Posts written by Joy.

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    Ciao Chiara, mi dispiace irrompere così, mi hanno appena detto quello che stai facendo, o forse dovrei dire che hai fatto, ho letto il messaggio che hai scritto e non potevo evitare di correre qui anche solo per dirti che mi hai trasmesso un senso di tristezza quasi doloroso e allo stesso tempo tanta emozione.

    Non ho idea del perché tu abbia preso questa decisione, posso solo affidarmi a quello che ho provato leggendoti e se mi fermo a contemplarlo contro ogni logica vulcaniana vorrei poter strappare tutte queste... specie di catene ed essere in grado di restituirti quello che hai perso. Non so se lo meriti perché credo che hai fatto tutto da sola, ma so per certo che è una grande stronzata il fatto che non hai un cuore. Non parlo per la profonda riconoscenza che provo per te, ma parlo per tutto quello che ho potuto imparare di te. Sei straordinariamente generosa, sebbene diffidente accogli chiunque in un modo speciale che fa sentire gli altri parte di qualcosa di simile a una famiglia e non lo hai fatto solo nel mondo virtuale, che almeno per me è il più grande specchio di quello interiore, ma lo fai anche come persona nel mondo reale.

    Io ti ammiro molto per quello a cui hai dato il via e sebbene a volte tu possa cadere in errore e comportarti da stronza lo facciamo tutti quanti quindi non c'è da fartene una colpa.

    Ora hai preso questa decisione e so per certo che non riuscirò mai a farti cambiare idea (se però posso fare qualcosa dimmelo), né tanto meno riuscirei io a ridarti le emozioni del passato, ma so con assoluta certezza che si può andare avanti. Mi permetto di ricordarti che in Giappone ciò che è rotto viene riparato con l'oro, quello che hai perso non tornerà indietro, però hai tra le mani qualcosa di mille volte meglio, il potere di creare qualcosa di ancora più bello, non so se sarà Brakebills, o trasformerai queste nuove consapevolezze davvero in un best seller, o forse semplicemente nell'esperienza di vita migliore di sempre. So solo che ora che il vaso si è rotto sei un concentrato di potenzialità che a percepirlo mi emoziona in modo disarmante. Sento con precisione che sarai grandiosa, almeno per me.

    Buona fortuna e come fai sempre continua a viaggiare tra i mondi.
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    Bonus post: 35


    Sei nel corridoio tra il dipartimento e l'armeria del dcmc. Non è il posto migliore in cui ritrovarsi dal momento che ti accorgi subito che anche la seconda porta è chiusa a chiave ed è dotata di un sistema di riconoscimento del catalizzatore. Sei praticamente bloccata. Mantieni in ogni caso la disillusione e il sangue freddo. Utilizzi l'incanto ammaliante (cd40: 35+8) e le onde sonore attraversano con poca difficoltà il cemento e la porta di ferro. La guardia dall'altro lato percepisce il suono e si avvicina con una certa circospezione alla porta d'ingresso, non emette alcun suono e nemmeno sapresti che sta per entrare se non fosse per il meccanismo di riconoscimento del catalizzatore che emette un sonoro bip. Intanto utilizzi l'incantesimo di visione eterica per poter capire che genere di armi ci sono all'interno dell'armeria. Si tratta per lo più di fucili e munizioni composte da fiale di qualche pozione che non puoi distinguere con la visione eterica. Poi ci sono corde, reti, rampini, catene di ferro e quant'altro. Insomma tutto lo stock utile per la cattura di un grosso animale imbufalito. Intanto l'agente è entrato. La porta scorre di lato con un pesante, ma lento, movimento d'aria. Avanza con attenzione e supera l'angolo in modo altrettanto cauto. Dietro di lui la porta rimane aperta. Non appena lo vedi puoi notare immediatamente che ha un'armatura runica, lo comprendi dai sigilli luminosi che lo circondano. Non sembra vederti per il momento, ma si sta avvicinando pericolosamente alla porta dell'armeria. Intanto dal condotto di areazione si iniziano a sentire gli squittii striduli dei pipistrelli, attratti, esattamente come lui dal tuo incantesimo ammaliante. Il mago per un attimo (cd10: 14) sembra tentennare, ma non distoglie lo sguardo davanti a sè.


    KHEPERER - ARMATURA MAGICA
    Requisiti: 30 II lezione I anno
    Raggio: //
    Durata: 2 turni
    Incantesimo/Movimenti: Il mago incanala l'energia del multiverso attraverso di sé, per rivestire completamente sé stesso di un campo energetico frutto della creazione di una spessa interferenza.
    Questo campo non sarà visibile se non al momento di un attacco, lo scontro di energie la renderà osservabile come un fitto reticolato di geroglifici costituiti di pura energia, nel punto colpito.
    Armatura Magica richiede 2 azioni, una per l' incanalamento dell'energia e la creazione dell'interferenza, l'altra per la sua apposizione sul corpo del mago. Richiesta una buona concentrazione.
    Effetto: Un campo di energia invisibile,ma tangibile, circonda il soggetto dell’incantesimo a pochi millimetri dalla sua pelle, garantendogli un bonus Difesa +3 contro gli attacchi energetici/magici. Poiché l’Armatura Magica è costituita da un'interferenza energetica estesa, le creature Incorporee troveranno particolari difficoltà nell'attraversarla. Si associa al simbolo dello Scarabeo, in quanto intuitivamente ricorda l'esoscheletro del coleottero.
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    Incantatore
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    Niente di niente. Quella totale assenza di indizi iniziava ad essere irritante. Se l'urgenza non fosse stata come un fastidioso formicolio alla base del cervello, probabilmente avrebbe colto quell'occasione come un interessante esercizio per le sue abilità intuitive, come lo sarebbe stato un rebus, un puzzle. In fin dei conti dell'incolumità di Sasoriza, come del resto delle pecorelle che aveva radunato per compiacere Persephone, non gli importava assolutamente niente. Sfortunatamente Sasoriza non era un ovino qualsiasi, ma il dolce prezioso gioiellino di Chaos e se le fosse accaduto qualcosa probabilmente non ne sarebbe stato felice. Non poteva saperlo con certezza, ma nella sua mente malata ogni cosa poteva essere il contrario di tutto. L'inaffidabilità di quel personaggio era la cosa che trovava in assoluto più frustrante. Randall si guardò intorno ancora una volta con un'espressione impassibile che per lui voleva dire assoluto sconforto. Alla fine si decise di uscire dal suo poco dignitoso nascondiglio tra gli arbusti e tentare qualcosa di meno riservato e decisamente più folle, ma che in qualche modo - forse - avrebbe potuto smuovere la situazione e innescare un qualche tipo di risposta di eventi. Dissolse la propria aura e si avvinò verso l'unica casa con le luci accese. Sistemò i polsini della giacca lisciando le pieghe ai gomiti e spazzolando via le foglioline sulle spalle. I completi italiani sono belli a vedersi, ma richiedono una costante attività di manutenzione. Per la prossima missione si ammonì di scegliere qualcosa di meno costoso. Ma che dico, io non ho completi da straccione, andiamo. Poco prima di arrivare davanti la porta della casa scelse per sé un aspetto quanto più innocuo possibile. Capelli brizzolati, bei baffi da affabile vicino di casa, occhiali per suggerire un certo senso di fragilità, alla fine condì il tutto con una sorta di aria nobile, da vecchio uomo d'affari che arriva con signorilità alla sua vecchiaia. Ridotto a fingersi un comune No-Maj, non riusciva a pensare a qualcosa di più umiliante. Scosse la testa sconsolato prima di salire i due scalini che separavano il breve vialetto dal piccolo porticato della casa. Bussò con leggerezza il campanello fingendo un'aria afflitta e appena trafelata. Non appena l'individuo all'ingresso avesse aperto si sarebbe assicurato di instaurare con questo un contatto visivo. "Salve mi perdoni per l'ora tarda, sono mortificato, non l'avrei disturbata se non fossi in urgente difficoltà". Si prese una pausa drammatica in cui inspirò profondamente allargando le braccia, le sopracciglia calate penosamente fin sopra gli occhi. "Non trovo più mia figlia, abitiamo a qualche isolato da qui, è uscita parecchie ore fa e mi aveva assicurato che sarebbe tornata come al solito entro le undici, ma ancora non lo ha fatto. Ho provato a chiamarla, ma non risponde. Sono molto preoccupato. Per arrivare a casa di solito passa per di qua, per caso le è capitato di vederla? E' una ragazza alta, magra, dai capelli rossi e gli occhi azzurri. La prego, qualsiasi informazione potrebbe tornarmi utile". Per Tharizdun, che mi tocca fare.


