola dissolvere. La diagnosi dell'aura di Daniel non vi dà alcuna informazione.

    *Eng, mi sono basata ovviamente su questo " raggio di pura energia bianca, che infligge danno da bruciatura alle creature corrotte, come Wendigo, Lycan, Vampiri, Banshee e derivati", dimmi se ho sbagliato!
    Scusate per l'esito orribile...
  12. .
    Will
    Bonus post: 36

    La tua esperienza nel DCMC ti porta ad avere un vantaggio sulla furbizia del Mimic. Non solo riesci ad innalzare uno scudo fra il detective e la creatura, ma in men che non si dica ti ritrovi in mano il tuo Dao (CD40: 36+16) e sei già pronto a fronteggiarlo come l'istinto ti suggerisce di fare. Ma per prima cosa pensi bene di renderlo il più innocuo possibile ricorrendo al tuo elemento secondario (CD44: 36+11, 36+18). Il mimic, ora intrappolato dal tuo attacco, tenta di liberarsi da quella prigione di roccia nella quale è stato imprigionato. Il suo primo tentativo va a buon fine (CD14: 17), così si divincola furioso trascinandosi con le mani a terra, ma subito arriva il tuo secondo attacco a metterlo in seria difficoltà (CD16: 1). La terra lo imprigiona, ma gli arti sono ancora liberi e si muovono furiosamente. Pensa di avere ancora qualche possibilità, così tu decidi di fargli vedere chi comanda con un bel colpo di taglio che colpisce il tuo bersaglio in movimento (CD40: 36+7). Ma il mimic, che di certo non è nato ieri, passa subito al contrattacco vomitando il suo collante giallognolo proprio sul tuo Dao (CD8: 12). Nel pugno, adesso, non stringi che una manciata d'aria perché la tua arma è saldamente incollata alla creatura.
    Subito, fortunatamente, ti ricordi di avere una strana pozione in mano e forse ti ricordi anche di aver letto qualcosa sia sulla lettera che sui tuoi manuali. La avvicini per scrutarla meglio nonostante tu sia nel bel mezzo di uno scontro, seppure piuttosto statico, e guardandola capisci (CD50 [è in combattimento, non ha studiato alchimia ma ha studiato i Mimic]: 36+10) che proprio non ti viene in mente niente. Mentre ti domandi se sia meglio passarla a James o se testarla direttamente sul Mimic, ti viene la brillante idea di provare a dialogare con la creatura.
    Non ha occhi ma ti senti osservato mentre respira da quello squarcio che si è allargato dal punto in cui un tempo sembrava esserci la serratura del forziere. Ti studia qualche secondo, perdendo un po' del suo collante dalla bocca per farlo scivolare fin sopra la terra che lo tiene ben fermo a terra. Infine, quando forse tu hai già iniziato a spazientirti, ti risponde.
    «Uno studioso, vero? Forse non abbastanza in gamba. Ne ho visti tanti, come te...»
    La voce pare quasi rimbombare nella sua stessa gola. È profonda e graffiata, ma non possiede una tonalità fastidiosa. Forse cantilenante, con una traccia di sottile sarcasmo.
    «Le tue minacce sono aria, giovane mago. Ma dimmi, forse potrei essere addirittura interessato a contrattare con voi che disturbate il mio sonno. Cosa siete disposti a darmi in cambio di informazioni? Tre informazioni, per l'esattezza.»
  13. .
    Daniel
    Bonus post: 36

    Ti prendi il tuo tempo per pensare, lasciando che nella tua mente scorrano le peggiori immagini. Il senso di colpa ti stringe lo stomaco, vorresti agire diversamente ma decidi di lasciare che il leader prenda in mano la situazione mentre tu continui a visualizzare le peggiori immagini. Nonostante la tua distrazione, però, uscendo riesci a muoverti in silenzio (CD40: 36+14) e continui la tua marcia attenta ai legnetti. Probabilmente segui le indicazioni di William, dato che né tu né James conoscete l'esatto posizione della catapecchia, e mentre ti lasci guidare cerchi di potenziarti con un akti fos (CD37: 36+18, +2 per 1 turno). Riesci nell'intento e, dopo un bel po' di strada che sembra sgombra da ogni pericolo (CD15: 5), riuscite a raggiungere il luogo interessato senza essere sentiti o visti. La tua prima osservazione non va come avresti voluto (CD45: 36+2+2), forse perché quel posto è ben più buio rispetto alla radura che vi siete lasciati alle spalle, ma mentre inizi a girare intorno alla struttura diroccata qualcosa ti salta all'occhio (CD43: 36+12+2). Accanto a quella che un tempo era la porta d'ingresso - ormai un cumulo di macerie che lascia intravedere il legno marcio e spezzato sotto la pietra - riesci a vedere distintamente quello che sembra un vecchio forziere. Per il resto comprendi che la casa è inagibile.
    Prima di consultarti con i tuoi compagni di viaggio decidi di tentare un ultimo incantesimo per scoprire se ci sia qualcosa di pericoloso nascosto nei paraggi (CD35). Non scopri moltissimo, ti sembra quasi che sia tutto tranquillo, ma forse ciò che la tua magia ti rivela potrebbe essere importante. Capisci subito che qualcosa, non sai bene cosa, sta alterando se stesso.
  14. .
    Will
    Bonus post: 37

