Moire
Cloto, Lachesi e Atropo
Le Moire (conosciute anche come Parche) sono le divinità del destino degli uomini nel pantheon greco. Sono nate dall'unione tra Zeus e Temi grazie all'intercessione di Ananke, l'entità primordiale dell'inevitabilità.
Le Moire erano onnipotenti nel loro potere di determinare la durata e il destino delle vite. Nemmeno gli dei potevano sfuggire alle loro decisioni. La loro volontà era immutabile e inevitabile, rappresentando il principio dell'ordine divino e delle leggi cosmiche che governavano l'universo. Incarnavano il concetto greco di "hegemonikon", il potere sovrano del destino. La loro figura simboleggiava la consapevolezza della brevità e dell'incertezza della vita umana, sottolineando la necessità di accettare il proprio destino con rassegnazione.
Sono attualmente considerate
divinità affamate, poiché la religione che le sosteneva - pur se non del tutto dimenticata - è ormai composta da un numero irrisorio di fedeli.
Ognuna di loro aveva un preciso compito nell'attuare il destino: Cloto filava il filo della vita, Lachesi lo tesseva e Atropo lo tagliava.
Cloto
Cloto (o Clotho) era la "Filatrice". Era considerata la prima delle tre Moire e il suo compito principale era quello di filare il filo della vita di ogni individuo. Era rappresentata come una donna anziana che teneva un fuso o un rocchetto.
Si credeva che Cloto avesse il potere di creare il filo della vita sin dalla nascita di una persona. Filava il filo dal suo rocchetto e determinava la lunghezza, la forza e la qualità di esso, simboleggiando così la durata e il destino della vita di ogni individuo.
Il filo che Cloto filava rappresentava il percorso che ogni persona avrebbe intrapreso nella vita, le scelte che avrebbero fatto e gli eventi che avrebbero vissuto. Era il punto di partenza per la tessitura del destino da parte delle Moire.
Cloto era considerata una figura potente e rispettata. Il suo lavoro meticoloso e preciso era fondamentale per il corretto funzionamento delle Moire nel tessere il destino degli esseri viventi. La sua presenza rappresentava la connessione tra il passato, il presente e il futuro, poiché il filo che filava rappresentava l'intera esistenza di una persona.
La figura di Cloto sottolineava l'importanza dell'accettazione del destino e dell'imprevedibilità della vita stessa. Rappresentava anche la consapevolezza del ciclo naturale della vita, del fluire del tempo e dell'influenza che le azioni umane hanno sulla creazione del proprio destino.
Un
precetto inviolabile di Cloto è che ogni vita abbia una sua durata specifica, e che sia il risultato di una creazione individuale unica.
Dato che è diventata una divinità affamata, Ananke ha deciso di ridarle vita scegliendo per lei un avatar, di cui Lachesi ha cambiat...
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