    Skills utilizzate
    - dissolve l'aura
    - usa metallagi
    Nome: Metallagi
    Requisiti: Voto almeno 24 - Trasformista
    Tipologia: Camuffamento psichico.
    Descrizione: il pg potrà modellare la sua forma fisica o alcuni dettagli. Potrà mutare la sua estetica solo in base alle apparenze di una persona o accessori già visti. Più il soggetto in questione sarà chiaro visivamente al mago più la riuscita dell'incantesimo avrà effetto. Più tempo rimarrà attiva più l'illusione si esaurirà poco alla volta. Dopo che il mago viene attaccato l'incantesimo svanisce.
    Formula: Metallagi.
    Durata: da uno a quattro turni, oltre questi necessita di un'azione di mantenimento.
    Movimento: Visualizzare perfettamente nella mente le sembianze scelte durante l'applicazione della tecnica.

    Bonus pg
    Bonus volontà: +3 conclusione del corso di magia psichica (corretto?)
    Abilità Wendigo:
    Caratteristiche di Razza
    - Forza e velocità migliorate: In condizioni normali, i wendigo, sono più forti e resistenti degli esseri umani normali, portando un bonus di +4 alla forza e +4 alla velocità. Hanno inoltre dei riflessi migliorati, portando un bonus di +4 ai tiri prontezza.
    - Bloodlust: I wendigo sono sterminatori cannibali, hanno sempre e costantemente fame di carne umana. L'abilità sete di sangue gli conferisce un bonus di +2 a tutte le statistiche fisiche per ogni turno in cui non riescono a colpire, ma se l'astinenza si protrae per più di 3 turni, allora cominceranno a ricevere un danno alla vita.
    - BloodSmell: I wendigo hanno la capacità di sentire l'odore del sangue indipendentemente dalla posizione o dal nascondiglio dell'essere umano vittima. Si traduce con un +4 alle prove di percezione e osservazione, riguardo gli esseri umani. Bloodsmell ha un secondo risvolto, se c'è del vero e proprio sangue sul terreno, il wendigo entrerà in frenesia, guadagnando +3 a tutte le stat fisiche, ma sottraendo -4 a tutte le abilità che richiedono concentrazione, come gli incantesimi psichici, evocativi, ecc.
    - Tendenza innata agli incantesimi di influenza mentale: Il wendigo è naturalmente portato alla magia di influenza mentale e corruzione, avendo un bonus di +2 a tutti gli incantesimi relativi a questo ambito, tuttavia, a causa della loro natura istintiva, spesso sono anche dei pessimi occlumanti.
    - Rigenerazione: Non avendo debolezze contro tipologie di armi specifiche, i Wendigo sono dotati di un potere di rigenerazione lieve e duraturo, che rimargina le loro ferite superficiali.
    - Nutrizione: Quando si sono appena nutriti di carne umana, i wendigo guadagnano un bonus di +1 a tutte le skills per 3 turni e migliorano inoltre il loro potere rigenerativo, portandolo a guarire ferite anche gravi in un brevissimo arco di tempo.
    - Resistenza al ghiaccio: I wendigo sono figli dell'inverno, come tale, sono quasi immuni al danno da gelo e riescono a resistere facilmente ai climi freddi.
    - Capacità magiche: A differenza dei vampiri, i wendigo sono in grado (non trasformati) di utilizzare la magia. È più che possibile che esistano dei maghi wendigo, pur limitati al solo uso della magia nera, in quanto rifiutati dalla società.
    -Trasformazione: Durante le notti di luna nuova i Wendigo assumono una forma bestiale. In questa forma guadagnano un bonus di +6 alla forza e +6 alla velocità, ponendosi nel mezzo tra vampiri e licantropi. Oltretutto, a causa della loro pelle dura, guadagnano +6 alla costituzione. Durante questo stadio sono presi dalla fame incontrollabile, ma non perdono l'intelligenza umana, mantenendo persino la capacità di parlare.
    -Spirito del cacciatore (trasformato): I wendigo hanno un ottimo spirito da cacciatore, oltre che ottimi riflessi. Portano a +5 il bonus ai tiri salvezza sui riflessi e guadagnano +4 bonus sul seguire le tracce, soprattutto per quanto riguarda l'odore di esseri umani. Sono in grado, oltretutto, di distinguere un simile da un altro grazie all'odore, una volta trasformati, esattamente come i lycan.

    Debolezze di razza
    - Debolezza alla magia bianca: I wendigo sono creature oscure, come tali sono i principali bersagli della magia di Pelor. La magia bianca, infatti, li colpisce in maniera devastante, agendo come un sicuro deterrente contro queste creature, un wendigo sa che l'unica possibilità che ha contro un Defensor è scappare lontano.
    - Debolezza al fuoco: Antiche leggende dicono che il Wendigo sia un figlio dell'inverno e che persino il suo cuore sia fatto di ghiaccio. Queste leggende trovano un fondamento nella forte debolezza del wendigo a fuoco e calore, cui sono estremamente vulnerabili.
    - Inabilità alla magia bianca: Il wendigo è, per definizione, forse la creatura più terribile e perversa sulla faccia della terra. Come tale non sono per nulla in grado di utilizzare la magia bianca, anzi, quando essa è rivolta a loro, per curarli, si dimostra totalmente inefficace. Sembra che l'unico modo che abbia un wendigo per curarsi rapidamente sia quello di nutrirsi.
    - Debolezza alla luna piena Essendo più forti durante le notti senza luna, gli influssi della stessa li indeboliscono, arrivando al picco durante le notti di luna piena in cui tutte le skills dei wendigo subiscono un malus di -2.
    - Debolezza alla magia di Jhwh e agli oggetti benedetti: L'influsso di Jhwh è devastante per loro quanto lo è quello di Pelor, ma poiché sono molto più rari gli esseri che lo incarnano, la loro debolezza è per lo più rivolta verso gli oggetti di culto (croci, bibbie) o benedetti nel suo nome (acqua benedetta ecc). Oltretutto i wendigo hanno una debolezza, non così forte ma comunque rilevante, verso gli unti, ovvero coloro che sono benedetti col crisma sulla fronte e sul cuore, che porta loro un -2 a tutte le skills.
    Skills sbloccate nel recupero
    Praesidium
    Praesidium selettivo
    Percezione amplificata
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    Nik
    « La musica ha un grande potere: ti riporta indietro nel momento stesso in cui ti porta avanti, così che provi, contemporaneamente, nostalgia e speranza.»
    Dreadwolf
    24 anni
    code by .isabella.
    Robert gli aveva portato una tazza di caffè e un vassoio con toast e uova strapazzate. Le fissò pensieroso mentre si frizionava i capelli con una delle asciugamani bianche che qualche misteriosa cameriera si preoccupava di sostituirgli ogni giorno. Non era certo di avere fame. La verità era che non ne aveva idea. Sentiva distintamente un senso di vuoto che gli si allargava dentro, un enorme buco là dove c'era il suo stomaco, là dove ci sarebbero dovute essere sensazioni come l'appetito. Invece aveva la netta sensazione che da lì tutto scivolasse via, fame, rabbia, odio, paura, dolore. Le passioni che si erano agitate costantemente in lui negli ultimi mesi e che lo avevano spinto sempre avanti, riempiendolo e dando forma alla sua mente, parevano essersi del tutto spente, lasciando dietro di sé solo la vaga eco della loro forma, e lui ne era solo il loro tumulo. Forse a furia di reprimerle era riuscito a dominarle. Se la rabbia non fosse più tornata tutto sommato l'avrebbe considerata una vittoria. Stava avendo la meglio sulla corruzione. Forse. Sbuffando lanciò l'asciugamano in un angolo del bagno e si allungò verso l'armadio per recuperare boxer, calzini, un paio di jeans e una maglietta. Mentre infilava gli anfibi lanciò un'ultima occhiata alla tazza di caffè. Si deciso così di muoversi in direzione del comodino. Lo aprì sgarbatamente. La bottiglia di whiskey rotolò sul fondo del cassetto urtando la scatola in cui teneva conservate le lettere che gli tornavano indietro. Il giorno prima non aveva avuto modo di rendersene conto perché il lavoro lo aveva assorbito, ma la notte successiva avrebbe potuto scrivere di nuovo a Pan. Prese un profondo respiro e poi afferrò la bottiglia. Si preparò un irish coffe, più irish che coffe, e con il manico della tazza in una mano si diresse verso l'aula dove Persephone lo aveva informato ci sarebbe stata la lezione. "Giorno", mugugnò senza alzare gli occhi sul docente, ma dirigendosi al primo posto libero. Lì diede fondo alla tazza mentre aspettava che il resto della truppa si facesse viva. A pensarci non aveva idea di chi partecipasse alla lezione. Adocchiò Ariel all'ingresso, sembrava più di là nel mondo dei sogni che in aula. La seguì con lo sguardo fino a quando non si sedette accanto a lui. "Svegliati e risplendi, raggio di sole" mormorò con tono ironico incrociando le dita dietro la nuca. Prese a dondolarsi sulla sedia e fu allora che giunse la seconda buona notizia. Zed. Era da una vita che non lo vedeva in giro. Gli lanciò un'occhiataccia quando per fare il lecchino con il professore offese un povero pianoforte che forse non veniva suonato da mesi. Era uno scempio. Alla fine il tizio di magia psichica prese a parlare. Lasciò che tutte le sue parole gli scorressero addosso; rimase immobile, fissando particolarmente assorto il vuoto davanti a sé. Si riscosse solo quando Zed ebbe l'idea geniale di ricordargli della notte delle arene. Non doveva essere il suo giorno fortunato. Non ebbe modo di convertire la sua espressione da assente a cagnesco, così Murray non ebbe modo di notare lo sguardo con cui gli fulminò la nuca. Prese la sua maschera da samurai e seguì Ariel verso i due portali che il professore aveva aperto. «Per favore, dimmi che ti piace di più questo.». Lanciò un'occhiata ai due passaggi ed in effetti lo attirava più la violenza che emanava l'altro. Per nessun altra ragione se non perché erano maghi neri e ipoteticamente appartenevano a posti come quelli. Andare dov'era più sicuro era solo una pretesa ipocrita. Si limitò però a scrollare le spalle, "Certo". Infilò la maschera e alla fine seguì Ariel nel portale scelto.
    La prima cosa che vide fu la cinta muraria in legno davanti a lui, era alta, ma forse non abbastanza da reggere un assedio. Circostanza che probabilmente si stava verificando proprio in quel momento a giudicare dai clangori che si sentivano provenire dall'esterno, anche se non fu solo quello il motivo per cui dedusse di trovarsi in battaglia. Un certo via vai di persone in armatura giravano tra civili in abiti medievali. Tentò di capire lo stato di allarme degli individui che gli correvano intorno, se si fossero accorti del loro arrivo e se fossero agitati, o del tutto tranquilli e indifferenti. Molti degli edifici erano costruiti in mattoni e cemento, quindi probabilmente si trattava di una cittadella più che di un accampamento vero e proprio. Si guardò intorno cercando di intuire qualcosa riguardo la natura e lo scopo di quel luogo. Nel frattempo si rese conto che l'aria era calda e afosa. Il cielo innaturalmente plumbeo, come fosse carico di cenere e non di pioggia. Era tutto reale? Oppure era un'illusione creata dal docente? prima che potesse domandarlo ad Ariel gli arrivò una gomitata che lo fece girare nella sua direzione. Seguì con lo sguardo le strutture che gli indicava. "Vuoi che li bruci?". La voce di Zed arrivò alle sue spalle. E fu allora che capì cosa voleva dirgli Ariel. "Davvero ti preoccupa il dress code? Qualcuno dall'altro lato sta cercando di sfondare l'ingresso e quando ci riuscirà non credo che gli importerà come siamo vestiti quando cercheranno di ucciderci". Alla fine seguì i due in direzione di quelli che sperava avessero ragione di pensare fossero magazzini. Pregò che dentro ci fosse anche qualche riserva di alcol, giusto per liberarsi dei freni inibitori e massacrare qualcuno degli assalitori. "Se vedi un martello prendilo" sussurrò ad Ariel mentre le camminava accanto. Cercò di fingersi del tutto a suo agio, in fin dei conti non era poi vestito in un modo così insolito nemmeno per un periodo medievale. Se si escludevano beh i jeans. Non si poteva dire lo stesso di Ariel. "Scommetto che quando hai scelto quel cappotto pensavi fosse un'ottima idea". Superò poco dopo lei e Zed l'ingresso del tendone, diventando spettatore della sua ridicola caduta. Avrebbe volentieri fatto una battuta di spirito se una voce farfugliante e dal tono sconosciuto non lo avesse avvertito della presenza dell'estranea. D'istinto le rivolse uno dei suoi sorrisi sghembi nella speranza di conquistarla con il suo fascino, solo per poi ricordarsi di avere la maschera in testa. "Ah.... beh scusa". Si avventò rapidamente sulla donna, sperando che la sorpresa e le mani occupate le impedissero di reagire in alcun modo. Le piantò una mano davanti la bocca e il naso, mentre le cinse il collo con l'altro braccio. Una volta afferrata avrebbe cominciato a stringere l'avambraccio contro la gola. Se era simile a loro probabilmente se avesse premuto abbastanza forte le avrebbe impedito di prendere fiato esattamente come sarebbe successo a qualsiasi altro essere umano. Il fatto di riuscire a percepire le sue vene pulsare contro la pelle non aiutò, ma non si lasciò distrarre, né da quello né dagli eventuali tentativi di ribellione. "Tienlia ferma Ariel". Avrebbe continuato a stringere finché la donna non avesse perso i sensi.