    Dopo la caduta riesci a riprenderti. Leccate le ferite ti rimetti in piedi e, senza pensarci due volte, asciughi quel bastone col quale intendi illuminare la stanza (CD40: 37+15). A questo punto decidi di provare un'altra volta a dar fuoco al tronco ormai asciutto (CD35: 37+10), un incantesimo per te abbastanza semplice da non rischiare il fallimento. Con una buona fonte di luce dalla tua, inizi a girare per quel bunker e a cercare qualunque elemento utile ai fini della vostra ricerca (CD40: 37+10). Cammini per un po', sollevi anche qualche pianta nella speranza di trovare qualcosa di utile ma è solo dal lato opposto all'ingresso che noti un elemento interessante: adagiata su una foglia d'edera che si è fatta strada fino a uno di quei sedili di pietra c'è una specie di fialetta dalla forma sferica. Il liquido, dentro, è di colore scuro. Forse non è di tua competenza, quindi torni in direzione di quel pezzo di carta che ti ha incuriosito particolarmente. Noti subito che si tratta di un pezzo di carta strappato da quello che potrebbe essere un piccolo quaderno. La calligrafia è totalmente sbavata in linee orizzontali che rendono difficile la lettura procedendo verso destra, forse a causa della fretta in fase di scrittura o per colpa di semplice acqua, questo non puoi saperlo, ma provi ad interpretare la calligrafia (CD45: 37+10).

    "...gliere. Mi trovo davanti a un bivio e non so quale strada prendere, per di più le ho perse di vista. Stupidi animali! Mi sento talmente perso che ho quasi nostalgia di quel fastidiosissimo frusciare d'ali...
    Che schifo, le falene.

    Forse mi converrebbe procurarmi qualche carcassa per quando lo incontrerò di nuovo, la fiala pronta se la situazione dovesse mettersi male. Magari stavolta riuscirò a cavargli qualche informazione utile per trovare quel figlio di puttana che mi ha rovinato la vita. Mi manca molto, il mio Barry... Tutti i giorni.

    Devo prendere una decisione prima che tornino quelle bestiacce a darmi la caccia. Credo che siano ciechi, nonostante le due teste, ma sono sicuro che in compenso gli altri sensi siano molto sviluppati. Fanno schifo pure loro. Tutte le creature, in questo posto, fanno schifo... Riuscirò a tornare da mia moglie?

    Devo uscire di qui, devo decidere se proseguire dritto, seguire questo desiderio che sento di non poter ignorare, o se invece tornare verso la catapecchia e cercare quelle informazioni.
    Forse"


    La pagina è vuota per metà e, accanto al foglio, c'è una penna.
    Raggiungi lo zaino, ti inginocchi e inizi ad analizzarlo al meglio (CD40: 37+13). Una delle bretelle è rotta, il tessuto è strappato in più punti come se fosse stato azzannato, e riesci a leggere l'etichetta plastificata attaccata ad una zip: "White". Ma tutto ciò ormai ti interessa poco, probabilmente. Lo apri e riesci a trovare un diario illegibile dal tanto che è bagnato, un pacchetto di fazzoletti, un coltellino svizzero, una bussola e un accendino.

    Ho anche modificato l'esito precedente per grazia divina!
  15. .
    Daniel
    Bonus post: 37

    Vedendo Will avanzare in quel modo, ti metti subito sull'attenti. Conosci abbastanza bene l'impulso giovanile che smuove il ragazzo, anche un po' quella voglia di riscattarsi che in questa situazione in particolare rischia di metterlo nei guai. Sai anche che è un caso, però, così, non appena il giovane agente del DCMC scivola all'interno del bunker, tu entri in azione. Senza pensarci due volte ricorri agli insegnamenti di Pelor, infondendo (CD40 [per via della fretta, della caduta e tutto il resto]: 37+12) grazia divina su te stesso (che permarrà per 3 turni).
    Fau ha già prodotto il suo metro di ragnatela ma Vers ti mostra un punto dal quale poterti infilare (CD45 [per via del piccolo spazio rimasto]: 37+8) e con fatica ti fai largo fra la ragnatela di sogni e l'edera spinta contro il terreno, ma non riesci tuttavia ad evitare del tutto i fili di quella trappola che, senti, iniziano a deconcentrarti, a maggior ragione perché credi di poter avere dello spazio per osservare da quel punto. Vers riesce a farti luce e tu, mentre resti a lieve contatto con la ragnatela (per questo avrai un malus che andrà a diminuire nelle prossime azioni solo da deconcentrazione, perché sei a lieve contatto), osservi ciò che ti attende a due metri dal terreno. La luce è fioca (CD40: 37+15-2) ma ti basta per cogliere alcuni particolari: Will è proprio sotto di te, col sedere a terra; a pochi centimetri dal tuo piede, aggrappata allo strato solido sottostante il terreno, vedi quei pezzi di ferraglia arrugginita diposti orizzontalmente a mo' di scala che potrai usare per scendere con più tranquillità; sulla destra, a correre lungo l'unica parete di forma che riesci a scorgere, c'è un banco di pietra sul quale ti sembra di vedere qualcosa di bianco - forse un pezzo di carta. Accanto a Will, invece, a mezzo metro di distanza e verso la zona più buia di quel luogo, sporco di fango e con una bretella strappata c'è uno zaino floscio.
    Soddisfatto della tua osservazione, inizi a scendere per andare a dare una mano al giovane Will (CD38: 37+4-1) e piano piano inizi a calarti, riuscendo ad arrivare illeso accanto al ragazzo. Da lì, poi, inizi a camminare per cercare la fine di quel posto e ti rendi conto, senza troppo sforzo, che la forma della pianta è esagonale e ha un diametro di circa quindici metri. Ci sono altri banchi di pietra, ti accorgi perché finisci con lo sbatterci le ginocchia. L'unica certezza che puoi avere per ora, oltre a ciò che hai già visto prima di scendere e fin dove i tuoi occhi potevano arrivare, è che qualcosa ha avuto il piacere di defecare in quel posto. L'odorino parla chiaro.

    Edited by •Lithium• - 2/8/2017, 16:56
156 replies since 26/2/2015
.
Top