    Primo elemento: fuoco
    Secondo elemento: terra
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    EEEE SI RICOMINCIA! Congratulazioni ancora per gli esami, sei una grande. Cerchiamo di concludere la miniquest entro il 19 di questo mese, ok? :) se ci sono problemi fammi sapere

    Bonus Post: 34

    Sei dentro. Sei stata rapida e silenziosa, escludendo piccioni e pipistrelli mutanti nessuno ha percepito il tuo arrivo. Rimani facilmente disillusa (cd30) di modo che tu non possa essere vista ad occhio nudo. Il corridoio in cui ti trovi in ogni caso sembra vuoto. Davanti a te c'è la porta blindata che conduce al resto del dipartimento, dietro di te un angolo e una svolta a destra. All'imboccatura della quale c'è la statua con il globo luminoso. Conosci le mappe quindi sai che oltre la svolta c'è l'ingresso per il deposito delle armi del DCMC. Utilizzi il sonar (cd35) ed emetti una debole onda che rimbalza sulle pareti e contro la porta blindata senza riuscire ad attraversarla. Attui un incantesimo di manipolazione sonora (cd37, 34+5) così che oltre a non essere vista i tuoi movimenti non emettono alcun suono. Infine utilizzi la visione eterica (cd39: 34+8) per poter vedere attraverso la parete che si trova davanti a te e alla porta blindata. Ci sono sul piano due agenti uno si trova ad una ventina di metri in linea d'aria dal posto in cui ti trovi, mentre un secondo si trova a poco meno di tre metri, tra poco passerà davanti la porta blindata.
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    Vlad
    età
    stato di sangue
    occupazione
    stato economico
    confraternita
    « Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisci elit, sed eiusmod tempor incidunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrum exercitationem ullam corporis suscipit laboriosam, nisi ut aliquid ex ea commodi consequatur.. »

    Aveva scelto una casa in periferia. Lontano dall'aria malsana di Bucarest, dove case troppo alte erano piene zeppe di gente idiota. Aveva scelto una casa lontano da luci e rumori infernali, fuori dalla follia diventata città, una città troppo diversa da quella di cui da giovane secoli prima si era innamorato. Aveva scelto una zona dove il verde pacifico dei campi lambiva i confini del loro porticato. Era una macchia di bianco sulla schiena di una collina anonima. Era lì che aveva deciso di crescere suo figlio con lei, Aida. La osservò dal garage chiudere la cassetta delle lettere, come sempre piena di inutili richiami per le bollette. Prima di sposarla era una ragazza anticonformista e un po' folle, affascinante e assolutamente irresistibile. In quel momento, invece, nella luce di quel tardo pomeriggio di inizio estate, era una donna dagli occhi distanti. In quegli occhi di un azzurro inspiegabile e disarmante, tanto era chiaro, Vlad aveva trovato uno spiraglio di paradiso in un mondo che lo aveva soffocato e inghiottito e poi risputato, condannato a non morire mai e a soffrire per sempre. Nei suoi ricci ramati, come nuvole investite dal sole, ogni notte decifrava i misteri della vita e placava i tormenti del suo cuore. Lui la amava. Lui, quell'essere orrendamente immortale, rattrappito dai suoi scempi, privato dalla sua anima, lui che si odiava prima di incontrare lei. Eppure quegli stessi occhi lo ferivano. Lo feriva la loro distanza, lo feriva il modo in cui sfregiavano il dipinto che aveva costruito per loro. Era elusiva, sfuggente, la vide rientrare in casa senza ricambiare il sorriso che le aveva rivolto. Rimase a fissare contrariato la porta chiusa. Poi in silenzio tornò a sistemare tutto l'occorrente sul retro del pick up. Lui e Tristan sarebbero andati in campeggio quella notte. Gli avrebbe insegnato a cacciare come suo padre aveva fatto con lui. Coprì tutto con un telone di plastica giusto in tempo perchè il suono della corsa frettolosa di suo figlio non lo distraesse. Dietro di lui c'era Aida. "Vero, è una cosa padre figlio, che viene tramandata da generazioni nella mia famiglia". Lo sguardo di Aida finalmente incrociò il suo. Era preoccupata. Vlad s'inginocchiò davanti a Tristan poggiando il gomito su una coscia. Aveva gli stessi occhi chiari di sua madre. Guardarlo era come vedere la parte migliore di lei. "Allora? Sei pronto? Hai preso tutto quello che ti serve? E allora da bravo sali in macchina e scegli una cassetta da mettere nella radio" si rialzò dandogli una pacca sulla spalla, sorprendendosi come sempre che fosse tanto mingherlino. Fu il momento di salutare Aida e come sempre ebbe quella gelida sensazione che fosse preoccupata. le strinse le spalle tra le mani, una stretta leggera, ma sufficiente da ammonirla. Lei così si voltò finalmente a guardarlo. "Aida andrà tutto bene, fidati di me". La vide annuire debolmente. Non lo convinse, ma la lasciò comunque andare. Non voleva scoprire nei suoi occhi la paura che potesse fare del male al loro bambino. Salì sul pick up con il volto irrigidito. Fece retromarcia e abbandonò il vialetto di casa per partire alla volta del bosco. Avrebbero dovuto fare solamente qualche miglio, sufficiente a far sparire il sole oltre la linea dell'orizzone. "Tua madre si preoccupa troppo. Sono sicuro che te la caverai. Hai il mio sangue nelle vene". La strada era dritta, così si voltò a guardarlo. Il sole attraversava lo specchietto e faceva divampare la sua pelle. Aveva sempre avuto una cera pallida, non si era mai abbronzato. "Hey, fai un favore al tuo vecchio prendimi una birra, le ho messe nella ghiaccera sul sedile posteriore".

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    Leah Hoover
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    stato di sangue
    occupazione
    stato economico
    confraternita
    «And I find it kind of funny. I find it kind of sad. The dreams in which I'm dying are the best I've ever had. I find it hard to tell you. I find it hard to take, when people run in circles it's a very, very Mad world, mad world, enlarging your world, mad world»

    Per alcuni il destino è intrecciato come le maglie di ferro di una rete, fili rigidi che si stringono uno all'altro per poi lasciarsi. Tra di essi si intravedono solo spicchi di una realtà violenta ed eccitante. Nella gabbia che fa da ring a quel posto fatiscente la vita sembra esplodere tutta in una volta. Leah riesce a vederla scorrere con la stessa chiarezza con cui vede il sangue colare dal taglio sulla fronte di Kay. Si chiede se veda tutto rosso come uno di quei tori che perdono il controllo quando si avventa inferocito contro l'avversario. Leah sguscia piano in mezzo a volti sbavanti per l'eccitazione, evita gomitate e spintoni. Le urla di delirio sembrano latrati di cani rognosi, eppure c'è come un'armonia in tutta quella confusione. La percepisce girando piano intorno alla gabbia. E' un inno bestiale, segue il ritmo dei due uomini avvinghiati al centro del ring. Destro, sinistro, gancio, l'avversario di Kay è atterra, la folla esulta. Proprio come un cane lui non molla la presa. Si avventa sulla preda e continua a colpire. Ancora, ancora, ancora. Il controllo sembra una scintilla di umanità soffocata dalle tenebre di un istinto furioso. Gericaut, Higgins, Schiele. Nessuno sarebbe riuscito a cogliere la deformità dell'uomo come fa il volto paonazzo e sudato di Kay in quell'istante. Nei suoi movimenti, nella sua furia, c'è la bellezza disarmante di un sentimento lurido, eppure così puro. Furia. Rabbia senza controllo. Il cuore di Leah batte alla rapidità dei suoi pugni. Il ritmo aumenta e aumenta, sembra che arriverà a farle esplodere il petto prima di fermarsi. L'avversario gli pianta una gomitata in piena faccia. L'arbitro li separa. Un coro di fischi. Kay arretra barcollando e intanto si pulisce il labbro spaccato con il dorso del guantone rosso. Il tempo si aggrappa alle ciglia di Leah e prima che possa tornare a respirare vede una goccia di sudore mescolarsi al sangue sulla tempia di Kay, colare rapida fino al mento in un'unica curva perfetta. Quando il suono della campanella rimbomba fragoroso il tempo riprende a scorrere rapido, ancora una volta lui parte per primo, dritto destro poi sinistro, l'avversario schiva. Leah torna a camminare di lato, ma con gli occhi non smette di seguirlo. A volte le persone le oscurano la vista e diviene preda di una fretta spasmodica di tornare a guardarlo, ma non accelera nemmeno un attimo gusta ogni istante di quella attesa cieca. Poi supera l'ostacolo e torna a guardarlo come abbeverandosi ad una fonte. kay riesce ad assestare un montante sinistro sul mento. Saliva e sudore schizzano come sangue, la luce dei fari bollenti piantati sul ring non nasconde nemmeno un dettaglio. La testa dell'avversario salta all'indietro e lui cade a terra scomposto come un giocattolo rotto. Un coro di latrati esplode di delirio. L'arbitro conta battendo le mani a terra. Sembra il colpo di un tamburo che rimbomba nel petto di Leah che ormai è sull'orlo di un baratro. Una vertigine l'attraversa come elettricità statica quando le acclamazioni detonano di nuovo non appena il guantone di Kay viene sollevato per proclamarlo il vincitore. Leah è sopraffatta così arretra. Scompare nella folla e una volta fuori si accende una sigaretta. La inspira fino in fondo per poter sentire i polmoni riempirsi di fumo. La testa le gira come un frullatore che fa del suo cervello una poltiglia rosa e sanguinolenta. Il mozzicone arriva a bruciarle sulle labbra era talmente assente che non si è resa conto del passare degli ultimi istanti di vita della sigaretta. La schiaccia contro l'asfalto bagnato e con un brivido torna dentro. L'odore di sudore e alcol è acidulo, impregna l'aria come fossero le pareti stesse a sudare. Sguscia nel buio e dopo un po' trova l'ingresso dello spogliatoio. La porta è aperta così entra di soppiatto. Una luce al neon illumina un ambiente squallido. Una lampadina inizia a fare i capricci, ma lei avanza lo stesso accompagnata solo dal rumore dei suoi passi. Ci sono degli armadietti, l'odore del sudore questa volta è mescolato a quello del cuoio dei guantoni e all'umidità delle docce che devono essere lì da qualche parte. Si siede sulla panca più vicina e accavalla le gambe sottili e ghiacciate. Si accende un'altra sigaretta mentre lo attende, stretta nella giacca di pelle che indossa come unica difesa contro il gelo del mondo esterno. Quando la porta si apre lo fa con un cigolio singolare. Si richiude con una folata d'aria che la fa rabbrividire, ma non ci bada. Quando lo vede solleva appena un angolo delle labbra impastate di rosso. Si è fatto ricucire la faccia, un peccato le piaceva vederlo distrutto, ma vincente, gli avrebbe volentieri leccato le ferite lei stessa. "Perchè lo fai?" continua ad osservarlo avvicinarsi. Non allontana gli occhi dal suo volto nemmeno un istante, questa volta però è lei ad inclinare la testa. le ciocche di capelli corti le sfiorano il viso e le spalle. "Perchè quando sei fuori dal ring nascondi tutto quello che ho visto sta notte?".

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  8. .
    Peter Cunningham
    Medimago
    Sacred Heart
    Sposato
    40 anni
    confraternita
    «“Questa è la moderna medicina. Progressi che mantengono in vita persone che avrebbero dovuto morire tanto tempo fa, quando perdettero ciò che le rendeva persone. Ora il tuo lavoro è restare abbastanza sano così che quando qui arriva qualcuno che puoi davvero aiutare, non ti ritrovi tanto sballato da distrarti.”
    (Dr. Cox)»

    Sarebbe impossibile risalire a colui che per primo ha annunciato al mondo intero che il mattino ha l'oro in bocca. Peter però di quel tizio aveva intuito un paio di cose importanti. Prima di tutto era sotto l'effetto di una droga pesante. Si, perché solamente un qualche tipo di potente allucinogeno poteva portare un essere umano a esprimere una metafora tanto ridicola. L'unica cosa a cui lui pensava quando gli ritornava in mente quel proverbio era una donna in preda ai singulti per soffocamento da corpo estraneo. Se la vedeva sputacchiare monete d'oro con il volto paonazzo. La seconda intuizione era una diretta conseguenza della prima e cioè che quel tizio fosse certamente un idiota. Di idioti se ne incontrano tutti i giorni - sfortunatamente - alcuni più molesti di altri, in generale la più grande dimostrazione della grave involuzione che le funzioni cerebrali degli esseri umani stanno subendo. Però quel tizio, l'idiota con l'oro in bocca, quel tizio li batteva tutti. Perchè nessuno, nessun idiota mai incontrato in vita sua, era responsabile del gran sorriso della sua segretaria alle sette e trenta di mattina e del suo "Buongiorno" e "come sta dottore?" o il fatidico "Oggi iniziamo presto. La mattina ha l'oro in bocca" a cui avrebbe volentieri risposto con un sincero "la prego mi uccida, qui, in questo istante". La suddetta segretaria d'altro canto si premurava di fargli sempre trovare il suo caffellatte sulla scrivania appena arrivava in clinica. Lei già sapeva che gli piaceva amaro, freddo d'estate e bollente d'inverno. Lei sapeva anche che odiava dover ricordare i nomi dei pazienti e per questo li scriveva in lettere cubitali su ogni cartella. L'impegno gravoso di istruire un'altra segretaria gli impediva di licenziarla. Forse c'era anche una questione di sindacato e altre stronzate burocratiche relative ai diritti dei lavoratori. Insomma scartoffie. Quindi affogava il malumore nel suo caffè amaro e si abbandonava all'inerzia della monotonia quotidiana. Quel giorno era particolarmente insofferente. Era il giorno in cui forse un caffelatte non sarebbe bastato. Lo capì mentre guardava la ragazza seduta davanti a lui e le ripeteva per la terza volta che spargere salvia per la casa non protegge dalle malattie. Farsi curare dal medico protegge dalle malattie. Le pozioni proteggono dalle malattie. La salvia impuzzolentisce la casa. Quando finalmente la vide incamminarsi verso l'uscita la porta quasi le sbattè in faccia e Peter dovette trattenere un piccolo gridolio di esultanza perchè forse avrebbe potuto mettere mano a qualche incantesimo. E invece niente. Il setto nasale della ragazza era in salvo, mentre lui, Peter, stava per finire la sua pazienza. Nemmeno una contusione da curare e la faccia pallida e impertinente di Phoebie Howard davanti a lui. Quella era una pessima giornata. Abbandonò la penna sulla scrivania e si portò le mani dietro la nuca, così da sprofondare sullo schienale della sedia con un sospiro. "Sai ho un amico, Eddie Dean, molto simpatico, nome orecchiabile, grande amante della birra, che fa il becchino, se vuoi posso parlare con lui, arrangiare un incontro, è un tipo affabile, ti aiuterà a rendere più confortevole il tuo trapasso con imbottiture di raso e lustrini di merletto, giusto per dare alla tua bara quel tocco gotico che va tanto di moda di questi tempi. Che ne pensi? Magari potremmo trovare una fossa che da sul mare, così avresti anche un bel panorama davanti".

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  9. .
    Combo con max


    « Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisci elit, sed eiusmod tempor incidunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrum exercitationem ullam corporis suscipit laboriosam, nisi ut aliquid ex ea commodi consequatur. Quis aute iure reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. Excepteur sint obcaecat cupiditat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum. »
    Melanie Pott [sheet]
    strega hoodoo
    18 anni
    Il fiorire dell'albero si accompagnò a quello di un sorriso. Rimase immobile ad osservarlo riprendersi solo per poi ritrovarsi davanti improvvisamente il doblone di giove. Ebbe giusto il tempo di acciuffarlo con uno scatto repentino prima di sentirsi risucchiata in una nuova realtà. Si ritrovò in una semplice stanza. In altre circostanze forse si sarebbe concentrata nel tentativo di trovare qualche indizio, ma il timore che i carcerieri di Lucinda e delle fiammelle luminose fossero lì in agguato pronti a strapparle via il suo premio la fece scattare in direzione della porta più veloce di un falco che ha adocchiato la sua preda. La caccia in fin dei conti è tutta una questione di tempistiche e Melanie di certo non si sarebbe lasciata cogliere di sorpresa. Quando finalmente fu di nuovo al punto d'incontro si riunì con il gruppetto di prima. Calcifer sembrava essere più agitato che mai, ebbe giusto il tempo di lanciare un'occhiata al suo compagno di corso. Giusto per assicurarsi che anche lui fosse dell'idea di seguire la luce, cosa che in qualsiasi altra circostanza avrebbe cercato di evitare. Corsero fino ad una porta e per tutto il tragitto tenne la mano destra nella tasca della giacca, lì dove c'erano le foglie di alloro. Avrebbe preferito di gran lunga avere la certezza di poter essere in grado di affrontare la prova successiva, ma affidarsi ai rimedi della nonna ebbe comunque un effetto calmante. Calcifer scomparve dai suoi pensieri quando varcata la soglia si ritrovò letteralmente in mezzo alle stelle. Non avrebbe saputo dire da dove venisse la luce. Il salone racchiudeva uno spicchio di universo che si allontanava verso l'alto per perdersi in un soffitto buio e profondo. Riconobbe immediatamente la costellazione di Orione vicino all'equatore celeste e poi vicino quella del sagittario. Seguì le stelle con lo sguardo congiungendo ogni stella a quella successiva come faceva da bambina. Fin quando non arrivò finalmente a posare gli occhi alle mastodontiche statue davanti a lei. Si portò ai piedi di Atena e ne osservò i riflessi bluastri sulle curve grigie del marmo. Come affamati i suoi occhi si affrettavano a riconoscere ogni dettaglio e ad imprimerlo nella memoria. Seguì con i polpastrelli i lineamenti della luna crescente sul piedistallo di marmo. Ce n'erano di simili su ogni statua con la luna in una fase diversa. Si voltò per guardare calcifer interrogativa "Sai che significato hanno queste lune messe qui, calcifer?". Fu voltandosi che finalmente incrociò l'ordinato sistema di tubi trasparenti che occupava buona parte del pavimento del salone. Al centro c'era un altro specchio d'acqua. Seguì i tubi più grossi fino a dei pianeti sospesi a media altezza. Li riconobbe facilmente: la terra, la luna e mercurio. Per ognuno di essi c'era un corrispettivo senza alcun tubo alla sua base. Dallo specchio d'acqua si dipartivano anche tubi più sottili, li seguì incuriosita fino ad una boccetta incastonata al centro del cancello. "E' questa l'uscita?" domandò alla lucina fluttuante, mentre si inginocchiava per osservare il contenuto della boccetta. All'interno c'era un gas fluorescente di un viola pallido. "Qualcosa mi dice che qui dentro non c'è semplicemente ossigeno". I condotti portavano fino al laghetto d'acqua. Possibile che dovesse miscelare l'argon con l'acqua? Poi altri tubi portavano ai pianeti sospesi. Mentre rifletteva nell'aria comparve un secondo aforisma. Si trattava della chiave per uscire di lì. "Che ne pensi?" domandò facendo un cenno al ragazzo "Se chi esercita la saggezza è l'alchimista che sa manipolare l'acqua e l'aria, vuol dire che noi dovremmo usare il "pensiero" cioè l'alchimia per rimettere quei tre pianeti in orbita lì su, giusto?". Sollevò il braccio indicando con l'indice la riproduzione del sistema solare che gravitava sopra le loro teste. "E secondo me per aria intende l'argon che sta qui dentro" mormorò picchiettando sulla superficie della boccetta per osservare il gas attorcigliarsi in mulinelli violacei. "E va bene piccolo, vediamo se la mamma riesce a farti ragionare". Senza troppe cerimonie Melanie si leccò il palmo delle mani e li strofinò con le dita per cancellare il cerchio alchemico che aveva utilizzato per manipolare l'acqua. Quando sulla pelle non ci fu altro che un vago alone nerastro sfilò di nuovo la biro dalla tasca della giacca per disegnare su entrambi i palmi un secondo simbolo alchemico. Posizionò le mani aperte intorno alla boccetta e focalizzò tutta la sua concentrazione sul fluido al suo interno. Quando percepì la propria mente avere come una presa sul corpo del gas spostò le mani in modo che questo scorresse in modo uniforme lungo i tubicini sottili. Camminò lentamente fino alla pozza d'acqua. Prima che il gas uscisse dallo sbocco dei tubi cancellò di nuovo i cerchi alchemici e disegnò sui palmi quelli utili per la manipolazione della densità. Man mano che il gas violaceo usciva prima che si disperdesse nell'aria Melanie ne comprimeva gli atomi per alzare la temperatura fino a 20 gradi e cercando di mantenere su di esso una pressione lieve, di appena un barometro. In questo modo avrebbe costretto l'argon a mescolarsi con le molecole d'acqua. "Beh io ci ho provato, come procediamo ora?".

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    Skills utilizzate
    • disegna il cerchio alchemico su entrambi i palmi
    • usa manipolazione dei gas nobili
    • disegna di nuovo i cerchi alchemici su entrambi i palmi
    • usa manipolazione della densità per solubilizzare l'argon nell'acqua
    Bonus pg
    Altre Materie:

    Evocazione

    Magia Runica

    Skills sbloccate
    Nome: Analisi alchemica
    Tipologia: Conoscenza
    Requisiti: 18 a I lezione I anno
    Descrizione: il mago conosce alla perfezione tutti i simboli alchemici indicati nella teoria, questo gli permette di analizzare i cerchi alchemici con cui viene in contatto, riconoscendo le trasmutazioni relative - a seconda dell'anno a cui è arrivato.
    Azioni: 1 azione
    Durata: istantanea

    Nome: Cambio di densità
    Tipologia: Manipolazione
    Requisiti: 20 a I lezione I anno
    Descrizioni: questo incantesimo permette di manipolare la densità di qualsiasi fluido naturali (liquido e gas) e solido, andando a lavorare a livello di legami molecolari (rafforzandoli/indebolendoli) e, quindi, tentando rispettivamente di avvicinare/allontanare gli atomi fra loro. Ciò, dunque, permette di modificare il volume, mantenendo invariata la massa. Si può applicare a un’area di raggio massimo di 12 metri, a una distanza massima di 10 metri. Conseguentemente alla manipolazione della densità, si può manipolare:
    - la galleggiabilità, agendo indirettamente sulla Spinta di Archimede.
    - La pressione dei gas e dei liquidi
    - La temperatura dei gas
    NB: per quanto riguarda i solidi, dovrete tenere conto della duttilità del materiale. Meno saranno duttili, più energia userete.
    Movimento: imporre le mani su ciò che si vuole manipolare
    Azioni: 2 azioni (disegnare il cerchio alchemico sulle proprie mani e attivare la trasmutazione)
    Durata: 3 turni

    Nome: Dominio dei liquidi
    Requisiti: 22 a I lezione I anno
    Descrizione: incantesimo che permette di manipolare le molecole presenti all'interno di un liquido in modo tale che la sua massa possa essere mossa e modellata a piacimento del mago. Il liquido potrà essere di qualsiasi tipologia, benché esterno a corpi viventi, e potrà essere spostata fino ad una distanza massima di 10 metri dal mago.
    Movimento: imporre le mani sul liquido da manipolare
    Azioni: 2 azione (disegnare il cerchio alchemico sulle proprie mani e attivare la trasmutazione)
    Durata: 2 turni

    Nome: Dominio dei Non Metalli
    Tipologia: Manipolazione
    Requisiti: 23 I lezione I anno
    Descrizione: questa skills permette di manipolare i non metalli della tavola periodica – a livello molecolare - presenti sia nell’aria, che nei composti liquidi, avvicinandoli tra loro, allontanandoli o spostandoli da un determinato luogo. L’area di estensione dipende dalla presenza dell’elemento, mentre la distanza massima a cui si possono manipolare è di 15 metri.
    Movimento: imporre le mani su ciò che si vuole manipolare
    Azioni: 2 azioni (disegnare cerchio alchemico sulle mani e attivare la manipolazione).
    Durata: 2 turni.

  10. .

    « Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisci elit, sed eiusmod tempor incidunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrum exercitationem ullam corporis suscipit laboriosam, nisi ut aliquid ex ea commodi consequatur. Quis aute iure reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. Excepteur sint obcaecat cupiditat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum. »
    Melanie Pott [sheet]
    strega hoodoo
    18 anni
    Se escludeva una vaga sensazione di smarrimento il resto era più o meno tutto in ordine, organi e ossa comprese. Che accidenti era successo? La porta d'argento l'aveva praticamente risucchiata. Doveva trattarsi di una specie di passaggio dimensionale perché ad occhio e croce foresta, cielo stellato e luna piena non entravano tutte in una stanza sola. Ci mise diversi secondi per arrivare a quella conclusione, mentre disorientata continuava a guardarsi intorno. Il panorama era uno di quelli romantici da film horror. Il buio si mescolava con i lineamenti rugosi dei tronchi rifugiandosi tra le fronde degli alberi dalla luce pallida della luna. Solamente il suono di un vento leggero tra le foglie riempiva il silenzio rendendo l'ambiente ancora più cupo. Smise finalmente di girarsi intorno quando incrociò i lineamenti stranamente frastagliati di un grosso tronco d'albero e ai suoi piedi, poco lontano dalle radici, uno scintillio argenteo. Sembrava seta adagiata disordinatamente sull'erba umida. I bordi si muovevano appena e forse era per il vento che di tanto in tanto ne increspava la superficie. Eppure c'era qualcosa che non quadrava, qualcosa di tremendamente banale. Si avvicinò attratta dai riflessi della luna e solo quando sentì l'odore forte di terra umida e un suono leggerissimo intuì di cosa si trattava. Era un lago. Insomma forse lago era una parola grossa. Più uno specchio d'acqua, ecco. Quando finalmente arrivò sulle sponde diede un'occhiata sul fondo limaccioso, la luce della luna accarezzava le alghe fluttuanti generando un gioco di riflessi smeraldini. Si avvicinò poi al tronco dell'albero. Era di un marroncino molto pallido, quasi grigio, seguì le rugosità del cortice fino ad incrociare le ferite di un'incisione dai bordi scuri. C'era una mezza luna nella parte orizzontale unita ad una croce. Era il simbolo di giove, ne seguì i lineamenti con i polpastrelli delle dita. Di solito indicava la maturità e più in generale la conoscenza acquisita attraverso l'esperienza. Intuì che non si trattasse di un albero qualsiasi, ma di un signore piuttosto anziano. A giudicare dallo stato della corteccia e dei rami non scorreva della linfa al suo interno da un bel po' di tempo. Sollevando lo sguardo dal simbolo intravide nella penombra delle parole incise ancora sulla corteccia. "Ad ogni azione corrisponde una reazione, così la vita alla morte e la morte alla vita", lesse a bassa voce, tra le labbra. Forse si trattava di un indizio e non solo di un'oscura perla di saggezza. Se aveva imparato qualcosa dalla nonna era che niente avveniva per caso. Quelle parole erano lì per una ragione, esattamente come quell'albero e il laghetto lì accanto. Forse per ridare vita all'albero doveva sacrificare la sua acqua. Le alghe sul fondale non sarebbero sopravvissute, ma l'acqua si sarebbe trasformata in linfa e la linfa avrebbe ridato vita all'albero. E in fin dei conti anche le alghe in qualche modo sarebbero tornate alla terra a cui appartenevano. L'alchimia in fin dei conti era quello, giusto? Il continuo cambiamento, la chiave di volta dell'equilibrio. La morte per la vita. Sotto quel punto di vista niente moriva davvero. "E va bene, proviamo". Melanie fece qualche passo in direzione del laghetto per trovarsi a metà strada tra di esso e le radici dell'albero. Sfilò dalla tasca della giacca una penna biro e disegnò sul palmo della mano sinistra il cerchio alchemico per il dominio dei liquidi. Cercò di dedicarvi tutta l'attenzione possibile, nessuno le correva dietro e aveva troppa paura di fare una cazzata. Espirò profondamente quando finì di esaminare per la terza volta il simbolo solo per convincersi che si, aveva fatto un buon lavoro. Allungò i palmi aperti in direzione dello specchio d'acqua. Era innegabile il fatto che fosse davvero bello, si trovava perfettamente in linea con i raggi della luna e la superficie era una meravigliosa illusione di argento liquido. "Scommetto che anche i fiori dell'albero di giove non sono niente male". Concentrò il proprio volere intorno alla massa d'acqua che prese a modellare quasi fosse pongo. Un rivolo d'acqua si sarebbe fatto strada tra le foglie secche e i granuli di terriccio umido per raggiungere una dopo l'altra tutte le radici dell'albero. Mantenne alta al concentrazione più a lungo che poté, di modo che l'acqua raggiungesse l'albero come una sorsata continua, ma moderata, non voleva che tutta quell'acqua finisse per affogare l'albero dopo tutto quel tempo passato al secco. Forse era un'idea stupida, ma di certo era meglio che evitare di farlo marcire.

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    Skills utilizzate
    • usa manipolazione dei liquidi per irrigare le radici dell'albero



    Bonus pg
    Altre Materie:

    Evocazione

    Magia Runica

    Skills sbloccate
    Nome: Analisi alchemica
    Tipologia: Conoscenza
    Requisiti: 18 a I lezione I anno
    Descrizione: il mago conosce alla perfezione tutti i simboli alchemici indicati nella teoria, questo gli permette di analizzare i cerchi alchemici con cui viene in contatto, riconoscendo le trasmutazioni relative - a seconda dell'anno a cui è arrivato.
    Azioni: 1 azione
    Durata: istantanea

    Nome: Cambio di densità
    Tipologia: Manipolazione
    Requisiti: 20 a I lezione I anno
    Descrizioni: questo incantesimo permette di manipolare la densità di qualsiasi fluido naturali (liquido e gas) e solido, andando a lavorare a livello di legami molecolari (rafforzandoli/indebolendoli) e, quindi, tentando rispettivamente di avvicinare/allontanare gli atomi fra loro. Ciò, dunque, permette di modificare il volume, mantenendo invariata la massa. Si può applicare a un’area di raggio massimo di 12 metri, a una distanza massima di 10 metri. Conseguentemente alla manipolazione della densità, si può manipolare:
    - la galleggiabilità, agendo indirettamente sulla Spinta di Archimede.
    - La pressione dei gas e dei liquidi
    - La temperatura dei gas
    NB: per quanto riguarda i solidi, dovrete tenere conto della duttilità del materiale. Meno saranno duttili, più energia userete.
    Movimento: imporre le mani su ciò che si vuole manipolare
    Azioni: 2 azioni (disegnare il cerchio alchemico sulle proprie mani e attivare la trasmutazione)
    Durata: 3 turni

    Nome: Dominio dei liquidi
    Requisiti: 22 a I lezione I anno
    Descrizione: incantesimo che permette di manipolare le molecole presenti all'interno di un liquido in modo tale che la sua massa possa essere mossa e modellata a piacimento del mago. Il liquido potrà essere di qualsiasi tipologia, benché esterno a corpi viventi, e potrà essere spostata fino ad una distanza massima di 10 metri dal mago.
    Movimento: imporre le mani sul liquido da manipolare
    Azioni: 2 azione (disegnare il cerchio alchemico sulle proprie mani e attivare la trasmutazione)
    Durata: 2 turni

    Nome: Dominio dei Non Metalli
    Tipologia: Manipolazione
    Requisiti: 23 I lezione I anno
    Descrizione: questa skills permette di manipolare i non metalli della tavola periodica – a livello molecolare - presenti sia nell’aria, che nei composti liquidi, avvicinandoli tra loro, allontanandoli o spostandoli da un determinato luogo. L’area di estensione dipende dalla presenza dell’elemento, mentre la distanza massima a cui si possono manipolare è di 15 metri.
    Movimento: imporre le mani su ciò che si vuole manipolare
    Azioni: 2 azioni (disegnare cerchio alchemico sulle mani e attivare la manipolazione).
    Durata: 2 turni.

  11. .
    Oh i bei vecchi tempi <3
  12. .

    « Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisci elit, sed eiusmod tempor incidunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrum exercitationem ullam corporis suscipit laboriosam, nisi ut aliquid ex ea commodi consequatur. Quis aute iure reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. Excepteur sint obcaecat cupiditat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum. »
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    strega hoodoo
    18 anni
    "Il successo è mio. Sono consapevole di ogni opportunità nel mio cammino e ho le intuizioni giuste per fare le scelte vincenti". Ripeteva quel mantra da circa cinque minuti, con gli occhi chiusi e le mani strette, la fronte poggiata sulle dita. Inizialmente ad alta voce, poi tra i propri pensieri, che lentamente si fecero sempre più silenziosi fino a scomparire del tutto. Aveva acceso la candela della fortuna che aveva preparato con sua nonna, l'ultima, prima che morisse. L'aveva conservata a lungo rimandando sempre il momento in cui l'avrebbe usata. La penultima l'aveva accesa prima degli esami a Salem, il suo ultimo anno. Quella ancora prima alla sua ultima partita di quodpot. E così via a ritroso. Un numero imbarazzante di ultime volte, di pagine voltate. Per quella candela aveva immaginato la notte prima della laurea. Poi però qualcosa gli aveva suggerito di usare l'ultima candela della nonna per una prima volta. Non era agitata. No, non è vero, era agitata. Le aspettative erano gigantesche. Le sue aspettative. Ovviamente. Lei voleva essere in gamba. Non le importava di essere migliore degli altri, solo di essere in gamba. E quando aveva delle aspettative le cose andavano male, sempre. Forse a suggerirle di usare la candela quella mattina era stata la paura, eppure si avvicinava la fine di ottobre e il velo tra il mondo degli spiriti e quello dei vivi si assottigliava. Aveva deciso di credere che svegliandosi quella mattina fosse stata sua nonna a suggerirle l'idea di usare la candela. Certo, avere il suo teschio chiuso in una scatola di legno sotto il letto non aiutava ad essere un po' meno macabri. Eppure quel pensiero era mille volte più confortante dell'idea di avere paura. Quando finalmente la sua mente si svuotò completamente bruciò nella fiammella dei semi di pepo che sfrigolarono in scintille profumate. Inspirò profondamente e alla fine starnutì nella manica del maglioncino per non rischiare di spegnere la fiammella. Sarebbe stata una catastrofe. Doveva rimanere accesa per tutta la durata della lezione di alchimia. Non rientrava tra le norme di sicurezza del campus, ma al diavolo. Quando si alzò dal tappeto lasciò la candela al centro della stanza e infilò un paio di foglie d'alloro in un sacchetto giallo. Poi ci ripensò e ne aggiunse altre due. Alla fine lo mise nella tasca della giacca e corse in direzione dell'aula per arrivare giusto in tempo. L'insegnante le chiuse praticamente la porta dietro le spalle. Grazie nonna. Ascoltò con attenzione le parole della St. Johnes stringendo la mano intorno al sacchetto nella tasca. Era la prima lezione pratica e doveva fare tutto per bene. Niente fretta. Concentrazione. Quando sentì l'insicurezza tornare strinse più forte il sacchetto e si obbligò a mantenere la mente lucida. Sfilò la mano dalla tasca della giacca solamente quando arrivò il momento di andare. La passaporta era un medaglione con il simbolo dell'ouroboros, apparentemente immobile, ma in eterno movimento. Era quello che ripeteva sua nonna, "Non lasciarti ingannare, niente rimane fermo, le cose cambiano continuamente, il vero potere non è dominarle, ma riuscire a cambiare con esse". Osservò il serpente per qualche secondo, un altro messaggio della nonna? Sperò vivamente che fosse così, in fin dei conti le aveva già dato tutti i consigli possibili mentre era in vita, il trucco era ricordare quello giusto al momento giusto. Quando finalmente decise di infilare il medaglione sentì il comune strappo all'altezza dell'ombelico. Il suo corpo si contrasse e accartocciò per passare attraverso lo stretto passaggio interspaziale e alla fine si preparò per l'atterraggio. Assecondò la caduta piegando le ginocchia così da non opporre troppa resistenza alla forza di gravità e poi sfruttò la posizione per rimettersi in piedi. Tutto okay. Un po' di nausea, ma la ruota della fortuna continuava ad andare a suo favore. Quel pensiero l'aiutò ad afferrare la calma quando arrivò il momento di guardarsi attentamente intorno. Avrebbe dovuto capire velocemente dov'era e cosa la circondava. Qualsiasi informazione sarebbe potuta tornare utile. Un bravo alchimista deve sempre conosce l'ambiente, giocare d'anticipo e usare l'astuzia. St. Johnes lo ripeteva spesso. Niente di più facile. Più o meno. Melanie prese un respiro profondo prima di seguire il giovane rampante Boy Scout che si mosse per primo. Ad occhio e croce era un tipo indipendente e autocratico, accento inglese, sicuramente serpeverde. Gli avrebbe potuto consigliare un paio di infusi utili per rilassare il suo ego, ma probabilmente lo avrebbe preso come un insulto invece di una disinteressata offerta d'aiuto. Insomma, in poche parole sarebbe stato inutile. Dopo pochi passi il motivo per cui erano lì fu chiaro. Dovevano recuperare dei dobloni con il simbolo di Mercurio. Lo conosceva grazie al corso di astronomia a Salem. Adorava le stelle e adorava la magia e la simbologia legata ad esse. Secondo i testi che aveva letto l'aspetto di quel simbolo non era affatto casuale. Mercurio è il simbolo della riflessione. I pensieri passano attraverso la mezzaluna e arrivano nel ventre del simbolo, un cerchio, dove le idee possono maturare e accrescersi, come dei piccoli feti nella pancia della mente. Senza quel periodo di riflessione sarebbero solo dei sussurri nella mente e morirebbero nel silenzio. Invece il simbolo di mercurio termina con una croce equilatera, indica che i pensieri una volta elaborati possono essere messi all'opera. L'insegnante cercava di dirgli qualcosa. Riflettete e non agite d'impulso. Ecco il messaggio. Involontariamente Melanie annuì con decisione, più rivolta a Lilith che alla piccola figura fluttuante. Quando il boy scout si avviò verso sinistra lei rimase ferma ad osservare la lucina fluttuante. "Perchè siete venuti qui?". Avrebbe ascoltato con attenzione la risposta, probabilmente non le avrebbe dato nessuna informazione utile, ma voleva conoscere i fatti, sapere com'erano andate le cose, ricostruire tutte le vicende che avevano portato a quel momento. Una volta che la fiammella avesse terminato di parlare le avrebbe fatto una seconda domanda. "C'è qualcuno, o qualcosa a difesa dei medaglioni? Perchè immagino che se li prendessimo il padrone di casa penserebbe che li stiamo rubando, no? Al posto suo non ne sarei troppo felice". Quando le avesse risposto avrebbe annuito e poi sorriso, "Va bene, cercherò di trovare i dobloni, augurami buona fortuna" concluse con un occhiolino, si diresse come deciso dal boy scout verso destra. Avrebbe osservato con attenzione il corridoio, avanzando con estrema accortenza.

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    Skills utilizzate
    • si guarda intorno
    • va a destra


    Bonus pg
    Altre Materie:

    Evocazione

    Magia Runica

    Skills sbloccate
    Nome: Analisi alchemica
    Tipologia: Conoscenza
    Requisiti: 18 a I lezione I anno
    Descrizione: il mago conosce alla perfezione tutti i simboli alchemici indicati nella teoria, questo gli permette di analizzare i cerchi alchemici con cui viene in contatto, riconoscendo le trasmutazioni relative - a seconda dell'anno a cui è arrivato.
    Azioni: 1 azione
    Durata: istantanea

    Nome: Cambio di densità
    Tipologia: Manipolazione
    Requisiti: 20 a I lezione I anno
    Descrizioni: questo incantesimo permette di manipolare la densità di qualsiasi fluido naturali (liquido e gas) e solido, andando a lavorare a livello di legami molecolari (rafforzandoli/indebolendoli) e, quindi, tentando rispettivamente di avvicinare/allontanare gli atomi fra loro. Ciò, dunque, permette di modificare il volume, mantenendo invariata la massa. Si può applicare a un’area di raggio massimo di 12 metri, a una distanza massima di 10 metri. Conseguentemente alla manipolazione della densità, si può manipolare:
    - la galleggiabilità, agendo indirettamente sulla Spinta di Archimede.
    - La pressione dei gas e dei liquidi
    - La temperatura dei gas
    NB: per quanto riguarda i solidi, dovrete tenere conto della duttilità del materiale. Meno saranno duttili, più energia userete.
    Movimento: imporre le mani su ciò che si vuole manipolare
    Azioni: 2 azioni (disegnare il cerchio alchemico sulle proprie mani e attivare la trasmutazione)
    Durata: 3 turni

    Nome: Dominio dei liquidi
    Requisiti: 22 a I lezione I anno
    Descrizione: incantesimo che permette di manipolare le molecole presenti all'interno di un liquido in modo tale che la sua massa possa essere mossa e modellata a piacimento del mago. Il liquido potrà essere di qualsiasi tipologia, benché esterno a corpi viventi, e potrà essere spostata fino ad una distanza massima di 10 metri dal mago.
    Movimento: imporre le mani sul liquido da manipolare
    Azioni: 2 azione (disegnare il cerchio alchemico sulle proprie mani e attivare la trasmutazione)
    Durata: 2 turni

    Nome: Dominio dei Non Metalli
    Tipologia: Manipolazione
    Requisiti: 23 I lezione I anno
    Descrizione: questa skills permette di manipolare i non metalli della tavola periodica – a livello molecolare - presenti sia nell’aria, che nei composti liquidi, avvicinandoli tra loro, allontanandoli o spostandoli da un determinato luogo. L’area di estensione dipende dalla presenza dell’elemento, mentre la distanza massima a cui si possono manipolare è di 15 metri.
    Movimento: imporre le mani su ciò che si vuole manipolare
    Azioni: 2 azioni (disegnare cerchio alchemico sulle mani e attivare la manipolazione).
    Durata: 2 turni.

  13. .
    Peter Cunningham
    Medimago
    Sacred Heart
    Sposato
    40 anni
    confraternita
    «“Questa è la moderna medicina. Progressi che mantengono in vita persone che avrebbero dovuto morire tanto tempo fa, quando perdettero ciò che le rendeva persone. Ora il tuo lavoro è restare abbastanza sano così che quando qui arriva qualcuno che puoi davvero aiutare, non ti ritrovi tanto sballato da distrarti.”
    (Dr. Cox)»

    Whiskey e caffè fanno piacevolmente a cazzotti sulle papille gustative. Manda giù il primo sorso e un'ondata di calore si diffonde nello stomaco attorcigliato dalla stanchezza. Come minimo la barista ci ha sputato dentro, ma non è poi così grave, ha avuto a che fare con liquidi decisamente più disgustosi. In più quel turno di notte è stato sfiancante. Trattiene a stento uno sbadiglio. Forse dovrebbe dormire un po' nella saletta dei medici prima di tornare a casa. Magari non tornarci proprio a casa. Potrebbe andare a trovare Arianna. Dovrebbe farlo. Ascolta distrattamente le parole dell'uomo seduto davanti a lui. Se la ride quando pensa agli specializzandi che cercano diplomaticamente di cavare fuori la verità dalla bocca del paziente. "Con le pozioni è sempre un casino capire che ci abbiano messo dentro. Una volta un tizio ammise di aver usato delle feci di gnomo. Credeva che avessero un qualche potere levitante, non chiedermi perchè". La risposta sarebbe semplice: era un idiota, come metà degli individui che finiscono al pronto soccorso. A volte si chiede quanto davvero faccia la differenza salvare ubriaconi e incoscienti. Non è quel genere di paladino della vita secondo cui a tutti deve essere concessa una seconda possibilità. Gli idioti sono una specie che lascerebbe volentieri estinguersi. Cosa che accadrebbe anche piuttosto velocemente se non ci fossero persone come lui immolate da errori del passato a fare del bene al prossimo. Senza contare che cinque o sei di loro ci hanno fatto una specie di abbonamento al suo reparto. Immagina per un attimo di essere lontano da lì, non avere più nessun pensiero, né tantomeno un passato sulle spalle. Si sente sollevato. Poi ovviamente si sente anche in colpa."Io mi vedrei bene anche con una brasiliana, eppure eccomi qui al bar di un ospedale con te e un caffè in soluzione". Sollevò il bicchiere di carta giusto per sottolineare la tristezza della situazione. "Per quanto riguarda il tizio che si è divertito a giocare con la chimica, direi che fin quando non hai delle prove non è un problema tuo. Per quanto ne sai stava facendo una pozione, questo non lo condanna e ti evita un mucchio di scartoffie. Ovviamente se i tuoi bambini trovano una sostanza illegale sei fregato".

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  14. .
    Melanie
    Pott
    17
    occupazione
    hoodoo
    confraternita
    « Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisci elit, sed eiusmod tempor incidunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrum exercitationem ullam corporis suscipit laboriosam, nisi ut aliquid ex ea commodi consequatur.. »

    C'è un momento. Prima di essere completamente svegli, prima ancora di rendersi conto di essere tornati dal mondo dei sogni, quando le porte dell'impossibile si stanno chiudendo per lasciarti fuori. In quel momento il mondo non è altro che un piumone caldo e il cuscino morbido, il tepore piacevole delle endorfine che arrivano al cervello e giocano a palla con i primi pensieri. Melanie adora quell'attimo, ci si aggrappa fino a quando non sente il suono di una porta lasciata aperta. E' come se anche dentro di lei si fosse aperta una fessura e da lì entra uno spiffero d'aria che gli fa irrigidire i muscoli. La sente sgattaiolare via, come sempre. Quasi fosse una di quelle scappatelle che un uomo si porta a casa e che se la svignano prima che qualcuno possa vederla. Si deve ricordare di mantenere la calma. Aveva giurato a se stessa che non le avrebbe più permesso di farle perdere le staffe. Doveva semplicemente ignorarla e prima o poi si sarebbe dimenticata della sua esistenza. Tentativo che avrebbe avuto molto più successo se non si ostinasse a rispuntare di tanto in tanto come l'herpes. E' del tutto inutile piazzarci sopra delle creme, o cambiare serratura. Lei torna. E' l'unica certezza che le abbia mai dato e anche l'unica di cui avrebbe fatto volentieri a meno. Si rigira nel letto per tornare a dormire, provare a riacciuffare la sensazione di torpore dei sogni. Ma niente. Quando finalmente apre gli occhi le luci colorate che ha appeso alle pareti gli ricordano che è Natale. No, il Natale non se lo fa rovinare. Scivola dal letto scostando risoluta le coperte. Si stiracchia un po' e poi sotto la doccia. Calda, quasi bollente, ci passa diversi minuti, forse persino mezz'ora a giudicare dalle dita spugnate. Quando esce una nuvola di vapore l'accompagna fin davanti lo specchio appannato. Anche lì ci passa minuti interi. Non è per vanità, quanto piuttosto il meticoloso tentativo di sopprimere la voglia di urlare. Quindi passa quasi un quarto d'ora con il phon stretto in una mano e lo sguardo perso nel vuoto, prima di ricordarsi di asciugarsi i capelli. Quando finalmente infila il maglione e scende le scale per andare in cucina lo fa cercando di prendere un profondo respiro e sorridere. Sua nonna è sulla sedia a dondolo davanti l'albero, tra le dita affusolate e grinzose ha la sua tazza. Quando le si avvicina per baciarle una guancia sente il suo profumo di tiglio mescolarsi con quello caldo del caffè. "Papà è già sveglio?" le domanda facendo un cenno verso la tazza. "Si, tesoro, lo trovi in cucina". La nonna ha uno sguardo sfuggente e le labbra strette in una linea tirata. Il fatto che Fiona sia in grado di agitare così tanto anche lei la stizzisce, sono passati anni eppure nessuno si è ancora abituato. Perchè le permettono di ferirli? L'irritazione si accresce mentre pensa che è suo padre a lasciarglielo fare, dovrebbe cacciarla e invece non lo fa mai. Poi quando vede le sue spalle larghe e la testa bassa, intento a guardare chissà cosa, fingendo di non pensare a lei, tutta la rabbia svanisce. Si avvicina lentamente, ma fa in modo che i suoi passi si sentano anche se ha i calzini. Gli poggia una mano sulla schiena e disegna con il palmo un arco fino al suo fianco che stringe. Poggia la testa contro la sua spalla e si dondola appena. "Buon natale papà". Stringe le labbra nel tentativo di un sorriso.

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    🎃 Melanie Pott
    🎃 Maschera: hoodoo doctor
545 replies since 2/6/2013
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